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Università di Viterbo
1
Citato da J. F. Hamers, M. Blanc, Bilinguality and Bilingualism, Cambridge,
Cambridge University Press, 1989, p. 6.
2
Ibidem.
3
Ibidem.
4
R. Titone, Bilinguismo precoce ed educazione bilingue, Roma, Armando, 1972, p. 13.
5
Op. cit., p. 6.
6
"La competenza, definita come la capacità linguistica del soggetto che sottintende
tutte le possibilità di elaborazione e le forme di intervento sul linguaggio nel quale s'attua-
lizza, non può essere colta ed osservata direttamente. La si può ipotizzare, attraverso atti di
inferenza, sulla base delle azioni di esecuzione {performance)" (M. Richelle, Introduzione allo
studio della genesi del linguaggio, Firenze, Giunti, 1976, p. 36).
7
R. Titone, op. cit., p. 20.
8
Citato da R. Titone, p. 21.
9
Citato da R. Titone, op. cit., p. 24.
una lingua nell'atto del parlare o dello scrivere in un'altra. Ad evitare confu-
sioni, va ricordato che il prestito rappresenta uno scambio fra due sistemi lin-
guistici, mentre Y interferenza è un fenomeno di mescolanze evidente nel
comportamento del bilingue. Il primo si riferisce alla langue ed è un fatto
persistente, coerente, collettivo; il secondo, ú\z parole ed è oscillante, discon-
tinuo, personale.
Il tipo e la rilevanza dell'interferenza variano secondo i momenti e le
circostanze. Vi influiscono il mezzo di comunicazione, lo stile, il registro e il
contesto di messaggio, ove la vigilanza può essere più o meno attenta.
Riprenderemo il tema nella seconda parte di questa comunicazione.
L'età e il contesto di acquisizione forse possono portare a stili cognitivi
diversi. In tal senso, Ervin & Osgood 10 distinguono fra bilinguismo compo-
sito e bilinguismo coordinato; nel primo caso, due serie di segni linguistici
sono associate allo stesso significato, mentre nel secondo, ogni serie di segni
linguistici ha una sua traduzione corrispondente. Di solito c'è una forte cor-
relazione fra organizzazione cognitiva, età e contesto di acquisizione. Infatti,
un individuo che ha appreso le due lingue simultaneamente da bambino
nello stesso contesto è più tendente ad avere una sola rappresentazione
cognitiva per due traduzioni equivalenti. Per quel che riguarda il contesto, si
osserva come l'acquisizione precoce di due lingue avvenga di solito nell'am-
biente familiare, mentre l'acquisizione posteriore di una L2 spesso avviene in
quello scolastico.
Bisognerebbe inoltre distinguere fra bilinguità acquisita nei diversi
periodi della vita: infanzia, adolescenza, età adulta. Nel caso della bilinguità
infantile, o bilinguismo simultaneo, ci riferiamo alle lingue come La e Lb
mentre nel caso del bilinguismo consecutivo, quando l'acquisizione della
seconda lingua avviene, anche se precocemente, dopo l'acquisizione della
lingua madre, si preferisce indicarle con LI e L2. Mentre lo sviluppo del
bilinguismo simultaneo avviene di solito in modo spontaneo, informale e
senza intenzionalità, il bilinguismo consecutivo può essere sì informale,
come nel caso di una famiglia immigrata, ma anche intenzionale, come in
certi programmi di educazione bilingue.
D'altra parte, si considera che una lingua è endogena se viene usata
come lingua madre in una comunità; in tal caso, può essere utilizzata anche
11
Cfr. M. Richelle, op. cit., pp. 136-172.
12
Cfr. J. F. Hamers., M. Blanc, op. cit., pp. 47-55.
13
Termine introdotto dal sociologo E. Durkheim per designare la mancanza di
norme interne. E una situazione di disorientamento sociale che si riflette profondamente a
16
Secondo Biìhler il linguaggio possiede tre funzioni: rappresentativa: si riferisce al
contenuto stesso del linguaggio ed è finalizzata alla comunicazione; espressiva: serve a tra-
smettere il nostro stato di animo; conativa: ha come scopo agire sull'ascoltatore.
17
Cfr. E. Hoffman, Lost in Translation, Great Britain, Minerva, 1989.
18
Cfr. J. Amati Mehler, S. Argentieri, J. Canestri, La babele dell'inconscio, Cortina,
Milano, 1990.
19
Cfr. C. Pontecorvo, Narrazione e pensiero discorsivo nell'infanzia, in M. Ammaniti,
22
Questa posizione recupera in parte l'approccio tradizionale basato sul ruolo pre-
scrittivo della grammatica ma è anche attenta all'integrazione tra i diversi approcci didatti-
ci dato che come sostiene Daniel Cassany ciascuno di essi rimanda ad un punto di vista
importante per il successo della comunicazione, il che suggerisce di non dimenticare "il non
senso di un approccio assolutamente grammaticale, senza funzione, senza testo, senza pro-
cesso, e con poco contenuto" (D. Cassany, Enfoques didácticos para la enseñanza de la expre-
sión escrita, "Comunicación, lenguaje y educación", 1990, 6, p. 79).
re, gli studenti di lingua sono poco propensi ad applicarsi su tale versante
che, al contrario, è fondamentale, soprattutto a livello della subordinazione
e dello studio del testo. Ciò fa comprendere quanto sia auspicabile una mag-
giore attenzione allo studio del metalinguaggio sin dalla scuola di base,
tenendo conto dello sviluppo cognitivo del bambino e delle sue capacità di
astrazione, soprattutto alla luce degli studi piagetiani e neopiagetiani23.
Si ricordi che i bambini, così come i parlanti di una lingua, possono
avere una conoscenza implicita del metalinguaggio: sanno effettuare delle
sostituzioni appropriate e adoperano le regole con abbastanza precisione, ma
non sanno spiegare la ragione della correttezza o scorrettezza nell'uso del
codice linguistico, di conseguenza la dotazione "naturale" di tale strumento
non è sufficiente per una autocorrezione consapevole, e richiede uno studio
supplementare. Su di un altro versante, a conferma del rapporto di poten-
ziamento reciproco tra bilinguismo e metalinguaggio, i risultati delle ricer-
che di Malakoff e coli, fanno pensare che i bilingui sviluppino più abilità
metalinguistiche rispetto ai soggetti monolingui 24 .
In conclusione, con queste mie note ho inteso enfatizzare il ruolo del-
l'insegnamento di una L2, al di là dello specifico apprendimento in oggetto,
per la maggiore flessibilità cognitiva che esso favorisce. Ciò mi sembra coe-
rente con una accezione del bilinguismo in senso lato, riferita ad un appren-
dimento non solo simultaneo, ma anche consecutivo, tale che possa darsi
anche nel corso del periodo scolastico. Infatti, sebbene siano innegabili le
differenze di procedura e risultato tra bilinguismo simultaneo e consecutivo,
è peraltro evidente anche una similarità dei meccanismi e processi cognitivi
in gioco, dal cui approfondimento c'è da attendersi un miglioramento e una
maggiore naturalità delle tecniche di insegnamento.
Su un altro versante, va ribadita l'analogia tra i processi cognitivi che
regolano l'organizzazione della lngua madre e della L2; una gran parte dei
problemi che ci troviamo ad affrontare nell'insegnamento sono infatti rela-
tivi alla infrastruttura di base, vale a dire, nuovamente, a quella medesima
organizzazione cognitiva che regola il linguaggio tanto in LI che in L2.
23
Piaget ipotizza uno sviluppo progressivo della capacità di astrazione e di simboliz-
zazione che viene definitivamente raggiunta attorno ai 12 anni.
24
Cfr. M. Malakoff, K. Hakuta, Transìation skill and metalinguistic awareness in
bilinguals in E. Bialistock (a cura di), Language Processing in Bilingual Children, Cambridge,
Cambridge University Press, 1991.