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Di Tiziano Bellucci
(Studio privato di Bellucci Tiziano)
PREFAZIONE
male umano di questo tempo è il Dogmatismo della Dialettica e della Scienza: l’idolatria
orge nella forma scientifico-tecnologica. La disumanizzazione della cultura.
attuale situazione ottusa del pensiero è tuttavia inavvertita, grazie al perfetto
ccanismo della Dialettica che lo muove e gli dà l’illusione di muoversi da sé.
e situazione, oggi base di una collettiva alterazione mentale, affiora come nevrosi
nerale umana; il solo rimedio è la restituzione dell’elemento dinamico del pensiero: una
derna via alla meditazione.
e manuale scaturisce dall’esperienza della Scienza dello Spirito occidentale, includente
sé la sostanza ultima di tecniche orientali.
discipline e tradizioni antiche, ignorano il rapporto fra l’Io e il pensiero e tra il pensiero e
rgano cerebrale: non intuiscono l’indispensabile necessità di una previa liberazione del
nsare.
tecniche proposte sono di immediatezza logica di pensiero, la Logica del Logos.
n è la civiltà a condizionare l’uomo; il condizionamento non è fuori di lui, ma dentro di
nel suo pensiero, il quale manca della dimensione interiore del comprendersi.
LA LIBERTÀ
libertà è in realtà un evento del pensiero.
lui che toglie la libertà ad altri ha difatti il potere di dare corpo al proprio pensiero non
ero.
pensiero dialettico è luce dell’Io riflessa dall’anima senziente-razionale: l’Ego.
pensiero deve sperimentare il suo essere libero.
pensiero normalmente si dà come Mediatore attraverso il quale si può conseguire la
noscenza del sensibile, ma mai dà la conoscenza di se stesso.
so si può percepire solo se concentrandosi ci si isola temporaneamente dagli istinti, dai
timenti e dalla propria espressione individuale.
cervello rende indipendente il pensiero dall’antica autorità spirituale, affinché l’uomo
nga con volontà propria a realizzare e ritrovare nel suo intimo, tale autorità
scendente.
a dipendenza cerebrale che ha reso possibile la conoscenza del mondo fisico, tanto da isolare
omo in un mondo apparentemente privo di trascendente. Ciò ha causato un reale stato di
enazione, ma necessario ai fini evolutivi.
libertà si realizza qualora si pratichi uno svincolamento dall’organo cerebrale, il quale
cola l’anima per conseguire la conoscenza del sensibile.
lla non libertà del pensiero dipende l’alterata funzione del sentire e del volere: il caos
l’anima.
lla liberazione del pensiero dipende la liberazione dell’uomo; mediante la
ncentrazione il pensiero si libera dall’elemento sensibile dialettico, in quanto muove la
opria logica pura: diviene veicolo dell’Io nell’umano.
zione diretta del pensiero liberato sul corpo eterico, è soltanto stimolatrice; l’azione
sformatrice può essere operata solo dalle Potenze cosmiche trascendenti evocate in tal
o del pensiero liberato: tale pratica di pensiero puro è un atto dell’Io che fa appello a tali
enze, anche se non ne suppone l’esistenza.
LA CONCENTRAZIONE
a è l’esercizio chiave della disciplina: il veicolo dell’illuminazione e della liberazione.
nsiste nel raccogliere il flusso del pensiero in un unico punto, così da conseguire una
tesi dinamica. Esso ripristina l’equilibrio tra Spirito Anima e Corpo, quindi la salute
porea.
ensiero, originariamente è un potere di sintesi, ma a tale livello non conosce il suo contenuto,
rché non è cosciente di sè; lo diviene volgendosi al sensibile: assumendo come proprio
ntenuto quale eco o immagine riflessa il cozzare con il mondo sensibile.
sercizio della concentrazione consiste nella evocazione di un oggetto prodotto
l’uomo,preferibilmente esauribile in una serie minima di rappresentazioni, mediante
sia possibile esprimere il massimo della forza pensiero: perciò l’oggetto più semplice.
algrado la sua elementarità, esso è sempre difficile da realizzare, perché non
nnaturato con l’istintiva natura del corpo eterico, la quale è mediata e influenzata dal
vello fisico.
consiglia di scegliere un oggetto semplice, ma tassativamente prodotto dall’uomo, non
le forze della natura; l’idea dell’oggetto costruito dall’uomo non è nell’oggetto, ma nella mente
’uomo, mentre l’idea appartenente ad un ente della natura (cristallo, pianta, animale) è
manentemente dentro a questo: qui l’Idea è presente come potenza della sua forma.
o in una fase inoltrata dell’ascesi il discepolo potrà sperimentare quale “spirito” abiti
ggetto inanimato costruito dall’uomo.
el cristallo, nella pianta e nell’animale, il discepolo si trova innanzi ad un oggetto
arnante un pensiero che non é il suo pensiero, del quale ignora il principio e la sua causa
a.
contemplazione degli enti della natura vivente in cui opera il pensiero universale, non
no parte della disciplina della concentrazione, ma di un’altro tipo di esercizio che esige la
cezione diretta dell’oggetto: tale esercitarsi non deve essere né l’atto iniziale del
cepolo, né la chiave della sua liberazione.
a volta scelto, l’oggetto va semplicemente evocato, non direttamente percepito,
ualizzandolo all’interno dello spazio interiore, nella coscienza; percepirlo con i sensi
rante l’esercizio sarebbe un errore,in quanto l’obiettivo è di sperimentare il pensiero
ero da supporti sensibili.
biettivo è, passando di rappresentazione in rappresentazione con un senso logico
seguente e concatenato, di ricavare da un oggetto tutto il pensiero che l’ha pensato, sino a
er poi eliminarne il suo supporto sensibile per averne una sintesi-idea: un quid, che
ntenga il tutto.
evochi un oggetto, (spillo, matita, bottone, stuzzicadente) ripercorrendo lo svolgimento
lettico-analitico: si faccia brevemente una piccola storia, descrivendola con precisione,
dividuandone la sua funzione.
cerchi di formulare il minimo indispensabile di rappresentazioni, dando luogo così al
mine, ad un’immagine di sintesi o concetto globale, cercando poi di trattenerla
eramente in tutte le sue fasi, dinanzi alla coscienza obiettivamente, come se essa fosse
mmagine iniziale dell’oggetto.
ò non deve essere un rievocare l’oggetto iniziale ma un contemplare in un unico quadro
sieme delle rappresentazioni create, quale sintesi totale, però riassunte in un’unica
magine.
esempio per la concentrazione su uno spillo:
analisi fisica dello spillo(peso, misura, dimensioni).
utilizzo pratico dello spillo.
come e chi ha inventato lo spillo?
come si costruisce uno spillo?
estrazione da parte dell’uomo della pietra minerale.
fusione con il fuoco.
confezionamento meccanico.
sono ottenute 4 fasi o rappresentazioni chiave; pietra-uomo-fuoco-macchina.
può a tal punto sommare una sull’altra le 4 immagini, facendole trapassare l’una
l’altra, così da formare un sovrapponimento delle 4 forme.
n importa se l’immagine che si genera nella coscienza potrà apparire grottesca o irreale;
chiave sta nel realizzare un “qualcosa” che sia l’insieme di tutto quel pensiero che ha
nerato la creazione dell’ente spillo.)
può anche eleggere, quale simbolo di sintesi delle 4 rappresentazioni, l’iniziale Spillo,
solo dopo averlo rievocato togliendogli man mano tutti i dati sensibili (colore, peso,
nghezza, larghezza): deve rimanere davanti a noi non la percezione in immagine dello
llo, ma il sentore o il sentimento che un quid è lì davanti a noi, quale sintesi di varie
ppresentazioni che lo hanno creato.
anto più tempo tale immagine-sintesi può venir contemplata, tanto più la concentrazione
iene esperienza dello Spirito.
ella Concentrazione su oggetti creati dall’uomo, il discepolo giunge a vedere e contemplare
proprio pensato, ciò che egli stesso ha creato nella sua mente quale demiurgo umano;
mmagine che appare è frutto della sua fantasia; ma non per questo essa non è comunque
pressione di una realtà esistente nel mondo sensibile. Nella meditazione su enti della
ura egli contempla un pensato più potente: quello della Natura creatrice.
rante l’esercizio, è fondamentale non lasciarsi distrarre da alcun altro pensiero: se ciò si
ifica, non si deve ricominciare dal punto in cui si è persa la concentrazione, ma bensì
alire la rappresentazione estranea che si è inserita, sino al punto in cui è illegittimamente
ervenuta.
concentrazione non deve aver nulla a che fare con processi speculativi: non è ammesso
erire giudizi personali nell’avvicendarsi delle concatenazioni rappresentative.
discepolo deve cominciare all’inizio, muovendo in sé i pensieri dialettici usuali, razionali,
n quelli universali. Se il discepolo cominciasse all’inizio a concentrarsi su pensieri
iversali, non arriverebbe mai ad essi, introducendovi sempre qualcosa del rappresentare
nsibile.
CONCENTRAZIONE PROFONDA
mmagine di sintesi o di sentimento che si ottiene alla fine della concentrazione deve starci
nanzi obiettivamente; non ha importanza quale forma rivesta, o che non abbia alcuna
ma.
n ci si deve preoccupare di dover vedere qualcosa con una determinata forma, ma bensì
vedere, meglio sentire, dinanzi a sé un quid che simboleggi la sintesi-pensiero. Tale quid
ò anche essere un nulla e tuttavia esserci.
o deve apparire come una sorta di formula matematica, arida e obiettiva.
e quid deve venire contemplato con calma, decisione e sottile volontà, escludendo da sé
alsiasi moto di sentimento, emozione e passione.
divenire capaci di contemplare l’immagine-sintesi con purità silenziosa rappresenta
erimentare la liberazione dell’Io dall’anima, l’inizio della sua autonomia dal corpo astrale.
e liberazione, raggiunta anche solo per qualche momento nella concentrazione, si presenta
discepolo come un’esperienza di sentimento di sicurezza e fermezza. E’ tale sentimento
e si dovrà poi far discendere nei centri sottili.(vedi “potere della Croce”)
biettivo è il divenir capaci di sviluppare attenzione pensante al di fuori
l’organismo dal quale ci si è sinora animicamente identificati. Occorre praticare una
ta distinzione fra l’essere in noi che pensa e l’essere che in noi sente. Il secondo deve tacere.
atti il sentire, per sua forza, ricongiunge la coscienza con la corporeità, paralizzando le
ze dell’anima.
SILENZIO MENTALE
alora si sia ottenuto l’oggettivazione del pensiero contemplato, ci si deve condurre ad
assoluta quiete; congiungendosi con l’essenza di quel pensiero, si deve silenziosamente
tare che l’anima interferisca con giudizi o emozioni. Deve cessare la dialettica, restare la
a Silenziosa immagine di quel pensiero.
ni esperienza superiore è mediata dal silenzio mentale: esso prepara all’esperienza del
oto;
esti viene ottenuto tramite l’eliminazione volitiva di tutti i contenuti sensibili ricavati
mite il silenzio mentale. E’ un silenzio radicale. Qualsiasi ascesi superiore, presuppone la
pacità di saper eliminare dalla coscienza i contenuti evocati o suscitati.
Il conseguimento del silenzio mentale costituisce una positiva conquista dello
sperimentatore, una segno del giusto procedere nella disciplina.
LA RESPIRAZIONE
espiro è normalmente nell’organismo, l’espressione ritmica del dominio dell’astrale inferiore.
scesi del sentire muta tale predisposizione in espressione dell’astrale superiore.
n deve essere una disciplina respiratoria antica che si rivolge al moderno, a ristabilire il
mo del respiro dell’astrale superiore, bensì l’ “Atarassia” o vuoto della vita psichica, di
ntimento.
Il respiro è normalmente il supporto del Sentire.
ria è il veicolo sensibile della Luce. Qualora il discepolo svincoli il respiro dal sistema
voso, in conseguenza alla pratica della quiete del sentire, può giungere a percepire
emento spirituale che vive nel suo respiro: ha l’esperienza dell’Arcangelo dell’aria.
irito di popolo)
egreto della Pietra filosofale è legato alla conoscenza di tale fatto.
IL SONNO E L’ASTRALE
sottolineato che il fenomeno del sonno riguarda solo la testa dell’uomo, dove si verifica un
utamento della polarità della coscienza, mentre il resto dell’organismo eterico-fisico permane
l’astrale e l’Io nel medesimo rapporto che ha nello stato di veglia.
rante la veglia, l’astrale opera distruttivamente tramite l’influsso di passioni e istinti
l’organismo fisico eterico, perché manca della connessione cosmica con l’Io, causata dal
vello; nel sonno tale connessione viene ristabilita, generando una dimensione spirituale
ale.
lla testa l’uomo è ordinariamente alla mercé degli istinti e delle passioni: ciò si ripercuote
l’astrale inferiore. Ogni insorgenza dell’astrale inferiore contro il superiore ostacola il
tacco di quest’ultimo, impedisce o rende più difficile il processo del sonno.
LA MEDITAZIONE
a distingue dalla concentrazione per il fatto che quest’ultima prende in esame un tema o
oggetto indipendentemente dall’importanza del suo significato, solo quale sintesi di
nsiero; nella meditazione invece, il contenuto spirituale di un ente deve avere molta
portanza spirituale, tanto da suscitare un’immagine per forza propria.
lla meditazione si deve scegliere un contenuto attingendolo dalla Scienza dello spirito o
la Saggezza tradizionale: una frase, un’immagine, un simbolo; esso deve esser capace di
uonare per forza propria nell’anima.
“l’oro terrestre è la traccia minerale del Sole.” Oppure. “nella Luce vive Saggezza” o
cora:“nel fluire del mio pensiero sento il Dio che opera nell’universo”.
n si deve analizzare il rapporto dei concetti contenuti nella frase, bensì si deve assumere
mmagine quale direttamente si dà nelle parole: accogliere l’immediato risuonare di queste
l’anima. Le tre forze dell’anima verranno richiamate automaticamente da tali contenuti.
editare è alimentare con le proprie forze, per un dato tempo, la permanenza del
ntimento corrispondente che sorge dalla contemplazione di un ente o di un’immagine
mbolica. Occorre lasciar vivere nell’anima tali sentimenti, e qualora tendano a
gnersi, a smorzarsi, il discepolo deve rinnovarli continuamente, cercando di farli
orgere in sé mantenendoli alcuni minuti nella coscienza, così da impregnarne l’anima.
POTENZA DELL’IMMAGINAZIONE
a è la forza che ordinariamente nell’uomo, si esplica come pensare immediato; si
prime nel suo basso presentarsi, come facoltà di rappresentazione ; ogni creazione attinge
mpre come germe iniziale, da tale potere immaginativo del pensiero: come fantasia
ativa.
appresentare è l’iniziale immaginare, ma suscitato dall’anima senziente.
mmaginazione si attua attraverso l’arte della concentrazione e della meditazione.
concentrazione è già in sè un esercizio d’Immaginazione; parimenti la meditazione è
immaginare che congiunge le forze del sentire e del volere.
’immagine diventa dinamica e viva, quando la si può contemplare disinteressatamente,
me un quadro già fatto; la si deve volere con la massima forza, ma con assoluta assenza di
erminazione.
disciplina dell’immaginazione si coltiva col dedicare l’attenzione a determinate
ppresentazioni, sino a che esse non suscitino uno specifico sentimento. Come solitamente
un fenomeno esteriore a suscitare uno stato d’animo interiore, nell’immaginazione è lo
to psichico interiore a generare un fenomeno esteriore.
facoltà immaginativa si educa:
col lasciar agire su di sé, in uno stato di immobilità contemplativa, le immagini, i quadri
della storia cosmica dell’uomo, descritta dalla Scienza dello Spirito.
attraverso la contemplazione (Percepire Puro) della natura minerale o vegetale.
costruendo un’immagine secondo un determinato contenuto spirituale e
contemplando- la;(vedi meditazione della Rosacroce).
con l’immaginare un colore, astraendolo dal supporto sensibile mediante cui
normalmente si manifesta, in modo da contemplarne il contenuto non sensibile; ( per
es. si può immaginare l’accostamento di due colori, come il rosso e l’azzurro, e
percepirne il rapporto sottile, che deve sorgere vivente).
ve essere ben chiaro che in tutti tali esercizi lo scopo primo è di suscitare forti
timenti corrispondenti: è tramite la forza di questi sentimenti che si apre il varco allo
rituale.
mmaginazione è il primo grado del conseguimento della Magia interiore dei nuovi tempi.
ta la Creazione è il condensamento, sino alla mineralità, di possenti immaginazioni
nerate da Archetipi cosmici. Il mondo Spirituale alimenta il vivente mediante possenti
maginazioni.
pari, l’uomo può egli stesso creare immaginazioni, ma solo sino alla generazione di enti
vi di vita come le macchine, essendo il suo immaginare, privo di vita.
malattia fisica o psichica è un’immaginazione extracosciente incarnata.
lui che riesca a riconoscere le cause metafisiche del male, può operare su di sé la
arigione; ciò si consegue dando vita, per via di ripetizione e ritmo, a determinate
magini chiave.
facoltà immaginativa viene conseguita tramite il ritmico e ripetuto esercizio della
centrazione e meditazione; colui che sia carente di devozione, può immaginare la
vozione.
rante l’ascesa alla immaginazione il discepolo deve liberarsi assolutamente dei propri
pulsi egoici; se questi non venissero eliminati, darebbero luogo ad una demoniaca magia
maginativa.
sceta deve possedere il pensiero puro; difatti ciascuno realizza ciò che immagina:
scuno trova fuori di sé ciò che immaginativamente alimenta all’interno di sé. L’uomo impuro
n può non incontrare fuori di sé l’impurità; il puro incontra sempre ciò che è puro.
mmaginazione può distruggere se usata erroneamente, o se sfugge al controllo
l’operatore; si può gravemente danneggiare sé stessi o gli altri.
tal motivo il mondo spirituale non concede tale potere facilmente; una volta ricevuta, il
cepolo deve per tutta la sua vita, esercitare un continuo controllo della sua istintività,
otività e spontaneità.
GLI ISTINTI
i giungono ad usare l’Io: sono la massima forza che l’uomo disponga. Il pensiero non ha
sé la forza e la potenza che vi è negli istinti.
rte della concentrazione mira a fortificare il pensiero affinché esso diventi capace di avere
potenza di un istinto.
diante la disciplina, è possibile dominare gli istinti.
stinto sommerge l’Io; l’arte è contrapporre un Io più potente alla corrente istintiva.
corre che la potenza degli istinti divengano strumento dell’Io.
ò viene conseguito tramite la pratica degli esercizi della volontà.
ò con la concentrazione e la meditazione la volontà si rafforza, ma è maggiormente
ssibile attraverso l’esercizio dell’Azione pura, che consiste nell’imporsi doveri non
hiesti dalla routine quotidiana: azioni semplici e poco significanti da realizzarsi tramite
a predeterminazione ed esecuzione in precisi periodi periodi di tempo. Occorre
odurre azioni fini a sé stesse, ad un’ora prefissata della giornata.
LA CALMA
rrisponde al vero naturale e spontaneo stato spirituale dell’anima; il realizzare la calma
nifica eliminare lo spirito di avversione esercitato dall’ego, ripristinando la vera natura
l’anima.
a tecnica, qualora si divenga spazientiti da un individuo, consiste nell’esercitasi a
igere l’impulso di disprezzo, di antipatia o di odio non verso la persona, ma bensì contro
Spirito dell’errore e della menzogna che in lui agisce, utilizzandola come suo veicolo.
individui esecutori di azioni riprovevoli, sono in realtà esseri posseduti dalle Entità
acolanti. Occorre dunque aiutare coloro che sopportano il sacrificio di quella
ggezione.
comprensione e il perdono per tutti deve sorgere dalla Conoscenza.
ltre, ciò che ci viene incontro dagli altri è sempre un prodotto del karma: il loro
mportamento nei nostri confronti non viene dal loro Spirito libero, ma da una coercizione
ginatasi da una pre-determinazione in comune fra noi e l’altro.
utto va come deve andare”; questa è la frase chiave per indurci alla calma.
LA PREGHIERA
meditazione è il processo cosciente di elevazione dell’anima verso il Divino da parte
l’elemento divino nell’uomo: l’Io; la Preghiera invece è l’elevazione dell’anima mediante
natura umana, la quale domanda al Divino una particolare richiesta.
preghiera deve sempre non essere egoica per essere vera, altrimenti non ha forza alcuna;
si riesce ad ottenere una richiesta egoica, ciò è dovuto ad una sorta di patto fra l’uomo e
Potenze Sub-sensibili inferiori, il quale crede di riceverla dal Divino, ma che di divino
n ha nulla.
deve pregare senza parole, in intento profondo di sole immagini; ciò che si deve
edere, non deve partire da noi, ma deve venirci suggerito dalle Forze spirituali
ocate: la preghiera più efficace e possente è comunque quella senza oggetto e fine, la
ale diviene così naturalmente una richiesta a favore di tutta la comunità umana.
preghiera è la mediazione umana per le variazioni o gli aggiustamenti del karma
lettivo; la potenza mistica della preghiera deve poter essere utilizzata come potenza di
ontà spersonalizzata, capace di sollecitare variazioni evolutive nel karma.
a implica la connessione con il Principio Solare, il Cristo: “il Signore del Karma”.
mani congiunte nella preghiera sono le conduttrici della potenza della preghiera; in esse l’Io si
prime più direttamente, senza mediazione cerebrale: per esse passa una saggezza
ocatrice che il pensiero non possiede.
mani aprono e chiudono un circuito di forza, in cui è presente l’infinita Potenza del
mo; possono benedire e guarire perché la forza magnetica dell’anima, si fa mediatrice
raverso di esse, dell’Anima cosmica.
mmagine della Vergine è il simbolo dell’intento profondo della preghiera.
L’OPUS SOLARE
sa ha inizio quando i mutamenti che l’Io ha conseguito nel corpo astrale, tramite la
atica della meditazione, giungono ad imprimersi nel corpo eterico.
alsiasi mutamento interiore finisce sempre col volatilizzarsi, tendendo a ritornare
antica sua natura, ove esso non sia stato impresso nel corpo eterico, ossia non sia
enuto parte del carattere e del temperamento del discepolo.
possibilità che le acquisizioni interiori s’imprimano nel corpo eterico dipendono dall’Io, dal suo
ere di volontà trasmutante e creatrice. Tale Forza di volontà proviene dal Principio
ogos” che è immanente nell’Io.
IO SUPERIORE
rdinaria coscienza di veglia, o egoica è, rispetto a stati di coscienza superiori, pari ad uno
to di sogno o addirittura di sonno profondo.
L’ASCESI E L’EGO
sforzo, le discipline e il rigore dell’ascesi sono mezzi dell’ego ancora non capace di
lizzare la propria estinzione. Occorre che l’ego esaurisca tutte le velleità di
oaffermazione e di elevazione, affinché si realizzi la sua Morte e la sua Risurrezione. La
a crocifissione quotidiana non ha senso se non si giunge alla sua Morte e alla sua
urrezione.
crocifissione deve diventare un atto della volontà, che realizzi la Morte e la Resurrezione.
diante l’ascesi, l’ego tenta di sopravvivere, vuole evitare che l’atto ultimo della sua Morte si
mpia. In realtà il suo sparire, il suo morire, è insieme il suo Risorgere quale Io superiore.
goismo vuole comunque sé stesso, anche attraverso la propria distruzione; si tratta di
pire che l’ego non va distrutto, annientato, ma solo condotto al suo non-essere: al suo
o essere individuale.
LA FORZA DELL’EROS
il potere primordiale dello Spirito, privo della sua virtù unitiva. Esso ha la sua sede nel
ore.
via al Sacro Amore passa per la liberazione del pensiero.
Rappresentare esprime il principio femminile, il Volere quello maschile.
LE BRAME EROTICHE IMPEDISCONO LA REALIZZAZIONE DELLO STATO
INIZIATICO DI ISPIRAZIONE E INTUIZIONE
no a che il discepolo non ha conseguito l’assoluta padronanza delle impressioni e delle
mmaginazioni erotiche, egli non può avere la reale esperienza solare del pensare, né
portarsi oltre la forma preliminare della coscienza immaginativa.
sperimentatore che sappia utilizzare le forze dell’Eros viene assunto dai Fratelli della
sacroce tra i candidati alla “Aurea Operatio Lunae”, che è l’esperienza del Graal.
IL SACRO AMORE
a relazione anelata , di continuo distrutta e tradita dalla coppia umana.
tale Sacro Amore tende a riafforare il potere d’eternità in esso insito.
coppia che conosca il Sacro Amore è veramente “morsa dal Drago”, perché acquisisce
cienza dell’antico male insito nell’anima senziente. Il morso del Drago non si cicatrizza.
ferita di Amfortas è inguaribile, ma verrà risanata dalla lancia riconsacrata da Parsifal.
coppia iniziatica deve sanare l’antica ferita, causatrice della caduta nei corpi fisici: deve
onoscere nella via dell’Eros due aspetti: quello che porta alla degradazione e quello che
nduce al risanamento.
la coppia iniziatica non può esservi senso d’esistere, senza restaurazione cosciente della
eltà al Sacro Amore: l’elemento in cui risiede il più alto Potere di virtù sanatrice.
corre fair sì che il potere del Logos faccia dell’Eros il suo veicolo nell’anima, affinché
venga la trasmutazione pura della natura animale.
lui che vince l’Eros, diviene un eroe solare: incontra il Sacro Amore.
punto: ho scritto la frase precedente di mia volontà, senza attenermi al testo, su mia
irazione, pur non sapendo nulla sul tema, rischiando quindi di sbagliare: nella pagina
uente, Scaligero la riporta tale e quale.)
sceta deve poter conoscere il senso ultimo dell’Eros, prima di percepirne il potere:deve
oscere il segreto della resurrezione fondato sulla Terra dal Redentore.
deve prima morire, per poter risorgere. Anche l’anima deve morire, se vuole risorgere.
KARMA
casualità o casistica, non esiste: tutto, al di fuori della libertà dell’uomo, è necessità:
ma.
corre discernere cosa esiga il destino, mediante determinati eventi, particolarmente quelli
ui si è più sensibili. L’evento, come un simbolo, tende a parlarci o a insegnarci qualcosa.
poter divenire indipendenti dal karma, dall’antica Legge, occorre saper penetrare il
roscena del karma.
o l’uomo libero può spezzare le concatenazioni karmiche, liberandosi da queste: lo può
e solo interrompendo le spirali di necessità ineluttabili, con un superamento della ferrea
ncatenazione karmica. Attraverso l’amore e il Perdono.
in una vita precedente un tale ci uccise, il karma ci spinge ad un’inevitabile pareggio: noi
bbiamo a nostra volta, uccidere lui, in questa esistenza: ma in tal modo nella vita
ccessiva costui sarà costretto a ucciderci di nuovo e così all’infinito sino a che il nostro Io
suo Io non diventino capaci di accogliere forze di libertà coscienti. Anziché pareggiare
egual modo una causa necessaria, occorre “rimettere i peccati” all’altro attraverso
espiazione animica della sua colpa, accendendo anche nell’altro la possibilità a sua
ta, di trovare in sé l’essere libero.
lotte e le guerre non cesseranno nel mondo sino a che la legge del karma, la ferrea
ccanica dell’occhio per occhio dente per dente, dominerà totalmente l’uomo incapace di
ermarsi con il suo Principio della Libertà: virtù capace di interrompere la concatenazione
Necessità, attraverso il Perdono.
biettivo non deve essere la punizione o la vendetta, ma l’estinzione dei propri debiti nella
operazione all’estinzione dei debiti altrui.
il male che ci accade, non bisogna accusare gli altri, ma sé stessi.
to viene inscritto nel Libro dell’Ordine Universale, ove nessuno, materialista o
ritualista, sfugge, sino a che l’Io dell’uomo non verrà destato come essere libero, cioè per
more, per virtù del sacrificio di sé: questo è il messaggio del Cristo.
FRATERNITÀ E SOCIALITÀ
fraternità è il segno della presenza dello Spirito nell’uomo; essa, intesa solo come
azione limitata all’ambito di gruppo non è vera. E’ vera solo qualora quando riesce a
nifestarsi verso gli esseri che appaiono fuori da tale cerchia.
n vi è merito di amare coloro con i quali si è d’accordo.
gruppo in cui il concetto di fraternità si arresta entro il limite dell’ideologia coltivata in
mune, fuori della quale si vedono solo esseri con cui non è possibile intesa, non conosce
ora il Nuovo Testamento. Essa vive ancora nell’antica legge, la legge del gregge.
ni uomo deve essere ritenuto necessario e insostituibile; un essere che non sa andare
ontro all’altro in quanto individualità umana, al di là di razza, chiesa o partito, non può
si libero.
i ha bisogno del pastore che lo diriga.
società non ha idee, ma ideologie: l’idea è un essere vivente; l’ideologia è il prodotto
lettico, ossia il riflesso, ottenuto tramite lo speculare cerebrale sull’idea.
spirito dell’Inquisizione operante nel medioevo, il quale stabiliva ciò che era dentro o
ori dall’infallibile verità della Chiesa, oggi trova la sua reincarnazione nel dogmatismo
la società ideologica, alla quale manca il moto vivente del pensiero, o dell’idea.
ASCESI
niziazione è in realtà la conquista di un’alta moralità: un elevarsi al grado di santità.
ma è necessaria l’auto-conoscenza per la purificazione del corpo senziente o astrale o
rpo di brama”.
ni scelta che non sia scelta dell’Io non è libera, perché appartiene al corpo astrale.
ella vita ordinaria, l’Io può operare nell’umano a condizione che esso si immerga nel
po astrale, identificandosi così con le forze del corpo astrale: pensare, sentire e volere.
omo dice “io” al suo corpo astrale, non al suo vero Io.
e identificazione dell’Io nel corpo astrale causa un depotenziamento inevitabile dell’Io
sso.
i deve pur passare in questa falsa identificazione, per potersi identificare dal Tutto dello
rito:
ve soggiacere alle funzioni del corpo astrale, e credersi quest’ultimo.
o appare quindi come un elemento che vive in una situazione contraddittoria ed
bigua;
o opera mediante il corpo astrale mediante un’immedesimazione in esso, che agisce in
a vece:da ciò ne trae l’identità inconscia con la sua natura corporea.
conseguenza l’Io non esprime quindi lo Spirito, ma la natura, la razza, il temperamento
li istinti insiti dell’anima razionale e senziente: usufruisce come suo veicolo del corpo
rale che è dominato da Entità avverse all’uomo, tendenti a possedere l’umano.
lo la liberazione dall’illecita identità con il corpo astrale, può dar modo all’Io di
ntificarsi con sé stesso, realizzando così la rettificazione e la nascita della natura
periore dell’astrale: percepire cioè la vera natura cosmica delle tre forze dell’anima.
mpre, il corpo astrale si sostituisce all’Io operando con l’autorità dell’Io: tutte le ribellioni, le
oganze, le imposizioni, le ambigue redenzioni sono la rivolta, inganno del corpo di brama.
rivolta non è opera dell’uomo: essa è occultamente manovrata da Entità avverse
’uomo.
’astrale che rivendica per sé una libertà che non gli è lecita: essa appartiene solo all’Io.
i Entità, che trovano il loro campo di dominio sull’uomo operando sull’eterico e
l’astrale, vorrebbero possedere l’uomo per poter esprimere sé stesse su un piano ad Esse
micamente vietato, ma nel quale possono affermarsi mediante il potere di libertà
l’uomo, a lui sottratto per incantesimo.
PEDAGOGIA
mondo attuale pratica nell’uomo un’ipnosi che tende ad attuare una contro-iniziazione.
nticipare al bambino impulsi e istinti di autonomia, in età in cui il suo Io non si è ancora
ermato, causa inevitabilmente una prematura identificazione con questi, non con l’Io.
bambino mancherà in futuro, della necessaria forza per porre ad obbedienza il suo corpo
rale, portando maggiormente quest’ultimo a sostituirsi all’Io: ciò sarà causa di nevrosi e
crimini.
ovviare a ciò è necessario coltivare nell’infante sentimenti di obbedienza, devozione e
mirazione.
IL SENTIERO DELL’INIZIAZIONE
niziato non deve divenire un’entità superiore che infranga le Leggi Universali, ma un
noscitore e un esecutore perfetto di Queste. All’Iniziato che commette infrazioni,
ovvede comunque sempre ferreamente il karma.
o a che lo Spirito, l’Io, è dominato dagli impulsi del corpo astrale che lo identifica
l’Ego, qualsiasi espressione di libertà è l’ignoranza o non-conoscenza delle Leggi
iversali.
può parlare di vera libertà dell’azione solo quando lo Spirito dell’uomo possiede in sé la
noscenza di tale Leggi: egli muove dall’Essenza della Legge stessa, essendo lui stesso
tanza di Legge; allora l’azione libera coincide con l’azione morale.
niziazione è la restituzione della condizione originaria dello Spirito dell’uomo, malgrado
ua incarnazione umana.
omo tramite i sensi ha scambiato la parvenza con la realtà, potendo realizzare la libertà:
o la realtà può costringere il pensiero, non l’apparenza. Egli vede la Maya.
percezione fisica, se fosse operata senza l’uso del corpo astrale, sarebbe una relazione
etta dello Spirito con la corporeità; difatti la corruzione dei dati attinti dal mondo
nsibile non è dovuta agli organi di senso, ma dall’azione operata sulle impressioni
nsoriali dal corpo astrale.
o altera tali dati sensibili.
aticando il Percepire Puro sugli enti del mondo, il pensiero liberato rivela contenuti
anti in sé un’essenza normalmente ignorata, perché mai portata a manifestazione.
e essenza, si mostra all’indagatore come la corrente primordiale dell’astrale non corrotta,
bene sia stata resa manifesta dalla purificazione del corpo astrale stesso.
sperienza dei sensi può divenire l’esperienza diretta dello Spirito, nella misura in cui il
nsiero liberato sollevi il corpo astrale al suo reale livello.
LA GUARIGIONE SPIRITUALE
un servigio che l’asceta può, qualora gli sia consentito, donare ai propri fratelli umani.
isanamento del male è possibile solo se richiesto per gli altri, non per sé stessi: la salute
rsonale deve essere il risultato della retta ascesi.
scesi solare guarisce quotidianamente l’asceta dal suo male; d’altro canto vi sono malanni
e l’asceta porta con sé come aiuti spirituali che gli consentono di non conoscere tregua
n la brama animale della vita, o come aiuti alla guarigione altri.
può essere guaritore solo in quanto non si presuma di esserlo, e si curi di non apparire
me tale; si deve guarire senza che il mondo lo sappia: qualsiasi qualifica di guaritore,
ralizza nell’asceta tale forza.
guaritore può operare solo qualora induca il paziente a mutare e a purificare il proprio
rale, che è connesso con il karma: ciò a mezzo della vera preghiera non per sé, ma per
tro.
CRISI INTERIORE
alora non vi sia miglioramento in una pratica, in una crisi o in una malattia, significa che
ta usando un metodo sbagliato; occorre tornare indietro e ricominciare daccapo.
a saggezza è l’umiltà di ricominciare daccapo.
tali momenti di crisi, l’arte è il “non resistere”; occorre lasciare liberamente scorrere il
vimento animico in atto così da giungere a contemplarlo.
l non resistere, nel non opporsi, l’anima comincia a raccogliere le proprie forze. Deve
ere l’Io a riconoscere un Io che guarda dal di fuori ciò che accade nell’anima oggettivata.
nima è ancora ignota all’uomo; vi è nell’anima una zona profonda sconosciuta all’Io,
ché occupata dalle Entità ostacolatrici, che generano nell’anima l’insicurezza, la paura
l terrore. Il ricordarsi intensamente in momenti di crisi, che nell’Io vi è il potere
olutamente non spodestabile è già far affiorare la presenza dell’Io.
crisi si presentano per mancanza di presenza dell’Io: non si ha memoria di essere un Io
ino.
presenza dell’Io attua la presenza di un Potere trascendente che anche se non veduto, è
ssoluto signore delle forze dell’anima, Ostacolanti compresi.
corre ricordarsi di essere lo sperimentatore esterno, non ciò che si sperimenta nell’interno.
cnicamente occorre isolarsi come Io dalla situazione agente nell’anima, tanto da
ettivarla dinanzi a sé.
rte è non combattere con le stesse forze coinvolte e ammalate dell’anima, ma lasciar
mbattere l’Io, vietandosi di reagire con la tensione e la debolezza.
ogna scaricare tutto, istinti, timori, paure sull’Io: l’unico che può attraversale senza
erne toccato, per poi rettificarle. La presenza dell’Io è il Principio dell’invulnerabilità e
l’assoluta identità con le Entità creatrici del mondo.
sofferenze, le crisi sono il realtà solo momentanei e brevi momenti di morte destinati a
ssare.
L’ANGOSCIA
una forza di tipo “vampirico”, che esercita dall’eterico/astrale, influenza sul fisico.
ercizio: immaginare l’angoscia come se essa fosse uno stagno raffermo, ove occorre far
rare una corrente più forte che lo muova e lo renda fluente: l’Io.
n si deve resistere all’angoscia, ma lasciarla essere sino al massimo della sua
ressione.
a è in realtà nient’altro che il segno della brama di vita delusa. Occorre utilizzare la
opria forza di autoannientamento davanti ad essa, un annientamento voluto.
al punto l’Io si libera, e agisce su di essa.
LA STANCHEZZA
a riguardo unicamente il sistema nervoso; difatti è solo il cervello a stancarsi: la corrente
rica è invece per sua natura inesauribile. Il pensiero, indipendente dal cervello potrebbe
nsare all’infinito, senza stancarsi. Si stanca il cervello, non il pensare.
ero guaritore della stanchezza è la pratica del pensiero svincolato dalla cerebralità.
pensiero può dar modo al corpo eterico di operare sul corpo fisico come durante il sonno.
concentrazione e meditazione, producono lo svincolamento dell’astrale e dell’Io
l’eterico-fisico, come durante il sonno; in tal modo è possibile l’azione edificante dell’Io.
LA GIOIA DI ESISTERE
ramente una gioia è pura. Sempre cercata, non è mai realmente posseduta; la brama di
a non è mai appagata. Solo la gioia di essere, e la gioia di servire il Divino, come vere,
ncidono.
sceta può attraverso il godimento, che generalmente lo conduce all’animalizzazione,
prire lo Spirito, avvertire in lui una sorta di magico veicolo.
i deve esercitarsi con determinate sensazioni di gioia, estrarre da esse il moto puro
l’anima, attraverso il Percepire Puro.
LA DIETA
the ostacola la concentrazione, mentre il caffè la propizia. Il reale oppositore è l’alcool:
o è una sostanza particolarissima della natura.
colui che pratica un’ascesi, o apprende conoscenze soprasensibili, l’alcool esercita
ricamente in lui un effetto molto maggiore che non rispetto ad un uomo comune. Alcool
ieme ad esercizi spirituali portano su un terreno pericoloso.
ll’alcool vi è una forza paragonabile a quella che l’Io dell’uomo ha sul sangue.
vendo alcool si accoglie nel sangue un Io antagonistico, in diretta opposizione all’azione
l’Io spirituale.
iner: “L’alcool è assolutamente da evitare; la dieta vegetariana non è indispensabile,
favorevole.” “ I membri della classe esoterica non devono bere alcool.”
hi vuole comprendere la dottrina della reincarnazione ed elevarsi al di sopra della
rsonalità transitoria deve astenersi da bere vino; (dice ancora Steiner) chi beve vino non
iverà mai alla visione di ciò che è impersonale nell’uomo.”
a quando l’umanità cominciò a bere vino, l’idea della reincarnazione si oscurò
pidamente e finì per sparire dalla coscienza collettiva; restò intatta solo negli iniziati, i
ali si astenevano dal berlo. Il vino causa un oscuramento della forza di memoria del
po eterico.”