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PEREK SHIRAH

Capitolo del Canto


a cura di Antonio Di Giorgio
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Dedico questo studio sul Perek Shirah


ai miei genitori senza i quali mai avrei conosciuto la Torah
a tutti nel Creato, in ogni mondo e tempo.

Antonio Di Giorgio si occupa di studi di Kabbalah ed ebraismo sin dal 1989. Laureatosi all’Università di Firenze,
in Storia del cristianesimo – ad indirizzo antico-medioevale – con Domenico Maselli, successivamente frequenta
un biennio di studi teologici presso il teresianum e la pontificia università lateranense (sedi di Pisa)
perfezionandosi in mistica e patristica, ma consegue la laurea teologica triennale alla Facoltà Valdese di Teologia
a Roma. Il suo ambito di ricerca è l’esegesi biblica vetero e neo testamentaria: dal profetismo alla letteratura
apocalittica, ebraismo e mistica ebraica: la qabbalah e la tradizione kabbalistica. Ha pubblicato alcuni articoli di
storia ebraica, che sono indicizzati in forma digitale a livello internazionale. È professore di Italiano e Storia in un
Istituto di Scuola Superiore di Secondo Grado, a Livorno.

PEREK SHIRAH | IL CAPITOLO DEL CANTO


a cura di Antonio Di Giorgio – Dicembre 2018 II
edizione ampliata.
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Storia del testo | Il Codice

Il testo qui studiato e è il codice B257 Collezione Braginsky, Genève, Bibliothèque de Genève,
Comites Latentes 69: Haggadah di Pesach1 il codice è online disponibile alla consultazione dal
dal giugno 2017 al link: http://www.e-codices.unifr.ch/it/list/one/bge/cl0069 .

_________________________
1 Cfr: Vienne en 1721, commandée en cadeau de mariage, Jérusalem, Israel Museum, MS 181/059 ou encore un
manuscrit de Pereq Shirah, non signé, copié à Vienne en 1719, Zurich, Braginsky Collection, B257. La production des
manuscrits aux Otiyyot Amsterdam (Lettres d’Amsterdam): Au XVIIIe siècle, de nombreux manuscrits hébreux
décorés et produits en Europe.
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Premessa

Natura e scopo del Pereq/Perek Shirà/Shirah

Anzitutto vorrei avvertire il lettore che la traslitterazione di ‫פרק‬ ‫שירה‬ qui adottata
indifferentemente può considerarsi valida sia in pereq o perek, shirà o shirah: non muta nulla, e il
significato è sempre “Capitolo del Canto”, l’uso di “k” o “q” finale a un lettore attento suggerisce
la traslitterazione della parola-radice “qbl”, Kabbalah cioè ricezione o per meglio dire
insegnamento ricevuto dalla tradizione, in un gioco di parole molto accattivante e speriamo
motivante per l’uso di preghiera sincera.
Il Perek Shirah è un’opera kabbalistica? Sì, e la sua origine pur essendo contornata da un “alone”
misterioso e arcano dice al lettore un messaggio importante: la preghiera e i suoi tre gradi di
Amore, Timore e Misericordia1 aprono i cancelli del cielo.
Che il Perek Shirah fosse destinato anche ai bambini? Probabile: è un’opera per alcuni aspetti
anche didattica, senz’ombra di dubbio, che poteva non in origine esser destinata anche per
l’educazione del bambino ebreo, figlio del kabbalista; tuttavia gli studiosi concordano che è un
testo spirituale, di preghiera e meditazione.

Il suo genere letterario è vario, infatti è una “somma” di generi: quello innico, quello profetico
quello parenetico o esortativo. Questi tre diversi generi narrativi pongono sulle labbra del creato
che è adesso antropomorfo, umanizzato, la sintesi degli Insegnamenti, della Legge la Torà.
Il “mondo a venire” è il tema principale del Perek Shirah, è cioè il mondo superiore, il mondo
dell’Albero della Vita, delle Sefirot a cui il kabbalista va spesso in modo arcano e misterioso,
con profonda reverenza morale ed etica: senza l’amore dell’altro- fuori-da-sé non vi può essere
sincero amore né per l’Eterno né per lo studio degli Insegnamenti. I mondi di cui si parla, sono
per il lettore di oggi il “multiverso”? Anche. Infatti questa parola presa in prestito dalla “fisica
dei quanti” restituisce nell’immediato la dimensione cosmica anche del tempo. Perek Shirah e il

1 Tre sono i gradi della preghiera ebraica, essi sono attribuiti alle qualità dei tre patriarchi dell’ebraismo Abramo Isacco e
Giacobbe. Ad Abramo è attribuito il “grado dell’amore perfetto”, ad Isacco il “grado del timore” e a Giacobbe il “grado della
misericordia” chesed, questi pare essere il più importante in quanto “olam chesed ibené cioè il mondo è stato creato con e per
la misericordia. Chesed traduce una espressione che si può rendere con la perifrasi: grembo maternno
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libro di Zohar hanno tanto in comune. In Zohar infatti si deduce da moltissimi passi che le
maledizioni inflitte a Adamo ed Eva produssero condizioni di dolore: nel nostro tempo pare che
siano mutate queste condizioni, da ciò si conclude che per le profezie della Kabbalah queste
maledizioni sono cancellate. Da questo secondo molti studiosi di Kabbalah si nota che i Maestri
e in generale i Saggi hanno l’obbligo di insegnare e istruire e sono obbligati a condividere le
conoscenze un tempo segrete. Questa è Kabbalah autentica.
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Il TaNaKh nel Perek Shirah:
Genesi e il secondo giorno, il codice della preghiera

La possibilità che esistano dei “codici segreti” nel Tanakh – Bibbia ebraica nota ai cristiani
come Vecchio Testamento – è molto antica, ma quest’ipotesi è anche alla base di tante, troppe
congetture che non tengono conto del valore religioso della grammatica ebraica, della ghematria
(numerologia, la semplifico così) e soprattutto non tengono conto che i racconti dell’ Antico
Testamento sono soprattutto esperienze di fede e di memoria di un popolo cioè quello degli
ebrei.
I primi a parlare di un codice biblico furono i cabbalisti e i pre-cabbalisti3. L’ammonimento dei
cabalisti ai loro discepoli era di non divulgare a nessuno il segreto custodito nelle antiche lettere.
Perché? Per preservare la memoria incorrotta della Torah4 prima, e della dimensione spirituale
poi.
Da tempi immemorabili però lo scopo di ogni pio ebreo è quello di redigere scrivere e
conservare gli insegnamenti della Legge, in altre parole il pio ebreo ha l’obbligo religioso di
scrivere a mano almeno uno dei libri della Bibbia nell’arco della propria vita. Quest’obbligo
religioso è in vigore in tutto l’ebraismo anche nel mondo contemporaneo. Ogni Pio ebreo –
quindi – ortodosso o meno dovrebbe in realtà “obbedire” cioè dare ascolto (questo vuol dire
obbedire dalla radice ob-audire latina) a questo precetto. È però altresì detto che i maestri e i
2 G. Sholem ha dimostrato, ne La Kabbalah e il suo simbolismo, che la Kabbalah ha una tradizione
orale precedente al II secolo a. C. per cui la vita della Kabbalah è antica di almeno duemiladuecento
anni. Questa dimostrazione di Sholem ha aperto scenari non indifferenti sul piano ermeneutico. Se il
Salmo 119 sarebbe alla base del Sefer Yetzirah, (uno dei testi più importanti della Kabbalah) è pur vero
che l’insieme polivalente di tutta la tradizione orale e non scritta precedente al medioevo, ci dà modo di
considerare la letteratura kabbalistica come il prodotto dell’evoluzione riflessiva intorno alla fede, al
pensiero mistico e quindi al dialogo ininterrotto fra l’Adam Shalem (Uomo completo) e HaShem il Dio
che si è rivelato nel roveto ardente a Mosé – cfr Esodo 3:14 - . M.Buber accetta senza ombre di dubbio la
tesi sholemiana, e il filosofo ideatore del principio dialogico Io-Tu/Esso, nell’Eclissi di Dio compie una
sintesi affascinante dimostrando che il mistico non è un eletto a prescindere, bensì è un eletto o
convocato da Dio in base a una elezione basata sul chesed che incarna nel vivere ed agire quotidiano. Il
Sefer Ha Zohar (Libro dello Splendore, che ha carattere di guida per il kabbalista, insieme ai testi del
Talmud) confermerebbe le ipotesi di Buber, ecco perché questa fantastica ermeneuta ha avuto fortuna
nel XX secolo, producendo un’accelerazione significativa negli studi di Kabbalah.
3 Sono i primi cinque libri della Bibbia, detti anche Pentateuco. La Torah in italiano si può
anche scrivere Toràh e si legge Torà è chiamata Orach Haim cioè La via della vita. La tradizione
rabbinica elaborò la Legge orale che in origine era di 613 disposizioni o comandamenti tassativi;
attualmente sono 24. Delle 613 diposizioni 365 erano divieti e in numero 365 è corrispondente ai giorni
dell’anno, e 248 sono le disposizioni positive e il numero 248 corrisponde alle membra del corpo umano.
Il re David nel Salmo XV codifica 11 disposizioni; Habbakuk, II:4 ne codificò in uno: il giusto vivrà per
fede.
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rabbini hanno in parte attenuato questo obbligo degli Insegnamenti, perché grazie all’invenzione
della stampa e grazie soprattutto alle forme digitali contemporanee della conservazione del
Tanakh che questo obbligo verrebbe meno. Ogni Pio/a ebreo/a tuttavia sente il bisogno dettato
dallo spirito interiore di mettere per iscritto parte di quello che gli è stato insegnato nella sua fase
di iniziazione religiosa. Purtroppo esiste una grande, e stragrande letteratura che tentando di fare
divulgazione della parola divina scritta nel testo masoretico, ha fuorviato l’oggetto dell’indagine
di partenza, con un risultato assolutamente lontano dagli intenti è lontano dal mondo e dalla fede
ebraica. Questo risultato è a volte spiacevole, perché rende l’ebraismo quello che non è.
L’ebraismo è una esperienza di fede dell’Or, del Shalom cioè Luce e Pace, che sono gli auguri
più veri e sinceri che da millenni gli ebrei si danno al tramonto del venerdì.
Sono noti a tutti i grandi codici della Bibbia, e chiunque vi può accedere bene perché oggi i
principii cabalistici e le antiche profezie cabalistiche si stanno compiendo e realizzando appieno
laddove i divulgatori della parola Divina senza saperlo possono far avvicinare ogni uomo ogni
Adamo completo (Adam shalem) a quella fase che per la cabala è detta correzione del Creato.
Il kabbalista ha come grande strumento l’alfabeto ebraico, ma il cabalista ha come scopo finale
la contemplazione del trono dell’Altissimo5 già in questo mondo della materia, contrapposto nel
Pereq Shirà in quello “a venire”. In questo cammino pericolosissimo per il cabalista egli deve
difendersi contro quelli che la Kabbalah chiama “I mostri che divorano il sole”6. Molti cabalisti
infatti la notte vegliano in preghiera in meditazione, nel sacrificio di se stessi perché come
recitano le antiche profezie la notte non dovrà mai ingoiare il sole. Questa poetica forma
religiosa ispirata all’astronomia si ritrova da subito nel libro della Genesi. Una volta che il

4 La fede per gli ebrei è una delle sette qualità che sono sacre di fronte al Trono della Gloria, ed è in
stretta correlazione alla rettitudine, alla giustizia, all’amore, alla pietà, alla sincerità e con il sacro Shalom
il sacro saluto della pace. La fede è principio su cui poggia la relazione dialogica fra Dio e l’uomo. Lo
Shemà Israel è appunto il cardine del dialogo fra Dio e l’uomo.
5 L’ebraismo ha un insieme di credenze e pratiche religiose estremamente eterogenee, e se per assurdo si
può giungere con il più bell’umorismo ebraico a sostenere che non si ha bisogno di credere in Dio per
esser ebrei, la religione ebraica ha le proprie pratiche che derivano da più movimenti, quali lo chassidico,
l’ortodosso, il conservatore, il riformista ed il ricostruzionista, e i principi essenziali della religione
ebraica sono interpretati diversamente da ognuno di questi movimenti. Dal XIII secolo furono codificati
tredici principi di fede e, col tempo e la consuetudine, essi ebbero carattere di requisito indispensabile per
ritenersi ebrei; sono: Dio esiste, vi è un solo Dio ( Dio è unico ), Dio è incorporeo, Dio è eterno, la
preghiera non ha intermediari è rivolta sempre a Dio, le parole dei Profeti sono veritiere, le profezie di
Mosè sono veritiere e Mosè è stato il più grande fra tutti i profeti, Dio dette la Torah (Legge) ed il Talmud
(commenti alla Torah) a Mosè e sono veri, la Torah è unica mai ve ne sarà altra, a Dio sono noti pensieri
ed azioni di tutti gli uomini, Dio ricompenserà i giusti e punirà i malvagi, il Mashiach (Messia) verrà, i
morti risorgeranno. Ma l’ebraismo in alcune correnti sposa senza dubbio l’idea religiosa della
trasmigrazione delle anime.
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Signore ha terminato la creazione, riposandosi il settimo giorno secondo la tradizione del libro di
Genesi è detto che il Signore stesso benedisse tutta la creazione in modo compiuto e completo.
Questa benedizione totalizzante, piena o cosmica è all’origine
del “Capitolo del Canto” – il Perek Shirah -. Tuttavia il lettore attento del Genesi troverà che si è
vero che a ogni fine giorno il Signore benediceva quella parte di creazione, ma è anche vero che
al termine del secondo giorno il Signore non benedisse quanto creò e quanto aveva fatto. È la
cosiddetta divisione delle antitesi; sembra e la tradizione cabalistica ce lo conferma, che proprio
nel secondo giorno siano avvenute nella Corte Divina tali e tali fatti per cui il Signore decise di
non benedire. Sin dai tempi del teologo cristiano Origene in quel giorno, il secondo come
abbiamo ricordato sopra, vi fu la prova della fedeltà dei malak cioè degli angeli. Origene aveva
attinto questa ipotesi dal confronto con il giudaismo del suo tempo.
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Benedizione e maledizione:
Mondo-a-venire e mondo presente – aldilà e aldiquà

Nel Deuteronomio si leggono queste parole:

Nessuno vi potrà resistere; il Signore, il vostro Dio, come vi ha detto, diffonderà la paura e il
terrore di voi per tutto il paese dove camminerete.26 Guardate, io metto oggi davanti a voi la
benedizione e la maledizione: la benedizione se ubbidite ai comandamenti del Signore vostro
Dio, che oggi vi do; la maledizione, se non ubbidite ai comandamenti del Signore vostro Dio, e
se vi allontanate dalla via che oggi vi ordino, per andare dietro a dèi stranieri che voi non avete
mai conosciuto. (Dt 11:25-28)

Prima di capire questo passo, che è oscuro e che è esoterico e arcano, si deve (e uso il presente)
fare una domanda a Dio stesso: perché metti davanti a me “benedizione e maledizione”? Perché
mi costringi a una scelta? La risposta a questa domanda sta nella fine dei racconti della
creazione:
Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Allora Dio, nel
settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo
lavoro. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni
lavoro che egli creando aveva fatto. Queste le origini del cielo e della terra, quando vennero
creati. (Gen 2:1-4).

Il testo è chiaro. Chi non è ebreo non può sapere/conoscere il motivo per cui esiste
contraddizione nei testi: essa è voluta, e posta dai redattori per proteggere il testo dai profanatori.
Questa mistica protezione è eterna, ed è geniale, ma perché Dio l’avrebbe voluta questa
protezione? Ragioniamo insieme e fate attenzione: Dio dice che mette davanti a chi lo amerà la
benedizione e la maledizione, cambiate queste due parole e sostituitele con vita e morte. Il senso
non cambierà; ma se continuerete a leggere tutto il Tanach senza sapere che gli Insegnamenti
furono dati per la vita e non per la morte, allora avrete compreso molto. Perché? I racconti del
Genesi sono chiari: l’Eterno quando crea e fa vivere dice “tov” bene buono, quando fa morire
non dice nulla e questo nulla è “met” morto e paradossalmente met ha in se la parola
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“emet” cioè verità che in greco si dice aleteia (si pronuncia anche alezeia secondo una filologia
dei diversi dialetti greci). Il senso è pertanto sciolto? In parte. Scegliere la benedizione è
scegliere la vita che in sé ha la morte quindi la maledizione. Eppure il testo è chiaro: in questo
scontro sovrumano Dio proteggerà non se ne andrà. I saggi dicono che quando Dio pare assente
sembra si scordi qualcosa, ma poi se ne rammenta. Questa è una visione parenetica, cioè di
esortazione di Torah orale e midrashica-talmudica.
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Nota di traduzione

Fra le [ ] parentesi quadre ho inserito un’aggiunta che migliora il senso logico in italiano dal
testo ebraico. Per il confronto di traduzione dei testi sacri è stata usata anche la traduzione
ebraica di Diodati e della Riveduta, apprezzate dal mondo ebraico: alcune parti dei Salmi sono
traduzioni letterali, forse ostici a un lettore non abituato a questo genere di versione. La
trasposizione da me realizzata del testo ebraico del Perek Shirah che qui si propone, non
differisce nella sostanza con le traduzioni correnti che attualmente sono pubblicate in sia
edizione cartacea sia in versione digitale, in francese, spagnolo e inglese.
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PEREK SHIRAH

[Incipit]

Il rabbino Eliezer dice: chiunque si impegna con Perek Shirah in questo mondo, merita di averlo
detto7 nel Mondo-a-venire, come dice “Allora canterà Moshe”; non dice “cantato”, ma “canterà”
nel mondo a venire.
E Rebbi dice: Chiunque si immedesimi [occupi e occuperà] con Perek Shirah in questo mondo
- rendo testimonianza che è destinato al Mondo a venire, ed è salvato dall’inclinazione del male,
dal giudizio severo e dal Satana [Accusatore] che distrugge, e da tutti i tipi di nemici e dalle
doglie del parto del Mashiach [Messia] e dal giudizio di Gehennom [della Genna]; e merita di
imparare e di insegnare, e di osservare, e di compiere e di eseguire [la Torah], e i suoi studi sono
stabiliti in lui, e i suoi giorni sono allungati, e merita la vita nel Mondo a venire.
I Saggi dicono [dissero] riguardo al Re David che quando completò il libro dei Salmi, divenne
orgoglioso. Ha detto davanti al Santo, Benedetto sia Lui, “C’è qualche creatura che hai
creato nel tuo mondo che dice più canti e lodi di me?” In quel momento una rana si imbatté nel
suo cammino, e gli disse: David! Non diventare orgoglioso, perché recito più canti e lodi di te.
Inoltre, ogni canto che dico contiene tremila parabole, come dice, “E parlava tremila parabole, e
i suoi canti erano millecinquecento” (Re I, 5:12). E inoltre, sono vincolato con una grande
mitzvah, e questa è la mitzvah con cui sono impegnato: c’è un certo tipo di creatura sul bordo
del mare il cui sostentamento proviene interamente da [le creature che vivono nell’acqua], e
quando è affamato, mi prende e mi mangia, così che adempia ciò che dice: “Se il tuo nemico ha
fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli acqua da bere; poiché accumulerai carboni ardenti sul
suo capo e Dio ti ricompenserà “(Proverbi 25: 21-22); non leggere “ti ricompenserà” ma invece
“lo renderà completo”. (Yalkut, fine dei Salmi).

6 L’ebraico quali tempi del verbo ha il presente e il futuro, al lettore potrebbe stridere questa
traduzione, che in realtà resta fedele al testo originale.
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CAPITOLO PRIMO

I cieli stanno dicendo: “I cieli parlano della gloria di Dio, e i cieli [della Luce, il firmamento]
parlano della Sua opera”. (Salmi 19: 2)
La terra sta dicendo: “La terra e ogni cosa in essa sono di Dio; l’area abitata e tutto ciò che
abita al suo interno. “(Salmi 24: 1) E sta dicendo [senso di continua a dire]: “Dalle ali del paese
abbiamo udito un canto, [sia] gloria ai giusti “. (Isaia 24:16)
Il giardino dell’Eden sta dicendo: “Suscita te stesso, oh nord, [vento] e vieni, oh sud! Colpisci
il mio giardino, lascia che le sue spezie escano; lascia che il mio Amato venga nel suo giardino e
mangi del suo prezioso frutto. “(Cantico dei Cantici 4:16)
Il gehinnom sta dicendo: “Poiché ha soddisfatto l’anima [la gola] assetata e ha riempito l’anima
[la gola] affamata di bene”. (Salmi 107: 9)
La regione selvaggia sta dicendo: “Il deserto e la terra arida si rallegreranno, la solitudine gioirà
e fiorirà come la rosa”. (Isaia 35:1)
I campi stanno dicendo: “Dio ha fondato la terra con saggezza; ha stabilito i cieli con
comprensione”. (Proverbi 3:19)
Le acque stanno dicendo: “Quando fa udire la sua voce, v'è un rumore d'acque nel cielo, Egli fa
salire i vapori dalle estremità della terra, fa guizzare i lampi per la pioggia e trae il vento dai suoi
serbatoi”. (Geremia 51:16)
I mari stanno dicendo: “Più che le voci di molte acque, che le possenti onde del mare, Dio in
alto è potente”. (Salmi 93: 4)
I fiumi stanno dicendo: “Che i fiumi battano le loro mani, che le montagne cantino di gioia
insieme!” (Salmi 98: 8)
Le sorgenti stanno dicendo: “E i cantori e i suonatori diranno: «Tutte le mie fonti di vita e di
gioia sono in te». (Salmi 87: 7)
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CAPITOLO DUE

Il giorno sta dicendo: “Ogni giorno pronuncia parole e la notte alla notte mette in relazione la
conoscenza”. (Salmi 19: 3)
La notte sta dicendo: “Parlare della sua gentilezza al mattino e della sua fedeltà di notte”.
(Salmi 92:3)
Il sole sta dicendo: “Il sole, [coperto dalla] luna, stava nella sua dimora; accelerano alla luce
delle tue frecce e allo splendore della tua lancia scintillante. “(Habauk 3:11)
La luna sta dicendo: “Ha fatto la luna per le feste; il sole conosce l’ora della sua venuta. “(Salmi
104:19)
Le stelle stanno dicendo: “Tu, solo tu, sei Dio; hai fatto il paradiso, il paradiso dei cieli, con
tutto il loro esercito; la terra e tutto ciò che è in essa; i mari e tutto ciò che è in loro; e tu li
preservi tutti; e l’esercito del cielo si prostra a te “. (Neemia 9:6)
Le spesse nuvole stanno dicendo: “Ha fatto dell’oscurità il suo posto segreto; Il suo padiglione
intorno a Lui era oscuro di acque e spesse nuvole di cieli “. (Salmi 18:12)
Le nuvole di luce stanno dicendo: “Anche Lui appesantisce la spessa nuvola con un trabocco; la
nuvola disperde la sua luce. “(Giobbe 37:11)
Il vento sta dicendo: “Dirò a nord, arrenditi; e al sud, non rifiutare; porta i miei figli da lontano e
le mie figlie dalle estremità della terra “. (Isaia 43: 6)
I fulmini stanno dicendo: “Fa salire i vapori dalle estremità della terra; Fa lampi per la pioggia;
Egli fa uscire il vento dai suoi depositi. “(Salmi 135: 7)
La rugiada sta dicendo: “Io sarò come la rugiada per Israele, egli fiorirà come una rosa, egli si
diffonderà le sue radici come il Libano. “(Osea 14: 6) Altri testi aggiungono:” Suscita te stesso,
o nord [vento], e vieni, o sud! Colpisci il mio giardino, lascia che le sue spezie escano; Lascia
che il mio Amato venga nel Suo giardino e mangi del suo prezioso frutto. “(Cantico dei Cantici)
4: 16.
Le piogge stanno dicendo: “Tu, o Signore, versavi una pioggia generosa, per rafforzare la Tua
eredità quando languiva”(Salmi 68 : 10)
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CAPITOLO TRE

Gli alberi selvaggi stanno dicendo: “Allora gli alberi della foresta canteranno alla presenza di
Dio, perché viene a giudicare la terra”. (Cronache I 16:33)
La vite sta dicendo: “Così dice Dio: come il vino si trova nel grappolo, e uno dice: non
distruggerlo, perché una benedizione è in esso - così devo fare per amore dei miei servi, in modo
da non distruggi tutto “. (Isaia 65: 8)
Il fico sta dicendo: “Chi custodisce il fico mangerà dei suoi frutti”. (Proverbi 27:18)
Il melograno sta dicendo: “Le tue guance sono come un pezzo di melograno dietro il tuo velo”.
(Cantico dei Cantici 4: 3)
La palma sta dicendo: “I giusti prosperano come la palma; crescono come un cedro in Libano”.
(Salmi 92:13)
L’esrog [cedro] sta dicendo: “Come l’albero di esrog tra gli alberi del bosco, così è il mio amato
tra i giovani uomini. Mi sono seduto sotto la sua ombra con gioia, e il suo frutto è stato dolce per
i miei gusti. “(Cantico dei cantici 2: 3)
I covoni di grano stanno dicendo: “Un canto di ascesa: dal profondo ho pianto a te, o Dio”.
(Salmi 130: 1) [Dal profondo a te ho gridato oh Signore].
I covoni di orzo stanno dicendo: “Una preghiera del povero, quando sviene, e riversa il suo
discorso davanti a Dio”. (Salmi 102: 1)
Gli altri covoni stanno dicendo: “I prati sono vestiti di greggi; anche le valli sono ricoperte di
grano; gridano di gioia, cantano anche loro “. (Salmi 65:14)
Le verdure del campo stanno dicendo: “Innaffi i suoi solchi in abbondanza; Tu stabilisci le sue
creste; lo fai morbido con le docce; Benedici la sua crescita. “(Salmi 65:11)
Le erbe dicono: “Che la gloria di Dio duri per sempre; che Dio si rallegri nelle sue opere”.
(Salmi 104: 31)
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CAPITOLO QUATTRO

Il gallo sta dicendo: “Quando il Santo, benedetto sia Lui8, viene nei giusti [va presso i giusti] nel
Giardino dell’Eden, tutti gli alberi nel Giardino dell’Eden spargono le loro spezie, e si rallegrano
e lodano, e poi anche Lui è suscitato e lode.” (Zohar, Vayakhel 195b)
Nella sua prima chiamata dice: “Alzate la testa, oh cancelli9! E siate innalzate, o porte eterne! E
il Re della gloria entrerà. Chi è questo Re della gloria? Dio forte e potente, Dio potente in
battaglia! “(Salmi 24: 7-8).
Nella sua seconda chiamata, dice: “Alza la testa, o cancelli! Sollevali, o porte eterne! E il Re
della gloria entrerà. Chi è Lui, questo Re della gloria? Dio degli eserciti, Egli è il re della gloria,
Sela! “(Salmi) 24: 9-10
Nella sua terza chiamata dice: “Stai, o giusti, e impegnati con la Torah, in modo che la tua
ricompensa sia doppia nel Mondo-a-venire”.
Nella sua quarta chiamata dice: “Ho sperato per la tua salvezza, o Dio”. (Genesi 49:18) Nella
sua quinta chiamata, sta dicendo: “Per quanto tempo dormirai, o pigro? Quando ti alzerai dal
sonno? “(Proverbi 6: 9)
Nella sua sesta chiamata, sta dicendo: “Non amare il sonno, per timore di venire alla povertà;
apri gli occhi e sarai soddisfatto del pane “. (Proverbi 20:13)

7 Questa espressione deve intendersi Santo sia Egli Benedetto. La santità è solo dell’Eterno,solo Dio è
Santo secondo l’affermazione in Es:3:5 “Dio disse: «Non avvicinarti qui; togliti i sandali dai piedi,
perché il luogo sul quale stai è suolo santo», inotre in Levitico 11:44 si legge: “Poiché io sono l’Eterno,
il vostro Dio; santificatevi dunque e siate santi, perché io sono santo; non contaminatevi con alcuno di
questi animali che strisciano sulla terra”.La santità è qualcosa di talmente sacro che l’Eterno non sembra
prenderla troppo leggera, lo dimostra il racconto delle storie di Nadab e Abiu I due figli di Aronne in Lv
10:1-3 “1 Poi Nadab e Abihu, figli di Aaronne, presero ciascuno il proprio turibolo, vi misero dentro del
fuoco, vi posero sopra l’incenso e offrirono davanti all’Eterno un fuoco illecito, che egli non aveva loro
comandato. 2 Allora un fuoco uscì dalla presenza dell’Eterno e li divorò; e morirono davanti all’Eterno.
3 Perciò Mosè disse ad Aaronne: «Questo è ciò di cui l’Eterno parlò, dicendo: “Io sarò santificato da
coloro che si avvicinano a me, e sarò glorificato davanti a tutto il popolo”». E Aaronne tacque.
8 Secondo la tradizione giudaico-ebraica il Giardino dell’Eden ha dei cancelli, e porte eternei, Un
proverbio yddish infatti dice che il pianto schiude questi cancelli e le porte – e quindi se l’anima li
trovasse chiusi essi si aprirebbero – ma è la gioia a spalancarli. Questo proverbio fa riferimento alla
tecnica meditativa del pianto, quale primo passaggio emozionale per varcare il velo che separa l’aldiquà
dall’ aldilà o Mondo-a-venire.
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Nella sua settima chiamata, sta dicendo: “È tempo che il Signore agisca; poiché hanno reso nulla
la Torah”. (Salmi 119: 126)
La gallina sta dicendo: “Egli dà il pane a ogni carne, poiché la sua bontà dura per sempre”.
(Salmi 136: 25)
La Colomba sta dicendo: “Come un rapido o una gru, anch’io chiacchiero; Gemo come una
colomba; i miei occhi falliscono guardando verso l’alto; O Dio, sono oppresso, sii la mia
sicurezza” (Isaia 38:14). La colomba dice davanti al Santo, Benedetto sia Lui: “Maestro del
mondo! Possa il mio sostentamento essere amaro come un’oliva nella tua mano, piuttosto che
essere dolce come miele attraverso [la] carne e [il] sangue.” (Talmud, Eruvin 18b).
L’avvoltoio sta dicendo: “E tu, Dio, Signore degli eserciti, Signore d’Israele, sei sveglio a
punire [con il giudizio] tutte le nazioni; non essere gentile con nessun traditore malvagio”.
Selah! “. (Salmi 59:[5]6)
La gru sta dicendo: “Rendi grazie a Dio con la cetra, crea musica per Lui con l’arpa a dieci
corde”. (Salmi 33: 2)
Il passero sta dicendo: “Il passero canoro ha anche trovato la sua casa, e la rondine ha un nido
per se stessa, dove può deporre I suoi piccini. I tuoi altari, Dio degli eserciti, il mio re e il mio
Signore.” (Salmi 84: [3]4)
La rondine sta dicendo: “Affinché la mia anima ti loderà e non tacerà, Dio mio, ti ringrazierò
per sempre.” (Salmi 30:13)
L’uccello selvatico sta dicendo: “Il mio aiuto è da Dio, Creatore del cielo e della terra”. (Salmi
121: 2)
La procellaria sta dicendo: “La luce è seminata per i giusti, e la gioia per i sinceri”. (Salmi
97:11)
Il pipistrello sta dicendo: “Conforta il mio popolo, confortalo, dice il tuo Signore”. (Isaia 1:40)
La cicogna sta dicendo: “Parla al cuore di Gerusalemme e chiama a lei, perché è arrivata la sua
ora, poiché i suoi peccati sono stati perdonati, poiché ha preso il doppio dalla mano di Dio per
tutti i suoi peccati”. (Isaia 40: 2)
Il corvo sta dicendo: “Chi prepara il cibo per il corvo, quando i suoi nati gridano a Dio?”
(Giobbe 38:41)
20
L’oca domestica sta dicendo: “Rendi grazie a Dio, invoca il Suo Nome, fa conoscere le sue
opere tra i popoli, canta a Lui, crea musica per Lui, parla di tutte le Sue meraviglie”. (Salmi
105:1-2)
L’oca selvatica che vola nel deserto, quando vede Israele impegnata con la Tora, sta dicendo:
“Una voce grida, prepara nel deserto la via di Dio, raddrizza nel deserto un sentiero per il nostro
Dio”. (Isaia 40:3). E dopo aver trovato il suo cibo nel deserto, dice: “Maledetto l’uomo che
confida negli esseri umani ... Beato l’uomo che confida in Dio, e Dio sarà la sua assicurazione”.
(Geremia 17:5-7)
Le anatre stanno dicendo: “Confidate in Dio per sempre e in eterno, perché Dio, l’Eterno, è la
forza dei mondi”. (Isaia 26: 4)
Il mangiatore di api [rondone] sta dicendo: “Io fischierò loro e li raccoglierò, poiché li ho
redenti, e loro aumenteranno come prima erano aumentati.” (Zaccaria 10: 8)
La cavalletta sta dicendo: “Alzo gli occhi verso le montagne, da dove verrà il mio aiuto?”.
(Salmi 121:1).
La locusta sta dicendo: “O Dio, tu sei il mio Signore; ti esalterò, loderò il tuo nome; poiché hai
fatto cose meravigliose; I tuoi consigli antichi sono fedeltà e verità “. (Isaia 25: 1)
Il ragno sta dicendo: “Lodalo con suoni di cimbali! Lodalo con rumorosi cimbali che si
scontrano! “(Salmi 150: 5)
La mosca, quando Israele non si sta dando da fare con la Torah, sta dicendo: “La voce disse:
‘chiama’. E lui disse: ‘Che cosa dovrei chiamare? Tutta la carne è erba, e tutta la sua grazia è
come il fiore del campo. ‘‘ ... L’erba appassisce, il fiore svanisce; ma la parola di nostro Signore
durerà per sempre”. “Creerò una nuova espressione delle labbra; Pace, pace per chi è lontano e
per chi è vicino, dice Dio; e lo guarirò”. (Isaia 40: 6,8; 57:19)
I mostri marini stanno dicendo: “Lodate il Signore dagli abissi della terra, voi mostri marini e
oceani tutti”. (Salmi 148: 7)
Il leviatano sta dicendo: “Ringrazia Dio perché è buono, perché la sua bontà dura per sempre”.
(Salmi 136: 1)
I pesci stanno dicendo: “La voce di Dio è sulle acque, il Dio della gloria tuona, Dio è su molte
acque”. (Salmi 29: 3)
La rana sta dicendo: “Benedetto è il nome dell’onore del suo regno per tutta l’eternità”.
(Talmud, Pesachim 56a)
21
CAPITOLO CINQUE

La pecora sta dicendo: “Chi è come te tra i potenti, Dio, che è come te, potente nella santità,
terrificante nella lode, lavoratore delle meraviglie.” (Esodo 15:11)
La mucca sta dicendo: “Gioisci al Signore per la nostra forza, tromba al Signore di Yaakov!”
(Salmi 81: 2)
Il maiale sta dicendo: “Dio è buono verso il bene e il sincero [chi è nella sincerità]”. (Salmi 125:
4)
L’animale che porta il peso sta dicendo: “Quando mangi il frutto delle tue fatiche, sei felice e
buona è la tua sorte”. (Salmi 128: 2)
Il cammello sta dicendo: “Il Signore ruggirà dall’alto10 e farà risuonare la sua voce dal suo luogo
santo, il suo grido riecheggia profondamente sulla sua dimora”. (Geremia 25:30)
Il cavallo sta dicendo: “Ecco, come gli occhi dei servi per mano del loro padrone, come gli
occhi della serva per mano della sua padrona, così i nostri occhi sono rivolti a Dio nostro
Signore finché Egli non ci favorirà.” ( Salmi 123: 2)
Il mulo sta dicendo: “Tutti i re della terra ti riconosceranno, Dio, perché hanno udito le parole
della tua bocca”. (Salmi 138: 4)
L’asino sta dicendo: “Tuo Dio, è la grandezza, e la potenza, e lo splendore, e la vittoria, e la
gloria, per ogni cosa nei Cieli e nella terra [è tuo]; Il tuo Dio è la regalità e l’esaltazione su tutto.
“(Cronache I 29:11)
Il bue sta dicendo: “Allora Moshe e i Figli di Israele cantano questo canto a Dio, e dicono: Io
canterò a Dio, perché ha trionfato; ha gettato il cavallo e il suo cavaliere nel mare. “(Esodo 15:
1)
Gli animali selvaggi stanno dicendo: “Beato è Colui che è buono e dona il bene”. (Talmud,
Berachos 48b)

9 Questa parte di Geremia è con probabilità post-esilica (esilio babilonese) e sembra descrivere il
giudizio universale, e il piano di comprensione liturgico-spirituale è il Mondo-a-venire. La pericope di
Geremia si raccorda idealmente al cap. 66 di Isaia.
22
La gazzella sta dicendo: “E io canterò della Tua forza, mi rallegro della Tua gentilezza al
mattino, poiché sei stato un rifugio per me e un nascondiglio nel giorno della mia oppressione”.
(Salmi 59:17)
L’elefante sta dicendo: “Quanto sono grandi le Tue opere, Dio; I tuoi pensieri sono
tremendamente profondi. “(Salmi 92: 6)
Il leone sta dicendo: “Dio uscirà come un uomo potente, susciterà zelo, piangerà, persino
ruggirà, prevalerà sui suoi nemici”. (Isaia 42:13)
L’orso sta dicendo: “Lascia che il deserto e le sue città alzino la voce, il villaggio che abita
Kedar; lascia cantare gli abitanti delle rocce, lasciali gridare dalle cime delle montagne. Lascia
che glorifichino Dio e parlino delle sue lodi nelle isole “. (Isaia 42: 11-12)
Il lupo sta dicendo: “Per ogni questione di iniquità, per il bue, l’asino, l’agnello, l’indumento,
per ogni oggetto smarrito su cui dice: ‘Questo è,’ il problema di entrambi verrà prima giudice;
colui che il giudice giudica colpevole deve pagare il doppio all’altro”. (Esodo 22: 8)
La volpe sta dicendo: “Guai a colui che costruisce la sua casa senza giustizia, e le sue stanze
senza legalità; che usa il servizio del suo amico senza stipendio, e non gli dà il suo assegno “.
(Geremia 22:13)
Il segugio sta dicendo: “I giusti si rallegrino in Dio, la lode si addice al rettilineo”. (Salmi 33: 1)
Il gatto sta dicendo: “Se ti alzi come un avvoltoio e metti il tuo nido tra le stelle, di là ti farò
scendere, dice Dio”. (Abdia 1: 4)
E il topo dice: “Ti esalterò, Dio, perché mi hai impoverito, e non hai lasciato che i miei nemici
si rallegravano di me”. (Salmi 30: 2). E quando il gatto lo prende, il gatto dice: “Ho inseguito i
miei nemici e li ho raggiunti, e non sono tornato finché non sono stati distrutti”. (Salmi 18:38)
E il topo dice: “Tu sei solo per tutto ciò che viene su di me, perché hai agito in modo sincero, e
io sono stato malvagio”. (Nehemia 9:33)
23
CAPITOLO SEI

Le creature striscianti stanno dicendo: “Lascia che Israele si rallegri con Colui che l’ha creato;
che i figli di Sion siano felici nel loro re “. (Salmi 149: 2). Versione alternativa: “La gloria di
Dio possa durare per sempre; che Dio si rallegri nelle sue opere “. (Salmi 104: 31)
Le creatrici prolifiche dicono: “Tua moglie sarà come una vite fruttuosa nei recessi della tua
casa; i tuoi figli amano i germogli di ulivo attorno al tuo tavolo. “(Salmi 128: 3)
Il serpente sta dicendo: “Dio sostiene tutti i caduti e rialza coloro che cadono”. (Salmi 145:14)
Lo scorpione sta dicendo: “Dio è buono a tutti, e la Sua misericordia è su tutta la Sua opera”.
(Salmi 145: 9)
La chiocciola sta dicendo: “Siano come la lumaca che si scioglie, strisciando al sole come
aborto11 di donna non vedano il sole.” (Salmi 58: 9)
La formica sta dicendo: “Vai alla formica, fannullone; considera le sue vie e sii saggio”.
(Proverbi 6:6)
Il ratto sta dicendo: “Che ogni anima elogia Dio, Alleluka!” (Salmi 150: 6)
I cani stanno dicendo: “Venite, adoriamo e ci inchiniamo; inginocchiamoci davanti a Dio nostro
Creatore “. (Salmi 95: 6)

10 Questo passo è fra I più criptici e al tempo stesso terribili. Cosa pensare e riflettere? Il testo è chiaro:
la chiocciola canta un passo del salmo 58, in cui legge che chi non osserverà la Torah avrà la condanna
nel presente e nel Mondo-a-venire. Il piano della similitudine è chiaro. Proprio come I due figli di
Aronne furono consumati dal fuoco dell’Eterno perché accesero un fuoco impuro, il non osservare la
Torah farà condannare alla stessa maniera. È davvero un non hesed divino, cioè un’assenza di
misericordia divina? No, impossibile. L’ammonimento è questione dell’aldiquà. Quando poi si parla di
aborto in Torah e Tanach tutto, ci si riferisce al passo di Esodo 21:22-25, eccolo: “22 Se alcuni vengono
a lite e percuotono una donna incinta così da farla abortire, ma non ne segue altro danno, il percuotitore
sarà multato in base a quanto il marito della donna gli imporrà; egli pagherà l’indennizzo come
determineranno i giudici; 23 ma se ne segue danno, darai vita per vita, 24 occhio per occhio, dente per
dente, mano per mano, piede per piede, 25 scottatura per scottatura, ferita per ferita, contusione per
contusione”. Il danno per la donna che nel mondo ebraico era protetta sempre era la impossibilità di
avere eredi, o anime da consacrare all’Eterno stesso.
24
Conclusione

Il rabbino Yeshayah, allievo del rabbino Chanina ben Dosa, digiunò ottantacinque digiuni.
Diceva [si chiedeva il motivo], [perché i] Cani, di cui è scritto, “I cani sono sfacciati di spirito;
non conoscono la soddisfazione “(Isaia 56:11) - meriteranno di aver detto una canto? Un angelo
gli rispose dal cielo e gli disse: “Yeshayah, fino a quando digiunerai? È un giuramento del
Santo, Benedetto è Lui [Benedetto sia il Suo Nome]; dal giorno in cui ha rivelato il suo segreto
al profeta Havakuk, Egli ha non ha rivelato questa questione a nessuno nel mondo. Ma poiché
sei lo studente di un grande uomo, sono stato mandato dal Cielo per assisterti. Hanno detto che i
cani hanno scritto su di loro: “Nessun cane ha affilato la lingua contro nessuno dei figli di
Israele” (Esodo 11: 7). Inoltre, hanno meritato che le pelli fossero conciate con i loro escrementi,
su cui sono scritti i rotoli di Tefillin, Mezuzos e Torah. Per questo motivo hanno meritato di dire
una canto. E riguardo a ciò che hai chiesto, riprendi la tua parola e non continuare in questo
modo, come è scritto: “Chi custodisce la sua bocca e lingua, custodisce le afflizioni della sua
anima” (Proverbi 21:23). (Yalkut Shimoni, Bo 187)
Benedetto è Dio per sempre, Amen e Amen.
Beato [sia] Dio da Sion, abitante di Gerusalemme, loda Dio!
Beato [sia] Dio, il Signore, Signore d’Israele, lavoratore delle meraviglie da solo.
E [sia] benedetto il nome della sua gloria, e la sua gloria dovrebbe riempire l’intero paese, Amen
e Amen12.

11 Nell’edizione di Pereq Shirà a cura di Yarona Pinhas, Edizione Belforte pag. 51, è riportata questa preghiera
dopo la recita dell’intero “Capitolo del Canto”: “Signore di tutti i mondi, o Eterno, nostro Signore e Signore dei
nostri padri, possa Tu gradire di riconoscere il merito del Pereq Shirà che ho letto al tuo cospetto, che è il canto
dei minerali, dei vegetali, degli animali e degli angeli santi a loro preposti dal Signore Benedetto. Questo è il canto
dell’unione della Shekinah con tutti i mondi e lega le sfere inferiori con le sfere superiori e la sua recitazione
equivale a un’offerta sull’Altare. Che questo sia un tempo di misericordia, di attenzione, di ascolto: Ti invochiamo
e Tu rispondi, Ti supplichiamo e Tu ci custodisci. Possa la lettura del Pereq Shirà salire fino al Tuo cospetto,
manifestandoTi il nostro impegno nel comprendere i meravigliosi e terribili segreti che vi sono sigillati e le loro
leggi. Facci tornare a Te in completo pentimento per poter meritare di raggiungere il luogo da cui il soffio vitale,
lo spirito e l’anima sono scaturite, come se avessimo compiuto tutti i nostri compiti, sia in questa trasmigrazione o
in altre. Fa’ che possiamo essere tra coloro che meritano di essere nel mondo a venire con gli altri Giusti e pii.
Esaudisci tutte le richieste del nostro cuore (… qui si aggiungono le richieste personali...). Possa tu essere accanto
al nostro cuore e nelle nostre parole quando pensiamo, con le nostre mani quando agiamo, e manda benedizione,
successo e sollievo sulle nostre opere. Sollevaci dalla polvere della nostra sofferenza, ed elevaci dalle miserie
della nostra povertà. Che la forza di questo canto possa addolcire i giudizi più severi e possa espandsersi la
benedizione in tutti i mondi rendendoci degni di cantare nel mondo a venire. Fa’ tornare presto la tua presenza
nella Tua santa città, ora, nei nostri giorni. Amen”.
25
APPENDICE13

Propongo per la fine della recita del Perek Shirah alcuni versi tratti dal Salmo 139, forse il
Salmo più caro alla tradizione kabbalistica askenazita; il lettore può recitare soprattutto la parte
finale di questo Salmo tellurgico:
“Esaminami Eterno e conosci il mio cuore, provami [nella fede e non] e conosci i miei pensieri.
Vedi se in me c’è qualche via iniqua e guidami per la via eterna”.

12 “Dov’è il mio Creatore, che nella notte ispira i cantici di gioia, che ci insegna dagli animali della
terra e dagli uccelli dei cieli ci rende saggi”. (Giobbe 35:10-11). Il rabbino Yochanan disse: Se la Torà
non [ci] fosse stata data, avremmo imparato la modestia dal gatto, la proibizione del furto dalla formica,
la proibizione delle relazioni proibite dalla colomba e il metodo corretto delle relazioni coniugali con gli
uccelli [di cui si mangiano le uova = dell’aia]” (Talmud, Eruvin 100b).

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