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FILOSOFIA

16/09
Alla morte di Aristotele che cosa succede? Cosa succede alla sua scuola —>
sorte infelice
Non avrà un grande successo ma poi verrà ripreso, però più avanti. Teofrasto
prende la scuola, succede intorno al 323 e resterà lì tra il 288/284 era molto
bravo e molto colto e aveva compreso il messaggio di Aristotele ma non
sarà in grado di passare agli altri il significato autentico di questo messaggio.
Quindi non riesce a mantenere all’auge la scuola, perché perde di credibilità
e quindi arrivano le scuole ellenistiche, cambiamento totale di prospettiva, si
dirige verso orizzonte più realistico.
Scuola aristotelica viene messa in ombra. Il successore di Teofrasto sarà
Stratone e che segnerà la rottura dell’aristotelismo vero, abbandono le
concezioni e le piegherà verso concezioni più realistiche, nella scuola di
Aristotele non rimarrà niente di Aristotele.
Quando muore Teofrasto (288) Teofrasto lascia gli edifici del peripato alla
scuola , ma tiene la biblioteca. Trattiene, quindi tutte le opere di Aristotele e
le lascia in eredità a Neleo di Scepsi, in questa biblioteca c’erano tutte le
opere che non erano mai state pubblicate. Neleo se la porta in Asia minore e
le lascerà ai suoi discendenti che le nascono in una cantina perché vogliono
evitare che cadano nelle mani del nuovo regno ellenismo di Pergamo.
Restano lì per molto tempo finché un bibliofilo (Apellicone) non compra
queste opere e le riporta ad Atene. Muore Apellicone e questi testi vengono
confiscati da Silla (86) e vengono portati a Roma e vengono consegnati a dei
grammatici per essere trascritti. La prima edizione sistematica si avrà nella
seconda metà del primo secolo a opera di Andronico di Rodi.
Quando muore teofrasto la scuola viene privata della cosa più preziosa della
scuola, cioè tutti gli strumenti che venivano divulgati in quella scuola, perde
lo strumento principe per divulgare quel pensiero. La scuola per lungo
tempo mostrerà di ignorare la maggior parte degli scritti di Aristotele. Anche
per questo l’aristotelismo non sarà in grado di partecipare nella nuova
epoca.
Che cosa succede quindi alla morte di Aristotele, si diffonde un nuovo clima
culturale: ELLENISMO.
Dalla cultura ellenica alla cultura ellenisti
Ci parla di contaminazione, periodo di contaminazione tra i greci e il nuovo
mondo. In quel periodo c’era a capo in Macedonia Alessandro Magno,
muore nel 323 (educato da Aristotele) decide di realizzare il desiderio del
padre, cioè creare un grande regno che abbatteva tutti i confini culturali,
abbatteva la polis e dare una nuova faccia al mondo. Alessandro Magno non
riesce a realizzare questo progetto in modo perfetto, lui muori e nascono i
vari regni ellenistici. Però ci prova, vuol dire che realizza una grande
spedizione (334) che porta i macedoni in Grecia che porta alla distruzione
della polis e porta alla prima fase di questo grande progetto, distrugge i
valori fondamentali dell’uomo greco (Aristotele viene superato)

Visioni sembrano fuori dal tempo, sembra possibile la realizzazione di


qualcosa di diverso.
Grandi conseguenze:
1. Distruzione polis
2. Ideale cosmopolitico, non sono cittadino di Atene o di Sparta ma mi
sento cittadino del mondo (per Alessandro ancora più grande —>
cittadino dell’impero). Prima il Cittadino era solo chi amministra la città
(nell’antichità), ora non si amministra più e i cittadini diventano sudditi
dell’impero macedone. Crolla il fatto che io possa vivere nella mia città e
esprimere le mie opinione. Ora non è più importante sapere è più
importante fare. Questo significa che la politica e l’etica prendono strade
diverse, se la politica non mi realizza moralmente vuol dire che l’etica non
c’entra con la politica, sta da un’altra parte. Il suddito non vive la
dimensione politica in modo attivo. Il suddito fa altre cose (coltiva, guerra
ecc). Conseguenza – scissione tra etica e politica, così radicale che porta
le scuole ellenistiche a emarginare la politica e si dedicano più all’etica.
3. Scoperta dell’individuo. L’uomo smette di essere cittadino e diventa
individuo. Filosofia non si concentra più sulla dimensione sociale ma più
su quella individuale. Uomo ateniese non è più ateniese è un uomo ed è
ugual e a uno di Sparta. Questo porta ad un’uguaglianza, tutti sono
sudditi. Ora crollano quei pregiudizi di razzismo, (greci si sentivano
superiori ai barbari) essendo ora tutti sudditi dell’impero macedone
cadono le differenze tra città e anche tutti questi pregiudizi.
Alessandro Magno però considerava la cultura greca più superiore a tutti,
però vede altri talenti anche da altre popolazioni, quindi cerca di fare
matrimonio, diffonde a tutti la cultura greca.
Da cultura ellenica —> cultura ellenistica
17/09
Radice sempre la stessa perché Alessandro cercherà di contaminare la
cultura greca ma la considera molto importante.
Etica e repubblica si dividono. Le scuole ellenistiche si concentrano sull’etica
perché la politica non ha più alcun valore morale, quindi se un questo
periodo emerge il valor dell’individuo, ciò che interessa è come questo
individuo può essere felice, come si deve comportare —> quindi il beneficio
ce lo avrà l’etica
2 conseguenze più evidenti
1. etica diventa l’oggetto fondamentale della riflessione delle scuole
ellenistiche, si pongono il problema della felicità dell’individuo, ma
non all’interno di un gruppo ma come singolo.
2. Totale assenza di prospettiva metafisica, comprensibile perché sono
in un mondo di crisi e grande cambiamento. Quindi non si concentrano
su un mondo metafisico, obbiettivo più urgente è dare delle risposte.
Permettere di dare a questo individuo dei nuovi riferimenti. Non
interessa ciò che c’è oltre il mondo fisico. —> eccezione perché dopo
la metafisica tutti dovranno fare i conti con la metafisica , questo qua
non accade qua, è come se la metafisica non fosse stata inventata.
Le grandi scuole ellenistiche sono tre:
1. Epicureismo (Epicuro)
2. Stoicimo (Zenone)
3. Scetticismo (Pirrone)
Non sono delle vere e proprie scuole. Le prime due sono delle scuole però
la terza non fonda nessuna scuola. Pirrone si propone come insegnante di
vita, non c’è una scuola materiale.
Tutte tre hanno in comune di mandare un messaggio di natura etica , perché
anche le prime due mettono al centro della riflessione la riflessione etica.
Dividono le loro riflessioni in tre ambiti:
- Logica (epicureo la chiama canonica perché fornisce i canoni di verità)
- Fisica
- Etica —> è la più importante però prima di parlarne devo fare altre due
cose:
1. Parlare dei canoni di verità (logica)
2. prima di parlare di felicità devo collocare l’uomo da qualche parte
(fisica) —> Quindi la logica e la fisica solo funzionali dell’etica
Metafora —> Frutteto
Il muro —> logica (definisce il luogo e lo protegge)
Fisica —> alberi (luogo)
Etica —> i frutti (obbiettivo di tutto, non ho frutti se non ho il luogo e non li
proteggo)

Tutti e tre si fanno quindi le stessete domande ma le risposte sono diverse:


EPICURO
Fonda la prima scuola ellenistica. Arriva ad Atene con atteggiamento un po’
polemico.
Nasce a Sano, va ad Atene per segnare un cambiamento, trova un gioco
facile perché la Platone e Aristotele erano già stati superati in parte.
Fonda la sua scuola dove era presente un giardino, era in periferia ed era
lontana dalla città e questa localizzazione era una scelta precisa che
corrispondeva ai canoni della cultura ellenistica. La scuola viene chiamata
giardino e le persone che studiavano lì vengono chiamate i filosofi del
giardino.
Quali sono gli ideali di Epicuro?
Lui dice che la realtà è penetrabile dall'uomo, l’uomo può essere padrone
della realtà. all'interno di questa realtà c'è spazio anche per la felicità, perché
questa felicità si comporta non come qualcosa che si aggiunge ma la felicità
è assenza, mancanza di dolore nel corpo e assenza di turbamento nell'anima.
Io devo privarmi di qualcosa, quindi posso farlo da solo io sono
autosufficiente e basto a me stesso. questo comporta un’assoluta
uguaglianza tra gli umani, perché tutti gli umani possono essere felici, tutti
hanno bisogno solo di se stessi, la felicità e alla portata di tutti —> Per
questo motivo Epicuro apre le porte della scuola a tutti (donne uomini
vecchi) —> questa è una novità assoluta.
Non c’è nessuna forma di trascendenza, questa è la filosofia dell’Aldi qua.
siamo felici tutti qui (la seconda navigazione non esiste)

LOGICA
Lui definisci come criteri di assoluta verità:
1. Sensazione, perché è infallibile —> infallibile per due motivi:
- Perché è passiva, colgo ciò che c’è
- Perché dipende dalla natura atomica della realtà —> è un elemento
materiale oggettivo per Epicuro, perché da lì si sprigiona ciò che va a
colpire i miei atomi —> è vera perché nasce dalla natura della realtà
questo pensiero a una base fortemente empirica\fisica
2. Sensazione di piacere e dolore (ciò che mi permette di distinguere il vero
dal falso) dice che le sensazioni di piacere e di dolore sono le sensazioni
fondamentali, sono oggettive e hanno un’importanza diversa perché mi
permettono di distinguere il bene dal male. Ciò che genera piacere vuol
dire che è un bene e io lo devo scegliere, ciò che invece genera dolore è
un male quindi non deve mai essere scelto

FISICA
È una vera ontologia e Epicuro spiega la totalità della realtà.va a recuperare
la filosofia degli atomisti (Democrito) freccia che è la più materialistica tra le
filosofie presocratiche.
Lui ci dice che nulla può nascere dal nulla, e nulla va a finire nel nulla (il non
essere non esiste)
la realtà nella sua totalità ci sarà sempre e c’è sempre stata
Questa totalità è composta da due elementi fondamentali:
1. I corpi —> la loro esistenza è provata dai sensi
2. l vuoto —> è un elemento costitutivo, non è non essere —> la sua
esistenza è provata dall’esistenza del movimento (l’esistenza del
movimento è provato dai sensi). Se non c’è il vuoto la realtà non si
muove.

I corpi possono essere:


1. Semplici —> atomi (indivisibili)
2. Composti —> aggregato di atomi (divisibili negli atomi che li formano).
Questi atomi aggregandosi e disgregandosi permettono alla realtà di
essere diversa ma ci sono sempre stati.

Differenze tra Epicuro e Democrito:


1. Epicuro dice che gli atomi sono tra loro differenti per figura peso e
grandezza (mentre Democrito: dice che gli atomi differiscono per figura
prese posizione)
2. Tutti gli atomi sono ontologicamente e fisicamente indivisibili ma quando
io li definisco corpi devo hanno un’estensione e quindi chiamandoli corpi
(Lo chiamo corpo perché genera corpi, per creare corpi non può non
essere un corpo, per essere un corpo ciò che lo crea non può non essere
un corpo, —> esempio per creare una banana faccio banana+banana e
non mela + pera) quindi se hanno un’estensione, devo presupporre che
hanno delle parti perciò sono divisibili però non ontologicamente mente
ma sono separabili solo logicamente. Quindi sono divisibili ma
indivisibili? Problema
Soluzione di Epicuro:
LA TEORIA DEI MINIMI: epicuro come soluzione ci dice che l’atomo è
logicamente divisibile fino a un certo punto (non è divisibile all’infinito)
quindi l’atomo non scompare mai. [atomo così com’è è indivisibile]
3. Nascita della realtà, modalità di aggregazione degli atomi.
Nozione nuova: nozione di Clinamen —> teoria della declinazione degli
atomi, introdotta soprattutto per ragioni etiche.
Parte dall’idea che questi atomi siano in movimento (come democrito)
soltanto che questo moto viene concepito come movimento di caduta
dall’altro verso il basso secondo linee parallele, questa caduta è
determinata dal peso degli atomi (in democrito era presente invece un
moto vorticoso).
Problema: se cadono secondo linee parallele come fanno ad incontrarsi
per creare la realtà? Epicuro quindi introduce il clinamen —> teoria che
dice che gli atomi posso deviare da questa caduta verso il basso in
qualunque momento, senza motivo. Deviando, si incontrano e creano la
realtà. Perché dice questo? Perché lui vuole salvare la libertà
dell’individuo, lui vuole dire che la realtà si genera senza una ragione.
Per l’uomo quindi c’è un volere del tutto libero, introduce questa visione
casuale per mantenere in essere la libertà. Questa nozione di Clinamen
contraddice però la non esistenza del non essere. Perché se si genera
senza causa —> c’è un nulla di causa che definisce l’effetto —> La realtà
nasce senza una ragione (Epicuro getta il mondo in balia del caso).
In realtà lui non vede questa difficoltà perché secondo lui la causa è la
libertà, io getto il mondo in balia della libertà che non è un caso ma è
ciò che permette all’uomo di scegliere. In realtà è presente un po’ di
difficoltà: lui concepisce la libertà in modo meccanico, in realtà la libertà
è qualitativamente oltre al mondo fisico. La libertà la posso attribuire solo
all’uomo —> ontologicamente la libertà si traduce in caso perché
l’atomo non può essere libero. La libertà è nella sfera dell’individuo e
contempla una possibilità di scelta e va oltre all’orizzonte ontologico.
Quindi Epicuro parla di una cosa all’interno di un orizzonte a cui non
appartiene (aporia). (Non coincidono, una è la condizione dell’altro, uno
presuppone l’altra, nella sua testa si avvicinano molto perché dice
caso= non necessita e quindi = libertà (che pero non è solo non
necessità)
Questi atomi sono infiniti danno origini a mondi infiniti che possono essere
uguali o diversi. Questi mondi sono infiniti nello spazio e infiniti nel tempo.
Questi mondi si succedono nel tempo. Lui ipotizza una continua presenza
del mondo, nasce un mondo che poi “muore” ma poi rinasce un altro
mondo
Il tutto non muta (?).
Ci sarà sempre in atto quell’aggregato di atomi che sono in atto anche ora.
Questi mondi non sono finali a niente. Non esiste uno scopo, non serve
neanche la necessità —> anche questi mondi sono del tutto casuali.
Epicuro ci dice che tutto ciò che esiste è fatto di atomi, per questo l’anima è
fatta di atomi che sono un po’ di versi dagli altri, li distingue per il fatto che
anima non è corpo, ma non mette in dubbio che l’anima non esisti. È
costituita da atomi particolari, un po’ diversi (non è molto chiaro). L’anima è
mortale perché essendo un aggregato di atomi si disgrega —> visione
materialistica. Nulla sopravvive alla scissione di questi atomi.

GLI DEI
Analogo discorso sugli dei
Sull’esistenza non aveva nessun dubbio.
È evidente che esistono, perché tutti gli uomini possiedono questa
conoscenza, visto che tutti ci hanno creduto vuol dire che è vera la loro
esistenza. Questa conoscenza essendo condivisa ha una base oggettiva.
quindi anche gli dei sono fatti di atomi, diversi dai nostri
Gli Dei, sono quasi corpo e quasi anima (fa cadere il suo discorso —>
avrebbe dovuto dire che non esistono)
Gli dei sono immortali perché il loro aggregato ha una statuto privilegiato, si
disgregano ma appena lo fanno arrivano altri atomi che colmano la perdita
degli atomi che si stanno per disgregare. (Nulla di questa ha una ragione
teoretica)

ETICA
Prende le mosse da questa visione ontologica.
Non solo l’uomo è fatto di atomi ma anche la sua essenza.
Tutto ciò che esiste solo per il fatto che esiste è fatto di atomi.
Quindi anche il bene è fatto di atomi —> che tipo di bene?
Bene —> ciò che è necessario per essere felici —> felicita è lo scopo della
vita, non serve la conoscenza ci serve essere felici.
Quindi devo indicare la strada per essere felice —> quindi devo raggiungere
il bene che coincide con il piacere ( scuola Cirenaica aveva già detto ste
cose). Epicuro cambia la natura del piacere —> piacere statico, in quiete
perché non consiste nel cercare qualcosa ma nel togliere,
il vero piacere consiste nell’assenza del dolore (APONIA) e mancanza di
turbamento nell’anima (ATARASSIA).
Una dalle cose da cui si allontana è la politica, fuga dalla vita cittadina. Lui
considera la politica innaturale perché porta discussioni turbamenti e dolori.
Lontano da ciò —> io uomo posso ritrovare la tranquillità.
Nuova visone di base ribalta la visione platonica e aristotelica (Uomo è un
animale politico).
L’uomo deve discernere cosa cercare e cosa no, deve usare la ragione per
capire come trovare il piacere.
tre tipi di piacere e quali da seguire e quali no:
- Piacere naturale e necessario —> piaceri strettamente legati alla
conservazione della vita (bere, mangiare) questo tipo di piacere va sempre
soddisfatto, devo sempre assecondarlo. Questi piaceri vanno assecondati
perché hanno un limite in loro stessi (io bevo perché ho sete poi quando
non ho poi sete mi fermo). Piaceri non rischioso perché io assecondo una
necessita
- Piaceri naturali ma non necessari, sono la variazione sofistica del primo
gruppo (ho sete ma bevo solo l’acqua ferrarelle) sono quei piaceri che non
sono una necessità ma che io voglio soddisfare soltanto in un certo modo.
Sono rischiosi perché non sottraggono la necessità (se io ho veramente
sete bevo quella del rubinetto, se io aspetto la ferrarelle, e non bevo
finché non arriva, io continuo ad avere sete, quindi non è detto che
allontani il dolore) questo piacere va seguito parzialmente. Non ha un
limite in se stesso.
- Piaceri non naturali e non necessari, piaceri vani, nati da opinioni vane
degli uomini. Questi piaceri non solo non tolgono il dolore ma lo portano
(ricchezza, ricerca dell’onore, ricerca della forza) se io sono ricco lo voglio
essere sempre di più e se perdo la ricchezza io sarò estremamente
turbato. Questi non sono da seguire mai.
La più grande ricchezza sta nel bastare a me stesso.
Liberiamoci da tutto. Però non possiamo liberarci da tutto —> il male, morte
Il male fisico è una scusa:
se il male è lieve —> io posso sopportarlo
se è acuto —> passa
se è acutissimo —> muoio
morte: non sento niente, la morte è dissoluzione di atomi, io quando muoio
non ci sono più. A me cosciente non mi capiterà la morte perché io non ci
sono più quando accade, la morte è paurosa per chi non sa bene cosa è.
Sentimenti? Tutti negati (amore, negazione, odio) —> ogni forma di legame
porta turbamenti. Unico legame ammesso è amicizia, lui dice che è un
legame libero che unisce persone simili (sentono, pensano in modo simile)
Amicizia nasce dall’utile, quindi all’inizio è una forma di utilità sublimata.
Voglio te come amico, perché colgo dei lati utili, però avvicinandomi a te
capisco che abbiamo cose in comune. Unico legame ammesso perché nulla
viene imposto dal di fuori, nulla è innaturale, mentre nelle altre relazioni io
voglio qualcosa dall’altro. nell’amicizia no e poi io posso concludere questo
rapporto senza conseguenze.
Io dall’altro non mi aspetto niente, non voglio che faccia parte del mio
progetto di vita (non ho bisogno di lui per fare carriera, è rapporto senza
interessi). L’amicizia vive fino a quando è riprocità —> lo considera un
legame puro. Non c’è in ballo niente, ma solo il piacere di stare insieme.
L’unico che può funzionare perché dietro non c’è niente. L’amicizia per natura
comprende meno aspetti della vita rispetto agli altri rapporti.

Epicuro ritiene di aver fornito agli uomini il QUADRIFARMACO —> rimedio


che serve per guarire le ferite della vita.
Come dovrebbero vivere gli uomini? Fornisce delle regole:
1. Vani i timori verso gli dei e dell’aldilà
2. Non devo aver paura della morte
3. Il piacere (come lo intende lui) è a disposizione di tutti, tutti possono
essere felici
4. Il male è di breve durata o è sopportabile quindi non bisogna avere
paura del male
Chi riesce a seguire queste regole ha la pace dello spirito e avrà la felicita
—> non devo aver paura e devo essere felice. In qualunque circostanza
posso raggiungere la felicità quindi non devo aver paura.
L’uomo saggio —> ideale di un uomo imperturbabile, non viene turbato
dagli eventi della vita e nemmeno quelli della morte, il saggio quindi può
essere felice durante le torture.
Epicuro sopportava sempre tutto quello che gli accadeva. Quando stava per
morire, in grande sofferenza, scrive a un amico dicendo che la vita è bella,
cerca di non dare pensiero alle sofferenze per godersi la vita.
L’uomo che vive in questo modo può gareggiare in felicita con Zeus.
Zeus pur essendo dio possiede la stessa felicita del l’uomo saggio che segue
il quadrifarmaco.
In quel periodo nella società erano presenti molti cambiamenti, molte
angosce quindi:
Il messaggio che vuole dare —> anche in mezzo alle angosce al
cambiamento si può essere felici perché la strada per la felicità non è quella
che hanno scritto i grandi classici ma è un’altra.

Considerato insieme a Socrate il modello di una grande fede —> fede laica
Socrate —> modello della giustizia
Epicuro —> religione della vita, del piacere, dell’aldiqua

Epicuro impone ai sui discepoli tutta questa dottrina. Disciplina ferrea, la


impone. Motivo per cui non sono mai sorti conflitti tra le diverse visioni della
realtà quindi la scuola non ha avuto sviluppi teoretici, visto che non si poteva
contestare non c’è stato uno sviluppo.
Nella seconda meta del 1 sec, il giardino (la scuola) viene venduto, questo ci
dice che la scuola non c’era più ad Atene, ma trova una seconda patria in
Italia. Da qui l’epicureismo prende piede ad arcolano, dove sono stati trovati
dei resti archeologici.
Poi arriva Lucrezio, che è stato l’espressione migliore e più alta
dell’epicureismo —> scrive il “dem rerum natura”, mette in versi
l’epicureismo . La riproduzione dell’epicureismo però sotto forma di poesia.
Perché scrive un poema ? Perché si rende conto che non poteva essere reso
noto solo all’intelletto ma lo doveva essere anche al cuore. La poesia
aggiunge dei toni legati al sentimento e all’emozioni, per renderla
maggiormente condivisibile e più vicino agli uomini.
Epicuro vive bene e non angosciato, invece Lucrezio è reso vittima da questa
visione materialistica e quindi si suicida.
ZENONE
Sul fine del 4 secolo però nasce un’altra scuola —> la più famosa
Lo stoicismo, fondato da Zenone ad Atene.
Zenone si trasferisce ad Atene, attratto dalla filosofia, era nato a Cipro.
Incontra grandi personaggi, studia tutti i testi precedenti.
Conosce l’epicureismo ed è colpito dalle domande di epicuro.
Zenone ci dice che è stato l’incontro che ha cambiato la sua vita
Colpito dal fatto che negasse del tutto la metafisica, non si andava oltre, non
c’è trascendenza, e interpreta la filosofia come arte del vivere. Per epicuro la
filosofia è dire come vivere la vita.
Zenone però non condivide nessuna risposta di epicuro (gli piace
l’obbiettivo, le domande ma non gli piace come si è avvicinato all’obbiettivo)
Non gli piace la riduzione del mondo ad un aggregato di atomi e non gli
piace l’idea del bene come piacere. Quindi Zenone va a contestare, va a
rovesciare tutte queste soluzioni di epicuro.
Però come obbiettavo è uguale —> parla sempre di come trovare la felicità,
anche qua non c’è metafisica
Non è cittadino quindi non può comprare un edificio —> quindi tiene le
lezioni in un portico (in greco stoà —> stoici).
Lezioni diverse da quelle di epicuro, perché lui ammetteva la discussione,
oggetto di approfondimento, discussione, ripensamenti —> influenza
enorme nel pensiero —> stoicismo subisce molti cambiamenti.
3 periodi dello stoicismo
1. Antica stoa (fine 4 secolo e tutto il 3 secolo a.c.) momento in cui vengono
codificati vari essenziali. Esponenti; Zenone e Crisippo.
2. Media stoa (2 e 1 secolo) stoicismo perde un po di purezza, contaminato
da altre correnti (soprattutto
3. Nuova stoa/stoa romana (età Roma cristiana) meditazione orale, forte
connotazione religiose, risente molto della diffusone del cristianesimo

Pensiero dell’antica stoa —> tutti testi sono stati perduti e tutto ciò che
sappiamo lo abbiamo da testimonianze indirette. Non fanno riferimento ad
un pensatore, fonte maggiore pare crisippo. Parlano della scuola stoica
come scuola. Sappiamo che questi testi appartengono all’antica stoa perché
anche la stoa storica si riferisce alle origini della stoa che sono questi pensieri
di cui noi parleremo.
Scuola divisa in tre ambiti
1 logica
2 fisica
3 etica
—> questi ambiti hanno lo scopo uguale a quello di epicuro
Risposte diverse anche se domande uguali. Risposte diverse perché la
visione degli storici è materialista ma molto diversa
—> panteismo e monistico

LOGICA
Come per epicuro anche per gli stoici la base della conoscenza è la
sensazione, impressione passiva che i nostri sensi subiscono —>
rappresentazione (impressione entra nell’anima) tutto è su base sensistica.
Tutto deriva da un impressione che prima si imprime nei sensi poi viene
proiettata e si imprime anche nell’anima (rappresentazione). Quindi ogni
forma di conoscenza è legata alla materia.
Anche i concetti per loro erano corporei, cosa intendono?
Intendevano che c’era un impoverimento di essere. Chiamo il concetto
incorporeo perché non ha la freschezza della realtà corporea che abbiamo
davanti, forma impoverita di essere, sensazione lascia un segno molto più
sbiadito della sensazione stessa, manca dell’immediatezza della sensazione
vera ma non implica una qualità ontologica davvero diversa rispetto a quella
della sensazione. Il concetto è come se fosse un ricordo della sensazione di
prima, segno indelebile del fatto che io ho provato questa sensazione.

FISICA
Questo perché la loro visione della realtà fisica è molto materialistica
Definita con:
—> monistico (monos=Uno)
—> panteistico (dei da per tutti)
L’essere è solo corpo, ciò che ha la capacità di agire e di patire —> questo è
solo corpo.
Tutto ciò che è solo per il fatto di essere è corporeo (virtù, bene ecc.
esistono quindi sono corpi) se essere=corpo ogni cosa che metto nell’essere
è corpo.
Per gli stoici la corporeità non fatta di atomi ma da:
2 principi
1. passivo —> materia (passivo perché riceve la forma)
2. attivo —> forma , va a definire la materia, è viva all’interno della materia
(vitalità nella realtà) questa forma si configura come dio, logos ragione
divina.
La realtà è divisa in due principi
Logos —> ragione che va a definire la materia. Non è dio trascendente
perché sta nella realtà. Viene definito fuoco artefice (fuoco —> tutto cambia
origine di calore quindi di crescita ecc.)
—> questi principi sono corpi perché esistono.
Come faccio a pensare che questi due principi essendo corpi si
compenetrino?? Problema
Stoici —> dottrina della commistione totale dei corpi
Per loro corpi divisibili all’infinito e quindi può raggiungere dei livelli di
piccolezza da potersi fondersi insieme.
Esempio: un biscotto e pezzo di pane io li sbriciolo io poi li unisco e quindi si
riuniscono una dentro l’altra.
Questo principio sta dentro la materia e questo permette la formazione
realtà.
Però la realtà è molteplice —> però il principio è sempre uguale (perché —>
biscotto ho sempre quella mescolanza, quindi come è possibile se la forma
di quella materia è sempre il biscotto a permettere varietà nella realtà sia
nello spazia sia nel tempo?)
Visione panteista —> principio divino sta da per tutto perché se questo
principio divino forma la realtà sta da purtroppo, quindi dio sta fisicamente
nelle cose. Dio —> logos
Visione Monistica —> perché c’è una sola forma che caratterizza la realtà
Panteistica purché questa forma sta nella realtà, quindi sta da per tutto.
Soluzione della varietà della realtà
Il Logos è 1 quindi come dire che tutte la realtà ha la stessa forma (c’è una
sola forma oltre a una materia) forma —> ontologicamente sono tutte uguali
stessa sostanza ma assumono una forma diversa — come si giustifica?
Se prendo la forma e metto nella realtà genero una realtà ma sembra che io
generi una realtà ferma ma non è cosi perché questa realtà è in divenire
sempre pero avendo una sola forma c come fa ad esserlo?
Dottrina delle ragioni seminali
Questo dio è come se fosse un grande seme che contiene piccoli semi,
Questo dio è una grande forma che contiene tutte le piccole forme. Come
se questa forma che viene messa nell’essere avesse tutte le infinite attuazioni
della materia. All’interno ha tutte le possibilità tutte le forme che la materia
può assumere. Questo dio genera il cosmo nel tempo perché queste sue
infinite forme si manifestano nel tempo. Non si manifestano mentre entra
nella materia. Da via a una percorso che poi va avanti da solo perché ci sono
tante prime forme che sono entrate nell’essere all’inizio, quando il dio è
entrato nell’essere. (Se spingo una bicicletta da una collina, la spinta che gli
do è UNA (un solo logos) ma poi quando scende va da sola).
Contiene già le ragioni di tutte le cose che verranno generate in quella realtà
per tutta la realtà. C’è stata una prima unione tra forma e materia e da
questa unione sono nate le successive forme (grande seme conteneva tutti i
semi che andranno a essere)
Gli stoici spiegano la molteplicità delle forme della realtà a partire da
un’unica forma.
Porta dentro di se (ontologicamente uguali a se —> dio in tutto e tutto
coincide con dio, queste forme particolari dette enti particolati non possono
non essere uguali al principio universale)
—> questo dio è corpo, non c’è nulla di spiritualistico in questa visione.
Questa visione generava una serie di problematiche —> questa visione dove
forma e materia si equivalgono, va a sovvertire Aristotele (che diceva che la
forma è l'essenza e il corpo è materia) invece qua noi parliamo di un’unica
categoria di forma che coincide con dio.
conseguenza:
Realtà cambia volto —> la realtà è finalistica perché se questo principio è
logos, intelligenza, ragione trasmette alla realtà le sue caratteristiche.
Questo principio rende la materia ordinata e razionale.
É come se la progettasse, nulla è lasciato al caso tutto è cosi com’è, se è così
doveva essere cosi.
Non esiste il caso ma esiste un orientamento della realtà —> non intendiamo
un principio che ha pensato ma essendo la natura di questo principio
l’intelligenza non può che dare le sue caratteristiche, quindi non c’è scelta.

PROVVIDENZA STOICA (non è la provvidenza cristiana)


—> provvidenza in finalismo universale. Le cose sono come è meglio che
siano. Dobbiamo pensare a un principio razionale che ha generato la
migliore realtà che poteva fare. Quindi è una realtà imminente e non
trascendente. Coincide con la forma della realtà, chiamata anima del mondo
(anima con accezione materialistica)
Provvidenza è più simile al fato —> esprime una necessità
se le cose sono cosi è perché lo devono essere, vuol dire che non potevano
essere diverse e non lo potranno essere.
Come se ci fosse un destino che sottolinea una necessita ineluttabile.
Provvidenza = tutto è necessario.
La realtà non ha margine di cambiamento. Necessità ontologica.
(es : se io ho un principio verde e lo mischio con una materia di colore, la
realtà nasce verde —> perché la sua natura si trasmette necessariamente
nella materia con le sue caratteristiche).
—> La realtà sarà necessariamente razionale, intellettuale (necessità
ontologica —> non c’è un meccanicismo, ma la natura del principio genera
una realtà fatta in un certo modo) tutto è necessario.
Cosa deve fare l’uomo saggio?
Deve accettare la razionalità dl fato —> riconosco che quello che accade è
l’espressione migliore della realtà.
L’uomo veramente libero è quello che capisce la razionalità e la riesce ad
accettare, (capisce che quella è necessita(?).
L’uomo saggio non è rassegnato al fato ma è colui che capisce che quegli
eventi sono il meglio (il meglio non è il bene, ma tra tutte le possibilità è il
meglio, questo presuppone che tutte le altre possibilità sono peggiori —>
rimani sempre nell’oscurità del peggio) perché sono espressone della
razionalità del principio. Se questa cosa non poteva che andare cosi io non
posso farci niente, non è colpa mia.
Stoico = sopportare quel trauma, dolore senza battere ciglio ma il loro
essere stoico nasce dalla consapevolezza che io so che quella cosa è la cosa
migliore che potrebbe accadermi quindi mi conviene accontentarmi.
La storia non poteva che andare così, questa cosa accadeva comunque non
c’è la libertà come libero arbitrio.
Non siamo ancora alla parte significativa dell’etica —> cuore delle filosofia
ellenistiche

Considerazione che puo essere considerato il bene ciò che va a incrementare


il priprio essere ciò che va a rendere miglior quel quid che caratterizza quel
singolo ente (parla di tutti gli enti). Quel quid è la sua razionalità. Bene
considero solo ciò che è utile per la perfezione della ragione (distantio
dall’epica di epicuro)
Bene è cio che giova il mane è ciò che è dannoso.
Pero l’uomo è anche corpo, con natura biologia (un po animale<9
Nega la qualifica di bene e di male a tutto ciò che fanno al corpo, tutto ciò
viene definito moralmente indifferente. Etica stoica tre categorie
1. Bene morale
2. Make morale
3. Moralmente indifferente —> non hanno direttamente a vie fare con
l’incremento o il decremento della miarazionalita.
All’interno ci sono delle cose pero moralmente indifferenti migliori e
peggiore. Distinguono valori e disvalori (sono indifferenti)non attiene alla
sfera della morale. (All’interno della sfera dell’indifferenza morale gli uomini
differiscojnoni valori e disvalori) a livello fisico valori e disvalori
Definiscono diverse
Azioni moralmente perfette —> in tutto e per tutto compiute in conformità
alla ragione. In cui la razionalità definisce totalmente la mia voralità (mi fa
determinare solo e soltanto dalla mia realtà)
Massimamente imperfetto —> azioni totalmente prive di ragione
Sono rarissime perche l’uomo vive in un corpo quindi non è solo ragione.
Anche nel caso dell’azione visione è impossibile che sia del tutto privo di
ragion perde uomo ha sa corpo che ragione . Indicazione degli estremi
Maggioranza delle azioni si svolgono nell azioni indifferenti—> azione
conveniente azione compiuta secondo ragione (non solo dalla ragioen<) che
hanno un altro giustificazione morale, io assolvo a dei doveri sono in grado
di avere e sto facendo quello che leggi, regole mi dicono. Hanno una
plausibilità razionale ed e svolta rispettando una regola. Dovere è una
creazione storica. Questa idea del rispetto della legge ch è razionale che
può essere anche morale è una crazione stoica greca. Catecon —> dovere.
Questo uomo che svolge queste azioni ha come obbiettavi la conservazione
di se che non riguarda solo i singolo ma le persone a lui vicine. La natura
impone non solo di amare noi stessi ma anche coloro che in diverse forme
sono legate a noi stessi <8famiglia, figli) tendo a conservare come tendo a
osservare me. Dom è chiuso coem epicuro, coinvolgo qualcuno. Per gli stoici
è un’amilae sociali è fatto per stare con gli altri, sono coerente con ideale
cosmopoliti. Stabilire delle razione non vuol dire che io mi assuma la
preoccupazione degli altri, io sono fatto per aprirmi, tutolo i. Imiei e mi apro.
Pero l’apatia stoica —> apatia non deve essere schiavo dlelle passioni, un
conto aprire sin po agli altri un’altro subire le emozioni. L’importante è
riduscire da non farmi toccare da qualcosa che è antitetico al logos. Io devo
mantenere il logos sotto controllo. Non deve mai annebbiare la mia mente.
Apatia io sono in grado di controllare le mie passioni che sono errori della
ragione cioè io subisco la passione se non ne ho un idea chiara. Se della
passione mi faccio un idea chiara e distinta
L’uso della mia ragione illumina la realtà e anche quella passione e quindi
riesco a governarlo.
Zenone > APPENA IO governo la passione la passione viene distrutta, il
logos quindi dell’uomo perfetto (uomo saggio —> l’unico) non fare neanche
nascere le passione e genera quello che è il loro ideale cioè l’apatia stoica —
> assenza di turbamento
Apatia che coincide con la felicita è la assoluta imperturbabilità
Apatia mi permette di usare solo la mia ragione quindi posso fare azioni
moralmente perfette.
Zenone —> apatia niente compassione niente di niente quindi non vuol dire
he io sopporto quello che accade a me e quindi solo anche indifferente delle
insofferenze degli altri, nulla mi tocca (stoico non tocca nessuno, lontano da
ogni forma di simpati. Perché s e si preoccupasse generebbe turbamenti,
apssione, emozione e ci allontaneremo dal logos.

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