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Saggio breve Modulo 3: La religione

Negli ultimi decenni la religione ha riscosso un interesse accademico crescente, sia nelle scienze
sociali che in quelle umanistiche. Le ragioni di questo interesse affondano nelle dinamiche
innescate dal consolidamento dei processi di globalizzazione, da un lato l’intensificarsi dei flussi
migratori, che ha alterato la distribuzione delle appartenenze religiose e alcuni elementi sostantivi
delle tradizioni cultuali, e dall’altro la maggiore visibilità delle religioni nella sfera pubblica e
nell’arena politica. Se gran parte delle attenzioni si sono concentrate sull’esplodere dei
fondamentalismi, altri accadimenti di minore impatto mediatico testimoniano le trasformazioni
sociali avvenute a livello globale presso movimenti e tradizioni religiose e sono stati oggetto di
trattazione scientifica. La geografia non ha fatto eccezione e si è distinta come una delle voci più
rilevanti nel rinnovamento degli studi religiosi. Benché presso altre tradizioni disciplinari sia da
tempo riconosciuto e indagato il ruolo delle religioni in dinamiche geografiche quali costruzione
delle identità territoriali e produzione degli spazi pubblici, così come l’impronta di spazio e luogo
nella formazione dei concetti di religioso e sacro e nei processi di istituzionalizzazione delle
religioni, i geografi hanno tardato ad accogliere l’analisi del fenomeno nelle proprie competenze e
ad adeguare a tal fine i propri modelli conoscitivi. Negli ultimi tempi invece, in un primo momento
nel solco della geografia culturale e della geopolitica e in seguito quale campo autonomo, la
geografia delle religioni ha attraversato una profonda riflessione epistemologica: se solo dieci anni
fa appariva difficile riscontrare una parentela tra le ricerche, se non a posteriori oggi essa si afferma
come sottodisciplina matura, caratterizzata da interessi specifici e portatrice di prospettive critiche
che ambiscono a rinnovare i fondamenti cognitivi della geografia umana stessa . Oltre al proliferare
di numeri monografici dedicati dalle più importanti riviste geografiche internazionali al tema, la
misura di questo progresso disciplinare può essere verificata osservando come l’influenza della
geografia delle religioni sia oggi presente in studi riconducibili ad altri campi scientifici e persino
nella teologia. Secondo l’accezione più comune ed utilizzata, per religione si intende quel sistema
di valori che si basano su pratiche di culto formali o informali e sulla fede nel sacro e nel divino. La
lettura delle principali religioni del mondo inizia con l’ebraismo, la cui fede in un unico dio ha
creato le basi per la nascita del cristianesimo e dell’islam. A differenza di queste due religioni
universali, l’ebraismo si identifica strettamente con un singolo gruppo etnico e con un insieme
complesso e costrittivo di credenze e leggi. L’ebraismo o religione ebraica è la prima religione
monoteista della Storia. Si fonda sul testo della Bibbia. La Bibbia ebraica, a differenza della Bibbia
cristiana, non comprende i Vangeli, perché l’ebraismo non riconosce la natura divina di Gesù.
Gli ebrei considerano la Bibbia ispirata direttamente da Dio. Essa contiene la storia dell’antico
popolo ebraico e le leggi che i fedeli devono rispettare. Ha per suo codice di fede, ma anche di
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storia, la Bibbia ebraica, cioè l’Antico Testamento. La Torah, cioè il Pentateuco, è il testo più vicino
alla voce divina; seguono i Profeti e gli Scritti (o Agiografi). La Bibbia ha costituito per lunghi
secoli il vero e proprio terreno di vita dell’ebraismo: non solo un libro di riferimento e nemmeno un
codice di leggi da rispettare, bensì un autentico cosmo entro il quale situare l’esistenza. Gli ebrei
non sono una nazione, né soltanto gli adepti di una fede religiosa, né tanto meno una razza (come
hanno creduto i persecutori dell’epoca moderna). Il Cristianesimo nasce duemila anni fa nella terra
di Israele in seguito alla predicazione di un ebreo, Gesù di Nazareth. Gesù era un predicatore
itinerante che raccolse attorno a sé un movimento composto dai più diversi strati della popolazione
ebraica con un nucleo di discepoli più ristretto. Egli auspicava l’avvento del regno di Dio e cioè di
un mondo in cui si doveva realizzare la volontà di Dio, l’amore tra tutti gli uomini e il rispetto della
giustizia. In attesa di instaurare il suo regno, Dio concedeva il perdono a tutti i peccatori che si
convertivano e che a loro volta perdonavano a coloro che avevano fatto loro del male. Nel giudizio
universale finale Dio avrebbe punito tutti i malvagi, ma soprattutto quelli che avevano oppresso i
poveri, commesso ingiustizie e perseguitato i giusti. Gesù ottenne successo tra la popolazione
ebraica del Terra di Israele, ma fu fortemente osteggiato da alcuni gruppi di potenti autorità
religiose che lo denunciarono ingiustamente presso i Romani che in quel tempo dominavano nella
Terra di Israele. I Romani arrestarono Gesù e lo misero a morte secondo il supplizio tipicamente
romano della crocifissione. Immediatamente dopo la morte di Gesù il gruppo dei più fedeli
discepoli di Gesù ebbe una serie di sconvolgenti apparizioni e credette alla risurrezione di Gesù
dando vita ad una attivissima predicazione che in pochi decenni si irradiò in molte parti del mondo
antico. Nonostante momenti di persecuzione da parte della autorità politiche, il Cristianesimo si
diffuse nei secoli successivi fino ad ottenere un appoggio da parte dell’impero romano sotto
l’imperatore Costantino (Editto di Costantino, 313 d.C.). Dalla metà del IV secolo alla metà del VI
secolo si attuò la progressiva cristianizzazione dell’impero romano. Il Cristianesimo continuò la sua
diffusione soprattutto in Europa, ma anche in altre parti dell’Africa e dell’Asia. La diffusione del

cristianesimo avvenne per espansione, gerarchicamente, per contagio, per migrazione. Il termine
Islam significa abbandono, sottomissione totale e incondizionata ad Allah (Dio). L’Islam è una
religione rigidamente monoteista, e fu rivelata dall’arcangelo Gabriele, lo spirito fedele, a
Maometto, il Profeta; i principi dogmatici di questa predicazione sono raccolti nel Corano, la cui
forma attuale riproduce la compilazione fatta per ordine di Othman, il terzo califfo, e la cui
autenticità è universalmente ammessa. Il Corano consta di 114 capitoli detti sure. L’Islam è una
religione monoteista, il cui dogma principale è l’unicità di Dio, chiamato Allah. Egli è l’unico Dio
trascendente e onnipotente, nonché clemente e misericordioso, e tale assoluta unicità spiega la fiera
opposizione non solo verso ogni forma di politeismo o «associazione di dèi», ma anche verso la
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Trinità cristiana. Allah è uno e i suoi attributi (sapienza, visione e volontà) sono eterni, come eterna
è l’essenza divina, dalla quale emanano senza essere realmente distinti. Allah è il creatore di tutte le
cose, e Signore del mondo, in una visione «occasionalista» di esso, in quanto Dio è anche l’unica
causa della realtà: tutte le cose sono costituite di atomi creati e distrutti da Dio con atti continui e

ripetuti. L' Induismo, una tra le più grandi religioni del mondo, antica di circa 4000 anni, è frutto
dell'evoluzione graduale e della ricerca personale di molti saggi e maestri vissuti in India lungo i
secoli. Riconosce importanza fondamentale alla meditazione e alla contemplazione delle verità

interiori. Inizialmente il termine Hindū, prettamente geografico, non faceva quindi alcun
riferimento a un sistema di credenze religiose: l’allargamento del suo significato si deve alla
necessità di designare gli indiani non convertiti, ovvero coloro che abitavano al di là del fiume Indo,
nei territori ancora non sottomessi all’Islam. Dopo la colonizzazione britannica, il termine inglese
Hinduism fu impiegato per indicare un insieme variabile di fatti religiosi e tradotto nelle principali
lingue europee. L’induismo o più correttamente Sanātana Dharma (all’incirca “Eterna legge
morale”) è più un modo di vivere e di pensare che una religione organizzata. L’induismo conta oltre
un miliardo di credenti, ma in Italia è sconosciuto ai più. Mentre Il Buddhismo è sorto in India nel
VI secolo a.C. ed è una delle religioni più diffuse e tra le più antiche al mondo. Nei secoli VI e V
a.C., il pensiero dell’uomo è rivolto ad un forte impegno nella ricerca sul mistero e il significato
della vita, l’uomo riprende fiducia e si interroga sul perché del dolore, della morte, del bene e del
male; non si accontenta più di ripetere forme religiose magiche di secoli precedenti, ma vuole
cercare risposte più valide alle domande di sempre. Sono i tempi della filosofia di Socrate e Platone
in Grecia e di Confucio in Cina. Su queste basi, questo rinnovamento è portato in India dal Buddha.
Alcune scoperte archeologiche fanno pensare che sia nato nel Nepal meridionale, a Lumbini,
attorno all’anno 565 a.C. e sembra che visse per circa ottant’anni. Prima di essere chiamato Buddha,

che significa “il risvegliato”, o “l’Illuminato”, il suo nome era Siddhartha Gautama. Il taoismo è
un’ideologia che secondo la leggenda venne inizialmente impartita da Lao-tsu nel VI secolo a.C., il
cui tema centrale è il Tao, ossia la Via, filosofia secondo la quale la felicità eterna risiede
nell’identificazione totale con la natura e che deplora la passione, l’ingegno e la conoscenza non
necessari, non c’è l’interferenza dei governi nella vita semplice degli esseri mani. A partire dal
secolo I a questa forma di naturalismo filosofico si unì un tipo di taoismo religioso con il suo
seguito di divinità, spiriti, magia, templi e sacerdoti.Lo shintoismo è la religione autoctona del
Giappone ed alle origini fu una religione prettamente animista. La religione shintoista comprende
letteralmente migliaia di divinità: alcune divinità principali, come ad esempio la dea del
sole Amaterasu–Omikami, attorniate da una miriade di divinità minori, i Kami, che personificano lo

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spirito di un certo luogo o di una certa attività od anche gli antenati che possono assurgere a
condizione divina e quindi essere invocati come entità protettrici della propria famiglia.

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