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➤ COS’È LA SOCIOLOGIA
La sociologia è lo studio della società, dei cambiamenti sociali, delle cause e delle
conseguenze sociali del comportamento umano. È una costruzione intellettuale del mondo
moderno. Letteralmente significa discorso sulla società
Vi è l’idea che un buon sociologo si debba estraniare dalla società per poterla analizzare,
ma per capire il mondo è necessario viverlo dall’interno, cercando però di non convogliare i
propri giudizi di merito nell’osservazione dei dati.
➤ IMMAGINAZIONE SOCIOLOGICA
È fondamentale, ci fa aprire gli occhi su ciò che è considerato normale e ciò che non lo è, ci
permette di capire cosa c’è dietro alle cose che si osservano. In altre parole ci permette di
leggere in modo non convenzionale anche le cose più banali. Si cercano di leggere i
fenomeni sociali in un’altra ottica.
es. l’amore romantico, che crediamo essere uno dei sentimenti più naturali possibili, è in
realtà un costrutto sociale introdotto nell’800 con la letteratura romantica.
La rivoluzione francese
La presa della Bastiglia rappresenta un momento fondamentale perché:
- nascono i diritti individuali
- gli uomini sono tutti uguali
- il destino dell’individuo non è più segnato sin dalla nascita
- l’ordine preesistente viene delegittimato.
- viene abbattuta la visione statica del mondo sociale
- si percepisce che il mondo può essere cambiato
È il momento culminante che conduce alla delegittimazione del potere feudale e allo
stabilirsi di un nuovo tipo di legittimità del potere, fondato sul consenso della società civile.
La rivoluzione scientifica
Fa nascere la scienza che è quell’insieme di strategie conoscitive in cui l’osservazione
metodica e l’applicazione di procedimenti logici di tipo razionale mira alla scoperta di
regolarità universali.
La schiavitù
La schiavitù moderna ha conseguenze ancora oggi (il 13° emendamento fu ratificato nel
1865).
L’eredità dell’illuminismo
(Voltaire, Montesquieu,Diderot, Rousseau), Sul piano propriamente culturale le origini della
sociologia non sono comprensibili senza riferirsi all’illuminismo.
L’illuminismo propone l'obiettivo di applicare lo stesso metodo conoscitivo della scienza
basato sull’osservazione ai fenomeni sociali.
Per gli illuministi nulla è legittimo se non ciò che è motivato razionalmente = centralità della
ragione.
L’illuminismo trasferisce l’idea che il mondo naturale sia osservabile e descrivibile
razionalmente dal campo degli oggetti fisici a quello degli oggetti sociali.
➤ POSITIVISMO SOCIOLOGICO
Necessità di basarsi su fatti ed esperienze (vs metafisica). Scienza per governare ed
eliminare il caos.
Durante il periodo napoleonico e durante i primi anni della restaurazione maturò progetti
scientifici impegnativi ed elaborò un programma sociale che mirava ad un nuovo
cristianesimo e ad una società nel cui governo fosse attribuito ai tecnici un ruolo di primo
piano.
Egli fu tra i primi intellettuali del suo tempo a riconoscere che la società che andava
prendendo forma sulle rovine del mondo feudale era una società fondata sulla produzione
industriale e sul sapere ad esso collegato. I resti del feudalesimo gli apparivano
anacronistici e parassitari. Era convinto che il futuro sarebbe stato dell'industria, ma nel
disegnare gli scenari di questo futuro egli lasciava ampio spazio all’immaginario. Ed è per
questo motivo che Marx lo definì socialista utopistico perché le sue ispirazioni ideali non
erano fondate su un’analisi dei conflitti sociali reali.
AUGUSTE COMTE (1798-1857)
Fu il primo ad utilizzare il termine sociologia intorno alla metà dell’800. Egli aveva
l'ambizione di trasportare il metodo scientifico nell’ambito sociale.
Voleva creare una fisica sociale (espressione già utilizzata da Saint Simon nel 1812) e crea
il termine sociology (unione termine grco e latino: logos+socios)
➡ La legge di tre stadi = ogni società, sin dalla nascita segue tre stadi la cui successione è
intesa da Comte come una legge naturale:
● teologico o fittizio = gli uomini cercano le cause dei fenomeni naturali e sociali
attraverso la religione e le credenze (monoteismo e politeismo). L’uomo cerca le
risposte alle sue domande al di fuori del mondo. Gli uomini cercano le cause
attribuendo agli oggetti delle intenzioni, ipotizzando l’esistenza di entità
sovrannaturali o di un dio (egli dice: i morti governano i vivi) affidandosi a credenze
magiche, feticci, spiriti religioni.
● metafisico = con il trascorrere del tempo le società progrediscono e non cercano più
le cause negli oggetti ma cercano spiegazioni nelle forze astratte (es. libertà,
giustizia) che guidano l’azione degli uomini. Le entità soprannaturali sono
rimpiazzate da forze astratte e principi generali universalmente validi, quali la libertà,
l'uguaglianza, la giustizia ecc.
● positivo = gli uomini non cercano più la ragione ultima delle cose ma cercano delle
leggi vere che governano il mondo, la spiegazione viene basata sui fatti. Lo spirito
umano riconoscendo l’impossibilità di ottenere nozioni assolute, rinuncia a cercare
l’origine e il fine dell’universo e a conoscere le cause intime dei fenomeni per
consacrarsi unicamente alla scoperta, con l’uso ben combinato del ragionamento e
dell’osservazione, delle loro leggi effettive, cioè delle loro relazioni invariabili di
successione e di somiglianza. In questo stadio la conoscenza viene a delinearsi
come sapere scientifico, basato sulla ricerca di fatti.
Comte era convinto di poter trovare le leggi che governano tutte le società, per questo
teorizza la legge dei tre stadi. Secondo lui tutte le società vanno in contro ad un progresso
continuo e lineare, ma come sappiamo dalla storia ciò non sempre accade.
Ci sono delle costanti strutturali che troviamo in ogni stadio: le istituzioni religiose e
politiche, la famiglia, il linguaggio (non sono sempre uguali, ma sono una costante strutturale
sempre presente), bisogna studiare le leggi di coesistenza dei diversi elementi che
compongono l'unità sociale e delle costanti strutturali che la formano.
➡ “Nel Corso di filosofia positiva” (1842) Comte delinea i contorni di quella che a suo
parere deve essere la sociologia: una fisica sociale, cioè una scienza modellata sui tratti
delle scienze naturali.
➡ “Nel sistema di politica positiva” (1854) Comte propone il positivismo come un’idea
politica: la vera libertà non può che consistere in una sottomissione razionale alla sola
supremazia delle leggi fondamentali della natura.
➡ Nella fase finale del suo pensiero Comte ritorna sulla religione trattandola come un
elemento fondamentale dell’integrazione della società, parla di una religione positiva
fondata sul culto dell’umanità.
➡ Per Comte la sociologia permette di comprendere che la società non si riduce agli
individui che la compongono (gli individui si comportano in modo differente in gruppo rispetto
a quando sono soli), la sociologia permette di conoscere le leggi dell’organizzazione della
società e le leggi della sua evoluzione.
L’attività produttiva e il potere politico sono fondamentali per mantenere una società
armonica attraverso il consenso collettivo, ma su cosa si basa quest’ultimo? Religione
scienza ecc.
Spencer pensa alla società come a una sorta di organismo, ma per le sue speculazioni
utilizza un’apparato concettuale evoluzionista facendo riferimento all’opera di Darwin:
L’origine delle specie (1859); l’idea fondamentale di Darwin era quella di un processo di
trasformazione e di differenziazione evolutiva delle specie animali attraverso un
meccanismo di adattamento all’ambiente, di competizione per la sopravvivenza e di eredità
genetica. Spencer prova ad applicare ciò allo studio delle formazioni sociali, ciò che viene
chiamato Darwinismo sociale.
L’evoluzione di cui parlava Darwin aveva a che fare con dei meccanismi di variazione
casuale, di selezione e di trasmissione genetica. Spencer riformulò il suo pensiero nel credo
individualista: della sopravvivenza del più adatto e in un’apologia del liberalismo economico
e della libera concorrenza.
Parla di mutamento sociale e il suo modo di parlarne viene affiancato al darwinismo, ma lui
dice che la società è un organismo che cresce e nel tempo diventa più complesso, le società
evolvono, crescono come tutti gli altri organismi. Per lui riusciranno ad andare avanti coloro
che riusciranno ad adattarsi meglio all’ambiente (sopravvivenza del più adatto)
➡ Non fa lui ricerca empirica ma si affida ai resoconti di esploratori e viaggiatori (non molto
affidabili, poiché molte cose potevano essere inventate per rendere più avvincente il
racconto)
➡ Tra il 1850 e l’anno della sua morte Spencer pubblicò una nutrita serie di scritti sugli
argomenti più diversi, fra cui “i Principi di sociologia” (1860-1876).
➡ La sua sociologia si basa su una vasta raccolta di informazioni su diversi tipi di società
ordinate secondo una doppia tipologia:
1. la prima è quella che distingue le società in base al grado di complessità della loro
differenziazione interna. Egli è convinto che la storia delle società comporti una serie
di passaggi lineari dal più semplice al più complesso: crescendo le società
sviluppano una serie di organi e di funzioni sempre più specializzati e dunque
differenziati.
2. la seconda è quella tra società militari e società industriali. Nelle società militari
l’ordine sarebbe garantito in modo coercitivo, in quelle industriali deriverebbe dalla
libera scelta degli individui
INCHIESTE MORALI E SOCIALI
In Comte e Spencer la sociologia ha trovato le sue prime formulazioni teoriche, ma essa non
è fatta solo di teoria: è anche un insieme di pratiche di ricerca. Quindi sono fondamentali le
raccolte di dati statistici che si diffusero nel corso dell’800 in quasi tutti gli Stati europei. Lo
sviluppo della statistica ha a che fare con le esigenze amministrative degli stati nazionali.
Non si tratta però solo di dati demografici o relativi al commercio e all’industria, ma anche di
statistica morale: raccolte di dati quantitativi riguardanti la criminalità, l’istruzione, le
condizioni di salute, l’alimentazione, la povertà della popolazione ecc.
La nascita delle statistiche morali e delle inchieste sociali rappresentano una tappa
fondamentale per la sociologia poiché si può basare su fatti oggettivi. Nel 1690 “saggi di
aritmetica”
Il suo corpus teorico è molto vasto, scrisse un’immensità di opere, tra cui:
A questi vanno aggiunti diversi altri manoscritti che rimasero inediti durante la vita di Marx,
ma furono poi pubblicati postumi: “i manoscritti economico-filosofici” del 1844 pubblicati
nel 1932
➡ Per riassumere Marx si potrebbe utilizzare una frase di Engels = “i filosofi hanno solo
interpretato il mondo in modi diversi, si tratta però di cambiarlo”. Marx non solo cerca
di studiare il mutamento sociale ma cerca di indirizzarlo, rafforzarlo, ampliarlo e guidarlo in
una certa direzione. Per lui è importante un mutamento che tenda ad abbattere le
disuguaglianze.
Secondo Marx Hegel non si accorse che non era il lavoro in generale a produrre
alienazione, ma il lavoro in certe condizioni: di fatto il lavoro è alienato quando il soggetto
che produce non ha il possesso del frutto del proprio lavoro
Marx presta attenzione anche all’alienazione del capitalista = il cui unico scopo diventa
massimizzare il profitto.
Ogni epoca è diversa dalle altre, vede dei conflitti di classe, ciò che cambia sono i tipi di
classe in quel tempo.
Si sofferma sul conflitto che deriva dalla società capitalistica basata sulla proprietà privata
dei mezzi di produzione. Bisogna intervenire sulla proprietà privata dei mezzi di produzione
= non fa riferimento all'abolizione di tutti i tipi di proprietà privata, lui parla dei mezzi di
produzione.
- mezzi per la produzione: le materie che si utilizzano, gli strumenti che si adottano,
le tecniche di cui si dispone
- rapporti di produzione: cioè i rapporti che gli uomini stabiliscono fra loro riguardo al
produrre
- modo di produzione: è per Marx un insieme storicamente determinato di mezzi per
la produzione e di rapporti di produzione. È centrale perché costituisce la struttura di
base di ogni società
Il capitale è lavoro accumulato che serve come mezzo per una nuova produzione: così
dicono gli economisti. Per Marx il problema è spiegare cos’è che rende il lavoro accumulato
capitale; ciò che trasforma certe risorse in capitale è una specifica condizione dei rapporti
sociali. Questi rapporti sociali hanno le seguenti caratteristiche:
➡ Ciò che distingue la critica Marxiana dell'economia politica a cui questa critica è rivolta è
essenzialmente la scoperta dello sfruttamento che si nasconde entro i rapporti di
produzione. Esso è visibile solo se si indagano i meccanismi della produzione e i rapporti di
proprietà che vi sono in gioco. Se ci si arresta all’analisi dei rapporti di scambio, cioè del
mercato, lo sfruttamento non appare. Dice che l’economia politica è ideologica: descrive il
vero, ma tace l’essenziale e giustifica lo status quo.
➡ D = con questo primo esborso si compra anche del lavoro accumulato perché gli
strumenti di produzione sono frutto del lavoro di altre persone; quindi indirettamente si
acquista dell’altra forza lavoro.
Il plusvalore diventa profitto del capitalista. Il profitto nasce dunque dallo sfruttamento
dell’operaio all’interno del processo di produzione.
L’interesse del capitalista è aumentare il più possibile la quota di pluslavoro, egli può
ottenere questo obiettivo in due modi:
LA NOZIONE DI CLASSE
Il grande contributo di Marx è quello di problematizzare i modi di produzione. Il modo in cui
la società si presenta agli individui non è qualcosa di naturale ma è un processo storico.
Classe = un insieme di individui che si trovano nella medesima posizione all'interno dei
rapporti di produzione tipici di un modo di produzione dato.
All’interno del modo di produzione capitalistico Marx individua principalmente due classi, i
cui interessi sono antagonistici. L’interesse dei capitalisti è quello di sfruttare il più possibile
la forza-lavoro degli operai, quello degli operai è di liberarsi dallo sfruttamento.
- Classe in sé = è quella che lui definisce come l’insieme degli individui che occupano
oggettivamente la stessa posizione, ma non si percepiscono come un tutt'uno, ma
come tanti soggetti in competizione gli uni con gli altri, c’è un crescente antagonismo
interno e una crescente alienazione interna. Ma c’è un momento in cui si sviluppa
una coscienza di classe. Es. operai nelle fabbriche capiscono di avere degli interessi
in comune: condizioni di lavoro migliori.
➡ Marx è uno dei primi teologi del mutamento sociale e lo legge in chiave di progresso.
Egli si sofferma sui risultati negativi dell’industrializzazione = società conflittuale.
➤ DURKHEIM (1858-1917)
Nasce in Alsazia Lorena. Nel 1887 cominciò ad insegnare sociologia all’Università di
Bordeaux, fu uno tra i primi studiosi in Europa ad occupare in un’Università una cattedra
intitolata a questa materia
È un autore pluri tradotto, ebbe una grande influenza sulla sociologia europea. Con lui si ha
la vera e propria fondazione della sociologia, riprende Comte e Spencer ➡ Mentre per
Spencer la società si basa su una sorta di contratto stabilito tra loro da uomini che
perseguono ciascuno il proprio utile, per Durkheim la società è ciò che precede e rende
possibile ogni contratto.
Opere più famose:
- Il suicidio (1897)
- La divisione del lavoro sociale (1893)
- Le regole del metodo sociologico (1895)
- Le forme elementari della vita religiosa (1912)
➡ Egli si chiedeva: che cosa tiene insieme la società? la risposta che si diede: la
MORALE = è un insieme di valori e di credenze che si esprimono in norme (= regole
alle cui infrazioni corrispondono delle sanzioni). Tali vincoli agiscono sia dall’ esterno che
dall’interno:
- dall’esterno: infrangere una norma provoca reazioni che puniscono chi lo fa
- dall’interno: l’individuo avverte come da “dentro di sé" una spinta al rispetto delle
norme stesse.
L’appartenenza ad una morale è ciò che fonda la solidarietà che lega fra loro i membri di una
società. Il sentimento morale si realizza in una solidarietà dei membri tra loro. Ciò consente
la vita in comune.
Il modo originario con cui le norme si impongono entro una società è il loro istituzionalizzarsi
nelle forme di un insieme di credenze religiose, rese sacre dalla loro iscrizione entro un
sistema di riti.
● Es. di norme morali: dieci comandamenti biblici: l’insieme di norme su cui la società
ebraica fondava il proprio vivere comune. Tali norme pur attraverso significative
variazioni sono state del resto incorporate nella religione cristiana e sono tuttora
parte della morale della nostra cultura.
Le norme morali possono essere esplicite oppure implicite, come la maggior parte delle
norme che regolano il costume quotidiano. Le norme sono per Durkheim FATTI SOCIALI.
FATTO SOCIALE = è ogni modo di fare più o meno fissato capace di esercitare
sull’individuo una costrizione esterna - oppure un modo di fare che è generale
nell’estensione di una società data, pur avendo esistenza propria, indipendente dalle
sue manifestazioni individuali.
I fatti sociali sono qualcosa che si presenta in media all’interno della società. Durkheim
propose di trattarli come se fossero cose, ma non perché privi di vita, anzi i fatti sociali
sono propriamente l’espressione della vita della società e nascono dall’interazione degli
uomini fra loro. Sono “come cose” nel senso che hanno un’esistenza che non si spiega a
partire dalle coscienze e dalle azioni degli individui. Rispetto alla volontà dei singoli hanno
una durezza che non si lascia scalfire.
es. il linguaggio è un fatto sociale, non lo si può spiegare a partire dal comportamento o
dalle intenzioni dei singoli: lo si può spiegare solo a partire dalla società, cioè il risultato
dell’interazione umana
N.B.➡ Non bisogna confondere l’idea Durkheimiana di funzione con l’idea che ogni
fenomeno sociale debba coincidere necessariamente con un qualche fine prestabilito. Un
esempio tipico del modo di pensare di Durkheim a questo proposito è rappresentato dalla
sua trattazione della “Devianza”; termine sociologico che intende l’esistenza di
comportamenti che si discostano dalla norma: è devianza in questo senso il crimine. Il
crimine appare a tutti qualcosa di poco funzionale, tuttavia anch’esso svolge una funzione:
nel momento in cui il crimine viene punito esso svolge la funzione di rinsaldare la coscienza
collettiva.
Nel volume “La divisione del lavoro sociale” l’ANOMIA (assenza di norme morali
condivise) compare come il rischio specifico delle società moderne, caratterizzate da
uno sviluppo eccezionale della divisione del lavoro, a cui non ha ancora fatto seguito
uno sviluppo adeguato delle norme morali. La solidarietà meccanica non si è ancora
del tutto dispiegata.
I conflitti tra classi sono per Durkheim delle patologie che vanno curate; la cura
dell’anomia è quella del corporativismo o della socializzazione:
- corporativismo = sviluppo di associazioni intermedie tra i singoli
- socializzazione = è l’insieme dei processi che rende il singolo capace di
essere un membro di una società in quanto gli permette di interiorizzare le
norme.
L’oggetto della ricerca di Durkheim non è il suicidio dei singoli individui, ma il tasso di
suicidi che si riscontra in una data società. Egli mostra come i tassi di suicidio all’interno dei
vari paesi hanno una singolare tendenza a restare costanti nel tempo.
Individua una tendenza suicidogena = tra i paesi individua una differenza dei tassi di
suicidio a seconda che il paese sia protestante o cattolico. Altre relazioni: cicli economici,
coesione sociale.
Osserva che i membri delle confessioni protestanti presentano al loro interno un tasso di
suicidi sempre maggiore di quello presente tra i membri di altre confessioni, ciò deriva dal
libero esame.
Una religione è per Durkheim: “un sistema solidale di credenze e di pratiche relative a cose
sacre, cioè separate e interdette, le quali uniscono in un’unica comunità morale tutti coloro
che vi aderiscono”
Egli riconosce la funzione delle religioni per il sostegno delle norme morali che garantiscono
la coesione sociale.
- metodologico = il problema del metodo delle scienze sociali e dei rapporti tra
sapere scientifico e giudizi di valore
- storico-comparativo = il problema della genesi, della specificità e del destino della
civiltà occidentale moderna. Tale problema viene affrontato nel saggio dell’etica
potestante
- sistematico = il problema di una definizione sistematica e coerente dei concetti della
sociologia
Weber intende tutte le scienze sociali come scienze comprendenti, scienze che hanno per
oggetto l’agire in quanto comportamento dotato di significato. La sociologia è una scienza
orientata alla generalità, essa intende studiare le azioni sociali degli uomini in quello che
esse hanno di tipico, cioè di ricorrente in più casi. La costruzione di tipi ideali è lo strumento
principale della sociologia in questa direzione. La sociologia si propone di comprendere
l’agire, di spiegarlo causalmente. Ciò significa individuare una causa, un fenomeno che ha
prodotto quello che vogliamo spiegare.
Weber afferma che un spiegazione causale esaustiva per i fenomeni umani non sia mai
rintracciabile. Non si può mai stabilire che un dato fenomeno sia causato da quest’altro e
solo da quest’altro. Spiegare causalmente significa quindi cercare di rintracciare, per i
fenomeni che si intende spiegare, le condizioni che sono sempre presenti quando essi si
manifestano.
- 1°: sono tipi ideali determinate formazioni storiche colte nella loro individualità
(capitalismo occidentale moderno)
- 2°: sono tipi ideali concetti come quelli di burocrazia, oppure i tipi di potere
- 3°: tipi ideali come tipi di azione sociali, che corrispondono ad un tentativo di rendere
interpretabile e confrontabile l’agire in un numero elevatissimo dei casi
- Agire razionale rispetto allo scopo = è il tipo di agire nel quale il soggetto agisce in
vista di un fine determinato e calcola i suoi sforzi in modo razionale per raggiungere
tale fine. Il soggetto ha una chiara visione del suo obiettivo, e la sua azione serve a
conseguirlo, utilizzando le risorse e gli strumenti a disposizione per conseguirlo.
- Agire razionale rispetto al valore = qui il senso dell’agire non rimanda ad uno
scopo da raggiungere, ma risiede nel valore in sé dell'agire stesso. Un tale valore in
sé può essere attribuito ad un comportamento etico o religioso. È di questo tipo
l’agire di un capitano che affonda con una sua nave, o quello di un martire che
accetta di sacrificarsi per la sua fede.
- Agire tradizionale = è l’agire dettato da un’abitudine acquisita
- Agire affettivo = è un agire il cui senso è legato ad un particolare affetto o stato
d’animo del soggetto. Le azioni sono dettate dalle emozioni o dai sentimenti.
IL CONCETTO DI CAPITALISMO
Il capitalismo è il perno del mondo occidentale moderno, moderno perché forme primitive di
capitalismo c’erano già state, ma il lavoro non era organizzato in modo formalmente libero. Il
perno del capitalismo per Weber è l’organizzazione razionale del lavoro.
Il capitalismo per Weber = è un sistema di imprese, collegate fra loro attraverso il
mercato, in cui ogni impresa agisce per conseguire il profitto e organizza le proprie
attività conformemente a tale scopo in modo razionale, utilizzando lavoro
formalmente libero. La società è capitalistica quando la soddisfazione dei bisogni dei suoi
membri ha luogo in modo prevalente attraverso l’attività di tali imprese e il consumo delle
merci che queste producono.
Entrambi si dimenticano il ruolo dello schiavismo nel rafforzare il nascente capitalismo, gran
parte della popolazione africana veniva importata per manodopera a costo zero.
➡ Per Weber affinché il capitalismo potesse svilupparsi, sono stati necessari numerosi
fattori storici:
La loro combinazione si è prodotta però solo nell’occidente moderno. Ciò che soprattutto
caratterizza il capitalismo occidentale moderno è una mentalità specifica: è ciò che Weber
chiama “lo spirito” del capitalismo, caratterizzato da un’enfasi particolare sull’importanza del
lavoro professionale e da un’accentuazione della razionalità dell’agire.
Weber si concentra sul protestantesimo per spiegare il perché il capitalismo si diffonde nelle
aree a maggioranza protestante. Lo spirito protestante porta a:
L’etica protestante è stato uno dei motori che ha favorito la diffusione del capitalismo, ma
con il tempo lo spirito del capitalismo si è differenziato dall’etica protestante perché si è
razionalizzato allontanandosi così dai principi religiosi. Per Weber la situazione che l’etica
protestante produce è piuttosto paradossale, e lo dimostra nell’ultimo capitolo dell’ “Etica
protestante” : l’etica puritana favorisce, mediante la sua enfasi sul lavoro e sulla
contemporanea rinuncia ad ogni lusso, la produzione di ricchezza: ma la ricchezza, una
volta prodotta, gioca a sfavore degli impulsi religiosi originari, favorendo proprio ciò che
questi chiamavano tentazione.
Ciò che garantisce l’oggettività del lavoro dello scienziato sociale è che, nel corso della
ricerca, egli si sforzi di essere consapevole dei propri orientamenti soggettivi e sappia, per
così dire, “mettere tra parentesi” i propri riferimenti di valore: eviti cioè di emettere dei giudizi
di valore rispetto ai fenomeni che studia. L’oggettività è in altri termini il frutto di una
disciplina. Tale disciplina si chiama avalutatività.
➡ La distinzione tra:
Egli definisce il potere politico come la possibilità che dei comandi incontrino
obbedienza. Ma come può un potere essere considerato legittimo? Vi sono tre tipi di
legittimazione del potere:
1. di tipo tradizionale, il potere di chi comanda riceve la sua legittimità dal fatto di
provenire dal passato
2. di tipo carismatico, è il tipo di legittimità che spiega l’obbedienza che ottengono i
profeti o i grandi condottieri. Weber è dell’idea che il carisma sia la più grande forza
rivoluzionaria potenziale della storia
3. di tipo razionale-legale, l’obbedienza è prestata a delle leggi che sono impersonali,
cioè costituite da regole astratte che valgono per tutti in modo uguale. Questa è la
forma di legittimazione più tipica delle società moderne
LA BUROCRAZIA
Ad ogni forma di potere legittimo corrispondono forme tipiche di apparati amministrativi,
quella connessa al potere razionale-legale è la burocrazia.
Burocrazia = si intende l’organizzazione permanente della cooperazione tra un grande
numero di individui, ciascuno dei quali svolge una funzione specializzata.
LA STRATIFICAZIONE SOCIALE
Si intende il modo in cui in una società gli individui e i raggruppamenti di individui
sono differenziati e ordinati gerarchicamente.
Per Weber vanno distinti ordinamento economico e politico. All’interno di ognuno di questi la
stratificazione si presenta secondo criteri differenti.
La nozione di classe è centrale dal punto di vista economico. Una classe è un insieme di
individui che condivide possibilità analoghe di procurarsi dei beni economici. Nella
società occidentale moderna, la classe si definisce specificamente in relazione al mercato.
All’interno dell’ordinamento culturale la stratificazione si esprime attraverso i ceti. Un ceto è
un insieme di individui che condividono un certo status riconosciuto socialmente.
Quanto alla stratificazione politica, essa si realizza nelle forme degli apparati politici e
amministrativi di un gruppo sociale, cioè nelle cariche che vi si possono ricoprire.
➤ SIMMEL (1858-1919)
Nacque a Berlino nel 1858, non scrisse solo opere di sociologia, ma anche di filosofia e di
estetica rendendo la comprensione del suo pensiero complessa. Egli si ritenne
essenzialmente un filosofo, ma per un lungo periodo della sua vita si dedicò al progetto di
fondare la sociologia come branca autonoma del sapere. La sua sociologia ha al suo
centro l’interazione sociale
Simmel afferma che la società è un concetto generato da una prospettiva; essa permette di
osservare una realtà fondamentale: gli uomini stanno fra loro in relazioni di reciprocità,
agiscono cioè gli uni sugli altri. Il concetto di effetto di reciprocità (Wechselwirkung) è il
concetto fondamentale del pensiero di Simmel. Il termine indica una concezione della realtà
come rete di relazioni di influenza reciproca tra una pluralità di elementi. Tener conto della
nozione della reciprocità delle influenze significa rinunciare a rintracciare una singola serie
causale che spieghi in modo esaustivo un qualsivoglia fenomeno.
Oggetto della sociologia sono dunque le forme delle relazioni di influenza reciproca che
sussistono tra gli uomini. Con le parole di Simmel: ”Società è il nome con cui si indica una
cerchia di individui, legati l’un l’altro da varie forme di reciprocità”
➡Il secondo concetto fondamentale della sociologia di Simmel è quello della Sociazione
(Vergesellschaftung) = è il processo attraverso cui una forma di azioni reciproche si
consolida nel tempo. es. è un’azione reciproca scambiarsi uno sguardo o salutarsi,
pranzare insieme ecc. In ognuna di queste relazioni ciò che ciascuno fa ha influenza
sull’altro, e viceversa. Una società è il risultato di una sedimentazione nel tempo di alcune
forme di azione reciproca, di processi di sociazione. La sociologia è dunque per Simmel
una scienza formale: si occupa di descrivere le forme che le relazioni di reciprocità
assumono in situazioni e in tempi differenti.
LE FORME E LA VITA
Nei saggi che compongono la “Sociologia”, Simmel dichiara di volersi concentrare sulla
forma delle relazioni e dei processi sociali in un modo che prescinda dai loro contenuti. A
volte si spiega con un’analogia con la geometria: così come “il triangolo”, in sé, non esiste,
ma esistono oggetti a forma di triangolo, allo stesso modo non esistono in sé cose come il
potere, l’amicizia o il conflitto, ma esistono relazioni concrete la cui forma astratta può venire
chiamata così.
La vita è sia un fluire incessante, sia una produzione di forme in cui questo fluire si fissa. Si
tratta di forme di relazione, istituzioni, simboli, idee, prodotti della vita economica ed opere
artistiche: la “cultura” insomma, sia nel suo aspetto materiale che in quello linguistico ed
espressivo.
La vita scavalca le forme, eppure solo in forme di volta in volta determinate la vita può
essere colta. Da questa contraddizione emerge il dinamismo della storia della cultura. Ma
emerge anche la sua tragedia: la vita stessa non può essere compresa che sulla base di
simboli, categorie che, nella misura in cui costituiscono una fissazione della vita stessa, le si
contrappongono, o la riducono, condannandosi al proprio superamento. Ciò che vediamo
del mondo è dunque sempre di meno di quanto sarebbe possibile vedere = un sapere
esaustivo è impossibile per definizione.
Per comprendere il linguaggio di Simmel bisogna ricordare che nel suo lessico intelletto è
distinto dalla ragione:
Come l’intelletto dunque anche il DENARO è essenzialmente indifferente alla qualità dei
beni di cui permette lo scambio. La personalità dell’uomo blasé: il cittadino disincantato e
annoiato, colui che si comporta come se avesse già visto tutto. Questo carattere è
conseguenza di quella rapida successione e di quella fitta concentrazione di stimoli nervosi
contraddittori. A questa fonte fisiologica se ne aggiunge un’altra che deriva dall’economia
monetaria.
Il denaro provoca l’aumento della complessità sociale e dell’ insicurezza negli individui, la
sua esistenza unita al senso di anonimità porta alla sensazione di non avere più il controllo
delle conseguenze delle proprie azioni. Esso favorisce l’individualismo e da una parte il suo
completo annullamento. La preminenza dello scambio economico astratto influisce sulla
percezione della mancanza di qualcosa di definitivo nel centro dell’anima = nuove
soddisfazioni temporanee.
➡ Un aspetto specifico della tragedia della modernità consiste per Simmel proprio nella
sproporzione che viene a crearsi fra i due poli dello spirito:
Ora la cultura dei soggetti dipende da quella “oggettiva” nella misura in cui ciascuno diviene
colto solo facendo propri i contenuti della cultura oggettiva. La società moderna dispone di
un sapere che sovrasta le capacità di elaborazione di ogni singolo individuo.
LA MODA
Simmel collega alla moda la crisi della modernità per questo la studia.
Testo: “La moda” 1905 = la moda è un modo per riempire un qualcosa che nella propria
anima non c'è più.
Vivendo in città colme di persone, risulta difficile all’individuo stesso vivere all’altezza
dell’individualismo. Anzi molto spesso, si risolve con delle parodie di esso come il voler
avere dei tratti distintivi, soprattutto nei centri più colti, come se ci fosse la costante di ricerca
di volersi creare una personalità. Questi atteggiamenti non verranno criticati o cercati di
risolvere da Simmel.
La moda esprime quindi la tensione tra il bisogno di conformità e il bisogno di distinguersi,
l’uomo prova il desiderio contraddittorio di voler far parte di un gruppo ed essere quindi simili
agli altri, ma allo stesso tempo vorrebbe stare al di fuori del gruppo per affermare la propria
individualità. = Moda come autonomia e obbedienza.
Autori più importanti (la sociologia di questi autori è piuttosto dipendente da quella britannica
e soprattutto dalla figura di Spencer e dal suo evoluzionismo):
- Ward
- Small, primo direttore della scuolo di chicago
- Sumner, scrisse costumi di gruppo, dove parlò di etnocentrismo ( = privilegiamento
da parte di un gruppo dei propri costumi e valori con la relativa svalutazione di quelli
altrui)
- Cooley, elaborò la nozione del "sé specchio" e nella sua opera “l’organizzazione
sociale” propose la distinzione tra gruppo primario e secondario
- Veblen, scrisse “La teoria della classe agiata” dove propose il concetto di consumo
vistoso ( = consumo non finalizzato tanto al soddisfacimento dei bisogni materiali, ma
l'ostentazione della ricchezza)
- Dubois
- Thomas } scuola di chicago
- Park
- Mead
Nella società americana le differenze di lingua, tradizioni e costumi sono rilevanti e danno
luogo a forti problemi di integrazione. L’industrializzazione si sviluppa a ritmi elevati e
contribuisce a un’espansione straordinaria delle aree urbane. A questi problemi vi si
dedicarono degli autori facenti parte di una grande scuola americana: “la scuola di Chicago”
SCUOLA DI CHICAGO
Venne fondata nel 1892 presso l’Università di Chicago. Il suo primo direttore: Small, fu
anche il fondatore dell’ “American Journal of Sociology” ovvero la prima rivista americana di
sociologia. Gli autori più significativi furono Thomas e Park.
La scuola è caratterizzata da una forte propensione alla ricerca empirica, il metodo di ricerca
più utilizzato è “l’osservazione partecipante” = parziale immersione del ricercatore per un
lungo periodo di tempo nella vita del gruppo che studia.
DU BOIS (1868-1963)
Una caratteristica che lo rende unico è il colore della pelle = afroamericano.
Nasce, studia e vive negli Stati Uniti, frequenta l’Università di Harvard dove vi prende un
dottorato, durante il quale va in Germania per un anno e mezzo. Tornato nessuna università
lo accetta; L’Università di Philadelphia gli commissiona una ricerca e scrive “The
Philadelphia Negro” nel 1899.
Du Bois nasce poco dopo l’abolizione della schiavitù. Nel 1870 viene istituita una legge che
afferma il principio della segregazione. Egli conduce quello che secondo molti è il primo
lavoro di ricerca scientifica empirica negli stati uniti. Non ha inventato la sociologia empirica
tanto che che nel suo lavoro “The Philadelphia Negro” utilizza per rappresentare i dati di
ricerca grafici già esistenti.
- Nel 1899 suo figlio morì di difterite, Du Bois era convinto che la mancanza di
strutture mediche per i neri avesse contribuito alla sua morte
- Lo stesso anno Du Bois assiste ad una scena raccapricciante = un uomo nero
era stato fatto a pezzi, era stato accusato di aver ucciso il suo signore e aver
violentato la moglie, tutto senza prove. Le sue dita furono esposte in una vetrina di
un negozio di Atlanta. Di fronte a tale immagine Du Bois risponde in maniera
drammatica, lui credeva che la scienza avrebbe fatto capire alle persone che il
razzismo non esistesse, era convinto che il razzismo derivasse dall’ignoranza delle
persone. Per dimostrare che i neri erano come gli altri mostrava foto di neri che
svolgevano determinate mansioni per far vedere che erano come tutti gli altri, egli
credeva che la conoscenza avrebbe abbattuto l’ignoranza e quindi il razzismo. Ma
dopo quella scena a cui aveva assistito si convince che la conoscenza non è
sufficiente e si licenzia dall’Università. Decide che il modo migliore per continuare la
sua opera è quella di formare una scuola di sociologia di Atlanta dove sono presenti
anche donne.
Nel 1903 Du Bois parla della difficoltà di essere nero e americano. Scrive: “come ci si
sente ad essere un problema?” Du Bois cambia i termini del dibattito: Il problema dei neri
diventa il problema del razzismo americano, capire perché l’essere nero all’interno della
società diventa un problema. Il momento in cui scopre di essere qualcosa di diverso: quando
era piccolo e una bambina rifiuta un suo biglietto.
➡ il velo e la dobbia coscienza: dice che spesso il nero è costretto a guardarsi con gli
occhi del bianco, subisce quindi i pregiudizi che i bianchi hanno su di lui. Il pregiudizio è un
velo biologico. Dice di sentire sempre la sua duplicità: un nero e un americano.
Egli diventa il direttore del dipartimento di sociologia di Chicago. Sotto la sua guida si formò
una vera e propria “scuola”: un gruppo di insegnanti e di ricercatori interessati ai problemi
sociali, uniti all’uso di metodi di ricerca comuni, e in stretta collaborazione fra loro.
L’obiettivo di Park era quello di rendere la sociologia scientifica e consapevole che per
studiare società bisogna utilizzare il metodo della partecipazione osservante.
➡ Venne accusato di non avere una teoria di base, cosa non vera. Anzi Park, si impegnò
molto nello studio della teoria, imparando anche da Simmel e una cosa che gli rimase
impressa era vedere la città come il luogo dei processi fondamentali della vita moderna.
➡ Mobilità:
- geografica = dai flussi migratori transnazionali fino all’urbanizzazione o ai fenomeni
di pendolarismo
- sociale = intende la maggior o minor possibilità che hanno gli individui appartenenti
a gruppi diversi di ascendere o discendere socialmente
Nella terminologia di Park e della scuola è “mobilità” sia lo spostamento geografico o
sociale, sia anche la vivacità “spirituale” che consegue all’esposizione a stimoli numerosi e
vari. Mobilità significa esposizione a qualcosa di nuovo.
LA CITTÀ è frutto della mobilità, perché senza di essa non si sarebbe potuto costituire
concentrazione su un territorio. Come insegnava Simmel anche Park era consapevole che
la maggiore mobilità può comportare sia un maggiore sviluppo delle facoltà individuali che
una maggiore disorganizzazione sociale.
➡ Viene ricordato per il “teorema di Thomas” che deriva da una sua espressione: “se gli
uomini definiscono reale una situazione, essa è reale nelle sue conseguenze”.
Thomas riteneva che la sociologia non poteva fare a meno di tenere conto del significato
che gli attori attribuiscono al proprio comportamento e alle situazioni in cui si trovano.
es.Tale espressione implica che ritenere che esistano figure come le streghe può benissimo
essere falso, ma le conseguenze di questa definizione della realtà sono reali: certe donne
vengono bruciate al rogo.
Merton rileggendo un passaggio di Thomas afferma che in sociologia non ci sono leggi ma
quel passo lì è quello che più si avvicina. Thomas ci dice che quando dobbiamo agire
valutiamo gli elementi del contesto in cui operiamo. Gli attori sociali non rispondono solo agli
elementi oggettivi della situazione, ma anche al significato che questa situazione ha per loro,
sulla base, cioè della definizione della situazione (es. non importa se fuori piova o se ci sia il
sole, se io credo che possa piovere mi porterò l’ombrello).
es. di Merton sulla definizione della situazione: circola la voce che una banca sta per
fallire, tutti ritirano i propri risparmi = la banca fallisce. (se tutti i clienti ritirano i soldi la banca
per forza fallisce). La banca poteva essere anche estremamente sana ma se gira questa
voce tutti ritirano i soldi e la banca fallisce veramente. (in Bulgaria è successo veramente).
GEORGE HERBERT MEAD (1863-1931)
Fu un filosofo e psicologo sociale.
Non scrisse mai un libro, ma pubblicò dei saggi in alcune riviste. È stato chiamato: “Padre
dell'interazionismo simbolico”, questa denominazione è opportuna poiché l’idea
dell’interazione è una colonna portante nel suo pensiero, ma egli si collocava esplicitamente
nella corrente del pragmatismo.
L’elemento delle ricerche di Mead che ha più influenzato la sociologia è quello che riguarda
particolarmente la formazione del sé:
- Il SÉ è qualcosa che emerge e si realizza nel corso dell’interazione sociale. Il sé è un
aspetto riflessivo.
- IO e ME sono i due poli del SÉ: il primo è il soggetto in quanto fonte dell’azione, il
secondo è il medesimo soggetto nel momento in cui diventa oggetto a se stesso
- Il LINGUAGGIO è la condizione perché emerga un sé, ciò significa che la condizione
perché un sé possa emergere è sociale. Il linguaggio è un insieme strutturato di
segni ai quali è assegnato un significato che è condiviso con più soggetti.
➡L’aspetto storicamente più fecondo del pensiero di Pareto consiste nell’utilizzo della
nozione di sistema: il mondo sociale è pensato come un insieme di elementi interdipendenti
fra di loro. Più nota è però l’idea dei RESIDUI e delle DERIVAZIONI:
- RESIDUI = sono ciò che è fondamentale nell’uomo. Residuo significa ciò che rimane
una volta che si sia scomposto il comportamento degli uomini nelle sue componenti
elementari. Pareto Distingue sei tipi di residui, divisi in 3 gruppi:
1. residui determinanti: istinto delle combinazioni,persistenza degli aggregati
2. residui di interazione: il bisogno di manifestare i sentimenti; residui in
relazione con la socialità
3. residui di integrità: integrità dell’individuo, il residuo della sessualità
Secondo Pareto i residui rappresentano il fondamento non logico del comportamento. Gli
uomini però tendono ad autoingannarsi dando una mano di vernice di logica sulle azioni non
- logiche.
MOSCA E MICHELS diventano insieme a PARETO famosi per “LE TEORIE DELLE
ÉLITES”. = è sostanzialmente una critica del funzionamento reale delle democrazie
ÉLITE = in sociologia è utilizzato per indicare un gruppo o più gruppi in grado di
esercitare un controllo o un’influenza sulla società nel suo insieme.
Criticano il sistema della Democrazia = alla fine a governare non c’è il popolo ma dei
rappresentanti del popolo, che rappresentano un gruppo elitario. Mosca affermò che “una
minoranza organizzata, la quale agisce coordinamente, trionfa sempre sopra ad una
maggioranza disorganizzata”.
Mettono bene a fuoco il problema del ricambio di Élite: una società che non è in grado di
esercitare regolarmente questo ricambio condanna se stessa alla stagnazione e presta il
fianco al rischio di sommovimenti rivoluzionari.
Sono stati accusati di essere stati vicino al fascismo, Pareto era stato nominato da Mussolini
nel 1922 rappresentante dell'Italia alla società delle azioni e muore nel 1923.
società civile = è un concetto ripreso da Hegel, che la definì “sfera della vita sociale che si
situa tra famiglia e Stato”, Marx la definì come “sfera della vita privata e delle relazioni
economiche”. Gramsci nonostante avesse un orientamento marxista riprese la teoria di
Hegel definendo la società civile come “insieme variegato delle organizzazioni più o meno
formali, a cui l’individuo partecipa in quanto cittadino e attraverso queste istituzioni le classi
dominanti esercitano la propria egemonia”
➤ VIENNA E DINTORNI
L’Europa tra fine 800 e inizio 900, viveva un periodo di euforia, con vista sul progresso. Ma
nel 1914, la guerra fermò tutto. Come sappiamo fu una guerra logorante e di trincea, che
segnò la vita di giovani soldati sopravvissuti. Ci furono degli effetti negativi nella vita
quotidiana dopo il 1918. L’Europa cambiò e quella visione luminosa sparì.
L’avvento del nazismo nei paesi di lingua tedesca fermò gli sviluppi culturali. In questi paesi
però c’era una vera e propria eccellenza di centro culturale: VIENNA. Facente parte di un
impero morto dopo la fine della I guerra mondiale, Vienna fu un luogo in cui si concentrano
alcune delle esperienze più significative del tempo, e in cui si elaborarono alcune delle teorie
che influenzeranno più durevolmente il secolo a venire. A vienna si affrontò una vera e
propria crisi dei fondamenti, di quasi tutte le visioni del mondo, ci sono mille prospettive per
un solo fenomeno, e venne a mancare la certezza. Questi sono gli anni di:
➡ Il principio di indeterminazione porta con sé incertezza sia nelle scienze naturali che nelle
scienze storico-sociali:
- naturali: si arriva alla conclusione che le teorie, non sono altro che modelli o delle
mappe, tutti quanti plausibili. Quindi c’è la mancanza dell’oggettività, poichè la realtà
diventa la percezione della realtà.
- storico sociali: in questo caso si sentono gli effetti dello storicismo, e si sentono
anche le differenze dei vari pensieri delle epoche, che ebbero come conseguenza il
relativismo, Tutto unito al fatto che l’uomo diventa consapevole del fatto che non è
pienamente comprensibile nemmeno da se stesso: l’agire sfugge dalla coscienza.
Ogni pianificazione razionale dell’agire è illusoria.
Il primo libro importante di Freud è: “L’interpretazione dei sogni” (1900). Fra le altre opere si
ricordano:
- Parsons: utilizzerà la teoria freudiana del super-io come mezzo per spiegare il modo
attraverso cui le norme e i valori di una società vengono interiorizzati dagli individui
- Gli autori della scuola di Francoforte: integrandolo con il marxismo, utilizzeranno il
pensiero di Freud per studiare la personalità autoritaria e i comportamenti dei membri
della moderna società delle masse
➡ Nella sua prima opera proponeva il progetto di fornire un impianto logico al linguaggio
ordinario, ovvero di eliminare i doppi significati, utilizzando solo parole che avessero un
unico significato; teoria impossibile visto la dipendenza del contesto in cui si usano. Alla fine
l’utilizzo delle parole, non è altro che un gioco, e a seconda del contesto, dobbiamo trovare
le regole giuste. = gioco linguistico
Per le scienze sociali il ruolo del linguaggio nella società viene in primo piano: io mi esprimo,
tu interpreti.
➮ ogni gioco comporta delle regole, ma quelle regole valgono solo per un determinato
gioco, ogni gioco ha delle proprie regole. Equiparando la società ad un gioco, ogni società
ha delle regole diverse. Ciò porta agli estremi il relativismo. Le culture non possono essere
equiparate, ogni cultura ha una propria dignità.
➤ LA SCUOLA DI FRANCOFORTE
Costituisce una delle imprese collettive più rilevanti del pensiero sociale del XX secolo.
Prende il nome dall’istituto per la ricerca sociale di Francoforte nel 1923.
Il suo primo direttore fu Grunberg, ma chi contribuì di più al suo sviluppo fu Horkheimer che
ne assunse la direzione dal 1931. I membri più noti, oltre ai due già citati, furono: Adorno,
Marcuse, Fromm e Benjamin. La formazione di questo gruppo non fu omogenea, ma in
comune avevano il riferimento al marxismo, che puntarono a rinnovarlo. Alla teoria marxista,
unirono quella di Freud, dando vita ad un approccio critico alla società. Il marxismo a cui la
scuola di Francoforte faceva riferimento era fortemente antidogmatico e non determinista:
quella che Marx chiamava la “sovrastruttura” è intesa come tutt’altro che una mera
derivazione della struttura.
L'istituto viene chiuso dai nazisti per “tendenze ostili allo Stato”e quindi quasi tutti i
componenti della scuola emigrarono in Svizzera e poi negli Stati Uniti. Nel 1950 l’istituto
viene riaperto. La fama degli autori cresceva, tanto che la “teoria critica” divenne uno dei
principali riferimenti intellettuali per tutti coloro che non vollero riconoscere al marxismo
sovietico lo statuto di unica alternativa al sistema capitalistico, ma non si tratta di una teoria
sociologica, ma è più un intreccio di psicoanalisi, filosofia e ricerca sociale.
LE ORIGINI MARXISTE
Marx è il primo dei grandi riferimenti della scuola, si cerca di comprendere il perchè del non
avvento della rivoluzione facendo ricorso alla psicoanalisi di Freud.
Marcuse fu uno dei primi intellettuali europei a prendere atto dell’importanza dei “Manoscritti
economico-filosofici” di Marx (1844). Nel riassumere i punti fondamentali della ricostruzione
del pensiero di Marx, in un saggio del 1932 Marcuse scriveva che la rivoluzione che Marx
preconizzava non dovrà essere solo politica e neppure riguardare la sola sfera della
produzione: dovrà essere una rivoluzione totale.
➡ Famiglia = è il luogo dove il singolo impara ad adattarsi. Nel passaggio dall’epoca della
borghesia classica all’epoca del tardo capitalismo, essa tende a indebolire la sua capacità di
formare individui autoresponsabili e a favorire la genesi di persone dotate di carattere
autoritario: carattere tipico di chi scarica aggressivamente sugli altri la frustrazione che
accumula, incapace di sviluppare un “Io” in grado di assumersi la responsabilità di se stesso,
è incline ad affidarsi irrazionalmente all’autorità di un leader che promette di soddisfarne i
bisogni. Chi è incline ad una personalità autoritaria tende a scaricare la colpa del disagio che
avverte su gruppi minoritari e impotenti come le minoranze etniche. La rivoluzione non
avviene perché a livello sociale le frustrazioni trovano dei nuovi capri espiatori, esterni alla
società, o meglio, che io ritengo esterni alla società.
- illuminismo: utilizzava la ragione come strumento per opporre principi come libertà
e uguaglianza,
- positivismo: vede la ragione combaciabile solo all’idea di uno strumento di
descrizione dei fatti nelle ricerche scientifiche e tecnologiche.
➡ Razionalizzazione = costante uso della ragione che vuole andare a invadere campi che
spesso non vengono affrontati con la ragione.
Adorno e Horkheimer utilizzano nella prima parte della “Dialettica dell'illuminismo" l’esempio
di Ulisse: Ulisse teme il fascino del canto delle sirene ma lo vuole conoscere, per non
subirne il richiamo si fa legare all’albero maestro, per conoscere ciò che lo affascina senza
farsene coinvolgere Ulisse lega se stesso, cioè si reprime. La conoscenza razionale si
mostra inseparabile dal dominio su di sé. La ragione comprende il mondo solo al prezzo di
trasformarlo in un oggetto di dominio
L’INDUSTRIA CULTURALE
L’aspirazione alla felicità è ciò a cui si riferisce l’industria culturale.Secondo Adorno e
Horkheimer si tratta di una parodia. Nel capitalismo maturo l’industria culturale corrisponde
all’amministrazione dello svago dei lavoratori; ma alla fine dello svago ciò che attende il
lavoratore è sempre la medesima routine produttiva
- L’industria culturale porta la cultura alle masse, questa si svuota, diventa un luogo
di intrattenimento e meccanismo di promozione dell’adattamento di ciascuno
all’ordine sociale esistente.
HABERMAS (1929-)
Giunge a Francoforte nel 1956. La notorietà arriva con:
L’opera riguarda il concetto di sfera pubblica; essa è uno spazio di discorsi e di pratiche
discorsive pubblicamente accessibili. Si riferisce a uno spazio in cui sono i privati cittadini a
incontrarsi, a informarsi e a discutere di ciò che li concerne collettivamente, in questo spazio
i cittadini discutono liberamente di politica. Tale spazio è sorto grazie alla borghesia nei
circoli e nei caffè del ‘700. Successivamente lo sviluppo dei mezzi di comunicazione di
massa lo ha trasformato, la sfera pubblica secondo H. ne viene colonizzata e perde le sue
caratteristiche
➡ Habermas riconosce che gli uomini sono sempre legati gli uni agli altri dalla ricerca di una
comprensione reciproca che si realizza mediante la lingua, questa è un prerequisito
ineliminabile della riproduzione della vita sociale.
Negli anni ‘20 e ‘30 la sociologia americana era stata caratterizzata dall’impronta della
scuola di Chicago. Ma tra il 1930 e il 1960 la figura dominante era quella di Talcott Parsons.
In questi anni gli Stati Uniti sono la fucina mondiale della sociologia del XX secolo.
TALCOTT PARSONS (1902-1979)
Nacque in Colorado Springs e nel 1927 fu chiamato ad insegnare ad Harvard. Fu uno dei
sociologi più influenti negli anni ‘20 del 900. Divulgatore di un certo modo di vedere la
sociologia, dovuto alla rilettura dei classici della sociologia.
➡ Opere famose:
➡ Struttura = è l’Insieme delle relazioni che collegano tra loro i diversi elementi della
società, in modo tale che il significato di ciascuno di questi elementi non è comprensibile
isolatamente, poiché è determinato dai rapporti che intrattiene con gli altri e dalla funzione
che svolge per l’insieme.
Nella fase più matura del suo pensiero è soprattutto la seconda prospettiva a prendere il
sopravvento.
L’importanza delle definizioni di Parsons sta nel tentativo di rendere conto della relativa
libertà di scelta che ha l’attore nei confronti della situazione in cui è immerso e
nell’accentuazione del peso che hanno le norme nel vincolare e governare l’azione.
➡ Parsons distingue: personalità, sistema sociale e cultura: perché un sistema sociale
funzioni è necessario che i suoi membri siano dotati di personalità che abbiano fatto proprie
le norme in cui si esprime una cultura comune.
Sistema sociale = è un insieme interrelato di parti che interagisce con l’ambiente ed è
capace di autoregolazione; ogni parte svolge una funzione necessaria alla riproduzione
dell’intero sistema.
1. adattarsi all’ambiente
2. definire i propri obiettivi
3. conservare la propria organizzazione
4. garantire l’integrazione delle proprie parti
Si tratta di uno schema dei “requisiti funzionali” del sistema sociale a volte denominato AGIL:
- A = adattamento
- G = goal, obiettivi
- I = integrazione
- L = latenza
FAMIGLIA E SOCIALIZZAZIONE
La congruenza tra le nostre azioni e le aspettative degli altri è possibile per il fatto che sia
noi che gli altri abbiamo interiorizzato i principi di una cultura comune. Il processo di
interiorizzazione coincide con la socializzazione e questa si realizza prioritariamente nella
prima infanzia, in seno alla famiglia. La famiglia è dunque un’istituzione cruciale del
sottosistema educativo.L’istituzione familiare svolgeva anche funzioni assistenziali, religiose
e economiche. Ma l’evoluzione delle società comporta secondo Parsons un processo di
differenziazione e di specializzazione delle istituzioni:
- differenziazione = processo di moltiplicazione dei ruoli
- specializzazione = i ruoli differenziati si rapportano a compiti sempre più circoscritti
Rispetto alla famiglia questi processi significano che essa perde alcune funzioni tradizionali
e si specializza nello svolgimento di un compito più specifico: la socializzazione dei bambini.
- Norme = sono dei modelli di condotta, sono intese come delle prescrizioni
riconoscibili dal fatto che chi non vi si adegui è sottoposto a sanzioni
- Valori = sono ciò a cui le norme si ispirano, sono degli atteggiamenti culturali di
fondo, orientamenti diffusi che contribuiscono a definire il significato dell’esistenza, gli
scopi che gli individui possono proporsi di raggiungere e i mezzi che è lecito usare
- Ruoli = sono insiemi di comportamenti regolati da norme, attraverso cui l’individuo
interagisce con gli altri. Tipicamente i ruoli sono complementari: al ruolo del marito
corrisponde quello della moglie ecc. Il sistema sociale è essenzialmente un sistema
di ruoli.
- Status = ciascun individuo svolge una pluralità di ruoli, l’insieme di essi è ciò che gli
conferisce il suo status, cioè la posizione che egli occupa complessivamente
all’interno della sua società
- Istituzioni = sono sottounità del sistema sociale che implicano più ruoli interagenti
tra loro
- Socializzazione = è il processo con cui l'individuo interiorizza valori e norme,
diventando capace via via di svolgere i ruoli che le istituzioni gli richiederanno e di
accedere così al proprio status.
➡ Parsons ha definito dei parametri in base ai quali è possibile distinguere società e culture
diverse: le variabili strutturali = sono scelte binarie riguardanti alcuni atteggiamenti
culturali di fondo. Queste scelte binarie riguardano:
- particolarismo: è ispirato a un
criterio secondo cui ciò che si fa per una
persona particolare non si fa per un’altra
- universalismo: la medesima
regola deve valere per tutti
2- differenza tra diffusione e specificità: la loro differenza rimanda al fatto che in certe
forme di relazioni l’azione può essere orientata alla considerazione di una pluralità di aspetti
della propria e dell’altrui personalità (es. amicizia) e in altre è viceversa orientata ad un
singolo aspetto
4- differenza tra affettività e neutralità affettiva: la loro differenza è quella che passa tra
sistemi di azione nei quali vi è gratificazione affettiva dei partecipanti, e sistemi in cui non è
prevista
5- differenza tra interessi collettivi e privati: ad esempio un medico che è orientato
secondo Parsons a interessi collettivi, mentre un imprenditore è orientato verso quelli privati
Riconoscere i modi in cui gli individui si dispongono per lo più rispetto a questi atteggiamenti
permette secondo Parsons di descrivere i caratteri fondamentali di un sistema sociale.
➡ Nel saggio “Universali evolutivi della società” l’evoluzione della società è descritta
come il susseguirsi di diversi stadi corrispondenti ciascuno all’emersione di un nuovo
modello organizzativo che comporta il successo delle società che lo adottano. Tali modelli
sono universali (nel senso che si incontrano in tutte le società) e sono evolutivi.
La modernità è intesa come una miscela coerente di elementi che sono considerati solidali
fra loro: industrialismo, democratizzazione della vita politica, razionalizzazione,
secolarizzazione e individualismo
La critica al funzionalismo:
- Merton rifiuta il postulato dell’unità funzionale della società, cioè l’idea che ogni
elemento del sistema sociale debba essere inteso come funzionale al sistema nel
suo complesso. Ciò che può essere funzionale per certi attori non è detto che lo si a
per altri
- Rifiuta anche l’idea che tutti gli elementi di un sistema sociale debbano avere
una funzione
- funzioni manifeste
- funzioni latenti
Merton introduce tale differenziazione facendo riferimento alla nozione di “consumo vistoso”
di Veblen, il quale dimostrò che il consumo poteva assumere un significato diverso da quello
apparente:
Gli uomini non sono sempre coscienti degli scopi che stanno perseguendo, e dunque delle
funzioni che assolvono i loro comportamenti (ciò vale anche per le istituzioni).
ALCUNI CONTRIBUTI
Merton lavorò molto prendendo, rielaborando e ampliando teorie di vecchi autori, come la
“derivazione relativa”, ripresa dalla ricerca “The american Soldier” di Stouffer. In questa
ricerca tale nozione veniva introdotta per descrivere l’insoddisfazione provata nei confronti
della propria carriera da parte dei militari che, in realtà, si trovavano in una posizione
privilegiata. Il punto era che il sentimento di essere “privati” di qualcosa ha a che fare con le
percezioni soggettive e non con la realtà oggettiva.
Merton in questa ricerca mostra che ogni individuo si rapporta ad almeno 2 gruppi:
Se il gruppo di riferimento possiede opportunità e suggerisce bisogni che l’individuo non può
soddisfare nel gruppo in cui vive egli si sente frustrato a prescindere da quanto bene o male
stia nella realtà
1. innovatori: coloro che pur conformandosi agli scopi dominanti, sono devianti rispetto
ai mezzi che usano per raggiungerli
2. ritualisti: coloro che rimangono fedeli ai mezzi consueti pur non condividendo gli
scopi a cui questi dovrebbero servire
3. rinunciatari: quelli che rifiutano sia i valori che gli scopi comuni
4. ribelli: coloro che mettendo in discussione obiettivi e mezzi comuni non si ritirano
però dalla seca sociale, ma lottano per affermare obiettivi e mezzi diversi
➡ Riconcetualizzò anche il concetto di ANOMIA di Durkheim, che più che definirla assenza
di regole, la descrive come una situazione in cui vi è una disgiunzione tra gli scopi
dell’esistenza che la cultura propone e le possibilità concrete di raggiungerli attraverso
comportamenti normali.
L’ultima teoria che valorizzò è il teorema di thomas con la profezia che si autoadempie.
➡ Merton dà una definizione di gruppo sociale nel 1949 = è un insieme di persone fra
loro in interazione secondo schemi relativamente stabili (es. le persone ferme all’autobus
non sono un gruppo sociale perché si sono incontrate lì per caso , gli amici lo sono) le quali
si definiscono membri del gruppo e sono definite come tali da altri.
Merton negli anni 50 e 60 si occupa di scienza, di come viene praticata dagli scienziati e
afferma che anche gli scienziati sono soggetti a vincoli esterni e influenze esterne
Scrive “scienza, tecnologia e società nel 17° secolo” nel 1938 = avanza delle ipotesi
riprendendo le idee di Weber parlando di relazione tra la mentalità protestante e l’approccio
scientifico = il modo in cui si approccia alla sua fede è il dubbio, su cui si basa la scienza. È
scienza se è controllabile, una teoria per essere scientifica non deve essere vera, per essere
definita scientifica deve essere controllabile, ispezionabile, devo poter replicare i passi che
hai compiuto per arrivare alla tua teoria. Quindi il dubbio è alla base della scienza.
Il protestantesimo nutre lo spirito scientifico attraverso il dubbio.
Merton dice che non solo il dubbio è la madre o il padre di una scoperta scientifica, ma dice
anche che la scienza è scienza solo se ha un’organizzazione che consente al dubbio di
esprimersi. La scienza nasce solo se ci sono le condizioni affinché possa nascere.
Merton afferma che il fine istituzionale della scienza è l’accrescimento della conoscenza
verificata = la scienza è cumulativa, non si riparte sempre da zero, si basa sulle scoperte
precedenti.
1. comunismo = vuol dire che l’ethos dello scienziato prevede che le scoperte vadano
condivise. Ma ciò non sempre si avvera. Oggi non succede.
2. Universalismo = l’orientamento valoriale che è aperto al mondo
3. disinteresse = non c’è interesse economico ecc.
4. scetticismo = il dubbio, la necessità di mettere in dubbio tutto
➤ VITA QUOTIDIANA E COSTRUZIONE SOCIALE DELLA REALTÀ
Dopo la seconda guerra mondiale e fino agli anni ‘70 i paesi occidentali hanno conosciuto
una fase di crescita economica che ha coinciso con:
Sono anche gli anni della “guerra fredda”: i paesi sovietici non erano in grado di raggiungere
il livello di progresso degli occidentali. In una prospettiva planetaria si assiste a un processo
di decolonizzazione del Terzo mondo. Questi paesi però scoprono difficoltà sociali ed
economiche inaspettate.
La sociologia cresce soprattutto nell’analisi delle problematiche poste dai nuovi sviluppi della
società.
Sulla scorta dell’apparato teorico husserliano, Schutz mostra che quella costruzione di tipi
ideali che Weber intendeva come il metodo proprio dello scienziato sociale è in realtà
qualcosa che noi tutti facciamo costantemente. Comprendere è sempre collocare ciò che si
comprende entro un “tipo”.
Tipizzare significa compiere un’astrazione, cioè ridurre la complessità del reale a un insieme
di “tipi di cose” che possono succedere, di tipi di persone che si possono incontrare. I tipi
sono delle rappresentazioni della realtà. L’utilità dei tipi consiste nel fatto siano condivisi con
gli altri, permettono l’interazione sociale.
➡ Ogni sfera della vita sociale comporta la costruzione di tipologie riguardanti i fenomeni
che vi rientrano. La sfera che a Schutz più interessa è la VITA QUOTIDIANA = è il nostro
ambiente ordinario, il tessuto di abitudini familiari all’interno delle quali noi agiamo e alle
quali pensiamo per la maggior parte del tempo.
Caratteristica principale della vita quotidiana:
- Al suo interno sospendiamo il dubbio che le cose possano essere diverse da come
ci appaiono in relazione alle nostre routine = agiamo dando per scontato tutto ciò in
cui siamo immersi. La ragione di ciò è pragmatica: se dovessimo interrogarci
continuamente su tutto quanto, l’esercizio delle nostre attività quotidiane sarebbe
impossibile
IL SENSO COMUNE
Il pensiero in cui siamo immersi nel quotidiano è il senso comune, è il pensiero dell’ovvio.
Come scrive Schutz: “è pensare come al solito”. È una specie di meccanismo finalizzato a
tenere i dubbi fuori della porta, ciò significa dare per scontato le tipizzazioni di cui facciamo
uso, significa che le intendiamo naturali e tuttavia non lo sono, sono modi di interpretare la
realtà che abbiamo appreso nella nostra esperienza e nella nostra socializzazione.
In un saggio dedicato alla figura dello straniero Schutz ha mostrato come a volte affidarsi al
senso comune non è sufficiente. Lo straniero è qualcuno che si trova in una situazione in cui
niente è più ovvio. Ciò comporta una crisi: lo straniero deve abbandonare un senso comune
e imparare a condividerne un altro.
Il senso comune funziona come un sistema condiviso di credenze, è quello che ciascuno
crede che tutti gli altri credano.
1. la prima è una lettura del pensiero di Schutz come una sociologia della conoscenza
quotidiana
2. la seconda afferma che la sociologia della conoscenza quotidiana è la pietra
fondante dell’intero edificio della sociologia
3. la terza è la tesi secondo cui questo approccio consente di combinare le 2
prospettive: durkheimiana e weberiana
L’ETNOMETODOLOGIA
Schutz è una delle principali fonti di ispirazione dell’etnometodologia, la corrente di pensiero
sociologico che fa capo a Garfinkel. Si tratta di un radicalizzazione del pensiero di Schutz.
L’etnometodologia = è lo studio dei modi nei quali si organizza la conoscenza che i soggetti
adoperano nel corso delle proprie attività, e soprattutto dei propri corsi di azione più
consueti, degli innumerevoli incontri, scambi e conversazioni che punteggiano la vita
quotidiana.
Il suo approccio è detto drammaturgico: il teatro è per lui la metafora che permette di
capire come ciascuno di noi agisca nella vita quotidiana. Nel teatro vi sono una ribalta e
un retroscena:
- sulla ribalta l’attore recita una parte e si sforza di produrre nel pubblico certe
impressioni
- nel retroscena abbandona il personaggio che recitava sul palco
Nelle interazioni con gli altri ciascuno di noi si sforza di suscitare negli altri un atteggiamento
favorevole nei suoi confronti. Ma vi è anche il retroscena: la sfera privata, i momenti in cui
dimentichiamo lo sforzo di presentarci in pubblico.
Fra l’attore e gli spettatori si stabilisce un accordo che inquadra ciò che sta avvenendo, nella
vita quotidiana avviene qualcosa di simile. L’accordo è inteso come la produzione di una
cornice cognitiva che delimita ciò che può avere luogo e con quale senso.
Un’ultima osservazione è quella sul concetto di costruzione sociale della realtà. Tutte le
teorie esposte in questo capitolo rimandano a quello che si può chiamare un approccio
costruzionista = la realtà materiale resiste alle nostre credenze e non si trasforma in base a
ciò che crediamo. Ciò che costruiamo sono le nostre rappresentazioni a riguardo. Queste si
sovrappongono alla realtà materiale.
Un importante studioso che si unì fu Bateson, che trattò temi evoluzionistici e si interessò
anche ai processi comunicativi. Per quanto riguarda la comunicazione, Bateson si avvicinò
al mondo animale per capire se effettivamente erano consapevoli di scambiarsi dei
messaggi. Gli animali sono in grado di metacomunicare = cioè di accompagnare un
messaggio con le sue “istruzioni”. Le istruzioni non sono altro che componenti del
messaggio che appartengono a una classe logica diversa da quelle delle componenti dello
stesso messaggio a cui fanno riferimento. Questi argomenti vennero affrontati nella scuola di
Palo Alto con uno studio sulle dinamiche familiari.
Vennero rielaborate alcune teorie della psicoanalisi, finendo per rintracciare la genesi delle
malattie mentali nelle dinamiche comunicative, in particolar modo la schizofrenia, un disturbo
che porta alla scissione della personalità, che può riferirsi alla comunicazione familiare dove
possono essere comunicati messaggi contraddittori, dando vita al DOPPIO LEGAME = io
dico una cosa bella a voce, ma con la faccia schifata: la nostra comunicazione è distorta.
SOCIETÀ E COMUNICAZIONE
Col tempo la comunicazione è cambiata. Se prima i mezzi di comunicazione erano i media,
con il tempo sono diventati i mass-media, ovvero dei mezzi che permettono la
comunicazione uno-molti.
Il primo mezzo di comunicazione fu il libro per poi arrivare alla radio. Negli anni ‘50 si ha il
cambiamento più grande, dove Innis (uno studioso) arrivò a dire che il cambiamento di
epoche della società si ha con l’evoluzione dei mezzi di comunicazione, che variano la
mentalità delle persone. Fu rielaborata questa teoria di Innis, da Mcluhan che propose di
rivolgere maggiore attenzione al messaggio in sè che è il “medium” piuttosto che al “veicolo”.
Fu merito anche di McLuhan quella della definizione di VILLAGGIO GLOBALE, ovvero la
forza con cui i media “istantanei” mettono in contatto più parti del globo
contemporaneamente.
2) APPROCCI SISTEMICI Il cui rappresentante più noto è stato Luhmann. La sua teoria può
essere considerata un raffinamento e radicalizzazione della prospettiva di Parsons. Il
discorso di Luhmann è molto articolato, ma può essere introdotto presentando tre nozioni:
- mondo = l’insieme di tutto ciò che esiste, dei modi in cui può essere percepito o
compreso, dalle possibilità che offre all’azione (complessità illimitata)
- sistema = è all’interno del “mondo” e consiste nella selezione di alcune possibilità e
l’esclusione di altre.
- ambiente = corrisponde simmetricamente a ciò che è esterno al sistema
Un SISTEMA è sempre:
- autoreferenziale = la sua capacità di rapportarsi con il mondo è limitata dalle sue
proprietà
- autopoietico = i suoi sviluppi o la sua costruzione sono il risultato delle sue
caratteristiche e delle sue capacità
➡ TEORIA DELLA STRUTTURAZIONE: l’idea è che le forme della vita sociale sono sia
qualcosa che si impone agli individui come un dato, sia qualcosa che gli individui stessi
costruiscono agendo. Il punto di giunzione fra le strutture e l’azione sono le pratiche sociali =
fanno sì che si creino le strutture, sono forme di condotta parzialmente routinizzate.
➡ Giddens vede le strutture in modo duale perché sono allo stesso tempo vincoli e risorse:
“DUALITÀ DELLA STRUTTURA”, es. c’è passaggio pedonale e il mio passaggio è
vincolato a passare sulle strisce in un contesto dove c’è molto traffico. Quindi le nostre
attività strutturano il mondo sociale e il mondo sociale struttura le nostre attività, è un ciclo.
L’idea che Giddens ha delle “strutture” è quella di insiemi di istituzioni, cioè di forme
organizzate di regole e ruoli, quasi come lo scheletro della società, ma non sono del
tutto rigide, poiché dipendono dalla disponibilità degli uomini ad aderirvi.
Ovviamente i soggetti o attori sono rapportati con le strutture, ma non solo: l’essere umano
può essere il più razionale possibile, ma non lo sarà mai del tutto a causa dell’inconscio. Il
compito dei sociologi per Giddens è quello di interpretare le interpretazioni del soggetto.
➡ Giddens dà molta importanza al concetto di tempo e spazio e l’idea che la fase in cui vive
si tratti di una “modernità radicale” (o seconda modernità). La modernità ha operato sullo
spazio e sul tempo in modi caratteristici, se prima nelle società pre-moderne il tempo e lo
spazio erano solidali, la modernità rende possibili le interazioni anche in caso di mancata
compresenza dei soggetti. Come possiamo vedere con lo sviluppo dei mezzi di trasporto e
comunicazione, che rendono possibile interagire a distanza e contemporaneamente.
Il tema della modernità radicale è affrontato in “Le conseguenze della modernità” (1990).
L’avvento della modernità ha corrisposto a una discontinuità nella storia che non ha
precedenti. Alla fine del XX secolo la modernità entra in una fase che rappresenta la
radicalizzazione delle sue premesse. Tali premesse conducono a una problematizzazione
della razionalità alla luce di se stessa e a una serie di conseguenze inintenzionali che
rendono dubbia la stessa idea del progresso. Tali conseguenze hanno soprattutto a che fare
con la generazione dei nuovi rischi a cui lo sviluppo economico e tecnologico porta. Si tratta
di rischi artificiali, cioè condizioni di vulnerabilità e di incertezza che sono state prodotte dagli
stessi meccanismi che hanno garantito il progresso.
Il punto è riconoscere che la nostra vita si svolge oggi nelle condizioni di un’incertezza
inedita, generata dai successi stessi che la modernità ha conseguito
Vi sono capitali diversi per ogni campo della vita sociale. Il CAMPO = è un’area della vita
sociale caratterizzata dalla condivisione fra un certo numero di attori di determinati interessi,
dalla presenza di certe posizioni reciproche, certe pratiche, certe regole e certi rapporti di
forza. Ogni campo della vita sociale è caratterizzato da una parziale autonomia e ciascuno
di essi dà forma ad un particolare tipo di capitale.
Le chances dell’attore sociale dipendono dal campo entro cui la sua azione si situa.
La permanenza entro determinati campi della vita sociale genera nei soggetti particolari tipi
di HABITUS = è il modo di porsi nei confronti del mondo, è la disposizione ad agire in un
certo modo, che ogni soggetto apprende nel corso delle proprie esperienze e nei contesti in
cui vive. L’habitus è il versante sociale di quello che chiamiamo il carattere di qualcuno. È un
atteggiamento che il soggetto sviluppa adeguandosi ai campi in cui è immerso: può mutare
nel tempo.
Al concetto di habitus è legato quello di pratica, ovvero che nella realtà esistono realmente
azioni isolabili, ma se stabilite nel tempo danno vita alla routine.
La razionalità: un'azione è razionale rispetto allo scopo se chi agisce valuta razionalmente i
mezzi rispetto agli scopi che si propone. Considera gli scopi in rapporto alle conseguenze
che ne potrebbero derivare.
● divisione stabile e specializzata dei compiti: che comporta delle regole che a loro
volta comportano uniformità di trattamento dei problemi
● Struttura gerarchica: contempla che poteri e responsabilità siano diversamente
distribuiti. In essa chi occupa una posizione ha i poteri per compiere gli atti che
competono a quella posizione
● Competenze specializzate per ogni posizione
● Remunerazione in denaro: nei modi previsti per una certa posizione
● Indipendenza dall’utente
Il motivo dell’efficienza della burocrazia sta nel fatto che in essa potere e controllo sono
esercitati sulla base della conoscenza e della competenza, per questo è definita
organizzazione razionale. WEber definisce la burocrazia efficace (capacità di raggiungere
obiettivi) ed efficiente (lo fa con il minor spreco di risorse).
Weber dice che non si può scappare la burocratizzazione che è una manifestazione della
razionalità.(”oggi c’è solo la scelta tra burocratizzazione e dilettantismo” 1922).
Le organizzazioni che oggi più si avvicinano al modello puro di Weber spesso non sono
affatto più efficienti di altre che maggiormente se ne discostano
- le persone non sono macchine e non si possono comportare come tali: le persone
non sono mai completamente prevedibili
- le soluzioni proposte per risolvere i problemi non sono adattabili alla struttura
burocratica di Weber.
Per facilitare l’avvicinamento tra Weber e Crozier, Mintzberg con la teoria delle
configurazioni organizzative fornì un quadro con delle diverse soluzioni, anche per
favorire una migliore organizzazione. Ci sono 5 tipi di configurazioni organizzative:
ciascuna delle quali è adatta a seconda dei contesti in cui ci si trova:
Queste configurazioni, sono forme diverse di organizzazioni che sono più efficienti a
seconda dell’ambiente.
- razionalità funzionale = è quella che si adatta agli ordini ricevuti eseguendoli senza
errori e senza discuterli
- razionalità sostanziale = è quella di chi cerca di comprendere come diversi aspetti
di una situazione siano collegati fra loro
Il controllo sociale si realizza principalmente attraverso due processi: uno interno, l’altro
esterno:
Si distingue:
- socializzazione primaria = avviene nei primi anni anni della vita del
bambino. È rivolta alla formazione delle competenze di base come la capacità
di relazionarsi con gli altri
- socializzazione secondaria = inizia quando una persona entra nella scuola,
perché si cominciano ad acquisire competenze sociali specifiche per lo
svolgimento di ruoli sociali.
La famiglia è la principale agenzia della socializzazione primaria, la scuola e i mass media
della socializzazione secondaria. Nel processo di socializzazione non solo una persona
apprende il contenuto delle innumerevoli norme della società di cui fa parte, ma le fa proprie,
le interiorizza e le trasforma in norme morali.
Mead dice: L’identità non è un’ essenza o una sostanza interiore innata che il soggetto
“scopre” isolatamente attraverso un atto introspettivo. Attraverso il gioco il bambino scopre
gli altri significativi = le prime persone al di fuori di se stesso con le quali deve socializzare
sin da subito. Poi ci sono gli altri generalizzati = persone al di fuori della famiglia.
➡ Agenti di socializzazione:
➡ Controllo sociale esterno e interno = il controllo sociale sono i modi secondo i quali la
società tenta di assicurare la conformità alle norma sociali.
- devianza primaria: ci si riferisce a quelle violazioni delle norme che hanno agli occhi
di colui che le compie un rilievo marginale e che vengono di conseguenza presto
dimenticate. Chi fa queste azioni non considera se stesso un deviante né viene visto
come tale dagli altri.
- devianza secondaria: quando l’atto di una persona suscita una reazione di
condanna da parte degli altri, che lo considerano un deviante e questa persona
riorganizza la sua identità e i suoi comportamenti sulla base delle conseguenze
prodotte dal suo atto.
CRIMINALITÀ= atti devianti che infrangono la legge (la devianza non infrange la legge)
➡ Fenomeno del numero oscuro dei delitti = ci sono casi di criminalità che non
emergono o perché poco rilevanti o perché c’è una criminalizzazione della vittima. La
criminalità viene nascosta a seconda dei tipi di reato. Tale fenomeno ovviamente può
variare, ad esempio possono aumentare il numero di denunce poiché magari cresce la
fiducia nelle forze dell’ordine.
➡ Forme di criminalità:
Gran parte dell’attività predatoria viene svolta da coppie o da piccoli gruppi di malfattori, privi
di un capo e con una divisione del lavoro poco accentuata
- Gli omicidi = è importante conoscere la differenza tra omicidio colposo e doloso:
1. Colposo: è l’omicidio non voluto dall’agente, capita spesso in strada.
2. Doloso: è quello commesso con la volontà di uccidere
La teoria che spiega la tendenza secolare alla diminuzione degli omicidi è quella del
processo di civilizzazione di Elias
- Reati dei colletti bianchi = L’inchiesta “Tangentopoli” condotta dai magistrati della
procura della Repubblica presso il tribunale di MIlano nel 1992 ha portato alla luce un
sistema di corruzione diffuso. Utilizzando l’espressione introdotta alla fine degli anni
30 da Sutherland i sociologi chiamano reati dei colletti bianchi molti di quelli scoperti
dalla magistratura italiana durante l’indagine mani pulite. Con tale espressione
Sutherland si riferiva “ai reati commessi da una persona rispettabile e di elevata
condizione sociale nel corso della sua occupazione”. Per rientrare in questa
categoria è necessario che la violazione avvenga nel corso dell’attività professionale
di questa persona.
Nella categoria dei delitti dei colletti bianchi rientrano 2 gruppi diversi di reati:
1. reati dell’occupazione: commessi da individui nello svolgimento del loro
lavoro per ricavarne un vantaggio personale. Ne fanno parte:
- l’appropriazione indebita: chi si appropria del denaro o di una cosa
altrui, di cui abbia il possesso per qualsiasi motivo.
- insider trading: la speculazione sui titoli di una società attuata da
chi, in quanto socio di tale società o per ragioni d’ufficio, dispone di
informazioni riservate
- corruzione: l’abuso di potere di un agente pubblico al fine di trarne
vantaggi personali
- concussione: quando un pubblico ufficiale abusando dei suoi poteri
induce qualcuno a dare indebitamente del denaro a lui o ad altre
persone. Sono esempi: le frodi di vario tipo commesse dalle aziende
private o pubbliche
2. reati di organizzazione: compiuti in nome e per conto di un’organizzazione
sia essa pubblica o privata
- La criminalità organizzata = non c’è una definizione precisa, ma nel senso comune
si intende una società che fornisce beni e servizi illeciti. Es. la produzione e la
vendita di droga
➡ la classe sociale = negli ultimi decenni molte ricerche hanno sostenuto che fra classe
sociale e criminalità non vi è alcuna relazione o ve ne è una assai debole
➡ il genere = è una delle variabili più importanti per predire la criminalità, in tutti i paesi è
più probabile che sia un maschio a violare una norma penale, più il reato è grave tanto è più
facile che a compierlo sia un uomo. La quota delle donne aumenta nel caso di reati meno
seri. A partire dagli anni 70 c’è stato un aumento della criminalità femminile:
- secondo alcuni questo è avvenuto solo nell’ambito dei reati contro il patrimonio ed è
dovuto alle grandi trasformazioni che vi sono state nell’economia e nella società
- secondo altri invece l’aumento dell’attività criminale femminile si è verificato anche
nell’ambito dei reati violenti ed è riconducibile all’affermazione dei movimenti
femministi
➡ l’età = la tendenza a violare le norme penali varia molto a seconda della fase del ciclo di
vita. Di solito si inizia a rubare molto presto, 8-9 anni. Si continua a farlo per qualche anno.
Poi a poco a poco con l’adolescenza la grande maggioranza dei giovani abbandona questa
attività. Alcune ricerche hanno messo in luce che nell’arco di un secolo e mezzo vi è stato un
abbassamento di 5 o 6 anni dell’età a cui più frequentemente si commettono questi reati.
DEVIANZA E SANZIONI
In ogni società la conformità viene mantenuta con l’uso delle sanzioni. Possono essere di
due tipi:
La severità delle sanzioni dipende dalla gravità dell’infrazione commessa. Grandi differenze
vi sono state fra le varie società riguardo ai tipi di sanzioni utilizzate:
- In alcune comunità vigeva il sistema della faida = cioè della vendetta da parte della
vittima del reato (o della sua famiglia) nei confronti del reo
- Nel diritto romano si a lungo seguito il principio del taglione
- tortura = nel ‘700, gli stati europei hanno iniziato ad abolire la tortura.
- In molti paesi la pena di morte è stata abrogata, nel mondo vi sono ancora 57 paesi
nei quali esiste la pena di morte, alcuni di questi sono: il Giappone, gli USA, l’india e
la Cina (l’esecuzione di essa avviene in pubblico)
- Di origine recente è il carcere = introdotto in Europa nella seconda metà del ‘700 e
che si è affermato pienamente nel XIX secolo. La privazione della libertà personale è
diventata da allora, in tutto il mondo, la più importante pena contro i trasgressori delle
leggi penali
➤ LA RELIGIONE
Le religioni sono delle credenze che sfuggono agli strumenti della conoscenza scientifica. Il
sociologo deve quindi mantenere un certo distacco dall’oggetto di studio.
Tutte le società umane riservano dei giorni, ma più in generale del tempo alle religioni, come
i giorni di festa. Anche con le società di oggi, in qualche modo veniamo a contatto con le
religioni. La religione è un fatto di per sé universale. Per molto tempo e per tanti ancora oggi,
le religioni davano le risposte ai "perché" esistenziali degli individui. Nelle varie epoche è
quasi nata la necessità di creare una religione.
RELIGIONE = di fatto non è altro che una credenza o un insieme di credenze, relativa
all’esistenza di una realtà ultrasensibile, ultraterrena e soprannaturale.
Le credenze religiose postulano l’esistenza di una sfera della realtà trascendente rispetto
alla sfera della realtà percepibile. Con il cambiare delle società, è cambiato anche ciò che la
realtà trascendente contiene: da elementi naturali a defunti. Ma tutta questa sfera costituisce
il sacro, dall’altra parte abbiamo il profano
SACRO E PROFANO
Le religioni si differenziano tra loro a seconda del modo con cui si articola l’opposizione tra
sacro e profano:
- Sacro = se ne occupa ad esempio il sacerdote. Il mondo del sacro assume una
funzione particolare all’interno della società ed esiste all’interno di tutti i sistemi
sociali. Qualunque religione prevede dei rituali che vanno rispettati. Fa riferimento al
timore reverenziale, rispetto, generalmente ci si accosta a esso solo attraverso un
rituale
- Profano = mondo cumune. In quanto tale ha il potere di indebolire, di rendere
impuro, di corrompere.
L’ESPERIENZA RELIGIOSA
Ovviamente non è sufficiente dire che la religione riguarda solo le credenze intorno al sacro.
Bisogna anche chiedersi quali sono i tratti fondamentali dell’esperienza religiosa, ovvero
come gli esseri umani sviluppano le loro credenze. Si può partire da due esperienze:
- l’esperienza del limite riguarda la stessa vita umana; gli esseri umani sono dotati di
una consapevolezza che sembra specifica della loro specie: sanno di dover morire e
sono anche consapevoli di essere in balia di forze più grandi di loro e che sfuggono
al loro controllo. La consapevolezza del limite posto alla capacità di conoscere di
ogni singolo individuo rende possibile concepire l’idea di un ente che non sia
sottoposta a tali limitazioni, un ente onnisciente al quale ricondurre in modo unitario
l’ordine delle cose naturali e umane. Così anche le esperienze che sembrano più
inspiegabili e prive di significato trovano una giustificazione (es. la morte)
- l’esperienza del caso evoca un’esperienza di tipo religioso, l’uomo si confronta
costantemente con il limite della sua capacità di dare una spiegazione agli eventi
naturali, sociali e individuali che interferiscono con la sua esistenza.
C’è un altro aspetto legato all’esperienza religiosa: il problema dell’ordine morale dato
dalla possibilità di scegliere, In ogni momento della nostra vita, gli uomini sono chiamati a
scegliere i corsi alternativi di azione, ma come scegliamo? in base ai criteri puramente
utilitaristici, e non solo. Scegliamo anche dei codici morali che ci fanno distinguere il bene
dal male; è come se fossero delle leggi morali delle religioni, che di fatto, contengono un
elemento prescrittivo normativo.
TIPI DI RELIGIONE
Ci sono molti criteri in base ai quali è possibile classificare le religioni da un punto di vista
sociologico:
- Come la credenza del mana: forza magica presente in uomini e cose, studiato da
Malinowski
- o il totemismo: studiato da Durkheim, nel quale i credenti riconoscono in un oggetto,
animale o pianta, l’antenato comune che ha dato origine al loro clan
- l’animismo: cioè si ritiene che dietro agli uomini, le cose, ci siano degli spiriti che
intervengono influenzandone il comportamento
- Diverse sono le religioni universali: dove all’interno troviamo le religioni
monoteiste e politeiste. La divinità è oggetto di adorazione da parte dei fedeli i quali
riconoscono in essa tutti quegli attributi di cui essi sono privi.
1. Politeismo: il mondo degli dei è molto differenziato, e quasi sempre è
gerarchizzato, solitamente vi è un Dio superiore. In queste religioni gli Dei
vengono concepiti come potenze eternamente in lotta tra loro e in
concorrenza per la devozione da parte degli uomini. Es. induismo
2. Monoteismo: in queste religioni l’eterogeneità tra divino e umano raggiunge
il grado più elevato, Dio è unico e onnipotente, non si può mettere in
discussione dalla concorrenza di altri dei.
La credenza nella divinità e il concetto stesso di divinità non sono elementi comuni a tutte le
religioni. Vi sono religioni come il buddismo che non postulano l’esistenza di vere e proprie
divinità collocate in un aldilà, ma di una sfera dove regna quiete e armonia, verso la quale è
possibile elevarsi mediante pratiche di contemplazione. Queste sono dette religioni
cosmocentriche: credenza di un’armonia universale ultraterrena. (si contrappongono a
religioni teocentriche, es. cristianesimo)
Weber studiò questa forma, definendola instabile, poiché contiene una serie di problemi
come:
➡ La setta = l’esito di un movimento religioso, sia esso ereticale oppure no, è però assai
spesso la formazione di una setta. Essa è una comunità religiosa tendenzialmente ristretta,
se non chiusa, tra i cui membri si stabiliscono legami assai forti di fratellanza e di fiducia e
che vive in un contesto sociale formato da appartenenti ad altre religioni o confessioni.
L’appartenenza ad una setta presuppone un’adesione individuale.
L’esperienza religiosa nasce dal bisogno di dare un senso al mondo e alla propria esistenza,
e questo bisogno è differente a seconda della posizione che si occupa, se pensiamo ai
faraoni, erano considerati divinità, come tutti i monarca che professavano di avere origini
divine. Weber parlò delle disuguaglianze sociali legate alla religione, poiché quando una
religione diventa religione ufficiale di uno stato o regime, ha molto spesso svolto la funzione
di fonte di legittimazione del potere. Ci sono anche le religioni profetiche, come il
cristianesimo, che vede il riscatto degli ultimi. La chiesa cattolica è un buon esempio di
organizzazione differenziata e flessibile, con omogeneità sociale tra il clero e i fedeli.
PROCESSO DI SECOLARIZZAZIONE
È il processo attraverso il quale la religione declina e perde la sua influenza nelle
diverse sfere della vita sociale.
➡ Alle origini di questo processo ci sono religioni come il cristianesimo che pongono il
sacro e il divino su un piano trascendente in una sfera molto staccata al mondo e alle cose
terrene. Ciò libera la religione da ogni possibile contaminazione con la magia e permette di
sviluppare un orientamento laico: il mondo è composto da uomini e cose concrete.
Per molti anni la vita politica e sociale è stata sempre intrisa di elementi religiosi, cosa non
del tutto scomparsa ai giorni d’oggi.
➡ Weber parlò del processo di disincanto = nel corso del tempo il ricorso a spiegazioni
religiose viene meno.
Elias riprende il concetto di disincanto e parla di informalizzazione = la religione perde
sempre più presa e uomini e donne sono lasciati di più a loro stessi, questa progressiva
informatizzazione le persone sono più libere ma si sentono perdute. Egli parla di
deritualizzazione della morte = i familiari non hanno più un processo al quale affidarsi per
accompagnare il defunto, aumentano le difficoltà di ciascuno nella gestione della crisi di
senso.
Gli studiosi ritengono che la stratificazione sociale sia universale. Vi sono tuttavia società
tendenzialmente egualitarie dal punto di vista delle risorse materiali e simboliche di cui
dispongono le famiglie. Sono quelle di caccia e di raccolta e le orticole. Gli antropologi
hanno individuato due motivi principali della natura egualitaria delle società di caccia e
raccolta:
➡ Le teorie del conflitto = ritengono che le disuguaglianze esistano e che i gruppi sociali
che se ne avvantaggiano sono in grado di difenderle dagli attacchi degli altri. Fra i teorici del
conflitto vi sono due impostazioni diverse:
- Marx: la base delle classi è nella sfera economica. In ogni società l’asse portante
delle classi si trova nei rapporti di produzione e nelle relazioni di proprietà. Un piccolo
numero di persone ha la proprietà dei mezzi di produzione, mentre la grande
maggioranza ne è esclusa. La forma di produzione e quella di proprietà variano a
seconda del tipo di società; nella società borghese la forma più importante di
proprietà è costituita dal capitale industriale e le due classi principali sono la
borghesia e il proletariato. Secondo la sua teoria le classi sono dei raggruppamenti
omogenei di persone che hanno lo stesso livello di istruzione, di consumo, le stesse
abitudini sociali, gli stessi valori e le stesse credenze. Distingue tra classe in sé e per
sé
- Weber: a differenza di Marx, che ha concentrato tutta la sua attenzione sulle classi,
Weber ha elaborato una teoria della stratificazione sociale a più dimensioni. Era
convinto che le fonti delle disuguaglianze andassero ricercate in tre diverse sfere:
1. l’economia: in essa gli individui si uniscono sulla base di interessi materiali
comuni, formando classi sociali
2. la cultura: in essa gli individui si associano seguendo comuni interessi ideali
e dando origine a ceti
3. la politica: in essa gli individui si associano in partiti o in gruppi di potere per
il controllo dell’apparato di dominio.
Mentre per Marx il criterio di fondo dell’appartenenza a una classe è la proprietà o meno dei
mezzi di produzione, per Weber è la situazione di mercato. I mercati sono tre:
➡ I ceti = sono comunità di persone con uno stesso stile di vita e un forte senso di
appartenenza. Essi si distinguono l’uno dall’altro per il diverso grado di prestigio di cui
godono.
Le relazioni fra classi e ceti sono complesse. Se alcuni ceti nascono in seno alle classi, altri
le trascendono. I primi hanno origine dalla divisione del lavoro. I secondi sono invece di
origine etnica o religiosa. In genere le classi hanno una maggiore eterogeneità interna
- lo schema di Sylos Labini = è quello a cui più spesso si rifanno gli studiosi italiani,
è basato sul tipo di reddito percepito da un individuo. Vi sono tre grandi categorie di
credito:
1. la rendita (dei proprietari fondiari)
2. il profitto (dei capitalisti)
3. il salario (degli operai)
Sulla base di queste categorie di reddito, Labini ha distinto cinque grandi classi sociali,
ciascuna delle quali composta da varie sottoclassi:
- borghesia: formata da proprietari dei fondi rustici e urbani, dagli imprenditori e dai
professionisti
- piccola borghesia relativamente autonoma: composta dai lavoratori autonomi
- classe media impiegatizia: impiegati pubblici
- classe operaia: braccianti, salariati fissi in agricoltura, operai dell’industria e
dell’edilizia e da quelli del terziario
- sottoproletariato: disoccupati
In base alla situazione di lavoro, gli occupati vengono distinti in tre grandi categorie:
Tenendo conto della situazione di mercato e del settore di attività economica si giunge allo
schema a sette classi:
- reddito = è quello che gli individui e le famiglie ricavano dalle più varie fonti (salari,
profitti, rendite)
- patrimonio = è costituito da tutti i beni mobili e immobili posseduti dagli individui o
dalle famiglie.
Uno dei metodi che le ricerche hanno più frequentemente usato per misurare la
disuguaglianza nella distribuzione delle risorse economiche consiste nel calcolo del
cosiddetto indice di Gini che viene espresso in una scala che va da 0 (perfetta uguaglianza)
a 1 (massima disuguaglianza)
LA MOBILITÀ SOCIALE
Mobilità sociale = ogni passaggio di un individuo da uno strato, un ceto, una classe sociale
ad un altro
1. del primo fanno parte i paesi che hanno avuto un’industrializzazione precoce:
Inghilterra, il Galles e la Scozia
2. nel secondo rientrano la Francia, la Germania, l’Irlanda del nord e la Svezia
3. nel terzo rientrano la Polonia, l’Ungheria e la Repubblica d’Irlanda, che sono rimasti
prevalentemente agricoli fino alla seconda guerra mondiale
L’Italia occupa una posizione intermedia fra i paesi del secondo e del terzo gruppo
➤ EDUCAZIONE E ISTRUZIONE
L’educazione = è l’azione esercitata dalle generazioni adulte su quelle che non sono ancora
mature per la vita sociale. Ha lo scopo di suscitare e di sviluppare nel bambino un certo
numero di stati fisici e morali che richiedono da lui sia la società politica nel suo insieme che
il settore particolare al quale egli è specificatamente destinato.
➡ L’educazione è:
- molteplice = ve ne sono tanti tipi quanti sono gli strati in cui si articola una società
- è anche una = perché tutti i diversi tipi di formazione poggiano sempre su una base
comune
1. ogni generazione lascia alla successiva la cultura materiale della società in cui è
vissuta, l’insieme di strumenti e di oggetti che ha a sua volta ereditato o che ha
prodotto
2. ogni generazione trasmette alla seguente i modi di agire standardizzati: es. il
modo per accendere il fuoco, cuocere il cibo
3. da una generazione all’altra passano conoscenze e valori che possono essere
trasmessi solo per via orale o scritta
Secondo molti studiosi il passaggio dalla cultura orale a quella scritta ha avuto conseguenze
di grande portata:
Tale passaggio è stato accompagnato dalla nascita e dallo sviluppo della scuola. Nel V
secolo a.C. dopo la creazione del primo sistema di scrittura alfabetica, in Grecia nacque la
scuola elementare, dove si insegnava a leggere, a scrivere e a far di conto e che i bambini
iniziavano a frequentare a 7 anni.
➡ teoria marxista = questi studiosi pensano che per capire come i sistemi scolastici
moderni sono nati bisogna guardare ai rapporti di produzione e alla lotta fra le classi sociali.
Inoltre sostengono che la scuola serva a perpetuare le disuguaglianze esistenti tra le classi.
La perpetuazione dei rapporti di produzione viene assicurata dall’esercizio del potere negli
apparati di stato. Vi sono due tipi di apparati di stato:
Oggi l’apparato ideologico più importante è la scuola; il suo compito è quello di inculcare in
ciascun ragazzo l’ideologia adatta al ruolo che dovrà svolgere da adulto nella società. = la
scuola è il luogo della lotta di classe.
ISTRUZIONE E DISUGUAGLIANZE
➡ L’intelligenza e la sua origine = Fra gli psicologi non vi è mai stato un accordo completo
sulla definizione del concetto di intelligenza. Per superare le difficoltà, alcuni studiosi hanno
sostenuto che l’intelligenza è “ciò che viene misurato dai test del QI”. I test per misurare il QI
sono stati utilizzati in molti paesi occidentali, ininterrottamente dal 1905. Da tutti i dati raccolti
risulta che il QI degli allievi è correlato con il rendimento scolastico e con le caratteristiche
dell’ambiente di origine. Sono stati rilevati anche dei fattori ereditari: “Ciò che i testi del QI
misurano, ha scritto Jensen, è dovuto per l’80% a fattori ereditari e per il 20% a quelli
culturali”. La grande maggioranza degli psicologi e dei sociologi ha respinto le tesi di Jensen
per almeno due motivi:
- i test del QI sono condizionati culturalmente e premiano coloro che hanno una
maggiore familiarità con alcune idee e conoscenze. Ad essere favoriti sono in genere
i bambini bianchi di classe media, nella cui esperienza rientrano più facilmente quelle
forme di ragionamento astratto presupposto da alcune domande dei test
- le prove a sostegno della tesi di Jensen sono considerate insoddisfacenti. Che
l’intelligenza sia parte innate e in parte appresa è fuori discussione
L’OCCUPAZIONE
Il termine occupazione indica un lavoro che fornisce un reddito, svolto in un dato momento o
periodo da una persona. In statistica si distingue tra:
- settore agricolo
- settore industriale
- settore terziario = si tratta di una categoria residua di attività che non sono né
agricoltura né industria, tra cui le attività di trasporto e comunicazione, le attività
commerciali, gli alberghi e i ristoranti. Il terziario comprende un insieme di professioni
molto diverse che vanno da un’altissima specializzazione a una forte
dequalificazione
Il lavoro nero è una quota significativa del lavoro immigrato. In generale spesso gli immigrati
sono occupati in attività a bassa produttività del lavoro, dove le condizioni sono peggiori. Si
può parlare di lavori delle cinque P: pesanti, pericolosi, precari, poco pagati, penalizzati
socialmente
LA DISOCCUPAZIONE
Gli economisti distinguono tre tipi di disoccupazione:
È stata contrastata la tesi che le misure di sostegno pubblico siano un incentivo a non
cercare un nuovo lavoro in quanto la situazione complessiva non peggiora per i disoccupati.
➤ POLITICA E AMMINISTRAZIONE
Non è facile chiarire le specifiche funzioni della politica.
1. potere economico = per cui chi possiede certi beni materiali o risorse finanziarie
può indurre chi non li possiede ad accettare una determinata condotta
2. potere ideologico = ovvero la capacità di influenzare i comportamenti della gente
3. potere politico = che può utilizzare una risorsa soltanto sua
Weber diceva che lo stato ha il monopolio dell’uso legittimo della forza, ciò significa che chi
cerca e detiene il potere politico cerca e ottiene il controllo della forza, della quale potrà
disporre. Un potere riconosciuto legittimo si trasforma in autorità.
Alla visione realistica della politica come esercizio del potere di comando si contrappone
l’idea solare della politica come esercizio della libertà. Sono stati i greci a sviluppare per
primi questa idea.
LO STATO
lo stato = è un'organizzazione politica che governa organizza e controlla nel suo insieme
una società stabilita in un certo territorio.
I caratteri dello stato moderno o nazionale:
Una nazione è una comunità di appartenenza alla quale si sente legato un popolo che ha
comuni radici etniche e continua a costruire la sua storia come comunità politica di cittadini
che esercitano liberamente i loro diritti e che riconoscono doveri reciproci
LEGITTIMAZIONE DEMOCRATICA
Si può parlare di democrazia se le istituzioni politiche sono congegnate in modo da
garantire:
- libertà di associazione
- libertà di espressione
- diritto di voto
- eleggibilità alle cariche pubbliche
- diritto di competere per il sostegno elettorale
- fonti alternative di informazione
- elezioni libere e corrette
- esistenza di istituzioni che rendono le scelte del governo dipendenti dal voto e da
altre espressioni di preferenza
1. potere tradizionale
2. potere carismatico
3. potere tradizionale
La tipologia di Weber individua dei tipi puri di potere legittimo, nella realtà bisogna invece
immaginare delle combinazioni.
L’AZIONE COLLETTIVA
Gli Ingredienti fondamentali e complementari delle libertà democratiche, secondo Albert O.
Hirschman sono:
Un'organizzazione che assiste all’uscita dei suoi membri riceve una sollecitazione a
considerare cosa non va nella gestione e quindi tende a correggersi. Lo stesso accade con
la protesta
LA PARTECIPAZIONE POLITICA
Nei sistemi democratici la partecipazione politica = è il coinvolgimento dell’individuo nel
sistema politico a vari livelli di attività, dal disinteresse totale alla titolarità della carica
politica.
➡ Tipi di voto: