Sei sulla pagina 1di 16

«Dal metodo non nasce niente» Serres M.

Qar6
Anima, corpo, relazione Prof.ssa Sonaglia

CARTESIO
Il Discorso sul Metodo

Il Discorso sul metodo è


• la prima opera pubblicata da Cartesio
• in forma anonima e in francese
• nel 1663 a Leida (Paesi Bassi)
• congiuntamente a tre saggi
scientifici Diottrica, Meteore, Geometria , dei quali costituisce la
prefazione. Il discorso è quindi da considerarsi come «un tutt'uno
con i saggi»
IL METODO MATEMATICO esteso all’ambito
metafisico

Allo scopo di indagare la complessità della condizione umana con rigore scientifico, Cartesio intende:

a) Formulare le regole del metodo, tenendo soprattutto presente il


procedimento matematico, nel quale esse sono già applicate;

b) Fondare con una ricerca metafisica il valore assoluto e universale


del metodo individuato;

c) Dimostrare la fecondità del metodo nei vari rami del sapere.


LE REGOLE DEL METODO

1) «Non accogliere mai nulla per vero che non conoscessi esser tale con evidenza; cioè
evitare diligentemente la preoccupazione e la prevenzione; e non comprendere nei miei
giudizi niente di più di ciò che si presentasse così chiaramente e così distintamente al
mio spirito che io non avessi alcuna occasione di metterlo in dubbio.»

Questa è per Cartesio la regola fondamentale: impone di accettare come vero solo ciò che si presenta alla
mente in modo chiaro e distinto e di escludere ogni elemento sul quale invece sia possibile una qualche
forma di dubbio.

2) «Dividere ciascuna delle difficoltà da esaminare nel maggior numero di parti possibili e necessarie
per meglio risolverla.»

Questa è la regola dell'analisi, per la quale un problema deve essere suddiviso in sotto problemi più
semplici, da considerarsi separatamente.
LE REGOLE DEL METODO

3) «Condurre i miei pensieri ordinatamente, cominciando dagli oggetti più semplici e più
facili a conoscersi per risalire a poco a poco, quasi per gradi, fino alle conoscenze più
complesse; supponendo che vi sia un ordine anche tra gli oggetti tra cui non vige alcuna
precedenza naturale.»

Questa è la regola della sintesi (induttivo): si passa dalle conoscenze più semplici alle più complesse
gradatamente, presupponendo che ciò sia possibile in ogni campo.

4) «Fare in ogni caso enumerazioni così complete e revisioni così generali da essere sicuro
di non omettere nulla.»

Passare in rassegna tutte le operazioni compiute (enumerazione) per accertarsi di non aver omesso
nulla

LE REGOLE SONO GIUSTIFICATE DALL’ESISTENZA DEL COGITO


IL FONDAMENTO DEL METODO: il cogito

LA RADICE DEL METODO È LA RAZIONALITÀ DELL’UOMO

Pensiero
ciò che viene pensato (contenuto)

COGITO
Ragione o intelletto L’organo preposto all’indagine della realtà (soggetto agente)

Capacità di fare ragionamenti


L’azione che compie la ragione (tipo di azione)
IL DUBBIO METODICO, IL DUBBIO IPERBOLICO

DUBBIO METODICO: L’unica garanzia di conoscenza è CONSIDERARE PROVVISORIAMENTE TUTTO FALSO.


Se dubitando di tutto si dovesse giungere ad un principio indubitabile, questo andrà considerato saldo
ed estendibile a tutte le altre conoscenze.

DUBBIO IPERBOLICO: non sappiamo veramente se le conoscenze matematiche (le quali appaiono vere a priori)
siano vere, lo diamo per scontato. Possiamo però presupporre che queste non siano addotte da Dio,
garante di bontà, ma da un genio maligno, che intende ingannarci facendoci apparire le cose chiare e distinte
Anche quando in verità non lo sono. DUBBIO portato all’ennesima potenza. Neppure la matematica è un rifugio.

UNICA CERTEZZA:
«se sto dubitando allora esisto»
SOLO CHI ESISTE Può DUBITARE: la parte significativa del ego cogito ergo sum sive existo, non è tanto
l’ «ergo sum», ma il «sive existo», solo chi esiste (pensa) può dubitare/ io non esisto se non come cosa
che dubita
Razionalismo filosofico

• Solo la ragione è garante dell’esistenza e della


conoscenza

Il dominio dell’uomo sul mondo: prospettiva esclusivamente antropocentrica


e raziocentrica
Dio garante: giustificazionismo razionale
prova gnoseologica/non teologica

• Dio è l’essere perfetto, garante di ciò che l’uomo


può conoscere
I Prova: le idee o rappresentazioni

• Idee innate= idee che abbiamo da sempre dentro di noi (idea di


Dio)
• Idee avventizie= idee che provengono dall’esterno (osservare un
tramonto)
• Idee fattizie=creazioni dell’uomo (protagonisti di un romanzo)

🡪 L’uomo che è finito e imperfetto non può creare da solo


un’idea perfetta e infinita come quella di Dio, la quale dunque
sussiste a priori, cioè a prescindere dal pensiero dell’uomo.
II Prova: il dubbio imperfetto

• Se dubito significa che sono imperfetto altrimenti non avrei dubbi,


ma solo certezze. Se io sono un essere imperfetto, deve esserci un
essere perfetto dal quale dipende la mia creazione, altrimenti mi
sarei creato da solo e perfetto soprattutto.
III Prova: classica ontologica

• Se noi ammettiamo che Dio è perfetto dobbiamo necessariamente


ammettere che Dio esiste, perché un essere perfetto deve essere
l’unità di tutte le possibilità, compresa l’esistenza.
Quale è dunque lo scopo del Metodo di
Cartesio?

«Quanto a me, non ho mai presunto che il mio ingegno fosse in nulla superiore al
comune, anzi, più volte mi sono augurato di avere il pensiero tanto pronto e
l'immaginazione così netta e distinta o la memoria così ampia e viva come
qualche altro. Oltre queste, non conosco altre qualità che servano alla perfezione
dell'ingegno: infatti, per quello che riguarda la ragione o senso, in quanto è la
sola cosa che ci rende uomini e ci distingue dalle bestie, voglio credere che sia
tutt'intera in ciascuno di noi e seguire in ciò l'opinione comune dei filosofi i quali
sostengono che il più e il meno si dà soltanto negli accidenti e essa non nelle
forme o nature degli individui di una stessa specie»
Discorso sul Metodo, Cartesio
Nel cuore di Cartesio: inventare significa riconoscere una
mancanza

«Ugualmente basculante, anche la zoppia presuppone una simile tara di base: mi


sono messo a pensare perché ero tarato. Penso per compensare. Ecco il segreto reale,
profondo, decisivo del pensiero umano, e persino dell'invenzione: ci siamo messi a
pensare perché siamo deboli di natura, di specie, di origine, di genesi. Ecco il difetto
nei nostri organi che induce in errore il corpo, ecco la nostra falla, il nostro vuoto, la
spina nella carne, lacune, cenci, mancanze prime, la debolezza congenita, la fragilità,
l'essenza della nostra ereditarietà. La sua nobiltà.»

M.Serres, Il mancino zoppo. Dal metodo non nasce nulla., p.98


IN SINTESI

Il METODO cartesiano trova le sue fondamenta nel cogito e


mediante un’analisi induttiva si prepone di utilizzare un metodo
matematico-razionale per rendere l’esistenza e la conoscenza
dell’uomo infallibile, a prova cioè di genio maligno.

Conoscere con metodo per Cartesio significa affidarsi solo ed


esclusivamente a ciò che può essere provato dal ragionamento,
tutto ciò che esula da questo non è conoscibile con certezza.
E per te il metodo che cosa è?

Potrebbero piacerti anche