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L’ETICA E LA POLITICA

Il Bene è quell’ideale di perfezione individuale e sociale. La trattazione dell’etica è strettamente


congiunta a quella della politica. Il modello di giustizia che presiede alla vita morale dell’individuo
è lo stesso che regola la vita ordinata dello Stato, in qunto quest’ultimo non è altro che lo specchio
dell’uomo. L’esempio di Socrate dimostra che la virtù è perseguibile; essa coincide con il prendersi
cura della propria anima. La virtù consiste essenzialmente nella conoscenza del Bene.

Alla parte razionale dell’anima spetta il compito fondamentale di governare le altre due parti, quella
irascibile e quella concupiscibile: la ragione deve guidare gli istinti e le passioni degli uomini e
indirizzarli alla realizzazione del bene. Secondo Platone vi sono quattro virtù fondamentali:
1. la saggezza- virtù propria della parte razionale dell’anima grazie alla quale è possibile ragionare
2. il coraggio- proprio della parte irascibile rappresenta la capacità di lottare per far trionfare ciò che
si ritiene giusto
3. la temperanza- capacità di ottenere e moderare i piaceri e i desideri
4. la giustizia- nell’individuo si realizza quando ogni parte dell’anima svolge solo e unicamente la
propria funzione

L’ideale platonico di virtù consiste nella realizzazione di un equilibrio tra le varie


componenti dell’anima individuale, che devono svolgere la propria funzione sotto la guida
della ragione che, a sua volta, ha come modello il Bene.
Non tutti possono raggiungere una tale armonia. Per Platone il peso maggiore della
realizzazione del bene nella società deve essere sostenuto dai filosofi, ossia da coloro che hanno
percorso un lungo itinerario di studio ed esercizio della virtù. i filosofi dovrebbero governare la
città, perché solo loro conoscono il Bene e sanno distinguere il vero dal falso!

La Repubblica
In Platone dalla morale individuale si passa direttamente alla dimensione politica: non vi è
scissione tra vita privata e vita pubblica, tra etica e politica perché non è possibile immaginare
l’uomo come un individuo slegato dalla comunità di appartenenza, per questo le quattro virtù
(saggezza, temperanza, coraggio e giustizia) vengono attribuite anche alle diverse classi sociali
che costituiscono lo Stato. In particolare la giustizia riveste un ruolo importante e diviene il
tema centrale di uno dei dialoghi più belli e importanti del filosofo: La Repubblica.
La Repubblica è un dialogo in dieci libri composto tra il 380 e il 370 a.C. Platone è convinto che
l’uomo si realizzi pienamente solo come cittadino. L’uomo giusto, misurato,virtuoso non è tale
se non in relazione con gli altri uomini, costituendo la città ben governata :POLITÉIA1.
Platone delinea una sorta di modello di Stato perfetto, uno Stato utopico che si offre come
paradigma.
1. uno Stato è ben organizzato se riesce a provvedere ai vari bisogno dei suoi membri. Esso
deve essere strutturato in tre classi (conformemente alla tripartizione dell’anima umana):
- la classe dei governanti SAGGEZZA
- la classe dei guerrieri CORAGGIO
- la classe dei lavoratori TEMPERANZA
La temperanza è la virtù civica per eccellenza ed è indispensabile per gli uomini di tutte le classi
sociali perché permette di giungere ad accordi e di prendere decisioni. Senza la temperanza lo Stato
rischia di cadere in preda a lotte fratricide.
E la GIUSTIZIA? QUALE RUOLO RIVESTE?
La giustizia è la capacità di adempiere bene il proprio ruolo di cittadino, il proprio mestiere senza
superare i limiti della funzione a cui si è preposti.

1
Il termine Politéia ha diversi significati: 1. inteso come l’insieme dei cittadini che compongono uno Stato
2. può designare l’organizzazione politica, l’insieme delle cariche istituzionali
ATTENZIONE ! Platone non intende l’appartenenza ad una certa classe sociale come un diritto che
si eredita con la nascita. Le classi sociali non sono immutabili e chiuse. Per chiarire questo punto
Platone ricorre ad un racconto mitologico, un racconto fenicio .
Il fine di questo racconto è quello di persuadere i governanti e tutta la popolazione che gli
uomini, pur avendo ruoli diversi sono anche profondamente uguali.
IL MITO DELLE STIRPI
Il mito narra che gli uomini prima di venire alla luce erano sotto terra e con loro c’erano le armi e
ogni tipo di manufatto. In tale stato essi erano tutti uguali. Però nonostante fossero tutti fratelli,
quando li plasmò il dio decise che alcuni di loro dovessero essere destinati a governare e perciò
mescolò dell’oro nella loro stirpe. Nei soldati invece mescolò dell’argento e nei contadini e negli
artigiani ferro e bronzo. Ecco spiegata la comune appartenenza degli uomini alla stessa stirpe ma
anche le necessarie differenziazioni. In linea di massima da genitori aurei discendono figli aurei ma
ciò non è tassativo. L’ordine principale che il dio diede ai governanti fu quello di curare in modo
particolare l’educazione dei giovani, per capire la loro vera natura o vocazione, per evitare che
uomini inadatti a governare potessero ascendere al potere in quanto la città sarebbe andata in rovina
quando al governo ci fosse stato un politico “fatto di ferro o bronzo”.
Lo Stato che Platone delinea è un regime “aristocratico” in cui il governo della città deve essere
affidato ai “migliori” (in greco áristoi). Platone non nutrì sentimenti democratici, anzi più volte
criticò la democrazia come una delle forme di degenerazione dello Stato. Ma questa posizione non
deve essere fraintesa!
Il suo modello aristocratico non si fonda sulla difesa del privilegio economico o sociale ma sul
valore assoluto che nel sistema platonico riveste la conoscenza e la dedizione la bene comune.
Dato che il potere deve essere esercitato per il conseguimento del bene comune, occorre affidarlo
agli uomini virtuosi. Il modello del potere politico è dato non dall’avere ma dall’essere, non dai beni
esteriori ma dalla saggezza interiore!

La forma migliore di governo è l’aristocrazia, ma non esiste in concreto. I governi esistenti sono da
considerarsi forme più o meno distanti dal modello , secondo una scala di valori che annovera
quattro regimi politici .

1 LA TIMOCRAZIA il governo degli uomini che pongono al vertice della considerazione


l’ONORE, non la sapienza. Uomini ambiziosi, desiderosi solo di fama e gloria.
2. L’OLIGARCHIA (governo di pochi) è il regime fondato sul censo, in cui solo chi è ricco ha
potere e i poveri non hanno diritto ad accedere ai posti di comando. Uomini avide e bramose di
denaro. Uno Stato non unitario perchè produce al suo interno l’ostilità delle classi, che finirà per
distruggerlo.
3. spesso dallo Stato oligarchico si passa a quello DEMOCRATICO, in cui la grande massa dei
poveri prevale sui ricchi e si impadronisce del potere. In questo tipo di Stato prevalgono
l’individualismo, l’anarchia e la sfrenata libertà. Dalla degenerazione della democrazia deriva
l’ultima forma di governo, la peggiore, la tirannide.
4. LA TIRANNIDE : il tiranno una volta preso il potere con la forza è costretto a liberarsi di ogni
persona saggia e intelligente, per circondarsi di gente vile, che lo assecondi e lusinghi. L’uomo
tirannico è colui che si abbandona alle passioni più disordinate e ai più orrendi misfatti, è disonesto
e malvagio, senza amici e non è libero, in quanto schiavo delle passioni.

GLI STADI DELLA CONOSCENZA

I FILSOFI SONO CONSIDERATI I MIGLIORI GOVERNANTI PERCHE’ HANNO


AFFRONTATO IL DIFFICILE PERCORSO DELLA CONOSCENZA RAZIONALE. Questo
consiste nel progressivo superamento dell’esperienza sensibile, caratterizzata dall’opinione
(DOXA), e nel lungo tirocinio che di grado in grado sfocia nell’esercizio della dialettica, per
culminare nella visione del Bene.

Come si può vedere la linea risulta suddivisa in due grandi sezioni corrispondenti alla conoscenza
sensibile e alla conoscenza razionale. Ciascuna di queste due parti è a sua volta divisa in 2 livelli.

LA CONOSCENZA SENSIBILE (mondo mutevole e perituro) comprende :


1. la congettura o immaginazione che ha per oggetto le supposizioni prive di fondamento reale;
2. la credenza ha come oggetto non più le immagine delle cose ma le stesse cose sensibili: è la
percezione chiara e attendibile delle cose realmente esistenti e non solo immaginate.
LA CONOSCENZA RAZIONALE rispecchia il mondo immutabile e perfetto delle idee e
comprende due livelli:
1. la ragione scientifica che ha come oggetto gli enti matematici, i numeri, le proporzioni, le
figure
2. l’intelligenza filosofica che ha come oggetto le idee immortali come quelle di Bene , Bello,
Vero… ossia le idee- valori.
Per descriver eil percorso conoscitivo che l’uomo deve sforzarsi di compiere Platone nel VII libro
della Repubblica narra il celebre mito della caverna.

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