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CARTESIO

Nasce in Francia.
È un filosofo ragno secondo la classificazione di Bacone.

Eventi importanti nella sua vita:


- partecipazione alla guerra dei trent’anni
- uccisione di giordano bruno
- abiura di galileo galilei
A seguito di questi eventi, cartesio capisce che la Francia non è il paese più adatto per lui e
si trasferisce in Olanda, più tollerante (soprattutto nella parte protestante) —> il suo unico
desiderio è quello di studiare( soprattutto GEOMETRIA ANALITICA). In Olanda si può
studiare senza che politica o religione ti limitino.

Il piano cartesiano: permette di passare dalla geometria euclidea (postulati) a una


geometria che permette di studiare qualunque forma su un piano universale.
Da parte di Cartesio vi è la Matetis Universalis: si può studiare l’intera realtà tramite
l’elemento geometrico matematico. Possibilità di matematizzare l’universo.

Il metodo aristotelico sembrava in quel periodo essere l’unico adatto alla ricerca (“ipse dixit”)

MORALE PROVVISORIA: per cartesio non arriverà mai una morale definitiva. Regole che
Cartesio si da per poter studiare liberamente. La sua morale prevede delle regole di
comportamento ben precise:
1. obbedire alle leggi e ai costumi del proprio paese: mettersi in situazioni di mezzo,
mai estreme, per evitare di avere conflitti.
2. rimanere fermi e risoluti in mancanza di elementi sicuri: rimanere sulle proprie
decisioni se non ci sono elementi che possono contrastarli.
3. modificare se stessi piuttosto che l’ordine del mondo: è inutile fare le “battaglie
contro i mulini a vento” ma è meglio cambiare le proprie idee. Ha paura delle
conseguenze, il suo unico interesse e ossessione è la ricerca della verità, l’indagine
conoscitiva.
Queste regole etiche e morali inerenti all’agire dell’uomo permettono allo scienziato di
continuare la ricerca scientifica senza essere censurato dalla Santa inquisizione.

Sosteneva la teoria copernicana. La sostanza è ciò che si autodetermina —> trova in sé


stessa il motivo del suo essere (in questo caso il pensiero).

IL DUBBIO
La sua ricerca è fortemente critica: Cartesio è il filosofo del dubbio “cogito ergo
sum”(penso quindi sono, sono consapevole di pensare e ho controllo del mio pensiero).

● Il sogno: Quando Cartesio sognava, provava sensazioni vive e reali e non poteva
perciò essere in grado di distinguere la realtà dai sogni.
● La realtà sensibile: la vista può essere ingannata dalla rifrazione.

Se vengo ingannato una volta posso esserlo sempre, senza rendermene conto.
Dubbio metodico: Dubbio generato dai sensi che mi sprona a cercare sempre qualcosa
che sia chiaro, distinto e che non derivi dai sensi. Posso trovare ciò che è chiaro e distinto
nella geometria analitica (Cartesio la chiama Matesis, ovvero la possibilità di matematizzare
la realtà attraverso il piano cartesiano). La matematica è indubitabile.

Il dubbio diviene iperbolico se colpisce la matematica in virtù di un ente metafisico (genio


maligno che gode nel farmi pensare ciò che non è) che mi fa dubitare dell’ indubitabile, mi
mostra come chiaro e distinto ciò che non dovrebbe esserlo. Paralizza la ricerca.

METAFISICA DEL SOGGETTO


Ciò che sconfigge questo genio maligno è il pensiero: spostare l’attenzione dall’oggetto
pensato all'attività di pensiero —> METAFISICA DEL SOGGETTO: io sono sostanza
pensante e sconfiggo il genio maligno perché penso anche da ingannato. Il pensiero è
metafisico, va al di là di ogni ente fisico.

● L’attività di pensiero non è un cogito vuoto ma pieno, dentro ci sono idee


diverse:
- INNATE: sono in me da ancor prima della nascita. Sono: il cogito, l’idea di dio, la
sostanza estesa.
- AVVENTIZIE: nascono in relazione agli oggetti, si legano alla realtà esterna.
- FATTIZIE: vengono costruite dall’uomo e sono l’unione di due idee avventizie.

● Il pensare è puro pensiero, chiaro e distinto: fuori dal corpo dell’essere umano,
sostanza pensante che per esistere non ha necessariamente bisogno del corpo ma
che si lega all’uomo tramite la ghiandola pineale. Preesiste allo stesso soggetto.
● Si incarna per accidente.
● Pura energia.
● L’unica parola creatrice è dio, che non esiste materialmente ma è un ente metafisico.

Percepisco i pensieri in me, non negli altri (cogito: prima persona singolare). Percepisco gli
altri per sostanza estesa (corpo, qualcosa che occupa uno spazio in un tempo), non per
attività di pensiero: l’altro pensa perché è simile a me, non perché sono certo della sua
attività di pensiero.
Nel 1600 spostare l’attenzione dall’oggetto al pensiero del soggetto era una novità: la
scienza esiste solo grazie al pensiero, non esiste scienza senza scienziato.

IL METODO DI CARTESIO
Per obbedire a una ricerca scientifica vera c’è bisogno di un nuovo metodo poiché tutti i
precedenti non hanno prodotto verità feconde, assolute. È necessario trovare un metodo
che sia garante di una verità vera, un metodo snello ed efficace basato su pochi punti.

Se c’è eccezione non c’è regola

Regole:
1. Regola dell’evidenza: Non accettare mai niente per vero che non si mostri con
chiarezza e distinzione. È evidente ciò che è chiaro e distinto.
2. Regola dell’analisi: Analizzare ogni problema nelle singole parti per trovare
eventuali situazioni compromesse.
3. Regola della sintesi: Riassemblare le parti.
4. Regola dell’enumerazione: Controllare ciò che si è ricomposto.

CARATTERISTICHE DEL METODO:


● universale: è un metodo adatto per tutte le scienze
● fecondo: deve dare un risultato
● matematico: la base di partenza del metodo è la matematica
● metafisico: dio è il garante del funzionamento del metodo

L'ESISTENZA DI DIO
La sostanza pensante, la sostanza estesa e Dio sono idee innate. Il dio Cartesiano è
teoretico perché è garante dell’io. Tutta la struttura filosofica di basa su questo.

Dio (idea innata) è:


● perfetto: è puro pensiero, è infinito, è eterno.
● immutabile.
● onnisciente, onnipotente.

Ciò che percepisco come chiaro e distinto non mi inganna, non è genio maligno. Al contrario
del genio maligno Dio è buono.

LA VOLONTÀ: ciò che spinge l’uomo ad andare oltre il suo essere finito. Se si va oltre la
propria finitudine non seguendo l’ordine nel metodo si cade in errore perché non possiamo
oltrepassare i limiti del metodo. La volontà è ciò che ci rende più simili a Dio.
L’ERRORE sta nel libero arbitrio che Dio ci ha donato. Se non ne fossimo dotati e Dio ci
dicesse tutto quello che dobbiamo fare non cadremmo mai in errore.

Prove dell’esistenza di Dio:


1. La causa dell’eterno deve avere tanta eternità quanta ne ha l’eternità. (la causa
deve avere in sé tanto effetto quanto ne ha l’effetto).
2. Percepisco le caratteristiche di Dio, ma non su di me. Deve esserci un essere
perfettissimo che mi ha creato con queste idee. Dio non ha scelto di crearci
imperfetti, lo abbiamo scelto noi con Adamo ed Eva.
“se io sono imperfetto deve necessariamente esistere qualcuno di perfetto che mi ha creato,
se no io mi sarei fatto perfetto”
3. Dio è perfetto, non può mancare neanche dell’esistenza. Cartesio ha verificato
l’esistenza di Dio con un sillogismo. Dio per essere perfetto deve anche esistere.

CRITICHE ALLE PROVE DELL’ESISTENZA DI DIO:


1. ARNAULD: Esiste prima il chiaro e distinto o la percezione di Dio?
● Tra il criterio dell’evidenza e Dio vi è un circolo vizioso: il criterio dell’evidenza (non
accettare ciò che non è chiaro e distinto) viene verificato da Cartesio con l’esistenza
di Dio che non inganna gli uomini.
● RISPOSTA: Cartesio dice che hanno stessa matrice e sono contemporanei.
2. GASSENDI: Commenta il criterio di ontologia di Dio: è sufficiente che Dio
esista nella sua testa per esistere davvero?
● L’esistenza non è un concetto presente nella definizione di qualcosa. L’esistenza è
concetto fuori dalla mente, non può limitarsi alla parola, per esistere bisogna
occupare uno spazio in un tempo.
● RISPOSTA: Cartesio non vuole dimostrare l’esistenza di Dio ma l’esistenza
dell’uomo. L’esistenza dell’uomo è una sostanza estesa a cui abbino una sostanza
pensante tramite la ghiandola pineale: pensare l’esistenza di Dio è sufficiente perché
il pensiero è collegato all’esistenza dell’uomo che è verificata. È normale che Dio
derivi dal pensiero perché Dio è un ente metafisico.

RAPPORTO TRA SOSTANZA ESTESA E SOSTANZA PENSANTE


L’essere umano è l’unico ad avere legate, tramite la ghiandola pineale, la sostanza estesa
e la sostanza pensante.
● SOSTANZA PENSANTE: incorporea, inestesa, consapevole e libera.
● SOSTANZA ESTESA: corporea, occupa uno spazio in un tempo, inconsapevole e
meccanicamente determinata.

Assimetria: esistono tante sostanze pensanti mentre la sostanza estesa è solo una.
Attraverso la ghiandola le scelte del pensare diventano qualcosa di corporeo.

MECCANICISMO
Tutta la realtà corporea risponde ad un meccanicismo per il quale tutto ciò che si muove ha
la sua causa. La prima causa è Dio, che imprime nei corpi il movimento.

- Due leggi dominano l’universo fisico: principio d’inerzia e di conservazione della


quantità di moto —> ogni corpo persevera nel suo stato di quiete o di moto rettilineo
uniforme finché non intervengono nuove forze, la sua quantità di moto è costante
durante il moto.

RAPPORTO CON DIO - CRITICA A CARTESIO


L’unica cosa che possiamo fare con Dio è scommettere, non posso dimostrare la sua
esistenza.
DIO È L’UNICA SCOMMESSA VINCENTE: vivo da buon cittadino (ho cura dell’altro,
costruisco relazioni) perché lui me lo chiede:
- se esiste vado in paradiso: ho vinto.
- se non esiste ho vissuto una vita corretta: ho vinto perché gli altri hanno una buona
memoria di me.

La fede è un dono, che potresti non aver ricevuto o accolto, attraverso cui si può
comprendere la natura.

Pascal dice che non si può dimostrare l’esistenza di Dio perché è un fatto di sola fede e non
deve in nessun modo entrare in problemi che sono di natura prettamente scientifica

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