Sei sulla pagina 1di 2

HEIDEGGER: L’ESSERE

Appunti
di Giuliana Colajanni
HEIDEGGER: L’ESSERE

Per Heiddeger il termine “essere” ha moltissimi significati. Il problema è se esista un significato


primario che consenta di pensarli tutti.
“essere” è il concetto più generale, ma. In quanto tale, esso non si può definire, né può essere
incluso in un genere più ampio.
La domanda sull’essere comporta che ci sia qualcosa che viene creato (un ente). Tuttavia, l’ente
che viene interrogato deve essere un ente tale da possedere la comprensione dell’essere.

L’ente che può porsi il problema dell’essere è chiamato “esserci”. Esso ha un primato rispetto agli
altri enti, in quanto comprende l’essere e può cercarne il senso. Inoltre il suo essere non è mai
determinato, ma è qualcosa che è sempre in gioco.
Per Heiddeger, l’esistenza è l’essenza dell’esserci. La ricerca delle strutture fondamentali
dell’esistenza è chiamata “analitica esistenziale”
il metodo fenomenologico consiste nel “lasciar vedere da sé stesso a partire dal mondo (insieme di
enti). L’essere può dunque conquistarsi o perdersi. Nel primo caso si ha l’esistenza autentica, nel
secondo quella inautentica.

Nella sua quotidianità l’esserci si rapporta a sé stesso a partire dal mondo (insieme di enti). Esso,
dunque, si costituisce some essere nel mondo. Il mondo così inteso si chiama “mondo ambiente”
ed è costituito dalle cose utilizzabili.

Quando si sviluppa la comprensione, l’esserci giunge all’interpretazione. Il discorso è


l’articolazione linguistica della comprensione.
La comprensione è sempre condizionata da una pre- comprensione (e viceversa).

Potrebbero piacerti anche