Sei sulla pagina 1di 3

AUSTIN OSMAN SPARE

E
FREDERICK CARTER

IL DISEGNO AUTOMATICO

Pubblicato in “FORM”, N° 1, vol. I, Aprile 1916, ed in lingua italiana in Primordia No VIII,


Milano, Marzo 1996. Traduzione di Roberto Migliussi.

Dalla carne dei nostri fratelli sbocciano i sogni e le memorie degli dei.

Esiste una pressione continua sull’artista, differente dalla semplice lusinga dell’in-
teresse e dell’abilità che si affina, di cui egli è talvolta parzialmente conscio ma rara-
mente consapevole. Egli apprende prima o poi nella sua carriera che il potere della
riproduzione letterale (come quella dell’apparato fotografico) gli è appena utile.
É così costretto a scoprire, dagli artisti che lo hanno preceduto, l’esistenza, nella
rappresentazione della forma reale, di sostituti delle esattezze immediate; egli scopre
in sé stesso una coscienza selettiva ed è soddisfatto, di solito in larga misura, dal vasto
campo offerto da questa estesa e semplice consapevolezza.
Eppure al di là di questa consapevolezza esiste una regione, molto più grande di
quella, da esplorare. L’intelletto oggettivo, dunque, deve essere attaccato dall’artista, e
deve essere usato un metodo subcosciente per correggere l’accuratezza della visione
conscia. Nessuna somma di abilità manuale e consapevolezza dell’errore produrrà un
buon disegno. Un recente testo sul disegno di un noto pittore è un esempio calzante; in
esso gli esempi dei Maestri dell’Arte del Disegno possono essere comparati alla per-
sonalità dell’autore-pittore, fianco a fianco, ed è possibile inoltre esaminare la futilità
del solo interesse ed dell’abilità.
Segue quindi che è altresì necessario disporre del “soggetto” in arte (ovvero nel
senso illustrativo o complesso). Così l’atto di liberare la mente da concessioni non
essenziali permette di ottenere, attraverso un medium chiaro e trasparente, senza pre-
giudizi di sorta, l’espressione delle forme e delle idee più esatte e sottili.

NOTE SUL DISEGNO AUTOMATICO

Uno scarabocchio “automatico” di linee torte ed intrecciate permette al germe del-


l’idea presente nella mente subconscia di esprimersi, o almeno lo suggerisce alla co-
scienza. Da questa massa di forme feconde, satura di fallacia, un debole embrione di
idea può essere selezionato dall’artista e condotto alla crescita ed alla potenza piena.
Con questi mezzi, le più profonde intensità della memoria possono essere ricondotte
a quella e le sorgenti dell’istinto attinte.
Tuttavia non si ritenga che una persona, non un artista, possa con questi mezzi
divenire qualcuno: ma quegli artisti che si sentono ostacolati nell’espressione, che si
ritengono oppressi dalle dure convenzioni di oggi ed anelano alla libertà, coloro i
quali si sforzano di ottenere l’espressione di sé stessi senza raggiungerla, nei suddetti
mezzi possono trovare potere e libertà altrimenti irraggiungibili. Così scrisse Leonardo
da Vinci: - “Tra l’altro non ho scrupoli a scoprire un nuovo metodo per aiutare l’inven-
zione; questo sebbene in apparenza insignificante, può nondimeno essere di conside-
revole supporto nell’aprire la mente e metterla sulle tracce di nuovi pensieri, ed è
questo: se guardi delle vecchie mura sudicie o la singolare apparenza di pietre venate,
puoi scorgere molte cose come panorami, battaglie, nuvole, pose insolite, drappeggi
ect. Al di là di questa mappa confusa di oggetti la mente sarà provvista di molteplici
schizzi e soggetti perfettamente nuovi”. Da un altro autore mistico: “Rinuncia alla tua
volontà affinché la legge di Dio possa essere in te”.

L’espressione curiosa del carattere data dalla calligrafia è dovuta alla natura auto-
matica o inconscia che si acquisisce per abitudine. Dunque il disegno automatico, uno
dei più semplici fenomeni psichici, è un mezzo di espressione caratteristico e se usato
con coraggio e onestà permette di registrare le attività subconsce della mente. I mecca-
nismi mentali usati sono simili a quelli dei sogni, che creano percezioni rapide di
relazioni nell’imprevisto, come sintomi sensoriali e psiconeurotici. Quindi si palesa
che singolo o non-conscio è una condizione essenziale e come in ogni ispirazione il
prodotto di involuzione, non di invenzione.
L’automatismo, essendo la manifestazione del latente, desidera (o vuole) che il sen-
so delle forme ottenute rappresenti le ossessioni non registrate in precedenza.
L’arte diviene, per mezzo di questo illuminismo o potere estatico, un’attività fun-
zionale che esprime in un linguaggio simbolico IL DESIDERIO VERSO LA GIOIA
IMMUTATA - IL SENSO DELLA MADRE DI TUTTE LE COSE - non l’esperien-
za.

Questo mezzo di espressione vitale libera le statiche verità fondamentali che, re-
presse dall’educazione e dagli usi consueti, giacciono sopite nella mente. É il mezzo
per divenire coraggiosamente individui; implica spontaneità e disperde le cause del-
l’irrequietezza e della noia.

I pericoli di questa forma d’espressione vengono dal pregiudizio e da prevenzioni


personali del tipo fisse convenzioni intellettuali o religioni personali (intolleranza).
Ne procedono idee di minaccia, dispiacere o paura, che divengono ossessioni. Nella
condizione estatica di rivelazione originatasi nel subconscio la mente esalta i poteri
sessuali ereditati (senza alcun accenno alla pratica o alla teoria morale) e mortifica le
qualità intellettuali. Dunque, osando credere, si raggiunge una nuova responsabilità
atavica - possedendo le proprie convinzioni - senza sforzarsi di razionalizzare idee
spurie tipiche di fonti intellettuali prevenute ed impure.
Il disegno automatico può essere ottenuto con metodi tipo concentrandosi su di un
SIGILLO - sia con ogni mezzo di svuotamento piacevole della mente e del corpo
ottenendo quindi uno stato di non-coscienza - sia opponendosi con la volontà al
desiderio reale che segue l’impulso organico a disegnare.
La mano deve essere allenata a lavorare liberamente senza controllo facendo sem-
plici forme con una complessa linea continua senza riflessione, per esempio la sua
intenzione dovrebbe appunto sfuggire alla coscienza.
Il disegno dovrebbe consistere nel permettere alla mano di scorrere liberamente con
il minimo di riflessione possibile. Nel tempo le forme saranno ritenute suscettibili
d’evoluzione, ispirando concezioni e figure, e in definitiva acquistando uno stile per-
sonale o individuale.
La mente in uno stato di oblio, scevra di desiderio di riflessione o di ricerca di
ispirazioni intellettuali materialistiche, è in condizione di produrre disegni ben riusciti
delle proprie idee PERSONALI, simboli del significato e della saggezza.
Con questi mezzi la sensazione può essere visualizzata.

Potrebbero piacerti anche