Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
E
FREDERICK CARTER
IL DISEGNO AUTOMATICO
Dalla carne dei nostri fratelli sbocciano i sogni e le memorie degli dei.
Esiste una pressione continua sull’artista, differente dalla semplice lusinga dell’in-
teresse e dell’abilità che si affina, di cui egli è talvolta parzialmente conscio ma rara-
mente consapevole. Egli apprende prima o poi nella sua carriera che il potere della
riproduzione letterale (come quella dell’apparato fotografico) gli è appena utile.
É così costretto a scoprire, dagli artisti che lo hanno preceduto, l’esistenza, nella
rappresentazione della forma reale, di sostituti delle esattezze immediate; egli scopre
in sé stesso una coscienza selettiva ed è soddisfatto, di solito in larga misura, dal vasto
campo offerto da questa estesa e semplice consapevolezza.
Eppure al di là di questa consapevolezza esiste una regione, molto più grande di
quella, da esplorare. L’intelletto oggettivo, dunque, deve essere attaccato dall’artista, e
deve essere usato un metodo subcosciente per correggere l’accuratezza della visione
conscia. Nessuna somma di abilità manuale e consapevolezza dell’errore produrrà un
buon disegno. Un recente testo sul disegno di un noto pittore è un esempio calzante; in
esso gli esempi dei Maestri dell’Arte del Disegno possono essere comparati alla per-
sonalità dell’autore-pittore, fianco a fianco, ed è possibile inoltre esaminare la futilità
del solo interesse ed dell’abilità.
Segue quindi che è altresì necessario disporre del “soggetto” in arte (ovvero nel
senso illustrativo o complesso). Così l’atto di liberare la mente da concessioni non
essenziali permette di ottenere, attraverso un medium chiaro e trasparente, senza pre-
giudizi di sorta, l’espressione delle forme e delle idee più esatte e sottili.
L’espressione curiosa del carattere data dalla calligrafia è dovuta alla natura auto-
matica o inconscia che si acquisisce per abitudine. Dunque il disegno automatico, uno
dei più semplici fenomeni psichici, è un mezzo di espressione caratteristico e se usato
con coraggio e onestà permette di registrare le attività subconsce della mente. I mecca-
nismi mentali usati sono simili a quelli dei sogni, che creano percezioni rapide di
relazioni nell’imprevisto, come sintomi sensoriali e psiconeurotici. Quindi si palesa
che singolo o non-conscio è una condizione essenziale e come in ogni ispirazione il
prodotto di involuzione, non di invenzione.
L’automatismo, essendo la manifestazione del latente, desidera (o vuole) che il sen-
so delle forme ottenute rappresenti le ossessioni non registrate in precedenza.
L’arte diviene, per mezzo di questo illuminismo o potere estatico, un’attività fun-
zionale che esprime in un linguaggio simbolico IL DESIDERIO VERSO LA GIOIA
IMMUTATA - IL SENSO DELLA MADRE DI TUTTE LE COSE - non l’esperien-
za.
Questo mezzo di espressione vitale libera le statiche verità fondamentali che, re-
presse dall’educazione e dagli usi consueti, giacciono sopite nella mente. É il mezzo
per divenire coraggiosamente individui; implica spontaneità e disperde le cause del-
l’irrequietezza e della noia.