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LA SOFISTICA

Partiamo dal chiederci da dove deriva questa parola. Che aggettivo simile troviamo nel linguaggio comune?
Sofisticato. Quando viene usato e con quale accezione? Positiva o negativa?
Es. Discorsi sofisticati: artificiosi, capziosi (complicati per confondere l’interlocutore) 1. Vino sofisticato: alterato.
Cibo sofisticato: molto elaborato, probabilmente presentato come gourmet, ma poco appetibile per il nostro
palato. Pensate a quei piattini esteticamente curati nel dettaglio, ma che ci lasciano insoddisfatti.
Persona sofisticata: dall’apparenze raffinata, ma dai modi affettati, non trasparente e sincera.

Eppure il significato originale voleva indicare il sapiente sophistés (da sophìa), uomo dotato di vasta cultura.
Es Pensiamo a Talete annoverato tra i primi Sette Savi o Sapienti.
Quando cambia accezione? Proprio a partire dal V secolo con la diffusione di questa corrente che sarà attaccata
duramente da contemporanei come Socrate, Platone o Aristotele, che non perdoneranno ai sofisti del V secolo di
aver trasformato il puro e disinteressato esercizio filosofico, la filo-sophia, in una professione.
I sofisti sono infatti i primi intellettuali di professione.
Filosofi che nel contesto dell’Atene del V secolo pensano di insegnare questa disciplina ricevendo un giusto
compenso. Nulla di male per i nostri tempi (anche noi docenti guadagniamo dall’insegnamento), ma inaccettabile
per i filosofi di quel tempo, che li accusano di voler guadagnare con una disciplina essenzialmente in-utile (vd
Aristotele che non serve perché non è serva di nessuno) da praticare nella scholé, nel tempo libero, nell’otium,
non nel negotium (avrebbero detto i latini).
Oltre al metodo si contesta il contenuto che propongono:
per Aris sono trafficanti di sapienza apparente, ma non reale (Confutazioni sofistiche), non cercano la verità della
realtà, né fanno della filosofia uno stile di vita. (ma anche su questo punto i contemporanei non si pongono
troppo questo problema…)
Il più severo fu lo storico Senofonte li apostrofò “prostituti della cultura” perché mercificavano un oggetto così
prezioso come la cultura2.

Ma al di là di questa presentazione, dello sconcerto e delle aperte ostilità suscitate nei massimi esponenti della
cultura del tempo, quali sono i contenuti su cui indagano i sofisti?

Con la sofistica inizia il cosiddetto periodo umanistico della filosofia antica.


Noi abbiamo seguito i primi passi della filosofia dalla riflessione incentrata principalmente sulla ? …natura, poi…
sull’essere e le sue complicazioni sull’unicità e molteplicità, fino a questa svolta in cui la filosofia si rivolge
all’uomo e a quanto ruota intorno a lui: principalmente l’etica e il linguaggio, ma anche le leggi, la religione e così
via…3

A interessare il filosofo non è più tanto il problema dell’arché e dell’essere, quanto quello antropologico: l’uomo
con la sua etica, le sue leggi, il linguaggio, la religione etc…

1
Vd anche sofisma: discorso ingannevole
2
Oggi potrebbero essere definiti “cattivi maestri” (che insegnano disvalori). Platone dedica due dialoghi alla critica della
sofistica e della retorica, intitolati appunto Protagora e Gorgia, come i due massimi esponenti della corrente incriminata.
3
In realtà non erano ambiti totalmente inesplorati dai filosofi precedenti, pensiamo in part. a Democrito, ma che ora
assumono una nuova priorità, un nuovo baricentro.
La sofistica nasce in un contesto storico sociale ben preciso: l’Atene del V secolo, all’interno di una polis in cui si
sperimentava una prima forma di governo democratico 4 – che in realtà escludeva ancora donne, schiavi e meteci
[stranieri].
Questo comporta una nuova partecipazione della popolazione alla vita della polis e l’esigenza di acquisire nuovi
strumenti per esercitare quella che oggi chiamiamo “cittadinanza attiva”.
Tutti gli uomini liberi dovevano avere le competenze necessarie per esprimere il loro pensiero attraverso il voto e
soprattutto chi si esponeva nell’agone politico aveva bisogno di tecniche argomentative efficaci per persuadere
l’“agorà” della validità delle proprie proposte. A queste esigenze i sofisti rispondevano offrendo il loro
insegnamento, proponendo l’idea di una politica che andava appresa come un’arte.

A ciò dobbiamo aggiungere la novità di un commercio sempre più esteso che comportò l’incontro con popolazioni
straniere caratterizzate da usi e costumi spesso molto diversi da quelli dei greci. Incontri che suscitarono non di
rado forme di disorientamento e imposero una discussione radicale dei propri valori 5. Una discussione presa in
carico dalla sofistica tale da condurre ad esiti che oggi definiremmo relativistici o nichilistici.

4
Si afferma nella sua massima espressione con il politico Pericle (495-429) nel V sec. Poi con i Trenta Tiranni tornerà
l’aristocrazia a cui segue nuovamente la democrazia di Trasibulo, durante la quale però sarà condannato Socrate. La
conflittualità con l’antagonista oligarchia di Sparta sfocerà nella guerra del Peloponneso (431-404 a.C.) che si concluse con la
disfatta ateniese e il generale indebolimento di tutte le poleis greche.
5
Tutto ciò non poteva non porre nuove questioni alla filosofia (che rischiava di arenarsi nella querelle tra monisti e pluralisti.
Questo ci dimostra che la filosofia non è mai avulsa dalle condizioni storiche del suo tempo. Analogamente a ciò che vive
l’uomo contemporaneo, nel contesto di una globalizzazione quanto mai estesa, seppure con il duplice rischio di omologare
l’intero globo ad un pensiero dominante o di portare lo scontro tra pensieri in conflitto fra loro.

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