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Jacques Lacan

Il seminario
Libro i
Gli scritti tecnici di Freud
1953-1954

Testo stabilito da Jacques-Alain Miller


Edizione italiana a cura di Giacomo Contri

SrZPZctr icomme^
di legge

nbuzIone agli effetti

Indice

p.

Ouverture del seminario


II momento della resistenza

3.

Introduzione ai commenti sugli scritti tecnici


di Freud

24
36
47
65

11.
in.
iv.
v.

Primi interventi sulla questione della resistenza


La resistenza e le difese
Lio e laltro
Introduzione e risposta a una relazione
di Jean Hyppolite su la Verneinung di Freud
Analisi del discorso e analisi dellio

78 vi.

La topica dell7immaginario
91

v ii .

La topica dellimmaginario

in vm.
13^ ix.

Il lupo! Il lupo!
Sul narcisismo

148

I due narcisismi

x.

161 xi. Ideale dellio e io-ideale


179 xii. Zeitlich-Entwickelungsgeschichte
Aldil della psicologia
203 xm. Laltalena del desiderio
219 xiv. Le fluttuazioni della libido
233 xv. Il nucleo della rimozione

Le mpasses di Michael Balint


p. 2 5 1

2^7
272

xvi. Primi interventi su Balint


x v i i . Relazione oggettuale e relazione intersoggei I
x v i i i . L'ordine simbolico
La parola nel transfert

291
303
322

337

xix.
xx.
xxi.
xxii.

La funzione creatrice della parola


De locutionis significatione
La verit sorge dal fraintendimento
Il concetto di analisi

XVIII.

Lordine simbolico

Il desiderio perverso. - Il padrone e il servo. - Strutturazione numei


del campo intersoggettivo. - Lolofrase. - La parola nel transfert. -
gelus Silesius.

L ultima volta vi ho lasciato sulla relazione duale nell


more primario. Avete potuto vedere come Balint aitivi a a
cepire su questo modello la relazione analitica stessa, que
che, con il massimo rigore, chiama la two bodies' psycholo.
Penso che abbiate compreso a quali impasses si giunga se d
la relazione immaginaria, supposta armonica e saturante
desiderio naturale si fa una nozione centrale.
Ho cercato di dimostrarvelo nella fenomenologia della
lazione perversa. Ho messo laccento sul sadismo e la sco]
filia, lasciando da parte la relazione omosessuale, che esi
rebbe uno studio infinitamente pi sfumato dellintersoge
tivit immaginaria, della sua incertezza, del suo equilibrio
stabile, del suo carattere critico. Ho fatto dunque ruotare
studio della relazione intersoggettiva immaginaria attornc
fenomeno, in senso proprio, dello sguardo.
Lo sguardo non si situa semplicemente al livello degli
chi. Gli occhi possono benissimo non apparire, essere r
scherati. Lo sguardo non necessariamente la faccia del ;
stro simile, ma anche la finestra dietro la quale supponia
di essere spiati. L oggetto davanti al quale il soggetto div
ta oggetto una x.
Vi ho introdotti all'esperienza del sadismo, preso co
esempio elettivo, per dimostrarvi questa dimensione. V i
mostrato come nello sguardo delPessere che tormento,
debba sostenere il mio desiderio attraverso una sfida,
challenge di ogni istante. Se non al disopra della situazio
se non glorioso, il desiderio cade nella vergogna. Quest
vero anche della relazione scopoflica. Secondo lanalisi
Jean-Paul Sartre, per colui che viene sorpreso mentre sta
servando, tutto il colore della situazione cambia* vira in
momento e io divento una pura cosa, un maniaco.

Ir *ORDINE SIMBOLICO

2Z

I.
Che cos la perversione? Non semplicemente aberrati
za in rapporto a criteri sociali, anomalie contrarie ai buoni co
stumi, bench questo registro non sia assente, o atipia in rap
porto a criteri naturali, cio il fatto che deroghi pi o men(
alla finalit riproduttrice della congiunzione sessuale. altri
cosa proprio nella sua struttura.
Non per nulla si detto a proposito di un certo numero d
tendenze perverse, che esse sono proprie di un desiderio cht
non osa dire il suo nome. La perversione si situa in effetti a
limite del registro del riconoscimento e questo la fissa, li
stigmatizza come tale* Strutturalmente, la perversione, cosi
come ve lho delineata sul piano immaginario, non pu so
stenersi altrimenti che su di uno statuto precario, a ogni istan
te contestato dallinterno dal soggetto. sempre fragile, alh
merc di un rovesciamento, di una sovversione, che fa pensa
re a quel cambiamento di segno che si opera in certe funzioni
matematiche: nel momento in cui si passa da un valore dells
variabile al valore immediatamente successivo, il correlative
passa da pi infinito a meno infinito.
Tale incertezza fondamentale della relazione perversa, che
non trova da stabilirsi entro alcuna azione soddisfacente, co
stituisce un aspetto del dramma dellomosessualit. Ma tale
struttura anche quella che d alla perversione il suo valore.
La perversione unesperienza che permette dapprofon
dire quella che nel senso pieno della parola si pu chiamare la
passione umana, per usare un termine spinoziano, cio quel
punto in cui l uomo aperto a quella divisione con se stesso
che struttura rimmaginario, ossia, tra O e O', la relazione
speculare. In effetti produce un approfondimento, perch fa
apparire in quella beanza del desiderio umano tutte le sfuma
ture, dalla vergogna al prestigio, dalla buffoneria all'eroismo,
attraverso cui il desiderio umano interamente esposto, nel
senso profondo del termine, al desiderio dellaltro.
Ricordate la prodigiosa analisi dellomosessualit che vie
ne sviluppata in Proust nel mito dlbertine. Poco importa
che questo personaggio sia femminile, la struttura della rela
zione eminentemente omosessuale. L'esigenza di questo sti
le di desiderio non pu soddisfarsi altrimenti che in una cat

274

LE IMPASSES DI MICHAEL

tura inesauribile del desiderio dellaltro, perseguito


suoi sogni attraverso i sogni del soggetto, e implicandc
istante unabdicazione completa del desiderio proprio
tro. Altalena incessante dello specchietto per allodole
ogni istante fa un giro completo su se stesso; il sogj
sfinisce nel perseguire il desiderio delPaltro, che noi
mai cogliere come suo desiderio proprio perch il suo
rio il desiderio dellaltro. se stesso che persegue,
siede il dramma di quella passione di gelosia, che pi
forma della relazione intersoggettiva immaginaria.
La relazione intersoggettiva, che sottende il desidei
verso, non si sostiene su altro che sullannientament
desiderio dellaltro o del desiderio del soggetto. Puc
colta soltanto al limite, in uno di quei capovolgimenti
senso ci si accorge in un baleno. Vuol dire - riflettete
che, nelluno come nellaltro, questa relazione dissolva
re del soggetto. Laltro soggetto si riduce a non esseri
strumento del primo, il quale resta dunque il solo s<
come tale; ma esso stesso si riduce a non essere altro
idolo offerto al desiderio dellaltro.
Il desiderio perverso si fa supporto dellideale di ui
to inanimato. Ma non pu contentarsi della realizza2
questo ideale. Appena lo realizza, nel momento stessi
10 raggiunge, perde il suo oggetto. Il suo appagamene
per la sua stessa struttura, condannato a realizzarsi pri
la stretta o per l'estinzione del desiderio o per la sco
delloggetto.
Sottolineo scomparsa perch in analisi come questi
te la chiave di quella afanisi di cui parla Jones, quanc
di cogliere, aldil del complesso di castrazione, ci
viene in contatto nellesperienza di certi traumi infan
11 ci perdiamo in una sorta di mistero, perch non vi i
mo il piano dellimmaginario.
In fin dei conti tutta una parte dellesperienza a
non nientaltro che questo: lesplorazione dei culi
dellesperienza immaginaria, dei loro prolungamenti,
sono innumerevoli, dato che riposano sulla struttur
del corpo che, in quanto tale, definisce una topografia
ta. Nella storia del soggetto, o piuttosto nel suo svilu]
paiono certi momenti fecondi, temporalizzati, in cui
lano i differenti stili di frustrazione. Sono i vuoti, le

2 74

LE IMPAS SE S DI MICHAEL BACT

tura inesauribile del desiderio dellaltro, perseguito fint


suoi sogni attraverso i sogni del soggetto, e implicando a ojj
istante unabdicazione completa del desiderio proprio del
iro. Altalena incessante dello specchietto per allodole, da
ogni istante fa un giro completo su se stesso; il soggettisi
sfinisce nel perseguire il desiderio dellaltro, che noi per
mai cogliere come suo desiderio proprio perch il suodesfe
rio il desiderio dellaltro. se stesso che persegue. Quii
siede il dramma di quella passione di gelosia, che pure
forma della relazione intersoggettiva immaginaria.
La relazione intersoggettiva, che sottende il desiderio jerverso, non si sostiene su altro che sullannientamento oiel
desiderio dellaltro o del desiderio del soggetto. Pu esjre
colta soltanto al limite, in uno di quei capovolgimenti ddui
senso ci si accorge in un baleno. Vuol dire riflettete ber. che, nelluno come nellaltro, questa relazione dissolve lesere del soggetto. Laltro soggetto si riduce a non essere etile
strumento del primo, il quale resta dunque il solo soggttt
come tale; ma esso stesso si riduce a non essere altro cheaidolo offerto al desiderio dellaltro.
Il desiderio perverso si fa supporto dellideale di un oge:
to inanimato. Ma non pu contentarsi della realizzazioni J
questo ideale. Appena lo realizza, nel momento stesso iteu
10 raggiunge, perde il suo oggetto. Il suo appagamento osi
per la sua stessa struttura, condannato a realizzarsi prima el
la stretta o per lestinzione del desiderio o per la scompirs
delloggetto.
Sottolineo scomparsa perch in analisi come queste ttsn
te la chiave di quella afanisi di cui parla Jones, quando t:nt
di cogliere, aldil del complesso di castrazione, ci conci
viene in contatto nellesperienza di certi traumi infantili.M
11 ci perdiamo in una sorta di mistero, perch non vi ritrovi
mo il piano dellimmaginario.
In fin dei conti tutta una parte dellesperienza analitii
non nientaltro che questo: lesplorazione dei culs de j,
dellesperienza immaginaria, dei loro prolungamenti, chea
sono innumerevoli, dato che riposano sulla struttura stes
del corpo che, in quanto tale, definisce una topografia cocci
ta. Nella storia del soggetto, o piuttosto nel suo sviluppo, a
paiono certi momenti fecondi, temporalizzati, in cui si ti\
lano i differenti stili di frustrazione. Sono i vuoti, le spao

L ORDINE SIMBOLICO

27 :

ture, le beanze apparse nello sviluppo, a definire questi mo


menti fecondi.
Qualcosa viene sempre meno quando si parla della fru
strazione. In ragione di non so quale inclinazione naturalisti
ca del linguaggio, quando losservatore fa la storia naturali
del suo simile, omette di segnalarvi che il soggetto avverte L
frustrazione. La frustrazione non un fenomeno che possia
mo oggettivare nel soggetto sotto la forma di una diversioni
dellatto che lunisce alloggetto. Non unavversione anima
le. Per quanto prematuro sia, il soggetto stesso avverte il cat
tivo oggetto come una frustrazione. E contemporaneamenti
la frustrazione avvertita nellaltro.
Vi qui una reciproca relazione dannientamento, una re
lazione mortale strutturata da questi due abissi; o il deside
rio si spegne o loggetto scompare. Ecco perch in pareccb
punti di svolta faccio riferimento alla dialettica del padrone
del servo e la rispiego.
La relazione del padrone e del servo un esempio limite
perch, beninteso, il registro immaginario in cui si dispieg
appare solo al limite della nostra esperienza. Lesperienz
analitica non totale. definita su di un altro piano rispetti
al piano immaginario, il piano simbolico.
Hegel rende conto del legame interumano. Deve rispon
dere non solo della societ ma della storia. Non pu trascu
rarne alcun aspetto. Ora esiste uno dei suoi aspetti essenziali
che non n la collaborazione tra gli uomini, n il patto, n i
legame damore ma la lotta e il lavoro. E su questaspetto s
concentra per strutturare in un mito originale la relazion
fondamentale, sul piano che egli stesso definisce come negati
vo, marcato di negativit.
La differenza tra la societ animale, il termine non mi
paura, e la societ umana, che questultima non pu esser
fondata su di alcun legame oggettivabile. La dimensione in
tersoggettiva deve entrarvi come tale. Non si tratta dunque
nel rapporto tra servo e padrone, de'laddomesticamento del
luomo da parte delluomo. Non pu bastare. Allora che cos
fonda questo rapporto? Non il fatto che colui il quale si ri

2 76

LE IMPASSES DI MICHAEL 1

conosce vinto domandi grazia e pianga, quanto il fatte


padrone si sia impegnato in questa lotta per ragioni d
prestigio e che abbia rischiato la sua vita. Questo riseli
bilisce la sua superiorit ed in nome di questo, non de
forza, che riconosciuto come padrone dal servo.
Questa situazione comincia con uri impasse perch
riconoscimento da parte del servo non vale nulla per il
ne, poich a riconoscerlo solo un servo, cio qualcm
egli non riconosce come uomo. La struttura di parte
questa dialettica hegeliana appare dunque senza sbocc
dete allora che non mancano affinit con Vimpasse dells
zione immaginaria.
Tuttavia questa situazione va sviluppandosi. Il suo
di partenza mitico, dato che immaginario. Ma i su<
lungamenti ci introducono nel piano simbolico. I prc
menti, voi li conoscete: questo che fa si che si parli <
drone e del servo. In effetti, a partire dalla situazione i
sorganizza un'azione e si stabilisce la relazione del goi
to e del lavoro. imposta al servo una legge: soddisfar
siderio e il godimento dellaltro. Non basta che egli
grazia, occorre che vada al lavoro. E quando si va al
ci sono delle regole, degli orari, entriamo nel ca m p o :
lico.
Se osservate da vicino, questo campo del simbolico
in semplice rapporto di successione col dominio imn
rio, il cui perno la relazione intersoggettiva mortali
passiamo dalluno alPaltro con un salto, che andrebl
lanteriore al posteriore, al seguito del patto e del sii
Infatti il mito stesso concepibile solo se gi circondi
registro simbolico, per il motivo che ho sottolineato p1
la situazione non pu essere fondata su non so quale
biologico alPavvicinarsi della morte. La morte non
vero? non mai sperimentata come tale, non mai
L uomo non ha mai paura altro che di una paura iiM
ria. Ma non tutto. Nel mito hegeliano la morte non
pure strutturata come timore, strutturata come ris
per dirla tutta, come posta in gioco. Ci che dalTorig
ste tra il padrone e il servo una regola del gioco.
Non insisto su questo per oggi. Lo dico soltanto pe
li che sono pi aperti: la relazione intersoggettiva, ch<
luppa nelPimmaginario, allo stesso tempo, in quante

L>ORDINE SIMBOLICO
tura unazione umana, implicitamente implicata in una rego
la del gioco.

Riprendiamo ancora, sotto un altro aspetto, la relazion


con lo sguardo.
Siamo in guerra. Avanzo nella pianura e suppongo di es
sere sotto uno sguardo che mi spia. Se lo suppongo non tan
to perch tema qualche manifestazione del mio nemico, qual
che attacco, perch in quel caso la situazione si allenterebb
immediatamente e io saprei con chi ho a che fare. Quel eh
mimporta di pi sapere quel che laltro immagina, scopr
delle mie intenzioni in me che avanzo, dato che mi necess^
rio nascondergli i miei movimenti. Si tratta dastuzia.
La dialettica dello sguardo si mantiene su questo piane
Quel che conta non che laltro veda dove io sono ma che ve
da dove io vado, cio pili esattamente, che veda dove io no:
sono. In ogni analisi della relazione intersoggettiva, lesser
ziale non quello che c, quello che si vede. Ci che la strul
tura proprio ci che non li.
La cosiddetta teoria dei giochi una modalit di studi
fondamentale di questa relazione. Per il solo fatto che un
teoria matematica, siamo gi nel piano simbolico. Per quant
semplice voi definiate il campo di unintersoggettivit, la su
analisi suppone sempre un certo numero di dati numerici, cc
me tali simbolici.
Se leggete il libro di Sartre al quale facevo allusione l a
tro giorno, vedrete che egli fa apparire qualcosa destremi
mente conturbante. Dopo aver cosi ben definito la relazion
dintersoggettivit, sembra implicare che se in questo mond
esiste una pluralit dinterrelazioni immaginarie, tale plur;
lit non numerabile, in quanto ciascun soggetto per dei
nizione lunico centro dei riferimenti. Ci si regge se si rim;
ne sul piano fenomenologico dellanalisi dellin-s e del pe
s. Ma ne consegue che Sartre non saccorge che il campo il
tersoggettivo non pu non sboccare in una strutturazione ni
merica, sul tre, sul quattro, che sono i nostri punti di rifer
mento nellesperienza analitica.
Questo simbolismo, per quanto primitivo sia, ci mette si
bito sul piano del linguaggio in quanto, in mancanza di ess<
nessuna numerazione concepibile.

2 /8

LE IM P A S S E S DI M l C f t L il

Ancora una piccola parentesi. Leggevo, non -pi ts


tre giorni fa, una vecchia opera dellinizio del seco li, H
of netv tvorld of America (La storia del nuovo moidoc
chiama America). Si trattava dellorigine del lingu-agio,
blema che ha attirato lattenzione, anzi provocato h per
sita, di non pochi linguisti.
Ogni discussione sullorigine del linguaggio sffell
unirrimediabile puerilit e anche da un indubbio ckie
Ogni volta si ceica di far uscire il linguaggio da n o i soc
progresso del pensiero. evidentemente un circo b c:
Il pensiero si metterebbe a isolare nella situazione il 1
glio, a circondare la particolarit, lelemento combinat'
Il pensiero supererebbe da solo lo stadio del sotterfugio
caratterizza lintelligenza animale, per passare a quell:
simbolo. Ma come, se inizialmente non esiste il simbc
quale la struttura stessa del pensiero umano?
Pensare sostituire agli elefanti la parola elefante e al
un tondo. Vi rendete ben conto che tra quella cosa che:
menologicamente il sole, centro di ci che gira per il mi
delle apparenze, unit della luce, e un tondo vi un abis
anche se lo si supera, quale progresso c rispetto allm
genza animale? Nessuno. Infatti il sole in quanto desie
da un tondo non vale niente. Non vale se non in quanto
sto tondo messo in relazione con altre formalizzazioni
insieme a quella costituiscono la totalit simbolica, in a
il suo posto, al centro del mondo per esempio, o alla pi
ria, poco importa. Il simbolo vale solo se lo si organiz
un mondo di simboli.
Coloro che speculano sullorigine del linguaggio e ten
di realizzare dei compromessi tra lapprezzamento del,
tuazione totale e la frammentazione simbolica sono sei
stati colpiti dalle cosiddette olofrasi. Nelluso di celt i po
e non dovreste aver bisogno di cercar lontano per ~tro\
un uso comune, esistono delle frasi, delle espressioni- ck
sono decomponibili e che si riferiscono a una situatone
sa nel suo insieme; sono le olofrasi. Si crede di cogliere a
sto punto la congiunzione tra lanimale, che passa seniza s
turare le situazioni e luomo, che abita un mondo siflubc

L ORDINE SIM BOLICO

279

Nellopera che citavo poco fa ho letto che gli abitanti del


le Figi pronunciano in un certo numero di situazioni la frase
seguente, che non una frase del loro linguaggio e che non
riducibile a nulla: Ma mi la pa ni pa ta pa. La fonetizzazione
non indicata nel testo e posso dirvela solo cosi.
Qual la situazione in cui si pronuncia lolofrase in que
stione? Il nostro etnografo scrive in piena innocenza: State
of events of two persons looking at th other hoping that th
other will offer to do something which both parties destre
but are unwilling to do. Cio: situazione di due persone in
cui ciascuna osserva laltra, sperando ciascuna dallaltra che
si offra per fare qualcosa che le due parti desiderano ma che
non sono disposte a fare.
Troviamo qui definito con precisione esemplare uno stato
di sguardo reciproco in cui ciascuno attende dallaltro che si
decida in merito a qualcosa che bisogna fare in due, che tra
i due, ma cui nessuno vuol metter mano, E contemporanea
mente vedete bene che lolofrase non intermediaria trs
unassunzione primitiva della situazione come totale, che sa
rebbe del registro dellazione animale, e la simbolizzazione
Essa non non so quale primitivo invischiamento della situa
zione in una modalit verbale. Si tratta al contrario di qual
cosa in cui quanto appartiene al registro della composizioni
simbolica definito al limite, alla periferia.
Vi lascio lincarico di procurarmi un certo numero di olo
frasi del nostro uso corrente. Ascoltate bene la conversazioni
dei vostri contemporanei e vedrete quante ne comporta. Ve
drete anche che ogni olofrase si riferisce a situazioni limite
in cui il soggetto sospeso in un rapporto speculare con Pai
tro.
3-

Questanalisi aveva lo scopo di capovolgere in voi la pro


spettiva psicologica, che riduce la relazione intersoggettiva
una relazione interoggettuale, fondata sulla soddisfazion
complementare, naturale. Arriviamo adesso allarticolo d
Balint, On transference of emotions ( Sul transfert delle emc
zioni), il cui titolo annuncia quel che posso chiamare il piani

28 0

LE IMPA S SES DI MICHAEL Iv

delirante sul quale si sviluppa, nel senso tecnico, orL


del termine delirante.
Si tratta del transfert. Primo paragrafo: si evocano}
fenomeni fondamentali dellanalisi: la resistenza e ili
sfert. La resistenza vien definita, molto bene daltronJ(
conducendola al fenomeno del linguaggio: tutto ci c'lE
na. altera, ritarda oppure interrompe completamente [
so delle parole. Non si va pi in l. Non si tirano conci
e si passa al fenomeno del transfert.
Come pu un autore cosi sottile come Balint, cosi fi*,
clinico cosi delicato, uno scrittore, direi pure, cosi
vole, come pu sviluppare uno studio di una quindicina
gine partendo da una definizione cosi psicologica delti
fert? Arriva a dire questo: si deve trattare di qualcc^
esiste alPinterno del paziente, allora necessariamente
si sa che cosa, sentimenti, emozioni, la parola emoziott
de meglio lidea. Il problema allora di mostrare coir*
ste emozioni sincarnano, si proiettano, si disciplinane
ne si simbolizzano. Ora i simboli di queste supposte er
ni non hanno evidentemente alcun rapporto con esse
ra si parla della bandiera nazionale, del leone e del lir)(
britannico, delle spalline degli ufficiali e di tutto que]
volete, dei due paesi con le loro due rose di colori diffe,
dei giudici che portano la parrucca.
Non sono io certo a negare che si possa trovare maig
meditazione in questi esempi colti alla superficie de][<
della comunit britannica. Ma per Balint pretesto p*
considerare il simbolo altrimenti che dal punto di vista
spostamento. E non a caso: dato che mette in parten*
definizione, la cosiddetta emozione, fenomeno d insot
psicologica, che in questo caso sarebbe il reale, il simh
cui deve trovare la sua espressione e la sua realizzazio^
essere solo spostato in rapporto a essa.
Non c dubbio che il simbolo giochi una funzione
spostamento. Ma la questione di sapere se, in quanta
si definisce in quel registro verticale a titolo di sposta^
una pista falsa. Le osservazioni di Balint non hannc
derroneo in se stesse, solo che la strada stata presa
verso; invece dessere stata presa nel senso in cui si dev
cedere, stata presa nel senso in cui tutto si ferma.
Balint ricorda allora che cos la metafora, la front

L ORDIKE SIMBOLICO

montagna, il piede di un tavolo, ecc. Si studia finalmente la


natura del linguaggio? No. Si arriva a dire che loperazione
del transfert consiste in questo: voi siete in collera ed al ta
volo che date un pugno. Come se efiettivamente dessi un pu
gno al tavolo! un errore fondamentale.
Ciononostante proprio di questo che si tratta: come si
sposta latto dal suo scopo? Come lemozione si sposta dal
suo oggetto? La struttura reale e la struttura simbolica en
trano in una relaaione ambigua che avviene in senso vertica
le, ciascuno dei due universi corrisponde allaltro, salvo che,
non esistendo la nozione duniverso, non c modo dintro
durre la nozione di corrispondenza.
Secondo Balint il transfert transfert di emozioni. E su
che cosa si trasferisce lemozione? In tutti i suoi esempi, su
di un oggetto inanimato - notate di passaggio che questa pa
rola, inanimato, labbiamo vista comparire poco fa al limite
della relazione dialettica immaginaria. Questo transfert sul
linanimato diverte Balint: non vi chiedo, dice, che cosa ne
pensa loggetto. Beninteso, aggiunge, se si pensa che il tran
sfert si faccia su di un soggetto, si entra in una complicazione
da cui non c pi modo di uscire.
Eh si! proprio quello che succede da un po di tempo,
non c verso di fare analisi. Ci vien fatta una testa cosi della
nozione di contrc-transfert, ci si d delle arie, si strombazza,
si promettono meraviglie ma ciononostante si manifesta nor
so qual disagio, perch tutto ci vuol dire, in fin dei conti
che non c modo duscirne. Con la two bodies psychology
arriviamo al famoso problema, irrisolto in fisica, dei due
corpi.
In effetti se si resta sul piano dei due corpi non esiste al
cuna simbolizzazione soddisfacente. forse dunque impe
gnandosi su questa via e considerando il transfert essenzial
mente un fenomeno di spostamento che si coglie la natura de
transfert?
Balint ci racconta allora una storia molto carina. Un signo
re viene da lui. sullorlo dellanalisi, conosciamo bene que
sta situazione, e non si decide. Ha visto diversi analisti e all
fine viene da Balint. Gli racconta una lunga storia, assai rie
ca, assai complicata, con dettagli su quel che sente, su que
che soffre. Ed a questo punto che il nostro Balint, di cu
d altronde sto diffamando le posizioni teoriche e sa Dio se m

282

LE IMPASSES DI MICHAEL

dispiace farlo, si rivela quel meraviglioso personaggi!


Balint non cade nel contro-transfert, insomma ih
imbecille nel linguaggio in codice in cui ristagnamo
ma ambivalenza il fatto dodiare qualcuno e contro-ti
il fatto di essere un imbecille. Balint non un imbecilli
ta quel tipo come un uomo che ha gi udito non pod
non poche persone, che maturato. E non capisce. Ca
ne sono di storie come questa, non le si capisce. Quai
capite una storia, non accusatevi subito, ditevi: il fatt
non capisca deve avere un senso. Non soltanto Bai
comprende ma considera di essere in diritto di non cc
dere. Non dice nulla al suo tipo e lo fa tornare.
Il
tipo ritorna. Continua a raccontare la sua stoi
gonfia. E Balint sempre a non capire. Quel che laltrc
conta son cose verosimili quanto altre, solo che, ec
stanno insieme. Ci sono capitate esperienze come qu<
no esperienze cliniche da tenere sempre nel massim<
che ci proiettano a volte verso la diagnosi che ci deb
re qualcosa d'organico. Ma qui, non di questo che 5
Allora Balint dice al suo cliente: curioso, lei mi j
un mucchio di cose molto interessanti ma io devo ,
della sua storia non ci capisco niente. Allora il tipo
gra, un largo sorriso sulla faccia. Lei il primo uornc
che incontro, perch tutte queste cose le ho raccont
certo numero di suoi colleghi, che vi hanno visto sui
dice di una struttura interessante, raffinata. Le ho ra<
tutte queste cose a titolo di test, per vedere se anch
come tutti gli altri un ciarlatano e un mentitore.
Dovreste rendervi conto di quale gamma separa i <
stri di Balint, quando ci espone alla lavagna che sonc
zioni dei cittadini inglesi a essersi spostate sul Britis
due liocorni, e quando invece nella sua funzione e
telligentemente di quel che sperimenta. Si pu dire:
tale indubbiamente nel suo buon diritto, ma non )
economic? Non forse un giro un po' troppo lungo
ra si entra nellaberrazione. Infatti non si tratta di s
sia economico o no. L operazione di quel tale si regg
grado sul suo registro, in quanto allinizio delles
analitica esiste il registro della parola mendace.
la parola a instaurare nella realt la menzogna. ]
cisamente perch introduce quello che non c che p

L ORDINE SIMBOLICO

283

durre anche quello che c. Prima della parola nulla , n nor


. Tutto gi li indubbiamente, ma solo con la parola esisto
no cose che sono che sono vere o false, cio che sono e
delle cose che non sono. con la dimensione della paroli
che la verit si scava nel reale. Non esiste n vero n falso pri
ma della parola. Con essa sintroduce la verit e cosi pure h
menzogna e altri registri ancora. Poniamoli, prima di lasciar
ci per oggi, in una specie di triangolo a tre vertici. L la men
zogna. Qui lequivoco e non Terrore, vi ritorner sopra. E po
che altro? Lambiguit a cui per sua natura la parola vota
ta. Infatti latto stesso della parola, che fonda la dimensioni
della verit, resta sempre per questo fatto, dietro, aldil. L;
parola essenzialmente ambigua.
Simmetricamente si scava nel reale il buco, la beanza del
l essere in quanto tale. La nozione di essere, dal momento h
cui cerchiamo di coglierla, si dimostra altrettanto inafferrabi
le quanto la parola. Infatti lessere, il verbo stesso, esiste se
lo nel registro della parola. La parola introduce il vuoto de1
l essere nella tessitura del reale, luno e laltra si sostengono
si bilanciano, sono esattamente correlativi.
Passiamo a un altro esempio riportatoci da Balint, no
meno significativo del primo. Come pu ricondurli a quest
registro dello spostamento nel quale il transfert stato an
plificato? unaltra storia..
Questa volta si tratta di unaffascinante paziente che raj
presenta il tipo, ben illustrato in certi film inglesi, del cha
ter, il parlare-parlare-parlare-parlare per non dir nulla.
questo che si riducono le sedute. Ha gi fatto lunghi pez:
danalisi con un altro prima di capitare tra le mani di Balin
Questi si rende ben conto, come anche riconosciuto dal.
paziente, che, quando qualcosa linfastidisce, reagisce me
tendosi a raccontare una cosa qualsiasi.
Dov la svolta decisiva? Un giorno, dopo unora penoi
di chatter, Balint finisce per mettere il dito su quello che
paziente non vuol dire. Non vuol dire che ha avuto da un m
dico suo amico una lettera di raccomandazione per un impi
go, la quale diceva che essa era una persona perfettamen
trustworthy. Momento centrale a partire dal quale ruota \
se stessa e arriva al punto di potersi impegnare nellanalii
Balint in effetti giunge a far riconoscere alla paziente che p
lei si tratta da sempre proprio di questo: non bisogna che

284

LE IM PASSES DI MICHAEL BA^2>

considerino trustworthy, cio come una che impegnatadi


le sue parole. Infatti, se le parole limpegnano, occorre c!ie
metta al lavoro, come il servo di poco fa, che entri nel mo
do del lavoro, cio della relazione adulta omogenea, del sii
bolo, della legge.
chiaro. Da sempre ha capito benissimo la differenzac
esiste tra il modo in cui vengono accolte le parole di un ba:
bino e le parole di un adulto. Per non essere impegnata, c
locata nel mondo degli adulti, dove si sempre pi o me
ridotti in schiavit, chiacchiera per non dir nulla e riempie
sue sedute di vento.
Possiamo fermarci un attimo e meditare sul fatto che ;
che il bambino ha una parola. Non parola vuota. tai
piena di senso quanto la parola delladulto. talmente pii
di senso che gli adulti passano il loro tempo a meraviglia;
ne: Com intelligente il caro piccino! Ha visto quel che
detto laltro giorno? Precisamente, tutto qui.
Esiste in effetti, come poco fa, quellelemento dido'at
zazione, che interviene nella relazione immaginaria. Lap;
la ammirevole del bambino forse parola trascendente, t
lazione del cielo, oracolo del piccolo dio, ma evidente
non limpegna in nulla.
E si fanno tutti gli sforzi, quando non funziona, per st
pargli delle parole che limpegnino. Sa Dio se la dialettica
ladulto non sbanda! Si tratta di legare il soggetto alle
contraddizioni, fargli firmare quel che dice e impegnare
la sua parola in una dialettica.
Nella situazione di transfert - non sono io che lo dic<
Balint, e ha ragione bench sia tuttaltro che uno spostai
to - si tratta del valore della parola, non pi questa voi
quanto crea lambiguit fondamentale ma in quanto fu,
ne del simbolico, del patto che lega i soggetti gli uni agli
in unazione. Lazione umana per eccellenza fondata <
nalmente sullesistenza del mondo del simbolico, cio
leggi e sui contratti. Ed proprio su questo registro eh
Iint, quando nel concreto, nella sua funzione d analis
ruotare la situazione tra lui e il soggetto.
A partire da quel giorno le pu far notare ogni sorta
se: il modo per esempio in cui essa si comporta nei suoi
di lavoro, cio il fatto che dal momento in cui cominci;
scuotere la fiducia generale, si comporta proprio in mo
1

L ORDINE SIM BOLICO

285

combinare qualcosa che la faccia mettere alla porta. La forma


stessa dei lavori che essa trova significativa : sta al telefono,
riceve delle cose o manda degli altri a compiere diverse cose,
insomma si dedica a dei lavori di smistamento che le permet
tano di sentirsi fuori dalla situazione e alla fine si comporta
sempre in modo da farsi mandar via.,
Ecco dunque su quale piano viene a giocare la relazione
del transfert: gioca attorno alla relazione simbolica, sia che
si tratti della sua istituzione, del suo prolungamento o del
suo mantenimento. Il transfert comporta delle incidenze,
delle proiezioni delle articolazioni immaginarie, ma si situa
interamente nella relazione simbolica. Questo che cosa im
plica?
La parola non si dispiega su di un solo piano. La parola ha
sempre i suoi secondi piani ambigui, che arrivano fino al mo
mento dellineffabile, dove non pu pi dirsi, fondarsi su se
stessa in quanto parola. Ma questo aldil non quello che la
psicologia cerca nel soggetto e trova in non so quale sua mi
mica, nei suoi crampi, nelle sue agitazioni, tatti i correlati
emozionali della parolai II cosiddetto aldil psicologico in
fatti dallaltra parte, un aldiqua. Laldil di cui si tratta
nella dimensione stessa della parola.
Per essere del soggetto non intendiamo le sue propriet
psicologiche, ma ci che si scava nellesperienza della parola,
in cui lesperienza analitica consiste.
Questesperienza costituita nellanalisi da regole assai
paradossali, dato che si tratta di un dialogo, ma di un dialogo
il pi possibile monologo. Si sviluppa secondo una regola del
gioco e interamente nellordine simbolico. Ci siete? Quel che
oggi ho voluto esemplificare il registro simbolico nellanali
si, facendo risaltare il contrasto che esiste tra gli esempi con
creti dati da Balint e la sua teorizzazione.
Quel che per lui emerge da questi esempi, che la molla
della situazione costituita dalluso che ciascuna delle due
persone, il tipo e la signora, hanno fatto della parola. Ma que
sta unestrapolazione abusiva. La parola nellanalisi non
assolutamente la stessa di quella, contemporaneamente trion
fante e innocente, che pu utilizzare il bambino prima den
trare nel mondo del lavoro. Parlare nellanalisi non equiva
lente a sostenere, nel mondo del lavoro, un discorso espressa-

286

LE IM P A S S E S DI MICKU.

L ORDINE SIM BOLICO

mente insignificante. Solo per analogia i due posso


collegati. Il loro fondamento differente.
La situazione analitica non solamente unectopii.
tuazione infantile. certamente una situazione atifi;
lint cerca di renderne conto vedendovi un tentativo ci
nere il registro del primary love. vero da un certo3
vista ma non da tutti. Limitarsi a questa prospettivi'
re imbarcarsi in interventi fuorviami per il soggette.
Il fatto lo prova. Dicendo alla paziente che ripx
quella tale situazione della sua infanzia, lanalista di
preceduto Balint non aveva fatto cambiare la situaz;sta ha cominciato a cambiare solo attorno a quel f atb
to per cui la signora era quella mattina in possesso di
tera, che le permetteva di trovare un posto di lavotc
teorizzarlo, senza saperlo, Balint interveniva allora:
stro simbolico, messo in gioco dalla garanzia data, dd.
ce fatto di rispondere di qualcuno. E proprio perei*
questo piano, stato efficace.
La sua teoria sfalsata, degradata pure. E tuttavia,
do il suo testo, si trovano, come avete appena vi
esempi meravigliosamente luminosi. Balint, eccella
co, non pu, malgrado la sua teoria, misconoscere la
sione lungo la quale si sposta.

Che emerga nel testo di Balint non certamente per caso.


I due versi citati sono assai belli. Si tratta nientedimeno che
dellessere in quanto legato, nella realizzazione del sogget
to, al contingente o allaccidentale. Ci per Balint riecheggia
la sua concezione del termine ultimo di unanalisi, cio lo sta
to d eruzione narcisistica, di cui vi ho gi parlato durante uno
dei nostri incontri.
Riecheggia anche alle mie orecchie. Solo che non in que
sto modo che concepisco il termine dellanalisi. La formula
di Freud, l dove era les, deve essere lio, intesa di solito
secondo una spazializzazione grossolana, e la riconquista ana
litica delles si riduce in fin dei conti a un atto di miraggio.
Lego si vede in un s che non altro che unultima alienazio
ne di se stesso, solamente pi perfezionata di tutte quelle che
ha conosciuto fino a quel momento.
No, latto della parola a essere costitutivo. Il progresso
di unanalisi non riguarda lingrandimento del campo dellego, non la riconquista da parte dellego della sua frangia
dincognito, un vero capovolgimento, uno spostamento, co
me un minuetto eseguito tra lego e lid.
tempo che vi porga adesso il distico dAngelus Silesius,
che il trentesimo del secondo libro del Pellegrino cherubinico.
Zuifall und Wesen
Mensch werde wesentlich: denn vann die Welt vergeht
So falt der Zufail weg, dasswesen dass besteht.

4-

Tra le citazioni di Balint ve n una che vorrei fi;


qui. un distico di qualcuno che egli chiama uno t
confratelli perch no? - Johannes SchefHer.
Costui che allinizio del secolo xvi fece degli studi
assai spinti la cosa aveva probabilmente pi sensj
lepoca che non ai nostri tempi - scrisse sotto il nom
gelus Silesius un certo numero di distici fra i pi son
ti. Mistici? Forse non il termine pi esatto. Essi
della deit e dei suoi rapporti con la creativit, che apj
per essenza alla parola umana e che va tanto lontano
la parola, fino al punto stesso in cui finisce per tacere,
spettiva poco ortodossa in cui Angelus Silesius si
affermato infatti un enigma per gli storici del peri;
ligioso.

28 /

Questo distico tradotto cosi:

Contingenza ed essenza
Uomo, diventa essenziale: perch quando il mondo passa
la contingenza si perde e lessenziale sussiste.

Proprio di questo si tratta, al termine dellanalisi, di un


crepuscolo, di un declino immaginario del mondo e addirittu
ra di unesperienza al limite della depersonalizzazione. al
lora che il contingente cade - laccidentale, il traumatismo,
gli strappi della storia E lessere viene a costituirsi.
Angelus ha manifestamente scritto questo nel momento in
cui faceva i suoi studi di medicina. La fine della sua vita
stata tormentata dalle guerre dogmatiche della Riforma e del
la Controriforma in cui prese un atteggiamento estremamen
te appassionato. Ma i libri del Pellegrino cherubinico danno

288

LE IMPASSES DI MICHAEL

un suono trasparente, cristallino. uno dei momenti p


gnificativi della meditazione umana sull'essere, un m o d
per noi pi ricco di risonanze della Notte oscura di s a r i
vanni della Croce, che tutti leggono e nessuno capisce.
Non potrei consigliare mai abbastanza a chiunque i
dellanalisi di procurarsi le opere dJAngelus Silesius. N c
no tanto lunghe e sono tradotte in francese da Aubier. "V
verete molti altri oggetti di meditazione, per esempio i l >
di parole su Wort, la parola, e Ort> il luogo, e degli afo:
affatto giusti sulla temporalit. Avr forse una delle p*
me volte loccasione di toccare certune di queste f o r
estremamente chiuse e tuttavia aprenti, ammirevoli, e c
propongono alla meditazione.
9 giugno 3954.

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