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Analisi

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 il destino delle anime dopo la morte: il mito di Er (pag. 211-212)
questo brano è stato tratto dal decimo libro della “Repubblica” scritto dal filosofo Platone e si trova all’interno della
parte dedicata all’etica e alla politica. Questo testo tratta diversi argomenti. Principalmente viene discusso il tema
dell’immortalità dell’anima che, grazie al suo spostamento in un altro corpo (metempsicosi), che sia uomo o animale,
può intraprendere una seconda vita dopo la morte del corpo. Si può inoltre pensare che Platone volesse sottintendere
che il destino dell’uomo non è già segnato, ma è lui stesso a costruirselo grazie alle sue virtù. Nel mito infatti Lachesi,
un divino araldo, mise in ordine le sorti e i modelli delle diverse condizioni umane e permise alle anime di scegliere la
propria vita. Er, però, non ebbe questa possibilità di scegliere. Le anime che provengono dal cielo o che provengono
dagli inferi, dopo aver scontato la propria pena devono scegliere liberamente un corpo nel quale trascorrere la vita
successiva. Platone con questo brano vuole riferirsi al fatto che le anime buone, che hanno vissuto una vita serena,
adesso, saranno più soggette alla tirannia, al desiderio di potere, all’avidità. Invece chi ha passato una vita più difficile,
e quindi ha conosciuto la sofferenze e il dolore, sarà incline a scegliere una vita più tranquilla e più semplice. Inoltre,
chi ha condotto una vita saggia, sceglierà il proprio destino con sapienza e si reincarnerà in un filosofo. Un altro tema
importante è quello della reminescenza, ovvero la facoltà di richiamare alla memoria le cose vedute e apprese
durante il viaggio nell’iperuranio, a cui Platone allude attraverso il risveglio di Er dalla sua morte. Platone tratta il tema
dell’anima in altri libri: il Gorgia, il Fedone e il Fedro. Questo brano si può collegare al mito dell’anima nel Fedro.
All’interno di quest’ultimo compare il mito del carro alato, in cui la tripartizione dell’anima e il suo difficile equilibrio è
rappresentata dall’insieme di una biga e di due cavalli, uno bianco che vuole restare nel mondo sensibile (iperuranio),
e uno nero concupiscibile che con furore punta verso il basso, verso il mondo materiale. A questo mito della biga alata
può essere legato il mito di Er, che spiega in maniera più analizzata il funzionamento della reincarnazione. All’interno
del testo Platone si rivolge a Glaucone sostenendo che la scelta dell’anima è il momento più grave per l’uomo poiché
deve scegliere il suo destino e deve saper distinguere quale sia la vita migliore. Le anime con le loro virtù dovrebbero
comprendere che la vita serena non è quella in cui si sta bene economicamente o socialmente, ma una vita giusta.
Inoltre questo testo si può collegare all’immortalità dell’anima all’interno del Fedone. Platone ha utilizzato la teoria
dell’immortalità dell’anima per spiegare come l’uomo possa conoscere le idee, secondo cui quando un’anima si
trasferisce da un corpo all’altro trasporti con sé anche le idee come fossero un ricordo sfocato. Questi ricordi (le idee)
lo aiuteranno per condurre un’altra vita giusta. Secondo Platone, dunque, il destino viene stabilito direttamente
dall’anima quando era nel mondo delle idee. Secondo Platone, quindi, è l’anima che sceglie precedentemente quindi
prima di entrare nel corpo che destino avrà. E per spiegare questa sua teoria utilizza, nello scritto Repubblica, il mito
di Er. Infine questo brano può anche essere collegato alla spiegazione dell’anima all’interno del libro “Gorgia”, in cui
Platone spiega il racconto sul giudizio dei morti. Platone dunque in questo testo vuole, principalmente, alludere al fatto
che solo l’uomo è artefice del proprio destino.

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