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Le funzioni del dialogo filmico

SLIDE 1
La TAV deve far fronte alla centralità (tecnica e
simbolica) del parlato filmico, che è evidenziata
visivamente nella formattazione della sceneggiatura
(→ il dialogo compare in un riquadro di testo al
centro della pagina).

SLIDE 2
In un certo senso, i testi audiovisivi sono una forma di
traduzione: dalla stesura della sceneggiatura fino alla
trasposizione sullo schermo.
La sceneggiatura è scritta per essere vista/letta oltre
che per essere ascoltata/recitata.
Le regole relative a impaginazione, tabulazione
carattere e uso delle lettere maiuscole hanno lo scopo
di rendere visibili tutte le informazioni necessarie
affinché il testo audiovisivo possa essere recitato
e girato, registrato o mandato in onda.
Naturalmente le sceneggiature hanno molti formati
e regole, ma non è mia intenzione approfondire questo
aspetto.
Basti sapere che le sceneggiature possiedono alcune
caratteristiche universali che consentono di leggerle,
interpretarle e trasporle in immagini, suono (dialogo,
musica, rumori di fondo) e azione.
La sceneggiatura è, a tutti gli effetti, un testo letterario
che comprende: LEGGERE SLIDE

SLIDE 3
Proviamo adesso ad esaminare le diverse modalità
attraverso cui il parlato di un prodotto audiovisivo
può trasmettere un significato e contribuire, di fatto,
all’economia della storia.
Kozloff (2000) individua sei principali funzioni del
dialogo filmico, alcune delle quali strettamente
interconnesse: LEGGERE SLIDE

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Il dialogo attribuisce ai personaggi un modo di
esprimersi, abitudini e un lessico caratteristici.
I dialoghi forniscono informazioni sul contesto
geografico di provenienza, sullo status sociale,
sull’istruzione, su credenze, emozioni e desideri dei
personaggi. Lo scopo principale è scavare nella loro
vita interiore.

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Il dialogo filmico è in grado di creare l’atmosfera
soffermandosi su un dettaglio o semplicemente
comunicando la reazione del personaggio di fronte
agli eventi.
Riesce anche a raccontare ciò che è accaduto o ciò
che sta per accadere.
In alcuni punti, il dialogo riassume le vicende ma è
anche in grado di (ri)costruire avvenimenti che sono
stati omessi.
Oltre alle immagini e alle azioni presenti nei testi
audiovisivi, è il discorso parlato che muove la trama.
Il dialogo è il perno dello schema narrativo, rende
possibile la successione degli eventi.

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Un aspetto importante del dialogo filmico è l’essere
in grado di delineare il contesto (→ non può essere
compreso solo grazie alle immagini in movimento
ma è il risultato dell’interazione tra discorso e
elementi visivi).
Il dialogo è necessario affinché lo spettatore possa
attivare strategie deduttive per comprendere la storia.

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L’aspetto più evidente del dialogo filmico è il fatto
che esso presenta le informazioni in maniera concisa
e funzionale, attraverso uno scambio verbale denso,
ricco e tempestivo.
Le battute sono di solito brevi e hanno tutte una stessa
lunghezza.
Il dialogo filmico mira a creare una specie di “gioco
linguistico” – il c.d. effetto della “botta e risposta”
(→ in realtà non si tratta mai di una semplice
conversazione ma di scambi/scontri verbali).
Il dialogo può ricorrere a ogni tipo di strategia
retorica: le principali sono l’ironia, i giochi di parole
e i doppi sensi, soprattutto per creare umorismo.

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Il dialogo filmico può trasmettere significati efficaci
solo all’interno di un contesto coerente (→ riguarda
non solo ciò che viene realmente detto ma anche
il “non-detto” o il detto in maniera “velata”).
La scelta delle parole, l’ironia, il sarcasmo, gli
eufemismi e le metafore – così come anche i tratti
prosodici, p. es. il tono della voce e l’intonazione,
il ritmo e le pause – fanno parte degli obiettivi
comunicativi dei personaggi, oltre che dell’autore;
obiettivi che noi, in qualità di spettatori, cerchiamo di
dedurre per cogliere il significato e il valore emotivo
delle idee.

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