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Ecco i miei appunti sulla filosofia platonica:

# La filosofia platonica

La filosofia platonica è la concezione filosofica elaborata da Platone, il più


celebre discepolo di Socrate e il fondatore dell'Accademia, la prima scuola
filosofica dell'antichità. La filosofia platonica si basa sulla dottrina delle
idee, che sono le forme eterne, universali e separate della realtà, che
costituiscono i veri oggetti della conoscenza intellettuale e i modelli dei quali
partecipano le cose sensibili. La filosofia platonica ha avuto una grande influenza
nella storia del pensiero, sia in ambito pagano che cristiano, e ha dato origine a
diverse correnti e interpretazioni, come il medioplatonismo, il neoplatonismo, il
platonismo medievale e il platonismo rinascimentale.

## La dottrina delle idee

La dottrina delle idee è il nucleo centrale della filosofia platonica. Le idee sono
le essenze immutabili e perfette di tutte le cose, che esistono in una sfera
sovraceleste, al di là del tempo e dello spazio. Le idee sono i principi ontologici
ed epistemologici della realtà: sono ciò che fa essere le cose e ciò che le rende
conoscibili. Le idee sono anche i principi etici ed estetici della realtà: sono ciò
che fa essere le cose buone e belle. Le idee sono gerarchicamente ordinate secondo
un criterio di maggiore o minore universalità e di maggiore o minore perfezione. Al
vertice della gerarchia delle idee si trova l'idea del Bene, che è la causa suprema
di tutto l'essere e di tutto il conoscere.

Le idee non sono accessibili ai sensi, ma solo alla ragione. Per conoscere le idee
bisogna compiere un processo di astrazione e di ascensione dialettica, che parte
dalle cose sensibili e arriva alle forme intelligibili. Questo processo è reso
possibile dal fatto che l'anima umana è immortale e preesiste al corpo. L'anima ha
contemplato le idee prima di incarnarsi nel mondo sensibile, ma ha perso la memoria
di questa visione a causa del trauma della nascita. La conoscenza delle idee è
quindi una reminiscenza (anamnesi) di ciò che l'anima ha già visto.

## Il rapporto tra le idee e le cose

Il rapporto tra le idee e le cose sensibili è un rapporto di partecipazione


(methexis) o imitazione (mimesis). Le cose sensibili partecipano o imitano le idee
in modo imperfetto e parziale, in quanto sono soggette al divenire, alla corruzione
e alla morte. Le cose sensibili sono quindi delle copie o delle ombre delle idee,
che ne riflettono solo alcuni aspetti. Le cose sensibili non hanno una vera realtà
in sé, ma solo in quanto rinviano alle idee.

Platone usa diversi miti e immagini per illustrare il rapporto tra le idee e le
cose. Il più famoso è il mito della caverna, narrato nel libro VII della
Repubblica. In questo mito Platone immagina un gruppo di prigionieri incatenati in
una caverna, che vedono solo le ombre proiettate da una luce sul muro davanti a
loro. Queste ombre sono per loro la realtà, mentre ignorano l'esistenza degli
oggetti che le producono e della luce stessa. Uno dei prigionieri riesce a
liberarsi e ad uscire dalla caverna. All'inizio è accecato dalla luce del sole, ma
poi si abitua a vedere gli oggetti reali e infine lo stesso sole, che rappresenta
l'idea del Bene. Tornato nella caverna per liberare i suoi compagni, viene deriso e
ucciso da loro, che non credono alla sua testimonianza.

Il mito della caverna simboleggia la condizione umana: la maggior parte degli


uomini vive nell'ignoranza delle idee, accontentandosi delle apparenze sensibili.
Solo il filosofo, grazie alla sua capacità di usare la ragione, può liberarsi dalle
catene dell'opinione e accedere alla vera conoscenza delle idee. Il filosofo è
quindi colui che vede la luce del Bene e che cerca di guidare gli altri verso di
essa.

## La concezione dell'anima e dell'etica

Platone concepisce l'anima come una realtà immateriale, immortale e preesistente al


corpo. L'anima è composta da tre parti: la parte razionale, che ha sede nella testa
e che è la sede della conoscenza e della virtù; la parte irascibile, che ha sede
nel petto e che è la sede delle passioni nobili, come il coraggio e l'ambizione; la
parte concupiscibile, che ha sede nel ventre e che è la sede delle passioni basse,
come il desiderio e il piacere. Le tre parti dell'anima devono essere in armonia
tra loro, sotto la guida della parte razionale. Questa armonia è la condizione
della virtù e della felicità.

Platone fonda l'etica sulla conoscenza delle idee, in particolare dell'idea del
Bene. La virtù consiste nel conformare la propria vita al modello delle idee,
seguendo la ragione e controllando le passioni. La virtù è quindi una forma di
sapienza (sophia), che implica anche una forma di temperanza (sophrosyne), di
giustizia (dikaiosyne) e di coraggio (andreia). La virtù è l'unica fonte di
felicità, mentre il vizio è fonte di infelicità. La felicità non dipende dai beni
esteriori, ma dalla condizione interiore dell'anima.

Platone affronta anche il problema del rapporto tra virtù e destino. Se la virtù è
una forma di conoscenza, come si spiega che a volte gli uomini virtuosi soffrono
ingiustamente, mentre gli uomini malvagi prosperano? Platone risolve questo
problema ricorrendo alla dottrina della metempsicosi o trasmigrazione delle anime.
Secondo questa dottrina, l'anima dopo la morte si reincarna in un altro corpo, a
seconda delle sue azioni nella vita precedente. L'anima può reincarnarsi in un uomo
migliore o peggiore, o anche in un animale. Il destino degli uomini dipende quindi
dalle loro scelte morali. Solo l'anima del filosofo, che ha contemplato le idee,
può liberarsi dal ciclo delle reincarnazioni e tornare alla sua vera patria.

## La concezione dello Stato e della politica

Platone concepisce lo Stato come una realtà organica, in cui le parti devono essere
in armonia tra loro, sotto la guida della ragione. Lo Stato deve riflettere la
struttura dell'anima umana: così come nell'anima ci sono tre parti (razionale,
irascibile, concupiscibile), così nello Stato ci sono tre classi sociali (filosofi-
governanti, guerrieri-guardiani, artigiani-produttori). Le tre classi devono
svolgere le funzioni a loro assegnate: i filosofi devono governare con saggezza, i
guerrieri devono difendere con coraggio, gli artigiani devono produrre con
temperanza. Le tre classi devono essere in rapporto di giustizia tra loro: ciascuna
deve fare il proprio dovere senza interferire con le altre.

Platone descrive il suo modello ideale di Stato nel dialogo della Repubblica. In
questo dialogo Platone critica le forme di governo esistenti nella Grecia del suo
tempo: la democrazia ateniese, che considera degenerata in una forma di anarchia e
di tirannia della maggioranza; l'oligarchia spartana, che considera degenerata in
una forma di plutocrazia e di oppressione dei deboli; la tirannia dei tiranni greci
o dei re persiani, che considera degenerata in una forma di dispotismo e di
corruzione. Platone propone invece una forma di governo aristocratica, basata sul
primato della ragione e della virtù. Il governo deve essere affidato ai filosofi

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