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Vittorini e Pavese

Il realismo mitico e simbolico di Vittorini e Pavese

Anni ‘30 → Vittorini e Pavese: maestri del “nuovo realismo” e poi del Neorealismo
postbellico → realismo sperimentale senza una matrice naturalistica o veristica, ma lirica e
simbolica
Mito dell’America → assimilazione del realismo “americano”: scarno, sobrio, sintetico, fatto di
frasi brevi e incisive e sogno di un’umanità totale, di un uomo assoluto e universale e
indeterminato del quale cogliere l’essenza attraverso l’arte
Elio Vittorini:
1908 → nasce a Siracusa
Vive a Firenze nell’ambiente di “Solaria” e del “fascismo di sinistra” → Milano facendo il
traduttore dall’inglese (1941 → antologia “Americana”), lavorando nell’industria editoriale e
dirigendo la rivista “Il Menabò” dopo che nel dopoguerra aveva diretto “Il Politecnico”
Fiducia nella letteratura impegno politico e ideologico → permanente oscillazione fra
letteratura e politica, fra elemento simbolico ed elemento ideologico, fra lirismo e realismo,
fra “mito” e “storia” → tra il 1937 e il 1939 → punto più alto di fusione tra le due tendenze:
“Conversazione in Sicilia” → 1941 → pubblicato su “Letteratura”
1931 → racconti di “Piccola borghesia” → esigenze letterarie ispirate alla lezione del grande
romanzo europeo risolte nel monologo interiore e nel “flusso di coscienza”: Proust, Joyce e
Svevo e motivi ideologici del “fascismo di sinistra”: esaltazione dell’istintività e critica alla
borghesia
1936 → “Il garofano rosso” ed “Erica e i suoi fratelli”: storia di una ragazza del popolo in un
quartiere operaio
Guerra di Spagna → sconforto di Vittorini, di Bilenchi e Pratolini dato dall’apprendimento del
carattere illusorio delle posizioni politiche di “sinistra” → fascismo si schiera dalla parte di
Franco e non della legittima repubblica → inizio per Vittorini di una fase di vuoto e di “astratti
furori” → “Conversazione in Sicilia”, ripiegamento nella letteratura e una forte tensione etica
e populistica
Tendenza a tradurre i dati reali in analogie simboliche → lo avvicina agli ermetici
Interesse verso situazioni del mondo popolare e schieramento a favore degli offesi e delle
vittime → modi ripresi dal Neorealismo
Romanzo costruito in modo circolare, basato sulla ripetizione di battute, situazioni e
personaggi in ognuna delle sue 5 parti → forma mitico simbolica di un ritorno alle origini →
protagonista: Silvestro parla in prima persona, supera la situazione d’inerzia e di “astratti
furori” compiendo un viaggio verso il paese siciliano in cui è nato → storia ben presente:
miseria siciliana e guerra di Spagna riprese dall’ideologia del “mondo offeso” per cui “non
ogni uomo è uomo”, ma coloro che soffrono sono “più uomini” e gli oppressori “meno uomini”
(libro “Uomini e no”) e la convinzione che esistono “nuovi doveri” → storia filtrata ed
espressa nella forma simbolica del mito, del ritorno alle origini, del viaggio di iniziazione
Fusione tra i due aspetti in “Conversazione in Sicilia” → nel dopoguerra: se prevale la storia
→ 1945 → “Uomini e no”: romanzo in cui descrive la propria esperienza nella Resistenza →
1949 → “Le donne di Messina”, se prevale il mito → 1947 → “Il Sempione strizza l’occhio al
Frejus” → 1950 → “La garibaldina” → 1965 → “Le città del mondo”
1966 → muore a Milano
Cesare Pavese:
1908 → nasce a Santo Stefano Belbo
Traduttore dall’inglese, poeta, saggista e impegnato in attività editoriali presso la casa
editrice Einaudi
Cultura: mitizzazione della campagna contrapposta alla città dal punto di vista
dell’intellettuale di città che nei riti antichi di sangue e di sesso vuole recuperare il senso
dell’esistenza e finisce per riscoprire la propria solitudine , del selvaggio, dell’America =
luogo del primitivo, interesse per gli studi di etnologia e mondo dei miti e dell’antropologia
Ricerca artistica tra due poli: estraneità e impotenza dell’intellettuale o progetto di di
sprofondamento nell’arcaico o di rivelazione del “destino” umano nei miti del passato →
prima strada: “La casa in collina”, seconda strada: “Paesi tuoi” (naturalismo
dell’ambientazione contadina e decadentismo delle atmosfere violente e morbose, più
americano dei romanzi, influenza di Faulkner → essenzialità dei gesti e dei dialoghi e
programmatica antiletterarietà, storia cupa e violenta di passioni primitive: Berto = operaio
uscito di galera che è andato a vivere in campagna con un suo compagno di prigionia finito
in carcere per aver dato fuoco alla cascina di un rivale: Talino → scopre un mondo arcaico,
selvaggio e irrazionale in cui Talino può aver avuto un rapporto incestuoso con la sorella
Gisella → tra lei e Berto nasce un idillio, ma quando Talino li scopre, dato dalla gelosia e
dalla stanchezza, la uccide scappando nei campi → morte per dissanguamento = valore
mitico di un rito arcaico: sacrificio per le messi), “La luna e i falò” e “Dialoghi con Leucò”
1938-1941 → prima fase della narrativa → racconti e romanzi fra temi decadenti e
naturalisti: “Il carcere” (resoconto del periodo passato al confino), “La spiaggia”, “La bella
estate” e “Paesi tuoi”
Dopo la guerra → seconda fase della narrativa → impegnata in senso etico-politico → 1948
→ “La casa in collina” (coraggio dell’autoanalisi: intellettuale messo di fronte alla tragedia
della guerra e alle esigenze di impegno poste dalla Resistenza rivela la propria ambiguità,
tema della solitudine = immobile condizione esistenziale e frutto di una situazione storica,
protagonista: Corrado = intellettuale che durante la guerra può fuggire dalla città e vivere in
collina → impotenza ad agire = privilegio di casta e vizio sociale e si tramuta in doppio gioco
nell’abitudine alla maschera → incontro con Cate = donna amata 10 anni prima, e con il
figlio di lei → bisogno di contatti umani e esigenza di paternità → Fonso = operaio comunista
che diventa partigiano e con le sue scelte mette in discussione gli alibi intellettualistici con
cui Corrado giustifica la propria inazione → Cate e tutti i suoi amici antifascisti arrestati, ma
Corrado si salva = propria inutilità sociale → si rifugia in un convento, poi sulle colline e poi
affronta un viaggio per tornare al paese natale → riflessione dolorosa sul senso della guerra
= simbolo che rivela l’assurdità della vita, e della realtà stessa → è possibile solo fuggire) →
1950 → “La luna e i falò” (autoanalisi = dolorosa e vana ricerca d’identità → solitudine ed
estraneità del protagonista implicite nella sua nascita di “bastardo” e da una vita vissuta da
espatriato in America → dopo anni ritorna al paese natale per ritrovare le proprie origini e
per la speranza di un nuovo radicamento e di una sicura identità → protagonista: Anguilla
dialoga con Nuto = collaboratore dei partigiani che assiste impotente alla fine del clima della
Resistenza, ricorda gli anni del fascismo e dell’antifascismo e la storia di Santa uccisa dai
partigiani → Anguilla incontra anche Cinto = ragazzo in cui rivive la propria infanzia che ha
un destino simile al suo: diverso dagli altri a causa della propria infermità fisica → due
incendi: padre di Cinto e vittima della povertà e della follia: Valino alla propria casa per
sterminare la famiglia e poi suicidarsi, e quello che brucia il cadavere di Santa = spia per i
partigiani e per i repubblichini → ambiguità della borghesia che abita in villa sulle colline →
incendi = falò mitici visti nell’infanzia e accesi per propiziare il raccolto che esprimono
l’onnipotenza dell’orrore storico → fallisce il progetto di ritrovare un’identità e un paese
diventato irrimediabilmente straniero → Anguilla riparte dopo aver sperimentato il crollo di
ogni speranza di radicamento e d’identità), romanzo neorealista “Il compagno”: un operaio
che diventa comunista e partecipa alla lotta clandestina negli anni del fascismo, tema
dell’assurdità dell’esistenza degli ambienti della ricca borghesia in “Il diavolo sulle colline” e
“Tra donne sole”
1950 → muore suicida a Torino

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