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FILOSOFIA DELLO SPIRITO DI HEGEL
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Anche la vita dello Spirito procede per gradi, dialetticamente, ma diversamente da quanto accade
per la Natura, dove i gradi sussistono uno accanto all’altro (la vita vegetale accanto a quella
animale, ecc), nello Spirito ciascun grado è compreso e risolto nel grado superiore, il quale a sua
volta è già presente nel grado inferiore (es. l’individuo non esiste accanto alla società, la quale a sua
volta è già presente nell’individuo, che non sarebbe tale se non in forza della società).
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Antropologia: anima naturale/senziente/razionale
SPIRITO SOGGETTIVO (tesi) Fenomenologia: coscienza/autocoscienza/ragione
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Diritto astratto: proprietà/contratto/torto e pena
DIRITTO ASTRATTO: riguarda la libertà nella sua esistenza esterna/legale. Coincide col diritto
privato (e con una parte di quello penale) e riguarda l’esistenza esterna della libertà delle persone,
considerati come puri soggetti astratti di diritto.
Si articola in: proprietà (sfera esterna del libero volere), contratto (riconoscimento reciproco tra le
parti), torto(violazione)/pena (ripristino del diritto violato).
Affinché la pena (attraverso cui il colpevole è “onorato come essere razionale”) sia efficace e
formativa (e non vendicativa) occorre che sia riconosciuta interiormente dal colpevole stesso.
Questa esigenza oltrepassa la sfera del diritto astratto, che concerne l’ambito dell’esteriorità legale e
richiama dialetticamente la sfera interiore della moralità.
ETICITA’: riguarda la libertà nella sua realizzazione oggettiva in istituzioni sociali concrete è la
moralità effettivamente realizzatasi nella storia e concretizzatasi in istituzioni sociali. È quindi
moralità sociale e concreta.
La separazione tra volontà soggettiva/bene (essere/dover essere), tra interiorità/esteriorità e tra
diritto formale/moralità soggettiva è annullata e risolta nella sfera dell’eticità, in quanto il bene si è
attuato concretamente ed è divenuto esistente attraverso le forme oggettive della moralità che sono:
Famiglia/società civile/Stato.
La FAMIGLIA è fondata su amore e fiducia, si concretizza nel matrimonio, in cui l’amore assume
una valenza sociale, diversamente dall’amore romantico.
La sopravvivenza della famiglia è garantita dal patrimonio e il suo fine è l’educazione dei figli.
Ogni famiglia è, però, transitoria: divenuti adulti, i figli lasciano la famiglia originaria e ne
costituiscono una nuova, avente un interesse suo proprio. Inoltre, la famiglia economicamente ha
bisogno della società.
È necessaria allora un’istanza superiore, lo STATO per superare/conciliare gli opposti interessi
indirizzandoli verso il bene comune.
Lo STATO rappresenta il momento culminante (sintesi) dell’eticità, ossia riafferma l’unità della
famiglia dopo la dispersione atomistica della società civile.
È una sorta di famiglia in grande in cui l’ethos di un popolo esprime consapevolmente se stesso. È il
momento dell’universalità (ricerca del bene comune) rispetto alla particolarità (ricerca dell’utile
privato nella società civile) che indirizza i particolarismi verso il bene comune.
Come afferma lo stesso Hegel “lo Stato è la sostanza etica consapevole di sé; la riunione del
principio della famiglia e della società civile”.
Per il filosofo lo Stato, che racchiude in sé la famiglia e la società civile, ha un primato ontologico
rispetto all’individuo, lo Stato è un organismo vivente in cui l’individuo è parte = concezione
organicistica.
Il cittadino esiste in funzione dello Stato che è la piena e concreta realizzazione della volontà libera,
razionale e universale = STATO ETICO
Esso si oppone alla concezione:
liberale, secondo cui lo Stato è solo uno strumento volto a garantire sicurezza e diritti agli individui
(cfr. Kant). In questo modo, secondo Hegel, si confonde lo Stato con la società civile
contrattualista, lo Stato per Hegel non è fondato su un patto tra individui, ma sull’Idea stessa di
Stato (bene universale)
democratica, secondo cui la sovranità risiede nel popolo, infatti secondo il filosofo, fuori dallo
Stato il popolo è una moltitudine informe
giusnaturalista, per Hegel non esiste diritto naturale al di fuori, prima dello Stato e oltre lo Stato.
Lo Stato è quindi lo Spirito Assoluto che fa il suo ingresso concreto e visibile nel mondo. È la
razionalità realizzata, è “volontà divina”. Essere fuori dallo Stato significa essere fuori dalla Realtà
e dalla Ragione, per cui si realizza la DIVINIZZAZIONE DELLO STATO.
Per Hegel, non sono gli individui che fondano lo Stato, come nella visione contrattualistica, ma è lo
Stato che fonda gli individui, sia dal punto di vista storico-temporale, in quanto gli individui
nascono nell’ambito dello Stato, sia da quello ideale-assiologico, in quanto lo Stato è superiore agli
individui, come il tutto è superiore alle parti che lo compongono.
Lo Stato, essendo Spirito assoluto e universale che si realizza nel mondo, è in sé indipendente dai
comuni principi morali e per esso vale la “ragion di Stato” e l’autonomia della politica dalla morale,
mentre tutto ciò che di negativo vi può essere in esso non invalida la sua natura razionale.
Pur essendo assolutamente sovrano, lo Stato immaginato da Hegel non è dispotico, ma è uno stato
di diritto, fondato sul rispetto delle leggi e della libertà formale dell’individuo. La Costituzione di
uno Stato non è il frutto di un atto volontario consapevolmente stabilito, ma è qualcosa che sgorga
naturalmente dal processo storico della vita collettiva di un popolo. Per questo non si può imporre e
ogni popolo ha quella che gli è più adeguata.
Hegel identifica la Costituzione “razionale” con la monarchia costituzionale con poteri distinti ma
non divisi: potere legislativo, governativo e principesco. Secondo il filosofo, infatti, la personalità
dello Stato è reale soltanto se intesa come una persona, il monarca.
Sul piano internazionale lo Stato è sovrano assoluto, non esiste un organismo superiore in grado di
risolvere le controversie tra gli Stati. L’ultimo arbitro è la STORIA (inteso come lo sviluppo storico
dello Spirito Assoluto) che ha come momento strutturale la guerra, considerata necessaria,
inevitabile e “morale”: “il movimento dei venti preserva i popoli dalla putredine, nella quale
sarebbe ridotto da una quiete durevole. (critica al cosmopolitismo illuminista e pacifista di Kant.
Dal punto di vista dell’intelletto finito, dell’individuo, la Storia può apparire un susseguirsi caotico
di fatti, privo di senso e caratterizzato da disordine, distruzione, male.
Dal punto di vista speculativo dello Spirito assoluto, la Storia invece mostra la sua razionalità, il
cui fine ultimo coincide con la realizzazione concreta e oggettiva della libertà dello Spirito, che di
volta in volta si incarna negli spiriti dei popoli che si succedono all’avanguardia della Storia
(concezione provvidenziale).
I mezzi della storia sono i popoli e gli individui (soprattutto i grandi protagonisti, gli uomini
“cosmo-storici” che incarnano lo spirito del tempo e sanno lavorare per l’avvenire) con le loro
passioni di cui l’astuzia della Ragione si serve per realizzare i suoi fini.
Lo SPIRITO ASSOLUTO è l’Idea in sé e per sé , in cui lo Spirito giunge alla coscienza della
propria infinità e assolutezza (cioè comprende che tutto è Spirito).
Lo Spirito si auto-conosce pienamente e si riconosce come principio e come verità assoluta
attraverso: l’ Arte (tesi): intuizione sensibile dell’assoluto; la Religione (antitesi): rappresentazione
dell’assoluto; la Filosofia (sintesi): concetto puro dell’assoluto
ARTE: in essa lo Spirito vive in modo intuitivo e immediato l’unione tra soggetto e oggetto.
Nella produzione e/o fruizione di un’opera artistica la natura è spiritualizzata (ad esempio la statua è
la manifestazione sensibile del messaggio spirituale dell’artista) e lo spirito si è naturalizzato (ad
esempio il concetto dell’artista si è incarnato e reso visibile nella statua).
Lo sviluppo dell’arte passa attraverso tre momenti:
arte simbolica (vi è squilibrio tra contenuto e forma per povertà del contenuto)
arte classica (equilibrio tra contenuto e forma nella figura umana)
arte romantica (squilibrio tra contenuto e forma per ricchezza del contenuto. Ne deriva la crisi
dell’arte moderna - “morte dell’arte”- che è incapace di esprimere in forma adeguata la profonda
spiritualità moderna).
Nella RELIGIONE, che ha come scopo la ri-unificazione tra la coscienza umana e Dio,
l’assoluto si manifesta nella forma della rappresentazione, che però è incapace di pensare Dio
dialetticamente e finisce per arenarsi di fronte a un presunto mistero dell’Assoluto.
L’idea di Dio nella coscienza umana si sviluppa in quattro stadi:
Religione naturale: primitiva (Dio totemico sepolto nella natura), evoluta (religione cinese, indiana,
buddista)
Religione della libertà: Dio come spirito libero che si muove però ancora in un orizzonte
naturalistico (religione persiana, siriaca ed egiziana)
Religione dell’individualità: Dio come spirito in forma spirituale (religione giudaica), o in
sembianza umana (religione greco-romana)
Religione assoluta: Dio come puro spirito (religione cristiana, che, secondo Hegel, è superiore alle
altre religioni per la concezione dialettica della Trinità, ma è incapace di esprimere l’assoluto
attraverso un concetto adeguato, così come le altre religioni).
La FILOSOFIA è l’ultimo momento dello SPIRITO ASSOLUTO, in quanto l’Idea giunge alla
piena e adeguata comprensione di sé attraverso il CONCETTO, chiudendo il ciclo cosmico.
Anche la filosofia ha un suo sviluppo storico e dialettico interno che coincide con l’avvento
progressivo della verità e che procede secondo tappe necessarie, ognuna delle quali supera e
comprende quella che precede ed è a sua volta superata e compresa da quella che segue.
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