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“Era una casetta piccolissima, senza finestre, con una sola porticina.
Sul tetto aveva un’enorme antenna televisiva, con un’infinità di bracci
metallici puntati in tutte le direzioni, come i tentacoli di una piovra.
In quella casetta abitava un omino che non usciva mai: dalla mattina a
notte inoltrata, seduto davanti al televisore, guardava ogni genere di
trasmissioni. Grazie a quell’enorme antenna riceveva i programmi di
tutte le stazioni televisive del mondo. Per questo non metteva mai il naso
fuori dell’uscio.
- Perché dovrei uscire di casa? - si diceva. - Ho tutto il mondo in casa.
Posso vederlo, sentirlo, sapere tutto ciò che vi succede.
L’abitudine di guardare la televisione l’aveva presa da piccolo. Infatti,
per farlo star buono, i genitori gli dicevano sempre: - Guarda la
televisione! E lui, buono buono, la guardava.
Se chiedeva di uscire, i genitori rispondevano: - Non abbiamo tempo
per accompagnarti, guarda la televisione! E lui, buono buono, la
guardava. Così era cresciuto sempre in casa, senza amici,
appassionandosi sempre più alla televisione. - Che m’importa di uscire, -
diceva ormai divenuto grande, - il mondo lo conosco bene, ce l’ho in
casa.
Un giorno sentì bussare alla porta. Aprì, e si trovò di fronte qualcuno
che disse: - Permette, posso entrare? - Scusi, lei chi è? - Come, non mi
Pier Cesare Rivoltella
Torino 1994.
4U.Eco, La struttura assente, Bompiani, Milano 1968; Id., Lector in fabula,
5Barthes,Miti..., p.7.
6Cfr.J.Lotman, Testo e contesto, Laterza, Bari 1980.
7Eco, La struttura..., p.7.
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L’analisi dell’audiovisivo in situazione formativa
anche per fatti culturali che non fossero opere letterarie il diritto a
rivendicare per sé lo statuto di “oggetti d’analisi”.
Queste due prospettive di lavoro costituiscono per la ME suggestioni
di straordinario interesse.
La demolizione del mito della trasparenza dei media, infatti, fornisce ai
media educators un valido spunto per considerare ormai superata
l’ingenua metafora della finestra sul mondo a lungo utilizzata per definire
la funzione rappresentativa della televisione ma facilmente esportabile
anche agli altri specifici — la stampa, in particolare. Scoprire il carattere
di costrutti dei testi mediatici significa, allora, doversi porre
necessariamente il problema pedagogico di come abilitare i soggetti a
relazionarsi criticamente con essi. L’analisi del testo trova qui la sua
prima fondata ragion d’essere: infatti, nessuna strumentazione
metodologica meglio dell’analisi può consentire quell’azione di filtro e di
certificazione delle diverse dimensioni comunicative del testo che risulta
essenziale al fine di produrre atteggiamenti di consumo “smaliziati”.
Quanto, poi, alla promozione a oggetto di studio scientifico delle
telenovelas, del fumetto o di altri prodotti dell’industria culturale cui la
semiotica, come abbiamo visto, contribuisce, va registrato come essa
produca l’istantaneo superamento della classica dialettica tra low e high
culture. Di provenienza teorica francofortese8 e alimentata dalle riserve di
un sistema scolastico ancora in larga parte arroccato in una difesa snob
delle humanae litterae, questa dialettica discriminava (e discrimina) i testi
della cultura bassa in favore di quelli della cultura alta, per cui se leggere
Dante è impresa in sommo grado culturale, essere tra i fan di Star Trek
sarebbe solo un comportamento di consumo. Superare una simile
impasse comporta una nuova attenzione ai linguaggi, la consapevolezza,
oseremmo dire, che proprio nell’attenzione ai linguaggi consiste lo spazio
fondamentale per l’educazione in una società dell’immagine come quella
presente9. In quest’ottica l’analisi funziona da strumento potentissimo di
8Si pensi ai contributi di M.Horkheimer e T.W.Adorno (Dialektik der Aufklärung.
Philosophische Fragmente, Querido, Amsterdam 1947; tr.it., Dialettica dell’illuminismo,
Einaudi, Torino 1966) o di W.Benjamin (L’oeuvre d’art à l’époque de sa reproduction
mécanisée, “ZfS”, V, 1, 1936; tr.it. L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità
tecnica, Einaudi, Torino 1966).
9Si veda al proposito il bel saggio di Neil Postman, Language Education in a
Knowledge Context, “Et cetera”, Spring 1980: “What I am saying is that to study a
subject is to enter a particular language environment. What students need to
know are the rules of discourse which comprise the subject, and among the
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most central of such rules are those which govern what is and what is not a
legitimate question” (Ibi., p.29).
10L.Althusser, Sull’ideologia, tr.it., Laterza, Bari 1976.
11L.Althusser, Pour Marx, Paris 1965; tr.it. Per Marx, Roma 1967.
12Ibi., p.208.
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16U.Eco, Sei passeggiate nei boschi narrativi, Bompiani, Milano 1995, p.10-11.
17Una bella analisi del film è quella di G.Milazzo, Narratori e narratari: La finestra
sul cortile. Lettura pragmatica, in: S.Arcagni et alii, a cura di, GSE, Santhià 1997,
pp.17-28.
18U.Eco, Il testo, il piacere, il consumo, in: Id., Sugli specchi e altri saggi, Bompiani,
19Ibidem.
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coglimento dei valori che esso propone. Senso critico, gusto estetico e
sensibilità morale sono pertanto i risultati che pedagogicamente
l’applicazione di questo modello si propone di conseguire nei suoi
destinatari.
Metodologicamente, questo tipo di analisi prevederà almeno tre tipi di
rilievi:
a) analisi tematica — nel tentativo di cogliere il “messaggio” insito nel
testo si tratterà di riflettere sulla vicenda dell’autore, la sua poetica, i suoi
temi ricorrenti, le ragioni per cui ha prodotto il testo in esame. Oltre a
questo sarà fondamentale riconoscere gli elementi del linguaggio
audiovisivo (colore, luce, piani, montaggio), così come la funzione nel
testo di stereotipi, metafore e altre figure retoriche;
b) analisi estetica — il problema è in questo caso quello di distinguere
testi dotati di valore estetico e testi che ne sono privi. Gli elementi del
linguaggio audiovisivo sono fondamentali anche qui, ma diversamente
che in precedenza questa volta è lo stile a interessare l’analista, cioè il tipo
di uso che di quegli elementi viene fatto da chi detiene la comunicazione;
c) analisi valoriale — la valutazione degli elementi linguistici in gioco, la
loro capacità di sostenere il discorso tematico del testo, la dimensione
estetica del testo stesso, introducono infine al rilievo delle sue
componenti di valore, attingendo alla dimensione morale che è
sicuramente una delle attenzioni preferenziali di questo tipo di approccio.
Il risultato dovrebbe essere un soggetto capace di riflessione, cioè di
valutare testi in senso tecnico, estetico e morale.
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3. Un’ipotesi operativa
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3.1. Obiettivi
In un’ottica modellizzante proveremo a indicare per l’analisi in
contesto formativo degli obiettivi che tengano presenti insieme tutte e tre
le dimensioni — semiotica, ideologica, pragmatica — da cui l’analisi
stessa scaturisce. Per ogni obiettivo saranno indicati la prospettiva teorica
entro cui va contestualizzato, i momenti e i tipi di sapere che esso
richiede vengano messi in gioco.
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28P.Sorlin, Sociologie du Cinéma, Aubier Montaigne, Paris 1977; tr.it. Sociologia del
cinema, Garzanti, Milano 1979, p.30-31.
29Penso, ad esempio, alla categoria del non visibile proposta da Marc Ferro che
ricognizione pragmatica del testo si può vedere: F.Casetti, F.di Chio, a cura di,
L’analisi del film, Bompiani, Milano 1990.
31G.Bettetini, L’audiovisivo dal cinema ai nuovi media, Bompiani, Milano 1996, p.49.
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3.2. Il metodo
Geneviéve Jacquinot, che dirige il GRAME (Groupe de Recherche sur
les Apprenitissages, les Médias et l’Education) all’università di Paris 8, ha
recentemente indicato32 come strada da percorrere per il futuro un
approccio pluridimensionale alla ricerca in Media Education. Tale
approccio dovrà farsi carico secondo la studiosa francese di tre
dimensioni: quella testuale, quella istituzionale e quella del consumo.
Nelle brevi indicazioni di metodo a seguire ho provato a raccogliere
questo spunto facendolo interagire con gli obiettivi appena esposti: il
risultato è un’ipotesi di lavoro che non si chiude dentro il campo
metodologico del testo, ma entra in relazione proficuamente sia con il
contesto istituzionale che con quello ricettivo, entrambi costitutivi del
processo di comunicazione entro cui esso si trova.
32G.Jacquinot, Rapport conclusif au Forum International des chercheurs “Les jeunes et les
médias, demain”, Paris, 21-25 aprile 1997, mimeo.
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35Per lo studio dei problemi e delle operazioni della trascrizione grafica si può
vedere, come già indicato, il contributo di Aroldi, Mosconi, Rivoltella in questo
stesso volume.
36 Cfr. il saggio di Manuele Cecconello.
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37Le indicazioni che forniamo di seguito circa l’analisi della narrazione si rifanno
a: F.Casetti, F.di Chio, a cura di, L’analisi del film, cit.. Una mediazione didattica
di questo modello si trova nel contributo di chi scrive: L’analisi della narrazione:
aspetti teorici e di metodo, in R.Giannatelli, P.C.Rivoltella, a cura di, Teleduchiamo.
Linee per un uso didattico della televisione, LDC, Torino 1994, pp. 227-248.
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agire configura degli atti che altro non sono se non rapporti possibili tra
attanti (giunzione/disgiunzione38). Il risultato che tali atti conseguono è
una variazione strutturale, cioè la formalizzazione del passaggio da uno
stato a un altro del racconto39.
Riproduciamo in Tabella 5 la griglia con i diversi livelli dell’analisi del
racconto.
41P.C.Rivoltella, “Ospiti”, “Invasori” e altri animali. Gli effetti della televisione sui minori,
tra realtà e discorsi sociali, in: C.Ottaviano, P.C.Rivoltella, a cura di, “Arrivederci
ragazzi”. Studi sul rapporto tra televisione e minori, “Comunicazioni Sociali”, XVIII,
2-3, prile-giugno 1997, pp. 218-219.
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Dimensioni Fasi Momenti Obiettivo Interventi
Testuale Scomposizione Analisi strutturale Segmentazione Albero del racconto
del micro- Trascrizione grafica
processo
Analisi linguistica Funzionamento dei codici Analisi dei codici
Scomposizione Analisi della narrazione Struttura narrativa Analisi dei personaggi, degli
del macro- eventi, delle trasformazioni
processo
Analisi della Strategie comunicative del “Sguardi” della macchina, fo-
comunicazione testo calizzazione, punto di vista
Ricomposizione Analisi tematica Integrazione del discorso Topics, isotopie, tema-guida
testuale
Analisi ermeneutica Interpretazione generale del Riferimenti di paratesto, di
testo contesto, di intertesto
Istituzionale ------ Analisi economico-politica Ricostruzione degli impliciti Rilievo degli aspetti
ideologici, dell’iscrizione economici, politici,
economica, degli aspetti pubblicitari, uso della
politici conoscenza, ecc.
Consumo ------ Analisi etnografica Modalità di consumo Focus group, osservazione
partecipante, intervista in
profondità
Tabella 6 Tavola delle operazioni previste dall’analisi
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3.3. I contesti
Un ultimo accenno va fatto agli ambiti all’interno dei quali l’analisi può
costituire metodologia efficace di intervento formativo. È questa una
precisazione necessaria poiché il concetto di formazione, soprattutto
nella nostra realtà socio-culturale, si è allargato fino a configurare un
panorama talmente diffuso e articolato nell’offerta da rendere
problematica la definizione stessa del concetto. In seconda istanza e
questo interessa maggiormente il nostro discorso risulta evidente che
il compito della mediazione didattica si ridefinisce in relazione a pubblici,
età, competenze diverse.
Quali contesti, dunque, possono essere interessati dall’analisi del testo?
Vanno distinti, anzitutto, i due grandi ambiti della formazione
scolastica e di quella extrascolastica43. Nel primo caso ci si riferisce a un
profilo istituzionale e burocratico della formazione, caratterizzato da
serietà di approccio culturale, impostazione metodologica coordinata e
coerente, ben precise finalità alfabetizzanti e socializzanti. Diversamente
l’extrascuola dice di un approccio formativo non istituzionale ma certo
improntato a un processo di apprendimento più libero, relazionalmente
connotato, caratterizzato da grande flessibilità e capacità di integrare le
risorse ambientali e personali volta a volta disponibili. Consapevoli della
necessità di pensare le due realtà come integrate e complementari,
proviamo a riflettere sulle possibilità che l’analisi può trovare aperte in
entrambe.
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4. Conclusioni
44Platone,Teagete, 131A, in: G.Reale, a cura di, Platone. Tutti gli scritti, Rusconi,
Milano 1991, p.681.
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