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La dialettica socratica

Socrate vede la sua biografia scandita da tappe fondmanetali. Platone nel fedone (ultimi momenti
prima della vita di socrate) gli attribuisce una vicinanza con il pensiero naturalistico, soprattutto in
relazione con gli aspetti psicologici---- generazione e corruzione anima.
Negli anni ad atene lascia stare queste vicende e si avvicina all’uomo--- quali eventi biografici lo
causano? Socrate partecipò alla guerra del peloponneso come soldato (mometo fondamentale per
atene, esito di una politica imperialista spregiudicata di atene. Questa guerra veicolava una certa
immagine di come si deve svolgere la politica--- legittimità della forza). Finita questa guerra socrate
fu testimone del regime dei 30 tiranni. Fu condannato da un tribunale voluto dalla democrazia.
Socrate prima si avvicina a sofistica con curiosità, poi nel confronto con i sofisti elaborò un metodo
di indagine autonomi. Cosa contestava socrate ai sofisti? Di pensare alla funzione filosofica
independenemente da un’indagine sulla natura umna. Condivide però l’idea che il sapere potesse
trasmettersi tramite i discorsi pubblici, le orazioni, contrappponendo il discorso breve.
Socrate è quello che più esplicitamente individua la natura umana nella sua anima- psichè? (lo
aveva già fatto democrito). Anima si identifica completamente con la funzione razionale: tutte le
funzioni emozioni e i desideri vengono attribuiti alla dimensione corporea. Socrate è portatore di
visione dualista di essere umano- anima e corpo. Tutti i desdieri e le emozioni sono nel corpo---
coincidono in questo.
Seppur i sofisti non avessero esplicitato una dottrina dell’anima, fanno pensare ad essere umano
sempre come insimee anima e corpo e corpo come sede pulsioni (encomio di elena). Che differenza
c’è? Se per gorgia anima subisce corpo come azione inevitabile, per sorate questo si rovescia: anima
vera ragione, può liberarsi dal corpo e ha la possibilità di vivere oltre la sua dimensione corpirea e
anzi solo qui verrà la sua vera essenza--- vita come esercizio di morte, astrazione dalle pulsioni del
corpo--- morte libererà l’anima che, una volta staccata dal corpo, ?
I sofisti si proponevano ad atene come maestri di virtù per araggiungere l’aretè, virtù ed eccellena
prestazionale--- socrate dice come fate a insergnare la virtù senza conoscere la natura umana? Per
socrate la virtù è la conoscenza, la scienza. In contrapposizione con l’orazione sofistica, questa
socratica vuole promuovere la conoscenza, eliminando quelli che sono gli ostacoli per arrivarci------
metodo di spogliazione dell’Anima dalle false credenze. Se eccellenza prestazione aretè è la
conoscenza, gli ostacoli sono le false credenze----- confuta tutte le false credenze.
Questione socratica- perché possiamo affermare con certezza alcune tesi su socrate se socrate non
ha scritto nulla? Ci affidiamo alle testimonianze secondarie. Come le trattiamo queste fonti? Le
fonti principali di cui diponiamo per conoscerlo sono i suoi immediati allievi, senofonte e platone,
aristofane che lo criticò molto e successivamente aristotele. Fino a poco fa si pensava che platone
fosse il testimone più affidabile del pensiero socratico perché è protagonista di tantissimi dialoghi- i
primi dialoghi (atoretici (???) socrate si impegna nella confutazione, in quelli tardivi, tipo neòlla
rpubblica, si impegna di costruire un pensiero, ma si pensa che queste tesi siano di platone. A volte
nei ialoghi siamo di fronte ad un personaggio idealizzato, altre volte l’interlocutore è infastidito, e si
pensa sia l’insofferenza di platone.
Nei memorabili” senofonte riporta dialoghi di socrate. Perché non considerato attendibile? Viene
ritenuto un filosofo troppo ingenuo e crudo per capire socrate. In realtà per capire i passaggi della
confutazione socratica questi dialoghi sono fontamentali
Aristofane lo critica ma ci fa capire suoi iteressi naturalistici
Aristotele non fu ascolto diretto quindi testimonianza più debole ma metodologia di analisi giusta.
Bisogna stare attenti a prendere con le pinze sia gli atteggiamenti denigratori che quelli
idealizzatori.
Lettura di un testo tratto dall’apolagia di socrate, stranamente non redatto in forma dialogica. Qui
tenta di difensdersi dalle accuse dei tribunali ateniesi. (t1 del file word)
Considerazione: c’è cosa dovrebbe rappresentare il fine della natura umana, in corrispondenza a
cos’è. La virtù sta nell’eccelenza, e bisogna curare la propria anima in modo che sia più eccellente
possibile. Questa eccellenza è intellettuale, perché vuole intendere la conoscenza.
ROVESCIAMENTO VALORI TRADIZIONALI----- contrappone la ricchezza conoscitiva a quella
materiale e all’onore, rovesciabdo i valori dell’epoca che vogliono esteriorizzare il bene umano. Lui
vuole tirare fuori questa capacità da chiunque e va in giro interrogando tutti gli ateniesi, giovani e
vecchi stranieri e cittadini, e confutandoli (elenxç letto elenchei che dovrebbe voler dire esaminare
ma qui anche confutare). Giovani e vecchi= tutti possono fare filosofia. Aristotele invece differenzia
i saperi adatti ad ogni step di vita, socrate invece molto universale nel suo messaggio, come poi sarà
epicuro. Meglio cittadini che stranieri perché così si condividono valori di riferimento, visto che le
sue confutazioni stanno lì.
Testo successivo è il punto di vista dell’interlocutore, che la prende come un figlio prende una
ragionamento materno. Socrate contrappone al discorso manipolatorio dei sofisti, basato molto su
suscitare emozioni e catturarlo, un’argomentazione che s ibasa su passaggi logici inevitabili. Se uno
è dodato di razionalità non può fare a meno di seguire socrate.
Terzo testo socrate spiega il fine delle sue confutazione che per lui hanno fine terapeutico---
cofutazioe come eliminazione di false opinione, come cura dell’anima tramite l’eliminazione
dell’ignoranza e accoglienza della conoscenza.
Questa analogia tra filosofia e medicina ebbe tanta frtuna nelle filosofie successive, anche sotto
punti di visti diversi. Flosofia non coincide con medicina, ma viene paragonata, ci da indicazioni
metodologiche, esplicita alcuni aspetti---- filosofia come medicina CURA, ma ognuno ha metodi
propri. Qui argomentazioni razionali di tipo dialogico. Interlocutore non è alla pari di socrate ma
sicuramente il confronto è frutto di una collaborazione tra socrate e interlocutore, fa leva su
razionalità interlocutore.
[ Questa analofia tra filosofia e medicina diventa poi una coincidenzaa, per epicuro filosofo è il
medico dell’anima, filosofia diventa qui traslazione del pensiero dell’interlocutore, tetrafarmaco di
epicuro. ]
Socrate dice che lui farà vergognare l’interlocutore durante il dialogo. Antichi sono civiltà della
vergogna, che precede la civilità della colpa di cui noi facciamo parte. La motivazione profonda del
comportamento corretto nei confronti degli altri per loro è dato dal pudore e dal decoro sociale.
Verogogna è quel tipo di sentimento che un’essere umano prova quando erde pubblicamente questo
decoro, questa dignità. È la sanzione più pesnate che un individuo possa ricevere per le proprie
azioni: essere svergognato pubblicamente. Vetrgogna diventa necessaria nel procedikmento
socratico perché l’interlocutore sostenga delle tesi che non vorrebbero sostenere per non perdere la
dignità di fronte ad un pubblico. Come quando socrate dice a gorgia (dialogo platonico), tu dici di
parlare di giustizia ma sai cos’è la giustizia? Si. E la insegni ai tuoi studenti? Qui gorgia dice si per
mantenere dignità in quanto maestro, ma così facendo si contraddice rispetto alla posizione che
aveva nel dialogo.
Confronto polo e socrate= è meglio commettere giustizia (polo) o subire giustizia (socrate)?
Attraverso tutta un’analisi di cosa significhi “il meglio” socrate fa dire a polo che commettere
giustizia è più brutto, ma lo porta qui tramite i principi della società, polo perde la discussione per
mantenere il decoro e non contraddire ciò che erano virtù.
Nel caso della società della colpa ciò che ti fa tenere un comportameto corretto è la paura della
pena.
Tutta questo metodo si chiama maieutica---- come la levatrici, che sono sterili, riescono a far
generare corpi dalle giovani, egli, sterile di sapienza, fa generare le anime dai giovani.
In che modo il metodo socratico porta alla verità? Perché confutando fa tabula rasa e quindi mette
l’interlocutore nella situazione di accogliere poi conoscenza positiva, o semplicemente confutando
porta la verità?
A chi si rivolge questa procedura? A tutti purchè capiscano il greco e siano in grado di ragionare.
Alla fine però ci sono due categorie:
1. Quelli che presumono di sapere e si dichiarano detentori del sapere (i sofisti ma anche gente
a caso)
2. Quelli che non trovano risposte ma non rinunciano a trovare una soluzione (tendenzialmente
giovani Nicia e teeteto)
Le tecniche cambiano sulla base dell’età dell’interlocutore e sulla sua presunzione e la sua
aggressività. Se l’interlocutore è aggressivo e presuntuoso socrate è molto duro: con i sofisti si
comporta da sofista perché è l’unico linguaggio che capiscono. Ma si può definire metasofistica, gli
dice ok se vogliamo metterla su questo piano sono comunque il più abile, ma non vedi che non
funiona? Con gente ben disponibile è amuichevole.
Socrate è però interssato a ricerche del vivere dell’uomo,l la felicità, la santità….. temi socratici
Senofonte riporta di socrate delle ribe un po' strane, tipo come si amministra una casa, per questo
ritenuto ingenuo. In realtà è realitico che abbia fatto ricerche pragmatiche da poi aèpplicare ad un
macrosistema.
Molte domande che fa sono cos’è la santità? Cos’è la saggezza? Queste domande col cos’è
presumono una risposta legata all’essenza stessa della santità ecc richiamando molto l’orizzonte
futuro platonico, sembra ci sia già una ricerca della definizione dell’idea. Socrate non aveva in
mente un’orizzonte ontologico tale da sostenere questo tipo di domanda: qui semplicmenete
ricercava una spiegazione nell’interlocutore dei valori di riferimento della società, senza veicolare
domande ontologiche, che verranno poi con platone. Socrate chiede cosa intendi tu per x, platone
chiede cos’è x, facendo riferimento all’essenza delle cose. L’insufficienza della domanda socratica
ha fatto sentire a platone come necessaria la ricerca di una dottrina ontologica.
La prcedura formale della confutazione socratica
1. LA PROFESSIONE DI IGNORANZA DI SOCRATE E L’ELOGIO DELL’OPINIONE
DELL’INTERLOCUTORE. Normalmente un confronto tra socrate e l’interlocutore inizia
con una professione di ignoranza circa il tema che si andrà a discutere da parte di socrate.
[Un oracolo diede come risposta a chi fosse il più sapiente Socrate, ma lui non capisce
perché visto che gli sembra di non spaere niente. Allora va dai sapienti e li interroga, per poi
capire che il vero sapiente è clui che sa di non spaere niente. La consapevolezza della
distanza tra il sapere umano e il spaere divino…]. Ignoranza ha funzione ironica all’interno
del dialogo: la dichiarazione di ignoranza di socrate e l’elogio delle opinioni dell’altro
iniziale serve a creare L’URTO BENEFICO sull’interlocutore, che si sente in serenità e
pronto ad esporre le proprie opinioni, facendo nascere la scintilla del dialogo.
Cosa intendiamo per ironia? Intendere il contrario di quello che è ovvio (piove- che bella
giornata!) ma è palese all’interlocutore, altrimenti è sarcasmo. All’epoca di socrate invece
ironia ha accezione da ingannatore. Passaggio da ironia come inganno a ironia come figura
retorica esplicita del contrario è determinato da socrate, che mantiene la doppia accezione di
ironia. Gregory vlastos Studioso socratico dice che socrate è filosofo dell’ironia
complessa--- qundo in alcune circostanze è ironico dice effettivamente il contrario di quello
che pensa, ma non sempre questa intenzione è chiara all’interlocutore e il fatto che non sia
palese è utilzzato volutamente da socrate per mettere l’interlocuitore in una condizione di
dubbio, di inquietudine, in modo che l’interlocutore sia costretto a interrogarsi e ricercare.
2. INTERLOCUTORE RISPONDE IN MODO BREVE E CHIARO E DEVE DIRE SOLO
Ciò IN CUI CREDE. Li sgrida se dicono qualcosa in cui non credono se mettono in ballo
cose che non c’entrano. Dando risposte brevi e chiare l’interlocutore è onesto
intellettualmente. Perché la propria opinione? Socrate rimprovera l’interlocutore quando
dice “eh perché i saggi la pensano così”, lui sta parlando con laa persona individuale. Azione
su una persona precisa: sarà il problema secondo platone della politica di socrate. Lui punta
a cambiare la società cambiando le persone una per una: LO L no nsi può.
Le credenze, quello che noi pensiamo, stanno alla base del nostro modo di comportarci,
essendo lo scopo ultimo quello di vivere bene bisogna cpaire cosa sia il bene e praicarlo.
20/09/2022
3. L’ELENCHOS. Definizione classica= essaminare una persona con riguardo ad
un’affermazione che essa ha fatto, ponendo domande che richiedano ultieriori affermazioni,
nella speranza che essa voglia determinare il significato e il valore di verità della sua prima
affermazione. Il più delle volte emerge il falso, dunque elenchos ha valore di confutazione.
Per lo studioso Vlastos elenchos non è solo quest, ma anche una ricerca della verità morale.
Secondo queste due definizioni possiamo avere due strutture dell’elenchos.
Secondo la definizione classica:
 Socrate fa una domanda (cos’è il coraggio?)
 Interlocutore da una prima risposta, sosteine P
 Socrate si fa concedere altre affermazioni, Q R e S
 Q R ed S contraddicono l’affermazione iniziale P, falsificadola
Secondo Vlastos questo non basta. Fa notare che l’interlocutore potrebbe abbandonare alle
tre tesi seconde, ma nella maggior parte dei casi rinuncia alla tesi iniziale. Se quindi P viene
ritenuta falsa, il suo opposto non-P è vera. (guarda bene i passaggi)
Vlastos: quando si arriva al passaggio che Q R e S contraddicono P, come si arriva al fatto
che non-P sia vera? Una volta che abbiamo la contraddizione non vuol dire che P sia falsa,
potrebbero essere false le tesi opposte.
Vediamo un esempio pratico:
 cos’è il cosaggio?
 P= chi resta fermo in battaglia
 Chi è un popolo coraggioso?
 Q= gli sciiti
 Come combattono gli sciiti?
 R= indietreggiando
Di fronte al sentimento di vergogna causato da Socrate, l’interlocutore abbandona la tesi
prima. Quindi perché P falsa e non è vera? Secondo Vlastos perché Socrate ritiene P
passibile di confutazione e ritiene vere Q ed R. visto che queste due si contraddicono non P
è vera perché secondo vlastos LE CREDENZE VERE (qr) IMPLICANO LA
CONTRADDIZIONE DELLE CONOSCENZE FALSE, PERCHE’ SOCRATE CREDE IN
Q ED R E SOCRATE HA SOLO CREDENZE VERE NON ESSENDO MAI STATO
CONFUTATO.

Talvolta Socrate pensa non solo di ver confutato ma di aver trovato verità morale. Q ed R sono
considerate vere perché esistono e sono successe, empiriche, ma sono verità banali ed ingenue.
L’interlocutore perché rinuncia alla tesi P? perché non così radicata e comune come Q ed R, che
essedo condivise socialmente sono irrinunciabile.
È come se avessimo un mucchio di credenze irrinunciabili e un mucchio di credenze più facili da
falsificare, fuggevoli. Socrate mette in contrasto una tesi da qui e una da lì. PRINCIPIO DI
AMBIVALENZA???
Grossa la critica che socrate insunui verità. Questo non sapere consiste nei limiti della conoscenza
nostra e nella necessità di indagarli tramite il pensiero razionale---- con Socrate inizia la ricerca
della conoscenza di un sapere critico e autocritico.
Il limite del metodo socratico è che il tipo di verità morale a cui si arriva è provvisoria, locale,
contestualizzata in una certa dimensione dialogica. La ricerca dialogica per confutazioni è quindi un
percorso progressivo verso la verità: ogni confutazione è uno scalino verso la verità, e solo quando
si scarta tutto e rimane solo l’essenza delle cose arriviamo alla verità. Ci arriveranno poi platone ed
aristotele però.
A esplicitare per primo il principio di non contraddizione è Platone nella repubblica parlando di
anima, non parmenide.
Socrate in gorgia di parmenide si impersonifica della filosofia LOL e dice a gorgia non puoi
contraddirmi perché se lo facessi contraddiresti la filosofia.
Omologia---se si è d’accordo durante il dialogo su qualcosa, non bisogna poi stare a saggiarla e a
verficiarla.
Da socrate in poi ci sono varie elaborazioni della dialettica, e quella di socrate verrà considerata una
sorta di ginnastica. Poi la dialettica diventerà una scienza delle idee con platone, il quale adotterà un
metodo di divisione dei concetti. Aristotele, ne i topici, raccoglie le regole su come si conduce uno
scambio dialettico prendendo socrate come emblema della dialettica e raccoglie gli strumenti per
regolare lo scambio tra i due interlocutori, uno dei quali deve resistere alle confutazioni. Qui
aristotele escplicita cose che sono già implicite in socrate---- non deve esserci l’emotività in gioco,
non bisogna farsi condizionare dal rispetto per la persona che abbiamo davanti, non dobbiamo
prednere gli attacchi personalmente ma ogni passaggio serve a raggiungere la verità.
UNA DELLE DOMANDE DI ESAME SARà PROBABILMENTE SU SOCRATE E SULLA
PROCEDURA DELLA SUA DIALETTICA.
I dialoghi di Platone
Platone è il primo filosofo di cui abbiamo tutte le opere tramandate o quasi.
Opere suddivise in 9 tetralogie da 4 opere da Trasillo. I principali problemi che riguardano le opere
di platone hanno a che fare con datazione e autenticità, appartenenza a specifico genere letterario e
legame tra dottrine a lui attribuite non scritte e dottrine scritte.
Spesso le sue opere sono collocate temporalmente ai tempi di socrate. Le opere essendo non
stampate sono state riemaneggiate tutta la vita probabilmente, ma nonostante questo dividiamo le
due opere in 3 periodi:
1. Dialoghi aporetici, giovanili, con socrate come protagonista, con al centro esperienze
dialogiche sociali. Prima della fondazione dell’accademia
2. Inizio fondazione accademia, opere più mature (Fedone, Repubblica, Fedro…)
3. Opere più tarde in cui platone rivede alcuni dottrine proposte nei dialoghi della maturità,
come il sofista, il filebo…. Rielaborazione dottrina essere, dottrina idee….
Questi tre periodi sono stti stabiliti con il metodo stilometrico partendo da quella che sappiamo
essere l’ultima opera platonica perché incompiuta, le leggi, e secondo un rigore stilistico e
contenutistico capiamo le altre opere quanto sono cronologicamente lontane o vicine a quest’ultima
opera.
All’epoca usanza di attribuire ad autori delle lettere allo scopo di far circolare certe dottrine, di dare
prestigio agli autori…. Di queste lettere la settima se non è sua è molto vicina al suo stile, ed è una
delle nostre fonti biografiche principali sulla vita e sull’attività platonica. Qui esistono anche
informazioi sul perché platone si sia impegnato nelle idee e non nella politica.
Questa divisione in periodi è ancora significativa e valida ma non va assunta troppo rigidamente: le
opere sono state continuamente riviste, e ci ono inoltre opere di intermezzo che segnano la
transizione tra un periodo e l’altro (ad esempio gorgia tra 1 e 2, parmenide tra 2 e 3)
Il genere letterario: perché sceglie il dialogo? Con questo genere platone intende in qualche modo
fissare nella memoria dei suoi lettori e destinatari un modello di procedura filosofica.
Lr interpretazioni sono multiple:
1. SOLUZIONE ETICO POLITICA Vuole così fissare un modello di conversazione esemplre
per fare filosofia (teoria di vegetti, chiaradonna…). Motivo per cui esistono dottrine in
forma non scritta va ricercata nella lettera settima (vedi dopo--- incapacità di scrivere certe
dottrine che non hanno raggiunto rielaborazione teoria approfondita a tal punto da nnon
essere fraintendibili)
2. SOLUZIONE DI TIPO ORALISTICO ESOTERICO Tra le dottrine scritte e quelle non
scritte c’è una relazione: dottrine dialogiche anno scopo didattico, servono a preparare alle
dottrine non scritte (Giovanni reale e scuola di milano tobinga??). punti di forza di questa
interpretazione è il fatto che ci sono allusioni a una dimensione non detta e altro che non ho
ascoltato, punto di deboleszza è che i dialoghi sono incredibilmete densi e approfonditi, non
sembrano propedeutici proprio a niente.
3. SOLUZIONE NEOKANTIANA secondo la quale è impossibile sistematizzare la filosofia
platonica e quindi ogni dialogo rappresenterebbe la discussione di uno specifico tema
(QUESTE SOLUZIONI GUARDALE BENE NEL PDF)
dialogo secondo soluzione è la migliore rispetto al fatto che secondo lui la scrittura è forma
inadeguata di conoscere la filosofia (nonostante scriva tantissimo--- paradosso della presenza del
corpus platonico)--- il dialogo riproduce la modalità migliore di fare filosofia, che per lui era la
modalità socratica: fare conversazione. Vuole così fornire esempi su come si fa la filosofia.
Scrittura non si lascia interpretare e non si lascia difendere, perché sta lì immobile, arrivando a tutti
anche a chi non è in grado di capirlo.
Nella lettera settim< platone dice che di alcuni saperi (tipo la vera natura delle cose--- DOTTRINA
DEI PRINCIPI) non si può parlare tramite la trattazione ma si può solo travasare tra chi lo detiene e
chi lo vuole apprendere. Ma se fosse possibile scirvere uqeste cose in modo adatto, sarebbe una
gran cosa e se avesse potuto farlo lo avrebbe scritto lui stesso pensando di essere più capace degli
altri.--- rapporto tra quello he ha scritto e quello che non ha scirtto. Quello che non ha scritto
riguarda dunque i principi delle cose—dottrina dei principi presumibilmente.
21/09
Principali problemi:
1. Datazione e autenticità opere
2. Paradosso di un corpus scritto----ostile nei confronti della scrittura (vedi le tre soluzioni
dette prima)---- la prof pensa quella giusta sia la soluzione etico-politica
3. Assenza di platone nelle sue opere (oggi vediamo questo)
Per platone la conoscenza presuèpone un totale distacco dalla realtà fenomenica per un’altra realtà,
sembra ci sia l’idea di un salto dal mondo ordinario con cui vedere le cose (osservazione empirica)
ad un modo più alto (poi ne parleremo con i diversi gradi della conoscenza di platone----scintilla).
Per lui tutto il pensiero è dialogo--- anche pensare da soli è un dialogo con se stessi--- per questo è
importante capire un dialogo esempio, per pensare bene.
Ora parliamo del terzo punto: assenza di platone nelle sue opere. Perché? Si è pernsato per lungo
tempo che platone affidasse la sua voce a socrate nei dialoghi. Risposta inadeguata: socrate nei
dialoghi giovanili è molto diverso da quello nel parmenide e da quello dei dialoghi maturi--- si
evolve non è portavoce stabile. Inoltre socrate non compare in tutti i dialoghi, quindi chi parla al
posto di platone negli scirtti dove socrate è assente (tipo timeo e leggi)? È innegabile che nei dialghi
tutti ci sia un personaggio centrale, socrate o quando non c’è socrate un altro. Quindi all’interno dei
dialoghi è palese ci sia un personaggio a cui platone assegna più valore, che però non è mai solo: gli
interlocutori possono essere plurimi e rappresentare diversi ambienti, diversi spaccati sociali. Ogni
dialogo rappresenta una scietà dialogica di volta in volta differente--- a volte anche i fratelli di
platone, che rappresentano un tipo di aspirazione che platone non ha seguito. Spesso viene
manifestata insofferenza nei confronti di socrate---- platone sembra essere non del tutto soddisfatto
della dialettica di socrate, che fallisce nei confronti dello straniero di elea: superamento del metodo
socratico. Non essendoci sempre e unicamente un personaggio rilevante sebbene la maggior parte
della volta sia socrate, essendo cambiato troppo nei doaloghi socrate, esprimemtdo talvolta
insofferenza nei suoi confronti…….. si pensa alla fine che la VOCE DI PLATONE SIA LA VOCE
CORALE DEL DIALOGO---- sintesi del confronto. Nella repubblica col confronto con trasimaco
socrate da risposte insoddisfacenti: platone è insoddisfatto, il dialogo fallisce. Successivamente i
fratelli di platone insistono perché socrate vada oltre a questo confronto, lo approfondisca: nel
confronto tra i personaggi c’è il vero punto di vista di platone.
Platone qui riflette su un certo periodo storico che ha portato atene in un periodo di crisi---- platone
da una risposta politica alla crisi della propria città senza intervenire direttamente nella politica.
Platone essendo figlio d una famiglia aristocratica era destinato a fare politica, non la fa oerchè
rigetta la politica della propria città, ma molti pensano che la sua filosofia e la sua scuola siano una
scelta politica di rifondazione della propria città.
Il mito platonico
Platone non ricorre solo al dialogo, ma alterna dialoghi ad una scrittura continua spesso affidata ad
una sola voce di natura mitologica. Perché platone fa ricorso al mito all’interno delle opere
dialoghiche? (pubblicato i miti di platone dove osno raccolti tutti e contestualizzati dentro le loro
opere)
Tendenzialmente i miti vengono affidati ad una voce autorevole all’interno del dialogo, che
recuperano una dimensione sapienzale--- voce autorevole trasmette un certo tipo di contenuto.
Ci sono vari tipi di miti:
1. FUNZIONE ALLEGORICA taduce in immagini quello che è stato raccontato in modo
dialogico razionalmente (tipo l’allegoria della caverna).
2. FUNZIONE ESCATOLOGICA è il tipo di racconto che espone i destini dell’anima dopo la
morte (alla fine del Gorgia, e il mito di Eer? Nella Repubblica). Qui il mito si spinge oltre
l’argomentazione razionale, ma senza contraddirla: mito escatologica è comuqnue in
coerenza con spiegazione razionale precedente. (in questi miti vita condotta condiziona vita
dopo la morte)---- lo scopo è sia quello di rafforzare quello che è stato sostenuto
razionalmente che agire in un livello persuasivo (comportati bene). Dimensione razionale e
dimensione emotiva vanno entrambe coinvolte nel discorso, e così li coinvolge entrambi.
Attraverso il mito gli strumenti persuasivi convivono con gli strumenti razioali. Non è una
dimensione religiosa benché ultraterrena, è a servizio della conoscenza.
3. FUNZIONE DI NARRAZIONE PROBABILE (nel Timeo e basta) eikos mithos--- mito
probabile. Qui il mito è considerata la forma più adatta per raccontareil tipo di essere in
oggetto. Il timeo è un trattato di cosmologia, trattato sulla physis, per platone la physis non è
l’essere per eccellenza ma è l’essere in divenire (di eraclito, non eterno non necessario e
mutabile) che dipende da un essere per eccellenza (il mondo ideale). Questo racconto serve
ad esprimere e a narrare un essere che non è essere per eccellenza, ma è in divenire,
degradato rispetto al vero essere. Per espimere uqesto tipo di conoscenza ci vuoi un tipo di
scrittura e un metodo di indagine adatto all’oggetto in analisi; essendo questo essere non
necessario, la forma espressiva dovrà essere no definitiva: un racconto probabile, non
possiamo aspettarci una forma definitiva. Vero essere viene ricercato con il dialogo, forma
definitiva. (parlando di forme… Secondo platone la poesia e la tragezia ha diseducato il
popolo, facendo leva sulla pleonexia, sull’emitività….. sarà poi aristotele a rivalutare la
poesia. Poi però scrive dialoghi, che rocrdano un contesto teatrale…. Rapporto turbato col
genere- poesia come NOBILE MENZOGNA—nome con cui chiama forme narrative che nn
fanno parte dei generi razionali ma sono a servizio della conoscenza)
[QUELLO DEI 30 TIRANNI SICHIAMA CRIZIA, NON CLIZIA VIA A CAMBIARLO]
La dottrina delle idee
Non c’è un testo in cui platone espone dall’inizio alla fine la sua dottrina delle idee. Questa è stata
ricostruita tramite dati e indicazioni sparse nei dialoghi.
Quali problemi sono fondamento della dottrina (sono tre li sta facendo al contrario)?
1. Problema dell’immortalità o meno dell’anima.
Nel fedone (che racconta ultimi istanti di vita di socrate) socrate e i suoi alunni si
interrogano sul se socrate avrà una vita dopo l’esecuzionw. Secondo socrate bisognerebbe
prima interrogarsi su quale sia la causa della generazione e della corruzione (per capire
ingenerazione e incorruzione). Per farlo ha studiato i filosofi della natura, trovando
insoddisfacente soprattutto la soluzione di anassagora (intelligenza nous che non opera
effettivamente in vista del bene ma come causa meccanica). Non trovandola nella “prima
navigazione” dei filosofi naturalisti, cerca la causa nella “seconda navigazione”—
navigazione che si faceva quando non si potevano usare le vele--- metafora. Vanno
abbandonati i mezzi utilizzati per procedere in situazioni tranquille per ricorrere ad altri
mezzi, altri metodi per una situazione più complucata.
Ci dice che abbandona il primo metodo di ricerca, il metodo empirico usato dai naturalisti di
osserfvazioe di fenomeni, a favore di una seconda medotologia basato sui ragionamenti
(logoi). In cosa consiste questo metodo basato sui ragionamenti? Pongo come presupposto
un postulato, e se le conseguenze della spiegazione sono coerenti considero il postulato
vero, se sono incoerenti abbandono il postulato--- utilizza il metodo socratico. Qual è il
psotulato? La realtà ideale. Esiste il bello in sé? Il grande in sé? Il buono in sé?
Ora dimostra che ponendo questi postulati derivano conseguenze coerenti. La causa delle
cose che sono, generazione e corruzione, sono le cose in sé----- scoperta del mondo ideale.
Visto che le realtà ideali sono conosciute dall’anima, di conseguenze l’anima vive ed è
immortale (SIFNIFICATO SECONDA NAVIGAZIONE SPESSO CHIESTO ESAME,
leggiti poi bene il testo)
2. Problema gnoseologico (cos’è la conoscenza, cosa di conosce, rapporto tra soggetto
conoscente e oggetto conosciuto…)
la conoscenza è per platone l’episteme (conoscenza di tipo incontrovertibile). Esiste una
disciplina che sia una conoscenza vera? Per platone si ed è la matematica. Devono esistere
oggetti che garantiscano a queste discipline di raggiungere la verità---- necessità di postulare
l’esistenza di oggetti necessari, eterni (Teeteto ne parla qui)
3. Problema linguistico
Quando usiamo dei termini nominiamo gli oggetti in un certo modo e per noi quella parola
vuol sempre dire la stessa cosa e dovrebbe essere comprensibile da qualcun altro allo stesso
modo mio. Portoppo non esiste qualcosa che sia effettivamente immobile ed uguale per tutti:
se dico bella di una statua, poi questa si rovina. Inoltre posso usare termine bello per diverse
cose che non c’entrano niente, realtà completamente differenti che non mi garantiscono il
sifgnificato del temrine in modo univoco.bisogna dunque postulare una realtà dove i
significati sono sempre gli stessi: il bello significa il bello in sé, tutte le cose che vi
partecipano sono solo parte di questo ma non sono loro la cosa.

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