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mercoledì 20 marzo 2024

Platone

La concezione dell’uomo e della città


Le varie chiavi interpretative il pensiero di Platone è la concezione politica, di tutto
ciò che si interessa alla polis, non è la città-stato, perché fa riferimento alla
concezione di stato che arriva dopo, ma città, popolazione o società o comunità
politica, come gli uomini dovrebbero vivere al meglio in comunità tra loro, consegue
la domanda qual è il bene per la città che permetta di vivere al meglio. Uno dei temi
centrali è quella della costituzione, i dialoghi, la repubblica, la costituzione che
rappresenta la struttura di base della comunità politica o ciò che costituisce la
comunità politica quindi vi sono diversi tipi di costituzioni o modi di costituire una
comunità/società. Sulla scia di Socrate, per agire bene debbiamo sapere cos’è il
bene, la conoscenza del bene è la condizione per poter vivere bene in comunità,
duplice signi cato, signi cato ontologico ed etico (il bene). L’uomo, in socrate
l’obiettivo è curare se stessi, la propria anima, personalità (insieme di mente,
coscienza, capacità, sentimenti, emozioni), in Platone ci sono anima e corpo,
dimensione spirituale e corporea. Il bene dell’uomo consiste nel bene dell’anima,
non c’è una svalutazione del corpo ma deve essere subordinata al logos, alla
coscienza… nel dialogo Gorgia, il corpo (soma) è per l’uomo la tomba (sema)
dell’anima, mentre il corpo muore, l’anima no, sopravvive al corpo o preesiste al
corpo, quindi mortalità e immortalità, distinzione tra due piani, dimensioni, sensibile
e soprasensibile (livelli di realtà). Dualismo, opposizione non distinzione.

La città, la polis. Il bene per l’uomo consist Enel bene dell’anima e il bene fa
riferimento alla virtù, eccellenza, bene e virtù sono legati, il bene per l’uomo consiste
nel bene dell’anima, di vivere al meglio nella polis, la virtù principale è la giustizia
perché è una virtù sociale, nel duplice aspetto, perché sul modo di dare
riconscimenti al posto di altri, perché è data anche dall’insieme di altre virtù
speci che, principale perché ci si chiede che cos’è meglio per l’uomo. Commettere
l’ingiustizia commette la distruzione dell’anima, quindi è meglio subire ingiustizia
che commetterla. la giustizia nella polis e la giustizia dell’anima, corrispondenza
micro e macro, tra l’essere giusti relativamente al singoli, nei confronti di se stessi,
cura di se e del fatto della polis, che una comunità sia giusta. Quando vi è giustizia
nella polis? Quando ciascuno svolge al meglio il suo compito, oggi si potrebbe dire
quando vi è la cooperazione tra chi abita nella polis, i cittadini (nelle polis greche
non tutti erano abitanti, cittadini). Platone suddivide i cittadini in categorie
fondamentali che vengono distinte in base alla funzione che determinati cittadini
svolgono nella polis al ne del bene della comunità politica, distinzione di produttori

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(fornire beni materiali), i custodi (difesa della polis), governanti (guidare la polis alla
realizzazione del suo bene, la convivenza al meglio di coloro che sono nella polis).
Svolgere al meglio la virtù inerente a quella funzione. L’anima (personalità) ha
diverse parti, perché i diversi cittadini suddivisi nelle diverse categorie hanno una
certa anima. I produttori, hanno un’anima concupiscente/appetitiva e la virtù è la
temperanza/continenza. I guerrieri hanno un’anima irascibile/impulsiva, la virtù è la
fortezza/coraggio. I governanti hanno anima razionale ovvero capacità di cogliere
ciò che è bene e la virtù propria è la saggezza. Quando nella città vi è giustizia
quando i cittadini svolgono al meglio la propria funzione alla luce del bene comune
ed è prerogativa dei governanti.

La città perfetta e le sue degenerazioni


Due sono le caratteristiche: la abolizione della famiglia e l’a damento del potere ai
loso . La pari cazione degli uomini e delle donne, l’educazione deve essere la
medesima. L’abolizione della famiglia signi ca che l’educazione deve essere
un’opera comunitaria e non riservata ad un nucleo o nuclei della polis. … L’obiettivo
l’educazione , la formazione dei cittadini devono essere comune perché devono
considerarsi destinatari della cura di se e ciascuno e chiamato a prendersi cura
degli altri.

Quali competenze deve avere un governante? I loso sono colori i quali tramite la
propria attività sono in grado di conoscere che cos’è il bene per l’intera polis. Virtù
dei governanti, sapienza, saggezza, colui che conosce o colui che è competente ha
acquisito una conoscenza tale che può dirigere la polis, sa che cosa consistono le
varie virtù e allo stesso tempo ha una su ciente esperienza di vita, ci vuole tempo e
formazione, matematica, .. , stare a anco dei governanti in carica.

È consapevole che è utopica.

Nell’opera Politico distingue tipi di costituzioni, costituzione in cui c’è il rispetto della
legge e costituzione in cui c’è la violazione della legge. Per il rispetto c’è la
monarchia (Uno _ Molti) , aristocrazia dei pochi ma dei migliori, democrazia dei
molti. Le polis in cui c’è una violazione delle leggi, la tirannide, oligarchia e
democrazia. Lo stesso sostantivo del governo dei molti per chi rispetta e non
rispetta, si potrebbe dire anarchia.

Nelle opere, Leggi. Cerca di riportare nella pratica e di trovare il Second test, prende
le distanze dall’utopia. Il criterio di classi cazione che permette la classi cazione è il
far riferimento dell’aspetto quali cante delle tre costituzioni che rispettano la legge.
La monarchia rappresenta l’unità della polis, il modo nella polis in cui l’unità si
esplica è la concordia e la gura che la incarna è il re. L’aristocrazia rappresenta la

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saggezza e l’organo è il consiglio. La democrazia (che rispetta la legge) rappresenta
la liberà e che trova la sua attuazione nell’assemblea.

Dottrina delle idee (èidos). Per riconoscere che un oggetto è quello devo avere l’idea
di che cos’è quell’oggetto o no? Un modello o un’idea a cui riferirmi? Sono in grado
di riconoscere qualcosa perché faccio riferimento ad un modello (idea) di quel
qualcosa. Le idee non sono un prodotto della nostra mente ma sono la realtà che è
causa, principio di spiegazione, della realtà in cui siamo inseriti. Siamo in grado di
conoscere perché riconosciamo qualcosa sulla base di un’idea, nozione di forma
intelligibile in cui sìnoi abbiamo l’accesso grazie alla razionalità logos. Le idee
rappresentano dei modelli (paradigma). Le idee sono una realtà separata dal mondo
sensibile ed esprimono qualcosa di universale (comune). Il. Modello rappresenta in
maniera eccellente che qualcosa è ed immutabile e se mutasse non sarebbe
perfetto, perché ci sarebbe qualcosa da aggiungere o che si toglie. Noi ci
ricordiamo, dottrina del ricordo, della reminiscenza, la nostra anima che è immortale
è stata a contatto con il mondo delle idee poi l’anima si incarna nel corpo e
attraverso una sollecitazione, dialogo socratico, si ricorda di ciò che aveva appreso
nella vita precedente, il dialogo ha la funzione di richiamare alla memoria quelle idee
che non siamo noi a produrre ma a che abbiamo avuto accesso prima
dell’incarnazione dell’anima nel nostro corpo. Un’idea di uguaglianza di cui non
possiamo ricavarla nel mondo sensibile.

Type, un certo tipo di cose, una sorte di cose, sortai.

Le idee sono causa perché fa si che le cose ci siano, le singole cose partecipano
dell’idea, partecipano parzialmente, la parte sensibile vi partecipa ma parzialmente
perché non può essere la stessa cosa dato che l’idea è perfetta.

La dottrina delle idee nei dialoghi della maturità


Sono centrali per vivere al meglio con gli altri.
Grandezza e piccolezza. Una singola cosa partecipa di idee diverse. Le idee comunicano
tra di loro. I rapporti tra le idee, dialettica, studiare i rapporti e le relazioni, mentre a livello
sensibile una stessa cosa partecipa di idee opposte, grandezza e piccolezza, a livello del
mondo delle idee, l’idea di grandezza non partecipa all’idea di piccolezza. Una singola cosa
partecipa, l’idee sono collegate ma una stessa idea non può essere idea del suo opposto.

Crisi e trasformazione della dottrina delle idee nei dialoghi della


vecchiaia
Parmenide, So sta, Filebo.

Rapporto tra modello e cose, la partecipazioni ciò che lega insieme le due , ma per mettere
in rapporto devo ammettere che c’è qualcosa che li fa comunicare e quindi ci deve essere
un’altra idea di ciò che le due realtà hanno in comune e quindi c’è un’ulteriore idea di ciò

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che hanno in comune (d) per quale motivo, questo è un problema e sarà ripresa da
Aristotele. Non saremmo mai in grado di comprendere quale sia il bene della polis.
Platone a ronta la questione del Uno e dei Molti in Parmenide. Critica l’essere univoco uno
non possono stare senza i molti. Uno e Molti tra questi c’è un rapporto idee e cose ed idee
e idee. L’impenno tra le idee tra loro e del rapporto tra tali concetti e le idee che le
esempli cano sono tutte declinazioni del rapporto tra unità e molteplicità. L’essere non è
univoco. Negava il divenire e la quiete. Mentre la nostra anima cambia e siamo soggetti al
divenire ma la vita è divenire si deve ammettere una idea di moto e di divenire.
Dialettica, passare attraverso i logoi, il dire pensare evidenziando i rapporti tra i diversi
concetti, legame di essere noi in grado di esprime come stanno le cose come questo coglie
la realtà cosi come e di orientarci di che cos’e bene e siamo in grado di cogliere i rapporti
delle idee,

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