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“Non esiste altro mondo fuorché il mondo spirituale.

Quello che noi chiamiamo mondo sensibile

è il Male nel mondo spirituale”

Franz Kafka, Metamorfosi


Di Stanislao C.: Le Metafore del corpo. Dal
simbolo alla terapia, Ed. CEA, Milano, 2004

 Tv e mass-media, soffermandosi su operatori


dell’occulto e sette di vario tipo che spesso si dedicano a
messe-nere, orge basate sul sesso sfrenato, suicidi di
massa, sacrifici, fatture ed altro ancora,parlano di riti
esoterici, identificando quindi l’esoterismo, con questi
fenomeni squallidi ed inqualificabili che di esoterico non
hanno nulla.
Mirabail M.: Dizionario dell’esoterismo, Ed.

Mondatori, Milano, 2000


 Esoterismo deriva dal greco εσοτερον (=più dentro), sta
a significare la dottrina che svela i misteri
dell'universo, i suoi fini ultimi penetrando all'interno
della realtà.
 J.M.Riviere in Storia delle dottrine esoteriche collega
l’origine del termine al verbo εισοτεο, che significa far
entrare, quindi “aprire una porta, offrire agli uomini la
possibilità di penetrare nell'interiore attraverso
l'esteriore; simbolicamente, è rivelare una verità
nascosta, un senso occulto.
 Εσοτερικοσ (interno), usato per indicare
insegnamenti riservati una cerchia ristretta
di discepoli, in contrapposizione a εξοτερικο
σ - essoterico - (esterno), ovvero
insegnamenti indirizzati a tutti.
 L'esoterismo è una dottrina segreta,
un'iniziazione, una spiegazione del mondo
rivelata in un consesso scelto, isolato
dall'esterno e dalla moltitudine e spesso
tramandata in forma orale.
Zolla E.: Aure, Ed. Mediterranee, Roma, 1990

 Tutte le rivelazioni magiche presso i primitivi


venivano compiute nel mistero, lontano dagli altri
membri della tribù, all'ombra propizia di un bosco
sacro, in un luogo appartato, oppure su una
sommità isolata.
 La conoscenza delle tecniche che donano capacità
sovrumane è sempre stata circondata dai misteri.
Douglas M.: Antropologia e
simbolismo, Il Mulino, Milano, 1985
 I grandi sacerdoti e i sommi capi detenevano il potere
della conoscenza occulta, che esercitavano con grande
segretezza, non condividendone con i profani che i
frammenti indispensabili alla loro evoluzione.
 Solo chi dimostrava di essere degno di ricevere gli
insegnamenti occulti veniva ammesso nella cerchia
privilegiata di coloro che un giorno avrebbero guidato le
tribù.
 Durante la ricerca della ragione della propria vita il
discernimento dell’uomo si svolse verso
l'imponderabile, in quanto non poteva esistere
soltanto il nulla.
 Tutto gli apparve improvvisamente, per trasmettersi
dalla mente al cuore.
 Ogni percorso intrapreso portava l'uomo verso

ricordi antecedenti: gli archetipi


 Gli archetipi sono elementi incrollabili dell'inconscio che

cambiano forma continuamente

 Prendono forma delle varie immagini che compongono

l'universo dell'umanità e che sono il frutto del sedimentarsi

delle esperienze conoscitive nel corso del tempo.

 Gli elementi assumono un'importanza fondamentale e la

loro energia è impiegata quale legame con l’universo.


Brenner C.: Breve corso di psicoanalisi,
Ed. Giunti, Firenze, 1980
 Equivalgono quindi alla fissazione, nel corso del tempo, di modelli di

comportamento inconsci differenziati che tendono inerzialmente a

ripetersi e, perciò stesso, a consolidarsi aumentando il loro potere

coattivo nei confronti dell'individuo.

 L'inconscio collettivo da cui emerge la coscienza individuale è quindi

al tempo stesso anche il limite all'evoluzione della stessa coscienza

individuale
Mirabail M.: Dizionario dell’esoterismo, Ed.
Mondatori, Milano, 2000

 Gli iniziati, coloro che partecipavano a


questi insegnamenti alternativi avevano
l'obbligo del segreto perché queste
conoscenze in mani sbagliate potevano
causare danni gravissimi.
Ermete Trismegisto
 Il tre volte grande, considerato il padre fondatore del
sapere e scriba degli dèi, per molti collegabile al dio
egizio Toth, inventore dell'alfabeto, depositario di tutte le
Conoscenze.
 Divenuto Ermete per i Greci e Mercurio per i Latini, che
gli attribuivano l'invenzione delle arti e delle scienze,
venne citato come autorità dottrinale anche da alcuni
Padri della Chiesa come Tertulliano e Lattanzio, che lo
definì "perfettamente dotato di ogni sapere”.
Calvesi M., Gabriele M.: Arte e
Alchimia, Ed. Giunti, Firenze, 1986

 Ad Ermete Termegisto si attribuisce il

"Corpus Hermeticum“, collocabile tra il II e il

III sec.d.C., composto da 14 trattati che

vennero diffusi in Europa grazie alla loro

traduzione ad opera di Marsilio Ficino negli

anni 1463-64.
 Chi si somiglia si congiunge, e tra persone dissimili
non può esistere amicizia
 Guardati dalla moltitudine, perché questa non
comprende la virtù di tali discorsi.
 Chiari i riferimenti ad un possibile uso
improprio delle conoscenze occulte
che perciò dovevano rimanere
nascoste ai più.
 Nei secoli l'esoterismo si alterna o si confonde con

altre forme di pensiero.

 Oltre a ciò la necessità di segretezza tipica

dell'insegnamento iniziatico a fatto sì che al giorno

d'oggi si sappia pochissimo del vero esoterismo.


 In realtà l'esoterismo è sempre esistito, conoscendo
andamenti diversi-sviluppi o restrizioni- a seconda
dei momenti storici.
 A fasi improntate alla tolleranza (es. il Rinascimento)
succedettero epoche di repressione, oscurantismo e
fanatismo religioso (la caccia alle streghe).
 Newton si interessò di massoneria
 Ashmole, presidente e fondatore della Royal Society fu
cultore di alchimia.
 Fludd e Yeats si interessarono al Rosacrucianesimo.
 Dopo Jung il contributo più considerevole è stato
quello di Corbin che divulgò il concetto di mundus
immaginalis (un mondo intermedio che si colloca tra la
materia e lo spirito).
 L' esoterismo è basato sull'assioma che il mondo
sensibile non costituisce che una piccola parte della
realtà.
 Il compito delle dottrine esoteriche è sempre stato
quello di ottenere la conoscenza del mondo
soprasensibile.
 Per raggiungere tale scopo non si avvalgono di uno
strumento razionale ma dell'intuizione che Dante
Alighieri chiama " luce intellettual piena d'amore"
Antoine Faivre, René Guenon,
Mircea Eliade, Elémire Zolla
 Per compiere l'indagine esoterica è indispensabile
conquistare la capacità di utilizzare la facoltà intuitiva,
attraverso un lungo tirocinio ed affinamento delle
capacità latenti nell'uomo.
 Alla radice di tutte le cose esiste un'energia, ripartita in
vari ordini e livelli, la cui natura e sostanza devono
essere comprese dall'uomo, in modo che possa
impiegarla.
Mirabail M.: Dizionario dell’esoterismo,
Ed. Mondatori, Milano, 2000

 Chiunque segua la strada esoterica


dev'essere scevro da settarismi e pregiudizi e
favorire i rapporti tra le varie dottrine, per
approfondirne la conoscenza.
 L'esoterismo esula dal contesto mistico, in quanto
l'incontro con la gnosi trasforma qualsiasi fede in
ricerca e si pone al di sopra di qualunque forma di
superstizione o di cieco fideismo.
 Esoterico è ciò che eleva spiritualmente le capacità
interiori dell'individuo, mentre occulto è tutto ciò
che viene ricercato attraverso l'aiuto di forze
estranee all'elevazione spirituale dell'uomo.
AAVV: 365 giorni con la Bibbia, Ed. Paoline, Roma, 2001

 Storicamente, l'esoterismo è sempre stato in


contrasto con il Cristianesimo.
 Eppure nelle parole di Gesù vi è molto
dell’esoterismo primigenio.
 Egli è l'uomo che combatte i rituali vuoti, i mercanti
del sacro e gli sprechi di parole dei pagani.
 E' un Dio che semplifica tutto e che dichiara d'essere
presente ovunque ci siano persone riunite nel suo
nome.
Rudolf Steiner

«La scienza occulta non impone a nessuno


una verità, non proclama nessun dogma;
indica una via.
Chiunque potrebbe trovare questa via da
solo; ma ciò che si acquista con la
disciplina occulta abbrevia il cammino.»
Cabala o Qabballah
 Qabbalah in ebraico vuol dire tradizione, ricezione e la Cabala

può definirsi la mistica tradizionale del popolo ebraico in tutte

le sue forme.

 Specialmente come forma di teosofia esoterica, sintetizzata,

attraverso molti secoli, attorno al Sefer ha-zohar o più

semplicemente Zohar (Libro dello Splendore), che vede la luce

in Provenza e in Spagna nel XIII secolo


 La Qabbalah spagnola medievale, la
forma più importante di mistica ebraica,
era un sistema teosofico che, influenzato
da neoplatonismo e gnosticismo, si
articolava in un linguaggio simbolico che
spiegava la natura del mondo divino e le
sue connessioni occulte con il creato.
 Il sistema era pienamente espresso nello Zohar, scritto tra il
1280 e il 1286 dal cabalista spagnolo Mosé de León, ma
attribuito al rabbino del II secolo Simeon bar Yohai.
 Oltre ogni contemplazione umana esiste Dio quale è in sé,
ovvero un efflusso dinamico di forza inconoscibile:
l'immutabile En Sof (Infinito).
 Gli aspetti o attributi conoscibili attraverso la relazione di Dio
col mondo creato sono le emanazioni dell'EEn Sof, configurate
in dieci sefiroth (regni o piani) e considerate archetipi del
creato la cui comprensione dischiude le dinamiche occulte dei
cosmi e della storia.
 Lo Zohar fornisce un'interpretazione cosmico-
simbolica dell'ebraismo.
 Così interpretata, l'osservazione corretta dei dieci
comandamenti assume un significato cosmico.
 L'aspetto cosmico dello Zohar viene portato alle
estreme conseguenze e reso tuttavia più coerente
nella Qabbalah luriana (dal nome del suo
formulatore, Isaac ben Solomon Luria).
 In questo sistema l'En Sof si contrae in sé al
momento della creazione, lasciando spazio
per il mondo, ma anche per il male: compito
dell'uomo diventa quindi la redenzione
(tiqqun) del mondo e il ricongiungimento con
la divinità.
 Fondamentali sono, a questo scopo, la
preghiera e l'osservanza dei comandamenti.
 La preghiera, per i cabalisti, assume
un’importanza che va al di là della
supplica o dell’inno: essa cioè diviene un
tentativo di provocare le dieci Intelligenze
che stanno a metà strada tra l’uomo e Dio.
 La Qabbalah è un’interrogazione
continua.
 Si pensi che il valore numerico della
parola uomo, in ebraico, è lo stesso
della parola domanda, come a
sottolineare che l’essenza della nostra
condizione risiede nel chiedere, nel
pregare, nel provocare persino.
Burler W.E.: Cabala, Ed. Hermes,
Milano, 1984
 Lo Zōhar ci informa che Adamo, prima di
assaggiare il frutto che lo perderà, aveva
tracciato sul volto le ventidue lettere
dell’alfabeto ebraico: in seguito il loro
ordine, sconvolto, sconvolgerà a sua volta
il suo essere morale.
Burler W.E.: Cabala, Ed. Hermes,
Milano, 1984

 Come gli gnostici e Kierkegaard, i cabalisti credono


in un Dio straniero, di fatto inaccessibile alla mente
umana, una sorta di Infinito (Ēn-Sōf ) che non si
lascia nominare.
 Egli ama le perìfrasi, con le quattro lettere IHWE
(Iawhé, Jeovah), di cui solo gli iniziati sanno l’esatta
pronuncia si può giungere a comprenderlo
Di Stanislao C.: La cabalà,

http://www.agopuntura.org/cineserie/La%20cabala.zip, 2004

 Le Sephirôt sono le sfere o attributi


divini, che possono essere
considerate simboli esoterici a pieno
titolo, in quanto esse non solo
rappresentano il mondo, ma lo
ricreano di continuo attraverso
nuove e a volte inaspettate relazioni.
Simbolo dell’Albero
 L’Adamo celeste e quello terestre sono
alberi con radici, tronco, braccia elevate in
alto e genitali (che implicano una rinascita
incessante).
 Nel simbolo dell’albero l’En-Sof
rappresenta la linfa vitale e le radici,
mentre le Sephirôt i rami
Le 10 Sefirot
 1) KETER, Corona Eccelsa
 2) CHOKHMAH, Sapienza
 3) BINAH, Intelligenza
 4) CHESED, Amore
 5) DÎN, Giustizia (Giudizio severo)
 6) RACHAMÎM, Pietà
 7) NEZACH, Eternità
 8) HÔD, Maestà
 9) JESÔD, Fondamento
 10) MALKÛTH, Regno.
 Solo grazie alla Qabbalah tutto ha una spiegazione
ed ogni antitesi può essere superata e conciliata.
 La vita e la morte, l’anima e il corpo ritornano a una
condizione loro propria, a patto che ci accetti la
verità fondamentale secondo la quale tutto muore
perché tutto vive.
Simboli Cabalistici
 I simboli, essendo intermediari, rivelano e
velano la realtà di ciò che manifestano.
 Secondo la tradizione cabalistica (ma
anche altre tradizioni esoteriche d’oriente
e d’occidente) i numeri possiedono una
realtà magico teurgica che l’uomo
moderno ha dimenticato e che conduce
ad una autentica comprensione.
I Numeri nella Cabala
 Sono moduli armonici e misure che
mettono in relazione il microcosmo (uomo)
con il macrocosmo (universo), e
rispondono a vibrazioni segrete, che
trovano le loro corrispondenze in tutte le
cose.
UNO E DUE

 Il numero uno corrisponde all’unità


aritmetica e al punto sul piano geometrico.
 Il due alla retta e ai suoi punti finali. L’unità
(soggetto) riflettendo se stessa, crea il
binario (oggetto).
Tre
 Il tre unisce soggetto e oggetto nell’atto di
conoscere.
 La trinità è un modulo presente in tutte le
cose, un modello che precede qualunque
manifestazione.
Quattro
 Il numero quattro (ed i suoi multipli) indicano una
prova.
 Dopo il diluvio, la vita dell'uomo fu fissata a 120
anni, cioè 3 volte 40, a dimostrazione che la
prova terrena che porta alla piena maturità ha la
sua perfezione in questa durata.
 Mosè (che visse 120 anni) stette 40 anni in
Egitto, 40 con Jetro, 40 anni nel deserto con il
suo popolo
Cinque e Sei
 Il 5 rappresenta l’uninione fra Cielo e Terra,
ovvero le influenze reciproche di Cielo e
Terra nell’uomo.
 Il 6 rappresenta l'incompiuto. Poiché il 3
rappresenta la perfezione, il 6 ripetuto 3
volte, e cioè il 666, rappresenta il massimo
dell'incompiuto, cioè Satana
Sette-Otto
 Il sette è il perfetto completamento di un ciclo: sette
sono le invocazioni di Abramo, sette e feste di Jeova
che durano ciascuno 7 giorni
 Anche la “perfetta” distruzione dell’anima passa
attraverso il sette (i sette peccati capitali).
 L’8 e l’inizio di un nuovo ciclo, la rinascita, la
crescita continua e costante
Nove-Dieci
 Il 9 assume un valore simbolico che dipende dalle
circostanze, ma, soprattutto, non va dimenticato che
è un multiplo di 3.
 E’ soprattutto legato allo spirito, hai doni dello
spirito: Sara aveva 90 anni quando concepì Isacco
 Il 10 simboleggia l’ordine delle cose.
 I 10 comandamenti contenendo l'1, che rappresenta
l’inizio, seguito da 0, che ha valore numerico nullo,
significa l'inizio della legge.
Universalità della cultura
Cowan K., Dembour M.B., Wilson R.A. (eds.): Culture and Rights. Anthropological

Perspectives, Ed. University Press, Cambridge, 2001

 Una interessante osservazione


condotta da alcuni ricercatori è
quella secondo la quali alcuni
caratteri cinesi hanno assonanze
bibliche e cabalistiche.
 Vi è un linguaggio primordiale
(quindi comune, prima delle lingue
particolari), fatto di suoni e di
segni in contenitori paradigmatici
(cioè semantici), comuni a molte
diverse tradizioni
Creare
 Genesi 2:7
Allora l’Eterno Dio formò
l’uomo dalla polvere della
terra, gli soffiò nelle narici
un alito di vita, e l’uomo
divenne un essere
capace di camminare
Proibire
 Genesi 2:9
Dio il Signore fece
spuntare dal suolo ogni
sorta d’alberi piacevoli a
vedersi e buoni per
nutrirsi, tra i quali l’albero
della vita in mezzo al
giardino e l’albero della
conoscenza del bene e
del male.
Tentare

 Genesi 3:1-5
Il serpente era il più astuto di
tutti gli animali che Dio il
Signore aveva fatti. Esso
disse alla donna il giorno
che ne mangerete, i vostri
occhi si apriranno e sarete
come Dio, avendo la
conoscenza del bene e del
male.
Bonanomi F.: Numerologia, in press.

 La numerologia è considerata la scienza sacra per


eccellenza.
 Sembra che essa sia antica come la scrittura: infatti,
presso tutti i popoli antichi, egiziani, ebrei, greci,
cinesi ed indiani, se ne trovano testimonianze scritte
ed alcuni studiosi ne fanno risalire le origini
addirittura alla leggendaria Atlantide
Bonanomi F.: Numerologia, in press.

 Nelle mani dei capi tribù e degli sciamani di


migliaia di anni fa, sia in oriente che in
occidente, i numeri costituivano di fatto uno
strumento di potere, di cui solo pochi "eletti"
potevano conoscere i segreti più reconditi.
 E così, al pari delle altrettanto preziose tecniche
di guarigione, la loro conoscenza divenne
monopolio dei più potenti ed intraprendenti
membri del clan.
Bonanomi F.: Numerologia, in press.

 Vennero così codificati diversi


segni/simboli ricorrenti il cui significato
mutò con il passare del tempo.
 L'uso e l'interpretazione di questi segni
assunse un aspetto per così dire "mistico",
che andava ben oltre il loro puro e
semplice valore numerico.
Villani P.: Introduzione al Pensiero
Orientale, Ed. Città del Sole, Napoli, 1998

 Sappiamo dallo Zhuangzi che non v’è possibilità


di sapere nulla, poiché non c’è certezza che ciò
che si pensa sia conoscenza o ignoranza, se si
è svegli o dormienti.
 Come non è determinabile se si è in stato di
veglia o di sonno, allo stesso tempo non è
determinabile se le azioni sono compiute
dall’uomo oppure dal Cielo che agisce
nell’uomo.
Villani P.: Introduzione al Pensiero
Orientale, Ed. Città del Sole, Napoli, 1998
 L’uomo vero, che resta saldamente unico, santo
(zhenren) è in completa fusione con il dao e tra lui ed il
Cielo non vi è alcuna demarcazione, perché il suo spirito
è libero ed in unità totale con se stesso e con ogni cosa.
 Lo zhenren ha caratteristiche di infallibilità, inalterate
grazie al fatto di essere la potenza stessa o la virtù (de)
del dao.
 La fusione tra uomo e dao data dalla virtù, divina
potenza spirituale crea un’esperienza detta viaggio dello
spirito, volo mistico, estasi (shen you).
 Ciò che è importante mettere a fuoco sono le chiavi che
ci consentono di cogliere le Leggi Generali, il Modello
Universale che, applicato ad ogni singolo individuo, ci
permette di comprendere la sua essenza.
 La cifra esprime una quantità, il numero ha invece in sé
una essenza intrinseca che esprime una qualità, una
valenza energetica, che è sempre stata la stessa in tutte
le culture sebbene diverse e lontane nel tempo e nello
spazio.
Uno - Due

 Il principio, l’origine, il
Dao, l’inconoscibile, la
potenzialità dell’indistinto,
il caos primordiale
 La dualità della
manifestazione: essere e
non essere, Yin e Yang,
luce e ombra, maschile e
femminile
Tre e Quattro
 Il tre è il numero
dell’esistenza, la
fusione del paterno
celeste e del materno
terrestre che
generano il nuovo
essere.
 Il quattro le condizioni
e le prove della vita
Cinque e Sei
 Il cinque le influeze del cielo (3)
e della terra (2) sull’uomo.
 Il sei le direzioni dello spazio, le
linee che l’uomo può percorrere
nella vita.
 6+4 (64) rappresenta tutte le
possibilità: 64 esagrammi dell’Yi
King, quadrati del Mandala,
caselle della scacchiera
tradizionale
Sette ed Otto
 Il sette è la presa di
coscienza, la
consapevolezza, ma
anche lo spazio interno.
 L’otto la creazione
materiale ed immateriale
in risposta alla spinta del
Cielo
Nove e Dieci

 Il nove è il
completamento del
destino individuale.
 Il dieci la riunione col
principio creatore
Zuanzhi di Chuantzu

 I numeri dell’uomo

sono il 4 ed il 5.

 4 le prove, 5 le virtù
 Ren, l’umanità o capacità per l’essere umano di tener conto
dell’esistenza dell’altro E’ associato al centro sottile del Fegato.
 Li, il senso dei rituali, che comporta Shi, le influenze celesti,
alle quali si fanno offerte. Attraverso Li si regolarizza la
relazione tra l’uomo e il Cielo, i suoi antenati, e gli altri. E’
associato al centro sottile del Cuore.
 Xin, la sincerità, la buona fede, letteralmente l’uomo di parola, è
la capacità di dire la verità senza giri di parole. E’ associata al
centro sottile della Milza.
 Yi, la giustizia, rappresenta etimologicamente la forza
dell’io, sottomessa ai suoi doveri verso l’umanità. E’
simboleggiata da sacrificio di grande valore offerto per la
riconciliazione. E’ una emanazione del centro sottile dei
Polmoni.
 Zhi, la saggezza, che comporta il carattere Zhi sapere,
afferrare ciò che esce dalla bocca, o raggiungere il
proprio scopo parlando, associato a Yue la bocca che
parla. Questa saggezza, o intelligenza, è sua emanazione
del centro sottile dei Reni.
 Sun Simiao chiamava le virtù
sopradescritte “le 5
permanenze” ed affermava che
al Rene vi era la saggezza (i
progetti), nel Cuore i riti (la
perspicacia), nel Fegato la virtù
umana, nel Polmone il senso
del dovere e nella Milza-
Pancreas la fiducia (la santità).
Si incomincia per cantare e si canta er finire….
Potremmo continuare.
G. Ungaretti
Di Stanislao C. (a cura di): Argomenti di medicina. Il Dialogo e in
conrfonto fra culture e modelli, Ed. Fondazione Silone, Roma-L’Aquila,
2005

 La cultura è la necessità inderogabile, propria di ogni uomo, di


crearsi un’immagine intellettuale del mondo circostante nei
suoi più variegati aspetti (fisici, sociali, economici, giuridici,
politici, religiosi, eccetera), nonché un repertorio di idee che gli
consentano di capire il mondo (nel senso del termine latino
capere = prendere, afferrare) e regolare la propria condotta in
esso.
 In tal senso, la cultura è "rappresentazione" del mondo in cui
viviamo
Ciò che ci rimanda ad una emozione
profonda è quello che resta
dell’archetipo in noi.
C.G. Jung

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