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F.

Fronterotta - Il linguaggio nel


pensiero di Platone
[00:00:00] nel meno ne ottanta di e seguenti. Platone espone la propria dottrina
dell' anamnesi del conoscere come rammer morale lo fa dialogando con meno
né con il quale già si è intrattenuto intorno al tema della insegna abilità della
virtù e adesso affrontano la questione della dottrina della anamnesi.

connessa con la credenza nella metempsicosi, vale a dire nella reincarnazione


secondo la dottrina or fica, in coerenza con la quale la nostra anima é
prigioniera del corpo con la conseguenza per cui morire. In realtà significa
liberarsi dalla prigione corporea e far si' che l'anima giunga nell'elemento suo
più proprio quello iper [00:01:00] ura nico affrancato dalle catene del sensibile.

Ebbene è il passaggio si apre con quella che potremmo chiamare una porcheria
Lapo ria del conoscere, che è un tema dibattuto nell'epoca di Platone. Un tema
squisitamente sofisticato che così viene condensato da meno né in dialogo con
socrate. In quale maniera? Ricerche rai, socrate questa che tu non sai affatto che
cosa sia.

Come fai in sostanza Socrate a conoscere ciò che non conosci e che quindi non
non hai ancora assimilato. Come fai a capire che ciò che stai conoscendo é
realmente cio' di cui era in cerca? Se non lo conosci come suona il paradosso
ecco dice dice appunto Menon in riferimento alla ricerca della virtù che il tema
del quale stanno discutendo Come fai a conoscere la virtu' se non la conosci?

E come fai se te la trovi dinanzi a riconoscerla, nella misura [00:02:00] in cui


non sai che cosa sia e quale delle cose che non conosci, ti proporrei di indagare.
o se anche tu ti dovessi imbattere proprio in essa, come farei a sapere che quella
dal momento che non la conoscevi? Ecco, se non conosci una cosa, come fai a
conoscerla quando te la trovi di fronte?

Come fai a cercarla anche solo ebbene, socrate risponde dicendo che conosce
bene questo argomento eris tico, squisitamente sofistica e dice appunto non si
potrebbe cercare ciò che si sa, perché già lo si sa, né ciò che non si sa, perché
non sapendolo nemmeno si sentirebbe l'esigenza di saperlo o addirittura non lo
si potrebbe trovare.

Non sapendo che cosa sia, dice socrate. Non mi pare però un buon
ragionamento quello che hai utilizzato. meno ne é infatti bisogna respingere
questo argomento e a questo punto socrate sviluppa [00:03:00] l'argomento già
altre volte sviluppato dell'immortalità dell'anima e della dottrina della
metempsicosi, la reincarnazione in accordo con la quale, come ricordavo
poc'anzi, la nostra anima immortale, si incarna di volta in volta in corpi
sensibili.

precipita nel mondo sensibile in quella tomba, come spiega il Crati lo giocando
sul termine somma che vuol dire corpo, ma se letto come se, ma vuol dire
tomba, il corpo e la tomba, il sepolcro che imprigiona l'anima che di volta in
volta si'. cala in questo elemento sensibile che la imprigiona. Ebbene, dice
platone per bocca di Socrate, l'anima immortale, ed è più volte rinata.

E poiché ha venduto tutte le cose, quelle di questo mondo e quella dell'ad, non
vi è nulla che non abbia imparato la nostra anima prima di calarsi nel corpo in
cui di volta in volta si'. incarna, ha [00:04:00] già conosciuto tutto. Essendo
immortale, ha avuto modo di conoscere tutte le cose, dice Platone poiché la
natura tutte congenere, poiché l'anima ha imparato tutto quanto, nulla impedisce
che chi si ricordi di una cosa costui scopra anche tutte le altre, purché sia forte,
non si scoraggi nel ricercare.

In effetti il ricercare el apprendere sono in generale un ricordare, dice Platone


nel passaggio ottantuno ottantuno. di appunto ottantuno di il conoscere e il
ricercare sono un ricordare anamnesi s' letteralmente significa rammendo rare.
Ricordare, rievocare dice appunto Socrate. E così risolve la giuria.

Se è vero, come dice l'argomento euristico che chi già sa non può conoscere
[00:05:00] perché già sa e chi non sa, a sua volta non può conoscere perché a
non sente l'esigenza di conoscere. Non conoscendo B non potrebbe conoscere le
cose che ignori e che quindi non potrebbe trovare e ci quand'anche dovesse
procedere alla ricerca, non saprebbe quali cose cercare, quali.

no. Ebbene, dice Socrate da questa giuria si esce ammettendo che il conoscere
sia in realtà un ricordare, precipitando nel corpo sensibile nel quale ci
incamminiamo. Noi obblighiamo ciò che sapevamo prima dell'incarnazione,
cosicché quando nella nostra vita materiale conosciamo qualcosa in realtà
stiamo conoscendo, sicché ogni conoscere in realtà un ricordare cio' che gia'
conoscemmo e poi incarnando, ci dimentichiamo.

Sicché propriamente si potrebbe dire che ogni conoscere in realtà è un


riconoscere e un rammendo rare e un risvegliare il ricordo che avevamo
perduto, che si era sbiadito e che ora [00:06:00] tramite l'esperienza si ravviva
riattivando la memoria di ciò che sapevamo e che poi dimenticavamo dice a
questo riguardo.

è socrate che dimostrerà questa sua tesi come? Interrogando uno schiavo che
dialogando con meno ne dice socrate interroghero' uno schiavo e maieutica
mente faro' partorire la sua anima. Cosa accade? Accade che socrate discute con
uno schiavo e opportunamente interrogandolo, riesce a fargli dimostrare il
teorema di pitagora.

Ora, se è vero, come è vero che lo schiavo non conosceva, non aveva mai
appreso prima il teorema di pitagora e tuttavia riesce, se opportunamente
indirizzato dalle domande di socrate. a dimostrarlo. Ciò rappresenta la prova
provante dice Socrate che il conoscere è in realtà un ricordare. Lo schiavo in
realtà già [00:07:00] conosceva il teorema di Pitagora, la sua anima lo aveva
appreso e poi incarnando sì nel corpo dello schiavo l'aveva obbligato.

E ora grazie. alle domande maieutica di socrate, la sua anima riesce a partorire
la verità di cui era gravide, che si trattava semplicemente di richiamare alla
memoria. Che quindi, dice Platone, noi conosciamo ricordando noi conosciamo,
ricordando dice è ancora Socrate. Ottantaquattro A comprendi ora o melone?

A che punto si trova attualmente? Quel nel processo del ricordare Prima non
sapeva quale fosse il lato del quadrato di otto piedi, come del resto neppure ora
lo sa. Tuttavia allora credeva di saperlo. Rispondeva con sicurezza, come se
sapesse. Non riteneva di avere dubbi. Ora è convinto di aver dubbi. Come non
sa così neppure crede di sapere di Non si trova dunque ora in una situazione
[00:08:00] migliore relativamente alla cosa che non sapeva.

Ecco, la condizione migliore sta nel fatto che non sa, ma almeno sa di non
sapere ed è dunque nella condizione ideale per filosofeggiare secondo il tema
squisitamente platonico sviluppato in maniera canonica nel simposio il filosofo
è infatti colui che sta in una situazione di metà XX sudice. Platone di mediano,
a differenza del divino che già sa e quindi è in moto nella sua perfezione di
sapiente assoluto e a differenza dell' ignorante che non sa né sa di non sapere ed
è quindi a sua volta in una condizione di immobilità.

Il filosofo è colui che sta a metà strada, come gli ignoranti non sa, ma come gli
dei sa qualcosa sa di non sapere. Ed è proprio per questo che si mette in
movimento per acquistare il sapere di cui si sa privo. sapendosi privo del sapere,
può mettersi alla ricerca del sapere. Ecco perché la filosofia dice nel suo
[00:09:00] nome una tensione erotica.
La ricerca del sapere l'amore verso un sapere di cui ci si sa privi. Amare
significa sempre cercare qualcosa che ci completi, di cui ci si sappiamo privi.
Ecco perché la filosofia è una erotica del sapere. È che, come ci ricorda il meno,
ne implica un Rammer morale ciò che già avevamo appreso quando la nostra
anima si liberava, libera nelly per uranio e che poi dimenticò, incarnando così
quando venne imprigionata nel sepolcro sensibile del corporeo.

E in questa vita materiale che per Platone è di fatto una prigionia. Tant'è che nel
fedone parla della morte come di una isis, di uno scioglimento dell'anima dal
corpo una liberazione dell'anima del corpo in questa vita materiale noi possiamo
rammendo rare grazie all'esperienza maieutica cio' che dimentica mammo e
quindi il conoscere altro non è dice il meno né che un ricordare.[00:10:00]

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