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Ghematria

di
Luca Gavazzi
(www.izalmaim.it)

La ghematria si basa sulla matematica. La potremmo definire come “la mistica della
matematica”. Il suo funzionamento è fondato su un principio molto semplice per il
quale ogni lettera dell’alfabeto ebraico possiede un valore numerico :

Questa particolare caratteristica dell'alfabeto ebraico fa sì che ogni parola o frase, se


vengono sommate le lettere che la compongono, possieda un preciso valore
numerico. In questo modo il risultato ottenuto può essere confrontato con altre frasi o
parole aventi lo stesso valore.
Vediamo un esempio relativo ai termini il cui valore numerico è 456:

lzek = 456 =Kotel, muro

cec l z i a= 456 = Bait leDavid, Casa di David (Sal. 30,1)


In ebraico Kotel ha un significato particolare, infatti questa parola si riferisce in
primo luogo al così detto “muro del pianto”, il muro occidentale situato in
Gerusalemme. Questo muro è quanto rimane dell'antico Tempio di Salomone, noto
anche con il poetico nome di “Casa di David”.
La Casa di David fu costruita grazie al “merito dei padri”, i patriarchi, che ottennero
grazia agli occhi di D-o attraverso le loro gesta e i loro atti di fede. Ecco che come
per magia il numero 456 è messo in relazione al primo patriarca e a suo figlio:

wg vi + mdxa`= 456 = Avraham+Itzhaq, Abramo+Isacco


Non è certo un caso che D-o chieda ad Abramo di sacrificare Isacco sul monte Morià,
luogo dove successivamente sarà costruito il Tempio di Gerusalemme. I cabalisti
asseriscono che D-o concesse alle generazioni successive di costruire il Tempio in
virtù del fatto che Abramo accettò la terribile prova a cui D-o lo sottopose.
Dopo i nomi di Abramo e Isacco ecco comparire anche quello di Giacobbe e delle sue
due mogli:

d`l+lg x+awri= 456 = Ia'aqov+Rahel+Leah, Giacobbe+Rahel+Lea

È come se attraverso la tecnica della Ghematria fosse possibile ricostruire la storia del
popolo ebraico, generazione dopo generazione: Abramo, Isacco, Giacobbe, sino alla
costruzione del Tempio di Gerusalemme.
Entriamo ancor più nel particolare: 456 è anche il valore numerico della somma delle
lettere che compongono il secondo comandamento:
“ Lo yhieh lekha elohim aherim”

“Non avrai altri dei” (Deut.5,6)

Il merito di Abramo, Isacco e Giacobbe fu soprattutto quello di non aver avuto altri
dei all'infuori del D-o unico, la cui presenza avrebbe successivamente dimorato nel
Tempio di Gerusalemme. Nel Tempio esisteva una stanza particolare chiamata Santo
dei Santi, che era il luogo dove era custodita l'arca dell'alleanza nella quale erano
depositate le Tavole della Legge. In questa stanza poteva entrare solo il Gran
sacerdote, una volta all'anno, nel giorno dello Yom Kippur. Qui la presenza divina
manifestava il suo volere rivelandosi nello spazio vuoto che rimaneva tra le ali dei
due Cherubini d'oro che sormontavano l'arca santa. Ecco che il valore 456 è messo in
relazione proprio ai due Cherubini:

ae xk+ae xk= 456 = Keruv+Keruv, Cherubino+Cherubino.


Infine, come ultimo valore numerico corrispondente a 456 vogliamo esporre
l'espressione:

me lyl jl = 456 = “Lekha leshalom”, “Vai in pace”


Ecco il senso profondo del percorso dei patriarchi da Abramo a David, passando per
Isacco e Giacobbe: l'andare per la pace, o meglio verso la pace. Il Tempio di
Gerusalemme è stato distrutto nel corso della storia ben due volte; la tradizione
sostiene che il Terzo tempio, che sarà riedificato con l'approssimarsi dell'era
messianica, sarà eterno e diverrà una casa di preghiera per tutte le nazioni, simbolo di
pace e redenzione permanente.
Come possiamo notare da questo esempio la ghematria, attraverso le corrispondenze
numeriche che si instaurano tra differenti vocaboli con lo stesso valore numerico,
offre un notevole strumento di ricerca e approfondimento del testo sacro.

© 2010 Izal-Maim

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