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Riassunto generale: l’articolo ripercorre la storia del Collegio Foa di Vercelli e della libreria
di Giuseppe Levi, collaboratore di Mazzini. Si prende in esame il lavoro di traduzione
portato a compimento da alcuni dei maggiori alunni di quell’Istituto: Salvatore De
Benedetti, Davide Levi, Felice Tedeschi e Donato Ottolenghi.
A livello storico, alla comunità ebraica di Vercelli viene data meno importanza di quanta
effettivamente ne abbia. Gli studi contemporanei hanno confermato che alcune delle
introduzioni fondamentali per l’emancipazione ebraica si trovavano già in vigore in questa
comunità ben prima che si espandessero al resto d’Italia:
- Ricetta dei salami d’oca e il loro commercio.
- Il Collegio Foa visto come luogo d’incontro per persone giovani, soprattutto ventenni, che
avevano messo in atto un processo di emancipazione politica, a partire dal 1848 in poi.
- Si parla di un altro personaggio, Abram Lazzaro Levi: il suo lavoro faceva da copertura ai
cospiratori mazziniani e alle corrispondenze con i loro affiliati. Fu costretto a fuggire, vestito
da prete, in Svizzera, come i suoi pronipoti durante gli avvenimenti della Seconda Guerra
Mondiale. La sua storia la conosciamo proprio grazie alle ricerche di Salvatore Foa e degli
studenti del Collegio.
Il clima fervido di studi di Vercelli ha portato, nell’ambito intellettuale del Collegio, alla
formazione di moltissime personalità che sono risultate fondamentali per il Risorgimento
ebraico. In questo luogo si pongono anche le basi per la nascita della stampa periodica
ebraica.
- Paolo De Benedetti: in un suo saggio fa luce sul microcosmo provinciale dei suoi avi, ma si
sofferma anche sul lavoro di traduttori degli ex studenti del Collegio Foa. Inoltre, parla della
natura complessiva dell’ebraismo italiano dell’Ottocento, e prende in esame il paradigma di
un’epoca: un paese, l’Italia, con una grande cultura ebraica che non viene esplorata. Nelle
sue parole troviamo racchiuso il pensiero secondo cui Vercelli è uno dei centri principali
dell’ebraismo italiano, anche se spesso viene messo in un piano inferiore rispetto ad altri
centri ben più grandi.
- Dovremo aspettare la seconda metà del Novecento per vedere di nuovo degli studi
specialistici sull’ebraismo, a seguito della fine delle persecuzioni.