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Edouard Schur

I grandi iniziati
Rama, Krishna, Ermete, Mos, Orfeo,
Pitagora, Platone, Ges
Breve stona segreta delle religioni
Alla memoria di Margherita Albana Mignaty

Senza di te, oh grande anima, mia amata, questo libro non avrebbe mai visto la luce.
Tu lhai alimentato con la tua fiamma possente, lhai nutrito col tuo dolore, lhai
benedetto con divina speme. Tu possedevi lIntelletto che scorge leterna Bellezza e
leterna Verit al di l dellEffimero reale; possedevi la Fede che smuove le montagne;
lAmore che risveglia e crea unanima; il tuo entusiasmo ardeva come fuoco radioso.
Ed ecco, ti sei spenta, sei scomparsa. Con ala tenebrosa, la Morte ti ha involato
nellimmenso Ignoto Ma sei miei occhi non possono pi contemplarti, so per che tu sei
pi viva che mai! Libera dalle catene terrene, dal grembo di quella luce celeste di cui bevi
a saziet mai hai smesso di seguire il mio lavoro, e ho sentito il tuo raggio fedele vegliare
fino al suo pmdestinato fiorire.
Se qualcosa di me dovr sopravvivere fra i nostri amici in questo mondo dove tutto
passa, vorrei che fosse questo libro, testimonianza di una fede conquistata e condivisa.
Come fiaccola eleusina, adorna di nero cipresso e narciso stellato, lo dedico allAnima
alata di Colei che mi condusse fin nel profondo dei misteri, afiinch diffonda il fuoco
sacro e annunci lAlba della Grande Luce!
LAnima la chiave
delluniverso
Prefazione

I grandi iniziati ebbe uno strano destino. La sua prima edizione risale al 1889 accolta,
allora, dal glaciale silenzio della stampa. Eppure, in un breve arco di tempo, le successive
edizioni si moltiplicarono, sempre pi numerose di anno in anno. I concetti espressi nel
libro erano apparsi sorprendenti alla maggior parte dei lettori, suscitando la diffidenza
dellUniversit e della Chiesa. La freddezza e lo sprezzo di cui i nostri critici pi
qualificati gratificarono questopera non le impedirono, per, di riscuotere successo in
tutta Europa.
Successo che il libro ottenne con le sue proprie forze e che gli consent di proseguire il
suo umile ma sicuro cammino attraverso l'oscurit. E me lo hanno dimostrato i messaggi
di simpatia che mi giungevano da ogni angolo della terra. Ne ho ricevuti da cinque
continenti. E questo plebiscito ebbe la sua eco anche in Francia. Durante la guerra del
1914-18 si accumularono sul mio tavolo innumerevoli lettere di consenso e di quesiti. Le
pi ponderate provenivano dal fronte. Ne segui un tale incremento nelle vendite che il
mio esimio e oculato amico Andr Bellessort ebbe a dirmi un giorno: Avete conquistato
non solamente il vostro pubblico, ma il pubblico.
I grandi iniziati oggi alla sua novantunesima ristampa. I clichs erano ormai
consumati e la casa editrice Perrin ha dovuto far ricomporre lintera opera, in vista di
una nuova edizione riveduta e corretta. Colgo loccasione per rendere omaggio alla
memoria di M. Paul Perrin, fine letterato dal giudizio penetrante e sicuro, che fu il primo
editore di questo libro e suo entusiasta sostenitore. Devo anche ringraziare di cuore i miei
amici Alphonse Roux e Robert Veyssi che per primi hanno condotto uno studio
approfondito sulla mia opera1, e Madame Jean Dornis, il cui brillante volume Un Celte
dAlsace ha fornito unintuizione geniale delle mie fatiche letterarie e poetiche. 2
Dal momento che I grandi iniziati ha proseguito la sua ascesa e superato ogni ostacolo
malgrado i pregiudizi tradizionali che gli sbarravano la strada, debbo desumerne che la
sua tematica possieda una propria forza vitale. Tematica che altro non che un
approccio lucido e deciso alla Scienza e alla Religione, la cui dicotomia ha scalzato le basi
della nostra civilt e ci minaccia catastrofi ancor peggiori.
Lunica via di riconciliazione sar quella di contemplare con mente nuova e sintetica il
mondo visibile e invisibile, mediante lIntuizione intellettiva e la Visione psichica. Solo la
certezza di unAnima immortale pu offrirci una solida base per la vita terrena - e solo
larmonia fra le Grandi Religioni, grazie ad un ritorno alla loro comune fonte di
ispirazione, pu garantire la fratellanza dei popoli e il futuro dellumanit.

1926
E. SCHUR

1
Edouard Schur, son oeuvre et sa pense, di Alphonse Roux e Robert Veyssi, Perrin, 1914.
2
Un Celte dAlsace, la vie et la pense dEdouard Schur, di Jean Demis, Perrin, 1923
INTRODUZIONE

LA DOTTRINA ESOTERICA

Sono convinto che vorr un giorno in cui il


fisiologo, il poeta e il filosofo parleranno la stessa
lingua e si comprenderanno. (Claude Bernard)
La peggiore infermit della nostra epoca che Scienza e Religione si presentano come
due forze nemiche e antitetiche. Infermit intellettuale, tanto pi perniciosa in quanto
viene dallalto e si insinua in maniera subdola ma inarrestabile nellanimo di tutti, come
sottile veleno respirato con laria. Ora, ogni infermit dellintelletto diviene a lungo
andare infermit dellanima e, di conseguenza, infermit sociale.
F ino a quando il cristianesimo si limit ad affermare ingenuamente la fede cristiana in
unEuropa ancora semibarbara quale era lEuropa del Medioevo, esso fu la pi grande delle
forze morali che plasm lanima delluomo moderno. Fino a quando la scienza
sperimentale, apertamente ricostituita nel XVI secolo, si limit a rivendicare i diritti
legittimi della ragione e della sua illimitata libert, essa fu la pi grande delle forze
intellettuali che rinnov il volto del mondo, liber luomo dalle sue catene secolari e forni
basi indistruttibili allo spirito umano.
Ma da quando la Chiesa, impossibilitata a dimostrare il suo dogma primario di fronte
alle obiezioni della scienza, vi si rinchiusa come in una casa senza finestre, opponendo la
legge alla ragione come un comandamento assoluto e indiscutibile; da quando la Scienza,
inebriata dalle sue scoperte nel mondo fisico, astraendosi dal mondo psichico e
intellettuale, si fatta agnostica nel suo metodo, materialista nei suoi principi come nei
suoi fini; da quando la Filosofia, disorientata e impotente fra questi due fuochi, ha in certo
qual modo abdicato ai suoi diritti per cadere in uno scetticismo trascendente da quando
accaduto tutto ci, si verificata una profonda frattura nellanimo della societ come in
quello dei singoli. Quel conflitto, in un primo tempo utile e necessario in quanto sanciva i
diritti della Religione e della Scienza, ha finito per diventare causa di impotenza c di
inaridimento. La Religione soddisfa le esigenze del cuore, e di qui la sua eterna magia; la
Scienza, quelle della mente, della forza invincibile. Ma da molto tempo ormai queste due
potest non si comprendono pi. La Religione senza prove e la Scienza senza speranza si
confrontano e si scontrano in una sfida senza vincitori.
Ne nasce una contraddizione profonda, una guerra tacita e occulta non solamente fra
Stato e Chiesa ma allinterno della stessa Scienza, in seno a tutte le chiese e finanche
nellintima coscienza di ogni individuo pensante. Chiunque noi siamo, infatti, a qualsiasi
scuola filosofica, estetica e sociale apparteniamo, portiamo dentro di noi questi due "mondi
nemici, apparentemente irreconciliabili, generati dalle due esigenze inalienabili delluomo:
lesigenza scientifica e lesigenza religiosa. Questa situazione, che si trascina da oltre un
secolo, ha senza dubbio contribuito non poco allo sviluppo delle facolt umane,
mantenendole in continua tensione, le une contro le altre. Ha infuso alla poesia e alla
musica accenti di straordinaria grandiosit e struggimento. Ma oggi, questa tensione
prolungata e iperacuta ha prodotto leffetto opposto. Come nellammalato alla febbre segue
la spossatezza, essa si trasformata in marasma, in disgusto, in impotenza. La Scienza
odierna si occupa esclusivamente del mondo fisico e materiale; la filosofia morale ha
perduto la guida delle Intelligenze; la Religione ancora governa, in certo qual modo, le
masse ma non regna pi sui vertici della societ; sempre grande per quanto concerne la
carit, non irradia pi la sua luce di fede. In questi nostri tempi, le guide intellettuali sono
degli increduli o degli scettici; del tutto sinceri e leali, ma che dubitano delle loro arti e si
scrutano lun laltro sorridendo, come gli uguri romani. In pubblico e in privato,
predicono le catastrofi sociali senza trovarne un rimedio; o ammantano i loro funesti
vaticin con cauti eufemismi. Sotto tali auspici, letteratura ed arte hanno perduto il senso
del divino. Disavvezzi agli orizzonti eterni, moltissimi giovani cadono in quello che i loro
nuovi maestri chiamano naturalismo, svilendo cos il bel nome di Natura.
Poich in quel bel termine altro non fanno se non lapologia dei bassi istinti, la belletta
del vizio o la raffigurazione compiacente delle nostre banalit sociali; insomma, la
negazione sistematica dellanima e dellintelletto. E la povera Psiche, perdute ormai le sue
ali, geme e sospira nellintimo di quegli stessi che la insultano e la annientano.
A forza di materialismo, di positivismo e di scetticismo, questa fine di secolo giunta a
una falsa idea della Verit e del Progresso.
I nostri scienziati che si servono del metodo sperimentale di Bacone per studiare
luniverso visibile con meravigliosa precisione e mirabili risultati, si fanno un concetto
totalmente esteriore e materialistico della Verit, convinti di raggiungerla grazie a un
coacervo di fatti. Nel loro campo, hanno ragione. La cosa grave che i nostri filosofi e i
nostri moralisti hanno finito per pensarla come loro. A questa stregua, senza dubbio le
cause primarie e i fini ultimi rimarranno per sempre impenetrabili allo spirito umano.
Supponiamo, infatti, di conoscere esattamente quanto succede, materialmente parlando, in
tutti i pianeti del sistema solare - il che, tra parentesi, sarebbe una straordinaria base di
induzione; supponiamo anche di conoscere chi siano gli abitanti dei satelliti di Sirio e delle
varie stelle della Via Lattea. Certo, sarebbe meraviglioso conoscere tutto questo ma ne
sapremmo forse di pi sulla totalit della nostra massa stellare, per non parlare della
nebulosa di Andromeda e della nube ardente di Magellano? Ci fa s che la nostra epoca
concepisca lo sviluppo dellumanit come uneterna marcia verso una verit indefinita,
indefinibile e per sempre inaccessibile.

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