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Introduzione – parte 1
Paragrafo1
Una volta definito l’essere da Platone e Aristotele, esso è rimasto pressoché taciuto fino ad Hegel. Nel
corso del tempo l’interpretazione dell’essere si è cristallizzata nel dogmatismo divenendo oggi
superfluo porsi il problema del senso dell’essere tale da essere omesso come oggetto di ricerca. Ha
assunto un concetto generalissimo (=> non definibile).
Perché è necessario riflettere ancora sul problema dell’essere?
1. Essere è il concetto più generale di tutti, ma la generalità non corrisponde a quella del genere:
cioè non restringe il suo campo di definizione solo perché si articola concettualmente secondo
generi e specie. => la generalità dell’essere è al di sopra di ogni generalità del tipo dei generi.
(il concetto di generalità comunemente usato =/= da quello per l’essere=> il suo concetto è
generale, ma non significa che sia più chiaro e non richieda alcuna discussione ulteriore). In altri
termini l’essere è diverso dall’ente. L’essere è trascendentale e diverso dalla molteplicità reale
dei sommi concetti di genere.
2. Il concetto di essere è indefinibile: l’essere non può essere definito tramite predicati xk
contrasta il significato di generalità appena definita.=> l’essere non è un ente (predicato)
Però l’indefinibilità non esclude il bisogno di dare un suo senso che è essenziale.
3. L’essere è un concetto ovvio. In ogni tipo di interazione con l’ente e noi stessi l’essere è usato in
modo comprensibile (“il cielo è azzurro”), ma questa comprensione è il riflesso del
comportamento umano che si pone in relazione con l’ente (illusione) che nasconde un enigma.
In definitiva non manca solo la soluzione, ma il problema stesso è oscuro. Ciò nonostante l’umano si
atteggia come se ne conosce a pieno il significato.
Paragrafo 2
porre un problema è cercare di conoscere l’ente quanto al suo che-è e al suo essere-così,
cercare è una ricerca (assetto teoretico) se è diretta a rivelare la verità senza ricorrere a ipotesi indirette o
negative (ostensive),
nel cercato dunque si trova il ricercato (senso dell’essere), termine ultimo del cercare,
affinché il cercare non sia casuale, ma abbia una posiz. esplicita di un problema, deve essere trasparente a
se stesso dopo che lo siano anche tutti i caratteri costitutivi del problema. La posizione di un problema
necessita di essere guidato dal cercato e quindi il ricercato deve esserci già in qualche modo: noi ci
muoviamo sempre in una comprensione dell’essere senza sapere necessariamente il suo significato
concettualmente. Inoltre tale comprensione è media, fluttuante, vaga ed evanescente; non è altro che una
nozione verbale