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Linguistica-cognitiva-croft
Riassunto linguistica
cognitiva
CAROCCI
CHE COS'E' LA LINGUISTICA COGNITIVA
NB:
differenze tra linguistica.cognitiva e linguistica.generativa.
Nella ling Cognitiva, il linguaggio svolge una funzione categoriale e l'interesse maggiore
è capire il funzionamento di questo legame tra soggetto e mondo.
La ling Generativa è interessata alla nostra conoscenza del linguaggio e a come lo
acquisiamo
1. Prima svolta.
E' quella determinata da Chomsky e dalla grammatica generativa. Chomsky rifiutò
l'idea che la grammatica fosse acquisita tramite un processo induttivo, affermando
che l'acquisizione di una grammatica è possibile perchè organizzata secondo alcuni
principi universali innati, mentre le diverse lingue sono diverse a causa di diversi
parametri locali. Inoltre Chomsky affermò che la mente sia modulare, e che il
linguaggio costituisca uno specifico modulo che, in questi termini, appartiene solo
alla specie umana. Conseguenza di questo assunto Chomskiano: la grammatica
sarebbe un modulo specifico della mente, essa dunque è una facoltà cognitiva
separata dalle altre.
2. Seconda Svolta
Johnson cerca di individuare il livello profondo della grammatica Chomskiana,
mirando a individuare le forme logiche del significaro e del ragionamento.
2..a La mente non è separata dal corpo, ma interagisce con esso e con
l'ambiente, influenzando le nostre operazioni mentali;
2..bLa mente umana non è separata rispetto a quella degli altri esseri viventi,
poichè esiste una continuità tra le capacità della mente animale e quella
umana.
2..c Ragionare non significa elaborare simboli senza significato: esistono infatti
strutture immaginative come le figure retoriche.
3. Quarta svolta
Detta "culturale", viene illustrata da Michael Tomaselli, secondo cui la cognizione
umana ha caratteristiche specie-specifiche (Specificità attive solo verso una
determinata specie animale o vegetale e non verso altre). Renè Dirven e Frank
Polzenhagen hanno sottolineato che i modelli culturali sono schemi cognitivi condivisi
dai gruppi sociali.
CAP 2 CATEGORIZZAZIONE
Come facciamo ad assegnare una cosa o un essere a una categoria?
L'approccio classico, che ha origine con Aristotele, definisce una categoria in base ai tratti
che la compongono.
I tratti sono necessari, sufficienti e binari. Questa prospettiva esclude i casi di
ambiguità, i casi cioè in cui l'appartenenza dei tratti non sia del tutto chiara.
Dunque nella categorizzazione noi non dividiamo gli oggetti come X o non-X, piuttosto
usiamo nomi diversi per indicare categorie vicine.
I confini, appunto, non sono netti ma costituiscono un continuum.
Eleanor Rosch partendo da un’indagine sui colori, ha condotto il lavoro più completo sulla
categorizzazione introducendo il concetto di prototipo. Secondo Rosch i colori focali, cioè di
base e in qualche modo prototipici, costituiscono il punto di partenza nell’acquisizione del
linguaggio e sono comuni a diverse lingue (es: rosso generico), mentre i colori “periferici”
differiscono in base
alla cultura.
Le categorie prototipiche hanno la proprietà di essere al tempo stesso flessibili e stabili.
2) Come schema -ad esempio quando pensiamo a un cane, non pensiamo a un dalmata
o a un labrador, ma a un " tipo cognitivo" ovvero un cane meticcio e questo cambia da
cultura a cultura.
3) Come un insieme di requisiti esprimibili, necessari per dare
l’appartenenza a una categoria.
Taaylor propone il concetto di Similarità. Taylor come Eco, considera il prototipo una
rappresentazione mentale schematica. Le entità appartengono alla categoria perchè in
qualche modo sono simili al prototipo.
Ma in base a cosa un'entità e simile ad un’ altra? E quanto diverse devono essere
due cose per cessare di essere simili?
A tali quesiti Taylor risponde che:
la similarità sta nell'occhio di chi guarda. Le cose sono simili nella misura in cui un essere
umano, in un dato contesto e per qualche scopo determinato, sceglie di considerarle simili.
Goodman a tal proposito propone di considerare la similarità come una relazione triadica: A
è simile a B dal punto di vista di C, la similarità dipenderebbe dai presupposti
dell'osservatore.
L’interesse di Vico è rivolto agli schemi concettuali che, secondo lui, rappresentano mezzi
cognitivi attraverso i quali mondo e linguaggio, entrano in contatto.
La figura non nasce aggiungendo qualcosa alla parola, ma nasce per mezzo di
intersezioni, antitesi, inclusioni, soppressione di aree concettuali.
Nietzsche definisce la retorica un'abilità cognitiva che seleziona determinate forme
attraverso le quali il mondo circostante viene definito.
Attribuisce al linguaggio una struttura essenzialmente figurativa poichè individua un
processo metaforico alla base della formazione dei concetti.
Questo concetto è ben spiegato su "verità e menzogna in senso extramorale":
Il tema del valore cognitivo della metafora è stato centrale nello sviluppo 900esco della
linguistica e della filosofia del linguaggio.
Aristotele intende la metafora con un duplice valore cognitivo: da un lato come scarto
dall'uso comune, dall'altro come tipica anche nel parlato quotidiano. In che senso si parla di
scarto dall'uso comune?
Genette ha interpretato il concetto di figura intendendo il rapporto fra espressione semplice,
ed espressione figurata "virtuale". Questo rapporto "assenza-presenza" non è tutta via
produttore di figure, nel senso che uno scarto può generare NON sensi o semplici sinonimi.
Per Genette uno scarto è produttore di figure solo quando produce una connotazione -
(Connotazione =significato ulteriore che si aggiunge a quello primario)
Secondo gli studiosi del Gruppo U, lo scarto è invece inteso come un'alterazione
riconosciuta (metabola non più metafora). In questo senso la metafora non è una
“sostituzione di senso”, ma una vera e propria modifica del contenuto semantico di un
termine. (retorica generale)
ES: “ sei un leone!” ( tenor – sei forte! ; vehicle – leone ; ground – sei coraggioso!)
Per Richards la metafora è l'interazione fra il pensiero di due cose diverse. In questo
senso essa non sostituisce nulla, in quanto il concetto espresso per suo termine non può
essere espresso in altro modo.
La linguistica cognitiva (Croft e Cruse) rifiuta l'idea che una metafora possa sostituire una
parola con lo stesso significato. Sono infatti le nostre esperienze fisiche, spaziali,
temporali che ci danno una certa idea di metafora (intendiamo “bello” o “forte” come
positivo, +).
Lakoffdistingue le metafore in:
• strutturali (un concetto è strutturato con l'uso di un’altra parola);
• di orientamento (basate sulle nostre esperienze);
• ontologiche (riguardano concetti che vanno al di la delle nostre
sensazioni, esperienza con oggetti fisici).
Turner afferma che la metafora più che mettere in corrispondenza due domini diversi, tenda
a mescolarli- va vista come un “insieme di relazioni”- è il risultato è
Comunque qualcosa di nuovo che non può essere ricondotto a una letteralità ipotetica.
Attraverso il suo diagramma detto diagramma di Turner, basato su 4 punti (a forma di rombo):
*Es. “Bruxelles è insensibile ai bisogni dei pescatori italiani” - dominio – Unione Europea;
Bruxelles – organizzazione UE
"La gran place è insensibile ai bisogni dei pescatori italiani” la piazza principale di Bruxelles è
assai indiretto.
CAP 4 SEMANTICA
Lo studio del significato è sempre stato uno degli ambiti più complicato da
affrontare.
In ambito statunitense, tanto la tradizione strutturalista quanto quella generativa
hanno sempre cercato di fornire una teoria sul linguaggio che prescindesse dalla
semantica.
La ling strutturalista -che ha come testo di riferimento "il linguaggio" di Bloomfield-ha cercato
di individuare le unità del linguaggio sulla base della distribuzione prescindendo dal
significato.
La grammatica generativa, non ha rinnegato il significato ma, ha considerato il linguaggio
come un sistema autonomo, le cui proprietà sono circoscritte in una "grammatica", ovvero,
un meccanismo che genera una serie di frasi ben formare,
- "le strutture della sintassi " di Chamsky si colloca in questo e costituisce il punto di
partenza della ricerca del 900.
La linguistica cognitiva si propone come un'ipotesi alternativa a questi punti di vista. Parte
dall'assunto che il linguaggio sia un sistema simbolico che rispecchia la concettualizzazione
dell'esperienza linguistica e non linguistica. Per questo la semantica diventa il nodo centrale
del linguaggio.
Questa posizione viene portata avanti da studiosi provenienti da ambiti molto diversi tra loro,
- proprio per il loro diverso campo di studio spesso hanno ignorato approcci affini, e generato
problemi terminologici.
4. Quello che si sa del linguaggio si ricava dal suo uso L'uso del
linguaggio è rivelatore della conoscenza linguistica.
Le categorie e le strutture in semantica, sintassi, morfologia e fonologia vengono
costruite a partire dalla nostra cognizione d'uso nelle varie occasioni.
Frame e Dominio
L'ipotesi più comune che ha caratterizzato molta ricerca in semantica è che le parole
denotano concetti, unità di significato.
Una delle proposte che ha avuto più rilevanza in linguistica cognitiva è stato il modello di
frame di Fillmore.
Il frame non è altro che una schematizzazione dell'esperienza, che viene rappresentata a
livello concettuale e immagazzinata nella memoria che collega come in un reticolo i diversi
elementi ed entità associate a una particolare scena. ES "ristorante"
Secondo questa prospettiva, molti concetti veicolati dalle parole non possono essere
compresi a prescindere dalle intenzioni dei partecipanti o dalle istituzioni e comportamenti
culturali e sociali in cui l'azione, lo stato o la cosa sono collocati. Es Vegetariano.
Come si può identificare un'area coerente dello spazio concettuale distinguendola dalle
altre?
Langacker affronta il problema in maniera empirica analizzando il significato della parola
RAGGIO. Il termine simboleggia il concetto [RAGGIO] ovvero una linea che collega il centro di
un cerchio con qualsiasi punto della circonferenza. Quindi si può comprendere raggio solo con
una base di sfondo del concetto di [CERCHIO]. Langacker definisce questa relazione nei
termini di un concetto, il profilo e una
base.
Il profilo si riferisce al concetto simboleggiato dalla parola in questione. La base,
o dominio, è quella conoscenza, o struttura, concettuale presupposta dal profilo
concettuale.
Il profilo concettuale non è sufficiente per definire un concetto linguistico, perchè la sua
definizione presuppone la sua base, -essendo profilo e base strettamente collegati.
Anche la base tuttavia non è da sola sufficiente in quanto spesso una base include un'ampia
gamma di profili concettuali.
Quindi si può concludere dicendo che il significato di un'unità linguistica deve
specificare sia il profilo sia la sua base.
Il fatto che una base sia collegata a molteplici profili concettuali spiega perchè sia un
dominio
Dominio: è una struttura semantica che funge da base per almeno un profilo
concettuale.
Secondo Langacker i domini non sono tutti dello stesso livello, si dividono in
Spazi mentali
Il modello degli spazi mentali fu elaborato da Gilles Fauconnier con il testo "Mental
Space". Egli afferma che per individuare un concetto, noi nel momento in cui
pensiamo o parliamo costruiamo degli schemi mentali che possono variare
sensibilmente da persona a persona. Essi sono collegati a strutture già predisposte
nella memoria.
2. prospettiva:
riguarda il modo in cui viene vista una scena. La prospettiva
rimanda all'esperienza quotidiana con cui guardiamo il mondo ed è
l'operazione di costruzione più comune.
Questa categoria contiene al suo interno alcune sottocategorie:
• figura\sfondo:
deriva dalla psicologia della Gestalt, ed è proprio collegato ala
percezione visiva. In linguistica cognitiva è stata introdotta da
Talmy, il quale utilizza la relazione fig\sfo per spiegare le
espressioni delle relazioni spaziali nel linguaggio naturale.
Talmy descrive l'operazione fig \sfo come una relazione
naturale fra due oggetti presenti nella stessa scena in cui il
primo, in genere il più piccoloe mobile, viene interpretato come
figura, mentre il secondo, in genere più grande e statico, viene
visto come sfondo da cui emerge la figura. In molti casi la
relazione fig\sfo è simmetrica e la scelta dipende dall'elemento
che scegliamo come focus, es: "la forchetta è vicino al coltello".
In altri casi è asimmetrica e fig\sfo non sono intercambiabili es:
"la bicicletta è davanti la scuola" - "la scuola è dietro la
bicicletta"
• punto di vista:
Quando si osserva un oggetto lo si può guardare da diverse
prospettive. Langacker specifica il punto di vista in due
sottotipi: vantage point in cui la descrizione di un evento
dipende dalla prospettiva del parlante es "paolo è davanti la
cassa"; e orientation che si riferisce alla dimensione verticale
(sopra sotto)
• deissi:
La situazionalità dei partecipanti dell'atto linguistico ha effetti
molto profondi sulla struttura dell'enunciazione. La
formulazione dell'enunciazione dipende dalla conoscenza
condivisa degli interlocutori, dai loro valori e atteggiamenti
-ovvero "base comune" - Langacker lo chiama "base
epistemica".
Quello che decidiamo di esprimere in un'enunciazione e il
modo in cui lo esprimiamo è determinato in larga misura da ciò
che riteniamo parte o meno della base comune; la base
comune fornisce una prospettiva epistemica per il parlante e
l'ascoltatore. ES: hai visto UN cane?- hai visto IL cane?
• soggettività\oggettività
La costruzione oggettiva\sogg di una scena dipende dalla
posizione che assume il parlante, se è collocato dentro la
scena o al suo esterno.
3.Astrazione:
la scelta delle parole a diversi livelli di categorizzazione costruirà
Secondo questo approccio tutti gli elementi grammaticali hanno una motivazione semantica
e sono quindi portatori di un significato.
Lessico e grammatica non appartengono ad ambiti diversi, ma formano un
continuum modulato da un grado di schematicità progressiva.
La grammatica cognitiva, come la linguistica cognitiva, parte dall'idea che il linguaggio sia
di natura simbolica.
Le espressioni linguistiche simboleggiano o stanno per delle concettualizzazioni.
Questo presupposto viene chiamato "tesi simbolica".
[ogni espressione linguistica può essere schematizzata con una relazione simbolica che
mette in rapporto struttura fonologica con la struttura semantica.
La tesi simbolica può essere vista come uno sviluppo naturale della concezione di segno di
Saussure.
Sia Saussure sia la grammatica cognitiva partono dal presupposto che il linguaggio è un
sistema di segni.
Il segno, per Saussure, è l'associazione di un significato, e di un significante, l'immagine
acustica che è la classe di tutti i foni simili. Sia il significante che il significato sono
immagini mentali.
Non è il concetto che è basato sull'immagine mentale, al contrario siamo in grado di creare
immagini mentali sulla base del concetto. E' perchè conosciamo il concetto (esempio
sappiamo cosa è un cane o un albero) che siamo in grado di formare l'immagine mentale su
cosa può essere un esempio di quel concetto.
Secondo Taylor:
un concetto è un principio di categorizzazione
Secondo la grammatica cognitiva il linguaggio può essere descritto in tre sole entità:
Nella grammatica cognitiva, la complessità del linguaggio viene spiegata in termini di relazioni
fra unità fonologiche, semantiche e simboliche