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Linguistica-cognitiva-croft

Elementi DI Linguistica (Università degli Studi del Piemonte Orientale Amedeo


Avogadro)

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Riassunto linguistica
cognitiva

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CAROCCI
CHE COS'E' LA LINGUISTICA COGNITIVA

CAP 1 LINGUISTICA COGNITIVA: UN NUOVO PARADIGMA


La linguistica cognitiva è il risultato di un'insieme di studi, sviluppati tra gli anni 70 e gli anni
80, ed ha come punto centrale l'importanza del significato e dei processi concettuali. A
differenza della linguistica generativista, la linguistica cognitiva non considera il linguaggio
come innato, bensì costruito in funzione del significato.

Il linguaggio sarebbe strettamente legato all'uso che se ne fa, in quanto le sue


componenti vengono costruite in base a specifiche situazioni.
La linguistica cognitiva considera il linguaggio come il deposito della conoscenza del
mondo.

NB:
differenze tra linguistica.cognitiva e linguistica.generativa.
Nella ling Cognitiva, il linguaggio svolge una funzione categoriale e l'interesse maggiore
è capire il funzionamento di questo legame tra soggetto e mondo.
La ling Generativa è interessata alla nostra conoscenza del linguaggio e a come lo
acquisiamo

Mark Johnson ha inquadrato questo paradigma all'interno di 3svolte cognitive più


generali che hanno caratterizzato la linguistica nella seconda metà del 900.

1. Prima svolta.
E' quella determinata da Chomsky e dalla grammatica generativa. Chomsky rifiutò
l'idea che la grammatica fosse acquisita tramite un processo induttivo, affermando
che l'acquisizione di una grammatica è possibile perchè organizzata secondo alcuni
principi universali innati, mentre le diverse lingue sono diverse a causa di diversi
parametri locali. Inoltre Chomsky affermò che la mente sia modulare, e che il
linguaggio costituisca uno specifico modulo che, in questi termini, appartiene solo
alla specie umana. Conseguenza di questo assunto Chomskiano: la grammatica
sarebbe un modulo specifico della mente, essa dunque è una facoltà cognitiva
separata dalle altre.

2. Seconda Svolta
Johnson cerca di individuare il livello profondo della grammatica Chomskiana,
mirando a individuare le forme logiche del significaro e del ragionamento.

Riguarda le ricerche effettuate nell'ambito delle neuroscienze. Johnson, infatti,


sostiene che "siamo organismi con sistemi neuronali complessi che nascono e si
evolvono nel tempo, attraverso le interazioni del corpo con i luoghi in cui c
veniamo a trovare".

Secondo Johnson la svolta cognitiva è caratterizzata da 3assunti


fondamentali:

2..a La mente non è separata dal corpo, ma interagisce con esso e con
l'ambiente, influenzando le nostre operazioni mentali;

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2..bLa mente umana non è separata rispetto a quella degli altri esseri viventi,
poichè esiste una continuità tra le capacità della mente animale e quella
umana.
2..c Ragionare non significa elaborare simboli senza significato: esistono infatti
strutture immaginative come le figure retoriche.

3. Quarta svolta
Detta "culturale", viene illustrata da Michael Tomaselli, secondo cui la cognizione
umana ha caratteristiche specie-specifiche (Specificità attive solo verso una
determinata specie animale o vegetale e non verso altre). Renè Dirven e Frank
Polzenhagen hanno sottolineato che i modelli culturali sono schemi cognitivi condivisi
dai gruppi sociali.

CAP 2 CATEGORIZZAZIONE
Come facciamo ad assegnare una cosa o un essere a una categoria?
L'approccio classico, che ha origine con Aristotele, definisce una categoria in base ai tratti
che la compongono.
I tratti sono necessari, sufficienti e binari. Questa prospettiva esclude i casi di
ambiguità, i casi cioè in cui l'appartenenza dei tratti non sia del tutto chiara.

I problemi del modello classico sono diversi:


• non è possibile una definizione adeguata in termini di tratti necessari e
sufficienti; nei casi in cui alcuni concetti sembrano poter essere descritti da una
definizione, questa risulta valida solo per un certo dominio.
• Non tutti gli elementi di una stessa categoria hanno lo stesso status, alcuni elementi
sono più rappresentativi di altri.
• E' impossibile definire i confini fra categorie. Il concetto di Diasistema, derivato della
dialettologia strutturale, spiega ciò. Il diasistema interpreta le zone d'ombra che sono i
confini linguistici, i quali suddividono un continuum in varietà discrete e ci dice che i
sistemi linguistici, così come quelli concettuali, non sono omogenei ma sfumano in
possibilità diverse.

Ludwig Wittgenstein, in un brano del 1974 su "ricerche filosofiche", spiega il perchè


l'approccio classico non può sempre funzionare.
Nel brano Wittgenstein sosteneva come a volte sia difficile trovare caratteristiche comuni -
es consideriamo "gioco" giochi estremamente diversi tra loto: palla-scacchi- mentre sia più
facile individuare delle somiglianze di famiglia. Un'idea simile fu elaborata da Labov nel
1977, quando cercò di capire come riuscissimo a distinguere oggetti molto comuni, come
una tazza e una ciotola, assegnandoli a categorie diverse. Labov si rese conto che il confine
tra tazza e ciotola non era netto, e uno stesso recipiente poteva essere categorizzato in un
modo diverso, a seconda dell'uso che ne viene fatto.

Dunque nella categorizzazione noi non dividiamo gli oggetti come X o non-X, piuttosto
usiamo nomi diversi per indicare categorie vicine.
I confini, appunto, non sono netti ma costituiscono un continuum.

Eleanor Rosch partendo da un’indagine sui colori, ha condotto il lavoro più completo sulla
categorizzazione introducendo il concetto di prototipo. Secondo Rosch i colori focali, cioè di
base e in qualche modo prototipici, costituiscono il punto di partenza nell’acquisizione del
linguaggio e sono comuni a diverse lingue (es: rosso generico), mentre i colori “periferici”
differiscono in base

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alla cultura.
Le categorie prototipiche hanno la proprietà di essere al tempo stesso flessibili e stabili.

Queste due peculiarità permetterebbero al nostro sistema cognitivo di funzionare nel


migliore dei modi, di non cambiare di continuo ma di adattarsi alle situazioni.

Secondo Rosch, il prototipo è semplicemente il risultato sperimentale derivato dai giudizi

di un certo numero di soggetti.


Eco suggerisce tre modi di intendere il prototipo:
1) Come l’elemento di una categoria che diventa modello per conoscere gli altri;

2) Come schema -ad esempio quando pensiamo a un cane, non pensiamo a un dalmata
o a un labrador, ma a un " tipo cognitivo" ovvero un cane meticcio e questo cambia da
cultura a cultura.
3) Come un insieme di requisiti esprimibili, necessari per dare
l’appartenenza a una categoria.

Taaylor propone il concetto di Similarità. Taylor come Eco, considera il prototipo una
rappresentazione mentale schematica. Le entità appartengono alla categoria perchè in
qualche modo sono simili al prototipo.
Ma in base a cosa un'entità e simile ad un’ altra? E quanto diverse devono essere
due cose per cessare di essere simili?
A tali quesiti Taylor risponde che:
la similarità sta nell'occhio di chi guarda. Le cose sono simili nella misura in cui un essere
umano, in un dato contesto e per qualche scopo determinato, sceglie di considerarle simili.

Goodman a tal proposito propone di considerare la similarità come una relazione triadica: A
è simile a B dal punto di vista di C, la similarità dipenderebbe dai presupposti
dell'osservatore.

CAP 3 METAFORA E METONIMIA


Uno dei capitoli principali nella storia della linguistica cognitiva è rappresentato dagli studi
sulla metafora.
L’idea che gli uomini abbiano la capacità cognitiva di concettualizzare il mondo in termini
figurali si ricollega al pensiero di alcuni pensatori come Vico e Nietzsche. La linguistica
cognitiva richiama a Vico, secondo il quale la conoscenza non sta nella pura cogitatio, ma
anche nella capacità dell’uomo di produrre simboli e nella possibilità di questi di
trasformarsi in linguaggio.
Le figure generano la conoscenza come accade nell’acquisizione del linguaggio infantile,
-che acquisisce le prime nozioni del mondo tramite le immagini che osserva.

L’interesse di Vico è rivolto agli schemi concettuali che, secondo lui, rappresentano mezzi
cognitivi attraverso i quali mondo e linguaggio, entrano in contatto.
La figura non nasce aggiungendo qualcosa alla parola, ma nasce per mezzo di
intersezioni, antitesi, inclusioni, soppressione di aree concettuali.
Nietzsche definisce la retorica un'abilità cognitiva che seleziona determinate forme
attraverso le quali il mondo circostante viene definito.
Attribuisce al linguaggio una struttura essenzialmente figurativa poichè individua un
processo metaforico alla base della formazione dei concetti.
Questo concetto è ben spiegato su "verità e menzogna in senso extramorale":

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1) Prima si ha una metafora nella trasposizione dello stimolo nervoso in


immagine;
2) Poi abbiamo il passaggio da immagine visiva a suono;
3) infine da immagine sonora a concetto.
Secondo Nietzsche il linguaggio ha un carattere figurativo perchè è proprio questo carattere
a permettere di esprimere per via "immaginaria" la struttura del reale.

Il tema del valore cognitivo della metafora è stato centrale nello sviluppo 900esco della
linguistica e della filosofia del linguaggio.
Aristotele intende la metafora con un duplice valore cognitivo: da un lato come scarto
dall'uso comune, dall'altro come tipica anche nel parlato quotidiano. In che senso si parla di
scarto dall'uso comune?
Genette ha interpretato il concetto di figura intendendo il rapporto fra espressione semplice,
ed espressione figurata "virtuale". Questo rapporto "assenza-presenza" non è tutta via
produttore di figure, nel senso che uno scarto può generare NON sensi o semplici sinonimi.

Per Genette uno scarto è produttore di figure solo quando produce una connotazione -
(Connotazione =significato ulteriore che si aggiunge a quello primario)

Secondo gli studiosi del Gruppo U, lo scarto è invece inteso come un'alterazione
riconosciuta (metabola non più metafora). In questo senso la metafora non è una
“sostituzione di senso”, ma una vera e propria modifica del contenuto semantico di un
termine. (retorica generale)

Ivor Armstrong Richards ha proposto un'interessante interpretazione della metafora.

Nega che la metafora sia un semplice fenomeno di sostituzione, questa concezione


è spiegata nella tripartizione che distingue:
• tenor = concetto che si vuole esprimere (assente nella metafora)
• vehicle = ciò che materialmente leggiamo e udiamo ground
= ciò che sta in mezzo a “tenor” e “vehicle”

ES: “ sei un leone!” ( tenor – sei forte! ; vehicle – leone ; ground – sei coraggioso!)

Per Richards la metafora è l'interazione fra il pensiero di due cose diverse. In questo
senso essa non sostituisce nulla, in quanto il concetto espresso per suo termine non può
essere espresso in altro modo.

La linguistica cognitiva (Croft e Cruse) rifiuta l'idea che una metafora possa sostituire una
parola con lo stesso significato. Sono infatti le nostre esperienze fisiche, spaziali,
temporali che ci danno una certa idea di metafora (intendiamo “bello” o “forte” come
positivo, +).
Lakoffdistingue le metafore in:
• strutturali (un concetto è strutturato con l'uso di un’altra parola);
• di orientamento (basate sulle nostre esperienze);
• ontologiche (riguardano concetti che vanno al di la delle nostre
sensazioni, esperienza con oggetti fisici).
Turner afferma che la metafora più che mettere in corrispondenza due domini diversi, tenda
a mescolarli- va vista come un “insieme di relazioni”- è il risultato è

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Comunque qualcosa di nuovo che non può essere ricondotto a una letteralità ipotetica.
Attraverso il suo diagramma detto diagramma di Turner, basato su 4 punti (a forma di rombo):

• vertice alto = spazio generico (leone);


• vertici medi = input 1 e input 2 (coraggio, leone);
• vertice basso = fusione (metafora e sue caratteristiche: coraggioso, forte...) Le metafore
sono creative in quanto producono qualcosa di nuovo e non si limitano a proiettare un dominio
su un altro.

Com'è possibile che una somiglianza inventata abbia un valore conoscitivo?


Per rispondere a questa domanda Bottiroli introduce il concetto di "miscele modali".
Distingue tra:
• somiglianze empiriche, utilizzate per costruire tassonomie, e
appartengono ad una realtà effettuale es : tigri . gatti = felini.
• somiglianze non empiriche, somiglianze inventate dominio della pura possibilità
ludica.
Inventando somiglianze la metafora riuscirebbe a dare una forma inedita a ciò che altrimenti
sarebbe informe o stereotipato.

La linguistica cognitiva ha dedicato attenzione anche alla metonimia,


differenziandola dalla metafora.
La metafora è una relazione fra due domini cognitivi, quindi mette in relazione due domini
diversi (leone= animale+umano).
La metonimia è una relazione all'interno di una stessa matrice di dominio (Manzoni,
per opere di manzoni).

Antonio Barcellona ha definito la metonimia:


una mappatura (mapping) asimmetrica di un dominio concettuale di partenza su un altro
dominio di arrivo.
Il dominio di partenza e quello di arrivo appartengono allo stesso dominio
funzionale.
es "picasso non è facile da apprezzare" - significato metonimico "lavoro artistico" e tutto ciò
che questo comporta, lasciando fuori alcuni aspetti.

A questa definizione occorre aggiungere due proprietà:


1) la metonimia non è solo nominale ma può essere predicazionale, proposizionale e
illocutiva (atti linguistici diretti o indiretti)
2) il collegamento fra un dominio di partenza e quello di arrivo può avere maggiore
o minore forza in base a quanto sono concettualmente vicini.

*Es. “Bruxelles è insensibile ai bisogni dei pescatori italiani” - dominio – Unione Europea;
Bruxelles – organizzazione UE
"La gran place è insensibile ai bisogni dei pescatori italiani” la piazza principale di Bruxelles è
assai indiretto.

CAP 4 SEMANTICA
Lo studio del significato è sempre stato uno degli ambiti più complicato da
affrontare.
In ambito statunitense, tanto la tradizione strutturalista quanto quella generativa

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hanno sempre cercato di fornire una teoria sul linguaggio che prescindesse dalla
semantica.
La ling strutturalista -che ha come testo di riferimento "il linguaggio" di Bloomfield-ha cercato
di individuare le unità del linguaggio sulla base della distribuzione prescindendo dal
significato.
La grammatica generativa, non ha rinnegato il significato ma, ha considerato il linguaggio
come un sistema autonomo, le cui proprietà sono circoscritte in una "grammatica", ovvero,
un meccanismo che genera una serie di frasi ben formare,
- "le strutture della sintassi " di Chamsky si colloca in questo e costituisce il punto di
partenza della ricerca del 900.

La linguistica cognitiva si propone come un'ipotesi alternativa a questi punti di vista. Parte
dall'assunto che il linguaggio sia un sistema simbolico che rispecchia la concettualizzazione
dell'esperienza linguistica e non linguistica. Per questo la semantica diventa il nodo centrale
del linguaggio.

Questa posizione viene portata avanti da studiosi provenienti da ambiti molto diversi tra loro,
- proprio per il loro diverso campo di studio spesso hanno ignorato approcci affini, e generato
problemi terminologici.

Tutti questi diversi contributi convergono cmq in 4 assunti:

1. il linguaggio non è una facoltà autonoma


Federica Casadei, afferma che il linguaggio non può essere studiato solo
guardando i fenomeni linguistici in sè, ma osservando la relazione tra quei fenomeni
e il piano cognitivo - comprensione, formazione dei concetti, organizzazione mentale
dell'esperienza.
Per questo la linguistica deve servirsi di altri studi in particolare quelli della psicologia
cognitiva.

2. La grammatica è fatta di concettualizzazioni


Questo assunto rappresenta il nucleo centrale della linguistica cognitiva. Ribadisce
la natura concettuale del significato che non è più un semplice fattore linguistico
bensì il risultato di un processo cognitivo che non può essere descritto come una
semplice corrispondenza vera o falsa con il mondo.

3. I concetti\significati hanno un radicamento esperienziale e corporeo Afferma


l'importanza di riconoscere le concettualizzazioni, e quindi i processi cognitivi, non
come una semplice astrazione della mente ma come un'interazione mente-ambiente
attraverso il nostro corpo.
La natura dei concetti e il modo in cui sono strutturati e organizzati sono determinati
anche dall'esperienza corporea, e quindi la costruzione della realtà è mediata dalla
natura dei nostri corpi. (esp sistema visivo umano e conigli).

4. Quello che si sa del linguaggio si ricava dal suo uso L'uso del
linguaggio è rivelatore della conoscenza linguistica.
Le categorie e le strutture in semantica, sintassi, morfologia e fonologia vengono
costruite a partire dalla nostra cognizione d'uso nelle varie occasioni.

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L'acquisizione del linguaggio è un processo guidato dall'esperienza


linguistica.

Frame e Dominio
L'ipotesi più comune che ha caratterizzato molta ricerca in semantica è che le parole
denotano concetti, unità di significato.
Una delle proposte che ha avuto più rilevanza in linguistica cognitiva è stato il modello di
frame di Fillmore.
Il frame non è altro che una schematizzazione dell'esperienza, che viene rappresentata a
livello concettuale e immagazzinata nella memoria che collega come in un reticolo i diversi
elementi ed entità associate a una particolare scena. ES "ristorante"

Secondo questa prospettiva, molti concetti veicolati dalle parole non possono essere
compresi a prescindere dalle intenzioni dei partecipanti o dalle istituzioni e comportamenti
culturali e sociali in cui l'azione, lo stato o la cosa sono collocati. Es Vegetariano.

Inoltre la Frame semantics è in grado di spiegare anche la coerenza di un testo.

Come si può identificare un'area coerente dello spazio concettuale distinguendola dalle
altre?
Langacker affronta il problema in maniera empirica analizzando il significato della parola
RAGGIO. Il termine simboleggia il concetto [RAGGIO] ovvero una linea che collega il centro di
un cerchio con qualsiasi punto della circonferenza. Quindi si può comprendere raggio solo con
una base di sfondo del concetto di [CERCHIO]. Langacker definisce questa relazione nei
termini di un concetto, il profilo e una
base.
Il profilo si riferisce al concetto simboleggiato dalla parola in questione. La base,
o dominio, è quella conoscenza, o struttura, concettuale presupposta dal profilo
concettuale.
Il profilo concettuale non è sufficiente per definire un concetto linguistico, perchè la sua
definizione presuppone la sua base, -essendo profilo e base strettamente collegati.

Anche la base tuttavia non è da sola sufficiente in quanto spesso una base include un'ampia
gamma di profili concettuali.
Quindi si può concludere dicendo che il significato di un'unità linguistica deve
specificare sia il profilo sia la sua base.
Il fatto che una base sia collegata a molteplici profili concettuali spiega perchè sia un
dominio
Dominio: è una struttura semantica che funge da base per almeno un profilo
concettuale.

Alcuni concetti sembrano denotare la stessa cosa ma profilano su frame\dominio differenti.

La scelta di una parola rispetto ad un'altra collegata a frame\dominio diverso dipende


dal modo in cui il parlante decide di concettualizzare quel tipo di esperienza.
In linguistica cognitiva questo tipo di operazioni sono definite "operazioni di

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costruzioni" -punto chiave della semantica.

La distinzione frame\dominio è particolarmente utile per capire la natura delle


differenze semantiche fra le parole e la loro apparente equivalenza in altre lingue. A volte la
non equivalenza fra le lingue dipende proprio dal tipo e dalla quantità di informazioni
specificate nel frame, piuttosto che da differenze di profilo.
ES: Casa contrapposta ad home e house in inglese. Entrambi vengono tradotti in italiano
con casa, ma si tratta di un' equivalenza parziale che si limita al profilo.

Secondo Langacker i domini non sono tutti dello stesso livello, si dividono in

Domini basici:rappresentano il contesto minimo per la caratterizzazione del profilo e


che da questo non può essere disgiunto. Langacker lo definisce anche "portata della
predicazione".

Domini astratti: Domini che non sono collegati all'esperienza diretta, ma fa


parte del concetto insieme al profilo. E' molto simile al "modello cognitivo
idealizzato" di Lakoff: un frame in cui viene concettualizzata un tipo di
esperienza, che pur essendo molto dettagliata può non rispecchiare
pienamente la realtà.
es [scapolo].

Domini di matrice: Quando un concetto viene profilato su numerosi domini diversi.

Es [essere umano]- la lettera T.

Spazi mentali
Il modello degli spazi mentali fu elaborato da Gilles Fauconnier con il testo "Mental
Space". Egli afferma che per individuare un concetto, noi nel momento in cui
pensiamo o parliamo costruiamo degli schemi mentali che possono variare
sensibilmente da persona a persona. Essi sono collegati a strutture già predisposte
nella memoria.

CAP 5 CONCETTUALIZZAZIONE E OPERAZIONI DI COSTRUZIONE


Esistono diversi tentativi di raggruppare insieme molte "operazioni di
costruzioni".
I due modelli di classificazioni più conosciute sono quelle di:

Talmy- imaging systems


1. schematizzazione strutturale
2. aggiustamento di prospettiva
3. distribuzione di attenzione
4. dinamica della forza

Langacker- regolazioni focali


1. selezione:
riguarda l'abilità di individuare le parti dell'esperienza che sono rilevanti
al nostro scopo e di ignorare quelli irrilevanti.

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2. prospettiva:
riguarda il modo in cui viene vista una scena. La prospettiva
rimanda all'esperienza quotidiana con cui guardiamo il mondo ed è
l'operazione di costruzione più comune.
Questa categoria contiene al suo interno alcune sottocategorie:
• figura\sfondo:
deriva dalla psicologia della Gestalt, ed è proprio collegato ala
percezione visiva. In linguistica cognitiva è stata introdotta da
Talmy, il quale utilizza la relazione fig\sfo per spiegare le
espressioni delle relazioni spaziali nel linguaggio naturale.
Talmy descrive l'operazione fig \sfo come una relazione
naturale fra due oggetti presenti nella stessa scena in cui il
primo, in genere il più piccoloe mobile, viene interpretato come
figura, mentre il secondo, in genere più grande e statico, viene
visto come sfondo da cui emerge la figura. In molti casi la
relazione fig\sfo è simmetrica e la scelta dipende dall'elemento
che scegliamo come focus, es: "la forchetta è vicino al coltello".
In altri casi è asimmetrica e fig\sfo non sono intercambiabili es:
"la bicicletta è davanti la scuola" - "la scuola è dietro la
bicicletta"

• punto di vista:
Quando si osserva un oggetto lo si può guardare da diverse
prospettive. Langacker specifica il punto di vista in due
sottotipi: vantage point in cui la descrizione di un evento
dipende dalla prospettiva del parlante es "paolo è davanti la
cassa"; e orientation che si riferisce alla dimensione verticale
(sopra sotto)

• deissi:
La situazionalità dei partecipanti dell'atto linguistico ha effetti
molto profondi sulla struttura dell'enunciazione. La
formulazione dell'enunciazione dipende dalla conoscenza
condivisa degli interlocutori, dai loro valori e atteggiamenti
-ovvero "base comune" - Langacker lo chiama "base
epistemica".
Quello che decidiamo di esprimere in un'enunciazione e il
modo in cui lo esprimiamo è determinato in larga misura da ciò
che riteniamo parte o meno della base comune; la base
comune fornisce una prospettiva epistemica per il parlante e
l'ascoltatore. ES: hai visto UN cane?- hai visto IL cane?

• soggettività\oggettività
La costruzione oggettiva\sogg di una scena dipende dalla
posizione che assume il parlante, se è collocato dentro la
scena o al suo esterno.

3.Astrazione:
la scelta delle parole a diversi livelli di categorizzazione costruirà

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il referente a livelli diversi di schematizzazione. L'altra accezione di


astrazione che Langacker include tra i parametri riguarda il grado di
specificità con cui una scena può essere costruita.
Se dico un uomo è alto, questa costruzione sarà schematica
rispetto a "è alto 1,90".
In linguaggio si usa anche la metafora della "granulosità" per indicare
una concettualizzazione della scena vista da una prospettiva diversa.

CAP 6 GRAMMATICA COGNITIVA


La grammatica cognitiva, nasce nella metà degli anni 60 negli stati uniti. Padre di questi
studi è Langacker, che nel 1987-1991 pubblica “Foundations of Cognitive Grammar.

La grammatica cognitiva si serve di tutte le operazioni concettuali come il processo di


schematizzazione, di profilazione, la categorizzazione prototipica, per giungere all'ipotesi
rivoluzionaria n concepire la semantica come un nucleo generatore della grammatica.

Secondo questo approccio tutti gli elementi grammaticali hanno una motivazione semantica
e sono quindi portatori di un significato.
Lessico e grammatica non appartengono ad ambiti diversi, ma formano un
continuum modulato da un grado di schematicità progressiva.

La grammatica cognitiva, come la linguistica cognitiva, parte dall'idea che il linguaggio sia
di natura simbolica.
Le espressioni linguistiche simboleggiano o stanno per delle concettualizzazioni.
Questo presupposto viene chiamato "tesi simbolica".
[ogni espressione linguistica può essere schematizzata con una relazione simbolica che
mette in rapporto struttura fonologica con la struttura semantica.

La tesi simbolica può essere vista come uno sviluppo naturale della concezione di segno di
Saussure.
Sia Saussure sia la grammatica cognitiva partono dal presupposto che il linguaggio è un
sistema di segni.
Il segno, per Saussure, è l'associazione di un significato, e di un significante, l'immagine
acustica che è la classe di tutti i foni simili. Sia il significante che il significato sono
immagini mentali.

Secondo la grammatica cognitiva, il concetto non è un'immagine mentale, questo punto


diverge dallo strutturalismo.

Non è il concetto che è basato sull'immagine mentale, al contrario siamo in grado di creare
immagini mentali sulla base del concetto. E' perchè conosciamo il concetto (esempio
sappiamo cosa è un cane o un albero) che siamo in grado di formare l'immagine mentale su
cosa può essere un esempio di quel concetto.

Secondo Taylor:
un concetto è un principio di categorizzazione

Se si possiede il concetto si è in grado di riconoscere un albero quando lo si vede e si è in


grado di utilizzare la parola appropriata per l'oggetto. Solo a quel punto si

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è anche in grado di fare inferenze. Essendo queste parte del concetto.

Il segno è arbitrario e convenzionale


Secondo Taylor la convenzionalità può essere una caratteristica del segno
simbolico ma non la sua definizione.
I simboli hanno una proprietà speciale devono essere usati intenzionalmente. Un segno è
simbolico solo se è prodotto con l'intenzione di simboleggiare un concetto. L'utilizzo dei
simboli è una prerogativa umana. L'unicità del linguaggio umano rispetto quello animale
risiede proprio nella sua natura simbolica.

Caratteristiche grammatica cognitiva


La grammatica cognitiva si basa sull'uso concreto della lingua. Conoscere una lingua
significa conoscere l'uso corrente che i parlanti fanno di quella lingua.
Il significato delle parole viene studiato considerando il modo in cui il significato di una parola
influenza l'uso della parola nei contesti sintattici.

Secondo la grammatica cognitiva il linguaggio può essere descritto in tre sole entità:

• struttura fonologica: Si intende la manifestazione concreta del linguaggio.


• struttura semantica: Fa riferimento al significato di un'espressione
• relazioni simboliche: Collegano le prime 2 strutture. Le unità simboliche che si
attivano possono attraverso questa relazione possono essere semplici -quando non
contengono elementi simbolici minori (morfema “i” - plurale) - oppure complesse,
quando al loro interno hanno delle sotto parti ("dai" frasi).

Nella grammatica cognitiva, la complessità del linguaggio viene spiegata in termini di relazioni
fra unità fonologiche, semantiche e simboliche

Tre sono le relazioni importanti:


1) Verticale fra schema ed esempi – da unità generali a unità più specifiche
(cane – bassotto)
2) Orizzontale fra le parti e il tutto – ogni struttura che ha una
complessità interna (cane – [kane] - “ca-ne” sillaba + sillaba)
3) Similarità – permette di associare unità simili o conflittuali (albero
genealogico – albero di pesche)

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