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PREMESSA

Prima di andare ad esplorare un mondo straniero, per essere un grado di comprendere a fondo gli usi e i costumi, è necessario
conoscere almeno parzialmente la lingua che si parla in quel luogo. i significati delle espressioni e dei toni. Altrimenti, si rischia
di limitare la conoscenza a un livello molto superficiale o, nel peggiore dei casi, di fraintendere la realtà con cui si viene a
contatto. Anche la magia può essere considerata come un territorio sconosciuto da esplorare, un vastissimo paese, misterioso
ed affascinante: per visitarlo e comprenderlo occorre prepararsi, munirsi della giusta "attrezzattura". La preparazione in questo
caso deve essere spirituale e intellettuale: occorre aprire l'animo, renderlo disponibile a ricevere e allo stesso tempo
apprendere appieno i significati delle parole "tecniche"della magia, in modo da saperne riconoscere ( e denunciare ) gli usi
impropri. Questo della preparazione è un lavoro lungo e talvolta anche complesso: imparare il rispetto per un mondo, per una
cultura sconosciuta e difficile da conoscere implica lo sforzo di tutto il proprio essere. Non ci si deve mai scoraggiare: con la
buona volontà e la pazienza si può arrivare molto lontano. Il premio è sicuro e supera le più rosee speranze.

Lucia Pavesi

MAGIA BIANCA E NERA

da "magia bianca e nera" di C.W. Leadbeater

La definizione lessicale della parola magia è "uso dei mezzi soprannaturali per produrre risultati preternaturali". In Teosofia
non possiamo essere daccordo con questa definizione, perché riteniamo che nulla sia soprannaturale e che, per quanto
inusuale e strano possa essere qualche fenomeno, esso avviene sempre in obbedienza alle leggi della natura. Riconosciamo
perfettamente che l'uomo conosce sinora ben poco di queste leggi e che conseguentemente molte cose possono accadere che
non può spiegarsi; ma ragionando per analogia o per diretta osservazione, comprendiamo che le leggi sono in se stesse
immutabili e per quanto molte cose siano per noi inspiegabili l'inesplicabilità è dovuta alla nostra ignoranza delle leggi e non a
qualche deroga delle stesse. La nostra conoscenza è molto limitata in molti ruguardi e non cè minimamente da stupirsi se di
tanto in tanto veniamo in contatto con avvenimenti che non comprendiamo. Noi conosciamo soltanto una piccola frazione del
nostro mondo e cioè questa parte inferiore di esso ed anche di questa la nostra conoscenza è in realtà soltanto superficiale e
molto parziale. L'uomo comune è profondamente inconsapevole della sua ignoranza e perciò è sorpreso da qualsiasi
manifestazione che trascenda i limiti della sua limitatissima esperienza. Riguardo a questo problema della magia molte
persone esprimono lo stesso dubbio, come riguardo alla telepatia, alle cure mentali, al mesmerismo, alle apparizioni e allo
spiritismo; essi diranno "esistono tali cose come la magia?". Vi sono sempre stati coloro che negano la possibilità di ogni cosa
che sia all'infuori della loro piccola esperienza. "non abbiamo mai veduto queste cose - essi dicono - di conseguenza coloro che
hanno veduto ciò sono, o pazzi, o canaglie, o illusi". E' inutile sprecare argomenti con persone le cui menti sono ancora
sottosviluppate in una materia come questa, è meglio lasciarle indisturbate nella soddisfazione della loro invincibile ignoranza.
Essi sono nella posizione di quel re africano che si indignò alle sfacciate falsità dei viaggiatori i quali asserivano che in altri
paesi l'acqua talvolta diviene solida. Il ghiaccio era all'infuori della sua esperienza e perciò egli negava la possibilità della sua
esistenza; proprio allo stesso livello mentale sono le persone a cui sembra ignorantemente ridicolo ciò che essi non
comprendono. Se desideriamo tentare di migliorare la definizione data dal vocabolario, dobbiamo definire la magia come
impiego di forze, che ancora non sono riconosciute, per produrre risultati visibili. In moltissima casi la magia consiste nel
controllo di tali forze con la volontà umana. Vi sono persone che negherebbero che qualche forza possa essere controllata dalla
volontà e anche in questo caso è semplicemente evidente quanto poco tali persone conoscano di ciò. L'uomo inesperto e
presuntuoso negherà qualsiasi cosa e tutto; l'uomo invece che ha studiato, ha imparato ad essere più cauto e così alle
asserzioni oziose egli contrappone l'indagine e l'investigazione. L'adozione di quest'ultimo atteggiamento riguardo alla
produzione di risultati fisici delle forze ancora sconosciute dimostrerebbe subito che vi sono molti casi, che possono essere
connessi, con facili rapporti, con fenomeni che sono del tutto comuni e accettati da tutti. Se noi accettiamo per la magia una
definizione come quella suggerita sopra, sorge l'ulteriore domanda: qualè il significato degli aggettivi "bianca e nera"? Questi
aggettivi sono semplicemente sinonimi di bene e di male. Le forze sconosciute della natura, non sono né buone né cattive in sé
stesse, esattamente come le forze conosciute dell'elettricità, del vapore o della polvere da sparo. Tutte queste forze possono
essere impegate per il bene e per il male, secondo l'atteggiamento mentale dell'uomo che le adopera.

LA MAGIA DEL COMANDO

da "magia bianca e nera" di C.W. Leadbeater


Possiamo suddividere il soggetto della magia in due grandi parti a seconda dei metodi che impiega; possiamo caratterizzare
questi come rispettivamente i metodi di "evocazione" e di "invocazione" cioè di comando e di preghiera. Esauriamo la prima.
Benchè possa agire attraverso molti e diversi canali, la forza unica impiegata nella magia di questo primo tipo, è la volontà
umana. Per mezzo di questa volontà, la vitalità e letere nervoso possono essere diretti. Con la magia evocativa tutte le varietà
di essenze elementali possono venire guidate, selezionate e composte in forme semplici o complesse, conforme l'opera che
hanno da svolgere. Con ciò un controllo magnetico perfetto può essere raggiunto su qualunque classe di spiriti di natura ed
anche la volontà degli altri, sia viventi che defunti, può essere dominata in modo che essi divengono praticamente strumenti
nelle mani del mago. Infatti è a mala pena possibile di fissare i limiti del potere della volontà umana e quando è diretta
appropriamente essa ha una portata assai più lontana di quanto luomo comune suppone, ed i risultati raggiunti gli appaiono
sbalorditivi e soprannaturali. Lo studio di questo soggetto ci permette di comprendere quello che sintendeva con la massima
evangelica che se la fede fosse sufficiente potrebbe rimuovere le montagne e lanciarle in mare. Questa espressione orientale
non sembrerà esagerata quando si esaminano i casi indubbi eda utentici di quello che è stato raggiunto da questo meraviglioso
potere. Allo scopo però che questo potente strumento della volontà possa operare effettivamente, il mago deve possedere la
più perfetta certezza. Questa viene ottenuta in vari modi a seconda del tipo di mente al quale il mago appartiene.
Generalmente parlando possiamo dire o classificare i maghi in quattro grandi classi, benchè per una descrizione dettagliata si
dovrebbero prendere in considerazione varie suddivisioni e varietà di questi.

QUATTRO TIPI DI MAGHI

da "magia bianca e nera" di C.W. Leadbeater

Alla prima classe appartiene un tipo di uomo che possiede una così ferrea determinazione e tale completa fiducia in se stesso e
nel suo potere, da dominare la natura con la semplice forza del suo spirito ed ottenere il suo fine unicamente con determinata
insistenza. Egli comprende che la sua volontà è la vera forza motrice e non conosce e non si cura di sapere attraverso quali
agenti intermediari. Egli trascura e può persino ignorare del tutto come questa forza agisca, ma semplicemente sormonta tutti
gli ostacoli, quali essi siano, con la forza bruta e fa sì che quanto egli desidera, per mezzo della sua forza tremenda e della sua
inalterabile convinzione, avvenga. Tali maghi sono pochi, ma essi indubbiamente esistono e se non sono benevolmente
inclinati possono essere estremamente temibili. Essi non necessitano di un metodo per mezzo del quale ottenera la fede; la
possiedono nella loro vera natura. Alla seconda classe appartiene il tipo duomo che raggiunge con la conoscenza la necessaria
sicurezza del soggetto con il quale ha da trattare e della forza che impiega. Un tale può essere chiamato mago scientifico,
poiché ha fatto uno studio preciso del piano fisico, dellastrale e del mentale e conosce tutto sui diversi tipi di essenza
elementale e sulle varie specie di spiriti di natura, sicchè in ogni caso egli è in grado di usare esattamente i mezzi più
appropriati per ottenere il risultato che desidera con il minimo sforzo e poca difficoltà. La sua perfetta familiarità con il
soggetto lo rende perfettamente in grado di usare detti mezzi in ogni possibile emergenza che possa sorgere. Molti di tali
uomini fanno pure uno studio approfondito dei tempi e delle stagioni appropriate, come pure delle forze appropriate; essi
sanno esattamente quale momento sarà il più adatto per produrre un certo risultato e così raggiungono quanto vogliono con il
minor sforzo possibile. Tutto questo problema degli influssi periodici dei tempi e delle stagioni che vanno e vengono è di
estremo interesse, ma questo ci porterebbe troppo lontano dal tema principale del nostro soggetto, poiché significherebbe
riaprire e riesumare l'intero campo dell'astrologia. Per noi è sufficiente per il momento comprendere che vi sono tempi e
condizioni in cui certi sforzi possono più facilmente essere effettuati, sicchè quello che può essere fatto con estrema difficoltà
(o forse non può essere fatto in una sola volta) può essere realizzato con relativa facilità in un altro momento. Questo
ovviamente implica lesistenza di influenze planetarie o di altra specie che agiscono sopra ed entro il nostro mondo; la
conoscenza esauriente di tutte queste cose e delle loro combinazioni naturalmente si rende necessaria per loperatore che
esercita la magia. Un altro tipo di mago ottiene lindispensabile fiducia per assicurarsi lobbedienza ai suoi comandi per mezzo
della fede e della devozione. Egli ha una fede ferrea e ferma nella guida o deità ed è assolutamente certo che allorquando
pronuncia qualche comando in quel nome, devessere istantaneamente obbedito. Non sto parlando semplicemente di risultati
che possono essere prodotti sul piano mentale ed astrale, ma anche di effetti fisici visibili con risultati perfettamente definiti.
Non abbiamo che da leggere la storia ecclesiastica per imbatterci in molti casi di guarigioni veramente meravigliose di malattie
fisiche, che sono state realizzate proprio per mezzo di sforzi determinati dalla fede come quelli ai quali mi riferisco. Le
autentiche guarigioni di Lourdes in Francia ed a Knock in Irlanda indubbiamente dimostrano che una grande parte delle
malattie, anche di tipo puramente fisico, cedono dinanzi alla fede. Chiunque ha in questo modo ottenuto sufficiente sicurezza
troverà la sua volontà fortificata e sarà in grado di produrre i risultati più inaspettati. Si dovrebbe ricordare che è la volontà
che apporta tale soddisfacente risultato, non lintervento di un Grande Essere nel cui nome si parla. E' l'intensa fede che
conferisce il potere, ma in chi od in che cosa si ha fede conta poco. La grande personalità il cui nome viene invocato può anche
non essere conscia della circostanza; però se egli la conoscesse ed interferisse in qualche modo è certo che ciò sarebbe dovuto
più allo sforzo della fede e della volontà del suo seguace, che ad uno sforzo speciale del suo potere. Infine unaltra classe di
maghi è formata da coloro che credono nellefficacia di certe cerimonie oppure di certe formule. Per essi queste formule in loro
possesso o cerimonie sono indubbiamente efficaci ma il più delle volte non è perché abbiamo qualche virtù inerente al
cerimoniale, bensì per la completa fiducia e certezza del mago nel risultato che deve inevitabilmente seguire quando impiega.
Se leggiamo qualche racconto degli alchimisti medioevali, vediamo che essi erano a conoscenza di molte di tali cerimonie e che
la maggioranza di essisi sarebbero considerati incapaci di ottenere i risultati senza essere nelle circostanze alle quali erano
abituati. Indossavano certi tipi di abiti, usavano certe figure cabalistiche, agitavano intorno alle loro teste spade magnetizzate
per certi scopi, bruciavano certe droghe ed espergevano certe essenze. E vero che alcune di queste cose ha una certa potenza
sua propria, ma nella maggior parte dei casi il risultato è dovuto alla fiducia dellesecutore che così rafforza la sua volontà per il
raggiungimento dello scopo richiesto. Era stato detto a costoro dai loro Maestri e dalle scritture, che tutti questi accessori sono
efficaci e che usandoli sarebbero riusciti nel loro intento. L'uomo lasciato a sé può vacillare, sentirsi spaventato, ma con le
vestimento appropriate, i segni e le formule e le armi, si sente così sicuro del successo che prosegue direttamente senza
esitazione verso il suo scopo.
TALISMANI

da "magia bianca e nera" di C.W. Leadbeater

Quanto premesso ci porta ad esaminare la potenza dei talismani. Costituisce una credenza universale che una gemma o quasi
ogni oggetto possa essere mesmericamente caricato con buone o cattive influenze e benchè questidea venga considerata ai
giorni nostri come una semplice superstizione, tutta via è un fatto indubbio che una certa forza può rimanervi per un lungo
periodo di tempo. Un uomo può certamente riversare il suo magnetismo in un oggetto, in modo che questo irradierà una
vibrazione, precisamente come la luce irradia dal sole. Naturalmente linfluenza riversata su un tale oggetto può essere sia
buona che cattiva, di aiuto o di danno. In molti casi tale azione magnetica assomiglia ad un cordiale, cioè ad uno stimolante, in
altri casi è disposta in modo da calmare e tranquillizzare sicchè chi lo usa possa vincere timori ed agitazioni. Un simile
talismano può essere magnetizzato per esempio con lo speciale proposito di rinvigorire una persona affinchè possa resistere a
certe tentazioni, quella per esempio della sensualità; e non vi è dubbio alcuno che quando è appropriamente caricato ha
uninfluenza molto potente nella direzione voluta. Il valore delle reliquie consiste nell'irridazione di un'influenza benefica e
appunto questa constatazione diede origine alla loro venerazione tanto diffusa e alla credenza della loro efficiacia. Ognuno di
noi ha la sua speciale frequenza di vibrazione mentale ed astrale; ogni oggetto che è stato a lungo in contatto con noi resta
permeato di quella speciale vibrazione che diffonde a sua volta o comunica, con concentrata energia, ad ogni corpo. Ogni cosa
pertanto che è stata in contatto diretto con qualche grande Santo o qualche persona devota in modo particolare, reca con sé il
proprio magnetismo individuale e naturalmente tenderà a riprodurre nelluomo e nella donna ch ela porterà un po del
sentimento di colui da cui proviene. Non dobbiamo però dimenticare che in molti casi la fede di colui che porta il talismano
entra pure in gioco e contribuisce a realizzare leffetto. Se una persona viene convinta da qualcuno nel quale essa ha completa
fiducia, che un talismano produrra indubbiamente un certo risultato, avverrà che a causa del suo fermo convincimento di quel
risultato, tenderà a realizzarlo. Tuttavia un talismano può produrre un effetto anche a coloro che ne ignorano la presenza.
Quando sono caricati da un mesmerista veramente potente certi oggetti conservano il magnetismo per un lunghissimo periodo
di tempo.

INCANTESIMI O MANTRAM

da "magia bianca e nera" di C.W. Leadbeater

Un altro aspetto del soggetto è quello connesso con gli incantesi o "mantram". Ci sono certe parole o frasi per mezzo delle
quali si suppone vengono raggiunti determinati risultati. Anche qui, come nel caso dei talismani, certi effetti vengono
indubbiamente talvolta raggiunti e come per i talismani questo risultato può essere prodotto in due modi ed entrambi
contribuiscono al successo. Nella maggior parte dei casi la formula non fa altro che rafforzare la volontà della persona che la
usa ed impressionare la mente del soggetto con il risultato che si desidera ottenere. La forte fede dell'operatore che la sua
formula può produrre leffetto e la credenza del soggetto che tale effetto si produrrà, sono frequentemente sufficienti allo
scopo. Si potrebbe tuttavia concludere che vi sia un tipo più raro di "mantram" nel quale il suono stesso produce un effetto
ben definito. In questi mantram ogni suono mette in moto una certa vibrazione ed unordinata successione di tali vibrazioni, in
accordo con uno schema preordinato, permette di evocare precisi sentimenti, emozioni o pensieri dell'uomo. Molti dei
"mantram" sanscriti, usati in India, sono di questo genere. E ovvio che in questo caso l'incantesimo è intraducibile, perché
devessere usato nel linguaggio originale e devessere correttamente pronunciato da chi sa come devessere pronunciato. Daltro
canto non è necessario al successo di tale "mantram" che la persona che lo usa comprenda il significato intelleggibile. Casi, nei
quali esistono successioni di parole non intelleggibili, si trovano in qualche scritto Gnostico. Non si deve mai dimenticare che in
qualunque modo si compiano le opere magiche, con qualsiasi mezzo si ottenga la fiducia, le forze al comando del mago
possono essere impiegate tanto per il bene quanto per il male secondo la sottintesa intenzione. Abbiamo trattato
principalmente della parte piacevole del soggetto, trattando in prevalenza casi nei quali la volontà delloperatore era impiegata
allo scopo di aiutare, ma vi sono stati e vi sono ancora casi di malvagità ed è importante per noi comprendere ciò, per il fatto
che tale volontà può essere spesso involontariamente esercitata. Questo problema appartiene all'applicazione pratica della
magia.

INVOCAZIONI MAGICHE

da "magia bianca e nera" di C.W. Leadbeater


Consideriamo ora il secondo tipo di magia quella che opera per mezzo dellinvocazione, che non comanda, ma persuade. Si
noterà subito che questo tipo ha a sua disposizione monori risorse degli altri descritti sopra. In questa magia il supplicante non
fa nulla; egli semplicemente prega o incarica qualcun altro di fare qualcosa per lui. La forma pensiero non è pertanto al suo
comando e neppure lo sono le varie forme e forze come la pressione eterica o luso della essenza elementale. Egli si limita ad
ottenere i servizi di determinate entità viventi siano umane o subumane. Sforzi in questa direzione sono fatti molto più
comunemente che non si possa a prima vista supporre; quando un uomo tenta di produrre un risultato per ottenere qualcosa
per sé stesso, oppure per modificare fatti o condizioni per mezzo di qualche agente esterno del piano fisico, egli in realtà usa la
magia invocatoria, benchè questo non venga neppur supposto. Gran parte delle comuni preghiere per scopi egoistici è in realtà
un esempio di ciò. La parola "preghiera" è derivata dal sanscrito "prahna", nel latino "precor" ed è connessa con il germanico
"fragen"; sicchè il suo significato originale è soltanto quello della richiesta. Molto spesso le persone applicano il nome di
preghiera a quello che è in realtà invece meditazione o culto. La preghiera più comune però per scopo il raggiungimento di fatti
materiali e certamente è un tentativo di attrarre uninfluenza dai piani elevati per produrre risultati tangibili e quindi
evidentemente rientra nella nostra definizione di magia. Quest'idea di appellarsi alle forze ed influenze estranee può essere
usata sia per scopi buoni che malvagi e troviamo che molti sforzi sono fatti in questo modo per invocare dallalto qualche aiuto
per lanima. Un più efficace esempio forse si può trovare nella vita di Brahma. L'intera sua vita è una preghiera perché ad
ognuno dei suoi atti, anche il più piccolo, viene attribuita una speciale forma di cerimonia. Simile benchè più eleborato e
dettagliato, è talvolta il cerimoniale in uso in certi conventi cattolici, dove il novizio viene istruito a pregare in ogni momento
della giornata: quando mangia, che la sua anima possa essere nutrita con il pane della vita; ogni qualvolta si lava le mani
esprime laspirazione che la sua anima possa divenire pura; quando entra in una chiesa prega che lintera sua vita possa essere
un lungo servizio; ogni qualvolta egli semina un seme pensa che questo seme sia la parola di Dio, che devessere seminata in
primo luogo nel suo cuore allo scopo che a sua volta egli possa seminarlo nel cuore degli altri e così via, La Vita di Brahma è
precisamente simile eccetto che la sua devozione è su più larga scala ed ha dettagli molto più complessi. Nessuno può debitare
che colui, il quale onestamente obbedisce a tutte queste direttive, ne deve venir costantemente e profondamente influenzato.
Osserveremo che, quantunque l'invocazione magica sia molto più limitata nel suo campo dazione di quella del comando, non
pertanto essa ha parecchie classi di entità a cui il suo appello può essere rivolto. Tale mago può chiedere aiuto per esempio
agli spiriti di natura, agli angeli od ai defunti. Noi sappiamo come frequentemente e prontamente i nostri amici Cattolici
Romani invocano laiuto degli angeli custodi perché credono che essi siano sempre accanto a loro. Questo è indubbiamente uno
sforzo di invocazione magica ed in molti casi si può ottenere una risposta precisa e ad ogni modo qualche risultato viene
prodotto dalla fiducia che l'uomo ha nellefficacia della sua supplica.

INVOCAZIONI MALIGNE

da "magia bianca e nera" di C.W. Leadbeater

Vi è il lato buono di tale magia, ma vi è anche un lato veramente malvagio, come si riscontra nelle cerimonie dei Voodoo o dei
negri Obeah. In queste cerimonie i maghi tentano di invocare aiuto dallesterno allo scopo di operare il male sul piano fisico; ed
è fuor di dubbio che essi talvolta ottengono un considerevole successo nei loro nefasti sforzi. La stessa cosa può
occasionalmente essere veduta in India, più specialmente fra le tribù delle montagne, dove degli dei tribali vengono adorati e
molto frequentemente ladorazione assume la forma di sacrifici propiziatori e, di rimando, la deità tribalica produce dei risultati
sul piano fisico. Leggiamo per esempio di villaggi nei quali tutto andava bene sino a quando la deità del villaggio riceveva le
sue offerte usuali, ma dal momento che questi pasti regolari divenivano irregolari si manifestavano perturbazioni in un modo o
in un altro. Fuochi spontanei scoppiavano nelle varie capanne del villaggio non appena cessavano di curare la loro deità
tribalica nel modo usuale. In tali casi è indubbio che unentità che godeva del culto tributatogli provava piacere e profitto dei
sacrifici che le erano offerti. E noto che tali sacrifici sono di solito di due specie: sacrificio di qualche creatura vivente della
quale viene versato il sangue, oppure cibo di qualche specie, prferibilmente carne fresca bruciata, i fumi della quale possono
spandersi. Ciò implica che la tribalica deità è di un grado molto basso perché possiede un veicolo nella parte eterica del piano
fisico, attraverso il quale può assorbire questi fumi fisici o trarne particolare nutrimento od unesperienza piacevole
prendendone parte. Si può prendere come una regola assolutamente certa che ogni deità, sotto qualsiasi nome possa
mascherarsi che pretenda sacrifici di sangue o sacrifici di cose bruciate è soltanto uno spirito di natura molto basso; soltanto
tali entità possono provare piacere in queste abominazioni. Si ricorderà che nei primi tempi della religione ebraica orribili
olocausti di tale natura venivano frequentemente offerti, ma avvicinandosi al livello presente, la razza ebraica ha preso il suo
posto nella civiltà, e tali sacrifici sono naturalmente cessati. Non è certamente necessario insistere sul fatto ovvio che nessun
essere evoluto, deva o angelo, possa solo per un momento richiedere o consentire di ricevere qualche forma di offerta che
comprenda la morte o la sofferenza di qualche creatura. Nessuna deità benefica si è giammai dilettata e contaminata con
lodore dei fumi del sangue; le religioni del tipo più elevato hanno costantemente impeito tali orrori.

MAGIA NERA

da "magia bianca e nera" di C.W. Leadbeater

Tale aspetto negativo della magia di solito viene chiamato "magia nera" ed il suo scopo è interamente egoistico. Vi sono molti
casi nei quali non è così, vale a dire che il suo scopo non è di fare il male per amore del male, ma semplicemente per ottenere
il possesso dei poteri e tutto quello che il mago possa desiderare sul momento. Molte delle stregonerie primitive delle tribù
sono di tale natura e non vi è dubbio alcuno che una certa misura di successo frequentemente risponde agli sforzi del mago.
Ho veduto esempi di ciò: una volta mi presi il disturbo di apprendere un elaborato rituale di questa specie, che se posto in
pratica, apporta i servizi di un'entità e procura allo scongiuratore tutto quello che richiede. Non soltanto può fornire ricchezze
illimitate, ma anche esaudire tutti i desideri relativamente ai proprio amici e nemici. Da quanto mi consta confrontando con gli
altri sistemi degli scongiuratori, queste forme possono certamente fare anche del bene entro vasti limiti, ma le condizioni
richieste sono tali da esser del tutto inaccettabili da ogni persona di retto pensare. Il rituale è facile da eseguire, ma laccordo
con l'entità deve essere cementato con il sangue umano all'inizio e in seguito con la fornitura regolare di carne, con il sacrificio
di forme inferiori di vita. Tali magie esistono in molte parti del mondo più di quanto non sia usualmente sospettato. D'altro
canto anche senza gli orrori del tipo citato vi sono molte altre forme di magia.

MAGIA SPICCIOLA

da "magia bianca e nera" di C.W. Leadbeater

Non è insolito trovare in Oriente uomini, che hanno ereditato dai loro antenati i servigi di qualche entità non umana, la quale
in corrispettivo di uninsignificante quantità di cibo produce occasionalmente piccoli fenomeni di varia specie per la persona alla
quale è in special modo attaccata; quasi invariabimente lassociato umano in questo legame è obbligato a non dire ad alcuno il
nome e a non fare la descrizione del suo invisibile collaboratore; ed è abbastanza strano che in un gran numero di casi è
prevista la condizione che nessun importo di denaro può essere ottenuto con laiuto del collaboratore od accettato per qualche
esibizione dei suoi poteri peculiari. Ricordo, per esempio, quando ero in Oriente, di un uomo che possedeva un tale associato.
In questo caso lentità dimostrava i suoi poteri portando al suo associato umano qualche oggetto che gli veniva indicato, allo
stesso modo come avviene frequentemente nelle sedute spiritiche. Fortunatamente una delle condizioni che faceva parte del
loro accordo era che lassociato invisibile giammai sarebbe stato richiesto di portare qualche cosa che non fosse di proprietà del
suo amico sul piano fisico, altrimenti ne sarebbe risultato un sistema di ruberia e sarebbe stato assolutamente impossibile
rintracciare o punire i ladri. Ogni abile giocoliere europeo può produrre risultati della specie più meravigliosa con i metodi che
sono interamente inesplicabili ai non addestrati; tuttavia vi sono certi limiti ben definiti in cui ciò può essere fatto e per la
produzione di questi fenomeni i giocolieri occidentali necessitano di una considerevole quantità di accorgimenti e spesso anche
una particolare disposizione da parte degli spettatori. Il giocoliere orientale opera in condizioni diverse e le sue
rappresentazioni avvengono di solito all'aria aperta, sul lastrico di un cortile, in mezzo ad una folla eccitata che lo pressa da
ogni parte. Si comprende che in tali circostanze molte delle risorse dei suoi competitori europei non gli sono accessibili. Non vi
è dubbio che molti hanno udito del celebre gioco del mago; in questo caso la pianta cresce, o sembra crescere, da un seme
davanti agli occhi degli spettatori e persino produce frutti... Ora, alcuni di questi fatti sono manifestamente impossibili ed
indagando profondamente sul problema troviamo che i fenomeni descritti vengono prodotti per mezzo di quella che
comunemente viene chiamata "fascinazione" una specie di potere del nesmerismo senza gli usuali preliminari, cioè i passi
magnetici o "trance". In questo modo vengono effettuati codesti fenomeni, sicchè non dobbiamo considerarli sotto il titolo di
"magia invocatoria", benchè sia possibile, in alcuni di questi casi, che il potere della fascinazione venga esercitato non dallo
scongiuratore stesso, ma dallassociato invisibile, che ha al suo comando le varie risorse del piano astrale. Molti fenomeni su
scala inferiore, ma minori di quelli sopra descritti sembrano tuttavia essere eseguiti direttamente dal collaboratore astrale. Un
altri strano caso dell'impiego di questa magia tradizionale da parte di un uomo completamente ineducato e del tutto ignorante
dei metodi con i quali operava, venne a mia conoscenza alcuni anni più tardi. Ciò accadde quando ebbi una grave ferita alla
quale sangue sgorgava a fiotti. Un conducente di passaggio affrettatamente prese una foglia di un arbusto a lato della strada,
la applicò per un momento sulla ferita bisbigliando una mezza dozzina di parole; istantaneamente il flusso di sangue cessò.
Naturalmente chiesi all'uomo come aveva potuto fare ciò ma egli non fu in grado di dare una spiegazione soddisfacente. Tutto
quanto potè dire fu questo incantesimo (che gli era stato proibito di rivelare) era stato trasmesso nella sua famiglia per diverse
generazioni ed egli credeva che vi fosse uno spirito di qualche specie, che richiamato dalle sue parole aveva prodotto il
risultato richiesto. In nessuno dei casi che vi ho descritto vi era qualcosa di particolarmente malvagio ed egoistico nella magia
impiegata, ma temo che vi siano molti casi nei quali lopera fatta in tal modo è assai meno innocente. Molte delle storie di
streghe del medioevo e gli strani racconti di supposti patti con il Diavolo furono praticamente esempi dellarte nera su scala più
bassa. Tutto ciò può essere riscontrato in certi parte del mondo ancora ai giorni nostri ed i sapientoni che ripudiano tutti i
racconti di tali fatti come fantasi e superstizioni, parlano di cose che in definitiva non hanno compreso minimamente. Non cè
bisogno di essere allarmati riguardo a tali manifestazioni, oppure di temere che si possa essere danneggiati in questo modo da
coloro nella cui inamicizia si sia incorsi. Non dubito che i risultati vengano prodotto, per esempio, con gli incantesimi Voodoo o
degli Obeah fra i negri, ma molto.

MAGIA E CULTURA

da "La Magia" di Massimo Centini

La magia ha svolto un ruolo importante nella cultura, proponendosi come un complesso di pratiche rituali "altre", strutturate
secondo un linguaggio sincrestico fatto di esperienze e simboli provenienti da ambiti anche molto diversi. L'emperismo che
scaturiva dallosservazione e dallesperienza, forte del suo illimitato universo simbolico, di fatto era la struttura portante di un
meccanismo arcaico, in continua lotta con gli influssi negativi e con i condizionamenti mitici. I primi antropologi si
domandavano se "l'ideologia magica fosse una tappa dell'evoluzione del pensiero o piuttosto una dimensione universale di
esso, se prefigurasse la scienza o non fosse piuttosto un procedere alternativo rispetto alla razionalità o addirittura una
patologia mentale" (C.Gatto Trocchi, 1994). In ogni caso, non si è ancora giunti a una definizione completa e chiara della
magia. Si potrebbe affermare che la magia è la capacità di dominare e stumentalizzare, secondo un progetto spesso anomaloe
vincolato a tutta una serie di rituali e di formule in gran parte sconosciute ai non adepti. In sostanza, allorigine della magia vi
sarebbe il concetto di potere, "di cui la forza del mago, quella del rito, quella dello spirito, sono soltanto espressioni diverse"
(M.Mauss, 1965). Inoltre, il pensiero magico si contrappone al pensiero pragmatico, in quanto basa la conoscenza
sullintuizione e si serve del ragionamento analogico. L'indagine etnografica, in particolare quella britannica guidata dal
Malinowski, ha individuato nella magia "un sistema che offre la soluzione dei conflitti che scaturiscono dall'impotenza umana di
affrontare tutti i rischi con il solo ausilio della conoscenza e dell'abilità tecnica" (B.Malinowski, 1973). Davanti ai grandi misteri
irrisolti dell'esistenza, alle angosce che tormentano il nostro cammino di uomini incapaci di risolvere ogni cosa con lausilio della
ragione, la magia si pone come la strada "altra", come un modo per intervenire nella realtà naturale cercando di orientarla
secondo il proprio interesse. Infatti la magia, come la stregoneria e il maleficio, "si riscontra solo dove è possibile rilevare,
nell'esistenza dei singoli, stress e frustrazioni; e cioè dove, in altri termini, vi è una qualche tensione, attuale o potenziale che
sia, fra la gente" (J.D.Krige, 1971). Per una prima riflessione sul tema possiamo rivolgerci alle tesi di Frazer che, se pur
datate, costituiscono una piattaforma di base per avvicinarsi allo studio razionale della magia. Appoggiandosi a una visione
empirica dei fatti della natura, Frazer individua nella magia due assunti fondamentali: - il simile produce il simile; - l'effetto ha
strette somiglianze con le cause. Il primo principio si avvale della consapevolezza che imitando una certa azione si ottenga
effettivamente quanto simulato. Il secondo, invece, parte dal presupposto che operando unazione magica su un'effigie o un
oggetto si ottenga lidentico effetto sulla vittima del rito. "L'applicazione più familiare del principio che il simile produce il simile
è forse il tentativo che è stato fatto in molte epoche da molti popoli di danneggiare o distruggere un nemico, danneggiando o
distruggendo una sua immagine, nella credenza che luomo debba soffire come soffre l'immagine e che, quando questa sia
distrutta, egli debba morire" (J.Frazer, 1950). A una più attenta valutazione, le forme magiche basate sul principio frazeriano
possono essere suddivise in magia aggressiva e magia difensiva. In entrambi i casi, le forme simboliche hanno il ruolo di
variare uno status: la prima altera un equilibrio, la seconda cerca di ripristinarlo. Generalmente si tende a differenziare la
magia, raggruppandola in tre tipi di applicazione:

- Magia nera (pratiche dirette a produrre malefici);

- Magia bianca (pratiche per combattere la magia nera, o per ristabilire un equilibrio iniziale, per esempio la salute);

- Magia "economica", destinata a garantire il dominio sulla natura, non necessariamente orientata verso il maleficio.

Le teorie del Frazer, se pur riviste dagli studi recenti, offrono alcune interessanti indicazioni per la nostra indagine. Secondo lo
studioso inglese, la magia si suddivide in due grandi classi, quella omeopatica e quella contagiosa.

- Omeopatica (il simile produce il simile)

- Contagiosa (gli oggetti venuti in contatto mantengono un legame soprannaturale)

Come si evince da questa schematica descrizione, entrambe le forme di magia possono rientrare all'interno del vasto e
articolato complesso costruito dalla terapia magica. Il primo caso, per esempio, è relativo a quelle pratiche magiche-
terapeutiche in cui è prevista l'assimilazione di un prodotto accostabile a un oggetto che riconduce direttamente alla malattia
da curare. La medicina omeopatica si basa sul concetto che le forme morbose vadano curate con la somministrazione a dosi
infinitesimali di sostanze che, somministrate a persone sane, provocherebbero una sintomatologia analoga a quella
considerata. Nel caso della magia contagiosa, si parte dal presupposto che, operando su alcuni elementi appartenuti a un
corpo, si possa intervenire, positivamente o negativamente, su quel corpo. Per Frazer, quindi, da un punto di vista teorico la
magia rappresenta l'espressione del pensiero umano primitivo, che tenta con i propri mezzi di fornire una spiegazione
"scientifica", o comunque coerente, dei fenomeni naturali.

LA PRATICA MAGICA

da "La Magia" di Massimo Centini

Nella pratica magica è sempre necessario un celebrante, genericamente definito mago, che determina un cambiamento di
status operando con metodi i quali, pur avendo una base a livello naturale, sono diretti ad attivare forze soprannaturali. Il
termine "mago" è però assai generico e presenta uno spazio semantico molto ampio: con tale nome, infatti, si identificano
persone diverse, con specializzazioni molto variabili. Di fatto vi è una notevole differenza tra uno sciamano tunguso e un mago
che opera nella cultura occidentale, magari davanti alle telecamere. Va da sé, quindi, che ogni fenomeno debba essere
analizzato nel contesto specifico in cui il mago organizza la sua pratica. In genere, cercando di valutare la struttura dellazione
magica, isolare elementi caratteristici, generalizzati e ricorrenti:

- strumento catalizzatore;

- rituale; - formula;

- contesto culturale favorevole all'affermazione delle credenze;


- forte condizionabilità dei soggetti coinvolti;

- relativa estraneità alla religione;

- limitate conoscenze scientifiche.

Il rito magico, agendo direttamente e senza bisogno di un riferimento a un'entità soprannaturale, si pone in un ambito privo di
parametri fissi, necessari alla razionalità quando essa tenta di stabilire le regole dellesperienza quotidiana. Nel mito si opera
attraverso immagini e ricostruzioni mentali, nel rito con oggetti, parole e manipolazioni. "Il rito può includere enunciati verbali
(formule, invocazioni, canti), così come può non includerli; tuttavia anche quando è muto utilizza, applicandolo agli oggetti, il
medesimo meccanismo combinatorio del linguaggio. Se nella comunicazione verbale il senso non risiede nei singoli fonemi ma
nella loro combinazione, così nel rito il messaggio non è trasmesso dagli oggetti che vengono manipolati, ma
dallorganizzazione interna della configurazione simbolica di cui fanno parte. In sostanza il rito costituirebbe un processo di
categorizzazione non verbale della realtà, destinato a immagazzinare e trasmettere informazioni complesse" (E.Scarduelli,
1994). Secondo Evans-Pritchard la magia scaturirebbe da uno stato di tensione: "quando l'uomo è travolto dall'odio o
dall'amore o da altri sentimenti, quando non può trovare alcun altro rimedio", ricorre alla magia, che di fatto sarebbe
unattività simbolica di "carattere sostitutivo di una funzione catartica e strimolante" (Evans-Pritchard, 1971). La precarietà del
sistema esistenziale è quindi il motivo dominante posto alla base della scelta magica, una scelta che a livello popolare è
sempre stata caratterizzata da un'amalgama tra empirismo, mito e religione. Questo alimenta la volontà, insita nell'uomo, di
infrangere le regole prestabilite da un ordine superiore e invalicabile. Infatti, il senso della magia non deve il suo
consolidamento solo agli archetipi e alle memorie rituali più antiche, ma anche alle incertezze dei contesti storici che
favoriscono l'affermazione della ritualità. La magia finisce così per essere una sorta di reazione allumano terrore della storia.
Essa, con le sue forme simboliche che evocano situazioni arcaiche, mette in scena la ripetizione dellatto cosmogonico e la
rigenerazione periodica del tempo primigenio. Inoltre il sapere magico, fatto di un proprio specifico corpus di credenze e di
miti, ha sempre dimostrato una certa impermeabilità alle trasformazioni sociali. Anzi, questo patrimonio di sapienza naturale è
diventato punto di forza allinterno delle culture emarginate, nella loro lotta contro i poteri dominanti.

LA FORZA DEI POTERI SOPRANNATURALI

da "La Magia" di Massimo Centini

Da un lato abbiamo l'uomo religioso, che con la sua adorazione si sottopone alla divinità; dall'altro il mago, che forza i poteri
soprannaturali, cercando di raggiungere quanto desidera e abbattere quanto teme. La magia, scontrandosi con i grandi
monoteismi, subisce unulteriore evoluzione. Infatti, "la religione non è nata dallevolversi della magia primitiva; al contrario, la
magia deriva dalla religione che, guastandosi a contatto con la fragilità umana, scade nella cosidetta magia bianca, a poco a
poco perde la sua purezza e, attraverso varie sfumature, si trasforma nella magia nera, che in greco era detta goetheia, dal
sinistro suono della recitazione delle formule magiche" (A.A.Barb, 1975). Secondo Mauss, la magia avrebbe unorigine molto
simile a quella della religione, ma, a differenza di questa, il suo orientamento è prevalentemente pratico e basato su principi
tecnici. In questa prospettiva, in un certo senso la magia si può anche considerare unantenata del sapere scientifico, se pur
condizionata da un profondo rapporto con il mito. "La magia non ha alcuna affinità con la scienza perché non è guidata
dall'esperienza (...) il mago è ossessionato dal desiderio di ottenere un certo risultato, perciò l'elemento determinante, nella
magia, è il fattore emotivo: paura, angoscia, ira, possessione" (B.Malinowski, 1973). Generalizzando, appare evidente che i
procedimenti magici riescono ad affermarsi maggiormente in realtà in cui lesistenza quotidiana è trafitta da incertezze e
calamità non risolvibili con le ragioni della scienza, o con la fede. La magia rapprensenta il tentativo di contrastare l'imprevisto,
gli ostacoli che frustrano l'impegno dell'uomo diretto al raggiungimento di uno specifico risultato. Le nostre capacità e le nostre
conoscenze "hanno dei limiti oltre i quali gli sforzi pratici fondati razionalmente non valgono nulla; tuttavia gli uomini si
ribellano all'inazione, pur rendendosi conto della propria impotenza". Per questa ragione quindi "la magia non è presente solo
tra i primitivi, bensì fiorisce anche nelle società moderne, ovunque vi sia pericolo ed incertezza, ovunque la sorte o il caso
abbiano una parte predominante" (B.Malinowski, 1970).

IL PENSIERO MAGICO

da "La Magia" di Massimo Centini

L'attività magica, forzando la realtà, propone una reazione all'angoscia determinata dal "rischio di non esserci", che
corrisponde, in certe situazioni di crisi, all'annullamento della personalità. Il tracciato simbolico del rituale magico assume i toni
del dramma che si svolge nelle fasi critiche dell'esistenza, quando l'ordine abituale si incrina, o in casi di emergenza fisica e
psichica; è in questi casi che lIo ingaggia la lotta contro la minaccia di perdersi e ottiene il proprio riscatto. "Infatti il semplice
crollo della presenza, lo scatenarsi di impulsi incontrollati, rapprensentano solo uno dei due poli del dramma magico; l'altro
polo è costituito dal momento del riscatto della presenza che vuole esserci nel mondo" (E.De Martino, 1973). Il crollo della
presenza alimenterebbe allora la ricerca di strumenti in grado di permettere la riacquisizione di uno status perduto,
determinando unopportunità per riscattarsi dal "rischio di non esserci". Questa tensione non si presenta solo nei gruppi arcaici,
ma va considerata un segno caratteristico di tutte le società in crisi. In effetti, "tutto il materiale etnologico portato da De
Martino, materiale che conferma la generalità della crisi della presenza, proviene da società che si trovano in una certa fase
storica generale, o non è proprio di società a un tempo arcaiche e in crisi?" (F. Alberoni, 1968). Studiando la magia applicata
ai più diversi aspetti della cultura, ci si rende conto che una valutazione approfondita non ha per oggetto solo i poteri della
magia in sé, ma pone in discussione il nostro stesso concetto di realtà. In sostanza lindagine coinvolge non solo laspetto del
giudizio (i poteri magici), ma anche la stessa categoria giudicante (il concetto di realtà). La magia può esistere quindi solo in
quelle società che hanno bisogno di creare una materia in qualche modo coagulante, che connette e soddisfa esigenze
collettive altrimenti insoddisfatte. Mentre nelle culture tradizionali latteggiamento magico è più evidente, poiché il rapporto con
la sfera della sacralità è molto affermato, nella società moderna, investita da una progressiva desacralizzazione, si impone
unemarginazione non solo del sapere magico, ma anche della tradizione spirituale più atavica. Queste forme culturali, che
fanno parte della tradizione più antica, sono quindi destinate a sopravvivere in forma degradata, nella cultura "altra" e
folklorica, in certi casi del tutto prive della loro originaria valenza rituale. Abbiamo visto che in genere la magia parte dal
presupposto che operando su simboli sia possibile agire su quanto quei simboli rappresentano, secondo il principio che "ogni
essere ha tanto un'esistenza invisibile quanto una visibile". Secondo Lèvy-Brhul, la magia opera simbolicamente secondo il
principio del "come se", tipico della tendenza a considerare la realtà come uno schema prefigurato, attraverso io quale il
presente parteciperebbe in qualche modo alla formazione dell'avvenire. Per l'operatore di magia "il suo bene è altrettanto
buono quanto il nostro, il suo male è cattivo quanto il nostro. Solo le forme sono diverse, ma la funzione etica è la stessa"
(C.G.Jung, 1942). Cambiano le premesse, ma la funzione psichica contrassegnante l'approccio al soprannaturale è
sostanzialmente identica: in ogni contesto la manifestazione magica tende a dimostrare la fragilità del sistema esistenziale
umano. Quella fragilità che Eliade ha posto bene in evidenza, chiarendo che certe azioni magiche sono spesso la dimostrazione
dell'umano terrore della storia, che viene in parte abbattuto ricorrendo alla ripetizione dellatto cosmogonico e alla
rigenerazione periodica del tempo (M. Eliade, 1968). Nella magia l'uomo si basa su stati emozionali, senza osservare la natura
ma chiudendosi su sé stesso: in questo modo la verità risulta rivelata dalle emozioni e non dalla ragione. Mentre nella
conoscenza le teorie prendono forma basandosi sulla logica, nella magia il sapere si fonda su unassociazione di idee basate sul
desiderio di raggiungere un certo risultato. In pratica, per dirla con Malinowski, "la funzione magica è la ritualizzazione
dell'ottimismo umano, di rafforzare la sua fede nella vittoria della speranza sulla paura. La magia esprime quanto per l'uomo la
fiducia prevalga sul dubbio, la stabilità sullincertezza, lottimismo sullottimismo" (B.Malinowski, 1970). Secondo De Martino, è il
diverso approccio alla realtà che caratterizza la cultura occidentale ad aver messo la magia in disparte, facendole prendere la
sua posizione predominante riguardo all'approccio col soprannaturale. Infatti, "nessuna magia è vana immaginazione quando
si riesca a giudicarla nel plesso vivente di una civiltà in cui è organicamente inserita: d'altra parte la civiltà occidentale, il
rapporto dellorientamento del suo scegliere, ha disarticolato il condizionamento culturale da cui le efficace magiche traevano
alimento, e con ciò ha reso sempre più immaginarie tali efficace" (E.De Martino, 1962). Nel processo di mutamento sociale, la
magia risulta un fatto para o anti istituzionale, che si pone sempre in alternativa o in contrasto con le regole ufficiali,
suggerendo la possibilità di passare indenne attraverso regole e limiti. Pertanto si evidenzia il legame tra magia e potere, che
di fatto è uno dei nodi fondamentali della tradizione magica. Infatti, le azioni che genericamente definiamo magiche sono da
sempre alimentate dalla volontà di far sì che luomo possa continuare a seguire quanto sfugge al suo controllo. Davanti alle
proprie limitate possibilità, l'uomo crede che con la magia sia possibile recuperare una sorta di onnipotenza primitiva del
pensiero, ristabilendo il contatto tra soggetto e oggetto, considerato la base del rapporto tra uomo e natura.

IL LINGUAGGIO DELLA MAGIA

da "La Magia" di Massimo Centini

Prima di entrare nel merito degli aspetti linguistici della magia, crediamo possa essere interessante una breve riflessione sul
valore semantico del termine mago. Il termine magos e i suoi derivati sono attestati in greco già dallepoca classica. Si ritiene
che la loro origine sia persiana: il magos era un sacerdote, comunque un personaggio connesso alle pratiche religiose.
Secondo Erodoto, i magoi erano una sorta di società segreta persiana, in cui la pratica religiosa si amlgamava a quella
divinatoria. Per Senofonte erano "esperti in tutto ciò che concerne gli dei", ma, per i Greci del V secolo, "il mago è già una
figura molto diversa da quella di un saggio perfetto" (F.Graf, 1995). Il termine greco mageia e il latino magia indicavano le
pratiche rituali caldee, spesso in opposizione al culto imperiale e dogmatico. In genere, come noto, la mageia era collegata alla
scienza dei magi persiani, propagatori della dottrina di Zoroastro, a cui il concetto di magia è rimasto indissolubilmente legato
per tutta l'antichità e il Medioevo. In realtà, il nome deriva da quello dei magoi, che erano una delle sei tribù del popolo dei
Medi, i cui membri, forse appartenenti alla classe sacerdotale, dovettero osteggiare Zoroastro nella sua opera di riforma
dell'antica religione del paese. In genere, come primo significato della radice mag viene proposto "grandezza".

I SEGNI DEL MAGO

da "La Magia" di Massimo Centini

Attraverso un apparato specifico di segni e di simboli, la magia tende a teatralizzare il proprio sapere. Ogni magia "ha
necessariamente redatto, per se stessa, un catalogo di piante, di minerali, di animali, di parti del corpo, etc., allo scopo di
registrarne le proprietà speciali o no, sperimentali o no; dallaltro, che ogni magia si è preoccupata di codificare certe proprietà
delle cose astratte: figure geometriche, numeri, qualità morali, morte, vita, fortuna, etc.; e che, infine, ciascuna di esse ha
fatto concordare questi diversi cataloghi" (M.Mauss, 1965). Ma i segni e i linguaggi della magia sono magici fino a quando non
risultano decifrabili: a qual punto perdono il loro valore e si trasformano in ideogramma, pittogramma, geroglifico... (R.Bover,
1992). Fino a che non viene catalogato nel contesto della conoscenza decifrabile, riconoscibile e storicizzabile, il linguaggio
della magia risulta avvolto da unaura che lo connota con toni straordinari, ponendolo in relazione con un altro mondo,
dilatando senza limiti le sue possibilità dialettiche. Nella magia si incontrano spesso suoni e termini non riconducibili a nessun
ceppo linguistico. L'uso in magia di parole "barbare e inintelleggibili risale ai maghi egiziani, che inventarono singolari e quasi
impronunciabili nomi veri per i loro dèi, probabilmente per evitare che altri maghi rivali se ne appropriassero. L'usanza passò
in seguito nellEuropa occidentale attraverso i testi magici greco-egiziani dei primi secoli dopo Cristo, che erano pieni di nomi
complicati e contorti, privi di senso riconosciuto, nonché di nomi divini e angelici egiziani, greci ed ebraici. In certi casi, i nomi
magici sono stati alterati deliberatamente, per tenere nascosto il nome vero o scoprirne uno migliore; altre volte le traduzioni
errate o i passaggi da un mago allaltro ne hanno modificato radicalmente la struttura" (R. Cavendish, 1972). La struttura della
magia, che si basa sulla tradizione ed è staticamente piegata su se stessa, impermeabile allevoluzione, possiede alcuni
elementi specifici: - la parola; - la scrittura; - il gesto; - la rappresentazione del soggetto a cui è diretta lazione magica; - un
apparato grafico (pentacolo, cerchio magico, etc.) che sintetizza il sapere del mago attraverso il simbolo.

PAROLA E RITO

da "La Magia" di Massimo Centini

La pratica magica può determinare un'alterazione, "una modificazione spirituale, la quale si esprime attraverso la solennità dei
gesti, il cambiamento della voce, e presino con l'adozione di un nuovo linguaggio, quello degli spiriti e degli dèi. I riti negativi
della magia formano, dunque, una specie di soglia su cui lindividuo abdica sé stesso" (M.Mauss, 1965). Di certo la parola
rituale, che acquista la sua maggiore espressione nel testo scritto, svolge un ruolo fondamentale nella pratica magica. Un ruolo
che dimostra la propria solidità e forza in quanto si avvale di un linguaggio statico, inalterabile. Le parole costituiscono il
mezzo più efficace per influenzare. Secondo Freud, esse rappresentano "un valido strumento per indurre modificazioni
psichiche in colui al quale si dirigono e, perciò, laffermazione per cui la magia della parola è in grado di sopprimere fenomeni
patologici, anzitutto quelli basati su condizioni psichiche, non ha più un significato enigmatico" (S.Freud,1992). La "voce"
magica, la parola, celebrata nell'iter simbolizzante della gestualità o nella configurazione geometrica del testo scritto, ha radici
lontane, che si perdono nella notte dei tempi. Radici che ogni cultura ha anche posto in relazione con il sacro e con l'intervento
divino. Come nella poesia, anche in magia la parola acquista una forte valenza creativa in relazione alla combinazione del
suono con il suo significato: i due linguaggi sono in stretto rapporto tra loro, poiché in entrambi i vocaboli si trasformano in
"parole di potenza", a cui viene riconosciuto un particolare potere, anche senza il contributo di alcun rituale. La parola trattiene
in sé la forza creatrice e quella magica: sorta di energie simboliche "presenti in tutte le cosmogonie mitiche; limpressione
provata di fronte a tutto ciò che è inconsueto, stupefacente, atto a suscitare timore o ammirazione, trova forma nella parola e,
attraverso la parola, si obiettiva in unessenza divina" (E.Cassirer, 1961). In un'ottica eminentemente "pratica" si scorge come
l'utilizzazione magica della scrittura indichi "come sia sempre ritenuto possibile agire sul reale a partire dalla manipolazione dei
simboli, e come anzi luomo sua giunto a nutrire un terrore sacro di quei simboli e del loro potere, quasi che, ormai tracciati,
essi potessero da sé soli, e senza intervento di altri, scatenare la loro azione" (G.R. Cardona, 1981). Va anche osservata la
frequenza con cui, in numerose culture, la scrittura viene posta in relazione con l'intervento divino. Inoltre la dimensione
criptica e misteriosa della parole "strane", aventi origini straniere e sconosciute, le caricavano con ulteriori valenze simboliche.
E' sicuramente indicativo che "già i testi magici greci facessero un largo uso di parole straniere, barbare, senza un apparente
significato, alle quali tuttavia conferivano significati misteriosi, capaci di evocare potenze nascoste. Spesso sono tra loro legati
a filo doppio le sette vocali e i sette pianeti, ed è anche possibile forse citare una delle forme del nome del dio dei Giudei,
appellativo che, oltre al suo valore mistico, contiene curiosamente la prima e lultima lettera dellalfabeto ebraico" (J.G. Février,
1992). In sostanza, sembrerebbe che, secondo la tradizione simbolizzante posta alla base della magia, la parola sia tanto più
magica quanto più diventa difficile comprenderne il senso e risalire al suo primitivo significato. Un caso emblematico è quello
dell"abracadabra", divenuto sinonimo di "formula magica" anche nel linguaggio comune.

..:: MAGIA BIANCA ::..

LA MAGIA BIANCA

Guida pratica ai misteri dell'occulto introduzione

da "La Magia Bianca" di Valerio Ramponi


Esistono in natura fenomeni che non conosciamo perfettamente e che non sappiamo spiegarci razionalmente. Negare
decisamente la loro esistenza significherebbe far trionfare il materialismo in modo assoluto. Per l'uomo oggi, condizionato dalla
scienza e dalla tecnica, la natura non ha quasi più misteri. Nonostante si viva in unera così tecnologicamente avanzata, uno
degli argomenti che continua ad attirare luomo per il suo fascino sottile e misterioso è la magia. Come possiamo definirla:
arte, pseudo-scienza, scienza? Magia è tutto quello che non può essere spiegato razionalmente. E l'espressione di una cultura
che con le sue tradizioni sembrava destinata a scomparire e invece continua ad avere diritto di cittadinanza nella società della
tecnologia e del razionalismo imperanti. Alle soglie del 2000, l'uomo è ancora il tenace custode di un patrimonio culturale
magico assimilato nel corso dei millenni e maghi, indovini e occultisti, continuano a proliferare in questa nostra epoca,
testimoniando la necessità esistente nelluomo di liberare ancora la mente nel magico. Gli studiosi della materia riconoscono
diversi tipi di magia.

- La magia NATURALE, che è l'arte di prevedere il futuro o di produrre fenomeni avvalendosi di mezzi naturali ma al disopra
della portata comune mortale.

- La magia ARTIFICIALE, consistente nell'arte di incartare e affascinare sfruttando un dono di prestidigitazione o utilizzando
particolari apparecchiature, le quali, mediante appositi accorgimenti tecnici, danno effetti suggestivi o magici.

- La magia BIANCA, che consente di ottenere fenomeni sorprendenti invocando a volte l'aiuto di angeli del bene; questa
branca, nel tempo, ha inglobato le altre due precedenti arti.

- La magia NERA esacrabile arte di invocare spiriti maligni o demoni, con i quali viene sancito un patto formale o tacito.

La tradizione vuole che Cam, secondo figlio di Noè, la insegnasse e tramandasse ai posteri. Le cinque regole d'oro per
l'aspirante mago da "La Magia Bianca" di Valerio Ramponi

1. Lo sviluppo della magia si ottiene mediante l'esecuzione dei riti che vanno eseguiti con ferrea volontà e con fede cieca e
profonda.

2. L'angelo della volontà si chiama Ariel e invocare il suo aiuto vuol dire ricevere una maggiore forza di volontà. Egli può
essere invocato solo per le cause giuste, perché il suo aiuto è valido soltanto per esse.

3. La parola è l'esecuzione della volontà. La parola è una potenza senza limiti, una volta che si è appreso come e in quale
maniera dirigerla; essa infatti può guarire una persona, renderla felice, ma anche ucciderla.

4. Il desiderio, la paura, il pentimento sono sentimenti che non devono esistere nel mago perché affievoliscono la volontà.

5. La buona magia è all'insegna dell'intelletto e della giustizia; la magia nera è governata dal disordine e dell'iniquità.

Magia delle erbe, dei fiori e dei profumi

da "La Magia Bianca" di Valerio Ramponi

Rientra nella normalità che per molte pratiche di magia vengano usate pozioni e filtri vari, per la composizione dei quali si fa
uso di erbe. Erbe e fiori hanno sempre affascinato luomo e con le loro essenze opportunatamente mischiate si possono
ottenere risultati portentosi. Unico problema è quello di sapere come ottenere una preparazione d'effetto, conoscere la pratica,
le formule esatte e le giuste dosi di erbe e fiori, che, potranno aiutare nelle più disparate situazioni. Anche questo tipo di
magia ha un'origine molto remota che si perde nel tempo. Vi sono profumi che hanno la proprietà di attirare le persone e
profumi che invece le allontanano. Vi sono profumi che eccitano e altri che invece provocano repulsione. Certe essenze
rendono benevola una persona e la invogliano a fare del bene, mentre altre sono capaci di provocare l'ira. La scia di profumo
che rimane nellaria può, se gradevole, essere un fattore di conquista e di fascino. Anticamente si cercò di classificare i diversi
tipi di odori, non in base al tipo di sostanza impiegata, bensì in base al tipo di effetto ottenuto. Vi sono abbinamenti tra piante,
essenze, domini planetari ect. quindi per non complicare il discorso ho inserito una tabella esplicativa. In questa tabella
abbiamo:

a) la rappresentazione della scala evolutiva a cui si deve fare riferimento;

b) la specificazione del tipo di pianta a cui si deve fare riferimento;

c) la corrispondenza con le diverse sezioni che compongono un ciclo vitale completo nel regno vegetale;

d) il nome della pianta corrispondente;

e) lessenza a cui si attribuiscono virtù magiche;

f) la corrispondenza planetaria.
Ecco un esempio: in astrologia l'albero trova analogie col pianeta Sole e si immedesima con la pianta della quercia. Il profumo
corrispondente è l'etliotropio, che viene messo in relazione con la Sanguinaria, pianta consacrata al Sole. E' da tenere presente
che nella scala evolutiva, gli alberi occupano il primo posto, in quanto sono la forma più completa: essa si è realizzata
attraverso il mutare delle ere, contrariamente ai funghi che sono, praticamente, tra le prime forme di vita comparse sulla
terra, più semplici e meno evolute.

Piante magiche

da "La Magia Bianca" di Valerio Ramponi

Sin dai tempi più antichi le piante venivano utilizzate per i loro misteriosi poteri allo scopo magico e terapeutico... Le ultime
ricerche scientifiche hanno dimostrato che anche le piante, al pari degli uomini e degli animali, hanno un'aura vitale che
aumenta di intensità in particolari momenti. Pare anche che le loro vibrazioni esercitino un influsso positivo sulluomo; legate,
infatti, a sottili forze esoteriche, esse sembrano possedere una benefica influenza grazie alle loro emanazioni magnetiche. A
piante ed erbe venivano attribuite virtù magiche ed esse rientravano nella composizione e preparazione di talismani, filtri ed
essenze astrali. Gli antichi maghi ritenevano sacre 22 piante, ma il loro numero scese a 16 durante il Medioevo; ricordiamo
'leliotropio o l'erba della sincerità, la caledonia o erba del trifoglio, la rosa che era la pianta iniziatica etc. Ci sono piante che,
per la loro carica elettro-magnetica, possono donare energia o anche pernderla e rubarla, per cui possiamo parlare di piante
positive e di piante negative. Alcune di esse esercitano un potere esoterico benefico in stretta dipendenza con vari fattori come
il segno zodiacale, il momento in cui vengono raccolte etc. Per talune piante è indispensabile la scrupolosa osservanza di tutte
le regole tramandate dalla tradizione perché esse conservino le loro caratteristiche ed estrinsechino meglio le loro proprietà.

- Raccogliete la pianta durante la fase di luna crescente, in una giornata in cui il sole splenda alto (mai quando tira vento o è
nuvolo): le ore più propizie sono quelle comprese tra le undici e mezzodì, o fra le diciassette e le diciotto.

- Lasciatele essiccare completamente per qualche giorno, poi riponetele in un sacchetto di tela o di carte oppure in un vaso di
vetro, mai in contenitore di materiale plastico che ne neutralizzerebbe le radiazioni.

All'occorrenza, potreste servirvene per la preparazione di infusi o talismani, tenendo però prensente che le piante non vanno
conservate a lungo, perché perdono man mano le loro vibrazioni. Come si è detto anche il contatto diretto con la pianta ha il
potere di tonificare il nostro organismo e di allontanare da noi eventuali forze negative.

Le piante e i loro poteri

da "La Magia Bianca" di Valerio Ramponi

Le seguenti piante, pur legate a un astro, non risentono degli influssi planetari, per cui possono essere utilizzate senza servirsi
di riti particolari, legati al giorno o allora del pianeta governatore.

AMARANTO Posto sotto il dominio del Sole, si ritiene che il fiore, conservato in un sacchettino o portato al collo, in tasca o
comunque a diretto contatto del corpo, favorisca l'equilibrio fisico; preserva il soggetto delle malattie e tiene lontana la
principale nemica dell'uomo: la vecchiaia. Questa pianta possiede la capacità di non appassire, infatti anche secche, le sue
foglie conservano il colore originale senza sbiadire e, se vengono poste nellacqua, tornano fresche d'aspetto. Anticamente di
pensava che questo fiore donasse l'immortalità per cui pare rientrasse nei componenti base dell'elisir di lunga vita, in cui era
racchiuso il segreto dell'eterna giovinezza. empre nell'antichità l'amaranto veniva usato nell'allestimento delle tombe dei
personaggi potenti, o nei funerali di personalità influenti. E una pianta erbacea annuale, con le inflorescenze raggruppate in
spighe o pannocchie ascellari o terminali, erette o pendenti. Coltivata per ornamento è facilmente reperibile in Italia. La sua
fioritura avviene da Agosto alla fine dell'autunno.

ARANCIO Governato da Venere, il suo fiore è simbolo di innocenza e di purezza danimo. Per questo motivo il fiore è utilizzato
per il bouquet delle spose, usanza questa che trova le sue origini in Francia. Si dice che possa essere usato una sola volta
nellarco della vita e che possa trasformare l'innocenza della persona in conoscenza, profondità e saggezza.

BASILICO Retto da Marte, se viene usato in dosi esagerate porta facilmente l'individuo a diventare collerico e ad adirarsi per
motivi di poco conto. Può anche provocare dei danni più o meno gravi a carico del sistema nervoso. In Abissinia se ne trova in
enorme quantità, tanto è vero che le donne abissine lo usano come cosmetico per rendere la loro pelle più lucida. E una pianta
piccola e cespugliosa dai fiori bianchi e il suo tempo di fioritura va generalmente da Maggio a Settembre.
CEDRO E una pianta erborea sacra a Giove. In alcuni testi antichi, il cedro è considerato una vigile sentinella della casa presso
cui è piantato, per il suo potere di tenere lontani ladri, curiosi e persone indesiderate.

ELLEBORO Pianta malefica, ha un potere esoterico negativo, fa perdere infatti di prestigio e attira la maldicenza. E una pianta
velenosa, va usata in dosi minime e con la massima prudenza.

GIGLIO Da sempre è considerato il simbolo della purezza per eccellenza. Tenere il giglio sempre a portata di mano, o nella
propria casa, serve a tenere lontane le forze del male. Nel formulario di Alberto il Grande è detto che il giglio colto sotto il
segno del Leone, mescolato al succo di lauro e posto sotto letame, genera dei vermi che, ridotti in polvere e messi negli abiti
di una persona, impediscono a questa di dormire. IRIS Era considerato dagli antichi il simbolo della pace.

LICHENE Organismo vegetale costituito dallassociazione di un'alga e di un fungo, è sotto l'influsso di Saturno e inclina alla
solitudine e alla meditazione. Non favorisce i rapporti di società e le attività di gruppo.

LOTO Il suo fiore ha il potere di cacciare i demoni e di allontanare il malocchio.

MIRTO Consacrata a Venere, questa pianta ha il potere di rendere caritatevoli e ben disposti verso chi soffre. Tale pianta è
molto diffusa in Italia e nell'America settentrionale.

ORTICA Considerata una pianta sacra a Venere, sembra che predisponga alla lussuria. Un'antica ricetta di Petronio
suggerisce, per favorire i rapporti sessuali languenti, di porre sotto il materasso, per un mese, un sacchettino contenente
foglie secche di ortica. Secondo Alberto il Grande, l'ortica tenuta in mano con del millefoglie allontana la paura dei fantasmi.
Anticamente veniva usata per combattere le paralisi, i reumatismi articolari e l'impotenza, anche se con risultati di modesta
entità.

PAPAVERO Governata da Saturno, predispone alla pigrizia. E diffusissima nei prati, il fiore ha i petali color rosso vivo e il
frutto contiene semi piccoli e reniformi.

PERVINCA Nei ricettari di Alberto il Grande si legge che questa pianta, ridotta in polvere con dei vermi e mangiata nella carne
era da considerarsi afrodisiaca.

PRIMULA Con i suoi gialli fiorellini, in epoca medioevale veniva considerata pianta della felicità e rientrava nella composizione
dei sacchetti talismatici.

QUERCIA Con la sua imponente bellezza è testimonianza di forza e di potenza. Consacrata al Sole, veniva considerata la
guardiana della casa presso cui veniva piantata. Per il suo potere di attirare le forze benefiche e di allontanare le entità del
male, sembra che i pionieri americani avessero lusanza di piantare una quercia vicino alla loro casa.

TRIFOGLIO Erba dalle magiche virtù veniva usato nei secoli addietro da maghi e streghe. Predispone all'amore e alla
sapienza. Altre piante magiche Piante da considerarsi magiche, perche facenti parte del settenario cabalistico, sono le
seguenti.

ACANTO Pianta che in astrologia si collega al pianeta Marte, rende arditi e coraggiosi, rapidi nelle decisioni e reattivi alle
situazoni stagnanti e difficili. Se utilizzata nelle ore notturne di Marte accentua le caratteristiche negative del pianeta,
predisponendo alla temerarietà, all'aggressività, alal collera e alla violenza.

CINQUEFOGLIE Questa pianta magica, atrologicamente legata al pianeta Mercurio, elargisce il dono della sapienza e il buon
uso dellintelletto. E possibile preparare anche dei talismani che assicurano la ricchezza, gli onori e la felice riuscita nel campo
degli affari e delle finanze. La sua azione benefica si estrinseca maggiormente nel giorno di mercoledì, nelle ore rette da
Mercurio.

GIUSQUIAMO Questa pianta, che in astrologia viene rappresentata dalla betulla e il cui corrispondente planetario è il pianeta
Giove, appartiene al mondo della felce. Nel settenario delle piante magiche è situata al terzo posto, a un grado piuttosto
elevato di emanazione energetica. Per propiziarsi la buona sorte si deve operare di giovedì, nelle ore diurne corrispondenti a
Giove.

NINFEA L'essenza di questa pianta è di buon auspicio per le imprese ardite, le situazioni che necessitano di audacia, i viaggi
avventurosi e spericolati. La ninfea ha inoltre il potere di stimolare limmaginazione, suscitando visioni e sogni profetici.

SALICE Quest'ultimo tipo di pianta che si ritiene abbia delle magiche possibilità, ha la sua corrispondenza astrologica con il
pianeta Saturno. Il salice ha analogie con i funghi, occupa l'ultimo posto della gerarchia fitologica, ma è da considerarsi
ugualmente a un livello di alta spiritualità. In occultismo infatti ogni schema settenario ha una disposizione circolare, per cui
primo e ultimo grado, essendo contigui, hanno la medesima vibrazione. Tale pianta opportunamente preparata, ha il potere di
conferire agli uomini grande dignità e soprattutto dirittura e forza morale in alto grado.

SANGUINARIA Pianta benefica e propizia viene utilizzata in modo particolare per il buon esito di relazioni amorose. Usata
costantemente la sua essenza agisce in modo da favorire lunione tra due persone, consentendo la realizzazione di un legame
amoroso duraturo nel tempo. E necessario intervenire sulla pianta nell'ora governata da Venere dea dellamore. In un'ora
diurna si deve agire su un uomo, in quella notturna si deve esercitare la sua influenza su una donna.
VERBENA Pianta considerata sacra a Venere ha il potere di risvegliare le forze dellamore in modo intenso. Un formulario del
XIII sec. consigliava di strofinare il petto della persona amata con un fiore di verbena, se si voleva suscitare una sconvolgente
e travolgente passione. Per le sue proprietà occulte, essa era apprezzata molto dalla fraternità di Rosacroce: Van Helmont la
definì pianta attrattiva. La sua azione è potenziata se si agisce di lunedì, durante la luna nuova, nelle ore notturne di Venere.

VISCHIO E MANDRAGORA La raccolta della piante può essere fatta in qualunque modo, unica eccezione il vischio e la
mandragora, che richiedono invece una differente prassi. Si crede infatti che se non si rispetta il rituale particolare, esse non
avranno più quelle doti per le quali vengono raccolte. Il taglio del vischio, secondo i Druidi, che si dedicavano alla magia e allo
studio dei fenomeni naturali, doveva essere eseguito con una falcetta doro, o perlomeno dalla lama consacrata. Questo perché
i testi antichi sostengono la tesi secondo cui il vischio a contatto dell'oro, durante il taglio aumenta la proprie doti magiche. La
mandragora è la pianta magica per eccellenza, la pianta che ha le maggiori caratteristiche e le più grandi possibilità di impiego
in campo magico. I suoi effetti sono di gran lunga superiori ad ogni altra pianta. Si deve badare bene di non toccare la
mandragora con i metalli specialmente con il ferro, che è considerato nemico della pianta stessa. Inoltre la sua raccolta deve
essere fatta sotto vento perché restino intatte le sue caratteristiche.

Profumi Magici

da "La Magia Bianca" di Valerio Ramponi

Vi sono profumi che, opportunamente confezionati, sono dei potenti talismani. Il profumo, lo sprigionarsi nell'aria dell'essenza,
agisce proprio come se si trattasse di un talismano solido, una pietra o un monile magico; il profumo può anche servire a
magnetizzare le pietre per aumentare il loro potere esoterico. Affinchè il profumo sia idoneo e possa raggiungere lo scopo, è
necessario che venga scelto anche tenendo conto dei segni zodiacali in armonia con l'aroma. Unica cosa da tenere presente è
che si dovrà essere accorti nello scegliere il giorno, lora e il profumo adatto allevenienza e a ciò si vuole ottenere. Al momento
giusto si sparge sulloggetto il profumo adatto e, tenendolo in mano, si penserà intensamente alla proprietà che si vuole
attribuire all'oggetto magnetizzato. Volendo agire su una persona che non si può avvicinare, basta scriverle una lettera su cui
si sia versata anche solo qualche goccia di profumo. Vediamo ora, segno per segno, quali sono i profumi più adatti.

ARIETE La lavanda e tutti quei profumi freschi che attenuano lo spirito combattivo di questo segno.

TORO La rosa serve ad arginare gli slanci un po troppo affettuosi di questo segno

GEMELLI Per ovviare alla volubilità e alla dispersione nei sentimenti, adoperare essenze a base di origano.

CANCRO Il profumo a base di lillà serve ad infondere sicurezza a questo segno iper-emotivo.

LEONE Un'essenza a base di ambra rende più "ruggenti".

VERGINE Il fresco giacinto apporta fantasia a questo segno troppo analitico.

BILANCIA Per dare più grinta ci vuole il muschio.

SCORPIONE L'essenza di tuberosa rende affascinante questo segno.

SAGITTARIO Violetta per irradiare maggior simpatia.

CAPRICORNO L'essenza di caprifoglio serve ad infondere fiducia.

ACQUARIO Mughetto per propiziarsi l'amore.

PESCI Il gelsomino dona ai nati in questo segno fermezza e attenua l'insoddisfazione.

Sacchetti profumati

da "La Magia Bianca" di Valerio Ramponi


I sacchetti che contengono essenze profumate sono cosa nota già dai tempi più remoti. Per confezionare il sacchetto
profumato, basta prendere del cotone o un panno ad alto potere assorbente e impregnarlo della sostanza adatta allo scopo. Il
tutto viene poi chiuso in una garza, che a sua volta deve essere contenuta in una stoffa resistente. Queste operazioni vanno
eseguite tenendo conto delle ore e dei giorni, a seconda dell'essenza che si deve preparare. Questo è un esempio: - talismano
amoroso - giorni e ore di Venere (diurne per agire sugli uomini, notturne per agire sulle donne) - evocazione dello spirito -
scelta del profumo in base al proprio segno zodiacale di nascita.

Pietre magiche

da "La Magia Bianca" di Valerio Ramponi

Nei tempi più antichi le pietre, e in modo particolare le gemme, hanno sempre affascinato l'uomo, che ha attribuito ai diversi
minerali, virtù e significati occulti. Nell'antico Egitto, oltre che ornamentali, le gemme venivano ritenute necessarie. Gli Egiziani
apprezzarono le pietre per le loro proprietà mistiche o mana e i gioielli erano considerati mezzi per ottenere successo, la fama,
la fortuna etc. Gli Egiziani per dipingersi le palpebre usavano la malachite, col duplice scopo di difendersi dal sole grazie alla
protezione offerta dal colore verde e per disinfettare gli occhi, grazie alla presenza del carbonato di rame nella pietra.
Consideriamo ora i poteri attribuiti alle pietre dalla tradizione. Poteri delle pietre magiche

ACQUA MARINA Considerata la pietra dei marinai e dei viaggiatori, simboleggia la speranza e ha una funzione protettiva
nelle gengiviti, nel mal di gola e di denti. Protegge dai tradimenti. Papa Giulio II era solito portarla sempre addosso per il suo
benefico potere.

AGATA Allontana l'invidia e la malignità, rende simpatici e aiuta nella carriera. Preserva dalle punture dei ragni e degli
scorpioni e tenuta in casa protegge dai fulmini. Se messa in bocca calma la sete. I timidi acquistano forza e coraggio, se
stringono nella mano destra un pezzo di agata.

AMBRA Anticamente veniva usata in magia per difendersi dagli incantesimi delle streghe. Per le sue proprietà elettriche (in
greco è chiamata elektron) protegge dalle malvagità e dalle influenze nefaste altrui. Una collana dambra protegge i bambini
dalle pericolose convulsioni.

AMETISTA Protegge dal veleno e dalle tentazioni dellalcool, soprattutto se sulla pietra vengono incise le immagini del sole e
della luna. Nei tempi antichi, per prevenire l'ubriachezza, si era soliti bere in coppe di ametista. Considerata negativa per il suo
colore viola, lo è per chi è preda dell'egoismo, delle passioni violente, delle meschinità; protegge e aiuta, invece, nel processo
di elevazione spirituale, chi già possiede maturità e saggezza.

AZZURRITE E un potente talismano, propizia la fortuna e allontana la malinconia.

BERILLO Favorisce il successo nel campo delle lettere. I marinai, per essere coraggiosi durante le tempeste, erano soliti
portarla con loro durante la navigazione. Dona serenità e obiettività di giudizio.

CALAMITA Ha il potere di "attirare" l'amore e di favorire le nascite.

CALCIDONIO Allontana i dispiaceri, distende i nervi e ristabilisce l'equilibrio soprattutto in campo affettivo. E di protezione
negli incidenti o nelle disgrazie improvvise; aiuta, quindi, tutti coloro che per la loro professione debbono affrontare rischi
ridicoli. Rende costanti e infonde fiducia e forza.

CAMMEO Porta fortuna, si dice, solo per sette anni, poi il suo potere è nullo e la pietra va cambiata.

CARBONCHIO Protegge i bambini dal pericolo di annegamento. Se portata nelle ore notturne è efficace contro l'insonnia.

CRISOLITO Preserva dalla follia. Facilita la carriera e assicura la ricchezza.

CORALLO Possiede tutte le proprietà magiche. In Oriente, viene sfruttato moltissimo perché dona sicurezza, fiducia e allegria.
Nei tempi passati preservava dalle epidemie; la tradizione vuole che il corallo impallidisca quando muore una persona amata.

CORNIOLA Preserva dai tradimenti.

CRISTALLO Infonde calma ed equilibrio interiore. Favorisce la pioggia ed è simbolo di vittoria.

DIAMANTE Difende dai demoni e dagli spiriti del male. Dona la pace e la serenità e infonde coraggio e invincibilità. Ai timidi
dà forza. Simbolo di fedeltà, favorisce l'amore e il matrimonio. Trasforma le sue proprietà benefiche in arme malefiche soltanto
quando in possesso di persone indegne.
DIASPRO Simboleggia la gioia. Nei tempi antichi veniva usata contro la febbre. La polvere di diaspro veniva sfruttata da
Galeno, il famoso greco, come cicatrizzante delle ferite.

GIADA E efficace nella cura delle malattie renali, nelle coliche e nelle affezioni oculari. Dona integrità e rettitudine.

GRANATA Predispone alla fedeltà in amore e favorisce i legami duraturi.

LAPISLAZZUOLO Veniva ritenuta dagli Egiziani portatrice damore. Dona acutezza e pensiero e promette successo e felicità.
ONICE Allontana gli incubi e le malinconie.

OPALE E da sempre ritenuta pietra infausta, ma è propizia ai nati in Ottobre: dà loro aiuto e chiarezza di vedute. Gli Indiani
affermano che, posta sugli occhi per qualche istante, rende acuta la memoria.

OSSIDO DI FERRO Protegge dal malocchio e dalle decisioni affrettate.

PERLA Simboleggia l'amore, ma anche le lacrime. Non andrebbe mai regalato un anello di fidanzamento con la perla, perché
porterebbe dolore derivante da una rottura. La collana, invece, infonde energia, purchè le perle, ovviamente naturali, siano di
numero dispari.

PIRITE Nei tempi andati, era credenza che evitasse le cadute da cavallo.

QUARZO Concilia sonni tranquilli, tenendo lontani gli incubi notturni.

RUBINO Simbolo di forza e di passione, rende audace e temerario chi lo indossa. Allontana la tristezza e i dispiaceri amorosi.
Pare che cambi leggermente colore, quando il suo proprietario è minacciato da qualche male.

SELENITE Ridotta in polvere, pare che sia un potente afrodisiaco.

SMERALDO Procura benessere, ricchezza e amore. Guarisce i disturbi visivi e arresta le emorragie. Favorisce lo sviluppo della
memoria e dellintuizione, stimola lintelligenza. Simbolo della castità, si rompe se colui che lo porta diventa adultero.

TOPAZIO Simboleggia lardore ed è efficace contro l'odio e la vendetta. Concede il favore altrui e aiuta in campo economico e
finanziario.

TURCHESE Protegge dal malocchio e difende dai pericoli di vaggio e dagli avvelenamenti. Dona fortuna e felicità al suo
possessore.

ZAFFIRO Simboleggia la fermezza d'animo e infonde allegria, fiducia e lealtà. Allontana le preoccupazioni e protegge le
persone innamorate.

Colori

da "La Magia Bianca" di Valerio Ramponi

Ogni colore ha una sua particolare proprietà capace di influenzare, in positivo o in negativo, la natura umana. Che i colori
fossero in grado di riattivare i centri vitali era risaputo da millenni e ciò trova la sua applicazione somatica persino nelle
medicine indiana, cinese, tibetana ed egiziana. Oggi la cromoterapia, anche se ancora poco conosciuta, trova la sua
applicazione in campo bio-psichico. Noi sappiamo che la vita è energia e vibrazioni; i colori costituiscono una scala sensibile ed
elevata di queste vibrazioni e sono in grado di influenzare e modificare profondamente le nostre energie e le nostre emozioni.
Esiste un ramo della magia bianca basato sul significato dei colori e sul loro potere di favorire la buona o la cattiva sorte.
Simbolismo dei colori

BIANCO Simboleggia la purezza e la virtù. E associato alla luna e al segno del Cancro. E sempre stato il colore preferito dalle
spose e il più sfruttato nella confezione di camicie da notte, allo scopo di allontanare dai dormienti eventuali entità maligne che
aborrono il bianco.

ROSA Per gli alchimisti rappresenta la catarsi, la rinascita. Simboleggia la timidezza, l'amabilità. Emana radiazioni positive per
tutti i segni. Predispone allamore.

AZZURRO E il colore del cielo, simboleggia lamore ed è propizio agli Acquari. Porta fortuna e protegge nell'avversità.
VERDE Infonde speranza, fiducia, pace. Legato alla natura è il colore di Venere e protegge le persone innamorate.

ARANCIONE Per gli orientali stimola la concentrazione mentale, tanto è vero che i monaci buddisti indossano una tunica di
questo colore. Per noi è simbolo della salute, ma anche della lussuria.

GIALLO Esistono riserve nei confronti di questo colore. Per taluni è il simbolo del Sole, il colore dell'oro che simboleggia la
conoscenza e quindi infonde energia e vigore. E positivo per i Leoni. Secondo altri, invece, è il colore dello zolfo e pertanto del
diavolo. Sembra che Giuda fosse vestito di giallo durante lultima cena, per tale motivo la credenza popolare lo ritiene il colore
della falsità e del tradimento.

ROSSO E il colore di Marte e dellAriete; infonde ardore, calore, forza e combattività. Non portatelo se siete nervosi o depressi,
il rosso accentuerebbe il vostro malessere.

BLU E il colore di Giove, pertanto favorisce i Sagittari e i Pesci. Dona equilibrio, saggezza e oculatezza negli affari.

VIOLA Colore che favorisce l'elevazione spirituale, la meditazione e il sapere. Viene evitato dalla gente dello spettacolo
perché, legato alla quaresima, implica l'idea del sacrificio, della privazione e dell'insuccesso. E propizio per gli Scorpioni.

NERO E ritenuto apportatore di tristezza, lutti e disperazione. Astrologicamente appartiene a Saturno che governa il
Capricorno.

Ricette Magiche

da "La Magia Bianca" di Valerio Ramponi

per farsi amare

Pestate in un mortaio alcune margherite, soltanto il fiore non il gambo, sino a che non saranno ridotte in polvere. Aggiungete
alla polvere ottenuta il succo di mezzo limone e amalgamate tutto. Frizionate le mani con questo preparato, in modo da
lasciarle un po unte, poi toccate i capelli della persona che desiderate far innamorare. Un'altra formula per farsi amare è la
seguente: preparate un unguento con bucce di arachidi, mezzo bicchiere di acqua presa da un torrente in piena, qualche
goccia del vostro sudore, essenza di garofano. Il composto emanerà, tutto sommato, un effluvio sufficientemente gradevole.
Profumatevi ed andate in visita dalla persona tanto amata. Sempre per ricevere amore, potrete regalare una pietra di
acquamarina, che sia però stata a contatto diretto della vostra pelle per sette notti consecutive. Questo dono va fatto alla
persona amata. Tenete presente che la dovete donare in un cofanetto bagnato in precedenza con tre gocce di sangue di una
colomba. Prendete una bacinella e ponetevi al centro un osso di cane nero e aggiungete i seguenti elementi: calce viva, pelati
di bagonia, sale da cucina. Lasciate che losso si impregni per due giorni del miscuglio in cui è stato posto, dopodichè estraetelo
dal recipiente e riducetelo in finissima polvere. Mettete la polvere in una scatolina e prelevatene un pizzico, che dovrà essere
lasciato cadere a terra, a poco a poco, mentre girerete intorno alla persona amata. Per sposarsi entro breve tempo Eseguite un
impasto con alcuni vostri peli dascella tagliati finemente, peli di cane bianco sempre tagliati fini, pelle di oliva seccata al sole,
chiodi di garofano ridotti in polvere. Aggiungete al tutto olio puro ricavato da olive verdi. Mescolate bene il composto e
cospargetevi il petto ogni mattina, appena alzati, finchè all'improvviso non vi capiterà di realizzare quanto era in oggetto dei
vostri desideri.

Per essere stimati e benvoluti

Indossate un profumo ottenuto tritando petali di rosa e di ninfea a cui siano state aggiunte due dita di alcool puro e acqua di
lavanda nella misura di cinque dita. Sempre per essere benvoluti portate al collo un frammento di zanna di elefante, bagnata
ogni mattina con dellacqua benedetta. Per non lasciarsi prendere dal panico Tenete sempre con voi una zampetta di leone
cucciolo, che sia morto in modo violento. Abbiate cura di lavare in precedenza la zampa con essenza di lavanda mista ad
acqua di ruscello.

Per riuscire ad apprendere più facilmente

Pelo di volpe legato ad uno spago di colore rosso, portato come fosse un braccialetto nella zona compresa tra il gomito e la
spalla. Quando avete la necessità di memorizzare o siete sottoposti a sforzi per riuscire a comrpendere nozioni difficili e
complicate, toccate loggetto. Per essere protetti dalle avversità Raccogliete del muschio, avendo cura di tagliarlo con un
falcetto doro, prendete una manciata di origano in polvere e mischiate il tutto con il succo di cento petali di rose e bagnate con
acqua santa. Tutte le mattine, per il periodo in cui pensate di essere funestati dalle avversità, toccate con un dito il miscuglio e
appoggiatene un pizzico alla lingua. Tutto ciò dovrebbe allontanare i momenti negativi.

Per imporre la propria personalità


Per riuscire ad imporre la propria personalità, dovete prendere i seguenti oggetti: penne di gallina nera, polpa di grappolo
duva, tre gocce di sangue estratto dalla propria mano. Mettete il tutto in una pentola e aggiungete tanta acqua sino a coprire
completamente il contenuto. Fate bollire per tre ore, senza aggiungere altra acqua,dopodichè versate il composto in un telo e
filtrate. Riducete in poltiglia quanto è rimasto nel telo, mettetelo in un piccolo cofanetto, che porterete con voi durante il
periodo in cui desiderate emergere. A distanza di un mese, ripetete con la stessa prassi quanto fatto in precedenza e sostituite
la polvere rimasta nel cofanetto con quella nuova. Per essere all'altezza di una situazione Prendete della noce moscata e
pestatela in un mortaio sino ad averla ridotta in polvere. Bagnatela con acqua santa e aggiungete al miscuglio i seguenti
ingredienti: polvere presa dal campanile di una chiesa, nocciolo di ciliegia, anche questo ridotto in frantumi, tenendo presente
che la ciliegia dovrà essere raccolta durante una notte di luna piena, senza salire sullalbero e senza toccarlo con le mani.
Aggiungete al composto del vino comune, ad alta gradazione alcoolica, mettete il tutto in una bacinella che verrà lasciata sul
davanzale di una finestra per sette giorni e sette notti. Trascorso questo periodo, mettete il preparato in un sacchetto che
verrà sigillato in maniera da non poter più essere aperto, se non rompendo il sacchetto stesso. Sistemate l'oggetto dentro il
guanciale del letto in cui siete soliti dormire.

Per vincere la timidezza

A una mezza bottiglia di vino rosso aggiungete: noce moscata, tre gocce di acquavite, cento chicchi di melograno, una pianta
di basilico. Mescolate bene e bevenetene un bicchierino a giorni alterni. Per propiziarsi la fortuna Prendete un fazzolettino e
sistemate al centro un topazio. Bagnate il fazzoletto contenente la pietra con acqua di lavanda, che sia vecchia di tre anni.
Ogni mattina, quando ne sentirete la voglia, sciogliete il fazzoletto e accarezzate la pietra, avendo cura di compiere il gesto
senza essere scorti da altri, rimettete la pietra al suo posto subito dopo averla sfregata, la fortuna non tarderà a farsi vedere.
Scavate nel terreno una buca profonda almeno quaranta centimetri e lasciatela così per tre giorni. All'alba del quarto entratevi
con i piedi e ricomprite completamente le vostre estremità con la terra. In piedi, in questa posizione, farete tre volte il segno
della croce con gli occhi chiusi, dopodichè prenderete, aiutandovi con il fazzoletto bianco, una pietra opportunatamente
levigata in precedenza (non dovrà essere toccata con le mani) e la gettate dietro di voi, racchiusa nel fazzoletto. A questo
punto farete ancora il segno della croce e andrete a vedere il luogo dove è caduto il sasso. In quel punto dovrete sotterrare
fazzoletto e sasso con la terra che avete usato per coprirvi i piedi. La fortuna durerà finchè il fazzoletto o il sasso non
torneranno alla luce. Uscite all'alba, per una settimana di seguito, con unametista che dovrà essere portata sotto un cappello e
recatevi in un luogo deserto, dove sarete sicuri di essere soli e di non essere disturbati da nessuno. Nella tasca destra dei
pantaloni mettere: - il primo giorno sei chiodi di garofano che siano stati ridotti in poltiglia - il secondo giorno una manciata di
origano (che aggiungerete ai chiodi di garofano) - il terzo giorno due margherite, private del gambo - il quarto giorno un
pezzettino di candela benedetta - il quinto giorno un ciocca dei vostri capelli, tenuta insieme da un filo di cotone bianco - il
sesto giorno un bottone della vostra camicia - il settimo giorno non aggiungete niente Quando sarete nel luogo deserto, da
soli, dovrete avere cura di bagnarvi la fronte con vino benedetto. Restate un minuto in silenzio, pensando alla fortuna ch etra
poco si mostrerà a voi, poi tornando a casa vostra, toglierete subito quel paio di pantaloni, che rimetterete la mattina
successiva, per sette giorni ancora. Il settimo giorno, brucerete i pantaloni con quanto è contenuto nella tasca. A partire dal
giorno successivo, dovreste accorgervi che qualche cosa è cambiato e che la fortuna comincia a sorridervi.

Per la riuscita di un progetto

Prendete un'ametista e tagliatela in due, mettetela in un sacchettino e bagnatela con la grappa una volta alla settimana per
almeno un mese. Asciugherete, poi una metà della gemma con un panno di lino, laltra metà con un panno di lana. Terminate
questo rituale un giorno prima della realizzazione del vostro progetto. Per essere protetti durante il corso della vita e per
vivere in maniera armoniosa Un ciuffo dei vostri capelli preso da tre punti diversi della testa, in tre giorni diversi ma successivi,
va bagnato con dellolio santo in quantità minima. Aggiungete del grasso di balena, uno spicchio di aglio triturato, dieci gocce di
vino benedetto. Lasciate il tutto per una settimana sul davanzale della finestra, avendo cura di mettere gli ingredienti in un
piattino coperto da un telo rosso. Successivamente triturerete della polvere di radice di liquirizia che aggiungerete al resto.
Unite tre gocce di limone per tre giorni di seguito, avendo cura di fare questa operazione, dopo che le campane abbiano
annunciato il mezzogiorno. Prendete un piccolissimo diamante e spalmatelo con questo composto. Pare che questo sia un
talismano potentissimo che vi aiuterà nelle difficoltà della vita, come nessuno altro mai.

RITUALI DI MAGIA BIANCA

Invocazioni, gesti e formule magiche

L'INIZIAZIONE

da "Rituali di Magia Bianca" di Lucia Pavesi

Presso tutte le popolazioni, in ogni cultura, nessuno può diventare mago da un giorno all'altro: è previsto un iter di
apprendimento lungo e faticoso, durante il quale l'aspirante deve essere seguito da un maestro preparato, che lo avvii,
controllando i suoi progressi e i suoi errori. Questo processo provoca un cambiamento così radicale nella personalità, che le
civiltà primitive vi vedevano la morte dellaspirante, lo smembramento del suo corpo e la sua ricostituzione a opera degli spiriti.
Senza arrivare a tanto, anchio vi consiglio di intraprendere questo processo di rinnovamento attraverso una serie di esercizi
preliminari, che dovrebbero essere svolti prima di cominciare il cammino vero e proprio. La prima serie di esercizi ha proprio lo
scopo di rafforzare la volontà. Molti tra voi forse sorrideranno, pensando erroneamente che il volere sia un'azione ovvia e
facile. Certo è facile dirsi: "voglio un'automobile, possiedo il denaro quindi vado e l'acquisto". Avete il denaro, possedete i
mezzi per realizzarlo: nulla vi sembra più facile. Ma provate ad immaginare cosa dovreste fare, per esempio, se non
possedeste tutta la somma necessaria. Avreste due possibilità: o rinunciare al vostro sogno o cercare di risparmiare e lavorare
di più per raggiungere lo scopo. In ogni caso, dunque, dovreste fare dei sacrifici. E ci riuscireste solo se il vostro desiderio
fosse veramente fermo, se cioè la vostra volontà fosse tale da farvi superare ogni fatica. Ma come è possibile imparare a
volere? Pigrizia e oblio sono nemici giurati della volontà e sono quindi i primi ostacoli che devono essere abbattuti. Ricordatevi
che quanto più vi preoccuperete del vostro scopo, tanto più accumulerete in voi stessi forze per raggiungerlo. Le pratiche in
apparenza più insignificanti, che vi potranno sembrare estranee e lontane da quanto vi siete prefissati, sono al contrario
importantissime: l'essenziale è portarle avanti con perseveranza e fede. Solo in questo modo esse diventano strumenti
potentissimi, in quanto educano, esercitano ed indirizzano la volontà. Voglio ribadire questo concetto sottolineando il fatto che
per potere è indispensabile credere che si possa e tramutare subito questa certezza in azione. Per avventurarvi nel mondo
magico dovete subito imporvi una regola di vita semplice e ordinata, ovviamente rispettando sempre i vostri bioritmi naturali e
le vostre esigenze quotidiane. Ecco delle piccole ma efficaci regole da seguire:

*Dovete imporvi di alzarvi ogni giorno alla stessa ora e di iniziare la giornata con questo piccolo esercizio di respirazione: -
rilassati in posizione supina, tenendo gli occhi chiusi, inspirate lentamente con il naso, trattenete il respiro per qualche secondo
ed espirate poi con la bocca, sforzandovi di abbassare il diaframma il più possibile;

- rimanete in apnea per qualche istante e ripetete loperazione per cinque volte;

- alzatevi e, qualsiasi sia la condizione atmosferica, aprite la finestra;

- rimanete in posizione eretta e portate il piede destro a toccare il vostro polpaccio sinistro (viceversa per i mancini), sollevate
ora le braccia sopra il capo, facendo in modo che i palmi si tocchino: in questo modo avrete formato una sorta di antenna
catalizzatrice che vi metterà in contatto diretto con le forze della natura; dopo qualche istante abbassate le braccia e date il via
alla vostra giornata.

*Dovete avere cura di mantenervi sempre puliti, di vestirvi in modo ordinato e di tenere in ogni frangente un comportamento
educato.

*Ogni giorno dovete dedicare almeno un quarto dora a voi stessi, isoladovi in un luogo adatto per poter compiere gli esercizi di
concentrazione e meditazione.

*Vi consiglio di tenere una specie di diario in cui annotare con estrema cura i vostri pensieri, i vostri sogni, i piccoli o grandi
cambiamenti che potrete notare in voi stessi, gli errori che avete commesso o le vostre vittorie.

*La sera prima di andare a dormire, dovete eseguire di nuovo esercizio di respirazione descritto; sforzatevi di ripercorrere
mentalmente la vostra giornata in modo distaccato: cercate di giudicare le azioni compiute con imparzialità.

*Dovete - e questa è una regola importantissima - essere molto discreti: imponetevi di non parlare con nessuno di ciò che
state facendo.

*Con il tempo, dovrete anche mutare il vostro atteggiamento nei confronti di quanti incontrate, sforzandovi di essere cordiali e
composti con tutti, senza però lasciarvi assorbire troppo dalle passioni altrui. Il grande mago è colui che sa comprendere ogni
situazione senza lasciarsi fuorviare da sentimentalismi pericolosi, che non gli permetterebbero di mantenere il distacco
necessario e la lucidità mentale indispensabile per operare bene.

*Dovete infine cercare una "pratica" personale, tutta vostra: la ripetizione di unazione qualsiasi che non siete abituati a
compiere e che magari vi infastidisce un po costruirà un ottimo allenamento della volontà. Potreste, per esempio, bere un
bicchiere d'acqua ogni mattina prima di alzarvi, fare della ginnastica se siete pigri e così via. Lessenziale è che siate
perseveranti e che ricordiate in ogni momento che con questo sistema state costruendo la vostra "volontà magica".

L'APPROCCIO ALLA MAGIA

prospettive ideologiche

da "Rituali di Magia Bianca" di Lucia Pavesi

Lo studio dei fenomeni magici può essere affrontato da svariati punti di vista: sono convinta che sia proficuo cercare di
conoscerne almeno alcuni. Le prospettive di studio più importanti, a mio avviso, sono quattro: - la prospettiva del mago, ossia
dell'addetto ai lavori, che studia le tecniche tradizionali e le approfondisce con la sua esperienza professionale; - la prospettiva
del parapsicolo, che affronta i fenomeni magici dal punto di vista scientifico, come farebbe per qualunque altro aspetto della
natura, e cerca di riprodurli "in laboratorio"; - la prospettiva dello storico, che si imbatte -qualsiasi sia il periodo cui si
interessa- in una quantità impressionante di fenomeni magici o quantomeno straordinari; egli deve riportarli come fatti di
cronaca e possibilmente formulare un giudizio in merito a essi; - la prospettiva dell'etnologo, che studia le popolazioni
primitive; anchegli si trova di fronte a unenorme quantità di tradizioni e di riti magici che deve descrivere e comprendere.
Normalmente accade che i quattro punti di vista elencati vengano adottati da persone molto diverse per formulazione e
cultura, che difficilmente collaborano tra loro. Putroppo, quindi, è difficile trovare una sintesi dei vari punti di vista che
permetta un approfondamento della conoscenza. Difficile ma non impossibile: è vero infatti che alcuni scienziati hanno
adottato tale metodo sintetico. Cito, a titolo desempio, lo psicologo e parapsicologo americano Charles T. Tart (nato nel 1937)
che afferma: "...dovremmo sviluppare una psicologia della medianità che abbia significato per un medium, una fenomenologia
della magia che faccia dire ad uno stregone: inquadrando questi fatti nei vostri schemi, avete risolto molti paradossi inerenti al
nostro campo. Certo che per sviluppare questa fenomenologia non ci possiamo accontentare della parapsicologia sterilizzata
che abbiamo coltivato fino ad oggi!". Purtroppo queste idee sono ancora molto rare, mentre troppo numerose sono le schiere
di razionalisti che bollano acriticamente come "superstizione" tutto ciò che per la scienza è inspiegabile e come "arretrato"
tutto ciò che si discosta dal modo di pensare delloccidente civile. Perciò oggi la cultura civilizzata occidentale considera coloro
che praticano magia come dei ciarlatani. Nella cultura orientale, invece, queste persone sono stimate e rispettate, così come
accade nelle civiltà primitive. Di conseguenza la fenomenologia magica trova un terreno molto più fertile presso gli orientali e
le civiltà che mantengono vive le tradizioni più antiche. Dall'esame di tutte queste tradizioni emergono alcuni elementi, più o
meno rilevanti, comuni a tutte: - il rapporto tra magia, religione ufficiale e comune senso religioso è molto sentito; -
l'ispirazione del mago viene percepita come proveniente dalla divinità: egli opera in nome di Dio o degli dèi; - esiste una
relazione tra magia e credenza negli spiriti, in quanto gli spiriti sono considerati i servitori del mago; - nelle pratiche magiche
vengono contemplati e utilizzati stati alterati di coscienza e tecniche connesse; - si attribuisce grande valore al simbolismo; -
la magia ha un proprio cerimoniale; - si attendono prodigi come risultato delle operazioni magiche.

IL RAPPORTO TRA MAGIA E DIVINITA'

da "Rituali di Magia Bianca" di Lucia Pavesi

Un aspetto importante è il rapporto tra l'uomo e le entità sovrannaturali. Questo aspetto ha una duplice connotazione: da una
parte il rapporto con la divinità, dallaltra quello con altre entità genericamente chiamate spiriti. Da questo punto di vista la
magia è legata alla religione, almeno nei limiti in cui si intenda per religione la fede nellesistenza di uno o più essere spirituali
potenti che interagiscono con le vicende umane (Dio o dei) e un insieme di pratiche volte a ingraziarsi tali dei (culto). Nei
tempi più remoti le stesse persone erano incaricate sia del culto religioso sia delle pratiche magiche; questuso permane ancora
oggi presso le popolazioni più primitive, che non hanno ancora sviluppato una certa distinzione tra sacerdoti, stregoni,
sciamani, profeti, guaritori ecc. In generale, con levoluzione della mentalità, la religione si distinse nettamente dalla magia; in
alcuni casi ne diventò addirittura nemica. In effetti, tale antagonismo è spiegabile in parte con il fatto che sia la religione che la
magia si occupano del mondo "invisibile"; accumunate da tale contenuto, non possono ignorarsi e devono necessariamente
divenire o alleate o nemiche irriducibili.

LA MAGIA DEI ROSA CROCE

da "Rituali di Magia Bianca" di Lucia Pavesi

Nel 1622 sui muri di Parigi venne affisso da mani ignote un manifesto che recava uno scritto: "noi deputati del nostro collegio
principale dei Fratelli della Rosa Croce facciamo soggiorno visibile e invisibile in questa città per grazie dellAltissimo, verso il
quale si rivolge il cuore dei giusti. Noi insegnamo senza libri né sogni e parliamo lingue del paese dove vogliamo essere, per
trarre gli uomini, nostri simili, dallerrore e dalla morte". Pochi giorni dopo, apparve un secondo manifesto che diceva: "se vien
voglia a qualcuno di vederci solo per curiosità, egli non comunicherà mai con noi; ma se la volontà lo porta realmente e di
fatto a iscriversi nel registro della nostra confraternita, noi, che giudichiamo dai pensieri, gli faremo vedere la verità delle
nostre promesse; tanto che noi non mettiamo luogo della nostra dimora, poiché i pensieri, congiunti alla reale volontà del
lettore, saranno capaci di farci conoscere a lui e lui a noi". La confraternita dei Rosa Croce è forse la più famosa che si sia
formata in Occidente. Le iscrizioni a tale confraternita sono attestate a partire dal 1400. Secondo una leggenda, poi, gli adepti
abbondarono definitivamente l'Europa ai tempi della guerra dei trentanni e si stabilirono in India. L'esistenza e le prerogative
dei Rosa Croce sono state, fin dalle origini della confraternita, al centro di polemiche e di una serie di leggende, che sono loro
sopravvissute. Secondo la tradizione, gli adepti avrebbero scoperto il segreto per fermare l'nvecchiamento: alcuni di loro,
infatti, sarebbero vissuti un considerevole numero di anni. Anche l'origine del nome non è sicura. Secondo un'ipotesi,
deriverebbe dal fondatore della confraternita, un certo Cristiano Rosenkreutz. Tuttavia la maggior parte degli storici pensa che
costui sia solo un personaggio leggendario. Secondo un'altra teoria, invece, l'origine etimologica del nome sarebbe rinvenibile
in un composto tra le parole latine ros (rugiada) e crux (croce). L'ipotesi più accreditata, e anche più ovvia, spiega il nome
affermando che la rosa è da sempre simbolo della bellezza, della vita e del piacere, mentre la croce è il simbolo dell'ascesi e
del sacrificio che portano a Dio. La cultura medievale aveva nettamente privilegiato la croce, cioè il sacrificio, mentre il
Rinascimento aveva sancito la vittoria della rosa, cioè della bellezza, sulla croce. La scelta del nome, secondo questa ipotesi,
era significativa del compito che la confraternita stessa si imponeva: armonizzare le due istanze, sintetizzare la dimensione
ascetica e le esigenze estetiche. La dottrina del Rosa Croce fondava le istanze più pure e alte del cristianesimo alla tradizione
esoterica. I confratelli si consideravano medici dei corpi e delle anime e annunciatori della venuta dello Spirito Santo. La loro
teologia, basata sul Vangelo e sulla Bibbia, era quindi arricchita da una serie di teorie tratte, tra laltro, dallalchimia e dalla
magia. Il luogo in cui, secondo l'ipotesi più invalsa, operavano i Rosa Croce era chiamato "laboratorio ermetico". Era suddiviso
in tre parti:

- il laboratorio propriamente detto, utilizzato per le pratiche alchemiche e magiche;

- l'oratorio, deputato alla preghiera e alla meditazione;

- un locale in cui si trovava una tavola coperta da strumenti musicali, simbolo dell'ideale armonia umana e universale.

L'oratorio era rischiarato solo da una lampada perpetua. Qui gli adepti della confraternita manifestavano la loro fede che si
basava sulla contaminazione fra dottrine cristiane e teorie generalmente mistico-esoteriche. Il fedele si recava nelloratorio per
invocare Dio affinchè inviasse Hochmael, l'Angelo della saggezza, per illuminarlo. La preghiera, tra laltro, era ritenuta
indispensabile per riuscire nelle pratiche alchemiche: solo abbandonandosi a Dio e caricandosi della croce di Cristo era
possibile ottenere la conoscenza necessaria. Il lavoro del solo devoto illuminato risultava bel accetto a Dio, come il fumo di un
incenso soave. Per quanto riguarda laspetto più propriamente magico, i Rosa Croce adottavano vari cerimoniali, che
contemplavano anche limpiego di incanti e formule per caricare d'energie le pietre, le gemme, le piante, per assoggettare gli
animali e gli spiriti. Conoscevano la cabala e utilizzavano vari tipi di alfabeti magici; preparavano farmaci portentosi, per la
fabbricazione dei quali fondevano conoscenze magiche e mediche, come era del resto uso di quei tempi. Ma ciò che è a mio
avviso importante sottolineare è la loro concezione di magia, espressa chiaramente da questa frase di Fludd, filosofo ed
alchimista del 1600: "il solo ed unico soggetto della magia, tanto quanto della vera cabala, non è altro che la Sapienza, il
Verbo, il Cristo. E non vè altro nome da invocare che quello di Gesù, poiché non vi è nome sulla terra e nel cielo per il quale
noi possiamo essere salvati, eccetto il nome di Gesù, sotto il quale tutte le cose sono riunite, poiché il Cristo Gesù è tutto e in
tutti".

MAGIA E SPIRITI

da "Rituali di Magia Bianca" di Lucia Pavesi

Come gli dei, anche gli spiriti sono entità immateriali, dotate di intelligenza, di volontà e potere. Non bisogna però incorrere
nellequivoco di chi considera spiriti le entità dei trapassati evocate dai medium. La differenza fra dei e spiriti consiste nel fatto
che, mentre gli dei non sono mai al servizio degli uomini, gli spiriti possono, in maggior o minor grado, venire asserviti
alloperatore. Gli dei possono perciò essere esclusivamente "pregati": ci si può rivolgere loro per ottenere il soccorso e la
benedizione, ma essi risponderanno solo per degnazione o per la loro misericordia. Gli spiriti, invece, possono essere, in certe
condizioni, addirittura comandati. La credenza degli spiriti si trova, più o meno sviluppata, in tutte le tradizioni magiche. Anche
se sono soprattutto i popoli più primitivi e antichi a ricorrere frequentemente ad essi, tutti gli operatori, anche oggi,
dispongono di invocazioni per richiedere il loro aiuto. Supponiamo che un operatore voglia ottenere i servigi di Barbatos (uno
dei settantadue spiriti citati da Salomone nell'opera Clavicula Salomonis), che è preposto alla riconcialiazione tra le persone e
al ristabilimento della serenità e del clima amichevole. Espletate le necessarie formalità, si rivolgerà allo spirito, in modo deciso
e con tono di comando, chiamandolo: "O Barbatos, io ti mando a chiamare affichè tu esca dalle tenebre e venga a me per
aiutarmi a riportare la serenità e larmonia tra (nome della persona) e (nome della seconda persona), che hanno bisogno del
tuo aiuto. Accorri ai miei ordini e servi me come servisti un giorno Salomone e come rettamente servi tutti i padroni che ti
chiamano. Esegui alla perfezione quanto io ti chiedo perché è giusto e corretto e perché te lo chiedo nel nome sacro di Dio, di
Adonai, nostro Creatore e Padrone". Al termine del rito, loperatore dovrà congedare lo spirito chiamato dicendo: "ora che hai
obbedito al mio comando, torna nel luogo della tua provenienza e rimani sempre a mia disposizione ogni volta che ne avrò
bisogno. Chiedo, comando e ti impongo che tutto ciò sia fatto al meglio e al più presto". I termini dell'invocazione possono
anche non coincidere completamente con questi: quello riportato è semplicemente un esempio per fornirvi una traccia da
seguire. Ogni serio operatore dovrà di eseguire i suoi riti seguendo precise regole, ma dovrà integrare queste ultime con la
propria esperienza e sensibilità. Nulla in magia è rigidamente stabilito, se non il rispetto di sé stessi e di ciò che si compie. Una
delle prime cose che si devono acquisire, una volta che si sia deciso di intraprendere seriamente lo studio di questa materia, è
la capacità di percepire le proprie sensazioni intime e di assecondare la propria fantasia, fatta naturalmente salva una rigorosa
logica.

L'ALCHIMIA

da "Rituali di Magia Bianca" di Lucia Pavesi

Anche gli alchimisti prestano fede a uno "spirito della materia", analogo al Mana dei primitivi, che si ritiene viva allinterno della
pietra e del metallo. Dunque la ricerca della pietra filosofale, condotta attraverso complesse operazioni chimiche sulle sostanze
materiali, in realtà non è altro che una ricerca spirituale. Per chiarire meglio il concetto: riporto il brano iniziale di una ricetta
per la preparazione della pietra: "la materia dellopera è minerale, animale e vegetale; è preciò che essa è, una volta purificata,
la medicina dei tre regni. Essa è tanto segreta quanto comune; tutti la conoscono, giovani e vecchi, ricchi e poveri. Essa non
costa altra fatica che raccoglierla e la preparazione può essere fatta da un fanciullo, se è benedetto da Dio. La materia lontana
è una certa umidità assai ricca di fluido universale (...) soltanto segnata (...) da uno spirito metallico, che essa riceve dalla
madre terrestre. Questo spirito universale che discende sulla terra vi si riveste di sale e zolfo volatili e di mercurio (...); si può
dunque chiamare questa materia caos o terra caotica".

GLI SPIRITI DEL CLAVICULA SALOMONIS

da "Rituali di Magia Bianca" di Lucia Pavesi

Come si accennava nel paragrafo "magia e spiriti", Salomone, nell'opera Clavicula Salomonis, fece un elenco di settantadue
spiriti, a ciascuno dei quali furono attribuiti un nome, caratteristiche e poteri ben precisi. Elencherò solo i nomi e le
caratteristiche di alcuni di questi spiriti, sia per brevità sia per desiderio di rispettare quella regola che ho già definito
essenzialmente per il mago: la descrizione. Fra i settantadue nomi, infatti, ve ne sono alcuni pericolosi, che non è il caso di
citare a vuoto. Aini o Aym: si presenta in veste di uomo con tre teste: una di serpente, una umana e una di gatto. Aiuta a
sviluppare memoria e intelligenza (quindi a superare esami e concorsi). I suoi colori sono il blu e il rosa. Gradisce che gli
vengano bruciate foglie agrifoglio. Allocer o Alloien: si presenta in forma di cavaliere in groppa a un cavallo, con il volto di
leone. Aiuta a ritrovare armonia e serenità in famiglia. I suoi colori sono il rosa, il nero e il celeste. Gradisce le offerte di ortica
secca. Buer: si presenta in forma di stella a cinque punte. Ha potere di migliorare la salute e favorire guarigioni. Il suo colore è
il bianco. Gradisce che venga bruciato in suo onore dell'origano. Foras o Forcas: ha sembianze umane e possiede il potere di
far ritrovare le ricchezze perdute e di proteggere dalla povertà in generale. Non ha colori né gradisce erbe particolari, ma
preferisce essere invocato di sabato. Gusion o Gusayn: non ha una forma definita. Ha il potere di favorire lavanzamento
sociale, la realizzazione professionale e gli incontri con personaggi influenti. Il suo colore è il verde. Gradisce inoltre lofferta di
basilico e paglia. Orobas: può presentarsi in forma umana o di cavallo. Aiuta a sventare inganni e menzogne e a fare chiarezza
in situazioni delicate (nei rapporti umani e professionali). I suoi colori sono il marrone e il giallo. Gradisce che gli venga
bruciato il sambuco. Raum o Raymi: si manifesta nella forma di uccello nero. Il suo potere è quello di aiutare e facilitare
lamore. I suoi colori sono il rosa e il celeste. Lerba da bruciare è l'acetosa. Saleos: non ha una forma precisa. Favorisce la
nascita degli amori, quindi è molto indicato per la fabbricazione di talismani e pentacoli, oltre che per la celebrazione di riti
volti a facilitare la vita affettiva. Il colore è il rosso. L'erba da bruciare è la genziana.

LA MAGIA CERIMONIALE luogo, oggetti, abbigliamento

da "Rituali di Magia Bianca" di Lucia Pavesi

Disponendosi alla celebrazione di un rito magico, anzitutto è bene prepararsi nel modo più adeguato, munendosi degli oggetti
necessari. L'elenco che segue è conforme alle indicazioni fornite dal famoso Aleistair Crowley, che tra l'altro, ebbe il merito di
aver sintetizzato tradizioni secolari. Ecco dunque che cosa dovrà preparare un mago che si accinga al rito.

*Il Tempio: è il luogo scelto dal mago per compiere il rito; esso addirittura rapprensenta l'universo. Può essere ricavato da una
stanza o addirittura costruito alluopo; in ogni caso, comunque, si devono rispettare scrupolosamente alcune regole: - il luogo
deve essere utilizzato solo per cerimoniali magici (è per evitare, per esempio, il salotto di casa) - l'accesso al Tempio deve
essere proibito agli estranei: potranno entrare solo l'operatore, i suoi adepti e aiutanti ed, eventualmente, le persone
autorizzate direttamente dal mago; in particolare, gli animali devono essere tassativamente esclusi - qualora ci fossero delle
finestre, queste devono essere chiuse e coperte da un tendaggio che non permetta a occhi estranei di curiosare - la luce deve
essere tale da favorire il raccogliemento: non deve perciò essere né troppo intensa né troppo fioca; in ogni caso dal soffitto del
Tempio dovrà pendere una lampada, che ha un valore simbolico più che funzionale: rapprensenta infatti la luce dellanima pura

*Il Cerchio Magico: è chiamato anche "anello di protezione" e consiste in un cerchio tracciato sul pavimento del Tempio; esso
delimita il confine allinterno del quale il mago può operare. Questa forma geometrica è stata scelta fin dai tempi più antichi,
perché rappresenta da una parte l'infinito e dall'altra lequilibrio: tutti i suoi punti sono infatti alla stessa distanza dal centro. Il
Cerchio Magico ha lo scopo di proteggere il mago dalle influenze negative. Quindi, prima di iniziare ad operare, il mago avrà
cura di tracciarlo o comunque porlo nell'area intorno a lui. Quando sarà al suo interno, loperatore provvederà per prima cosa a
invocare spiriti divini superiori, recitando delle preghiere o delle invocazioni, a seconda delle proprie abitudini o scelte. Per
disegnare il cerchio si può usare un materiale qualsiasi (gesso, metallo, stoffa etc.etc.); l'importante è avere la giusta
concentrazione ed il pensiero rivolto al bene. Comunque si realizzi il Cerchio, occorrerà lasciare un'apertura, che costituisca
una via d'accesso per il mago. In effetti, quindi, inizialmente, avrà la forma di una grossa C; la circonferenza verrà poi
completata dalloperatore dallinterno. Ma tutto ciò non basta; è infatti indispensabile ricoprire il Cerchio con un qualsiasi
materiale naturale, mai usato prima, che poi andrà rimosso e gettato insieme ai residui. Tra questi materiali naturali, il più
indicato per questo scopo e il più comunemente usato è il normale sale grosso da cucina. Ricordate che, una volta chiuso il
Cerchio, non dovrete più uscire fino al completamento dell'operazione magica, pena il fallimento della stessa. Sarà quindi
vostra cura portare all'interno del Cerchio, prima di chiuderlo, tutto ciò che vi può servire. Altra regola importante: passate
solo attraverso il segmento che avete lasciato libero tracciando la C. Per nessuna ragione dovrete scavalcare la circonferenza.
Al momento dell'uscita, quindi, dovrete nuovamente rimuovere il segmento di chiusura e passare da lì. Dall'esterno, potrete
raccogliere il sale ed altri residui. Apro qui un inciso circa il Cerchio Magico, che non riguarda propriamente la magia rituale,
ma può essere utile a molti di voi. Ogni qualvolta dovete frequentare ambienti o personaggi da cui potreste ricevere influenze
nefaste, potete proteggervi costruendo mentalmente il vostro Cerchio Magico. Ecco come fare. Cercate di visualizzare una
manciata di sale grosso che stringete nella vostra mano destra. Immaginate di lasciarlo cadere tracciando con esso un cerchio,
in senso antiorario, di fronte a voi. Il cerchio deve essere abbastanza grande da poter contenere la vostra persona. Nel
tracciarlo, abbiate cura di lasciare libero un tratto della circonferenza per permettere l'accesso. Una volta dentro, chiudete il
cerchio con lultimo sale residuo. Avrete così costruito una barriera mentale molto potente che non permetterà ad alcuna forza
negativa di contaminarvi.

*L'Altare: deve essere posto all'interno del Tempio, esattamente al centro del Cerchio Magico. Può essere costituito da un
tavolo di legno, di pietra o di qualsiasi materiale naturale. Esso costituisce la "base operativa" indispensabile su cui il mago
dovrà procedere. Dal punto di vista simbolico, rapprensenta la "base solida" dell'opera magica, la volontà delloperatore e la
legge. Su di esso devono trovare posto questi oggetti:

- la bacchetta

- la coppa - la spada

- il talismano

- l'ampolla dolio

- il sale

- la sferza

- il pugnale

- la catena

- il libro degli incantesimi

- la campana

- il candeliere

- l'incensiere

Tutto questo materiale deve assolutamente essere nuovo, acquistato espressamente per questo scopo e benedetto da voi con
lausilio di preghiere particolari. La sferza, il pugnale e la catena devono essere posti intorno allampolla dolio. Tale disposizione
ha un preciso significato simbolico: la sferza deve mantenere viva lispirazione (simboleggiata dall'ampolla d'olio), il pugnale
esprime la decisione di sacrificare tutto per realizzarla e la catena deve impedire le distrazioni da essa. Una volta terminato il
rito magico, ciascun oggetto deve essere avvolto in un pezzo di seta o di panno neri e riposto in un apposito armadio.
Esaminiamo ora dettagliatamente le prerogative ed il significato simbolico di ciascun oggetto: - la bacchetta deve essere
costruita con materiale naturale (legno o metallo); essa simboleggia la volontà, la saggezza e la parola del mago, in altre
parole le sue "forze superiori". - la coppa, che verrà riempita d'acqua (elemento indispensabile per ogni rito, come vedremo
più avanti), simboleggia la comprensione; essa può essere di vetro, di cristallo o di metallo; è meglio, però, che sia semplice e
priva di decorazioni. - la spada rapprensenta invece la ragione, la forza analitica, le forze umane; non è assolutamente
necessario munirsi di una spada vera e propria: è più opportuno, anzi, che l'operatore la costruisca da sé, utilizzando sempre
materiale naturale; la fabbricazione è già di per sé un rituale importante, che serve ad accrescere la volontà e la forza del
mago. - il talismano è quello personale del mago, che sta a simboleggiare la sua stessa persona (come presenza fisica e
corporea), i suoi legami con la realtà, le sue energie terrestri; una volta realizzato, il talismano va cucito sulla veste del mago
o posto sull'altare. - l'ampolla d'olio rappresenta l'aspirazione del mago, è il simbolo di ciò che vi è di più in alto in lui; andrà
benissimo qualsiasi normale oliera di vetro; l'olio va consacrato utilizzando, per esempio, una preghiera. - il sale è l'elemento
naturale indispensabile che serve ad allontanare ogni forza negativa e a proteggere da ogni male: oltre che sullaltare, come si
è già detto, deve essere posto anche lungo la circonferenza del Cerchio Magico. - la sferza è costituita da una piccola frusta
con varie code e simboleggia lenergia delle cose, quella che gli alchimisti chiamavano "zolfo"; il suo uso scuote le nature
torbide e corregge le volontà ribelli. - il pugnale rapprensenta la capacità di trasformazione, la fluidità, la mobilità delle cose,
ciò che gli alchimisti chiamano il "mercurio"; come nel caso della spada, va benissimo un'immagine simbolica. - la catena
rapprensenta la fissità delle cose, che gli alchimisti chiamano il "sale"; serve a legare simbolicamente i pensieri; sferza,
pugnale e catena possono essere consacrati insieme con una preghiera. - il libro degli incantesimi, strumento preziosissimo per
ogni operatore di magia, non è altro che un vero e proprio diario in cui il mago deve annotare riti, esorcismi, formule,
preghiere e invocazioni da utilizzare per le proprie operazioni; ovviamente, esso dovrà essere riservatissimo (la tradizione
vuole che venga riposto in un luogo segreto e che non sopravviva al mago stesso) e personalizzato con l'impressione del
proprio pentacolo; una volta ultimato, deve essere purificato in questo modo: prima di scrivere alcunchè, dovete avvolgerlo in
un panno nero ed esporlo per tre notti consecutive ai raggi della Luna crescente, possibilmente quando questa transita in uno
dei segni zodiacali connessi con il vostro (facenti cioè riferimento allo stesso elemento): appartengono all'elemento Fuoco
l'ariete, il leone e il sagittario; appartengono all'elemento Aria i gemelli, la bilancia e l'acquario; appartengono all'elemento
Terra il toro, la vergine e il capricorno; appartengono all'elemento Acqua il cancro, lo scorpione e i pesci. - la campana può
essere sostituita da un semplice campanellino; il suo significato simbolico è stato magistralmente spiegato da Crowley: "al
suono di questa campana l'universo si arresta per un momento indivisibile di tempo e obbedisce alla volontà del mago". - il
candeliere deve contenere le candele più appropriate al rito che si intende celebrare ed il fuoco va benedetto con una
preghiera. - l'incensiere, facilmente reperibile nei negozi specializzati, serve, naturalmente, a bruciare l'incenso; quest'ultimo
ha lo scopo di purificare, di aiutare la concentrazione e di attirare gli influssi astrali benefici, respingendo quelli negativi; la
profumazione andrà scelta caso per caso in baso al rito da eseguire. L'abbigliamento tradizionale: è composto dalla veste, che
rapprensenta ciò che nasconde il mago e lo protegge, il silenzio e la segretezza in cui opera; si tratta di una sorta di tunica,
lunga fino ai piedi e piuttosto ampia, che si deve indossare sulla sola biancheria intima; può essere di vari colori,
eventualmente ornata di ricami simbolici, a seconda dell'opera da compiere. La corona simbolica: deve essere indossata
dalloperatore e rappresenta il compimento dell'opera magica; il materiale per la sua realizzazione è a totale discrezione del
mago.

IL NOME MAGICO

da "Rituali di Magia Bianca" di Lucia Pavesi

Il Tempio Magico, con tutto il suo corredo, rappresenta una realtà, uno spazio completamente autonomo, totalmente separato
dalla dimensione quotidiana. In questo mondo magico, che è completamente vostro, vi immergerete per operare; dovrete poi
imparare ad uscirne con naturalezza, per riprendere la vostra vita abituale. Per facilitare la distinzione fra le due dimensioni
(vita magica e vita pratica) è bene che adottiate un nome "magico", che vi designi in quanto operatore: la scelta di tale nome
costituisce l'ultimo stadio della vostra iniziazione. Attraverso il nuovo nome, infatti, voi "rinascerete" in un'altra dimensione.
Anche questa fase costituisce un'importantissima "azione magica": per nessun motivo, quindi, è da prendere alla leggera.
Ricordate che il nome scelto vi contraddistinguerà e vi seguirà per tutta la vita: una volta assunto, infatti, non potrà essere
cambiato. Anche per questo motivo occorre grande serietà nell'operare la scelta. L'ispirazione per tale scelta può nascere dalla
consultazione di molti testi: i libri mitologici e storici, romanzi fantastici, antichi poemi etc. Potete ricorrere alle fonti che
sentite più vicine al vostro profondo essere; limportante è che il nome possieda una certa musicalità e sia in perfetta armonia
con la vostra personalità. La scelta non deve essere affrettata: prendetevi tutto il tempo necessario a trovare il nome più
appropriato. Se non volete ricorrere alla consultazione di testi, potete adottare un ottimo metodo alternativo, che consente di
scegliere con serenità: la meditazione.

..:: MAGIA NERA::..

INTRODUZIONE

Chi mai, nel pieno possesso delle sue facoltà mentali, invocherebbe deliberatamente il Diavolo? Chi potrebbe sperare, una
volta evocate le potenze infernali e ridestati i Demoni, di saperli dominare e tenere a freno? La storia della Magia Nera e
dell'occultismo dimostra tuttavia che gli uomini, fin dagli inizi, hanno sempre provato l'impulso di radunare potenze invisibili
delle tenebre e di piegarle ai propri volei. In ogni paese e in ogni epoca storica, uomini e donne hanno dresuto che accando al
mondo in cui viviamo ce ne sia un altro, invisibile, eterno ed essenzialmente inconoscibile. E il mondo degli spiriti e delle
anime, degli angeli e dei Demoni, degli dèi e dei mostri; e là si possono trovare risposte ai grandi quesiti che assillano luomo;
qualè il senso della vita? Siamo padroni del nostro destino? La morte è davvero la fine? Esiste un paradiso? E, cosa forse più
importante, esiste un inferno? La magia antesignana occulta della religione, ha sempre preteso le risposte. Mentre però la
"magia bianca" le ha cercate facendo ricorso a una fonte divina o sacra, la magia nera ha preferito guardare nella direzione
opposta: chiamando in soccorso Satana o la sua stirpe, gli stregoni e i maghi hanno affermato di poter sondare i grandi
misteri. Hanno stretto alleanze con i Demoni, barattando la salvezza della loro anima con la promessa di mirabolanti ricchezze
o di unintuizione divina dellordine cosmico. Anche se il Diavolo e i suoi servitori furono gradualmente allontanati dalla ribalta,
non ne vennero mai del tutto estromessi. Aspettavano sempre dietro le quinte, in paziente attesa della battuta che li avrebbe
richiamati al proscenio, pronti a offrire il loro patto sacrilego a chiunque fosse così temerario ad accettarlo...

Robert Masello

FAUST Non ti chiamaron le parole magiche ch'io dissi? Parla! MEFISTOFELE Si, questa fu la causa, e tuttavia per accidens
soltanto. Appena udiamo uno che strazia il nome del Signore e abiura le scritture sacre, e Cristo che lo redense, voliam giù!
sperando di conquistarne l'anima gloriosa; e non verremmo s'egli non usasse di tali mezzi, per cui corra il rischio d'esser
dannato; e quindi la più corta strada per evocarci, è d'abiurare la Trinità con ostinato cuore e supplicare il Principe dell'Inferno.

Christoper Marlowe

IL CERCHIO SACRO

da "evocare l'inferno-storia della magia nera"

di Robert Masello

Il simbolo del cerchio ha sempre avuto un grande significato per i maghi e per i mistici, per i filosofi e i sacerdoti, per gli
alchimisti e gli astrologi. Il puro e semplice atto di tracciare un cerchio intorno a qualcosa o a qualcuno era spesso considerato
un modo per proteggerlo dalle forze del male. Nell'antica Babilonia vi era lusanza di disegnare un cerchio intorno al capezzale
degli ammalati, per difenderli dai demoni che presumibilmente li avevano attaccati; gli ebrei tedeschi nel Medioevo facevano lo
stesso quando una donna dava alla luce un bambino, per accertarsi che nessuno spirito maligno giungesse a turbare levento.
Gli ambasciatori romani, quando erano inviati a recapitare messaggi (o ultimatum) ai governanti stranieri, tracciavano un
cerchio intorno a sé con la punta del bastone per indicare che dovevano essere considerati immuni da ogni castigo. Persino le
società preistoriche veneravano il cerchio, come dimostrano i megalitici circolari di Stonehenge e di Avebury. Perché? Che cosa
conferisce al cerchio una tale reputazione? In parte, la ragione sta proprio nell'estrema semplicità della figura: un cerchio è in
grado di circoscrivere qualsiasi cosa e tutte le cose, e al tempo stesso non contiene nulla. Al suo interno vi è il vuoto. Col
passare del tempo, nelle culture più diverse, il cerchio è divenuto l'emblema delle totalità e dell'unità di tutte le cose: un'unica
linea che apparentemente non ha né principio né fine, una figura che può alludere a tutto, dall'idea di eternità a quella di
perfezione. Gli alchimisti usavano un simbolo che chiamavano uroboros. Si tratta dell'immagine circolare di un drago, o di un
serpente, che si morde la coda, accompagnata talvolta dal motto greco En to Pan, "tutto è uno". Poiché erano assai versati nei
calcoli della numerologia, gli alchimisti sommarono il numero di parole da cui tale massima greca era composta (tre) e quello
delle lettere che la formavano (sette), ottenendo così dieci, il numero che si credeva simboleggiasse la totalità delle cose. Il
dieci non solo chiude la serie dei numeri principali, ma è anche composto da uno zero: e aggiungendo uno a zero si ottiene di
nuovo uno. Su questi argomenti venne scritto più di un trattato erudito. Il mago usava il cerchio per due ragioni diverse. Da
un lato pensava che, tracciando una circonferenza e restandone allinterno, avrebbe potuto controllare e concentrare più
agevolmente i suoi poteri. Il cerchio avrebbe impedito alle energie invisibili di disgregarsi e disperdersi in ogni direzione.
Inoltre, il che era ancora più importante, erigeva una barriera di protezione contro le forze infernali che i suoi incantesimi
avrebbero potuto ridestare. Che i demoni inveissero e scagliassero pure i loro sinistri moniti là fuori: fintantochè il mago - ed
eventualmente i suoi aiutanti - restavano entro il perimetro magico, ogni minaccia era sotto controllo. Tutto questo purché il
cerchio dosse stato tracciato a regola darte. Le istruzioni al riguardo differivano in modi particolari, ma sulle linee generali
della procedura vi era una certa umanità. Il cerchio andava tracciato sulla terra o nella polvere (una vallata boschiva poteva
essere uno scenario ideale) con la punta di una spada, di un coltello o di un bastone. A volte venivano usati gesso o
carboncino. Un gimoire francese del Settecento raccomandava di preparare il cerchio con la pelle di una capra giovane,
tagliata a strisce, e di fissarlo al suolo con quattro chiodi presi dalla bara di un bambino morto. Nel tracciare il cerchio era
inoltre essenziale rispettare la giusta direzione. Per gli incantesimi di magia bianca occorreva seguire il senso orario, mentre
per ottenere un effetto maligno era necessario procedere nel verso opposto. Il sole avanzava da est a ovest, da destra a
sinistra, e si credeva che qualsiasi cosa seguisse la direzione opposta andasse contro natura e, di conseguenza, contro le
potenze del bene. Quanto alle dimensioni, di solito il diametro appropriato al cerchio più esterno doveva misurare poco più di
due metri e settanta, mentre all'interno andava tracciato un cerchio più piccolo, di due metri e quaranta circa. Nell'angusto
spazio tra i bordi delle due circonferenze, il mago collocava vari oggetti sacri e talismani per tenere lontani gli spiriti malvagi:
crocifissi, urne piene d'acqua santa, rami di verbena (una pianta odiata, a quanto si credeva, dalle forze del male). La cosa più
essenziale era comunque accertarsi che il cerchio fosse completamente chiuso. Bastava la minima fessura perché qualche
demone intraprendente si insinuasse nel rifugio, si impadronisse dell'anima del mago e la trascinasse con sé nelle regioni
infernali. Il mago aveva tali e tante cose da fare che era prodigioso riuscisse a ricordarle tutte. Tra l'altro doveva vestirsi in
modo adeguato: labbigliamento consueto, detto pontificalibus, consisteva in una lunga tunica di bambagina nera a cui
venivano attaccati due disegni su pergamena vergine raffiguranti i due sigilli della terra. Sotto la tunica, indossava un
paramento cerimoniale di luino bianco, simile ad un grembiule sorretto da due bretelle, noto con il nome di edof; intorno ai
fianchi portava una grande cintura sacra, tempestata di iscrizioni magiche; ai piedi calzari decorati con croci; in testa, un alto
copricapo di seta nera; in mano stringeva la bacchetta magica e una Bibbia in ebraico, manoscritta o a stampa. Così vestito ed
equipaggiato, era finalmente pronto per iniziare i suoi sortilegi. Tenendosi al riparo entro i due cerchi magici, e allinterno del
triangolo che spesso veniva tracciato al centro, il mago godeva della massima protezione possibile contro le forze diaboliche
che si preparava a scatenare. E ne aveva davvero bisogno: l'avvento degli spiriti e dei demoni era annunciato dai suoni più
spaventosi e strazianti: urla, grugniti, grida angosciose, furenti latrati. Molto prima di rendersi visibili, gli spiriti
imperversavano e rumoreggiavano ai bordi del cerchio, cercando di atterrire il mago per indurlo ad abbandonare il suo nefasto
progetto. Se le intimidazioni non avevano effetto, gli spiriti prendevano forme visibili: si tramutavano in tigri e leone,
spuntavano fiamme, ringhiavano, tentavano di azzannare e artigliare il malcapitato. Se questi vacillava nei suoi propositi, se -
guai a lui! - cercava di darsela a gambe, veniva fatto a brandelli appena varcava i confini del cerchio magico. Se invece
rimaneva imperterrito al suo posto, se confidava nella Bibbia e nella propria sapienza e continuava a sciorinare la litania delle
formule magiche, alla fine i demoni si placavano, fermandosi ai margini del cerchio più grande e del triangolo interno, e,
abbandonando le spoglie ferine, si mostravano in forma di uomini nudi dal contegno pacifico. A questo punto il mago poteva
riprendere fiato, ma doveva restare allerta. Gli spiriti avevano assunto un aspetto gentile e si comportavano educatamente,
ma rimanevano sempre una forza ostile, in attesa della prima occasione propizia per seminare il germe del dubbio o della
paura nella mente del mago, inducendolo a commettere qualche stupido errore. Il nostro incantatore doveva presentare le
proprie richieste o ottenere le informazioni che desiderava il più velocemente possibile, mentre le sue forze e le sue facoltà
erano ancora intatte. Appena raggiunto lo scopo, il mago poteva dare inizio ai rituali prescritti pre congedare gli spiriti. I
demoni allora si sarebbero allontanati, ripercorrendo a ritroso la sequenza di metamorfosi che ne aveva annunciato la venuta,
per svanire infine in una nube sulfurea. Allora, e solo allora, il mago poteva avventurarsi cautamente oltre i confini del sacro
cerchio. Stando a un noto aneddoto inglese del Settecento, un indovino egiziano di nome Chiancungi commise uno sbaglio
fatale. Per scommessa, accettò di evocare un spirito chiamato Bokim. Tracciò il cerchio magico e si dispose al suo interno
insieme alla sorella Napula, poi iniziò la sequenza dei riti e delle invocazioni, apparentemente senza alcun esito. Non
compariva nulla. Cercò più volte di ridestare lo spirito maligno, fino a che, indispettito e deluso, rinunciò all'impresa, valicando
le barriere del cerchio magico. In quel momento Chiancungi e la sorella furono assaliti e schiacciati a morte dallo spirito
invisibile, che era stato silenziosamente in agguato tutto il tempo.

I GRANDI "GRIMOIRES"

da "evocare l'inferno-storia della magia nera" di Robert Masello

Ogni mago degno di questo nome possedeva un grimoire, un libro di magia nera in cui poteva trovare le istruzioni e i consigli
necessari. Evocare gli spiriti era un'occupazione diabolicamente difficile e pericolosa: occorreva ridestarli, tenerli sotto controllo
fino a che non si fosse raggiunto l'obiettivo desiderato e poi sbarazzarsi di loro in modo sicuro, stando bene attenti a non farsi
rapire duranti le varie fasi del processo. Un'impresa tuttaltro che semplice. I grandi Grimoires erano volumi ponderosi e
apparentemente indecifrabili, spesso scritti in qualche idioma antico, densi di dottrine ardue e misteriose. La loro oscurità era
destinata a scoraggiare i dilettanti e gli improvvisatori e a premiare i maghi disposti a profondervi il tempo e l'energia
necessari. Chi riusciva a leggerli e a comprenderne il senso era già a metà del cammino necessario per incontrare i Demoni.
Due tra i grandi Grimoires più venerabili erano la Clavicola di Salomone, o Grande Chiave, e il Lemegeton, o Piccola Chiave.
Alcuni ritenevano le due chiavi opera dello stesso Salomone; altri ne consideravano autori i Diavoli, che le avrebbero poi
affidate al sovrano di Israele. Nella Grande Chiave Salomone elencava tutti i passi necessari per evocare uno spirito e tenerne
poi saldamente in pugno le redini, se così si può dire. Il libro specificava anche i riti di purificazione e digiuno a cui il mago
doveva sottoporsi prima di tenere unevocazione, oltre a consigli pratici sui vestiti da indossare, gli strumenti da usare, le
procedure per tracciare il cerchio magico e così via. Nel Lemegeton, ritenuto spesso ancora più utile, Salomone ignorava le
raccomandazioni di carattere generale e andava subito al nocciolo della questione. La prima sezione, intitolata Goetia (Arti
Magiche), insegnava come evocare settantadue Demoni di prima grandezza e i loro rispettivi accoliti. La seconda, Teurgia
Goetia, parlava degli spiriti e delle loro caratteristiche. La terza, Arte Paolina, si soffermava sugli Angeli delle ore e dei giorni e
sui segni zodiacali. La quarta, infine, Almadel, descriveva gli angeli che presiedevano alle "altitudini",comerano allora chiamati
i punti cardinali. Oltre alle due chiavi di Salomone, esistevano altri Grimoires non meno stimati dagli occultisti e molto simili tra
loro per quanto riguardava i metodi di evocazione delle potenze infernali e i consigli da seguire per sconfiggere le malvagie
mire dei Demoni. Il Grimoire spiega poi che vi sono due tipi di patti, quelli "taciti" e quelli "manifesti". Solo leggendo il libro si
sarebbero potuti distinguere gli uni dagli altri. "Quando si stringe un patto con uno spirito e si è così costretti a dargli qualcosa
che ci appartiene, occorre stare bene in guardia." Esistevano molti spiriti che era possibile evocare, ma solo tra di essi
meritavano il nome di "superiori": Lucifero, regnante dell'Europa e sullAsia, Belzebù, la cui dimora era in Africa e Astaroth, che
viveva nel Nuovo Mondo d'America. Quanto all'aspetto di trattava di spiriti molto malleabili. Poiché, argomenta il Grimoire, non
disponevano di una forma corporea propria, dovevano trovarsi un corpo da abitare, "e uno adatto al modo di manifestarsi e
all'aspetto prescelto". Lucifero, il grande ingannatore, sceglieva spesso le sembianze di un giovane attraente "privo di
connotati mostruosi". Ma se andava in collera, il che non accadeva di rado, diventava di un rosso fiammante. Belzebù, al
contrario, preferiva mostrarsi in forme più convenzionalmente terrificanti: come una mucca gigantesca o un caprone dalla
lunga coda. Quando si infuriava, era incline a vomitare fuoco. Astaroth appariva come un uomo dal mantello nero. Era stato un
serafino, ed era precipitato insieme a Lucifero, che ne aveva fatto un dignitario delle regioni infernali. Ciascuno dei tre aveva ai
suoi ordini un paio di luogotenenti che venivano invitati a sbrigari i lavori più sbrigativi; inoltre, cerano decine di Demoni "liberi
professionisti" che i maghi più consumati potevano chiamare in aiuto per raggiungere obiettivi specifici. I loro nomi e le loro
prerogative differivano da un manuale all'altro; il Grimorium Verum ne cita diciotto, elencandone alcune specialità:

Clauneck: in grado di offrire ricchezze e scoprire tesori nascosti.

Muisin: influenza le opinioni dei potenti e fornisce consigli in ambito politico e militare.

Bechaud: esercita il suo potere su molte forze naturali, tra cui la pioggia, la grandine, i tuoni e i fulmini.

Frimost: controlla la mente e il corpo delle donne e delle ragazze.

Klepoth: può provocare visioni e sogni illuminanti.

Khil: a richiesta, scatena terremoti.

Mersilde: sa trasportare istantaneamente chiunque in qualunque luogo.

Clisterth: ha il potere di far calare dun tratto le ombre della notte e far risorgere improvvisamente il sole.

Sirchade: procura un vasto assortimento di bestie, sia reali che soprannaturali.


Hicpacth: può portare al vostro cospetto qualunque individuo, da qualsiasi distanza, in un batter d'occhio.

Humots: sa fare la stessa cosa con i libri.

Segal: fa apparire prodigi di ogni genere.

Frucissiere: resuscita i morti.

Guland: scatena flagelli e malattie.

Surgat: apre ogni sorta di serratura.

Morail: ha il potere di rendere invisibile qualsiasi persona o oggetto.

Frutimiere: può allestire banchetti e feste di ogni tipo. Huictiigaras: concede e toglie il sonno.

IL PATTO SACRILEGO

da "evocare l'inferno-storia della magia nera" di Robert Masello

Senza alcun dubbio, il mestiere del mago era estremamente rischioso: trattare con i Demoni era come fare giochi di destrezza
con bombe a mano che possono esplodere in qualsiasi momento. Ma il sommo pericolo era rappresentato dal patto sacrilego
che molti Demoni pretendevano di stringere prima di piegarsi ai voleri dellincantatore. I termini precisi dell'accordo variavano
a seconda dei casi, ma la sostanza era più o meno la stessa: il Diavolo prometteva di erogare i beni desiderati per un certo
lasso di tempo, di solito ventanni, ma alla fine del periodo stabilito avrebbe preso possesso dellanima del mago per l'eternità.
Un'alleanza a caro prezzo, non cè che dire: eppure più di un mago si mostrava pronto a dare il suo assenso. In un Grimoire
intitolato "il libro infernale", che attingeva a piene mani alle due Chiavi di Salomone, il contratto veniva offerto nella seguente
forma: "Imperatore Lucifero, padrone e signore di tutti gli spiriti ribelli, siimi favorevole, aiutami nel patto che voglio segnare
col tuo grande ministro Lucifogo Rofocal. Te pure invoco principe Belzebù, proteggimi nella mia impresa. Oh Conte Astaroth!
Siimi propizio, fa che in questa notte il gran Lucifogo si presenti a me in forma umana, senza emanare il pestifero odore, e
accogliendo il patto che gli presenterò mi elargisca le ricchezze e i doni di cui necessito. Oh Grande Lucifogo abbandona la tua
dimora, accorri al mio invito, se resisti ti obbligherò con la forza del potentissimo. Alfa e Omega e degli angeli della luce,
Adonai, Eloim, Jehovam che mi obbediscono. Rispondimi prontamente se non vuoi essere eternamente tormentato dalla forza
delle parole della clavicola di Salomone, di cui egli si servirà per obbligare gli spiriti ribelli a servirlo. Appariscimi o ti
tormenterò con il potere delle magiche parole della clavicola." Quest'invocazione, se recitata con i debiti crismi, conduceva
allapparizione del Demone, il quale, però, assentiva alle richieste dello stregone solo "alla condizione che ti impegni a lasciarmi
in capo allo spazio di venti anni padrone del tuo corpo e della tua anima". Dal momento in cui l'allenza col Diavolo veniva
siglata, entrambi i contraenti non si perdevano d'occhio un istante. Il Demonio sapeva che il mago avrebbe in qualche modo
tentato di rinnegare l'accordo, mentre il mago sapeva che il Demonio avrebbe vigilato attentamente per impedire alla preda di
sfuggirgli. A quanto si racconta, i due cani neri che accompagnavano ovunque Agrippa di Nettesheim erano in realtà demoni
che controllavano i suoi spostamenti. Si narra che lo storico francese Palma-Cayet avesse firmato un patto per garantirsi il
trionfo in tutte le sue dispute coni protestanti e che il contratto venne rinvenuto dopo la sua morte. Vi fu un funerale pubblico,
ma la bara, a quanto si diceva, era stata riempita di sassi: i Demoni avevano già rapito il suo corpo. Nel "libro infernale" si
trova anche una preghiera, una sorta di polizza di assicurazione. Subito dopo aver stretto il patto scellerato, si consigliava al
mago di dichiarare (senza farsi sentire dal Demone, naturalmente): "Ispirami o magnanimo Dio, i sentimenti necessari per
liberarmi dagli artigli del Demonio e di tutti gli spiriti infernali". Se e quanto tale supplica funzionasse, non ci è stato di saperlo.

LA FILOSOFIA OCCULTA

da "evocare l'inferno-storia della magia nera" di Robert Masello

Tra i numerosi testi che, nel corso dei secoli, si sono proposti di illustrare il funzionamento del mondo invisibile, l'opera in tre
volumi De Occulta Philosophia (La Filosofia Occulta) è senz'altro uno dei più importanti e, a suo modo, dei più autorevoli.
Scritto nel 1510 dal mago Agrippa di Nettesheim, il libro rimase inedito fino al 1531; ma anche allora procurò al suo autore più
noie che gioia. Sebbene Agrippa avesse poco più di ventanni al momento della sua stesura, 'lopera presenta come un trattato
completo sulla teoria e la prassi delle arti occulte. Nonostante la reputazione sempre peggiore di cui godeva la magia, Agrippa
sosteneva che non aveva nulla da spartire con i diavoli e gli spiriti maligni; non era un mezzo per fare del male o per sovverire
l'ordine naturale delle cose, ma piuttosto un metodo per capire meglio il cosmo e colui che lo aveva creato. L'uomo, sosteneva
Agrippa, "è l'immagine più manifesta di Dio. Luomo contiene in sé tutte le cose che sono in Dio...Perciò chiunque conoscerà se
stesso conoscerà tutte le cose che sono in lui; soprattutto conoscerà Dio, e l'immagine del quale egli è fatto". L'occultismo, a
suo giudizio, era una scienza a sé stante, che sviluppava in modo nuovo ed originale le aree più tradizionali del sapere:
impegnava la fisica, o quanto meno quello che allora si considerava tale, per studiare la natura delle cose; la matematica per
delineare il moto dei pianeti e delle stelle; la teologia per far luce sull'anima umana e sul mondo spirituale popolato dagli
angeli e dai demoni. Agrippa credeva inoltre che tutte le cose, animate o no, avessero unessenza spirituale, unanima, e che
tutte queste anime facessero parte di un più vasto spirito universale, una "superanima". Il che, a suo parere, spiegava le
proprietà miracolose che egli attribuiva alle sostanze più disparate, dalle erbe medicinali alle pietre preziose: racchiudevano
poteri che, per quanto sopiti, potevano essere ridestati e usati da un mago sufficientemente abile. Esistevano corrispondenze e
armonie fra tutte le cose che, se adeguatamente comprese, potevano condurre alla soluzione di molti problemi e curare ogni
sorta di malattia. Nel grandioso schema cosmico di Agrippa tutto era parte di unimmensa rete di correlazioni, dalle stelle del
firmamento al più piccolo pezzo di carbone: "Le stelle contengono gli elementi dei corpi terrestri, perciò le idee (i poteri e la
natura) si attraggono reciprocamente. Queste influenze si esercitano solo con l'aiuto dello spirito, ma lo spirito è diffuso per
l'intero universo ed è in pieno accordo con lo spirito umano. Tutta la creazione forma un'unità attraverso la simpatia delle cose
simili e l'antipatia di quelle dissimili; le cose di un determinato mondo al suo interno, come pure le cose congeniali di un altro
mondo". Stava al mago comprendere, interpretare e manipolare questa trama fantasticamente complessa.

MALEDIZIONI E INCANTESIMI

da "evocare l'inferno-storia della magia nera" di Robert Masello

Ogni abile mago disponeva di un ampio repertorio di incantesimi, in parte appresi sui manuali e in parte creati di persona, che
gli permettevano di raggiungere gli scopi desiderati. Qualche volta questi erano in effetti di natura diabolica (risvegliare i
morti, evocare i demoni), ma in altri casi si trattava di faccende ben più ordinarie. Nella loro attività professionale, i maghi
potevano essere ingaggiati per infliggere una maledizione o per spezzarne unaltra, per cagionare un malanno o per
scongiurarlo. In genere i maghi tendevano a specializzarsi, in base anche allambiente in cui vivevano. Chi abitava in riva al
mare, per esempio, era chiamato di frequente a confrontarsi con i venti e le correnti marine. Gli si chiedeva di favorire il
viaggio di una nave, di affondarne un'altra, di scatenare tempeste o di placare i flutti. I maghi dell'entroterra venivano invece
assoldati per svolgere mansioni più disparate: gli si chiedeva per esempio di rendere più abbondanti i raccolti o di addolcire il
latte delle mucche. Se scoppiava una pestilenza potevano essere accusati di aver provocato lepidemia, o supplicati di farla
cessare. In tempo di guerra i loro malefici venivano sfruttati per gettare scompiglio tra le file nemiche, e le loro abilità di
guaritori erano messe a profitto per sanare le ferite dei compatrioti. Erano infatti ritenuti in grado di arrestare il flusso di
sangue ad una piaga e di estrarre miracolosamente un proiettile o la punta di una freccia. Oppure di appiccare incendi ed
estinguerli. Potevano rivelarsi, al medesimo tempo, il nemico più temibile o l'alleato più prezioso. Per non correre rischi, era
prudente starne alla larga ma salutarli rispettosamente. Tanto più che spesso avevano amici orribili al cui aiuto ricorrere in
caso di bisogno. Ebenezer Sibly, autore della "illustrazione nuova e completa delle scienze occulte " (1787), avvertiva i lettori
che i maghi e le streghe potevano evocare spiriti e apparizioni di ogni sorta, e soprattutto tra tipi particolarmente docili al loro
ordini. In primo luogo, Sibly indicava gli spiriti astrali, che infestavano le cime delle montagne, le selve folte e buie, i castelli
diroccati e ogni luogo dove era stato commesso un omicidio. Per gli spiriti ignei, "di natura mediamente vegetativa", ma
"asserviti al regno delle tenebre". Queste creature mostruose, di indole malvagia, erano assai ricettive alle chiamate di abili
incantatori. Infine ecco gli spiriti terreni, che parevano nutrire un odio congenito per il genere umano, forse a causa del luogo
in cui vivevano. Ma tali spiriti, a detta di Sibly, vivevano loro stessi "in uno stato di terrore e disperazione continua...Dire che
vengono bruciati senza requie tra le fiamme è soltanto un'immagine allogorica, adattata alla concretezza dei nostri sensi. In
realtà la loro sostanza è spirituale e la loro essenza è troppo sottile per qualsiasi tormento esteriore. La sorgente inestinguibile
delle loro sofferenze è in loro stessi e li accompagna senza concedere un solo attimo di sosta e riposo. Essere separati dalla
presenza di Dio è per loro un tormento più grande di tutte le torture del mondo messe insieme". I maghi che li evocavano, per
qualunque motivo lo facessero, correvano il rischio di condividere il loro destino.

LE MESSE NERE

da "evocare l'inferno-storia della magia nera" di Robert Masello

La messa è un rituale di tale importanza e tale valore, ogni suo particolare è così ricco di significati, che sarebbe stato
sorprendente se nessuno avesse tentato di profanarla con finalità empie e occulte. E, naturalmente, così è avvenuto. La messa
nera, vale a dire la parodia sacrilega del rito cristiano, è stata praticata nel corso dei secoli da streghe e maghi per invocare
non Dio, ma Satana; per conseguire non il bene, ma il male; per raggiungere non finalità sacre, ma scopi empi. Tra questi, il
peggiore era indubbiamente l'uccisione di un'altra persona. La cerimonia in cui i riti della messa nera venivano più
clamorosamente capovolti ed indirizzati a finalità malvagie era il "sabba delle streghe". I sabba avevano luogo nei boschi e
sulle vette dei monti, nelle forre impervie e ai crocevia deserti. Le streghe si radunavano in quelle località appartate per
festeggiare i propri trionfi, per confidarsi segreti, per iniziare nuovi membri e per ribadire una volta di più la propria fedeltà al
loro capo e signore, Satana. Lo stesso Satana, o un emissario da lui inviato, presedieva a tale empia liturgia. Comè logico
aspettarsi, con un demonio che officiava allaltare, tutti i cerimoniali venivano sovvertiti. Nel calice, al posto del vino, cera
acqua, urina o il sangue di un bambino immolato; l'ostia era sostituita da una rapa annerita. Le parole delle preghiere
venivano deliberatamente stravolte. Le invocazioni pronunciate erano immancabilmente volgari o blasfeme. Anche all'altare
era volutamente un abominio. A volte si distendeva sopra una donna nuda; altre volte una donna nuda carponi, fungeva essa
stessa da altare. Il demone o mago che officiava la liturgia indossava una pianeta simile a quella dei sacerdoti, ma di colore
rosso vivo, con una pezza verde che raffigurava una donnola e un orso mentre consumavano lostia, oppure con un'immagine
di un caprone nera dalle scintillanti corna dargento. In conclusione, nei sabba si sostituivano le invocazioni e i simboli cristiani
con bestemmie e atti profani, allo scopo di dissacrare la messa e imbragliare al contempo l'innegabile forza per la
glorificazione del male.

LA NEGROMANZIA

da "evocare l'inferno-storia della magia nera" di Robert Masello

Di tutte le pratiche occulte, la più rischiosa era indubbiamente la negromanzia, l'arte di invocare i morti. In un certo senso
rappresentava l'apice del talento magico, l'impresa più sconvolgente e sbalorditiva che uno stregone potesse esibire nel
proprio curriculum personale. In parte a causa della sua straordinaria intrinseca difficoltà e in parte per i tremendi pericoli a cui
il mago si esponeva nel momento in cui evocava fantasmi e demoni delloltretomba. Tali spiriti, infatti, non erano
particolarmente entusiasti all'idea di doversi sobbarcare il viaggio. Occorreva scegliere lo scenario propizio per celebrare i
rituali magici. Tra i luoghi prediletti dalla negromanzia spiccavano le cripte, addobbate con drappi neri e illuminate da torce, e i
boschi più impervi e inaccessibili a eventuali intrusi. Anche i crocicchi godevano di una certa popolarità, forse nella convinzione
che molte anime, sia vive sia morte, erano abituate a passare da quelle parti. I ruderi dei castelli, abbazie, monasteri e chiese
si prestavano altrettanto bene, così come, naturalmente, i cimiteri. L'ora migliore per l'invocazione di un defunto era quella che
andava dalla mezzanotte all'una. Se la luna piena splendeva in un cielo sereno, benissimo. Meglio ancora se infuriavano il
vento e la tempesta, i tuoni e i fulmini. E non solo grazie all'indubbio effetto scenografico. Per gli spiriti, osì si credeva, non era
facile mostrarsi e rimanere visibili nel mondo reale, ma il tempo inclemente, in virtù di qualche misteriosa ragione, li aiutava. Il
negromante si sottoponeva a numerosi preliminari. Nei nove giorni che precedevano il tentativo, lui ed i suoi assistenti
dovevano immergersi in una totale atmosfera di morte. Spogliatisi delle loro normali vesti quotidiane, mettevano abiti logori e
sbiaditi che avevano sottratto a dei cadaveri e, nellatto di indossarli, recitavano litanie funebri in onore di se stessi. Fino a che
il rito di evocazione non si fosse concluso, non gli era concesso togliersi i vestiti. Esistevano poi altri divieti da rispettare. Non
era consentito neppure guardare una donna. Dovevano mangiare cibi insipidi, perché il sale era un conservante, e i cadaveri
erano destinati a putrefarsi nella tomba, non a rimanere intatti. Si nutrivano di carne di cane, perché i cani erano creature di
Ecate, dea dei fantasmi e della morte, dallaspetto così terribile che chiunque la ridestasse doveva avere cura di evitarne lo
sguardo: una sola occhiata e la mente veniva distrutta per sempre. In una sorta di versione necromantica della Comunione,
mangiavano pane nero non lievitato e bevevano succo duva non fermentato. Tali sostanze erano lemblema della desolazione e
dello sconforto caratteristici del regno che si accingevano ad esplorare. Lo scopo dei preparativi era quello di creare una sorta
di legame empatico fra i negromanti e le anime che speravano di evocare. Compiuti i riti preliminari, lo stregone e i suoi
complici si recavano al cimitero e, rischiarati dalla luce delle fiaccole, tracciavano un cerchio magico intorno alla tomba che
intendevano profanare; poi bruciavano un miscuglio di legno comune, giusquiamo, cicuta, zafferano, aleo, mandragora e
oppio. Dopo aver dissigillato la bara, esaminavano il corpo e ne rivolgevano il capo verso est (la direzione del sole nascente);
le braccia e le gambe venivano disposte come quelle di Cristo crocifisso. Vicino alla mano destra del cadavere, il negromante
metteva una ciotola con una miscela infuocata di vino, resina e olio profumato. Toccando tre volte il corpo con la bacchetta
magica, declamava allora alcune formule del suo Grimoire; le parole precise di tali invocazioni variavano da libro a libro. Con
una lieve variante, se l'anima che si voleva evocare era quella di un suicida, il mago doveva toccare la salma nove volte,
ricorrendo a ulteriori poteri occulti, quali i misteri degli abissi e i riti di Ecate; poteva inoltre chiedere allo spirito perché si era
tolto la vita, dove si trovava in quell'istante e dove probabilmente sarebbe andato in seguito. Gli doveva poi intimare di
rispondere alle sue domande se voleva "serbare la speranza di godere del riposo dei giusti e vedere alleviati i suoi dolori". Se
tutto andava come previsto, l'anima rientrava nel suo corpo vecchio e malmesso, che lentamente si alzava in piedi. Con voce
spenta e sepolcrale, il defunto rispondeva a ogni domanda del negromante: che cosa vi fosse oltre quella valle di lacrime, quali
demoni stessero causando sventure all'umanità, dove si trovasse un certo tesoro sepolto. Quando linterrogatorio aveva
termine, il mago ricompensava la disponibilità mostrata dallo spirito promettendogli per lavvenire un riposo indisturbato, poi
bruciava il cadavere o lo sotterrava nella calce viva per dissolverlo. In entrambi i casi, lo spettro sapeva che il suo corpo
veniva distrutto e che non sarebbe più stato costretto a rientrarvi.

LA CABALA

da "evocare l'inferno-storia della magia nera" di Robert Masello

Anche se nel Medioevo e nel Rinascimento vi si dedicarono con passione molti mistici cristiani, la Cabala ha antiche origini
ebraiche, Si trattava di un corpo di dottrine mistiche e teosofiche tramandato ai patriarchi e ai profeti sin dalla creazione di
Adamo; si pensava che nella cabala fossero racchiusi, in formule ermetiche, i segreti delluniverso. La parola, in sé, significava
"dottrine ricevute dalla tradizione". Mistici, alchimisti, maghi ed altri occultisti erano attratti dalla Cabala per evidenti ragioni:
se fossero riusciti a prenetrare gli oscuri codici, avrebbero potuto scoprire il segreto della pietra filosofale, o dellelisir di lunga
vita. Agrippa, Paracelso, Robert Fludd e molti altri passarono al seticcio quesgli oscuri scritti ebraici, in cerca di lumi e di
ispirazione. La Cabala, pur essendo straordinariamente difficile da comprendere e da spiegare, era essenzialmente una
grandiosa cosmogonia che spaziava dalla natura di Dio alla creazione dell'uomo, degli angeli e dei demoni. In una sezione,
chiamata Le magioni e le dimore, era illustrata la struttura del paradiso e dellinferno; in un'altra, intitolata Il libro dei segreti,
veniva indagata la demonologia. La Cabala, per dirla molto breve, sosteneva che Dio - chiamato col nome di En Soph - era uno
spazio illimitato e incomprensibile nell'universo, un essere infinito al di sopra di ogni pensiero da noi concepibile. Per quanto ci
si sforzasse di immaginare e raffigurare En Soph, per quanto ostinatamente si battesse il capo contro il muro, non si sarebbe
mai riusciti nemmeno ad avvicinarsi alla realtà. Ma anche En Soph aveva un problema: per rendersi manifesto in qualche
modo, doveva agire, creare qualcosa. E per fare questo erano necessarie intenzioni e desideri; biosgnava inoltre rimboccarsi le
maniche e mettersi al lavoro. Un'entità illimitata e imperscrutabile come En Soph non poteva certo sporcarsi le mani. Così
delegò l'i'ncarico a dieci intelligenze, o Sefirot (numeri) che emanavano da lui come raggi dal sole ed emanavano ognuno da
quella che la precedeva. In ordine decrescente, la gerarchia dei Sefirot era: Corona, Sapienza, Intelligenza, Amore, Giustizia,
Bellezza, Trionfo, Gloria, Fondamento e Regno. Le dieci entità fecero un buon lavoro, ma l'universo creato non era né perfetto
né incircoscrivibile, proprio perché non era stato En Soph a occuparsene personalmente. Come avrebbero potuto la perfezione
senza limiti creare un'imperfezione limitata? Se tutto questo vi suona un po strano, vuol dire che state cominciando a farvi
un'idea della Cabala. Tuttavia, l'universo appena creato non poteva dirsi completo senza il suo coronamento, l'essere umano.
La stessa struttura corporea dell'uomo era ritenuta una rappresentazione fisica delle quattro lettere del Tetragramma divino, e
ogni parte del corpo umano veniva fatta corrispondere a qualche regione delluniverso noto e visibile. Quanto all'anima umana,
si pensava preesistesse alla nascita che, prima di trasferirsi in un corpo, abitasse nel Mondo delle Emanazioni. In tale stato
originario riuniva in sé il maschile e il femminile; solo dopo essere discesa in questo mondo si divideva in due parti e animava
due corpi separati. Il matrimonio non era che la ricomposizione dei due frammenti dell'anima originaria, ma solo se le cose
andavano per il giusto verso. E se non era stato un modello di purezza e di virtù? Doveva sottoporsi a una specie di
programma di riabilitazione spirituale: all'anima venivano concesse altre tre possibilità di recuperare la sua perfezione innata,
reincarnandosi ogni volta in un corpo diverso. Se anche questo non funzionava, se cioè lanima era ancora troppo debole per
resistere al peccato e alla corruzione mondana, allora venivano prese misure più drastiche: la si univa ad unaltra anima, nella
convinzione che, lavorando nsieme, sarebbero finalmente state in grado di purificarsi e di tornare al Mondo delle Emanazioni.
Ma perché tante complicazioni? Perché, secondo la Cabala, l'anima del Messia sarebbe giunta soltanto quando tutte le altre
anime fossero discese sulla terra e poi tornate in seno all'Infinito. Allora soltanto l'anima del Messia sarebbe discesa e il grande
Giubileo sarebbe inziato. Allora tutti i peccati, le tentazioni e le sofferenze sarebbero stati sradicati e a vita sarebbe divenuta
un interminabile Sabato, una grandiosa festa che avrebbe visto tutte le anime finalmente riunite con l'Anima Suprema. Persino
Satana avrebbe riacquistato la perduta natura angelica. Con la prospettiva di un simile risultato finale, tutte le tribolazioni e le
peregrinazioni delle anime dovevano sembrare più che degne di essere affrontate.

L'ARTE DEGLI ALCHIMISTI

da "evocare l'i'nferno-storia della magia nera" di Robert Masello

Se l'alchimista mirasse principalmente a un tornaconto materiale o spirituale è un punto su cui ancora oggi si continua a
discutere; sia come sia, il suo obiettivo era quello di ottenere una trasformazione. Gli alchimisti di proponevano di sondare i
misteri della natura: qualè l'origine della materia? Perché ha assunto forme nelle quali ci si presenta? In che modo è possibile
manipolarla? Questio gli interrogativi che assillavano la mente degli alchimisti, questi gli enigmi da cui scaturì la cosiddetta
Dottrina Segreta, o Grande Opera. Da un punto di vista prettamente concreto, lo scopo primario degli alchimisti era quello di
tramutare i metalli vili - piombo, stagno, ferro - nei metalli in assoluto più nobili, l'argento o soprattutto l'oro, avvalendosi di
una misteriosa sostanza nota come pietra filosofale. Oltre al suo ovvio valore commerciale, all'oro venivano ascritte miracolose
proprietà ricostituenti. In un senso più filosofico, l'alchimia era un sistema di pensiero volto a purificare la natura umana
dell'alchimista stesso, sino a condurlo alla perfezione. Quali che fossero i precisi intenti e metodi dell'arte alchemica, certo è
che erano sempre ammantati di un denso alone di mistero ed espressi in un linguaggio quasi impossibile da comprendere. I
testi di alchimia erano volutamente criptici per vari motivi. Per prima cosa, le arti magiche erano perennemente in odore di
eresia e i loro cultori rischiavano di finire legati a un palo con una fascina di legna sotto i piedi. Perciò, quanto meno appigli si
fornivano agli inquisitori ecclesiastici, tanto meglio era. In secondo luogo, per la conventicola degli alchimisti era essenziale
mantenere segreti e scoperte in mani fidate. Se le formule per la fabbricazione delloro o altri ritrovati alchemici secondari
fossero caduti in possesso di persone sbagliate, avrebbero potuto essere sfruttati in vista di fini empi e perversi. Ecco il parere
al riguardo di Thomas Norton di Bristol, autore di un manuale quattrocentesco intitolato Ordinale di alchimia: Rimanga sempre
questarte segreta a la ragione ben la puoi comprendere; che, se un uomo malvagio mai venisse a usarne, la pace dei cristiani
ei potrebbe distruggere e con lorgoglio e la superba sua rovesciare sovrani e principi di rango. In terzo luogo, i testi di alchimia
erano così oscuri per la semplice ragione che sotto tali arcane espressioni non si nascondeva in realtà nulla. Gli alchimisti si
destreggiavano con grande perizia in un elaborato gioco di prestigio, e rendere incomprensibili i propri scritti era il modo
migliore di accertarsi che nessuno potesse mettere in dubbio la profondità della loro "scienza". A conti fatti, in tutte queste
spiegazioni cè probabilmente una parte di verità. La congrega degli alchimisti era assai lacerata al proprio interno: vi erano i
sedicenti "adepti" che si eregevano a custodi della vera scienza e guardavano dall'alto in basso i dilettanti allo sbaraglio, gli
amatori di infimo rango che a loto giudizio svilivano la professione passando il tempo a manovrare il mantice senza grande
costrutto in laboratori caotici e improvvisati. Probabilmente non sarà mai possibile risalire con certezza alle orgini più remote
dell'alchimia, tuttavia, è senza ombra di dubbio una delle arti occulte più antiche e intensamente coltivate.

LA MAGIA NERA

da "Magia" di Jean de Blanchefort


Che esista una forza opposta a quella del bene è un'affermazione abbastanza frequente in ogni espressione religiosa, che è
sinceramente presa in considerazione anche da coloro che non sono legati a nessuna confessione o religione ma che
comunque sono disponibili ad accettare l'esistenza di due energie una opposta all'altra. Più in là è difficile andare. La prima
manifestazione dell'avversario di Dio nell'Antico Testamento è il racconto della tentazione di Adamo e di Eva da parte del
serpente nel giardino dell'Eden, ma niente nel Genesi permette di vedere in questo animale un travestimento del Diavolo così
come verrà concepito molto più tardi. Questo rettile, che proprio per la sua forma ha da sempre inquietato luomo, era, in
tempi remotissimi, uno dei grandi dei della Fenicia e, nello gnosticismo, "colui che apporta la rivelazione" e non già
l'incarnazione del male. In seguito lo Spirito del Male si manifesterà non più sotto forma di serpente, ma con il nome di
Satana, o Assatan, l'avversario. La versione biblica di questo dio sumero come Satana è, quasi certamente, una degradazione
in quanto originariamente egli non era affatto un angelo del male. Nella bibbia greca dei Settanta il nome Satana è tradotto
con il termine "diabolos", "colui che disunisce" da cui, più tardi, deriverà la parola diavolo o daimon e nella stessa Bibbia, in
effetti, Satana è un angelo creato da Dio al sesto giorno mentre nella concezione persiana Angra Manya, il principe del Male, è
sempre esistito fin dallinizio del mondo, così come Ahura Mazda (il principe del Bene). E' anche possibile cercare di inquadrare
in una luce meno sinistra, ma pur sempre adombrata di chiaroscuri, le varie sette più o meno segrete che hanno fatto del culto
del demonio il loro credo principale o i tanti maghi che operano al nero cercando la Conoscenza lungo vie sinistre ed oscure.
Del resto, così come Dio è il Re dei Cieli, il Diavolo è il Re del Mondo e, poiché tutti noi siamo costretti ad agire sul piano
materiale, perché non chiedere aiuto alle potenze che fanno capo a questo Angelo Decaduto? Certamente anche il Diavolo ha
un suo sottile fascino e ha ispirato, lungo tutto il medioevo, un folle terrore che spiega, da solo, tutta la nefanda storia della
Santa Inquisizione, della stregoneria, della magia nera e delle arti malvagie tanto da lasciare indelebili tracce anche nel
folklore e nelle tradizioni popolari. Essendo il satanismo una religione di materia, di trasgressione e di carne, anche il suo
altare sarà di carne e sangue per meglio ricevere gli influssi e le predilezioni dei fedeli. Certamente non è mia intenzione
ridurre semplicemente il concetto di magia nera ad un satanismo che, in definitiva, ha ben poco a che fare con la magia,
essendo una parodia blasfema e tendenzialmente atea mirante a soddisfare la brama materialistica insita in ciascun individuo.
E però innegabile il fatto che, in certi rituali satanici - compresi quelli della Chiesa di Satana - vengono ad attivarsi certe
condizioni sottili che possono provocare quei mutamenti dello stato di coscienza che rapprensentano il fine ultimo del mago.
Queste condizioni, per manifestarsi, sfrutterebbero le intense cariche emotive e di autosuggestione che il cerimoniale riesce ad
attivare.

CERIMONIE E PATTI DIABOLICI

da "Magia" di Jean de Blanchefort

Da un punto di vista prettamente magico per patto con il diavolo dobbiamo intendere un mezzo, o più mezzi, trascendente per
svegliare, o meglio: risvegliare, quei poteri latenti che sono racchiusi in ciascuno di noi. Questi mezzi, ovviamente, non sono i
soliti , il diavolo è rappresentato dal "potere serpentino" ridestato dalla liberazione delle energie subconsce. Nelle stesse
cerimonie di evocazione c'è la possibilità di entrare in una sorta di relazione contrattuale con gli stessi spiriti, vale a dire
stipulare degli accordi mediante i quali si possono ottenere favori dalle entità differenti. Generalmente gli spiriti richiedono, in
cambio, sacrifici di animali o suffimigi rituali mentre, nelle evocazioni diaboliche, il mago nero deve promettere, in cambio dei
favori, la propria anima. Ma vediamo quali sono questi mezzi magici per propiziare questo risveglio serpentino. a) droghe e
alcool b) attività sessuale controllata con la volontà c) violenza portata al massimo grado d) evocazione di spiriti diabolici
Vediamo l'ultimo punto che riguarda le evocazioni di entità diaboliche. Queste chiavi sfruttano le intense cariche emotive che
tutto il cerimoniale riesce ad attivare proprio come nelle altre evocazioni. Nel caso anora una volta ci viene in aiuto la Chiesa di
Satana di Anton Le Vey che prevede questa particolare cerimonia. Dividiamola in fasi.

1) vestizione dell'operatore. Questi indosserà una tunica nera con disegnato un pentacolo con la punta rivolta verso il basso
per evidenziare che loperazione in corso è destinata alle potenze infere che stanno in basso

2) sistemazione del Tempio Magico. Larredo prevede, una candela nera, la Coppa, la Spada, un simbolo fallico, una
campanella. L'Altare è costituito da una donna nuda, la testa rivolta a sud e i piedi a nord. Il Cerchio Magico va tracciato con i
nomi diabolici e non alcuni sigilli. Parimenti il Triangolo dell'evocazione deve contenere il Nome Diabolico dello spirito da
chiamare

3) purificare lambiente con volute di fumo di incenso e assafetida

4) procedere come per una normale evocazione sostituendo ai Nomi Divini quelli diabolici e leggendo la seguente invocazione:
"nel nome del Signore della Terra, il Re del Mondo, ordino alle forze delle tenebre daccordarmi il loro potere infernale.
Spalancate le porte dellinferno e venite su dallabisso per salutarmi come vostro fratello, o sorella, ed amico. Concedetemi le
indulgenze di ciò che vi chiedo! Ho preso il tuo nome come una parte di me stesso! Vivo come le bestie nei boschi, esultando
nella vita carnale! Favorisco il giusto e maledico il marcio! Per tutti gli Dei dell'Abisso, ordino che quelle cose cui aspiro
divengano reali, vieni avanti e rispondi ai tuoi nomi per manifestare i miei desideri!"

5) ruotare in senso antiorario su se stessi dirigendo la punta della Spada verso i Quattro Punti Cardinali, pronunciando il nome
di Satana a sud, di Lucifero a est, di Belial a nord e di Leviathan a ovest
6) benedire con il simbolo fallico

7) invocazioni di circostanza a seconda dello scopo della cerimonia

8) rituale di successo: bisogna sforzarsi di visualizzare mentalmente colui che desidera il successo, se si tratta di se stessi:
autocommiserarsi; Rituale di distruzione: conficcare spilli nella bambolina che simboleggia il nemico, disegnare o dipingere la
sua rovina; Rituale di desiderio: possedere carnalmente la donna visualizzando, al momento dellorgasmo, loggetto del
desiderio

9) evocazione dello spirito diabolico e richieste

10) congedo dello spirito Nel "grand grimoire" attribuito ad un certo Antonio del Rabbino, un veneziano, viene spiegato in
dettaglio il patto con il diavolo. Nel testo sono elencati altrsì molti spiriti infernali con le loro attribuzioni e caratteristiche.

Mi sembra ripetitivo elencare tutta la cerimonia che prevede levocazione di Lucifero (chiamato nel testo in questione Lucifuge).
Dirò solo che levocazione prevede un sacrificio animale immediatamente prima dellevocazione. Il mago dovrà aver tracciato il
Cerchio dellArte secondo luso e dovrà disporre di tutta la strumentazione necessaria. Come base per il rituale si potrà seguire
tutti i punti che ho elencato relativi alla cerimonia del La Vey, fino al punto sette. Ed ecco l'evocazione di Lucifuge. "imperatore
Lucifero, Principe e Signore degli Spiriti ribelli, io (nome mistico del mago) ti chiedo di lasciare la tua sede, in qualunque parte
del mondo essa sia, e di accorrere akka mia chiamata. Ti comando e ti ordino, nel Nome del Grande Dio Vivente Padre, Figlio e
Spirito Santo di venire senza alcun cattivo odore e di rispodnere con voce chiara e udibile, parola per parola, alle domande che
io ti porrò. E se non farai tutto questo verrai costretto per Adonai, Elohim, Jehova, Sabaoth, Metatron, On, Agla, Mathon, Gad,
Almusin, Gibor, Jehosua, Evam, Zariatnamik e per tutti gli altri Santi Altissimi, che ti obbligheranno contro la mia volontà.
Vieni! Vieni! Vieni! Submitte mihi illum Lucifuge, o sarai torturato in eterno dal potere di questa Bacchetta Fulminatrice!". Dopo
di ciò lo spirito dovrebbe apparire. All'apparire dello Spirito Infernale il mago esporrà le sue richieste sempre minacciando
l'entità se questa si rifiuterà di sottostargli poi darà il via alla contrattazione vera e propria scrivendo con il proprio sangue su
un foglio di pergamena i termini del contratto una volta stabilite le modalità. Terminata l'operazione si procederà al congedo.
"Sono soddisfatto e contento di te, Principe Lucifuge, per il momento. Vai ora in pace e ritirati senza fragore e senza arrecare
molestie ad alcuno. Non dimenticare il nostro patto o ti tormenterò con la mia Bacchetta Fulminatrice!"

SPIRITI INFERNALI

da "Magia" di Jean de Blanchefort

A ben vedere, tutte le entità e gli Spiriti della magia, proprio per le considerazioni precedenti, sono considerati - dalla
tradizione cristiana - enti che provengono dal piano inferiore, vale a dire diavoli. Infatti questi spiriti sono tratti da quell'inferno
che è il subconscio personale dello stesso mago e sono quindi oggettivazioni che scaturiscono dagli stati profondi e sotterranei
della mente e che, una volta rimossi, vengono alla superficie conscia sottoforma di incubi. Tra le varie entità esiste una
gerarchia ben strutturata, per cui un Elementale è, ad esempio, ben diverso da una Intelligenza o da un Angelo. Le entità
diaboliche sono tali e tante che mi è praticamente impossibile riportarle per intero per cui mi limiterò a citare qulche
"esemplare" tra i più curiosi ed interessanti, ma che è sempre bene lasciare dove si trovano. Asmodeo Nel libro di Tobia, un
testo del II secolo a.C. è citato Eshmadai, che in seguito diventerà Asmodeo. E' il demone che ha ucciso i setti mariti di Sara e
che, nella letteratura rabbinica, diverrà in seguito il re dei Demoni. Secondo Salomone, Asmodeo ha tre teste: una di toro, una
di ariete e una umana; piedi di cavallo, coda di rospo e bocca che vomita fiamme. Cavalca un dragone ed è armato di una
lancia. E dotato di molti poteri: procura tesori nascosti, insegna le arti matematiche, conferisce l'invisibilità, induce alla
lussuria. Salomone lo descrive "furioso e urlante". Belzebub Il capo dei Demoni, chiamato anche Belzebù, è forse derivato
dallantico dio Baal, o Bel, e significa "signore delle mosche". Secondo il saggio Salomone egli prova particolare piacere a
sopprimere i regnanti, a perseguitare la gente inerme, inoltre incita alle guerre e ai crimini contro natura. La tradizione
riferisce che Belzebub è altissimo, seduto su un trono gigantesco, la faccia di fuoco gonfia e orribile, le sopracciglia folte e
spesse, sul capo due corna lunghe e appuntite. Questo demone è vinto dal Nome Divino Emmanuel, dalle cifre 644 e dal Nome
Eleeth. Lo si può evocare ma è molto difficile liberarsi di lui. Lilith Chiamata anche la Civetta o la Notte, Lilith è un demone
femminile che appare sotto forma umana con capelli sciolti fluttuanti e arruffati. Secondo il Talmud sarebbe stata la prima
moglie di Adamo e gli avrebbe dato una discendenza di demonismo, ma, piuttosto che riconoscere Adamo come suo padrone
lo lasciò e fu scacciata dal paradiso. Lilith è chiamata anche "quella che grida" e, nello Zohar, "serpente, donna di
prostituzione, fine di tutta la carne, fine dei giorni". Secondo unaltra tradizione è Lilith che provoca le polluzioni notturne e che,
dalle gocce di seme che vanno perdute, genera demoni e spiriti maligni. Sammael Secondo gli Ebrei è uno dei principi del
male, creatura delle tempeste. Il suo nome può essere tradotto come "veleno di dio" e pare riferirsi al nome di carnefice che gi
è proprio. Si dice che voli come un uccello e sia molto più astuto. Fu questo demonio che, sottoforma di serpente, tentò Eva in
paradiso e che, in qualità di compagno non circonciso di Lilith, generò una numerosa prole di demoni. Azazel Nell'apocalisse di
Abraham è citato questo demone che figura anche nellAntico Testamento. E un uccello impuro che vuole insudiciare il sacrificio
di Abramo, e forse il suo nome deriva da un'antica deità delle greggi dei Sumeri. Nel libro di Enoch Azazel è accompagnato da
Semiazas, che incita gli angeli ad unirsi alle donne e insegna l'arte della magia. Azazel è molto abile nell'arte della guerra e
nella fabbricazione delle armi e inoltre rivela i segreti degli incantesimi e della seduzione femminile. Belfagor Il suo nome
esatto è Belphegor e deriva con ogni probabilità da un'antica divinità moabita chiamata Baal-Peor, letteralmente "il signore del
monte Phegor".
RITUALI DI SORTILEGIO E DI INCANTAMENTO

da "Magia" di Jean de Blanchefort

Mi occuperò ora di tutte quelle tecniche occulte che venivano genericamente raggruppate come sortilegi o, se preferite, sotto il
termine di malefici. Si tratta di rituali piuttosto oscuri e poco conosciuti, in special modo per il fatto che raramente chi li pratica
ama raccontarlo in pubblico e non desidera la benchè minima pubblicità. Tutto ciò naturalmente è più comprensibile in quanto
le operazioni al nero comportano - sempre e comunque - un danno fisico e spirituale che può arrivare addirittura alla morte
dell'individuo scelto come "bersaglio" del sortilegio. Fortunatamente per mettere in pratica certe cose è necessario avere
unottima padronanza della materia magica ed un certo potere ottenibile solo dopo un lungo studio e molta pratica.

Il Maleficio

Il maleficio è unazione diretta a danno di qualcuno o a detrimento di qualcosa, o che comunque risulta dannosa e vantaggiosa.
Colui che compie questa operazione è uno stregone - o una strega, o fattucchiera, se di sesso femminile - più propriamente un
mago che sta operando al nero, e questi si determina tale proprio in virtù dellatto che si accinge a compiere a danno altrui. Da
ciò ne consegue, ovviamente, che il maleficio è considerato un intervento magico illecito in quanto lesivo della altrui libertà e
salute quindi va condannato nel modo più assoluto. Il termine deriva dal latino "malia", incantamento, e "facere", azione. Il
"fare" implicito nella parola comporta lidea di una manipolazione più o meno complessa di sostanze e ingredienti che realizza
lo stato voluto, da qui anche il termine di "fattura". Il sortilegio, invece, ha finalità più sottili pur agendo con il medesimo
principio ed è solitamente sinonimo di "fattura a morte". Ciò che fa gioco in questo senso è la precisa e spiccata volontà
delloperatore stesso orientata verso il male, atta a coercire una volontà più debole e indifesa onde piegarla ai propri voleri.
Tutto questo implica una sorta di "circuito chiuso" che viene ad instaurarsi tra due, o più , persone: il maleficiatore - vale a
dire chi trasmette lazione nefasta - e il maleficiato - cioè chi la subisce - che è quasi sempre inconsapevole dellincombenza del
rituale stesso in azione contro di lui. Il maleficio può essere di due tipi:

1) diretto: quando agisce, senza alcuna meditazione, sul bersaglio da colpire. Possiamo paragonare l'operatore mago ad
unemittente sonora e il bersaglio a una ricevente sintonizzata sul quel programma specifico. Perché il maleficio abbia luogo
occorre che il soggetto ricevente non abbia alcuna possibilità di spegnere il ricevitore e che, la trasmissione, sia istantanea e
imprevedibile. Tale è, ad esempio, il cosidetto "malocchio", la visualizzazione astrale.

2) indiretto: quando lo stregone non agisce direttamente sulla vittima, ma attraverso mezzo che le sono caratteristici o che le
appartengono o, in via subordinata, esercitando la coercizione sulla rappresentazione caratteriale del soggetto stesso (oggetti
che gli appartengono, frammenti di unghie, capelli, sangue etc.) denominati, in genere, "oggetto di transfert".

Il maleficio indiretto può essere esercitato in quattro modo differenti.

a) infissione o defixio

b) putrefazione

c) annodamento e legatura

d) distruzione

Il Malocchio Lo stesso termine indica chiaramente qualè il mezzo diretto per "gettare il sortilegio". Molti ritengono che il
malocchio sia un fenomeno tipicamente italiano mentre in realtà è conosciuto anche nel resto del mondo: "mauvais oeil" il
termine francese, "evil-eye" in inglese, "boser-blick" in tedesco. L'origine di questo sortilegio si perde nella notte del tempo e il
fenomeno ha avuto grande popolarità lungo tutto il corso del medioevo e, in parte, anche nel Rinascimento quando si riteneva
che le persone possedute dal demonio potevano, con i loro sguardi, gettare ogni sorta di disgrazia sui cristiani timorati da Dio.
Indubbiamente il fenomeno è diventato, col tempo, una curiosità flokloristica che affonda le sue radici nella superstizione
popolare anche se - alla base - è evidente una componente magica. Non posso negare che vi siano persone, dotate di un
enorme potere magico, in grado di provocare veri e proprio sortilegi con effetti paranormali (telepatia, ipnosi, etc.) in grado di
coercire le volontà più deboli, ma è ben difficile raggiungere simili vette.

Le fatture

Con il termine di "fattura" che deriva dal latino "facturus", futuro, azione rapportabile al futuro, si rende in pieno il significato
dell'evento malefico in quando indicativo di una azione mediata effettuata da una persona specializzata verso un bersaglio
prestabilito. In senso pratico la fattura consiste nel provocare magicamente su individui lontani nello spazio effetti negativi o
comunque indipendenti dalla volontà del soggetto - bersaglio per mezzo di capelli, frammenti di unghie, liquidi organici
dellindividuo ricevente e, indirettamente, su feticci - bambole di cera o di stoffa, pupazzetti, fotografie etc. Rituali o
incantamenti d'amore A parte le fatture d'amore, esiste tutta una serie di rituali magici atti a procurare l'amore di unapersona.
Personalmente considero piuttosto banali questi mezzi per coercire volontà più deboli e che non hanno alcuna intenzione di
seguire i nostri desideri. Dopotutto se certe persone non provano amore per noi significa che il destino ha disposto altrimenti e
non è certo usando l'arte magica che raggiungeremo la soddisfazione. Certo, in molti casi con la magia è possibile ottenere un
tale risultato ma l'unione che ne deriverebbe, credetemi, appagherebbe soltanto fisicamente lasciandoci una profonda
insoddisfazione spirituale.

IL MONDO DELLA MAGIA NERA

da "La Magia Nera" di Richard Cavendish

La forze che, nascosta, guida la magia è la sete di potere. L'obiettivo supremo del mago venne definito per la prima volta,
abbastanza appropriatamente, dal serpende del Giardino dell'Eden. Adamo ed Eva temevano che, se avessero mangiato il
frutto dell'albero della Conoscenza del Bene e del Male, sarebbero morti. Ma il serpente disse loro "Assolutamente voi non
morirete. Poiché sa Dio che, in qualunque tempo ne mangerete, si apriranno gli occhi vostri: e sarete come dèi, conoscitori del
bene e del male". Nella simbologia occulta il serpente rapprensenta la sapienza, e per i secoli i maghi si sono dedicati alla
ricerca del frutto proibito, che avrebbe portato a compimento la sua promessa. L'eterna ambizione dell'adepto delle Arti Nere
consiste nellacquistare potere supremo su tutto luniverso, e fare di se stesso un dio. Le radici della Magia Nera affondano nelle
zone più oscure della mente umana, e questo costituisce gran parte della sua attrattiva; ma essa è molto più che il prodotto
dellamore per il male e della passione per le parole e armamentari dall'aspetto misterioso. Il grande fascino della magia sta nel
pensiero su cui si basa. Il pensiero magico non è casuale, ha le sue leggi e la sua logica: ma questa è poetica piuttosto che
razionale. Balza a conclusioni scientificamente insostenibili, che tuttavia paiono giustificate dal punto di vista poetico. E un tipo
di pensiero, prevalente per gran parte della storia d'Europa, che si stende dietro vaste aree della religione, della filosofia e
della letteratura, e che costituisce una delle principali guide verso le regioni del soprannaturale e dello spirituale, sulle quali la
scienza non ha nulla da dire. Non è necessario accettarlo: ma è indubbio che esso fa squillare lontani segnali di richiamo nelle
profondità della mente. Viene spontaneo pensare alla magia come ad una cosa del passato, ridotta in cenere e polvere sotto la
cruda luce della scienza e dello scetticismo moderni. In realtà, non è così. Il pensiero magico è ancora profondamente radicato
nella mentalità umana. La magia è stata praticata durante tutta la storia delle genti europee, sino al giorno doggi, e nel corso
dell'ultimo secolo ha attirato interesse e consensi come mai dai tempi del Rinascimento. Nessuno, ai propri occhi, si vede come
uno Stregone Nero, e gli occultisti moderni, quali che siano le loro convinzioni e le loro pratiche, si considerano "maghi
bianchi" piuttosto che biechi Fratelli del Sentiero della Mano Sinistra. Nell'Ottobre 1964 la polizia di Los Angeles arrestò
trentanove zingari accusati di gabbare la gente leggendo lavvenire nel palmo delle mani. Immediatamente gli zingari
accusarono a loro volta la polizia di violazione della loro libertà religiosa. Non predicevano lavvenire, ma davano letture
spirituali: "gli zingari ono nati con il potere di guardare il futuro. E parte della nostra religione. Siamo membri della Chiesa
Chiromantica". Meno di un anno prima, le congreghe di stregoni inglesi avevano celebrato uno dei loro grandi festival, la Vigilia
dOgnissanti, con cerimonie che comprendevano cerchi magici, spade magiche, nudità e danze frenetiche. Una delle streghe di
St. Alban, completamente nuda, eccetto per una collana affermò: "noi non siamo anti-cristiani. Semplicemente, abbiamo altri
metodi di appagamento spirituale". Il più celebre e dotato fra i maghi modeni, Aleister Crowley, era considerato uno Stregone
Nero da molti altri occultisti, ed i suoi rituali sono saturi di sesso e sangue ad un punto tale che, di certo, non si accordano col
normale concetto di "magia bianca". Tuttavia Crowley, non professava altro che disprezzo per i seguaci delle Arti Nere, fra i
quali includeva gli Spiritualisti e gli adepti della Christian Science. Allo stesso modo, gli autori degli antichi grimori (testi magici
che insegnavano al neo mago i metodi per evocare gli spiriti malvagi, uccidere i nemici, causare odio e distruzioni, forzare le
donne a sottomettersi alle sue passioni), non si giudicavano Maghi Neri. Al contrario, i grimori erano pieni di preghiere a Dio e
agli angeli, consigliavano caldamente il digiuno e la mortificazione, nonché agli atti di pietà. Il procedimento principale
contenuto del Grimorio di Papa Onorio, che è considerato in genere il più malefico di tutti, trabocca di appassionati e
completamente sinceri appelli a Dio, e prevede diverse volte il devoto ascolto al Messia. L'operatore deve anche strappare gli
occhi a un gallo nero e sgozzare un agnello: tutto ciò al fine di evocare il Diavolo. E vero che a nessuno piace vedersi applicare
etichette sgradite; e, daltra parte, la mente umana saprà sempre trovare eccellenti ragioni per evocare il Diavolo o uccidere un
nemico o causare rovina e distruzione. Ma non si tratta solo di trovare scuse o giustificazioni per il proprio operato. L'obiettivo
del mago è la conquista delluniverso. Per riuscirvi, egli deve giungere a dominare tutto ciò che è in esso: il male come il bene,
la crudeltà come la misericordia, il dolore come il piacere. Nel profondo della visione magica dell'Essere vi è la convinzione
pagana che ogni cosa abbia un suo posto e una sua funzione nellordine delluniverso, e che ogni genere di esperienza sia, in
ultima analisi, fruttuosa. L'uomo completo, cioè quello che il mago aspira a diventare, è chi ha sperimentato e dominato ogni
cosa. Questa convinzione si lega strettamente alla teoria magica delle connessioni tra Dio, l'uomo e l'universo.

I SIGNORI DELLE TENEBRE

da "La Magia Nera" di Richard Cavendish

I Grimori e i demonologi classificano gli spiriti dei quali il mago può tentare l'evocazione in varie maniere differenti. Vi sono gli
spiriti dei sette pianeti e dei giorni della settimana, delle ore della notte e del giorno, dei segni dello zodiaco e dei punti
cardinali, alcuni buoni ed altri cattivi. Vi sono anche gli "elementali". Nel quinto secolo dopo Cristo, Proclo divise gli spiriti in
cinque gruppi, quattro legati agli elementi - terra, aria, fuoco, acqua - ed un quinto che vive sottoterra. Michele Psello,
nell'undicesimo secolo, aggiunse un sesto gruppo, detto lucifugum, "che evita la luce". Gli autori del sedicesimo e
diciassettesimo secolo descrivevano in genere gli spiriti del fuoco (chiamati anche Salamandre) come creature che abitano i
cieli superiori, e non avevano contatti con l'uomo. Gli spiriti dell'aria (silfidi) sono feroci e violenti. Odiano gli essere umani,
provocano tempeste, e possono formarsi con l'aria dei corpi invisibili. Gli spiriti dell'acqua (ondine), che sono crudeli, passionali
e sleali, assumone generalmente forme femminili. Fanno affondare le navi e annegari i nuotatori. Gli spiriti della terra (driadi)
vivono nei boschi. Alcuni sono amichevoli, ma altri tendono trappole agli uomini e conducono fuori strada i viaggiatori. Gli
spiriti che vivono nel sottosulo (gnomi) sono eccezionalmente malevoli. Attaccano i minatori e cercatori di tesori, provocano
terremoti ed eruzioni, e attirano gli incauti sotto terra, verso la morte. I Lucifugi, che naturalmente, come vuole il loro nome,
non si mostrano mai durante il giorno, sono completamente al di là di ogni possibilità di comprensione o controllo da parte
degli uomini: misteriosi, inquieti, freddamente maligni. Inseguono e uccidono chi è così imprudente da viaggiare di notte. Tutti
questi spiriti rappresentano ciò che è sopravvissuto, in tempi medievali e moderni, della diffusa credenza primitiva che la
Natura nel suo complesso fosse una cosa viva, come lo è luomo, e che spiriti abitassero in ogni fiume o in ogni montagna,
nelle nubi e nelle brezze, negli alberi, nei campi e nelle siepi, nei sassi, nei burroni e nelle grotte. Essi sono imprevedibili e
ingannatori, coma la Natura, che a volte è generosa, ma più spesso crudele. I Grimori si preoccupano soprattutto, però, dei
personaggi più importanti: i principi regnanti del male, gli angeli caduti, i grandi Signori delle Tenebre. Un antico catalogo di
demoni appare nel Testamento di Salomone, scritto tra il 100 e il 400 dopo Cristo. In esso si narra di come un angelo di Dio
avesse consegnato a Re Salomone un anello magico, che gli diede potere su tutti i diavoli, forzandoli a rivelargli i loro veri
nomi. Beelzeboul, principe dei demoni, e Asmodeus, diavolo della lussuria, che è in parte spirito e in parte uomo, figurano tra
le entità menzionate. I nomi dei diavoli derivano da fonti ebraiche, greche, egiziane, assire, babilonesi e forse persiane. Come
nei Grimori successivi, vengono elencate le loro funzioni. Uno fa incendiare le messi, uno strangola i bambini, un altro cola a
picco le navi. Molti provocano malattie. Una versione più tarda del Testamento fornisce un diverso elenco di diavoli, che
comprende tra gli altri Asmodeus, Astaroth e Maometto. Molti dei loro nomi sono contorti e di origine sconosciuta. Questa
versione tuttavia stabilisce un precedente, ripreso poi da molti altri Grimori, nel fornire il "carattere" di ciascun demone, cioè il
sigillo magico che lo controlla, perché è il "sigillo" dello spirito, equivalente al suo vero nome. Nel Grimorium Verum e nel
Grand Grimoire i tre supremi poteri del male sono Lucifero, Beelzebuth e Astaroth. Quando il mago li evoca, Lucifero appare
come un ragazzo di bellaspetto, Beelzebuth come una mosca enorme, Astaroth come una figura umana, metà bianca e metà
nera. Altre liste sono fornite dal Lemegeton, e dalla Pseudomonarchia Darmonum, del demonologo cinquecentesco Johann
Wier, o Weyer, discepolo e amico di Agrippa. Wier traccia una completa gerarchia dellInferno, che include Beelzebuth, capo
supremo delle regioni infernali, Satana in secondo luogo, Euronymus, che è il principe della morte, Moloch, Principe della Terra
delle Lacrime, Plutone, principe del fuoco, nonché Baalberith, larcidiavolessa Proserpina, Astaroth, Adramelek, Nergal, Baal,
che comanda gli eserciti infernali, Lucifero, che dispensa la giustizia nel regno sotterraneo, Chamos, Melchom, Behemoth,
Dagon, Asmodeus, che governa le case del gioco, e lAnticristo, che è malinconicamente caduto nel rango, dato che ora è solo il
mimo e buffone dellinferno. Alcuni demoni sono ambasciatori in paesi stranieri, come Mammon (Inghilterra), Belial (Turchia),
Rimmon (Russia) e Thamuz (Spagna). Beelzebub, il signore delle mosche, era il capo dei demoni nelle credenze popolari
ebraiche al tempo di Cristo, il quale venne accusato di scacciare i diavoli in suo nome. In origine era Baalzebub, dio della città
filistina di Ekron, al quale il re ebraico Ahaziah richiese un oracolo sulla propria salute, con grande scandalo del profeta Elia di
Thesbe. Il suo nome può significare "signore delle mosche", o "signore che scaccia le mosche"; potrebbe derivare dal fatto che
i suoi sacerdoti praticavano la divinazione osservando il volo delle mosche. Baal significa "signore" ed era un titolo conferito a
molte divinità locali in Siria e Palestina. Il supremo Baal era il dio della fertilità dei Cananiti, il cui culto richiedeva il sacrificio
dei fanciulli col fuoco. Sono stati fatti tentativi per collegarlo con le divinità solari celtiche Belenus e Belinus, e con Beltane, la
"festa del fuoco", celtica che si celebra il primo Maggio, ma la connessione sembra si basi solo su unerrata etimologia. Il
Lemegeon afferma che Baal appare con la testa di rospo o di gatto e parla con voce rauca. Concede saggezza e insegna come
rendersi invisibili. Fanciulli erano sacrificati anche a Maloch, divinità fenicia o cananita, e ad Adrammelech, il cui culto venne
probabilmente introdotto in Samaria da coloni siriani. Chemosh era adorato dai Moabiti e Milcom dagli Ammoniti. Dagon era il
dio principale dei Filistei, che posero l'arca di Jehovah nel suo tempio quando la catturarono gli Israeliti; il potere dellarca
distrusse Dagon e fece crollare in pezzi la sua statua. Rimon era una divinità della Siria; Naaman il lebbroso si inchinò in un
tempio di Rimmon a Damasco. Un altro diavolo che in origine era un dio cananita è Baalberith, il "signore dei patti": una
divinità che presedieva alla stipulazione degli accordi. Fu uno dei molti demoni che presero possesso di sorella Madeleine di
Demandolx, del convento delle Orsoline di Aix-en-Provence, allinizio del diciasettesimo secolo. Sotto il loro influsso la suora
ebbe visioni, danzò cantando canzoni oscene, si mostrò in pose indecenti e raccontò storie terribili di sadomie e orge
cannibalistiche nelle quali veniva consumata carne di bambini, cui avrebbe preso parte. Si scoprì che il suo confessore, Padre
Gaufridi, laveva sedotta e stregata. Sopo tortura, questi venne strangolato e bruciato ad Aix nel 1611. Astaroth era una
potente dea dei Cananiti e dei Fenici, lequivalente dellIshtar babilonese. Era adorata con riti lascivi constantemente condannati
dai profeti del Vecchio Testamento. In seguito, la Dea divenne un demone maschio che si mostra come un angelo molto bello,
ma ha l'alito cattivo. Insegna le scienze e rivela gli eventi del passato, presente e futuro. Nergal, lo spietato, viene da più
lontano. Era il dio babilonese del mondo sotterraneo, per certi versi equivalente a Marte, signore della guerra, la pestilenza, le
inondazioni e le distruzioni. Tammuz era in origine un dio-pastore dei Sumeri, il cui culto divenne popolare in Siria e Fenicia.
Asmodeus, il diavolo della lascivia, la sensualità e la lussuria, appare di frequente nella letteratura ebraica, e sembra sia
sempre stato un demone. Tradizionalmente ha piedi di gallo, uccello noto per il vigore sessuale. Belial, lo sleale, demone della
menzogna, sembra sia anchegli sin dagli inizi uno spirito maligno. Il suo nome è forse una contrazione dei termini ebraici beli
yaal, "senza fede". Gli Israeliti, secondo certe tradizioni, lo considerano il capo dei diavoli, ed è lui il comandante delle forze
del male nella guerra dei figli della luce contro i figli delle tenebre, uno dei rotoli del Mar Morto. Quando è evocato appare in
forma di angelo assai bello a vedersi, e parla con voce ingannevolmente dolce e piacevole. Mammon, demone dellavidità di
denaro, non era un dio, ma una parola. Il suo nome deriva dall'aramaico, e significa ricchezza e lucro. Venne considerato
diavolo pechè Gesù disse: "nessuno può servire due padroni...Non potrete servire Dio e il mammona". Plutone e Proserpina
vengono dalla mitologia romana, Euronomo dalla greca. Plutone ra il signore del mondo sotterraneo e Proserpina (o Persefone)
la sua sposa. Euronimo appariva nel famoso affresco della discesa di Ulisse negli inferi, dipinto nella sala degli Cnidi e Delfi era
mostrato seduto su una pelle d'avvoltoio, metà nero e metà azzurro, come una mosca della carne, con i denti scoperti in un
ghigno velenoso, mentre masticava la carne dei cadaveri. Fra i nomerosi altri demoni inclusi nel Lemegeton, la
Pseudomonarchia e trattati consimili, figurano Phoenix, definito un eccellente poeta, e Amon, in origini dio egizio il cui nome
significa "il nascosto", e che venne unito a Rà come dio solare, Amon-rà. Si mostra come lupo con la testa di serpente, che
vomita fiamme. Procura l'amore delle donne e predice il futuro. Cimeries, che cavalca un destriero nero e governa tutti gli
spirti dell'Africa, trae probabilmente il nome dei Cimmeri, un popolo menzionato da Omero che vive nell'estremo occidente, frà
l'oscurità e la nebbia in un paese in cui non sorge mai il sole. Predice il futuro e va probabilmente identificato con Balaam,
l'avido stregone simbolo nella Bibbia dell'avarizia, delladorazione degli idoli e dell'immortalità. Che i demoni appaiano in forme
grottesche e orripilanti è unantica tradizione. I Babilonesi pensavano che gli spiriti del male fossero così orrendi che, vedendo
e loro stesse immagini ritratte in uno specchio, sarebbero fuggiti. Avevano corpi di cane, zampe daquila, artigli di leone, code
di scorpione, crani spolpati, corna di capro e ali di uccello. I Grimori riportano gli aspetti che può assumere ciascun diavolo, in
modo che il mago possa esser certo che lo spirito che gli appare sia proprio quello da lui evocato; tuttavia le descrizioni
ricordano anche i talismani planetari di Marsilio Ficino e Giordano Bruno, nonché gli spiriti planetari del Quarto Libro del De
Occulta Philosophia. Possono anche servire ad aiutare il mago nellevocazione fornandogli la forma caratteristica dello spirito su
cui concentrarsi. Secondo la Cabala le forze malefiche nascono dalla parte sinistra dellAlbero della Vita, specialmente da
Geburah, il sephira che rappresenta l severità e lira di Dio. Il male discende da questa sfera, come se in qualche modo lira
divina ne traboccasse. Nello Zohar e nei testi cabalistici successivi, gli spiriti del male sono chiamati spesso Kelipothm cioè
"gusci" o "conchiglie". Sono i rifiuti e i detriti, il materiale di scarto che lascia dietro di sé il vasto organismo universale. Nel
tredicesimo secolo si era ormai sviluppata lidea della esistenza di dieci sephirot malvagi, controparti dei dieci sephirot divini.
Questi sono dominati da arci-demoni, sotto il comando supremo di Samael, il caduto angelo dei veleni. MacGregor Mathers li
elenca come segue:

1. Satana

2. Beelzebub

3. Lucifuge

4. Astaroth

5. Asmodeus

6. Belphegor

7. Baal

8. Adrammelech

9. Lilith

10. Naamah Lilith e Naamah, nella tradizione ebraica, sono demoni femminili che soffocano i neonati e seducono gli uomini nel
sonno, succhiando loro il sangue.

Le origini di Naamah non sono conosciute. Lilith era probabilmente in origine Lilitu, un'entità malvagia degli Assiri che aveva ali
e lunghi capelli scomposti. Il suo nome venne confuso in seguito con la parola ebraica che significa "notte", Layil, e così Lilith
fu descritta come uno scarmigliato demone notturno. Esiste una storia secondo cui re Salomone inizialmente sospettò che la
regina di Saba fosse Lilith perché aveva le gambe pelose. Una leggenda dice che fu la prima moglie di Adamo, creata da Dio
con liquame e fango. Dalla sua unione con il padre dell'umanità nacque Asmodeus e una legione di altri demoni. Questa storia
non appare nella Bibbia, ma se ne trovò una giustificazione indiretta nel versetto 3 del quinto capitolo della Genesi, in cui si
dice: "E Adamo visse centotrenta anni; e genrò a sua immagine e somiglianza un figlio cui pose nome Seth", da Eva. Ciò
implicava, si pensò, che Adamo in precedenza avesse avuto altri figli, i demoni, che non erano a "sua immagine e
somiglianza": altrimenti, la precisazione non sarebbe stata necessaria.

L'ADORAZIONE DEL DIAVOLO

da "La Magia Nera" di Richard Cavendish

Il Diavolo è un'eredità della difusa tendenza umana ad attribuire l'origine del male ed influenze non umane. Nelle società
primitive il male e la sventura si pensava venissero dagli dèi. Le forze che hanno creato l'universo e lo governano sono
all'origine di tutte le cose, e a loro risale quindi anche la responsabilità della presenza del male, come il merito dellesistenza
del bene. Nelle questioni troppo banali o volgari perché possano essere preoccupazione degli dei, i popoli primitivi rigettavano
la colpa delle loro sofferenze e delle loro sventure sulla malizia di spiriti nemici, che sono meno potenti degli dèi ma più
numerosi. Gli ebrei inizialmente credevano in diverse entità soprannaturali, alle quali poteva risalire l'origine del male. Jehovah
era considerato in principio dai suoi seguaci solo uno fra molti dèi. Le altre divinità appartenevano alle confinanti popolazioni
con gli Ebrei, ed erano considerate dai profeti di Jehovah forze malefiche, ostili a Jehovah e al suo popolo. Allo stesso modo i
primi Cristiani non rigettarono le divinità pagane come finzioni, ma le pensarono enti reali e malefici: cioè, Demoni. La
primitiva immagine di Jehovah come solo uno fra molti dèi venne poi rimpiazzata dal credo che egli fosse l'unico dio, solo
creatore dell'universo e di tutto ciò che contiene, comè descritto nella Genesi. Ne discese logicamente che lo stesso Jehovah
doveva essere la fonte del male come del bene. Questa convinzione che l'origine del male fosse in Dio, sopravvive nella
Cabala, nella quale le forze malefiche derivano e si affondono dai sephirot, che sono manazione di Dio. Questo spiega la
limitata importanza del Diavolo nella tradizione ebraica, specie a paragone del credo cristiano, dato che un potere maligno
soprannaturale non è necessario, a meno che Dio non venga considerato interamente buono. Nel Vecchio Testamento Jehovah
spesso fa cadere il male sugli uomini per azione diretta. Irato con gli Ebrei in una certa occasione, istillò nella mente di Davide
l'idea di indire un censimento, in modo da poter poi punire questo crimine scatenando una pestilenza che uccise
settantacinquemila uomini. In certe occasioni tuttavia Jehovah operò mediante spiriti subalterni. Inviò entità malefiche a
tormentare Samuele, Abimelech, gli Egiziani. Oltre che agli spiriti che servivano Jehovah e formavano la sua corte - gli angeli
delle successive credenze ebraiche e cristiane - gli Ebrei credevano anche in demoni maligni e in spiriti dai lunghi capelli che
infestavano i luoghi oscuri e deserti. Ma in queste primitive tradizioni non vè alcun segno della convinzione nellesistenza del
Diavolo, il grande principe del male, arci-nemico di Dio. La figura del Diavolo si formò più tardi, a diversi passaggi del Vecchio
Testamento, che con lui non avevano nulla a che vedere, vennero poi interpretati dagli esegeti come prove della sua esistenza
nelle Sacre Scritture.

LA MAGIA NERA

da "la scienza magica" di Roberto Reggiani

Magia nera: ai più questa parola incute timore e paura, vuoi per errate convinzioni tradizionalistiche, vuoi perché solitamente
con il termine "nero" si intende negativo, nefasto, portato al Male, in contropposizione con Bianco, come positivo, portato al
Bene. Tutto ciò è errato. La magia nera comprende, è vero , la Magia a scopi malvagi, ma essa è innanzitutto la vera tecnica
della Magia Pratica. Quando si parla di Mago Nero come contrapposto a Mago Bianco, si intende parlare di Stregone. Invece,
nella pratica rituale in Magia, quella operata dal mago bianco, sempre usando tecniche contemplate dalla magia nera, si
trovano operazioni magiche che servono a sconfiggere stregonerie quali "fatture", "sortilegi" e "legamenti". Un'altra
precisazione molto importante che desidero fare, è che ritengo errato porre la Demonologia nella Magia Nera, come di solito
molti testi usano fare. In effetti, io ritengo la demonologia quella tecnica magica che va sotto il nome di Magia Rossa. Mi
ripeterò ancora tracciando uno schema per una maggiore comprensione di quanto detto: mago bianco-rituali propiziatori-
evocazioe di spiriti celesti MAGIA NERA mago nero-demonologia (magia rossa)-evocazione demoniaca In effetti, le grandi forze
magiche non possono essere definite come buone o cattive; hanno un lato buono e uno cattivo o, in termini occultistici, un
aspetto negativo ed uno positivo. Il lato cattivo è dominio di potenti esseri malefici chiamati "demoni". Analogamente il lato
buono è dominio degli "angeli" o Spiriti Benefici: ma i Maghi Neri (Stregoni) sono molto più interessati ai Demoni. I Demoni
sono intelligenze malefiche che hanno un grande potere, ma possono essere dominate da un mago che sia forte ed impavido. I
Demoni sono sottomessi alla sua volontà mediante rituali che comprendono sacrifici e sangue, profumi, simboli e maledizioni.
Gli antichi Grimori (o Libri Magici) erano testi che insegnavano al neo-mago i metodi per evocare gli spiriti malvagi, uccidere i
nemici, causare odio e distruzioni, forzare le donne a sottomettersi alle sue passioni. La Magia Nera (Stregoneria) è il "sentiero
della mano sinistra", in quanto la sinistra è associata al male. La massima "conoscere il Male per arrivare al Bene", in effetti,
non è sbagliata. Aleister Crowley, il più celebre e dotato tra i maghi moderni, nel suo volume "Magick in Theory and Pratice",
definì Dio "entità ideale della natura profonda dell'uomo" e disse che "la Grande Opera consiste nell'elevazione dell'uomo
completo sino al perfetto equilibrio con la forza dell'infinito" al qual punto diviene Dio. Un altro mago famoso, il grande
occultista del Rinascimento, Cornelio Agrippa, nel suo "De Occulta Philosophia", intorno al 1510, si chiese come fosse possibile
per un uomo acquisire poteri magici; e la risposta fu " Non può avere di tali poteri se non chi ha coabitato con gli elementi,
elevandosi al di sopra degli angeli sino all'archetipo, col quale diviene allora co-operatore, e nulla gli è più impossibile". Tutto
questo si riassume in un pensiero di Eliphas Levi, occultista francese del XIX secolo, che nella "chiave dei grandi misteri"
scrive: "affermare e volere ciò che deve essere, è creare; affermare e volere ciò che deve non essere, è distruggere"

COME SI EFFETTUA UN MALEFICIO

da "la scienza magica" di Roberto Reggiani

Quando si parla di maleficio si entra nel campo della stregoneria. E qui è necessario fare un preambolo, soprattutto per non
confondere la stregoneria con la demonologia. Stregoneria: dove lo stregone opera con simulacri (bamboline di cera, effige
magiche) per raggiungere le forme astrali demoniache. Demonologia: dove lo stregone opera a diretto contatto con i Demoni,
usufruendo dei loro servigi, con evocazioni propiziatorie. In questo campo, solitamente, lo stregone offre sacrifici emulandoli,
officia rituali. La demonologia, in effetti, è una vera e propria dottrina che solo alcuni iniziati al male possono professare. Nel
maleficio siamo in presenza di un lavoro magico volto al male. Questo, naturalmente, nel lavoro di compimento, cioè
nelleffettuazione dello stregone che, solitamente per commissione, devolve i suoi poteri al male. Logicamente nel procedere
inverso, cioè quello dello "scioglimento", il lavoro magico sarà svolto dal mago e verrà chiaramente volto al bene.

La "fattura a morte"

La fattura a morte colpisce la persona umana nel corpo fisico. Non sono rari i casi di "autocombustione" trattati in
parapsicologia. Questo è uno degli effetti ben visibili della fattura a morte. Solitamente questo tipo di magia si può trovare
nell'America Latina. Altri effetti, invece, di queste fatture, riguardano quelle "strane" morti non clinicamente spiegabili dalla
medicina ufficiale, in cui la persona muore lentamente senza che si possa riscontrare dal lato fisiologico, una malattia ben
definita. Dato essenziale in una fattura a morte è questo: lo stregone o la strega usa simulacri che rapprensentano la persona
da colpire. Per esempio, la bambolina è un "arnese" classico usato in stregoneria. Essa solitamente è fatta di cera vergine,
oppure di stoffa, nel caso in cui si posseggono indumenti della vittima alla quale la fattura è destinata. Il simulacro
rappresenta lo "schermo protettivo" che impedisce alle "larve", di cui si richieda lintervento, di poter intaccare lentità astrale
delloperatore. Esso è indispensabile per ogni lavoro di stregoneria, sia essa volta al bene o al male.
La fattura del morto

Questo rituale, per la verità un po macabro, è antichissimo e le prime testimonianze si hanno nel Medioevo, quando si
racconta che le streghe andassero nei cimiteri a compiere atti da negromanti. Il procedimento è semplice: si tratta di mettere
un elemento della vittima sotto la testa di un morto deceduto da almeno 24 ore, prima cioè che la sua anima si sia
completamente staccata dal corpo fisico e quindi di recitare una frase il cui effetto sonoro riesca a "catturare" la vibrazione
astrale dellanima che si sta staccando dal corpo, in modo da ottenere una vibrazione che in magia viene definita come
"vibrazione concomitante". Tale vibrazione raggiungerà la vittima provocando in essa un distacco tra il corpo fisico e quello
etereo, interrompendo così il "cordone vitale" dell'anima.

Prove per scoprire una "fattura a morte"

Per individuare una "fattura a morte", esistono innumerevoli prove, alcune di stampo tradizionalistico e popolare, altre invece
appartenenti alla vera magia. Fatture tradizionali: sono svariate, qui di seguito ne accennerò solo qualcuna. Una delle più
classiche è quella del ritrovamento di "corone" o "chiodi" nei guanciali su cui dorme la vittima. Questo il più delle volte accade
per effetto delle forme-pensiero che si materializzano in "larve", le quali si annidano nellambiente della persona, lasciando e
formando queste tracce visive. Infatti, è proprio nel luogo dove la mente della persona vive di notte lo stato "liberatorio" del
sonno che si possono materializzare queste forme inusuali. Altri effetti possono essere costituiti da picchi o rumori che
vengono uditi dalla vittima nella stanza da letto, che sono sempre riconducibili alla presenza di larve o di pseudoentità
negative. La prova più classica, però, sempre da annoverarsi nella tradizione popolare, è quella del "limone". Si prenda un
limone ancora verde della grandezza di un pugno. Si prendano inoltre sette aghi con cui si sia cucito poco prima un indumento.
Reggendo il limone con la mano sinistra, lo si trafigga con un ago, pronunciando le parole seguenti: "spirito immondo che ti
innidi ovunque, in mia prensenza, nella mia casa e che mi conduci alla disperazione, che la tua forma si materializzi in questo
limone!". Il limone, con gli aghi infilati, lo si lasci quindi una notte intera sotto il proprio guanciale, avendo la precauzione di
avvolgerlo in un panno. Se al mattino si troverà il limone marcito e decomposto, allora ci troveremo in presenza di una
"fattura a morte".

Come si individua una "fattura a morte"

Il metodo che deve usare il mago per identificare una fattura a morte è costituito da un rituale ben preciso. Si formi un
pentagono con cinque ceri rossi di cera vergine. 1) cero protettivo 2) cero di vibrazione 3) cero base 4) cero evocativo 5) cero
magnetico La persona che sospetta di essere colpita da fattura dovrà stare dentro al pentagono con il volto rivolto al cero
protettivo (allapice del pentagono). Il mago, reggendo con la mano sinistra il candelabro ebraico, con sette candele nere
accese, partendo dal cero protettivo, compirà sette volte allesterno del pentagono, la sua circonferenza, pronunciando le
seguenti parole: "io vi esorcizzo, spiriti immondi, da ovunque voi veniate!". Quindi, entrerà nel pentagono e getterà, sempre
reggendo il candelabro con la mano sinistra, tre manciate di sale esorcizzato per ogni cero. Se la persona è vittima di fattura, il
sale che il mago avrà gettato alla base di ogni cero, diventerà di colore nero.

Come si toglie la "fattura a morte"

Una volta provata, con il procedimento sopra descritto, la presenza della fattura, sarà necessario agire immediatamente per
liberare a vittima. Questo perché il rituale precedente scatenerà immediatamente le ire delle larve presenti, che potrebbero
nuocere in modo irreparabile alla persona. Per scongiurare questo pericolo, il mago dovrà agire nel seguente modo: Mettere le
sette candele accese davanti (sempre allinterno del pentagono) al cero protettivo pronunciando le seguenti parole: "forma-
pensiero che ti innidi nella mente di (nome) esci da essa. Io ti esorcizzo per i grandi nomi di Tetragrammaton, Jesael libertor,
Mutrathon imperversa!". A questo punto le larve interverranno all'interno del pentagono, cercando di impedire al mago di
raggiungere il cero di vibrazione (posto sotto il cero protettivo a sinistra) dove la forma-pensiero esorcizzata sicuramente di
proteggersi. Per superare questo ostacolo, tutto dipenderà dall'intensità della vibrazione che il mago sarà ruiscito a
raggiungere durante lesorcismo effettuato allesterno del pentagono.E infatti, proprio durante questa fase che la forma-
pensiero del mago si sarà potuta materializzare, occupando il cero vibratorio. Dato per scontato che questo sia avvenuto, si
potrà passare alla fase seguente, quella definita "liberatoria". Posta la persona davanti al cero evocativo (collocato sotto il cero
di vibrazione),sempre all'interno del pentagono, il mago di inginocchierà davanti al cero magnetico (posto in basso a destra),
che è domicilio della potenza benefica e, assieme alla vittima, pronuncerà le seguenti parole per tre volte di seguito: "noi ti
preghiamo, noi ti supplichiamo, grande Potenza Benefica che la mia forma-pensiero rendi operativa, liberaci dagli influssi degli
esseri della notte che ostacolano il nostro cammino. Per Gabriel, nostro Salvatore!". La riuscita del rito sarà riconoscibile
osservando il sale che ritornerà al suo originario colore.

Il sortilegio volontario

Il Sortilegio Volontario colpisce sia il piano fisico della persona che quello mentale. Questo per uninfinità di fattori. Il sortilegio
volontario ha uno degli effetti più devastanti operati dallo stregone. Proprio per la sua elaborazione, in pratica, esso è molto
vicino al "malocchio", per la sottigliezza con cui la magia viene operata. A differenza della fattura a morte, che colpisce solo il
piano fisico della persona, il sortilegio provoca vari effetti che partono dallesterno, per raggiungere linterno. Esempi possono
riscontrarsi in persone che assistono alla propria "rovina finanziaria" o alla disgregazione della propria famiglia, come pure alla
perdita improvvisa degli affetti più cari. Questo perché la persona colpita da sortilegio volontario si carica di un magnetismo
tale per cui, come Creso, qualunque cosa gli capitasse di toccare, essa si tramutava in oro, quin invece, ogni cosa o persona
che il malcapitato avvicina o tocca si tramuta per lui in male. La persona difficilmente si accorge di questo stato, ritenendo
colpevole della sua sfortuna un fato avverso e a lungo andare essa si rassegnerà a quello che finirà per definire un "periodo
negativo" della propria esistenza, provocando così un totale crollo della propria essenza astrale. Per effettuare un sortilegio
volontario, lo stregone si serve da sempre di "Simulacri Operativi" ben precisi. Il "nastro di seta viola" è uno di questi.
SCARLET (webmaster): OVVIAMENTE NON MI SENTO DITRASCRIVERE COME OPERARE UN SORTILEGIO MALEFICO
CONIL NASTRO PERCHE SONO CONTRARIA, SE VOLETE SAPERLOCOMPRATE IL LIBRO INDICATO A'LLINIZIO DEL
PARAGRAFO DA DOVE E STATO TRATTO QUESTO ARGOMENTO

Prove per individuare un sortilegio volontario

Una delle prove più antiche per individuare un sortilegio volontario, consiste nel far bollire gli indumenti della vittima, usando
acqua di sorgente e introducendovi sette pugni di sale grosso e sette petali di rosa rossa. Entro sette giorni, se la persona
accuserà forti dolori di testa o "punture" su tutto il corpo, ciò vuol dire che è certamente vittima di un sortilegio. In questi sette
giorni la persona che avrà operato il sortilegio sicuramente andrà in visita alla sua vittima, pronunciando parole di fuoco.
Tralasciando la tradizione, in magia esiste una prova ben precisa per scoprire tale sortilegio. Il mago dovrà operare sul corpo
della vittima dove si annida la "larva distruttrice", frutto della forma-pensiero dello stregone. Esistono, nel sortilegio, a
differenza degli altri lavori magici, elementi ben precisi da identificare e annullare. Uno di questi elementi è la "forza
devastatrice" che agiste dall'esterno verso l'interno. L"onda vibratoria" creata volutamente dallo stregone, che solitamente si
annida nella mente della vittima, agisce in modo indipendente dalla personalità dell'individuo. Questa onda, ad un esame
approfondito di Radioestesia (propulsione vibratoria del pendolo usato per catturare le onde magnetiche del corpo astrale delle
persone) viene avvertita o captata dal mago appena il pendolo venga posto in posizione verticale sulla foto della persona. Essa
è differente da ogni altra onda, proprio per il suo carattere fortemente sussultorio, tale da inibire momentaneamente i poteri
extra sensoriali del mago.

Come si scioglie un sortilegio volontario

Nel sortilegio volontario la forza devastatrice agisce dall'esterno verso linterno per questo, quando un mago, dopo aver
constatato la presenza reale di questo sortilegio, si appresta a scioglierlo, dovrà innanzitutto tenere presente questo fattore
primario. Uno dei metodi più efficaci per sciogliere il sortilegio volontario consiste in questo: 1) isolare le "larve" troncando il
cordone che dà loro nutrimento vitale 2) distruggere la forma-pensiero che le mantiene in vita 3) ricondurre il corpo etereo al
suo originale "cammino astrale" Per fare tutto ciò il mago deve prendere determinare precauzioni sia per sé che per la vittima.
Per prima cosa disegnerà ad entrambi sul petto, con il corno e l'inchiostro magico un pentacolo detto di Menphis (vedi figura in
fondo alla pagina). Questo pentacolo è molto particolare, perché conserva nelle sue simbologie magiche, le forme-pensiero
rivelatrici. Esse hanno il potere di raggiungere le larve devastatrici isolandole dalla forma-pensiero madre. Si costruisce il
pentagono magico con cinque ceri neri: 1) cero protettivo 2) cero evocativo 3) cero base 4) cero magnetico 5) cero
fumigazioni Il mago, dopo aver acceso tutte e cinque i ceri, si porrà al centro del pentagono, mentre la vittima si collocherà
dinanzi al cero protettivo (in alto, in cima) inginocchiata. La prima frase del rituale consiste nellisolare le larve. Per ottenere
questo il mago pronuncerà le seguenti parole: "le Grandi Potenze sono mie consigliere, da esse trarrò forza per scacciare la
forza del male che si nasconde e si perpetua nella linfa vitale". Quindi si avvicinerà al cero delle fumigazioni (in basso a destra)
e, aspersa alla sua base la Sacra Cenere, dirà: "ADONAY, la grande notte che sovrana colpisce le nostre menti! ELOYM, che dai
raggi della luce prendi consistenza! SABAOTH, che dallacqua disperdi la malvagità! A Voi chiedo, a Voi invoco la fine dell'effetto
devastante!". La forma-pensiero del mago, materializzatisi, occuperà la base del cero evocativo (sotto quello protettivo a
sinistra). A questo punto il mago si avvicinerà alla vittima e, appoggiando il proprio petto al suo,in modo che essi e i pentacoli
disegnati combacino perfettamente, dirà: "che la larva che si annida dentro questa creatura esca e nel mio corpo si rifugi!". E
questo il momento più difficile in cui avviene lo scontro diretto tra la forma-pensiero del mago e quella negativa. Non
riuscendo quella negativa a penetrare le forti difese naturali del mago, sarà costretta a ripararsi nel cero evocativo dove è giù
presente quella del mago che la distruggerà. Nelloperazione susseguente, il mago andrà dinanzi al cero magnetico (in basso a
sinistra) e pronuncerà la frase conclusiva del rito: "grandi forze che dimorate nel regno infinito del cosmo, riconducete questa
debole creatura nel suo giusto cammino". Con questa frase guidata dalla forma-pensiero positiva del mago, la vittima ritroverà
l'originale "cammino eterico", perdendo totalmente quell'effetto devastante che l'aveva deviata dalla luce divina.

La maledizione

La maledizione rappresenta il maleficio più completo e solitamente esso può essere realizzato solamente da una strega. La
leggenda vuole che le streghe più potenti vivano e operino nella zona del Montenegro. Come ho già detto, caratteristica
principale della Maledizione, è quella di colpire tutti e tre i piani di una persona: piano fisico, piano mentale, piano astrale.
Imbattersi in una vera e propria maledizione è, per fortuna del mago, un caso abbastanza raro, nonostante spesse volte si usi
questo termine impropriamente. Perché vi sia maledizione, in effetti, è necessario imbattersi in una "vera strega". Solitamente
la maledizione lanciata da una strega, ha una "propulsione vibratoria" talmente potente che è in grado di intaccare insieme
tutti e tre i piani esistenziali umani, Essa somma sia gli effetti devastanti sprigionati dall'esterno verso l'interno, sia quelli
dall'interno verso lesterno. La forma-pensiero della strega, in effetti, raggiunge direttamente il corpo astrale della vittima,
distorcendone il cammino karmico. Questo per la proprietà innata della strega che è spesso preposta al male. In quanto
all'effettuazione, non esistono particolari rituali, per lo più essa si basa soprattutto sulla forte forma-pensiero innata nella
strega, che può utilizzare anche simulacri per propria protezione, ma, solitamente, la sua forte malvagità la dispensa da ogni
ritorno negativo. Nella stregoneria tradizionale, non è raro, nel corso della storia, imbattersi in "sabba" officiati da streghe che
offrono i loro servigi direttamente a Satana. Si dice inoltre che, una delle caratteristiche principali per riconoscere una strega,
è la presenza del "terzo capezzolo" a cui solitamente attinge il nutrimento il Diavolo in persona.

Come si individua una maledizione

Individuare una maledizione è una cosa molto difficile e complicata. L'operazione non richiede particolari rituali, ma necessita
di un'elaborazione mentale del mago molto acuta. Solitamente è necessario richiedere un intervento diretto dellentità o
interpellare lo "spirito guida" della vittima. La prassi consiste in questo: 1) il mago, attraverso unevocazione vera e propria,
consulta lentità di cui si serve solitamente per i suoi rituali 2) attraverso una "seduta medianica" raggiunge lo spirito guida
della persona 3) iniziando la vittima attraverso una regressione karmica, e compiendo un vero e proprio esorcismo,
raggiungerà direttamente lentità astrale della persona Questi tre metodi sono gli unici e i più affidabili per scoprire una
maledizione.
Come si toglie una maledizione

Il metodo più usato per togliere una maledizione riguarda dei procedimenti che solitamente vengono dettati dallentità stessa in
questione, che possono variare di volta in volta, a seconda dei casi. Il principio base è quello di obbligare l'entità a fornire
dette spiegazioni e questo, naturalmente, accade solo nel caso in cui il mago possegga il completo dominio sull'entità che egli
intende governare. Per rendere più chiaro questo esposto, riporterò il seguente esempio: Tempo fa una persona si presentò al
mio studio, convinta di essere preda di una maledizione. Io, dopo aver interpellato l'entità, riuscii a comprovare questa sua
convinzione. La individuai e dopo aver avuto questa certezza, interpellai l'entità sulle modalità per togliere questa maledizione.
Essa mi consigliò questo procedimento: La vittima si rechi, in una notte di luna piena, con il cielo stellato, sopra un ponte
dove, sottostante, scorra il fiume più vicino in linea daria alla casa dove egli è nato. Prima di partire, egli prepari i seguenti
elementi: una federa di cuscino su cui egli avrà riposato la notte precendente. Allinterno della federa egli metterà: sette suoi
capelli dalla nuca, una foto che lo ritragga nell'infanzia, e un suo indumento non lavato, anchesso strappato in sette pezzi.
Quindi chiuderà la federa con tre nodi, a mò di sacchetto. L'involucro così formato verrà da lui gettato usando la mano sinistra
nel fiume, avendo cura di pronunciare la seguente frase per tre volte: "a voi mi rivolgo, Grandi Potenze del Bene, affinchè
salviate la mia anima e la riconduciate sulla diritta via!".

MAGIA NERA TRADIZIONALE

da "la scienza magica" di Roberto Reggiani

La fattura può essere eseguita principalmente in due modi: Direttamente, operando sulla persona per mezzo di filtri, pozioni
etc. Indirettamente, mediante supporto di oggetti appartenenti alla vittima, o di un suo materiale organico (capelli, unghie,
etc.). Formula diretta Il principio magico che opera nella fattura diretta è quello della magia per similitudine, o magia di
contagio. L'attore pone a diretto contatto della persona oggetto della fattura (o degli indumenti che essa indosserà) una
pozione una polvere, un filtro formati da speciali soostanze magiche. Formula indiretta Il principio magico che opera nella
fattura indiretta è quello dell'analogia o di trasferimento. Si usa del materiale appartenente alla vittima, come unghie, capelli,
vestiario o avanzi di cibo; questo perché in essi continua la vita del soggetto. La fattura classica indiretta è quella effettuata
tramite il feticcio, o figurina di cera, che può essere sostituito con un pupazzo di cera o una fotografia. In mancanza di ciò, si
può usare anche della frutta o una candela o un cuore di pollo. In tal caso, il feticcio rappresenta la vittima e si opera in base
al principio animistico. Si realizza una statuetta di cera nella quale si incorpora il seme della persona, o altro materiale che
labbia toccata intimamente. Ciò che si fa subire alla figurina, si ripercuoetrà a distanza sulla vittima. Il mezzo più usato per
l'infissione è lo spillo o qualunque altro oggetto appuntito; non è però opportuno usare l'ago al posto dello spillo. Con lo spillo
si trafigge la statuina nel punto in cui si desidera colpire la vittima.

I DEMONI E LA LORO GERARCHIA

da "la scienza magica" di Roberto Reggiani

Trithene li divide in generi, vale a dire:

1) il primo genere è quello al quale appartengono coloro che sono chiamati ignei; infatti, errano intorno ala regione suprema
dellaria e non hanno alcun legame in terra con gli stregoni perché non scendono mai lassù

2) quelli del secondo genere hanno la qualifica di aerei perché vagano per l'aria e la loro dimora è molto vicina a noi. Possono
scendere e prendere corpo; possono comparire sotto le spoglie di uomini. Agitano laria, suscitano tempeste e tuoni, e tutti
insieme portano alla rovina il genere umano. Sono mossi da passioni, come gli uomini, principalmente da orgoglio e da invidia
e si lasciano trasportare dagli impulsi. Non hanno tutti la stess forma, ma parecchie, e le cambiano spesso a seconda della
varietà dei sentimenti che li fanno comparire dietro invocazioni delle streghe, che li spingono a nuocere o danneggiare
qualcuno

3) i demoni del terzo genere sono chiamati terrestri, e non ci è dubbio che sono stati scaraventati dal cielo in terra per i loro
demeriti. Alcuni si trovano nei boschi e nelle foreste e tendono trappole ai cacciatori; altri in piena e aperta campagna, fanno
smarrire i viaggiatori; la parte restante si compiace di fermarsi in incognito tra gli uomini

4) il quarto genere di demoni porta il titolo di acquatici, perché abitano intorno ai laghi e sulle rive dei fiumi. Provocano le
tempeste sul mare e fanno perdere la vita a molti tra i flutti. Tutte le volte che prendono a prestito dei corpi visibili, compaiono
più comunemente sotto sembianze femminili, e per questo le nàiadi, le nereidi e le ninfe delle acque sono sempre state
disegnate dagli antichi al femminile piuttoste che al maschile

5) il quinto genere è chiamato sotterraneo, perché abita nelle grotte, nelle caverne e nelle località più remote dei monti. E
d'indole molto cattiva e si accanisce principalmente contro coloro che scavano pozzi e miniere o contro i cercatori di tesori
nascosti nella terra. Questi demoni sono sempre pronti a procurare la rovina del genere umano, aprendo voragini, facendo
vomitare fiamme dalla terra o facendo crollare edifici. Alcuni di essi sono guardiani dei tesori che la malizia degli uomini, ha
nascosto nella terra, e per paura che ritornino in loro possesso, li rubano e spesso li trasportano da un posto allaltro

6) infine il sesto ed ultimo genere è composto da quelli che sono chiamati lucifughi; rifuggono dalla luce del giorno e possono
prendere corpo solo la notte Di questi demoni citiamo i più noti, o meglio, i più importanti: Malphas, grande presidente degli
inferi, che compare sotto forma di corvo. Costruisce cittadelle inespugnabili, sfonda le difese nemiche, fa trovare buoni operai,
dona sentimenti familiari, sebbene talvolta in malafede; accetta sacrifici e inganna i sacrificatori. Ha il comando di quaranta
legioni di demoni. Leonardo, gran maestro del Sabba, ispettore della stregoneria, della magia nera e degli stregoni. Ha tre
corna, orecchie da volpe, barba di capra e due volti, uno al solito posto e laltro...altrove. E capo dei demoni subalterni. Scox o
Chax, duca degli inferi. Prende laspetto di una cicogna. Mente, ruba (specialmente denaro e cavalli). Non sempre obbedisce
agli esorcisti. Per impedirgli di mentire bisogna rinchiuderlo in un triangolo. Indica i tesori nascosti e comanda trenta legioni.
Ganga-Gramma, demone femmina con quattro braccia: una delle mani destre tiene una forchettina; una delle mani sinistre,
una scodella. Gli indiani la temono molto. Euryome, demone superiore, principe della morte. Ha un corpo pieno di piaghe ,in
parte, coperto da una pelle di volpe. Era conosciuto dai pagani. Nel tempo di Delfo era una statua che lo rappresentava di
colore nero, con i denti di lupo e seduto sulla pelle di un avvoltoio. Astaroth, granduca potentissimo degli inferi. Presiede a
occidente, procura l'amicizia dei grandi signori. E tesoriere degli inferi, conosce il passato e l'avvenire, risponde senza farsi
pregare alle domande più segrete, insegna le arti nobili e comanda quaranta legioni. Non vuole confessare i suoi errori e
sostiene di essere stato punito ingiustamente. Sembra che gli abitanti di Sidone e i Filistei lo abbiano adorato. Occorre
evocarlo il mercoledì e fare attenzione a tenere sotto le narici lanello magico dargento che difende dallodore fetido dei domoni,
poiché questo principe manda un puzzo particolarmente cattivo. E citato come uno dei sette principi dell'inferno che visitarono
Faust. Asmodeo, Sovraintendente delle case da gioco. Detronizzò Salomone, ma Salomone lo vinse e l'obbligò ad aiutarlo a
costruire il tempio. Si presenta sotto forma di serpente. Sarebbe stato lui a tentare Eva. Gli egizi gli dedicarono un tempio nel
deserto di Ryanneh. Nell'inferno, invece di prendere le sembianze d'un semplice serpente, ha tra teste: una di toro, una
d'uomo e una di ariete; ha le zampe doca, coda di serpente e si presenta a cavallo di un drago. Insegna agli uomini a rendersi
invisibili, oltre alla geometria, allastronomia e alle arti meccaniche. Conosce dove sono nascosti i tesori. Settanta legioni lo
obbediscono. Andras, gran marchese. Ha la testa di un gatto miagolante e cavalca un lupo nero. Insegna, a coloro che
favorisce, a uccidere i loro nemici, i maestri di questi e i loro servitori. Comanda trenta legioni. Alocero, graduca; si presenta
sempre vestito da cavaliere, montato su un enorme cavallo, insegna astronomia e arti nobili. Comanda trentasei legioni. Gli
spiriti celesti Si chiamano spiriti celesti coloro che abitano il firmamento e gli astri che girano nello spazio. Il loro compito è di
vigilare sul destino di ogni mortale e dirigere gli eventi che li riguardano. Per questo gli spiriti celesti sono attenti a tutte le
imboscate dei geni malvagi. Ogni spirito celeste opera in conformità con lastro a cui corrisponde. Ma poiché sono spiriti del
bene non possono intraprendere nulla che non sia a favore degli uomini e quindi solo cose che conducano al bene, come lo
conferma la storia del mondo sin dalla sua creazione. Sono sette i governanti che hanno funzioni diverse: Aratron, ha il potere
di tramutare istantaneamente in pietre o metalli oggetti diversi e al contrario. Per esempio: trasforma il carbone in oro e
viceversa; insegna l'alchimia, la magia, la fisica, rende invisibili gli esseri e dà lunga vita. Bethor, conferisce le alte cariche agli
uomini, trasporta gli oggetti da un posto all'altro, da proporzione alle pietre preziose e prolunga la vita. Phalet, ha gli stessi
attributi di Marte, stabilisce la pace, eleva alle alte gerarchie militari chi ha ricevuto il suo marchio. Och, presiede gli attributi
del sole, da lunga vita e salute, distribuisce saggezza, insegna la medicina e dà potere di cambiare qualsiasi cosa in oro puro o
in pietre preziose. Haget, sotto l'influsso di Venere conferisce tanta bellezza alle donne che onora con la sua protezione,
concede loro qualsiasi grazia e traforma il rame in oro ed al contrario. Ophiel, possiede il potere di cambiare i metalli, agisce
sotto Mercurio. Possiede il mezzo per traformare il platino in oro, trasformazione sulla quale si basa, secondo lalchimia, la
grande pietra filosofale. Phul, governa le regioni lunari. La sua potenza si estende su tutte le malattie, cambia i metalli in
platino, protegge i naviganti, dà lunga vita. La corte infernale Gli storici del demonio, grandi conoscitori del mondo degli inferi,
hanno scoperto che esiste una corte infernale con principi, nobili ed ufficiali. Servendosi di numerosi esorcismi è stato stabilito
che la possessione non è soltanto opera di Satana, bensì di tanti altri demoni forniti di titoli, incarichi e poteri. Ed ecco secondo
lattuale governo delle tenebre con principi e grandi dignitari secondo "lenciclopedia teologica" del Migne:

BELZEBU - capo supremo dell'impero infernale, fondatore dell'Ordine della mosca

SATANA - principe delle tenebre

EURIMONIO - principe della morte, gran croce dell'ordine della mosca

LEONARDO - gran maestro dei conciliaboli delle streghe, cavaliere dell'ordine della mosca

BAALBERI - signore delle alleanze

PROSERPINA - arcidiavola, principessa sovrana degli spiriti maligni Ministeri

ADRAMELECK - grande cancelliere, gran croce dell'ordine della mosca

ASTAROTH - grande tesoriere

NERGAL - capo generale delle adunate infernali, gran croce dell'ordine della mosca

LEVIATAIN - grande ammiraglio, cavaliere della mosca Ambasciatori

BELFAGOR - ambasciatore di Francia

MAMMON - ambasciatore dInghilterra


BELIAL - ambasciatore della Turchia

RIMMON - ambasciatore di Russia

THAMUZ - ambasciatore di Spagna

HUTGIN - ambasciatore dItalia

MARTINET - ambasciatore della Svizzera

JUSTICIA - grande giustiziere

ALASTOR - esecutore di grandi opere Lignaggio dei principi

VERDELET - maestro di cerimonia

SUCCOR-BENOTH - capo degli Eunuchi

CHAMOS - gran ciambellano, cavaliere della mosca

MELCHOM - tesoriere

NISROCH - capo della cucina

BEHEMOTH - coppiere maggiore

DAGON - panettiere maggiore

MULLIN - primo aiuto salone Piccoli incarichi

KOBAL - direttore degli spettacoli

ASMODEO - sovrintendente delle case da gioco

Abbiamo inoltre nomi di altri demoni che vengono riportati del "dizionario infernale" di Collin De Planoy.

ADRAMELECH - il cui nome contiene contiene la parola ebraica Melek "re", dalla testa di bue e le piume di pavone, grande
cancelliere dell'inferno, venuto da Sepharvaim, città degli Assiri

AMON - dalla faccia da lupo e la coda di serpente, capo di quaranta legioni, il cui nome era quello di un dio egiziano.

HABORYM - il demone degli incendi, duca degli inferi a capo di ventisei legioni. Ha tre teste, una duomo, una di gatto, una di
serpente, e cavalca una vipera. Tiene nella mano destra una torcia accesa

BAEL - ha tre teste, una di rospo, la seconda duomo, la terza di gatto, primo re dell'inferno, ha preso il nome di baal Semitico,
con soltanto un leggero cambiamento vocalico

MALOCH - dalla testa di toro, antico dio di Cartagine

SABAZIOS - il più antico degli gnomi, dio dei misteri associati a Dioniso.

EURYNOMOS - coperto da una pelle di volpe, divinità sotterranea presso i greci, come Adies, contaminazione di Hades Altri
portano semplicemente il nome di bestie malefiche: così

LILITH, demone della notte, deriva dalla parola ebraica che significa "civetta";

SCOX, deformazione del greco Scops, ancora "civetta".

ALOUGA, la "sanguisuga"

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