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Repubblica di Platone

La Repubblica un dialogo composto da Platone nel suo periodo di maturit. Si tratta della sua massima opera, anche se non definitiva nellevoluzione del suo pensiero (che mai stato formulato una volta per tutte). Nei scritti precedenti Platone si occupato dei problemi gnoseologici sollevati da Socrate, cercando di risolverli con la sua teoria delle Idee. Nella Repubblica i risultati di queste ricerche sono riassunti e riordinati, ma c di pi, fanno da base ad un nuovo grandioso progetto: la teoria politica della citt ideale. Nei suoi dialoghi Platone ha pi volte criticato il mondo politico del suo tempo (in particolare i governi democratici), perch secondo lui il sistema in vigore permetteva di salire al potere sopratutto a demagoghi ignoranti. Platone promuoveva lopinione che fosse necessario rivedere radicalmente lorganizzazione politica della societ, per rifondarla sul modello della vera sapienza che si raggiunge solo grazie alla filosofia. Questa revisione teorica appunto la Repubblica, un dialogo diviso in dieci libri, esposto in forma di una lunga conversazione. Il protagonista del dialogo ancora Socrate, in occasione di una festa lui si reca a casa di un amico dove incontra altri ospiti fra cui Trasimaco, il famoso sofista. Inizia la conversazione fra gli invitati, ed il primo argomento subito cruciale: che cosa la giustizia? Trasimaco ha tesi aggressive: la giustizia coincide con linteresse di chi detiene il potere, inoltre commettere lingiustizia in modo furbo molto pi conveniente che essere giusti. Con il suo solito metodo Socrate inizia una serrata confutazione smontando ben presto le tesi del sofista. Dagli argomenti di Socrate infatti la giustizia risultata essere sapienza, virt e forza, mente lingiustizia ignoranza, vizio e debolezza. Inoltre Socrate afferma che la giustizia desiderabile sia per se stessa sia per i vantaggi che porta alluomo giusto. Gli amici pregano il filosofo di dimostrare la validit delle sue parole, inizia cos un lungo discorso. Per prima cosa Socrate intende analizzare i vantaggi che la giustizia porta allo stato, poi anche quelli per il singolo individuo. Iniziando dallo stato emerge subito un quesito: esiste nel mondo una citt-stato veramente giusta, dove quei vantaggi siano gi evidenti? La risposta no, quindi necessario fondarla nellimmaginazione. Prossimo quesito : come esattamente deve essere la citt massimamente giusta? Socrate espone il suo modello, tutto fondato sulla prevalenza del bene di tutti rispetto al bene dellsingolo. Lintera societ sar divisa in tre classi, disposte in rigida gerarchia, ognuna con la sua specifica funzione. La classe dei lavoratori si occuper della produzione di cibo e oggetti necessari a soddisfare i bisogni naturali di tutti. I lavoratori sono persone nate senza doti particolari e dovranno dedicarsi per tutta la vita ad un solo mestiere, quello per cui sono naturalmente portati. In questo modo saranno veramente esperti nel loro lavoro, e quindi massimamente utili alla societ. La classe dei guardiani dovr difendere la citt da nemici esterni e mantenere lordine. Diventano guardiani persone particolarmente dotate di coraggio. E necessario che siano assolutamente fedeli alla citt, per questo devono seguire uneducazione speciale a base di musica (che rende lanimo pi docile), ginnastica (che da forza allo spirito e al corpo) ed unabbondante dose di indottrinamento. I guardiani sono mantenuti dallo stato, non si possono dedicare ad altre attivit e non possono possedere alcuna ricchezza (per evitare rischi di corruzione). La classe dei governanti invece interamente composta da filosofi (e solo da loro). Diventano governanti soltanto persone naturalmente predisposte per lo studio e la sapienza. Leducazione dei governanti la pi lunga ed impegnativa, comprende tutti i campi del sapere e culmina con linsegnamento della filosofia dialettica. Il percorso di studi dura trentanni, pi un tirocinio di comando militare ed amministrazione pubblica di altri quindici. In tutto questo tempo gli aspiranti sono costantemente sottoposti a prove e tentazioni per verificare il loro impegno e temperanza. Solo quei pochi di loro che superano brillantemente tutte le prove potranno accedere al governo della citt, ormai cinquantenni

e al culmine della saggezza. Grazie alla guida di questi individui semi divini illuminati dalla filosofia, e anche grazie alla virt della temperanza (qui vista come obbedienza) propria delle altre classi, la citt non potr che prosperare. Altre soluzioni sociali, secondo Socrate, renderanno forte la citt stato ideale. Sar completamente abolita la famiglia, nessun bambino sapr di chi figlio e fin dalla nascita verr allevato in un asilo statale (cos si rende massima la fedelt dei cittadini allo statofamiglia). Le donne sono in comune, ma gli accoppiamenti saranno stabiliti a favore dei cittadini pi valorosi (per migliorare la razza e premiare i loro sforzi). I guardiani controlleranno attentamente che non ci sia ricchezza o povert, ma che tutti abbiano solo quello che necessario per natura (in genere la propriet privata consentita solo ai lavoratori, e soltanto dei i mezzi di produzione). La censura abolir larte imitativa assieme alla poesia tragica e comica, in quanto queste suscitano emozioni sconvenienti intaccando lequilibrio emotivo dei cittadini. Tutte le novit culturali dovranno essere soppresse per non compromettere le tradizioni, che serviranno a conservare per sempre intatta la costituzione dello stato. Bambini nati con malformazioni dovranno essere uccisi, chi ha una malattia che richiede cure troppo lunghe dovr essere lasciato morire. I governanti avranno anche il diritto di raccontare, a fin di bene, menzogne ai cittadini. Sorge un altro quesito: per quale ragione per soltanto i filosofi hanno il diritto di governare? Socrate risponde: perch soltanto loro possono sapere ci che bene e ci che giusto. Per dimostrarlo spiega come si svolge il processo conoscitivo nelluomo. Ogni cosa che luomo sa fa parte di uno dei quattro tipi di conoscenza, disposti in ordine di crescente verit: 1) congettura - conoscenza delle ombre e immagini che riproducono cose reali, propria dellarte imitativa. 2) assenso - opinioni non dimostrate sugli oggetti sensibili, proprio del popolo ignorante. 3) riflessione - studio degli enti matematici (intelligibili di ordine inferiore) attraverso discipline che si basano su assiomi, propria della geometria e matematica. 4) intelletto - studio degli intelligibili superiori con la dialettica sulla base di ipotesi prodotte dalla riflessione, proprio dei filosofi. Il pi ignorante risulta quindi lartista, il pi sapiente il filosofo. La congettura e lassenso infatti riguardano oggetti sensibili e quindi non permettono di conoscere il mondo, in quanto la teoria delle Idee presuppone che la vera realt sia solo quella degli enti intelligibili, unici modelli secondo cui il mondo costituito, le cose sensibili sono quindi irreali. Le arti della riflessione hanno per oggetto lintelligibile, quindi sono gi pi vicine alla verit, ma non abbastanza: procedono infatti per assiomi indimostrati, usano ancora contenuti sensibili (come i disegni delle figure geometriche) e poi gli enti matematici che trattano sono intelligibili di ordine inferiore rispetto alle Idee. Lintelletto invece lavora esclusivamente con intelligibili superiori, e quindi coincide con la verit stessa, ma solo quando attua un procedimento dialettico corretto. La dialettica un tecnica di ragionamento che procede per ipotesi e che pure fa uso di assiomi, ma (a differenza della riflessione) in grado di verificarli scartando continuamente quelli meno esatti. Solo cos in grado di arrivare allIdea fondamentale, evidente di per se e che non richieda assiomi: il bene in se. Questa particolare Idea la pi importante di tutte (Socrate la paragona al sole), da alle altre idee lesistenza, lessenza e la conoscibilit, ma non si identifica con nessuna di queste caratteristiche. Una volta che la dialettica avr colto il bene in se, ci sar finalmente un punto fermo da cui lanalisi ricadr a cascata conoscendo definitivamente tutte le altre Idee, di cui prima si avevano solo ipotesi. Per questa via il mondo intelligibile sar conosciuto completamente, e di conseguenza lo saranno anche i valori morali delluomo (che Socrate crede costitutivi di tutto luniverso). La conclusione chiara, solo i filosofi possono sapere ci che bene e ci che giusto per la societ, perch grazie alla dialettica hanno conosciuto il bene in se e il giusto in se nel

mondo intelligibile, che il vero mondo. E ora evidente perch solo i filosofi devono governare. Socrate da anche una definizione di giustizia: giusto ci che compie in massimo grado la propria funzione naturale. Quindi giusto che ognuna delle tre classi compia soltanto il proprio compito: i filosofi decidono, i guardiani attuano queste decisioni e i lavoratori producono. Se queste condizioni si verificheranno tutte lo stato sar massimamente giusto, massimamente vicino al suo bene e quindi massimamente felice. Socrate spiega che la struttura tripartita dello stato avvalorata anche dal fatto che essa rispecchia perfettamente la struttura dellanima umana. Anche lanima composta da tre parti: razionale (che sola pu conoscere il bene), animosa (che d alla parte razionale il coraggio per lazione) e concupiscibile (dove risiedono gli istinti irrazionali che devono essere dominati). Il parallelo con le tre classi evidente. Luomo giusto quando permette a ogni sua parte di svolgere solo la propria naturale funzione: la ragione guida, lanimosit da forza, listinto obbedisce. Con questo concetto Socrate rafforza ulteriormente lunit fra individuo e stato. La giustizia inoltre il bene dellanima quindi anche la sua felicit. Luomo giusto lunico ad essere veramente felice, mentre lingiusto il pi infelice di tutti (si completa cos la trionfante confutazione delle tesi di Trasimaco). La Repubblica si chiude con unappassionata esaltazione della vita dedicata alla filosofia e alla giustizia. Socrate arriva addirittura a dimostrare razionalmente limmortalit dellanima e la sua ripetuta reincarnazione. Ricorre poi al mito per narrare ci che succede dopo la morte: allanima data la possibilit di scegliere la sua prossima vita fra tante vite disponibili. Ovviamente soltanto lanima che nella vita precedente si dedicata alla filosofia potr fare la scelta migliore, quindi solo grazie alla filosofia si potr essere felici anche nella prossima vita. Cos si conclude il discorso di Socrate. La Repubblica unopera straordinariamente densa di concetti, qui impossibile toccarli tutti e rendere in modo sfaccettato tutta la ricchezza di significati che contraddistinguono questopera. Va quindi al lettore linvito ad approfondire di persona la Repubblica. Vorrei chiudere questo riassunto con uno spunto di riflessione. Se oggi un partito politico volesse scrivere il nome di Platone sulla sua bandiera, di quale partito si tratterebbe? Pavel Maximov (maximov@inwind.it) Questo testo stato scaricato da: http://www.portalefilosofia.com

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