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Schopenhauer, nel suo distanziarsi dalle formulazioni kantiane di “fenomeno” e “noumeno” (e

quindi, dall’inconoscibilità del secondo), delinea le sue posizioni a riguardo identificando “la
cosa in sé” nella “volontà di vivere”: da un punto di vista fenomenico, dunque, il mondo è
prettamente rappresentazione, ma nella sua essenza metafisica è volontà; ragionando per
contraddizione, afferma che se la cosa in sé non è rappresentabile , allora sarà tutto ciò che
non è rappresentazione (assumendo quindi caratteristiche opposte rispetto alla
rappresentazione, in cui vigono le leggi di causalità , spazio e tempo). Ma se la volontà di vivere
è, appunto, caratterizzata dal non avere scopo e origine , allora anche la rappresentazione,
illusoriamente sensata, è intrinsecamente priva di senso. Schopenhauer passa così dal piano
metafisico a quello morale , trasponendo l’insensatezza della volontà alla vanità delle azioni
degli uomini , che sono condannati ad una dolorosa vita che egli definisce come “un pendolo
che oscilla tra dolore e noia”.Il fulcro di questo dolore è l’insoddisfazione dei desideri , poiché la
volontà non può essere mai appagata. L’unica forma di liberazione da questa visione
puramente pessimista è l’autosoppressione della volontà , una sorta di ascesi (laica) che,
trasforma la “voluntas” in “noluntas” , culminando nella pace.
La posizione di Nietzsche riguardo al tema appena trattato , d’altra parte, si esprime come
opposta a quella di Schopenhauer: Per il filosofo l’essere è sempre preferibile al non essere.
Nietzsche, individua nella società occidentale il nichilismo come caratteristica essenziale e
culturale: in quanto incapaci di sopportare l’aspetto irrazionale e insensato dell’universo, gli
uomini avrebbero inventato un’ altra dimensione, falsa ma consolatoria , caratterizzata da un
ordine e un significato. Le dottrine metafisiche , religiose e scientifiche che si sono succedute
nei secoli, si rivelano dunque come menzogne che, una volta rivelato il proprio carattere
illusorio, sono crollate una dopo l’altra. Da qui, inoltre, delinea due tipi di nichilismo: Quello
passivo (avvertire il crollo di tali menzogne come perdite irreparabili), e quello attivo, attraverso
il quale smascherare le invenzioni illusorie della cultura occidentale e creare i presupposti per
una nuova fase, che Nietzsche definisce del “superuomo”, ossia un essere umano che
subentrerà all’uomo avendo piena consapevolezza della caoticità della vita e potenza di imporre
la propria volontà.

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