Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
INDICE
INTRODUZIONE 3
CAPITOLO 1: LO SCENARIO PEDAGOGICO DELLA POST-MODERNIT
1.1 La post- modernit.. 7
1.1.1 Crisi della post- modernit.... 9
1.1.2 Luomo post- moderno........13
1.2 La Societ della comunicazione....17
1.2.1 Discorsi fondatori e indicatori temporali........ 20
1.3 Il mondo come immagine. 23
1.3.1 La realt nel mondo come immagine.. 28
1.3.2 Effetti del mondo come immagine.. 30
1.4 Digital divide: nativi digitali e immigrati digitali. 35
1.4.1 Identikit del nativo digitale..... 36
1.4.2 I consumi mediali nellepoca 2.0........ 37
1.4.3 Digital divide.......41
CAPITOLO 2: LA COMUNICAZIONE NELLERA DIGITALE
2
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
3.1
4.1 La ricerca educativa nellambito dei media e ricerca nella Media Education 129
4.2 La ricerca teorica.....134
4.2.1 Le metateorie.135
4.2.1.1 Inquadramento disciplinare.... 138
4.2.2 Teorie strategiche.. 141
4.2.3 Teorie Descrittive e Prescrittive144
4.2.4 Teorie Interpretative..147
4.3 Ricerca pragmatica......148
4.4 Ricerca politica........153
4.5 La Media Education in Italia.......157
4.5.1 Un progetto di Media Education a Bari: Reputazione in rete....161
CONCLUSIONI...... 164
BIBLIOGRAFIA. 171
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Introduzione
Prima di mettere mani su questo lavoro di tesi, ho voluto dare unocchiata alla tesi
da me svolta nel corso dei primi tre anni di questo percorso formativo universitario.
Sebbene inizialmente mi sia accostata ad essa solo per un desiderio di riscoperta (e anche
per ricordarmi da dove partire per la successiva), pensando che il tema fosse
completamente diverso (Il carcere utile) rispetto a quello scelto questanno, mi sono
resa conto che in realt sono proprio in quel lavoro le prime tracce di un percorso
riflessivo che mi ha portato qui.
Una buona parte della mia riflessione sul carcere, infatti, consisteva
nellesaminare il tipo di concezione che i media riuscivano a creare nella mente di coloro
che ne fruivano e di come tale concezione non solo influenzasse il pensiero della massa
sullargomento carceri, ma anche di come ci comportasse anche un rallentamento sulle
riforme ad esso collegate. stata una piacevole riscoperta e anche la conferma ulteriore
del motivo per cui ho deciso di intraprendere questo percorso di tesi.
Dopo questa breve digressione, cercher di delineare il percorso intellettuale che
mi ha portato alla definizione delloggetto dei miei studi.
Il punto di partenza stato la lettura della realt che mi circonda, ormai caratterizzata
dall utilizzo sempre pi invasivo e persuadente dei media. A seguito di tale lettura, mi
sono posta alcune domande che hanno successivamente guidato il mio lavoro: Che tipo
di relazioni nascono e si formano attraverso i new media?; La persona in quanto tale
(come definita dal personalismo) che spazio pu costruirsi allinterno di queste relazioni
mediata?; Qual il compito della pedagogia? Come pu accompagnare veramente ed
efficacemente la persona in questa epoca definita della tecnica?.
Rispondere a queste domande implica rispondere anche ad unaltra domanda: da
imputare solo allavanzamento tecnologico la crisi valoriale odierna, o piuttosto la
conseguenza di una deriva gi iniziata in passato?.
Diverse sono le posizioni a riguardo. Umberto Eco le riduce nel dibattito tra apocalittici
ed integrati1, ovvero tra coloro che pensano che i nuovi mezzi di comunicazione sono
la causa di tutti i mali della nostra epoca e chi, invece, preso dallentusiasmo del loro
utilizzo, riscontra in essi solo elementi positivi e di progresso. La mia posizione rispetto
U. ECO, Apocalittici e integrati: comunicazioni di massa e teorie della cultura di massa, Milano,
Bompiani, 1964
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
ad essi si trova nel mezzo e consiste nella considerazione globale di entrambi i risvolti,
positivi e negativi, che luso di tutti i mezzi di comunicazione comporta. Perch, se da
una parte vero che il cattivo utilizzo dei media comporta non poche conseguenze
nefaste, anche vero che, come afferma Morcellini, [] sullorizzonte della
comunicazione, sulle dinamiche di rete, sulla navigazione nelloceano dei link
ipertestuali, si accrescano le potenzialit individuali di accesso alle risorse della
conoscenza e dellinformazione.2
Ci che ne determina effetti pi o meno positivi , quindi, non il mezzo in s, ma
come ci si approccia a tale mezzo. Entra in gioco, quindi, la necessit di educare
allutilizzo dei media, attraverso una scienza specifica per tale ambito: la pedagogia dei
media. Lassunto che orienta questa tesi, quindi, che i media possono essere un
vantaggio e un rischio e che siamo noi a decretarne la valenza. Alla pedagogia, quale
scienza del divenire umano, affidato il compito di condurre le nuove generazioni (e le
meno giovani) a fare di questi mezzi, un uso pi umanizzante.
I tempi corrono e la richiesta di dare un senso ai cambiamenti che vi stanno avvenendo
crea ancora di pi lesigenza di dar maggiore spazio alla pedagogia. Stiamo, infatti,
entrando nellera 3.0, evoluzione dellattuale 2.0, in cui tutto ci che riguarder la
telematica sar sempre pi a misura di uomo, ovvero sempre pi personalizzato e
personalizzabile.
Tale situazione comporta uno stravolgimento totale del modo di vivere,
soprattutto per coloro che non sono cresciuti negli anni di questa rapidissima rivoluzione
tecnologica (mi riferisco a coloro che sono nati prima del 2000), mentre rientra nella
normalit per coloro che vengono ormai definiti Nativi Digitali, ovvero i ragazzi che sono
nati e cresciuti in un ambiente completamente mediatizzato. proprio ad essi che ho
pensato quando mi sono chiesta quali fossero le conseguenze di questa situazione,
soprattutto perch lattuale gap digitale tra loro e le generazioni precedenti, comporta non
pochi problemi dal punto di vista educativo e formativo.
Una metafora che mi sembra appropriata a descrivere questa situazione quella
del funambolo. Luomo moderno, difatti, chiamato a diventare una sorta di funambolo,
che cammina sul filo della realt (dove il virtuale costituisce non un suo contrario, ma un
modo ulteriore per far della propria vita una virt), aiutato dal bilanciere dei suoi valori,
dei suoi sogni e progetti e di tutto il suo universo interiore. Il rischio di cadere nel baratro
2
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
CAPITOLO 1 :
LO SCENARIO PEDAGOGICO DELLA POST- MODERNIT
1.1.
La post- modernit
Nel 1749 lAccademia di Digione sul Mercure de France pubblica un bando di
concorso sul quesito: Se la rinascita delle scienze e delle arti ha contribuito a purificare
i costumi.
Rousseau, interessato alla questione, partecipa al bando scrivendo il Discorso sulle
scienze e sulle arti, successivamente premiato dallAccademia. In questo discorso il
filosofo afferma che le scienze e le arti non hanno contribuito a migliorarci, tuttaltro: ci
hanno corrotti. Questo perch esse sono nate, non dalle nostre virt, ma dai nostri vizi,
dalla nostra bramosia di potere. Le scienze e le arti abituano gli uomini ad apparire
piuttosto che a essere, a seguire schemi di comportamento artificiali, distanti da quelli
naturali. Rileva il noto filosofo che regna una vile uniformit e tutti gli spiriti sembrano
stati fusi in uno stesso stampo.4
Il fatto che gi a met del 700 ci si cominciasse a porre domande sulla valenza della
tecnica nella nostra vita significativo. Gi allepoca vi era il sentore che si potesse
tendere al peggio, come Rousseau, da grande pensatore, ha in effetti riscontrato: la scienza
ha portato (gi a quellepoca e maggiormente nella nostra) ad una omologazione del modo
di essere, di pensare e di agire.
Lincipit di questa tesi, per, non si pu fermare solo a questo: necessario che si
conoscano i risvolti positivi e negativi della tecnica, in particolare mediale e soprattutto
le loro cause, per poter correggere il tiro nel futuro.
Bisogna essere consapevoli, come afferma Postman che Ogni tecnologia al tempo
stesso un danno e una benedizione, non luna cosa o laltra, luna cosa e laltra5 e
che dipende dalluomo renderla o luna o laltra.
La riflessione circa il rapporto uomo- tecnica, quindi, non pu essere avulsa da quella sul
contesto storico- filosofico in cui tale rapporto si costituito e rafforzato. Tale valutazione
la condizione sine que non che permette di comprendere al meglio i meccanismi che
4
Cfr. F. BELLINO, Per unetica della comunicazione, Mondadori, Milano, 2010, Prefazione, pp. IX-X
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Verso la fine dell'Ottocento, infatti, per la prima volta nella storia delluomo, vengono
messi in discussione tutti i valori, le certezze, le istituzioni morali e religiose e le verit
epistemiche edificate dall'uomo nel corso dei secoli.
Questepoca caratterizzata da una crescente complessit, che stimola
maggiormente lesigenza di una riflessione pedagogica. Il discorso pedagogico, infatti,
sempre contestualizzato a quello storico- culturale in cui si inserisce e dato che la nostra
epoca caratterizzata dalla complessit, La pedagogia si presenta sempre- specie oggicome una teorizzazione complessa sulla complessit8.
Il paradigma della complessit (da cum- plexus, tessuto insieme) fondato su tre
principi fondamentali: il principio dialogico (i dati sono reciprocamente costitutivi), il
principio della ricorsivit (o della causalit circolare: ogni effetto al contempo causa e
A. DANESE, Linee antropologiche per una bioetica personalista, in F. BELLINO (a cura di), Trattato di
G. ACONE, La Paideia introvabile. Lo sguardo pedagogico sulla post- modernit, La Scuola, Brescia,
2004, p. 24
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
10
11
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
attuale.
Weber
afferma
che la
crescente
intellettualizzazione
12
Cfr F. BELLINO, Persona e ragionevolezza dopo Mounier, Levante Editori, Bari, 1997, pp. 41- 65
10
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
13
14
11
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Crisi della morale. Luomo post-moderno stato definito un uomo senza qualit,
che non ricerca pi spiegazioni ultime, che va perdendo la memoria storica e ha
come unica sua realt lesteriorit e la ripetizione della quotidianit. La radice
della crisi della morale risiede nel primato dellavere sullessere: luomo moderno
luomo che ha perduto il senso dellEssere, mettendo in atto un processo di
reificazione delluomo e personificazione delle cose. Luomo ormai si identifica
con ci che ha, con le sue propriet.
Possiamo riassumere la crisi della morale con Eric Fromm che traduce lontologia
borghese consumistica in una semplice formula: io sono= ci che ho e ci che
consumo15.
La crisi della modernit comporta delle conseguenze importanti anche in un altro ambito:
quello educativo. Un ottimo contributo su questo tema lho individuato in un lavoro di
Acone.
Giuseppe Acone, nel testo La Paideia introvabile. Uno sguardo pedagogico
sulla post modernit. fa unanalisi della situazione post- moderna partendo dal concetto
di Paideia, definita dallo stesso autore come [] intersezione di Zeitgeist (Spirito del
tempo), Stimmung (atmosfera culturale), contesto sociale e strategie pi o meno riflesse,
con cui una fase storica incarnata in una forma di civilizzazione affronta le modalit
educative (istruttive, formative, evolutive, socializzanti) delle giovani generazioni e degli
uomini in generale16.
Essa definita dallautore introvabile perch scissa tra una sorta di ibridismo tra la
tradizione negata e lincapacit dellinnovazione di dare risposte di senso. Anche la triade
che compone tale paideia (educazione, istruzione e formazione) ha perso la capacit di
assolvere pienamente alle proprie funzioni: mentre istruzione e formazione sono diventate
il braccio armato della tecnica, leducazione non pi in grado di assolvere al suo ruolo
di offrire un orizzonte di senso alluomo in cerca della sua piena affermazione. Ci si trova,
di fronte a due morali: la prima, quella religiosa, ormai obsoleta, (principio del fare il
bene), la seconda, quella individualista (prospettiva psicometrica del benessere\
malessere) non in grado di offrire un orizzonte di senso
Gli stessi elementi di crisi sono rintracciabili anche nelle istituzioni formali che
dovrebbero essere la culla della paideia: scuola, Chiesa e famiglia.
15
16
12
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
La crisi delleducativo viene individuato non nella crisi della conoscenza, ma della
coscienza, ovvero delleducare dentro una dimensione di senso, verso una dimensione di
senso. Vi una contrapposizione (e non ancora unintegrazione) tra tradizione, valori e
senso, e linnovazione, scienza e tecnica. 17
1.1.2. Luomo post- moderno
Per intraprendere una riflessione sulla condizione delluomo post- moderno,
potremmo iniziare da unosservazione di Martin Buber: "Io distinguo nella storia del
pensiero umano le epoche in cui luomo possiede una sua dimora (Epochen der
Behaustheit) dalle epoche in cui egli ne senza (Hauslosigkeit). Nelle prime, luomo
abita nel mondo come se abitasse in una casa, nelle altre, egli come se vivesse in aperta
campagna e non possedesse neppure i quattro picchetti per impiantare una tenda".18
Ci si chiede, a questo punto, nella nostra epoca, dove dimora luomo?
Riferendosi all uomo nellet post- moderna Francesco Bellino lo associa alla figura
romanzesca di don Chisciotte. Nella sua lucida follia don Chisciotte inverte il rapporto
tra realt e mondo fantastico dei romanzi cavallereschi. Parafrasando Nietzsche, il
mondo, per don Chisciotte, diventato favola e la favola diventata la vera realt.19
Come per il personaggio del libro di Miguel de Cervantes, per il quale i libri romantici
diventarono la realt, al punto da reinterpretare la realt stessa come se fosse
lambientazione di un libro cavalleresco, anche per luomo postmoderno il mondo
mediatico divenuto per un vero e proprio mondo, al punto tale da non riuscire a
distinguere dove risieda la realt e la verit. Come annota Kapuscinski i media hanno
smesso di occuparsi esclusivamente di informazione: essi si occupano della creazione
della realt.20
Quindi, a fronte di questa riflessione, potremmo affermare, riprendendo la
succitata frase di Buber, che nellepoca contemporanea luomo non ha una sua fissa
dimora, potremmo definirlo un nomade il cui itinerario va dal reale al virtuale e
viceversa.
17
Id., pp. 5- 15
18
19
20
13
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
di
comunicazione
rischia
di
trasmutare
loriginaria attitudine
al
21
22
Cfr G. ELIA, A. RUBINI, Educazione e comunicazione, in G. ELIA (a cura di), Le forme delleducazione,
14
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
25
Cfr. A. FABRIS, Etica della comunicazione, Carocci, Roma, 2006, pp. 25- 27
26
27
15
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
29
Id. p. 16
16
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
speranza. Si adegua alla propria e allaltrui esistenza, rende duro il proprio cuore.
La scelta alla quale siamo moralmente chiamati, insomma, non solo quella fra
bene e male, anche in ambito comunicativo, ma, pi radicalmente, quella
fra essere e nulla. [] Scegliere lessere piuttosto che il nulla significa fare
in modo che i nostri gesti, i nostri atti, i nostri comportamenti, i nostri pensieri
risultino davvero permeati di senso. Solo in relazione a questa scelta lo possono
essere. Si tratta di un atto etico. Infatti etica rapportarsi al senso di ci che pu
avere senso.30
Lalienazione rappresenta uno degli aspetti pi gravi del disturbo del processo di
comunicazione, in quanto vieta al singolo di allacciare autonome e costruttive
relazioni con lambiente circostante. Estranea luomo da se stesso e quindi anche
dal rapporto con gli altri, nega la storia le perplessit dellaltro. Inoltre si ignora il
funzionamento degli oggetti, si usano selvaggiamente incuranti di salvaguardarne
lintegrit.
1.2. La Societ della comunicazione
Noi ci troviamo in una societ della comunicazione31 in cui tutto si risolve nello
scambio di informazioni. Essa caratterizzata dalla predominanza della categoria
comunicativa, che diviene [] la cifra per comprendere la realt sociale attuale32
Oggi pi che mai la comunicazione un tema alla moda. I suoi processi, infatti,
incidono profondamente sulla nostra vita e la modificano in modo radicale: tanto che
non possiamo pi pensare a noi stessi, n interrogarci sul nostro futuro, senza fare
riferimento agli strumenti e alle tecniche della comunicazione33
Come vedremo successivamente, questa situazione si amplificata (ed esasperata) con
lintroduzione dei new Media non pi semplicemente pervasivi, ma ormai facenti
definitivamente parte della vita attuale.
Allinterno della societ la tecnica costituisce un vero e proprio sistema, di cui
quello mediatico la parte centrale e propulsiva. Dalla seconda met degli anni novanta
vi stata la fusione dei mass Media globalizzati e personalizzati, con la comunicazione
30
31
32
33
17
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
mediata dal computer che ha permesso lestensione della comunicazione elettronica a tutti
gli ambiti della vita. Questo sistema stato definito multimedia.
La societ della comunicazione cancella la linea di separazione tra pubblico e
privato, spingendo a mostrare in pubblico il proprio io interiore, rendendo quasi
obbligatoria lesibizione pubblica del privato, come afferma Bauman. Chi si sottrae a
questa modalit come se non esistesse.34 Per questo ora tutto in rete, tutto alla portata
di tutti: dalle 10 meraviglie del mondo (talmente tanto pubblicizzate che al vederle non ci
si meraviglia pi), alle foto e\o video di una rissa tra adolescenti avvenuta sotto casa. La
nostra esperienza quotidiana e quanto abitualmente ci circonda e costituisce dallinterno
il nostro tempo sociale, anche a uno sguardo disattento si dimostrano ritmati dal dato
della comunicazione. Tale dato, pertanto, facilmente si presta a essere assunto come una
delle pi efficaci categorie interpretative del nostro tempo, vero e proprio imperativo
categorico della modernit35.
Tutto si basa sulla necessit di apparire, di mostrare. Questa regola implicita, per,
va a discapito del contenuto della comunicazione. Sembra che ci che importante
comunicare (senza badare al tipo di contenuto scelto) e fare in modo che attraverso tale
comunicazione si abbia una certa visibilit. Questo vale sia per i privati, persone che
basano la propria identit sociale sul numero di mi piace o di visualizzazioni ricevuto,
sia per il pubblico, ovvero giornali e telegiornali che spesso utilizzano laudience per
garantirsi una certa percentuale di share (termine ormai rientrato nel vocabolario di tutti
che indica i punti di percentuale di visualizzazione). In teoria, una comunicazione
corretta, dovrebbe basarsi sul rispetto per coloro che ne sono i destinatari, in questo caso
laudience. Ma [] se il modo in cui qualcosa comunicato prende il sopravvento su
ci che viene comunicato, ne risultano esiti deleteri. In ambito giornalistico, ad esempio,
letica del primato dellaudience fa s che lo stile con cui viene posta una notizia finisce
per essere pi importante della notizia stessa. La forma diviene sempre pi autonoma
rispetto al contenuto, e dunque suscettibile di rispondere ad altri principi ed altre istanze,
che non sono quelli motivati dalla fedelt al contenuto stesso.36
Gli strumenti tecnologici e le loro evoluzioni successive, i new Media, hanno
comportato effetti importanti sulle abitudini, gli usi sociali e i modelli di comportamento
34
35
36
18
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
degli utenti. Il primo effetto cognitivo la configurazione del rapporto percettivo del
soggetto con le immagini con cui si trova a contatto, caratterizzato da una nuova modalit
di articolazione dello sguardo. Si passa da una visione reale, diretta, ad uno sguardo
incorniciato, che implica lidea che vi sia un raddoppio di visione. Ad esso si accosta,
inoltre, uno sguardo ravvicinato, iperreale, che permette di guardare oggetti pi reali della
realt stessa. Infine, si pu parlare di sguardo virtuale, che trasferisce il soggetto nella
realt sintetica del mondo, come se appartenesse ad un grande videogioco.
Il secondo effetto cognitivo riguarda il rapporto tra testo e lettore: questultimo
non pi passivo, ma attivo, in grado di scegliere i suoi percorsi di lettura e di modificarli,
aggiungendo collegamenti o altri testi. Si configura, cos, un nuovo ruolo del lettore, che
diventa anche collaboratore, cooperando materialmente, nellatto della lettura, alla
realizzazione del testo.
Infine, un ulteriore effetto si potrebbe riscontrare in quello che Pierre Levy
definisce intelligenza collettiva, che si struttura in relazione allo sviluppo delle forme di
comunicazione da un modello uno- tutti o uno- uno a un modello tutti- tutti. Il
cyberspazio, infatti, consente a tutti di divenire potenzialmente emittente e ricevente37
Un altro ambito di ricerca molto importante quello che studia la capacit delle
tecnologie di comunicazione di modificare il comportamento degli attori sociali in
situazione. Joshua Meyrowitz concentra i suoi studi su questo aspetto, in particolar modo
ponendo lattenzione sul rapporto tra i Media e le situazioni sociali. La tesi da lui portata
afferma che lavvento dei Media elettronici comporta unemancipazione della
comunicazione che vede una sorta di trasformazione territoriale, da luogo fisico, a
luogo sociale. I nuovi mezzi elettronici, infatti, eliminano i limiti fisici (musi, cancelli,
siepi), crenando nuovi spazi sociali in cui possibile comunicare anche a distanza.38
Rispetto alla comunicazione autentica della dimensione relazionale, quella dei
Media sembra costituire una perdita di senso. Gabriel Marcel afferma che non vi
autentica profondit che quando pu realmente effettuarsi una comunicazione umana;
una tale comunicazione non sar mai possibile fra individui centrati in se stessi, e per
sclerotizzati, n pu esserlo in mezzo alla massa, nello stato della massa 39 . La
differenza, per, non molto netta, soprattutto nelle nuove forme di comunicazione
37
38
39
19
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
40
41
Id, p. 65
42
20
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Questa teoria affermava che i mezzi di comunicazione agiscono in modo tale da inoculare,
nei destinatari dei messaggi, delle convinzioni, che danno luogo a risposte immediate. La
forza della propaganda starebbe in questa capacit manipolatoria di determinare la
risposta richiesta. Per questo secondo lautore la propaganda, insieme ai Media, sar il
nuovo protagonista della scena politica contemporanea.
Possiamo quindi affermare che la societ descritta da Laswell una societ del
consenso, in cui possedere i mezzi della comunicazione significa avere il potere di
manipolare lopinione della massa.
Infine, il programma cibernetico di Wiener aggiunge un ulteriore tassello per
comprendere le sfumatura della societ della comunicazione.
Nel 1942 Wiener pubblica un saggio che porter alla nascita di un nuovo
paradigma scientifico: la cibernetica. Dal punto vi vista teorico, esso si basa su unidea
forte: la realt non altro che un sistema di relazioni. La consapevolezza, oggi diffusa,
che tutto comunicazione, nasce proprio da qui. Tutto comunicazione perch in
questo modello non conta la consistenza reale, fisica degli esseri, ma solo gli scambi che
tra essi avvengono.
Questa teoria si intrecciata anche con tre eventi avvenuti nel 1942, in cui lutopia della
tecno- scienza ha dimostrato tutta la sua forza distruttrice: i primi bombardamenti degli
alleati, gli esperimenti sulla bomba nucleare e lidea dello sterminio di massa a danno di
una intera popolazione. Di fronte a tale situazione di grave rischio per lumanit, Wiener
decide di opporre la contro- utopia cibernetica, in cui le macchine dovrebbero sostituire
luomo nel suo compito politico e gli scienziati dovrebbero regolare tutto il sistema. Il
risultato una nuova concezione delluomo: lhomo communicans, un essere sociale,
privo di corpo e di interiorit, che abita in una societ trasparente (priva di segreti), dove
il suo essere un essere che comunica.
Lultima declinazione del concetto di societ della comunicazione, quindi, quella di una
societ trasparente, in cui tutto superficiale e razionalmente risolvibile.43
Neveu individua, inoltre, degli indicatori epocali in cui si possono rintracciare le
origini della societ della comunicazione. Egli, infatti, afferma che esiste una logica
intellettuale che associa le rappresentazioni sociali emergenti negli anni Cinquanta, la
nuova sensibilit di un largo pubblico al tema della comunicazione negli anni Sessanta,
e la consacrazione ulteriore del modello occidentale come societ della
43
21
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
44
45
22
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
o universitari, dagli anni 80 in poi le promesse della societ della comunicazione sono
ormai formulare dalle autorit legittime, legate allo stato46.
Emblematico, a tal proposito, stato il discorso fatto da Al Gore, ex Vice- Presidente
degli Stati Uniti, al Summit del G7 di Bruxelles del marzo 1995. Latteggiamento di
fiducia espresso dallex Vice- presidente durante questo discorso si evince dalle sue stesse
parole: La comunicazione tutela e amplia la libert di espressione di tutti i cittadini e
garantisce ai singoli il potere di creare linformazione di cui hanno bisogno e che
desiderano sulla base dellingente flusso di dati disponibili in ciascun momento47.
Inoltre, degno di essere preso in considerazione il commento relativo allutilizzo della
tecnologia: oggi il nostro sogno non riguarda in particolar modo la tecnologia. La
tecnologia un mezzo, non il fine. Il nostro sogno riguarda la comunicazione, vale a dire
lo strumento fondamentale mediante il quale educhiamo i nostri figli, curiamo i nostri
malati, rivendichiamo i nostri diritti e la libert di esseri umani48.
1.3. Il mondo come immagine
In principio era la Parola: cos il Vangelo di Giovanni. Oggi si dovrebbe dire
che in principio limmagine49. La comunicazione- intesa come racconto del mondoe la realt oggi sono ridotte a mera immagine.
Il nostro mondo completamente immerso in un sistema mediatico. Il mondo mediatico
diventato un vero e proprio mondo, dapprima concepito per rappresentare e
interpretare la vita reale, oggi sempre pi autonomo, con una sua logica interna, che
rischia di diventare autoreferenziale sostituendosi alla vita reale50
Gli attuali mezzi di comunicazione hanno di gran lunga superato la loro originaria
funzione di mediare i messaggi della realt attraverso immagini; essi, infatti, la creano:
limmagine stessa divenuta la realt. Nella sua riflessione sullepoca post- moderna
Vattimo afferma:
46
47
A. GORE, La societ dellinformazione alle soglie del Duemila, in LUnit, 4 marzo 1995, p. 3
48
Ibid.
49
50
23
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Sartori, inoltre, afferma che il primato dellimmagine si traduce nel prevalere del
visibile sullintellegibile, porta a vedere senza capire, a non essere pi capaci di pensare.
Secondo lui il video sta trasformando lhomo sapiens in homo videns, nel quale la parola
sostituita dallimmagine. Prima di Sartori stato Heidegger a definire lepoca moderna
come epoca dellimmagine del mondo, cio del mondo concepito come immagine.52
Infatti, mentre in passato le immagini esistevano nella realt, oggi la realt ad esistere
nelle immagini e come immagine.
Ma, concretamente, in cosa consiste la realizzazione del mondo come immagine?
Con lavvento della multimedialit non vi pi separazione tra immagini, media
audiovisivi, cultura popolare e cultura colta, divertimento e informazione: tutto
costituito da processi di comunicazione, che si basano sulla produzione e consumo di
segni. Non c separazione tra questi e la realt. In questo senso possiamo affermare che
tutta la realt espressione del mondo virtuale.
Inoltre, il mondo virtuale si basa su un codice binario di presenza \assenza: quindi tutto
ci che non presente sulla rete come se non esistesse. Questo aumenta ancor di pi il
divario tra realt reale e realt mediata.53
Tale situazione stata ampiamente descritta da molti filosofi. In questa sede, ne citer
solo due: Debord e Vattimo.
Il primo, nella teoria dello spettacolo, afferma che la comunicazione incentrata
sulla spettacolarizzazione della realt. Ci implica che pur di fare spettacolo si
abbandonino tutte le regole morali ed etiche.
51
52
53
Cfr. Id., p. 15
24
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
54
G. DEBORD, La societ dello spettacolo, trad. it, Salvadori P., Baldini e Castoldi, Milano, 2008, p. 51
55
Id, p. 53
25
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
56
57
Id, p. 27
26
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Con lavvento dei nuovi media questa situazione pare addirittura enfatizzata: limmagine
sintetica non pi restituzione del reale, ma realizzazione di un modello realmente
esistente solo nella mente delloperatore.58
Ma perch la nascita dei tele- media ha comportato la riduzione al mondo come
immagine?
Ci che contraddistingue il mezzo comunicativo la sua essenziale capacit di
creare verosimiglianze, di moltiplicare le immagini e ampliare le possibilit di pensare. Il
mondo reale viene sempre rappresentato attraverso delle immagini. Queste non sono pi
copie, rappresentazioni della realt, ma hanno un loro autonomo sviluppo, si rivelano
capaci di creare la realt stessa.
Limmagine ha acquisito una tale forza legittimizzante, che spesso si sente dire Lho
visto in televisione per rafforzare un giudizio o un concetto. Questo perch ci che passa
sullo schermo ha davvero la capacit di persuadere, di convincere della sua rilevanza e,
automaticamente, consente di considerare irrilevante tutto ci che non appare in Tv.
Sempre pi maggiormente emerge la consapevolezza che alla base della presunta
evidenza delle immagini, vi sia una sorta di lobby- a volte le emittenti stesse, altre volte
laudience, altre ancora i giornalisti stessi- che decida non cosa giusto far vedere, ma
cosa conviene far vedere, in unottica di share. Di certo, la selezione inevitabile, non
possibile dare visibilit a tutte le notizie che arrivano dal mondo.
Unaltra situazione occultata dalla televisione che tutte le notizie in essa
contenute e raccontate dalle diverse fonti, non sono obiettive o comunque vere in
generale poich in realt sono sempre limitate ad una certa prospettiva, inserite in un
determinato orizzonte.
Tutto oggi ripensato in funzione della sua visibilit, della sua capacit di mostrarsi, nulla
sfugge alla spettacolarizzazione, neanche lordinario e il consueto. Questo il segreto
della fiction televisiva, che ci racconta di medici, carabinieri, preti, nonni, visti nella loro
vita quotidiana. Da questa totale e globale spettacolarizzazione della vita reale, si pu
dedurre che tutto pu essere un modello, ovvero che nulla pi un modello. Se tutto
spettacolo, viene meno anche ogni distinzione tra reale e apparenza; stiamo
sviluppando una sorta di indifferenza tra ci che e ci che appare.
58
27
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
59
60
61
62
Id, p. 149
28
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
63
Cfr D. DE KERCKHOVE, La pelle della cultura, trad. it., Costa & Nolan, Genova, 1996, pp. 128-129
64
N. CHOMSKY, Il bene comune, trad. it., La Biblioteca di Repubblica- Lespresso, Roma, 2004, p. 55
29
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
65
66
67
Id., p. 27
68
30
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
La mancanza di uno solo di questi apparecchi, chiamati musts, ovvero merci dobbligo
si pensi alla televisione, al computer, al telefono 69 mette a repentaglio lintera
attrezzatura della vita [] Chi si prende la libert di rinunciare a uno, rinuncia con ci
a tutti e quindi alla sua vita. Si in grado di farlo?70.
La domanda posta da Anders sposta lattenzione sul tipo di rapporto che si ha con
i Media, in particolar modo sulla loro pervasivit nella nostra vita.
In che modo questi strumenti condizionano noi e i nostri atteggiamenti?
Gli studi degli effetti dei media sugli atteggiamenti e comportamenti individuali e
collettivi costituiscono uno dei pi importanti ambiti di ricerca delle scienze della
comunicazione, a partire dalla scuola di Francoforte. Data la vastit dei contributi, in
questa sede mi limiter a compiere una breve sintesi delle pi importanti teorie, per poi
concentrare maggiormente lattenzione sugli effetti del mondo come immagine. 71
Potremmo distinguere gli effetti dei Media sui nostri atteggiamenti e
comportamenti, seguendo la distinzione fatta da Rivoltella nel suo testo Teorie della
comunicazione72. Lautore, infatti, distingue tre tipi di effetti in base alla loro durata.
Seguendo questa tripartizione troviamo:
1. Effetti immediati. In questa categoria rientra la succitata bullet theory (teoria del
proiettile) di Lippmann e Laswell, secondo cui i media agiscono imprimendo i
loro messaggi nella mente dei loro fruitori come proiettili o come un ago
ipodermico.
2. Effetti a breve termine. Tra le teorie pi significative troviamo quella degli usi e
gratificazioni e del two-step flow. La prima fa una considerazione attiva
dellaudience e valuta il consumo dei media come modo per ricercare delle
gratificazioni per bisogni individuali.
La teoria del two-step flow, invece, concentra il suo studio sul ruolo dei leaders
dopinione nella determinazione della scelta degli elettori. Si giunse alla
conclusione che la comunicazione attivata dai media agiva su due livelli (da qui
il nome della teoria, two- step flow): dai media ai leaders dopinione e da questi
69
70
71
72
31
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
73
74
Id., p. 234
32
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
75
Id.,, p. 235
76
Id.,, p. 234
77
33
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Per quanto riguarda le notizie trasmesse, esse non solo non hanno un ordine o una
costruzione razionale, ma vengono incentrate su notizie sensazionali, eccitanti, di
comportamenti trasgressivi e anormali. Ci che fa notizia ci che esce fuori dagli
schemi, ci che per guadagnarsi audience punta sullamoralit degli eventi, pi
che sulla moralit. Oggi ci stupiamo se al telegiornale, invece dei soliti omicidi
efferati, sentiamo notizie di normale moralit. Oggi viene normalizzato
lanormale e anormalizzato lanormale.
Affettivizzazione ed esteriorizzazione delluomo. Quasi una conseguenza di
quanto detto prima questo effetto del mondo come immagine. Oggi il razionale
soppiantato dal sensoriale, dallaffettivo, dallimmaginario. La prima reazione
dellorganismo di fronte allimmagine televisiva e filmica una reazione emotiva.
Il problema che le immagini che noi vediamo, non suscitano riflessioni, ma solo
sensazioni. Circola, a tal proposito, unimmagine in rete che spiega bene questa
situazione: un uomo seduto davanti alla televisione che piange guardando la scena
di un bambino denutrito; nello sfondo, si vede una finestra, al di l della quale c
un bambino che piange per la fame. Di fronte ad un bambino africano, noi
proviamo compassione, ma difficilmente andiamo oltre questa sensazione, per
riflettere sui motivi per cui quel bambino denutrito o per fare qualcosa di
concreto per aiutarlo.
Violenza e adultizzazione dei minori. La massificazione della comunicazione
mediatica produce un duplice effetto: linfantilizzazione degli adulti e
ladultizzazione dei minori, che pu essere considerata una forma subdola di
violenza. Si parla addirittura di scomparsa dellinfanzia o bambini senza
infanzia. Questo perch la membrana protettiva che serviva a preservare i
bambini da precoci esperienze e dai segreti del mondo adulto si indebolita a
opera dei mass media, permettendo ai piccoli di poter accedere a tutta la gamma
di informazioni a cui accedono i grandi. In questo, per, c da rilevare che gran
parte della colpa non solo dei media, ma anche dei genitori e soprattutto di quelle
agenzie che si dovrebbero occupare di proteggere lo sguardo dei bambini. In
realt anche questo diritto fondamentale, il diritto ad avere uninfanzia, asservito
al gioco dello share e del consumo.78
78
34
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
In particolar modo il rapporto tra media e infanzia verr trattato nel successivo paragrafo.
1.4. Digital divide: nativi digitali e immigrati digitali
Dopo la riflessione sulla post- modernit e il mondo come immagine, ho ritenuto
doveroso prevedere una piccola riflessione anche su coloro che sono nati nellepoca 2.0:
i Nativi Digitali.
Sebbene dal punto di vista teorico, ci sono ancora molte resistenze sul considerare il modo
di apprendere dei Nativi Digitali diverso dal nostro, di certo un ambito di studio molto
importante, soprattutto per uneducazione ai media che, in particolar modo per loro, non
pu prescindere da una maggiore conoscenza del loro mondo e delle loro modalit di
apprendimento.
La definizione Nativi Digitali appartiene a Marc Prensky79, che la coni per la
prima volta nel 2001 in un articolo su "On the Horizon". Prensky non si limita a coniare
un termine per i bambini nati in piena rivoluzione digitale, ma ne individua uno anche per
coloro che in questa rivoluzioni si sono trovati in un certo senso catapultati: gli Immigrati
Digitali. Il termine Immigrato offre proprio il senso di una sorta di Esodo, da una terra
conosciuta e famigliare, ad una sconosciuta, piena di insidie e pericoli. Cos si esprime
lautore per identificarli: sono soggetti che, come tutti gli immigrati, alcuni meglio di
altri, hanno dovuto adattarsi al nuovo ambiente socio- tecnologico, ma conservando il
loro accento, i loro piedi nel passato. [] come se fosse una lingua nuova imparata
non da piccoli ma pi avanti nel corso della vita e, come suggeriscono alcuni
neurobiologi, utilizzando una parte differente della mente o del cervello.80
A tal punto ci si chiede: da che periodo in poi una persona pu essere considerato
Nativo e non Immigrato? La linea di demarcazione (sebbene non sia possibile indicarla
con precisione) si potrebbe individuare nel 1996, anno in cui inizia la diffusione di massa
di Internet, anche se in Italia si sposterebbe sino a nati tra il 2000- 2001 e addirittura dopo
2005, con la diffusione della banda larga.
79
M. PRENSKY, Digital Natives, Digital Immigrants, in On the Horizon, NCB University Press, 2001, vol.
IX, n. 5
80
Id.,, p. 2
35
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
81
82
36
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
83
84
Henry Jenkins (Atlanta, 4 giugno 1958) un accademico e saggista statunitense che si occupa di media,
H. JENKINS, Culture partecipative e competenze digitali: media education per il XXI secolo, trad. it.,
37
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
consumi avvengono. Per farlo mi avvarr del Report circa i dati Istat relativi al rapporto
tra Cittadini e Nuove Tecnologie86, pubblicato il 19 dicembre 2013 e del Rapporto Censis
201387 (Tabella 1).
Questultimo nel suo ultimo Rapporto, ha fatto un raffronto tra i dati relativi agli utilizzi
dei media nel 2002 e quelli del 2013.
TABELLA 1: L'EVOLUZIONE DEL CONSUMO DEI MEDIA DAL 2007 AL 2013
86
87
CENSIS, Undicesimo Rapporto Censis/ Ucsi sulla comunicazione, Levoluzione digitale della specie, Sintesi
38
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
88
39
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
40
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
89
91
41
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
92
42
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Laccesso alla tecnologia una tematica di forte attualit: il digital divide rappresenta un
serio ostacolo allo sviluppo, alla libera circolazione dellinformazione e alla crescita
culturale delle persone. Non bisogna inoltre dimenticare che differenti strumenti si
traducono in differenti schemi mentali e mappe concettuali, rischiando di acuire il divario
generazionale con conseguenze importanti sullo sviluppo e sul benessere della societ.
Lo sviluppo digitale comporta delle grandi differenze dal punto di vista
antropologico. In seguito faremo riferimento alla sintesi sulle differenze tra Nativi e
Immigrati Digitali, fornita da Ferri93 (Tabella 3).
TABELLA 3- DIFFERENZE TRA IMMIGRATI E NATIVI DIGITALI
Immigranti digitali
Nativi digitali
Codice alfabetico
Codice digitale
Apprendimento lineare
Apprendimento multitasking
Condividere e creare la
Internalizzazione, riflessione
Primo: leggere
Esternalizzazione
dellapprendimento
93
Id., p. 43
43
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
44
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
CAPITOLO 2
COMUNICAZIONE NELLERA DIGITALE
2.
94
J.L. BORGES, LAleph, trad. It., Mondadori, Milano, 1997, vol. I, p. 894
95
96
45
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
97
46
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
99
100
101
102
103
47
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
umana del 1967, si afferma che tutti i comportamenti hanno valenza comunicativa,
quindi non solo quelli intenzionali. Lopera ha posto le basi per un nuovo paradigma della
comunicazione, evidenziandone cinque assiomi che prestano attenzione agli effetti
pragmatici dellazione comunicazionale e danno valore allinfluenza reciproca di tutti i
fattori coinvolti.
Il primo assioma dice che non si pu non comunicare, quindi qualunque
atteggiamento assunto da un individuo diventa immediatamente portatore di significato
per gli altri. Potremmo descrivere questo prima assioma con le parole di Rivoltella: la
comunicazione viene considerata come una realt delluomo, una sua dimensione,
qualcosa che appartiene alla sua natura. Luomo non pu fare a meno di comunicare,
alla stesso modo in cui non pu fare a meno di espletare le sue altre funzioni vitali.104
Il secondo stabilisce che ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un
aspetto di relazione, di modo che il secondo classifica il primo ed quindi
metacomunicazione. Il contenuto della comunicazione sempre influenzato dal tipo di
relazione che intercorre tra i soggetti della stessa. Questo decreta il tipo di messaggio che
viene scambiato, formale o informale, ma anche la profondit dei temi toccati.
Il terzo assioma evidenzia che la natura di una relazione dipende dalla
punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti. Poich la
comunicazione un continuo alternarsi di flussi comunicativi da una direzione all'altra e
le variazioni di direzione del flusso comunicativo sono scandite dalla punteggiatura, il
modo di leggerla sar determinato dal tipo di relazione che lega i comunicanti.
Il quarto assioma afferma che gli esseri umani comunicano sia con il modulo
numerico sia con quello analogico. Quando gli esseri umani comunicano per immagini,
ad esempio disegnando, la comunicazione analogica. Esempi di mezzi di
comunicazione analogici sono: il termometro a mercurio o l'orologio a lancette. Quando
si comunica usando le parole, la comunicazione segue il modulo digitale. Questo perch
le parole sono segni arbitrari che permettono una manipolazione secondo le regole della
sintassi logica che li organizza. La comunicazione digitale si basa sull'uso di segnali
discreti per rappresentare in forma numerica i fenomeni e gli oggetti che intende
designare. Esempi di mezzi di comunicazione digitali sono: il fax, il compact disc,
l'orologio a cristalli liquidi (in cui l'indicazione dell'ora e delle sue frazioni visualizzata
con scatti di cifre).
104
48
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Infine, per il quinto assioma, tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici
o comportamentali, a seconda che siano basati sulluguaglianza o sulla differenza. Si
dicono complementari gli scambi comunicativi in cui i comunicanti non sono sullo stesso
piano (mamma/bambino, dipendente/datore di lavoro). Sono simmetrici gli scambi in cui
gli interlocutori si considerano sullo stesso piano: questo il caso di comunicazioni tra
pari grado (marito/moglie, compagni di classe, fratelli, amici).105
105
49
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
muove entro una logica rituale (area dellapprendere), attiva la dinamica comunicativa
della rappresentazione\riconoscimento e utilizza la metafora della memoria.
Infine, troviamo la dimensione esplorativa, che declina il termine storicogeografico della circolazione, dellesperienza della navigazione in un ipertesto o in
Internet. La metafora utilizzata , appunto, quella del viaggio, la logica quella euristica
(area della conoscenza) e infine la dinamica comunicativa a cui fa riferimento quella di
desituazione \ risituazione.106
Potremmo quindi affermare che la comunicazione gioca un ruolo rilevante almeno
su tre livelli: teorico, in quanto criterio di lettura delle pratiche sociali che in essa si
svolgono; ontologico, perch riguarda la dimensione assiologica dellessere; politicoculturale- educativo, in quanto ha un ruolo molto importante per quanto riguarda
lacquisizione e la distribuzione del sapere sociale, sul piano della costruzione della
cultura e della realt politica.107
Di seguito verranno descritte in maniera pi approfondita le due dimensioni pi
importanti ai fini della trattazione di questa tesi: quello dellinformazione e quello della
relazione.
Il primo modello comunicativo a cui si fa riferimento quello dellinformazione.
Esso parte dalla considerazione che, originariamente, comunicare significava,
trasmettere in modo puro e veloce. Lidea- guida a cui si fa riferimento, , appunto,
quella del trasporto.
La comunicazione, quindi, viene vista come atto unilaterale, in cui viene
trasmesso un messaggio, da un emittente a un destinatario.108 Tale operazione pu avere
pi o meno successo, ma liniziativa e il lavoro in essa spettano allemittente. Il
destinatario si trova a ricostruire lintenzione dellemittente, a interpretare il messaggio,
a reagire ad esso o a rifiutarlo. Ma la situazione di base quella della trasmissione pura
e semplice, come accade quando qualcuno spedisce una lettera a qualcun altro.109
Colui che per primo ha concettualizzato tale modello stato Roman Jakobson,
grande linguista, il quale ha fatto esplicito riferimento alla teoria dellinformazione
sviluppata precedentemente dal matematico americano Claude Shannon. Lobiettivo di
106
107
Id, p. 22
108
109
50
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Per
regolare
lo
schema
generale
della
possiamo
mittente,
il
ritrovare:
il
contesto,
il
mittente
invia
un
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Secondo Austin, ogni atto linguistico si lascia comprendere a tre livelli: locutorio
(informare gli altri di qualcosa), illocutorio (ci che si intende significare ma non si dice)
e perlocutorio (effetto che si intende produrre sullascoltatore).
Per quanto riguarda gli altri elementi del modello, vengono rispettivamente
attribuite al contesto, messaggio, codice e contatto, le seguenti funzioni: referenziale, che
indica lorientamento del messaggio alla realt; poetica, trasgressioni delle convenzioni
che regolano la comunicazione (contro la rigidit strutturale); metalinguistica, che
permette il riconoscimento del tipo di codice utilizzato nella comunicazione; infine quella
fatica, che consiste nel mantenere aperto il canale della comunicazione, garantendo la
permanenza del contatto.110
La comunicazione, per, non solo volta a fornire informazioni, non solo
informare. Essa ha anche il compito di dischiudere uno spazio comune di relazione tra
gli interlocutori. Si verifica, durante questo processo, un vero e proprio coinvolgimento,
un legame che va al di l del mero scambio di notizie. I due soggetti comunicanti si
contraddistinguono per la loro ben delineata individualit, la quale non rimane chiusa
in un campo esperienziale egoistico, ristretto, ma inclina allapertura ed alla relazione
con altre individualit. 111 nellincontro e nel riconoscimento di entrambe queste
individualit che si crea lo spazio in cui si realizza la comunicazione.
Affinch la comunicazione possa dirsi efficace, c bisogno di due componenti
fondamentali: che emittente e ricevente abbiano codici culturali e modelli mentali simili
e che vi sia intenzionalit sia da parte dellemittente che da parte del destinatario.
Sia lemittente che il destinatario, pertanto, sono soggetti attivi nella
codificazione, decodificazione ed elaborazione dellinformazione.112
Questo modello, che definiremo modello della relazione, si contrappone a quello
precedentemente descritto, che prevedeva uno scambio unilaterale, in cui il feedback
veniva considerato come momento successivo allimpulso iniziale. Nel modello della
comunicazione, linterazione sempre possibile (simultaneit) e il feedback sin
dallinizio previsto e richiesto, divenendo, cos, parte integrale della relazione
comunicativa. In questo modo anche la distinzione tra emittente e ricevente si annulla.113
110
111
112
113
52
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Sar a questo modello a cui, successivamente, si far riferimento nella descrizione del
modello di riferimento per una comunicazione etica nellera digitale. Data la successiva
trattazione, mi riservo di rimandare un ulteriore approfondimento di tale modello al
capitolo terzo.
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
(realt rappresentata dal segno). Il rapporto tra segno e il significato a cui rimanda viene
pensato secondo una duplice modalit: legame naturale (vedere fumo allorizzonte vuol
dire presenza di fuoco) e legame convenzionale. Mentre i legami naturali tendono a
rimanere invariati nel tempo, i segni convenzionali variano in relazione al contesto
culturale a cui appartengono, sia nel senso etno- geografico, che temporale. In realt tale
distinzione non risulta pi corretta in quanto il contesto in cui il segno si presenta
influenza anche il segno naturale.
Successivamente il segno diviene oggetto di una scienza separata dalle altre: la
semiotica. La semiotica, nata alla fine del secolo scorso, si pone il problema di una
definizione scientifica del segno. I primi due modelli a cui fa riferimento sono quelli di
de Saussure e di Peirce.
Fu Ferdinand de Saussure, nel primo decennio del XX secolo, a introdurre la nozione di
segno linguistico. Per de Saussure il segno linguistico costituito da due componenti
fondamentali: significante e significato. Egli parla di "immagine acustica", espressa dal
suono (piano dellespressione) per il significante e di "concetto" (piano del contenuto)
per il significato.
La pi importante caratteristica del segno individuata da Saussure l'arbitrariet. Un
segno arbitrario in quanto non esiste nessuna ragione particolare per cui un determinato
significante debba richiamare alla mente un determinato significato: la loro correlazione
una convenzione. Lindividuazione del rapporto tra significante e significato permette
di distinguerlo dai segnali naturali (la correlazione tra la fame o il sonno e lo sbadiglio
non certo convenzionale) e di spiegare le differenze fra le varie lingue.
Il modello di Pierce, invece, parte dallindividuazione di tre categorie
fondamentali della realt (possibilit, esistenza, necessit). Egli parte sempre da una
relazione triadica, in cui possiamo identificare i seguenti soggetti: loggetto dinamico,
cio unistruzione semantica che vincola il segno alla sua rappresentazione, rimanda alle
esperienze possibili in un determinato contesto culturale o sociale; loggetto immediato,
risultato della selezione tra i possibili oggetti dinamici; e infine linterpretante, cio lidea
che il segno produce in chi lo riceve (non indica una persona, ma leffetto mentale che il
segno produce).
Entrambi questi modelli presentano dei limiti: quello di de Saussure non
dinamico, in quanto presta esclusivamente attenzione al segno linguistico, trascurando sia
54
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
loggetto che i soggetti; quello di Pierce, invece, rimanda ad unidea di realt filtrata dai
modelli culturali vigenti in un determinato contesto.114
2.2.2. Il codice
I codici, elementi basilari della comunicazione, giocano un ruolo fondamentale
nella produzione di senso. Si pu definire codice ununit di marche semantiche che
stabilisce equivalenza tra un sistema di significanti e un sistema di significati. De Marinis
definisce cos i codici: la regola (o linsieme di regole) che associa gli elementi di un
sistema (veicolante) agli elementi di un altro sistema (veicolato) 115 . Essi sono
innanzitutto un mezzo linguistico senza cui viene meno la possibilit stessa di
comunicare. Il codice non mai sperimentabile al di fuori di un contesto, ma sempre
integrato con esso. Per classificare i codici possibile utilizzare due tipi di criteri:
verticale e orizzontale.
Secondo il criterio verticale, si possono distinguere tre categorie di codici:
culturali o generali (non specifici), culturali specifici (o spettacolari) e codici tecnici
specializzati (o convenzioni). I primi comprendono, in senso ampio, tutti i codici
semiotici che permettono di comunicare in qualsiasi contesto e senza i quali impossibile
comunicare (codici assiologici, ideologici, linguistici, paralinguistici, cinesici, ecc.). Il
secondo raggruppamento di codici riguarda tutti i codici attivati in ambito spettacolare
(cinema, teatro, televisione, ecc.); infine lultimo gruppo di codici sono convenzioni
specifiche di ogni ambito spettacolare, che producono nel destinatario della
comunicazione, comportamenti di consumo codificati dalluso. A loro volta le
convenzioni possono essere distinte in: generali, particolari e specifiche.
Secondo il criterio orizzontale, invece, possiamo distinguere i seguenti ordini di
codici: narrativi (testo, regole linguistiche e le modalit di discorso impiegate nella sua
costruzione), percettivo- figurativi (o della sfera visiva) e linguistici o sonori (della sfera
uditiva)116
114
115
116
55
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
2.2.3. Il testo
Altro elemento basilare nella comunicazione il testo. Etimologicamente, la
parola testo si fa risalire al latino textus, participio passato del verbo texere, che
significa tessere, intrecciare. Possiamo definire testo un sistema pluridimensionale,
costituito da una rete di parti coerenti e attraversato da una intenzionalit
comunicativa.117
Storicamente tre sono le letture fondamentali del concetto di testo. La prima,
definita tradizionale, privilegia la dimensione scritta, intendendola a diversi livelli: prima
come successione fissa di significati grafici, che portano ad un significato semantico, ora
come materiale di cui il testo costituito, ora come opera alludendo al suo contenuto. Con
lavvento della linguistica testuale il significato della parola testo, amplia il suo
orizzonte significativo, includendo anche la forma orale. Infine, lultima definizione del
testo, lo pensa come grande enunciato (o enunciato complesso), orale o scritto, costituito
e giudicato coerente, dove per enunciato si intende loggetto della comunicazione, il
messaggio.
Ci che basilare nella stesura di un testo, la coerenza interna di tutti i suoi
elementi, indispensabile per la costruzione del senso che in esso si fa presente. Per poter
assegnare senso ad un enunciato, indispensabile che lautore ponga lintenzione di
significare lo stesso.118
Un elemento molto importante per poter interpretare il testo il suo contesto. Vi
sono cinque tipologie di contesti. Le condizioni spazio- temporali entro cui la
comunicazione si svolge (localizzazione, datazione, durata del testo e il contesto
circostanziale, cio il rapporto del suo spazio- tempo rispetto a quello del lettore). Un
altro aspetto importante il contesto esistenziale, ossia il riferimento ad un mondo, ad
una storia vera o utopica. Inoltre pu far riferimento a un quadro normativo, cio un
sistema di regole (etiche, linguistiche, culturali) che ne disciplinano luso (contesto
istituzionale). Infine troviamo il contesto azionale (che fa riferimento allagire
comunicativo dei soggetti e al sistema si competenze che esso presuppone) e il contesto
transtestuale, ovvero linsieme di tutti i testi che sono in relazione tra di loro.119
117
Id., p. 109
118
119
56
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
del medium
Le societ sono sempre state plasmate pi dalla natura dei media attraverso i
quali gli uomini comunicano che non dal contenuto della comunicazione . []
impossibile capire i mutamenti sociali e culturali senza una conoscenza del
funzionamento dei media120
Analizzando il nostro tempo attraverso le lenti della comunicazione, ci rendiamo
conto che stiamo attraversando una transizione importante. Raffaele Simone lha definita
come la terza fase121. Lautore rileggendo le fasi dello sviluppo della scrittura da un
punto di vista culturale, identifica tre fasi, partendo da una sorta di tempo zero, definita
et dellOro, in cui trionfava la parola parlata. La prima fase quella segnata
dallinvenzione della scrittura, la seconda in cui ritroviamo lespansione della stampa
e infine la terza, quella attuale, in cui c una proliferazione dei dispositivi di
comunicazione.122
La genesi dellattenzione storica allo sviluppo delle tecnologie di comunicazione
va ricondotta ai contributi di Harold Innis e Lewis Mumford. Il primo, dopo una serie di
studi sullinformazione, giunge a riflettere sulla storia della civilt come storia delle
tecnologie della comunicazione. Il secondo, invece, concentra i suoi studi sul ruolo delle
tecnologie nel processo di rinnovamento della vita che contraddistingue la modernit. 123
Dalla riflessione di questi due autori McLuhan ha tratto spunto per articolare la
sua celebre trattazione storica della cultura. Egli ha diviso la storia in tre periodi,
caratterizzati da altrettanti stadi di avanzamento della comunicazione: 1) tradizione orale,
con una societ chiusa, priva di individualit; 2) scrittura e stampa, che rompono
lequilibrio tribale sostituendo locchio allorecchio, favorendo il pensiero causalistico,
la razionalit e la comunicazione lineare; 3) elettronica, in cui i media estendono
circolarmente il sistema nervoso allintero pianeta, ogni uomo coinvolto nei problemi
120
121
122
Cfr V. BOCCI, Comunicare la fede ai ragazzi 2.0, Elledici, Torino, 2012, pp.47- 48
123
57
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
degli altri e si ripropongono, su scala globale, contatti simili a quelli che avvenivano nel
villaggio (da qui il villaggio globale).124
La prospettiva storica verr assunta anche nella trattazione di questa tesi, per
mezzo della quale seguiremo il processo evolutivo del comunicare umano, dai modelli
orali delle comunit di villaggio, attraverso la rivoluzione della stampa, fino all'industria
culturale di questo secolo e alle pi recenti acquisizioni tecnologiche.
L'utilit circa l'adozione di questa prospettiva storica si fonda su tre ordini di
considerazioni che costituiscono altrettanti ambiti di analisi: livello tecnico, ovvero
studiare le soluzioni e i supporti fisici di cui l'uomo si via via servito per veicolare
messaggi; livello psico- cognitivo, riflessione di tipo storico sullo sviluppo delle
tecnologie di comunicazione va cercata negli effetti che esse inducono nella struttura
psico-cognitiva dei soggetti; il livello socio- pedagogico, che ha ad oggetto non solo i
risvolti del comunicare sullalfabetizzazione, ma anche sulleducazione. Ognuno di questi
piani di lettura ha un preciso trend che permette la comprensione del suo sviluppo. Per
quanto riguarda il piano tecnico, levoluzione comunicativa si potr leggere nel senso di
una sempre maggiore velocit ed estensione (virtualizzazione), sul piano psico- cognitivo
si potr registrare come la comunicazione, nel tempo, sia andata sempre pi
complessandosi, tendendo al raggiungimento di obiettivi sempre meno individuali
(collettivizzazione). Infine, sul piano socio- pedagogico, la diffusione delle competenze
alfabetiche consentir di leggere lintero processo comunicativo come realizzazione della
razionalit (razionalizzazione).125
2.3.1.
124
Cfr C. GAGLIARDI, in F. LEVER - P.C. RIVOLTELLA A. ZANACCHI (Edd.), voce Villaggio Globale, op. cit., Fonte:
http://www.lacomunicazione.it/voce.asp?id=1338
125
58
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Si tratta di suoni (ringhi, urla, grugniti) che gli ominidi emettono senza il bisogno
di particolari sforzi di articolazione. Pur ricorrendo a suoni gutturali, luomo primitivo lo
fa in maniera codificata, introducendo la relazione tra un determinato suono e la comparsa
di un evento.
Tra i 90.000 e i 40.000 anni fa, si compie il passaggio dai suoni gutturali alla
parola articolata. Le ragioni di questo passaggio sono due, neurobiologiche e funzionali,
e coincidono con la comparsa delluomo Cro Magnon. Anatomicamente la struttura del
suo teschio e la conformazione della laringe, infatti, consentono di articolare suoni. La
comparsa del linguaggio verbale permette di codificare e decodificare facilmente ci che
si vuole dire e accorda la possibilit di trasmettere messaggi pi lunghi e complessi.
La comunicazione orale globale perch coinvolge tutto luomo nella sua
interezza percettiva, ponendolo in relazione personale e immediata con i suoi
interlocutori. Lassenza di un supporto scritto, comporta che la memoria costituisca
lunico valido supporto per la conservazione e la trasmissione del sapere. La
comunicazione orale, di conseguenza, si avvale di tutta una serie di aides a memoires
(frasi o intercalali che aiutano il recupero di dati nella memoria), come la formularit delle
espressioni, la ridondanza verbale, la forma metrica ed agonistica. Questo tipo di
comunicazione, delle comunit di villaggio (come direbbe McLuhan), tipica di modelli
sociali a solidariet meccanica (Durkheim), caratterizzate da una forte coesione
interna e dal tramandare la tradizione degli eventi pi significativi del gruppo. La societ
della cultura orale una societ chiusa dove linnovazione non viene per niente favorita,
in quanto la conoscenza viene raggiunta ed accumulata con difficolt. Gli anziani ne sono
i custodi.
Questa prima fase si conclude con lingresso nella cultura letteraria. Gli inizi della
cultura letteraria si possono far risalire circa al 4000 a.C. quando, in Mesopotamia e in
Egitto, fanno la loro prima comparsa i sistemi pittografici e convenzionalizzati.
Luomo avverte la necessit di utilizzare strumenti che gli permettano di supportare la
memoria. Presto, per, la scrittura pittografica denuncia i suoi limiti, relativi soprattutto
allenorme quantit di simboli grafici da tenere a mente e alla complessit che questo
metodo presentava nellelaborazione di pensieri complessi.
Quando ci si rende conto di tali limitazioni cambia lo stile comunicativo
delluomo: nasce la fonetizzazione. I sumeri, a cui si deve questa importante conquista,
intorno al 1700 a.C., elaborarono la scrittura cuneiforme, un sistema che permetteva di
abbinare a parole o sillabe un determinato suono.
59
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Per lelaborazione dellalfabeto completo si dovr aspettare il 700 a.C., grazie ai Greci.
Linvenzione della stampa a caratteri mobili, introdotta da Gutenberg, intorno al
1440, parte integrante del passaggio dalla cultura orale e quella letteraria. Scrittura e
stampa diventano cos due momenti, cronologicamente distanti tra loro, che
contribuiscono allo sviluppo comunicativo dellOccidente. una cultura dellocchio,
contrapposta a quella dellorecchio dellepoca precedente. La comunicazione si fa
sintetica (raccolta nel soggetto e non condivisa sempre e comunque dalla comunit),
silenziosa, istantanea (sottratta allo scorrere della narrazione). La fruizione dei messaggi
individuale contro la fruizione in contesto della cultura orale.
La memoria perde limportanza che aveva nella cultura orale. Il libro
unestensione della mente. Una sorta di memoria artificiale che libera luomo dal dover
memorizzare il sapere e dal tramandare solo quello che gli era pi gradito. La memoria
non sar pi il tratto distintivo del sapiente. Ci si distacca dallesperienza concreta. Con
la scrittura gli individui si emancipano dal contesto entro cui avviene la comunicazione
orale, ma al tempo stesso perdono quel surplus, quel valore aggiunto di significato che
solo la comunicazione orale pu dare (gesti, espressioni facciali, postura, ambiente
circostante, ecc.) e perdono anche il destinatario in carne ed ossa.
vero per che il libro permette unanalisi retrospettiva, un uso flessibile dei messaggi
di cui facilita anche la circolazione e la trasportabilit. Tuttavia nascono anche dei
problemi. Per dirla con Eco, si va sempre pi perdendo l'intetitio auctoris. Ci che rimane
l'intentio operis. Si apre quindi il problema dell'oggettivit del significato e della sua
interpretabilit
da
parte
del
lettore
(emancipazione
della
lettura
dallatto
dellenunciazione).
Con la rivoluzione della stampa e quindi con la riproduzione tecnica dei testi, si assiste
alla nascita della cultura di massa.126
Il nuovo modo di intendere la cultura vede nellIlluminismo la sua massima
espressione. In questo secolo si accentua limportanza dellalfabetizzazione delle classi
inferiori, privilegiando la formazione di competenze specializzate e riservando una
grande attenzione agli aspetti morali delleducazione. Nasce e si sviluppa, cos, la cultura
dellinformazione, che si affermer per tappe successive e che comporter una nuova fase
di avanzamento tecnologico, che inizier con il telegrafo, il telefono sino ad arrivare alla
126
60
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
radio, alla televisione e al computer. Questi mezzi varranno poi indicati come mezzi di
comunicazione di massa (mass media).127
Questi mezzi comunicativi hanno il grande pregio di permettere un tipo di
comunicazione immediata, in cui possibile trasferire un gran numero di parole,
mantenendo invariata la natura simbolica delluomo. 128 Essi costituiranno la componente
fondamentale che permetter il passaggio in unaltra era della comunicazione, lultima,
definita del villaggio globale. Tale definizione un ossimoro (figura retorica che
affianca due concetti opposti) che si imposto tra i pi famosi cavalli di battaglia di
McLuhan nellindagine sul progresso tecnologico della societ: il villaggio la forma
elementare di abitato umano, mentre laggettivo globale si riferisce allintero pianeta. Il
significato dellaccostamento ovviamente simbolico. La forzatura serve al mediologo
canadese per esprimere una situazione inedita, di difficile rappresentabilit: ci che in
passato aveva dimensioni e distanze enormi, grazie allinnovazione delle comunicazioni
ora a portata di mano, percorribile in lungo e in largo, anche in tempo reale. McLuhan
si esprime cos: "Laccelerazione dellera elettronica per luomo occidentale [...]
unimplosione improvvisa e una fusione tra spazio e funzioni. La nostra civilt [...] vede
improvvisamente e spontaneamente tutti i suoi frammenti meccanizzati riorganizzarsi in
un tutto organico. questo il nuovo mondo del villaggio globale.129
A ben vedere, McLuhan non il primo a introdurre il riferimento al "villaggio".
Gi Robert E. Park, sociologo della Scuola di Chicago che studia la "citt", nel 1923
adotta la metafora del "villaggio" per descrivere la nuova realt urbana segnata
dall'impatto dei media, nella fattispecie dei giornali: "I giornalisti e la stampa tendono,
consciamente o inconsciamente, a rispecchiare nella citt, nei limiti del possibile, le
condizioni di vita del 'villaggio'. Nel villaggio tutti si conoscevano, si chiamavano per
nome. Il villaggio era democratico. Anche la nostra oggi una nazione di paesani. Le
nostre istituzioni sono fondamentalmente quelle di un villaggio. Nel villaggio, il gossip e
l'opinione pubblica erano le principali forze di controllo sociale". 130
Oggi il concetto di villaggio globale strettamente legato a quello di
globalizzazione, neologismo che indica la caduta di tutte le dogane e barriere
127
128
129
130
R. E. PARK, The natural history of the newspaper, in The American Journal of Sociology, Novembre1923, pp. 277-278
61
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
2.3.2.
131
132
Ibid.
133
62
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
135
Cfr D. FELINI, Pedagogia dei media, La Scuola, Brescia, 2004, pp. 27- 28
63
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
la comunicazione dai vincoli spaziali) che alla rappresentazione del mondo e alle nuove
forme di interazione sociale attraverso di esso realizzabili. Il telegrafo- potremmo dire- in
qualche modo anticipa gli sviluppi recenti dei media elettronici nel senso
dellimpersonalit dei messaggi e, soprattutto, del loro carattere di apertura, ovvero
lelevato grado di integrazione cooperativa che da essi viene richiesto al lettore.136
Dopo il telegrafo fu la volta, nella seconda met del sec. XIX, dellinvenzione del
telefono con il quale fu possibile superare molti dei limiti del sistema telegrafico. Infatti,
a differenza del predecessore, il telefono era basato sulla trasmissione della voce e quindi
non era limitato ai soli documenti scritti. Inoltre, mentre il telegrafo richiedeva una
qualche competenza tecnica e la capacit di decifrare lalfabeto Morse, il telefono poteva
fare a meno sia delluna che dellaltra. Agli inizi del sec. XX, grazie alla diminuzione dei
costi, il telefono era presente anche nelle case dei meno ricchi. Linstallazione dei
centralini lo rese pi competitivo rispetto al telegrafo, cos dal 1880 in poi questi sistemi
di scambio si diffusero rapidamente. Gi dieci anni dopo era enormemente cresciuta non
solo lutenza dei professionisti, ma anche quella privata.
Alla fine del sec. XIX, grazie alla diffusione del telegrafo e del telefono, i
messaggi venivano distribuiti molto pi velocemente, pi facilmente e pi lontano di
quanto non fosse possibile nel passato. Linformazione ne risult avvantaggiata, cos
come cominciarono a cambiare anche i lettori e il modo di leggere. Daltro canto la
transizione da uneconomia agricola a una di tipo industriale aveva favorito
lurbanizzazione e quindi la nascita della societ di massa.
Negli stessi anni in cui Morse andava trasformando radicalmente il modo di
trasmettere informazioni, L. Daguerre, in Francia, a sua volta andava trasformando
radicalmente il modo di rappresentare la realt.137 Linvenzione della fotografia (1839)
con i suoi sviluppi successivi aveva gi favorito una nuova conoscenza di popoli, luoghi
e cose lontani, mentre la sua percezione pubblica come medium di massa cominci a
diffondersi soltanto verso la fine del sec. XIX, quando la tecnica della lastra a
mezzatinta rese possibile riprodurre le foto sui libri, i giornali e le riviste.
Nei primi decenni del sec. XX il fotogiornalismo godeva ormai di una grandissima fama.
La natura stessa del giornalismo ne risult modificata. Furono introdotti nuovi formati,
136
137
Id., p. 164
64
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
2.3.2.2.
138
T. PURAYIDATHIL, in F. LEVER - P.C. RIVOLTELLA A. ZANACCHI (Edd.), voce Storia della comunicazione, op. cit.,
Fonte: http://www.lacomunicazione.it/voce.asp?id=1199
139
140
65
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
141
T. PURAYIDATHIL, http://www.lacomunicazione.it/voce.asp?id=1199
142
66
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
La vita familiare rimaneva ancora saldamente ancorata alla casa, specialmente la sera e
nei fine settimana, quando la televisione portava i suoi programmi di intrattenimento
direttamente nelle case degli americani.143
Lungo gli anni 70, la nascita delle televisioni private (a partire dal 1972) e
lavvento del colore (le trasmissioni ufficiali della RAI iniziano l1 febbraio 1977)
trasformano la televisione in fenomeno di grande consumo, iniziando a produrre cultura
di massa anche in senso basso, quello che fa dire a Pasolini che mai un modello di vita
ha potuto essere propagandato con tanta efficacia che attraverso la televisione. Il tipo di
uomo o di donna che conta, che moderno, che da imitare e da realizzare, non
descritto o decantato: rappresentato! [] Appunto perch perfettamente pragmatica,
la propaganda televisiva [] enormemente efficace.144
T. PURAYIDATHIL, http://www.lacomunicazione.it/voce.asp?id=1199
144
145
67
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
147
68
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
anche immagini, links e altri files- a un dato indirizzo che corrisponde alla casella
elettronica del soggetto ricevente. Quando il messaggio arriva, il soggetto pu aprirlo,
leggerlo e rispondere. I vantaggi della mail sono molteplici: consente di comunicare in
modo poco costoso e veloce, indipendentemente dalla locazione fisica del ricevente.
Accanto alle opportunit offerte, si inseriscono alcuni limiti: non garantisce il ricevimento
del messaggio, non possibile fornire elementi meta comunicativi e consente un limitato
controllo sul tipo di messaggi ricevuti.
I newsgroup sono una variante della posta elettronica: una sorta di bacheca
elettronica che contiene una serie di messaggi chiamati articoli (news), inviati da
diversi utenti in relazione ad un argomento specifico. Essi offrono la possibilit di
ottenere rapidamente informazioni su un dato argomento, senza richiedere liscrizione.
Sono il primo luogo elettronico in cui su possono incontrare persone sconosciute.
Levoluzione dei newsgroup saranno le comunit virtuali, in cui sar possibile porre in
essere un tipo di comunicazione non pi bidirezionale, ma multidirezionale.
Per quanto riguarda gli strumenti sincroni, il pi importante sicuramente la chat.
Con essa viene eliminato anche il limite temporale: la comunicazione avviene in tempo
reale. Inoltre viene garantito lanonimato, attraverso lutilizzo di un nickname, e
lesclusivit, cio la possibilit di scegliere se parlare con tutti o soltanto con una persona.
I due principali svantaggi della chat sono che: non si possono avere informazioni dirette
sugli altri utenti e la comunicazione, attraverso la sincronia, viene maggiormente
rarefatta.
Altro social media sincrono il MUD (Multi User Dimension) che permette ai
diversi utenti laccesso ad un ambiente condiviso, formato da stanze, uscite e altri oggetti,
in cui i partecipanti possono parlare tra loro e anche visitare gli ambienti in cui si trovano
e interagire con gli oggetti. La principale opportunit offerta da MUD quella di poter
sperimentare una nuova identit allinterno di un contesto regolato.148
2.3.3.2.
Comunicazione Multimediale
148
69
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
quella multimediale, e lintroduzione del World Wide Web, si cerca di superare questo
limite. Di certo, grazie allintroduzione del Web e della sua nuova interfaccia, possibile
aumentare la velocit di connessione a Internet, migliorando cos le capacit mediali del
computer. Esso, inoltre, diventa un medium di massa, perch permette la fruizione dei
suoi strumenti ad una fascia sempre pi larga di utenti.
Per creare uninterfaccia grafica in grado di far esplorare in maniera ipermediale
i contenuti dei server che formano la rete, vengono introdotti due componenti: lHtml e il
Browser.
Il primo un linguaggio di programmazione (Hyper Text Mark- Up Language) che in
grado di presentare gli oggetti di un server allinterno di una pagina bidimensionale,
consentendo linterazione con essi e con le pagine esistenti.
Il Browser, invece, un programma che consente di interpretare il codice Html
consentendo la visualizzazione e linterazione con gli oggetti. La nuova interfaccia,
inoltre, ha portato anche ad un miglioramento degli strumenti testuali di comunicazione
interpersonale e allintroduzione di nuovi strumenti mediali per agevolare laccesso e
lutilizzo di Internet.
Il primo di tali strumenti il portale (letteralmente portal site), un insieme di siti
che hanno come obiettivo quello di essere un punto privilegiato di accesso al Web,
svolgendo funzioni di: ricerca, informazione, mediazione commerciale e comunit
virtuali.
Un altro strumento sono i siti di ricerca, la cui evoluzione sono i motori di ricerca,
che sono nati per categorizzare linformazione in maniera automatica, per facilitare la
ricerca. Il primo motore di ricerca stato Yahoo, nato nel 1994 con Galaxy,
successivamente soppiantato dallattuale motore di ricerca pi conosciuto e diffuso:
Google. Ad incrementare la lista di servizi offerti agli utenti del web, si aggiungono la
webmail, la webchat e la messaggistica istantanea. Le webmail sono delle applicazioni
che consentono di gestire una casella di posta direttamente dal Browser. Le webchat e
chat ipermediali, sono chat in cui presente, oltre al nickname, anche lavatar,
personaggio grafico stilizzato che pu muoversi, compiere azioni ed esprimere stati
danimo. Inoltre le chat testuali si evolvono in audio e video chat in cui il testo viene
integrato o sostituito dalla comunicazione vocale o da un collegamento video,
consentendo un grande vantaggio dal punto di vista della comunicazione. In questo modo
si cerca di ridurre la rarefazione della comunicazione. Il risultato dellintegrazione tra le
chat e la posta elettronica linstant messaging, che permette la conversazione sincrona,
70
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
testuale e\o vocale, tra pi utenti contemporaneamente collegati a Internet, inclusi in una
lista di persone predefinite.149
Si viene cos a creare un nuovo ambiente virtuale: il cyberspazio. Esso uno
spazio virtuale risultante dallinterconnessione mondiale dei computer e delle memorie
informatiche, allinterno del quale si producono eventi di diversa natura: intrattenimento,
divertimento, transazioni economiche, apprendimento, studio arte ecc. 150
2.3.3.3. Espressione Multimediale del Web 2.0 e
new
media
Lultima fase, quella attuale, dellEspressione Multimediale del Web 2.0.
Mentre con il Web gli utenti non sono in grado di influenzare le caratteristiche e i
contenuti dei messaggi trasmessi, con il Web 2.0 ci diventa possibile, grazie
allintroduzione di applicazioni innovative che offrono la possibilit di creare e
condividere con facilit contenuti multimediali.
A livello psico- sociale il Web 2.0 caratterizzato da:
Facilit duso, in quanto le applicazione condividono la stessa impostazione
grafica e lapproccio a oggetti.
Dimensione espressiva: lutente pu esprimersi e generare nuovi contenuti.
Dimensione comunicativa: ogni nuovo contenuto accessibile immediatamente
allintera comunit di Internet.
Dimensione comunitaria: la versione finale dei contenuti il risultato
dellinterazione tra una comunit di utenti.
Questa nuova interfaccia permette agli utenti di creare e condividere propri contenuti (siti
espressivi), di lavorare con altri utenti per raggiungere un obiettivo comune (siti
collaborativi) e di presentarsi e\o identificare utenti significativi con cui iniziare una
relazione, personale o lavorativa (siti relazionali).
Le innovazioni introdotte in questa ultima fase di sviluppo tecnologico sono
molteplici. Iniziamo con il Blog, che permette agli utenti di creare contenuti, senza alcuna
conoscenza specifica, senza richiedere agli utilizzatori il possesso di un dominio Internet,
gestendo il trasferimento dei contenuti su Internet in maniera automatica e trasparente.
149
150
71
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Oltre al blog, troviamo i wiki, un sito o un blog in cui i contenuti sono sviluppati
e modificati in collaborazione, da tutti coloro che ne hanno accesso -un esempio
Wikipedia, lEnciclopedia libera- e i servizi di condivisione di contenuti multimediali,
come video (video sharing, ad esempio Youtube) e immagini (photo sharing).
Infine, innovazione resa possibile dallevoluzione dei blog, troviamo i social
network. Essi, visibili agli utenti solo da alcuni anni, hanno una storia ben pi lunga, circa
ventanni, ed passata attraverso tre fasi di sviluppo. La prima, quella delle origini,
caratterizzata dalla possibilit di creare reti sociali chiuse, come nel caso di Sixdegrees
(1997), sito che permetteva di realizzare incontri online. Nella seconda fase, quella della
maturazione, vi il passaggio dalla rete chiusa a quella aperta. Nati in questa fase sono i
social network Ryze.com (2001), primo luogo dincontro commerciale e professionale,
e Friendster (2002), evoluzione di Sixdegrees. Infine, nella terza fase, quella espressiva,
i social network diventano vere e proprie applicazioni Web 2.0 in cui possibile gestire
tutti gli aspetti della propria esperienza sociale. in questa fase che nascono i social
network pi conosciuti e usati oggi: Myspace (2003), Facebook (2004) e Twitter
(2006).151
A seguito di questo breve excursus possiamo notare come levoluzione del
panorama comunicativo nellultimo decennio sia stata contrassegnata dallintegrazione
tra media tradizionali e nuove forme di comunicazione mediate dalle tecnologie
informatiche e telematiche. Questa ha permesso la nascita di una generazione 2.0 dei
mass media: i new media. Essi sono caratterizzati da tendenze molto evidenti che vedono
una sempre maggiore personalizzazione dei flussi comunicativi, un sempre pi articolato
coinvolgimento del destinatario e una apparente scomparsa delle mediazioni tradizionali.
152
72
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Negli ultimi ventanni, si diffusa e legittimata nei media studies una visione
accomodante, e talora addirittura euforica, delle conseguenze sociali della
comunicazione. Ma altrettanto innegabile che il processo di beatificazione della
comunicazione si misura oggi con evidenze empiriche, fratture della coscienza e
momenti di radicale ripensamento, che inducono a riconsiderare il modo in cui la
comunicazione forgia le parole, i sentimenti e i valori del clima culturale dominante.153
Di fronte ai mutamenti generati dalluso di questi nuovi strumenti, vi sono due
atteggiamenti contrapposti. Troviamo gli apocalittici e gli integrati che Neil Postman
definisce profeti da un occhio solo154 perch considerano i progressi tecnologici o solo
dannosi, oppure solo portatori di benefici.155
Tra gli apocalittici troviamo Giovanni Sartori che nel suo libro Homo videns fa
unattenta esamina di tutte le conseguenze negative che hanno accompagnato la
diffusione dei mezzi di comunicazione di massa, in particolare della televisione. In un
passo del suo libro afferma: Landazzo di riempire le aule di televisori e di word
processors. Dovremmo, invece, vietarli (lasciandoli soltanto alladdestramento tecnico,
come si farebbe con un corso di dattilografia). A scuola i poveri bambini debbono essere
divertiti. Cos non si insegna nemmeno a scrivere, e il leggere quanto pi possibile
emarginato.156
Egli da una parte afferma che le potenzialit di Internet sono pressoch infinite, e tanto
nel male come nel bene157, dallaltra, per, sceglie di chiudere un occhio sulle seconde,
auspicando, per il bene dellumanit, un arresto alla situazione attuale, se non addirittura
un ritorno al passato: a rischio di non esistere, io scelgo di resistere.158
Sfugge, per, alla valutazione di Sartori e di tutti gli apocalittici che i mezzi di
comunicazione non si auto-creano n sono autonomi nel loro utilizzo, ma sono piuttosto
il prodotto della mente delluomo e del suo modo di impiegarli: lui che ne decreta un
buon o un cattivo utilizzo.
153
154
155
2005, p. 22
156
157
Id., p. 32
158
Id., p. 153
73
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Inoltre bisognerebbe considerare che a questo punto troppo tardi per desiderare
una totale eliminazione di questi mezzi. Questo per un semplice dato ormai assunto dalla
comunit scientifica: lintelligenza mediata dal medium159. La nostra intelligenza,
oggi, ormai forgiata dai e sui nuovi mezzi di comunicazione. Eliminarli, quindi, non
gioverebbe a nessuno.
Presa consapevolezza di ci, diviene necessario promuovere lutilizzo del medium
tecnologico a favore di un completo sviluppo del potenziale umano. Tale potenziamento
non pu essere avulso da un approccio ai media non passivo, ma attivo, che punti alla
creazione di un pensiero creativo e critico. La scuola, le famiglie, i media, le istituzioni
devono informare e formare illustrando sia le grandi opportunit dei nuovi mezzi, sia i
limiti e i pericoli. Con la tranquilla consapevolezza che le prime sono molto superiori ai
secondi.160
Per questo neanche latteggiamento di chi vede in questi nuovi mezzi solo dei
vantaggi da condividere. Lentusiasmo che accompagna ogni nuova invenzione
tecnologica deve essere sempre associato ad una riflessione sulla reale valenza di tale
innovazione e, soprattutto, sul modo in cui il suo utilizzo pu comportare un effettivo
miglioramento nella vita delluomo.
I media non sono moralmente neutrali e non sono nemmeno meri strumenti nelle
mani delluomo.
Luomo, com noto, si costituisce grazie allintegrazione tra natura e cultura. Grazie a
queste componenti modifica se stesso, cambia. Ma, se nella sua cultura sono presenti i
media, che tipo di uomo questi contribuiranno a creare? Essi, infatti, hanno un potere
antropogenetico, possono, cio, generare un nuovo essere umano. Presa considerazione
di ci, ci dobbiamo chiedere, non cosa possiamo fare noi con la tecnica, bens cosa
pu fare la tecnica con noi.161
Assistiamo [] al costante rivoltarsi del nuovo modello di sviluppo contro la
persona. Spesso non luomo a sfruttare la macchina ma questultima ad imprimere al
primo un certo ritmo di produzione e di vita.162 Ci la conseguenza di un utilizzo non
consapevole dei mezzi di comunicazione, generato dallentusiasmo cieco suscitato dalla
159
160
161
162
74
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
novit. Tale situazione comporta che invece di giovare allincontro interpersonale, alla
liberazione delluomo, conduce ad una svalutazione di tutto ci che umano.
Lindividuo trattato come cosa tra le cose; la priorit spetta alla macchina163
Latteggiamento che si scelto di perseguire in questo lavoro di tesi quello di
vedere con occhi disincantati ci che i mezzi di comunicazione comportano nella vita
delluomo e al tempo stesso cercare dei punti di sviluppo che permettano di cambiare la
situazione in meglio. La scelta alla quale siamo moralmente chiamati, insomma, non
solo quella fra bene e male, anche in ambito comunicativo, ma, pi radicalmente,
quella fra essere e nulla. [] Scegliere lessere piuttosto che il nulla significa fare
in modo che i nostri gesti, i nostri atti, i nostri comportamenti, i nostri pensieri risultino
davvero permeati di senso. Solo in relazione a questa scelta lo possono essere. Si tratta
di un atto etico. Infatti etica rapportarsi al senso di ci che pu avere senso.164
Nei successivi paragrafi, mi limiter a sottolineare i pi importanti effetti che alcuni
dei mezzi mediali comportano nella vita delluomo, prevedendo uno spazio maggiore,
negli ultimi due capitoli di questo lavoro, allindividuazione di strategie utili a permettere
un uso positivo e morale dei mezzi di comunicazione.
2.4.1. Televisione
La televisione non soltanto strumento di comunicazione; anche, al tempo
stesso, paideia, uno strumento antropogenetico, un medium che genera un nuovo
nthropos, un nuovo tipo di essere umano 165 . Sartori identifica nellhomo videns l
uomo nuovo generato dalla televisione: [] il video sta trasformando lhomo sapiens,
prodotto dalla cultura scritta, in un homo videns nel quale la parola spodestata
dallimmagine.166
Lhomo sapiens deve il suo sapere e la capacit di progredire, alla sua capacit di
astrazione. Essa permette di trasformare i simboli del linguaggio umano, in
rappresentazioni che richiamano alla mente raffigurazioni di cose visibili, o che
abbiamo visto, parole concrete, che rientrano a far parte del mondus sensibilis, cio del
mondo percepito dai nostri sensi. Ci sono, per, molti altri concetti intangibili, parole
163
Ibid.
164
165
166
Id., Prefazione
75
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
astratte, che non possono essere comprese dai nostri sensi e che rientrano a far parte del
mondus intelligibilis, un mondo fatto di concetti puramente mentali. in questo campo
che opera la televisione, producendo immagini, cancellando i concetti e atrofizzando la
nostra capacit astraente e quindi anche quella di capire. In questo modo nasce un nuovo
tipo di uomo, lhomo videns, nel quale il linguaggio concettuale (astratto) sostituito dal
linguaggio percettivo (concreto), infinitamente pi povero di senso.167 Mentre la parola
un simbolo, che rimanda ad un significato, che viene compreso solo se si conosce la lingua
a cui appartiene, limmagine pura e semplice rappresentazione visiva. Essa non richiede
nessuna competenza specifica: si vede e basta. La televisione, in particolare, opera una
sorta di sostituzione del rapporto tra capire e vedere.
Sino a ieri il mondo ci veniva raccontato, oggi, invece, ci viene mostrato. In questo modo,
la televisione, sta creando un nuovo tipo di uomo.168
I multimedialisti, cos definiti da Sartori i promotori del pensiero mediato,
sostengono che la perdita della cultura scritta sia compensata dallacquisizione di una
cultura audio- visiva. Ma non cos. Come osserva Ferrarotti, infatti, la lettura richiede
solitudine, concentrazione sulla pagina, capacit di apprezzare la chiarezza e la
distinzione169, mentre lhomo sentiens, equivalente dellhomo videns sartoriano, esibisce
caratteristiche del tutto opposte. La lettura lo stanca [] Intuisce. Preferisce il
significato contratto e fulmineo dellimmagine sintetica. Ne affascinato e sedotto.
Rinuncia al vincolo logico, alla sequenza ragionata, alla riflessione che necessariamente
implica il ritorno su di s. [] Sceglie per s il living on self- demand, quel modo di vita
che tipico dellinfante che mangia quando gli va, piange se avverte sconforto, dorme,
si sveglia, soddisfa i suoi bisogni a caso170
A queste conseguenze antropologiche dellutilizzo della televisione, si aggiungono
quelle cognitive:171
167
168
169
F. FERRAROTTI, La perfezione del nulla. Premesse e problemi della rivoluzione digitale, Laterza, Roma-
Bari, 1997, p. 94
170
Id., p. 95
171
Cfr D. MYERS, Psicologia sociale, Mc Graw- Hill, Milano, 2009, pp. 381- 382
76
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Attivazione di script sociali, ossia una serie di sequenze mentali fornite dalla
cultura di appartenenza che suggeriscono come comportarsi quando ci si trova in
una situazione nuova. Dopo la visione di film o programmi a contenuto violento,
trovandosi nelle medesime situazioni, i ragazzi, non sapendo come comportarsi,
potrebbero attingere agli script derivanti da tali programmi, ponendo in essere
atteggiamenti aggressivi e pericolosi.
Bisogna, per, vedere anche laltra faccia della medaglia. Infatti, partendo dalla
consapevolezza dellenorme potere che ha la televisione sulla mente dei suoi utenti,
dobbiamo riscontrare che gli stessi mezzi utilizzati in modo negativo dalla televisione,
potrebbero suscitare effetti opposti semplicemente cambiando i contenuti proposti. In
particolare, programmi di buon livello, adatti allet dei bambini e ai loro interessi
possono offrire, come rileva Morcellini172, servizi utili e costruttivi:
o
172
77
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Proporre dei modelli: gli eroi e le eroine dei programmi per bambini possono
fornire modelli ideali a cui ispirarsi, in quanto, nella maggior parte dei casi,
si tratta di personaggi buoni, forti e generosi; in particolare, i programmi che
non stereotipizzano uomini e donne aiutano i bambini a capire meglio le loro
potenzialit e ci che potrebbero diventare in futuro.
2.4.2. Internet e
new media
173
78
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
174
P.C. RIVOLTELLA, A. CARENZIO (a cura di), Ragazzi connessi. I preadolescenti italiani e i nuovi media,
79
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Interattivit. Internet implica interazione, soprattutto con lavvento del Web 2.0,
lutente non pi fruitore passivo della rete ma attivo e reattivo produttore a sua
volta di contenuti. Al tempo stesso, la possibilit di essere sempre e comunque
connessi garantita dal cellulare, che consente di navigare, ricevere contenuti
dal web e assicurare la propria reperibilit.
176
W. NANNI (a cura di), Educazione e nuovi media. Diritti e responsabilit verso una cittadinanza digitale,
80
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Scarsi i confini tra virtualit e realt. Esiste un confine molto labile tra ideale e
virtuale, e tra virtuale e reale: il mondo stesso dei ragazzi proposto dai media
percepito come una dimensione ideale, desiderabile, ma soprattutto reale, o
comunque verosimile. Questa percezione mediata della realt, riguarda anche la
dimensione digitale, nel senso che i ragazzi vivono come molto concrete
situazioni e relazioni tipicamente virtuali e le considerano spesso privilegiate e
preferibili.
A queste considerazioni positive non possiamo non accostare anche i rischi che lutilizzo
di Internet e il cyberspazio portano con s. I ragazzi e le ragazze, pur essendo spesso
tecnicamente competenti, tendono, a non cogliere le implicazioni dei loro comportamenti,
e tale fenomeno tanto maggiore quanto pi forte il coinvolgimento emotivo
nellutilizzo dei Nuovi Media. questo spesso il terreno fertile tramite cui certi rischi
possono diventare concreti. Tra i principali, sia di carattere comportamentale che di
matrice tecnica, ricordiamo:
Possibile esposizione a contenuti violenti e non adatti alla loro et. La mancanza
di controlli, soprattutto da parte dei genitori, porta i ragazzi a far esperienza di
tali contenuti senza aver la possibilit di valutarli criticamente e soprattutto di
confrontarsi con chi pi grande ed esperto. Spesso si sottovaluta limpatto che
tali visioni possono avere sul comportamento e soprattutto che le persone
imparano a rispondere in modo aggressivo sia attraverso lesperienza sia
osservando modelli aggressivi177.
177
81
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Videogiochi diseducativi che spesso sono basati sulla violenza. Anderson offre
dei resoconti statistici relativi ad una serie di studi che rivelano cinque
importanti effetti relativi allutilizzo di videogiochi dal contenuto violento:
aumentano la sollecitazione corporea (fa aumentare la frequenza del battito
cardiaco e della pressione sanguigna); incrementano i pensieri e sentimenti
aggressivi (i livelli di frustrazione aumentano, come anche lostilit palese).
Comportano anche una maggiore comparsa di comportamenti aggressivi: dopo
aver giocato a videogiochi violenti, bambini e giovani giocano in modo pi
aggressivo con i coetanei, litigano pi spesso con gli insegnanti e partecipano a
un numero maggiore di zuffe. La fruizione di questi videogiochi, inoltre, riduce
i comportamenti prosociali: dopo aver giocato con videogiochi dal contenuto
violento, gli individui diventano pi lenti nelloffrire il loro aiuto a una persona
claudicante incontrata sul marciapiede e pi lenti nellaiutare i loro coetanei.
Diventano inoltre meno sensibili alla violenza, come rivela un decremento
dellattivit cerebrale associata agli stati emotivi.178
Pubblicit ingannevoli.
Questi rischi si presentato soprattutto del caso in cui si faccia del mezzo un utilizzo
sostitutivo anzich integrativo. In tal caso, il ruolo dei Nuovi Media diventa eccessivo sia
quantitativamente che qualitativamente, in quanto per crescere necessario sviluppare
relazioni significative con persone in carne ed ossa, cui legarsi affettivamente, e
apprendere e sperimentarsi concretamente allinterno di contesti sociali reali.
2.4.2.1. I Social Networks
Nel 2003 il tempo passato su social network e blog era di poco superiore al quarto
dora, per superare lora nel 2005 e sino ad arrivare le tre e mezzo nel 2014. La crescente
diffusione dei social network, per, non solo un dato statistico, ma un processo di
cambiamento che ha un impatto significativo sulla nostra esperienza. Da una parte essi
178
82
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
179
180
181
83
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
84
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
dinformazioni
(spettatore
televisivo)
si
sta
progressivamente
85
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Se vero che i social network possono essere delle opportunit per molti di noi, anche
vero il contrario. La natura ibrida dei social network presenta infatti due facce: una
positiva e laltra negativa; una in grado di creare nuove opportunit e una in grado di
creare nuovi problemi183:
Comportamenti disfunzionali. Tra le pieghe dei social network si nascondono una
serie di comportamenti disfunzionali non sempre immediatamente visibili: dal
cambiamento di identit ai comportamenti aggressivi (troll- uso provocatorio o
irritante dei social network- e stalking- uso dei social network per perseguitare un
soggetto, spesso per motivi futili-), alla violazione e allabuso dellinformazione.
Nel caso della violazione delle informazione, abbiamo lhacking, che consiste nel
tentativo di penetrare nei profili altrui; la creazione di virus- applicazioni che si
inseriscono in altre applicazioni, per modificare i dati presenti-, spywareapplicazioni che raccolgono informazioni personali degli utenti-, il phishing- per
accedere a informazioni personali o riservate mediante lutilizzo di comunicazioni
fasulle che imitano la grafica e contenuti di siti istituzionali- e il lurking- consiste
visitare profili altrui senza averne lautorizzazione e senza che lutente ne sia
consapevole. Nel campo dellabuso e della distribuzione dellinformazione,
troviamo tutte le situazioni in cui avviene uno scambio di programmi
commerciali, canzoni o film coperti da copyright e lo spamming- invio di
messaggi non desiderati di tipo commerciale-.
A incentivare questi comportamenti sono due aspetti. Da una parte lanonimato,
possibile anche in un mondo come quello dei social network dove lidentit
apparentemente sempre visibile. Dallaltra il desiderio di riconoscimento o di
rivalsa- che la struttura dei social network in grado di amplificare- a seguito di
una frustrazione per un bisogno insoddisfatto (di entrare a far parte di una
determinata comunit o di essere considerato dagli altri soggetti presenti).
Fine della privacy. Un altro elemento critico la grande quantit di dati e
informazioni personali - dai dati anagrafici, ai gusti, alle attivit preferite, ai posti
visitati presenti nei social network. Non solo: la maggior parte dei social
network applica politiche di accesso ai dati personali piuttosto morbide che
consentono ai propri inserzionisti, e non solo a loro, di raccogliere migliaia di dati
sui propri utenti. Acquisti e Gross hanno analizzato i dati inseriti su Facebook da
183
86
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
un campione di studenti universitari, scoprendo che una parte rilevante degli utenti
rivelava la propria data di nascita (84%), il numero di cellulare (il 40%), i corsi
frequentati (42%), le proprie idee politiche (53%) e il proprio orientamento
sessuale (59%).
Identit fluida e analfabetismo emotivo. I social network sono uno strumento che
consente di controllare e definire la propria identit sociale e quella dei propri
amici. Grazie a questo processo e alla fusione tra mondo reale e virtuale si produce
un'identit fluida, che allo stesso tempo flessibile ma precaria, mutevole ma
incerta. In una parola: instabile.
Linstabilit produce il primo dei paradossi dei social network: se possibile che
io possa pi facilmente cambiare la mia identit altrettanto possibile che
lintervento esterno possa modificare pi facilmente il modo in cui gli altri
percepiscono la mia identit. Questo provoca una mancanza di sicurezza
relativamente allimmagine che si vuol creare di s. Un esempio a questo
proposito il fenomeno del tagging (etichettare) con cui nei social network
possibile associare a un amico, senza che lui lo voglia, unimmagine in cui lui
presente o una nota di testo a lui riferita. L'essere taggati comporta che un
contenuto multimediale, in cui noi siamo presenti (foto) o in cui siamo citati
(testo) ma che non abbiamo scelto, apparir nel nostro profilo. vero che
possibile impostare le notifiche di Facebook in modo da essere sempre a
conoscenza quando qualcuno ci tagga. Ma anche vero che se mi dimentico di
farlo, o non sono consapevole di che cosa implica essere taggati, appariranno
nel mio profilo, senza che lo abbia voluto, foto o testi.
Se unidentit fluida pu essere un vantaggio per un adulto, pu diventare un
problema per un adolescente che sta cercando di costruire la propria identit. In
particolare pu portare a un rallentamento del processo di costruzione dellidentit
e a sostituire la stabilit e il futuro con un eterno presente privo di certezze e di
legami.
A rendere precarie e leggere le relazioni sociali nei social network anche un
altro possibile effetto delluso massiccio dei social media: lanalfabetismo
emotivo. Infatti, nellinterazione mediata la fisicit del corpo sostituita da quella
del medium. Le conseguenze di tale effetto sono molteplici: priva il soggetto della
consapevolezza e, quindi, del controllo delle proprie emozioni, rende, cos, meno
consapevole il soggetto delle ragioni per le quali si prova una certa emozione e,
87
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
89
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
90
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
CAPITOLO 3
PER UNA PEDAGOGIA DELLA COMUNICAZIONE
DEI MEDIA
3
.
A. FABRIS, op.cit., p. 9
185
186
Id., p. 101
91
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
nella loro concreta storicit, mentre per etica la disciplina che le prende in esame e che ne
fa il suo oggetto specifico.187
Letica, come altre discipline, la madre di altre sotto-discipline. Quella a cui fa
riferimento la pedagogia per quanto riguarda lambito telematico letica della
comunicazione.
Letica della comunicazione una disciplina che, in forma codificata e autonoma,
sorta nella seconda met del Novecento. In passato, ci si limitava a riflettere sui
differenti criteri di comportamento comunicativo, come nel caso dell etica della
comunicazione di Karl-Otto Apel o dell etica del discorso di Habermas.
Oggi, invece, lesistenza dei media e la diffusa mancanza di sensibilit morale
fanno emergere nuovi ambiti di meditazione. Nasce, infatti, lesigenza, non tanto di porre
limiti e sanzioni alluso incosciente di questi mezzi, quanto di dare ad essi una
legittimazione adeguata. Occorre, quindi, che nei processi di comunicazione ci si riferisca
ad alcuni principi di comportamento, ma anche che tali principi debbano essere
universalmente condivisibili, validi in generale.
Possiamo, quindi, definire come compito delletica della comunicazione, quello di
fondare, in termini filosofici, ci che pu essere detto buono in un senso morale e di
motivare ladozione di comportamenti comunicativi che lo promuovano. Ci implica
anche stimolare la responsabilizzazione degli attori dellevento comunicativo. 188 La
possibilit di comunicare in modo nuovo e diffuso un bene di tutta lumanit e come
tale va promosso e tutelato. Quanto pi potenti sono i mezzi di comunicazione, tanto pi
deve essere forte la coscienza etica di chi in essi opera e ne fruisce.189
I mezzi di comunicazione di massa e i new media, da un punto di vista morale,
non possono essere considerati neutri, in quanto interagiscono con il pensiero e con la
prassi delluomo, modificandone il rapporto con gli altri uomini e con il mondo.
Ci sono due modi in cui noi possiamo rapportarci eticamente alle numerose opportunit
che ci offre la rete.
Un primo modo quella che potremmo definire etica di Internet, cio una riflessione
sugli atteggiamenti e i comportamenti delluomo che la rete favorisce e che sostiene.
187
188
189
decennio del Duemila. Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, Ed. Paoline, Roma, 2001, n. 39.
92
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Ci comporta anche una riflessione in merito al rapporto tra reale e virtuale. Sebbene
queste due esperienze della vita delluomo vengano considerate antitetiche, se andiamo
allanalisi delletimologia della parola virtuale ci rendiamo conto che in realt non
cos. Essa trova la sua radice il virtus, virt, parola che richiama e racchiude al suo
interno gli elementi della possibilit- maggiore ampiezza e ricchezza di determinazioni
rispetto a ci che gi esistente-, della potenzialit- situazioni in cui si trova qualcuno
prima di realizzarsi pienamente- e della potenza- potere che qualcosa ha, in s, di
compiere uno specifico atto o di realizzarsi in un certo modo-.
Se consideriamo questi elementi, nel momento in cui parliamo della realt virtuale ci
rendiamo conto di quando, in verit, non vi contrapposizione tra i due concetti. Inteso
in questo modo il virtuale consiste nel potenziamento della realt e non in una sua
negazione: esprime quelle potenzialit delluomo, in lui insite, che le nuove tecnologie
hanno il potere di realizzare. In questa situazione si insinua il giudizio morale di tali
mezzi: essi vengono considerati buoni nel momento in cui permettono alluomo di
realizzare pienamente se stesso e i propri desideri.
Ma oggi, insieme alla realizzazione del virtuale si assiste anche alla virtualizzazione del
reale, che comporta una perdita di consistenza dellesistente. Reale, oggi, solo ci che
appare e questa situazione decreta il carattere antitetico dellespressione realt virtuale.
Stabilire i criteri morali che possono regolamentare lutilizzo di internet, comporta il
passaggio ad un altro livello di analisi: dalletica di internet, alletica in internet.190
L etica in Internet, comporta unanalisi, una riflessione su quei comportamenti
che vengono adottati nelluso concreto della rete, quando ad esempio scriviamo e-mail
navighiamo nel web.
A questo proposito sono gi state elaborate specifiche prescrizione, che si fondano su
argomenti di carattere giuridico e morale.
Un esempio possono essere i dieci comandamenti del web identificati da Arlene
Rinaldi,191 una docente che negli Stati Uniti che ha elaborato un galateo di internet nella
forma, appunto, di dieci comandamenti:
1. Non userai un computer per danneggiare altre persone.
2. Non interferirai con il lavoro al computer di altre persone.
190
191
93
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
192
94
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
193
194
Id., p. 128
95
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
195
96
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
possiamo non far conseguire quella del senso che alle esperienze mediali siamo chiamati
a dare.196
Luomo non si trova di fronte al mondo della comunicazione: ne parte integrante.
Egli ha, con tale mondo, un rapporto relazionale e interattivo. Nel mondo mediatico
luomo costruisce lthos, lo stile di vita, della persona e della comunit. Esso si crea
nellinterazione con la tecnologia, la cultura e limmaginario. Letica diventa saggezza
quando permea lo stile di vita.
Data lenorme quantit di immagini e parole a cui ci sottoponiamo, il nuovo stile di vita,
basato sulletica della comunicazione, dovrebbe basarsi sulla sobriet, che eviti lo spreco
di tempo e soprattutto gli eccessi, che ci si sottragga al bombardamento continuo delle
parole e delle immagini a fronte del recupero del silenzio (luogo in cui parla la coscienza),
della bellezza, del gioco, della vita.
In una societ come la nostra, dominata dalla spettacolarizzazione e dallestetizzazione
della vita, lunico modo per poter ricominciare una vita morale cogliere dallestetica
letica della vita.
Secondo McLuhan questa situazione si realizza trasfigurando ogni clich in archetipo,
riportando alla coscienza ogni gesto e azione vissuta direttamente o indirettamente.
Mentre il clich la banalizzazione del mondo e dellesistenza, dove ogni cosa che
appartiene al nostro mondo (gesti, immagini, ambienti) non pi percepita perch
onnipresente, larchetipo l essenza sostanziale delle cose sensibili,
coscientizzazione di ci che , non mera registrazione del fenomeno.197
Cos la questione etica si fa sempre pi attuale e sentita. Non si tratta solo di
vincolare i media a regole che tutelino in particolare i soggetti meno garantiti e
le categorie pi marginali. In agguato sono nuove e pesanti forme di alienazione,
che possono condurre alla reificazione delluomo, ossia alla riduzione della
persona a cosa, a oggetto, a merce. Occorre stabilire regole precise per luso
degli strumenti e pi ancora per definirne le responsabilit sociali. Letica si
erige pertanto a via per lumanizzazione di processi altrimenti destinati a
196
Cfr D. FELINI, Pedagogia dei media, La Scuola, Brescia, 2004, pp. 29- 30
197
97
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
198
98
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
coscienza, che non guarda solo al qui ed ora delluomo, ma lo inserisce in una
progettualit di crescita onnicomprensiva.200
Come stato detto, nel suo lavoro, la pedagogia si avvale dei contributi di altre
discipline, come ad esempio le teorie della Psicologia dello sviluppo, utili per
comprendere quanto la cultura sia importante nel divenire umano. Lo sviluppo umano
condizionato dallo stretto rapporto esistente tra natura e cultura. In altri termini possiamo
dire che esso influenzato da fattori endogeni (interni) ed esogeni (esterni). Nei primi
facciamo rientrare tutto ci che riguarda la persona, il suo essere, le sue esperienze, il suo
modo di vedere il mondo e di vivere in esso. Nel secondo ambito, quello dei fattori
esogeni o esterni, rientra invece la cultura, con tutto ci di cui essa costituita, dalle
tradizioni popolari, alle modalit di mediazione tra le persone. Possiamo, quindi, ritenere
il divenire umano come condizionato fondamentalmente da relazioni, con gli oggetti
(media) e i soggetti che abitano il suo mondo. Il concetto di mediazione, come
negoziazione continua tra soggetto e cultura [], si caratterizza per una progressiva
valorizzazione del concetto che gran parte delle esperienze formative sono relazionali,
fondate su rapporti interpersonali diretti, remoti o simbolici, pi o meno coadiuvati dai
media 201 . Losmosi tra le componenti esogene ed endogene plasma luomo e il suo
essere a tal punto che possiamo definire luomo come un essere in continuo divenire,
perch continuamente situato in un contesto e influenzato dalla cultura.
Dopo questa breve premessa psicologica, lecito chiedersi: in che modo la cultura
attuale influenza luomo?
Il nostro vivere in una cultura iper-tecnologica, comporta delle differenze con il
passato, soprattutto in ambito relazionale, in quanto i media sostituiscono gli spazi
dellimmediatezza con esperienze indirette.202
Una societ che fa della comunicazione la sua risorsa fondamentale, muta in profondit
tutte le strutture sostitutive dellesperienza. Il modo in cui sperimentiamo la realt e noi
stessi, si modifica nelle sue dimensioni cognitive, percettive, emozionali [].
Lesperienza diventa [] un costrutto artificiale, il prodotto di relazioni e di
rappresentazioni [].203
200
201
202
Id., p. 53
203
99
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Secondo il mio punto di vista necessario studiare i media perch essi sono
della massima importanza per lesperienza, dandole forma. Ho sostenuto che questo
studio deve comportare una considerazione dei media non come una serie di istituzioni o
prodotti o tecnologie (o almeno non solo in questo modo), ma anche come un processo
di mediazione. I media vengono prodotti: e di questo produrre noi siamo gli agenti e i
destinatari204
Bisogna partire, quindi dal presupposto che nella mediazione, come luogo di
negoziazioni e rielaborazioni continue, che il soggetto si forma e fa esperienza. Se da una
parte, quindi, non possiamo prevedere unimmagine di comunicazione scorporata, o
magari in contrapposizione rispetto a quello tecnologico e mediale in quanto si
rischierebbe di basare lintervento educativo su unimmagine del tutto irrealistica della
condizione odierna 205 , dallaltra non possiamo non considerare i rischi che questo
sviluppo ha comportato sul piano della comunicazione, sia interpersonale che
intrapersonale. Il discorso pedagogico [] deve promuovere lelaborazione di migliori
modalit di rapporto, sviluppare inusitati schemi interattivi, porre in atto pi duttili
modelli comunicativi206.
Limportanza di tale ambito di studio ha portato alla nascita di una nuova branca
della Pedagogia: la Pedagogia della Comunicazione. Con la prima delle due parole di
questa disciplina si designa quella scienza che esamina latto educativo nella duplice
accezione di trasmissione e di trasformazione culturale e la qualit delle relazioni
interpersonali che le rende possibili [Bertolini].
Questa definizione rende pienamente il senso del sapere pedagogico. Un sapere che non
si limita a descrivere i processi educativi, ma punta soprattutto ad un loro miglioramento.
Il discorso pedagogico [] chiamato a diventare pi di prima fattore di provocazione
intellettuale e a sospingere allattenta riflessione circa la situazione presente mentre
propone alternative di vita. La pedagogia, in quanto scienza del dover essere, tenuta
a contrastare le tendenze massificanti e repressive e ad agire perch luomo progredisca
in dignit, in originalit, in valore.207
204
205
206
207
Id., p. 6
100
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
208
Id., p. 80
209
210
211
Id., p. 7
101
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
vissuta in modo negativo, quando conseguenza di una chiusura al mondo (e quindi non
causa, ma sempre conseguenza di un malessere), ma anche in modo positivo, quando
diviene lo spazio dincontro tra lIo e lIo pi profondo, quello che risiede nellanima,
nella nostra coscienza. La solitudine, quindi, quella condizione umana che permette di
poter instaurare dentro di s un vero e proprio dialogo interiore.
La persona si forma attraverso il dialogo con laltro. Tuttavia, anche quando luomo da
solo, con se stesso o di fronte al mondo, si crea una relazione: la relazione riflessiva. Essa
ha una valenza primaria in quanto permette alluomo di prendere coscienza del nucleo
pi profondo del suo s.
La solitudine, vista come spazio di affermazione di s il luogo essenziale allinterno
del quale fare esperienza della relazione. Chi non fa esperienza del dialogo interiore,
spesso incontra problemi anche nella comunicazione interpersonale.
La solitudine negativa, a cui si fatto precedentemente riferimento, quella che
caratterizza luomo post- moderno. Egli vive in un ambiente pieno di esperienze allettanti,
caratterizzato da una molteplicit di rapporti umani superficiali. Lisolamento
sperimentato in questo contesto non occasione di riflessione, ma momento di
disperazione in cui luomo si sente abbandonato. Egli vive lassenza di contatto
interpersonale come assenza di amore, nella consapevolezza di non poter fare affidamento
su forme di solidariet interumana.
La solitudine positiva, invece, si caratterizza come luogo pieno di significato, a cui il
singolo attinge le risorse per condurre in maniera valida la propria esistenza: una
solitudine fatta di Essere. Questa la solitudine di chi vuole mettere in ordine la propria
esistenza, entrando in contatto con il s pi profondo ed autentico.
Lindividuo, sin dai primi momenti della propria esistenza, predisposto a progredire
verso la personalizzazione ed in quanto tale si mostra con le caratteristiche dellunicit,
delloriginalit, dellirripetibilit. Lindividuo perci vocato ad impegnarsi nel
processo di autoperfezionamento, ad attivare le proprie energie interiori per conseguire
significati onnicomprensivi212
questa la solitudine da rivalutare sotto laspetto pedagogico, perch densa di
significati, piena di valori, implica la progettazione. Essa ha due valenze fondamentali:
212
Id., p. 94
102
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
213
214
215
103
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
216
104
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
valenza di scongiurare che si possano compiere atti privi di senso o guidati dallistinto e
permettere alluomo di poter gestire se stesso, in vista di un miglioramento.
Recuperare le dimensioni del silenzio e della solitudine, quindi, ha una doppia
valenza, sia per quanto riguarda le relazioni intrapersonali, che per quanto riguarda quelle
interpersonali, alle quali dedicato il successivo paragrafo.
3.2.1. Comunicazione relazione
Oggi si assiste a comunicazioni basate su una superficiale correttezza, dietro alla
quale, per, si nasconde indifferenza. Non solo. La maggior parte delle comunicazioni,
oggi, nascono, per ottenere una contropartita, che sia essa materiale (nel momento in cui
si conosce qualcuno che potrebbe servire per qualche secondo fine), che non materiale
(per avere approvazione sociale e riscuotere consenso). Come affermano Pati e Mounier,
nel momento in cui laltro non pi visto come soggetto partner di relazioni interpersonali
-che chiede rispetto, aiuto e solidariet- ma semplicemente come oggetto di nostro
possesso, atto a soddisfare i nostri desideri, lalter diviene alienus e lIo, a sua volta,
diviene estraneo a se stesso. Qualora mancasse lincontro dialogico interumano, anche
i valori perderebbero di senso217 La comunicazione, infatti, oggi si ridotta ad essere
mera chiacchiera, senza alcun senso e senza nemmeno la pretesa di averlo.218
Questa la conseguenza di due fattori: da una parte, come abbiamo precedentemente
visto, c lincapacit di comunicare con se stessi, dallaltra, la perdita del vero senso
della relazione con laltro.
La pedagogia della comunicazione si propone, quindi, di recuperare, nella dimensione
dialogico- relazionale, i significati personali ed i valori meta- temporali dellesistenza
umana, che sembrano essere scomparsi dietro il baratro dellinautenticit e del
solipsismo219
Bisogna recuperare lunit base della comunicazione, la diade, ovvero il sistema
a due soggetti legati tra loro in cui ognuno conserva la sua individualit.
Secondo Buber per entrare in relazione con qualcuno bisogna seguire due movimenti: il
porsi in distanza e lentrata in relazione.
217
218
219
105
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Il primo condizione dello stabilirsi del secondo, poich luomo pu intrecciare legami
con altri esseri simili a lui soltanto se li riconosce nella loro indipendenza. In tal caso la
relazione Io- Tu si consolida; se tale circostanza non si verifica, luomo tratta laltro
come oggetto, pervenendo alla relazione Io- Esso. 220
Secondo il teologo, entrambe sono fondamentali nella vita delluomo e spiegano
come lIo non possa mai essere considerato da solo ma sempre in riferimento ad uno dei
due pronomi. Per Buber allinizio la relazione: gi nei primi stadi della conoscenza,
non si ha la percezione immediata di un oggetto, ma latto preliminare sempre teso a
stabilire una relazione con esso. Luomo non pu essere considerato in maniera isolata,
come ha fatto la gran parte della filosofia occidentale. Egli continuamente in relazione,
tende alla comunicazione. Tutto lo sviluppo personale contrassegnato dallaspirazione
verso il Tu e soltanto essa d consistenza allIo e ne promuove la crescita: la persona
diventa tale nella misura in cui si apre allalterit. Ci non significa intenderla come un
fascio di relazioni ed esaurirla in esso, significa invece valutarla come un sistema attivo
di rapporti. La comunicazione viene considerata come una realt delluomo, una sua
dimensione, qualcosa che appartiene alla sua natura. Luomo non pu fare a meno di
comunicare, allo stesso modo in cui non pu fare a meno di espletare le sue altre funzioni
vitali. Egli coglie se stesso in quanto uomo solo nel momento in cui si confronta e instaura
un rapporto con un tu, ed entrare in rapporto significa comunicare.221
Secondo Buber il mondo si presenta sotto una duplice veste: c il mondo del Tu
e quello dellEsso. Mentre nel rapporto Io- Esso, lIo si rivela come individuo, nel
rapporto Io-Tu, egli si mostra come persona. Entrambi sono necessari allesistenza del
singolo, senza il mondo dellEsso luomo non potrebbe vivere, ma non pu accontentarsi
di questo. Luomo colui che ha consapevolezza di s stesso come realt psico-fisica
distinta dalle altre individualit e mediante questo suo agire mira a creare le condizioni
atte a facilitare la sua vita. Lindividuo diventa consapevole di essere un qualcosa di
definito, di preciso, di differente da tutto il resto.
Lo scopo della relazione la sua stessa essenza, ovvero il contatto con il Tu. Per
Buber, per, non possibile una netta distinzione tra individui e persone perch nessuno
pura persona o puro individuo. La verit, come sempre, nel mezzo. Quindi pur se tende
alla piena realizzazione della sua dimensione spirituale, la persona non pu rinunciare
220
Cfr M. BUBER, Il principio dialogico ed altri saggi, San Paolo, Milano, 1993, pp. 15- 16
221
106
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
alle proprie caratteristiche materiali. Non quindi giusto distinguere lessere dallavere,
ma bisogna considerarle parti della stessa medaglia, in unottica inclusiva, non esclusiva.
Solo in questo modo si potr recuperare il vero e autentico rapporto con lavere, in vista
della necessit della sua presenza per costituire lessere personale.222
Questa distinzione tra persona ed individuo ha portato la riflessione filosofica a schierarsi
su due opposti fronti, che a loro volta hanno influenzato il pensiero pedagogico: il
personalismo e lindividualismo. Secondo la definizione enciclopedica possiamo definire
personalismo:
In generale, ogni concezione che affermi il valore assoluto della personalit
come principio esplicativo. In particolare, la dottrina di C. Renouvier affermante
la personalit quale categoria suprema e centro della concezione del mondo e la
dottrina di E. Mounier che, sul fondamento di una concezione cristiana e
cattolica delluomo, combatte sia lindividualismo astratto sia il collettivismo
assolutista, ponendo la persona umana come fine della vita associata.
A questo orientamento di Mounier, [] si collega il penziero pedagogico, che
postula una cultura educativa aperta ai valori classici e cristiani, al di fuori di
ogni nozionismo e tecnicismo, e preoccupata di promuovere intime certezze e di
svegliare limpegno anche comunitario della persona.223
Il termine persona ha radice dal greco , letteralmente volto,
sineddoche che, attraverso lindicazione di una sola parte, indica il tutto, cio lintero
uomo. In latino persona indica la funzione della maschera che, nel teatro classico, serviva
allattore per far risuonare (per- sonare) la voce del personaggio, in rappresentanza delle
caratteristiche di questultimo. Il termine rappresentanza, mutuato dal linguaggio eticogiuridico, indica il parlare e lagire a nome di un altro nella piena riconoscenza di colui
che viene rappresentato. La relazione esistente tra lIo inteso come coscienza e corpo e
lIo inteso come rappresentanza della persona intesa come maschera, sta nella
considerazione che il corpo costituisce un limite per il soggetto, in quanto la coscienza,
essendo situata (Husserl), in un corpo, in grado di cogliere solo un aspetto, una parte
delloggetto che si guarda. Per questo si rende necessaria una de- situazione, per poi ri-
222
223
Fonte: http://www.treccani.it/enciclopedia/personalismo/
107
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
situarsi nel proprio corpo. qui che risiede il nesso tra lessere persona e la dimensione
relazionale: laltro mi permette di superare i limiti del mio corpo e quindi di realizzare la
visualizzazione di un oltre. Inoltre mi permette di riconoscere lautenticazione dei punti
di vista altrui, come autentiche donazioni di senso.224
Quindi, mentre lindividualismo centra lindividuo su se stesso, il personalismo fa lesatto
contrario: lo decentra da se stesso, per collocarlo in relazione con gli altri.
Secondo Levinas lesistente, ovvero il singolo individuo, raggiunge il suo livello
massimo di esistenza quando depone la sua individualit e realizza la relazione con
lAltro. Lincontro con laltro avviene cercando il suo volto (visage), perch nel volto
che vi la traccia dellInfinito o della Parola di Dio. Levinas afferma che: il volto
dellaltro la sua [di Dio] maniera di significare. Perch nel volto dellaltro, Dio si fa
evidente (Epifania del volto). Il volto dellaltro mi impone un atteggiamento etico, esso
responsabilit, mi guarda e mi riguarda.
proprio questa caratteristica che configura leticit della relazione con laltro: lincontro
con il volto dellaltro risveglia la nostra coscienza morale. Levinas pone al centro
delletica della relazionalit la responsabilit di accogliere laltro, responsabilit che si
colloca al di fuori della sfera dellIo e che presuppone la messa in discussione della
propria singolarit.225
Anche per Mounier, filosofo personalista, la comunicazione consente di uscire
dallindividualismo, caratterizzato dal ripiegamento dellindividuo su di s, per passare
al personalismo, caratterizzato dal decentramento dellindividuo e la collocazione nelle
prospettive della persona, la cui manifestazione fondamentale il continuo movimento
verso laltro.226 Mounier evidenzia come lesperienza fondamentale della persona sia la
comunicazione.
Ma in che modo avviene la comunicazione tra lIo e il Tu?
Per vari studiosi la comunicazione interpersonale, poggia su di un previo rapporto
di relazione, che richiede un certo numero di interazioni, anche saltuarie, tra le persone
interessate. Ai fini di una positiva relazione necessario che vi siano sequenze di
224
225
226
108
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
227
228
109
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
229
L. MASTERMAN, A scuola dei Media, a cura di P.C. RIVOLTELLA, La Scuola, Brescia, 1997, pp. 5- 6
110
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
quanto dalla trasformazione ecologica del sistema socio- culturale vigente. Essi
promuovono linnescamento di una serie di cambiamenti, vere e proprie mutazioni
culturali 230 che stanno stravolgendo il nostro mondo. Tali cambiamenti si iscrivono
soprattutto nellarea cognitiva. I Media, in particolar modo i nuovi media, si collocano in
controtendenza rispetto alla cultura tradizionale, basata sulla conoscenza concettuale ed
astrattiva, che ha caratterizzato lOccidente sin dallavvento della scrittura, proponendo
un nuovo modello cognitivo basato sulla centralit dellimmagine, e quindi segnato dalle
leggi dellassociazione e dellanalogia.
Questa situazione ha creato confusione nella paideia tradizionale, soprattutto in
relazione alle agenzie preposte alla trasmissione dei saperi. In passato la scuola possedeva
una posizione di indiscussa centralit nella trasmissione e nel controllo del sapere. Con
lavvento dei Media tale situazione cambiata: la scuola perde di rilevanza ed costretta
a confrontarsi con una nuova agenzia formativa, definita da diversi autori come scuola
parallela.231 La scuola parallela costituita dallinsieme di circuiti grazie ai quali
gli allievi [] ricevono al di fuori della scuola, informazioni, conoscenze, una certa
formazione culturale nei pi svariati settori. Gli strumenti della scuola parallela sono
quelli delle comunicazioni di massa, cio i mass media [] Qualunque opinione si
professi nei loro riguardi, il problema pedagogico che essi pongono non pu essere
trascurato232. Sebbene con largo anticipo sui tempi e prima della comparsa dei new
media (che hanno accentuato maggiormente questa situazione), il monito di Porcher oggi
pi che attuale. Bench non sia stato il primo libro a trattare le ricadute educative
dellaudiovisivo o della cultura di massa, questo testo ha il merito di porre il problema
della rapporto tra due mondi: quello della scuola e delleducazione, da una parte, e quello
dei media dallaltra. Due mondi distanti e spesso percepiti come antagonisti.233
Possiamo identificare due modi in cui la scuola ha deciso di reagire a questa
condizione parallela234. Entrambi comportato dei rischi e sono suscettibili di critiche:
230
231
232
233
234
111
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Sebbene esistano oggi delle situazioni diverse da quelle sopra descritte, di certo non
possiamo pensare che la scuola italiana sia media oriented, n tantomeno preparata per
quanto riguarda il tema delleducazione ai media.
Ma se si perpetuasse in questa situazione, si rischierebbe di emarginare lidentit
culturale di bambini- e pi in generale degli alunni- che vivono e respirano dentro questo
universo di messaggi, di codici, di culture, di modelli di comportamento235, obbligandoli
a riconoscersi in culture ormai obsolete.
Per questo motivo necessario che si inseriscano nella societ, in modo altrettanto
protagonistico come quello dei Media, scienze che si occupino del modo migliore per
integrare la telematica in un positivo sviluppo integrale della persona. qui che si
inserisce la Pedagogia dei Media, [] pensata, a sua volta, come quellambito
trasversale di ricerca che si genera dallincontro tra educazione, media e tecnologie e
vive, appunto, una relazione privilegiata con le scienze della comunicazione236.
235
F. FRABBONI, Il libro di pedagogia e didattica, Laterza, Bari, 1998, vol. II, p. 132
236
112
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
delle
tecnologie
della
comunicazione
significa,
allora,
riflettere
237
238
239
113
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
La Pedagogia dei Media, quindi, attinge i suoi saperi costitutivi da quattro ambiti
fondamentali:
La dimensione critico- sociale, che riguarda la Pedagogia dei Media nelle sue
implicazioni ideologiche e negli effetti sul comportamento giovanile.
La Pedagogia dei Media mette, dunque, al centro dei propri interessi lo studio delle
relazioni soggetto- media nelle loro implicazioni formative, che potremmo
distinguere, come affermato precedentemente, in educazione nei, ai, coi media:
o Educazione nei media, concentra lattenzione sul soggetto e sulle modalit di
fruizione, cos come queste si vengono diffondendo. Come il rapporto con
cinema,
televisione,
computer,
Internet
modificano
comportamenti,
114
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
240
241
115
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Funzione riflettente, questa funzione viene attivata in base alle concezione che,
dei media, hanno gli adulti che poi rimbalzano sui membri giovani della
comunit.
I media hanno una funzione riflettente perch sono loggetto di una sorta di
rispecchiamento di ci che il gruppo sociale ha elaborato. Anche in questo caso il
rapporto tra educatore ed educando non intenzionale, tanto che, correttamente,
stato usato il termine di socializzazione.
116
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
243
Oggi, a tal riguardo, mi sembra sempre pi attuale il quadro di Francisco Goya, intitolato Il sonno della
ragione genera mostri, raffigurante un uomo che, mentre dorme, viene circondato da mostri. Questa frase,
sebbene inizialmente dedicata alluscita dellumanesimo dal periodo buio del Medioevo, oggi potremmo
ricondurla proprio alla situazione di chi, preso dal sogno di un utilizzo meramente positivo dei media,
spegne la propria mente e non si chiede verso che direzione questo utilizzo lo sta portando.
244
117
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
la ricerca educativa in ambito dei media, e quindi in un certo senso incorpora in essa la
Pedagogia dei Media).
Sebbene io sia concorde con la posizione di Felini che riconosce lambiguit del termine
inglese, soprattutto per quanto riguarda lutilizzo che di esso si fatto in Italia 245 ,
considerer, come gi affermato precedentemente, i termini come sinonimici.
II.
245
Per un maggior approfondimento sul tema: Cfr D. FELINI, op. cit., pp. 145- 157
118
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
III.
119
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
247
248
120
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Questo implica, a mio parere, che gli insegnanti e la scuola in generale, comincino a
considerarsi non dei meri trasmettitori di conoscenze e saperi, ma degli educatori che,
primo fra tutti, hanno il compito di condurre il ragazzo verso il suo pieno compimento
come persona, prima ancora che come alunno.
Ci comporta, al tempo stesso, una riforma base della scuola in senso generale, che
riprenda limportanza della triade educazione, istruzione e formazione e punti a tutti
questi ambiti e non semplicemente allistruzione. necessario, infine, che la scuola
italiana soprattutto diventi non solo luogo in cui si creino delle teste ben fatte ma anche
luogo in cui ci si possa preparare per vivere nel modo migliore il mondo che c al di
fuori, al quale i ragazzi che oggi escono dalla scuola non sono per niente preparati. C
bisogno che la scuola comincia ad adeguarsi, mantenendo ben saldi i principi su cui
costituita, alle richieste di senso che provengono dal di fuori e cominci ad essere
unistituzione integrata nella societ e non da essa avulsa.
249
L. GIROUX, Introduction, in: J. PIETTE, ducation aux medias et function critique, LHarmattan, Paris-
Montral 1996, p. 8
250
251
121
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
basato sullassunto che essi non sono trasparenti, ma anzi sono capaci di
modellare il contenuto dandogli certe forme caratteristiche.
2. Uno degli obiettivi fondamentali della Media Education quello di smascherare
la falsa naturalezza dei media, rivelandone la natura di costrutto attraverso lo
studio delle questioni relative alla produzione e quelle relative allimpatto
ideologico delle costruzioni mediali presentate come buon senso, delle diverse
modalit con cui il pubblico legge e reagisce dinanzi al contenuto mediale.
3. La ME principalmente investigativa. Non cerca di imporre valori culturali
specifici, mira piuttosto ad accrescere la comprensione degli studenti sui modi in
cui i media rappresentano la realt. Lobiettivo quello di produrre cittadini ben
informati che sappiano formulare i loro giudizi di valore, incoraggiando gli
studenti ad esplorare linsieme dei giudizi riguardanti un dato testo esaminandone
le fonti e gli effetti.
4. La ME si costruisce attorno ad alcuni concetti-chiave considerati come strumenti
di analisi e non come contenuto alternativo. Le prime forme di ME erano basate
sullanalisi del contenuto dei testi. Il problema principale di questo metodo
nasceva dal fatto che nello studiare i diversi media venivano impiegati principi,
concetti e modalit di investigazione diversi e solo quando ci si rese conto di
quanto fosse importante trovare per la ME una propria specificit concettuale e
metodologica essa cominci ad imporsi come area di studio.
5. La ME un processo a lungo termine che dura tutta la vita. I mezzi di
comunicazione sono linteresse principale per i bambini fin dalla prima et e
durano per tutta la vita adulta.
6. La ME mira a raggiungere non solo la comprensione critica, ma anche
lautonomia critica. Questo obiettivo produce delle importanti conseguenze sul
piano dei contenuti dei corsi, delle metodologie didattiche e della valutazione.
Non sufficiente rielaborare o riprodurre le idee e le informazioni che si ricevono,
si deve piuttosto puntare a creare negli educandi la capacit e la volont di
praticare unautonomia critica anche al di fuori del contesto scolastico.
7. Lefficacia della media education pu essere valutata sulla base di due criteri
generali: la capacit di applicare ci che si conosce (idee e principi critici) a
situazioni nuove ei l grado di impegno, interesse e motivazione dimostrato.
8. La Media Education parte sempre dallattualit, ovvero cerca sempre di
illuminare le situazioni della vita quotidiana sfruttando linteresse e lentusiasmo
122
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
suscitato dagli eventi di attualit riportati dai media. La ME usa a scopo educativo
la grande quantit di materiali e di risorse offerta dai media, ma non deve limitarsi
allattualit, deve piuttosto usarla per aprire quelle prospettive politiche e storiche
di pi ampio respiro che i media in genere ignorano e per esplorare mondi pi
vasti (storia, cultura, religione, problemi della giustizia, della pace, del mondo in
generale).
Da tali obiettivi si possono identificare delle aree di ricerca- azione, identificate da Felini
nel suo testo Pedagogia dei media. Questioni, percorsi e sviluppi, di cui si far una
sintetica disamina nei paragrafi successivi.
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
fantastica o religiosa252. Considerer, quindi, come facente parte di tale definizione, non
solo le ideologie politiche, ma anche quelle connesse alla religione, in particolare quella
cattolica. Riprendo, a tal fine, una definizione fornita da Mircea Eliade, storico delle
religioni, che afferma che [] il mito considerato come una storia sacra e quindi una
storia vera, perch si riferisce sempre a delle realt. 253
Dopo queste precisazioni, torno a quanto precedentemente affermato sulleclissi dei miti.
A ben guardare, e basandoci anche sulla situazione attuale, ritengo che questa
affermazione sia vera a met. s vero, infatti, che sono cadute le antiche ideologie, quelle
su cui erano fondate originariamente le societ, ma anche vero che luomo, con il tempo,
le ha sostituite con altre. In realt, ci che accaduto, non una vera e propria scomparsa
del mito, ma solo delle regole vincolanti che questo impartiva. Se pensiamo alle vecchie
ideologie politiche o alle regole della religione cattolica (oggi molto contestate), coloro
che si definivano appartenenti ad una di esse, giustificavano tale adesione con
lassunzione di comportamenti strettamente legati alle regole morali che tale
appartenenza comportava.
Si assiste oggi, non ad unassenza di miti- ve ne sono anche fin troppi- bens ad
unassenza di regole etiche che, per quanto limitanti e a volte oppressive, permettevano
di avere un codice comportamentale (e morale) da seguire. I nuovi miti non sono portatori
di regole morali, intrinsecamente dotate di senso, fondate su una verit, per quanto
oggettiva. Sono semplici esplicitazioni dei vizi umani, che viaggiano nel mare del nonsenso.
Il pensiero critico, [] potrebbe rivolgersi a quel pensiero diffuso, irriflesso e
ideologico, la cui matrice proprio in una certa forma di comunicazione mediatica254
quindi, connesso alleducazione ai valori di cui la nostra societ portatrice, porterebbe
all eliminare questa situazione, o comunque ad una sua riduzione, a favore di un tipo di
pensiero libero, poich non vincolato da regole imposte, e al tempo stesso moralmente
fondato, poich riferito ad un orizzonte axiologico.255
252
G. DEVOTO, G. C. OLI, Vocabolario illustrato della lingua italiana, Selezione dal Readers Digest,
254
255
124
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
256
257
125
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
3.4.2.3.
Educazione civica
Oggi leducazione del senso civico deve essere intesa come educazione dei diritti
e dei doveri, che non trascuri n il piano delle conoscenze n quello degli atteggiamenti.
Il tema della cittadinanza attiva e consapevole non pu non dirsi connessa con quello dei
media e dellinformazione: in uno stato di diritto, infatti, la libert di espressione e di
stampa ed il pluralismo dei media e nei media sono principi imprescindibili, cos come i
mezzi di comunicazione sociale sono veicoli irrinunciabili per la partecipazione di
ciascuno alla vita comunitaria. Leducazione allinformazione di attualit, allora, ha un
indubbio significato nella formazione del vivere civile e democratico.
Un primo obiettivo delleducazione ai media in direzione della formazione del
senso civico quella di abituare i ragazzi a restare aggiornati su quanto avviene nel
mondo, possibilmente non in maniera superficiale. I mezzi di cui disponiamo sono
molteplici e vanno dalla carta stampata alla radio, dalla televisione a Internet, sempre con
la doppia possibilit del rapido aggiornamento di cronaca (oggi costantemente in tempo
reale) e dellapprofondimento\dibattito sui temi, problemi e questioni pi disparati.
Lenorme quantit di informazione fa nascere lesigenza di imparare a leggere non solo
il testo dei messaggi che ci arrivano, ma anche il sotto-testo e il contesto, per essere in
grado di comprenderne bene le dinamiche sottese.
Un altro obiettivo quello di promuovere una partecipazione attiva alla vita del
paese, attraverso un coinvolgimento politico.
259
politica mette in rilievo la presenza di due fenomeni: da una parte il ritiro generazionale,
ovvero la mancanza di partecipazione del mondo giovanile nellambito del dibattito
politico, soprattutto se come riferimento di paragone si assumono le generazioni
impegnate deli anni 60 e 70. La seconda riflessione quella della generazione invisibile,
espressione con la quale ci si riferisce al mancato coinvolgimento diretto negli ambiti in
cui tradizionalmente si esplicita la partecipazione politica, a totale favore di una presenza
258
259
126
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
sociale con cui limpegno in contesti politici sostituito dal volontariato diffuso e
dallassociazionismo. 260 Il senso di sfiducia che ha portato molti dei giovani ad
allontanarsi dalla politica, viene alimentato a causa della miriade di informazioni che
provengono dal Web, che spesso non vengono n controllate n tantomeno messe
minimamente in discussione. Ci non vuol dire che la politica di oggi sia abitata sempre
da personaggi di tutto rispetto, ma che spesso si spara a zero anche su coloro che,
magari, tentano di avere un atteggiamento corretto.
Ma non tanto la mancanza di partecipazione attiva alla vita politica che ci
dovrebbe lasciare sgomenti, secondo me, quanto piuttosto la consapevolezza implicita
che tale situazione comporta, cio che il mondo non possa essere cambiato, che la
situazione attuale sia quella definitiva. Si persa, quindi, non solo la fiducia nella politica
ma anche la speranza nel cambiamento. Sii il cambiamento che vuoi veder realizzato nel
mondo afferma in una famosa frase il Mahatma Gandhi: il cambiamento della societ
non pu che partire da quello del singolo. Unaltra frase molto celebre che circola nel web
afferma che il mondo non cambia con la tua opinione, ma con il tuo esempio, splendida
sintesi e critica del modo di agire attuale: tutti criticano tutto, ma pochi fanno qualcosa
per migliorare la situazione in cui vivono.
Leducazione ai media intesa come educazione civica alla partecipazione ha, quindi, il
compito di far prendere parte attivamente i soggetti alla vita del paese e del mondo,
attraverso uninformazione equilibrata e ponderata e di far riscoprire, attraverso
leducazione ai valori, limportanza di perseguire un cambiamento interiore che possa,
poi, in un futuro comportare il cambiamento del mondo in cui viviamo.
Solo il cittadino globale che abbia una percezione piena, non parziale di s, riuscir
a non soccombere dinanzi ai mutamenti sociali e culturali, proponendosi da protagonista
e da soggetto di storia e di cultura. Infatti solo unantropologia integrale pu costituire
il punto di partenza per uninterattivit mediatica sana e dialogica.261
260
Cfr A. RUBINI, Pedagogia e politica. Il contributo delleducazione per un educare alla cittadinanza
127
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
3.4.2.4.
262
128
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
4.
5
.
CAPITOLO 4
4.1.
Media Education
La ricerca nellarea della Media Education parte integrante della ricerca
educativa sui media, un sotto- campo di indagine ad alta specificit (Figura 6). La ricerca
in campo educativo si definisce in relazione a tre
fondamentali elementi: un oggetto o campo di FIGURA 6- RICERCA EDUCATIVA SUI
indagine- di cui vanno circoscritti rigorosamente i
263
264
J. VAN DER MAREN, La recherche applique en pdagogie, de Boek, Bruxelles, 2003, pp. 34- 35
129
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Lo studio delle rappresentazioni dei media, ovvero studi che hanno ad oggetto la
socializzazione, gli effetti della violenza sui comportamenti aggressivi del
pubblico, la funzione degli stereotipi mediali nella strutturazione dei quadri di
valore e di comportamento dei minori.
Lo studio del funzionamento dei media, vale a dire lanalisi delle dimensioni
economica- politica e semio- pragmatica dei messaggi. Gnevive Jacquinot
individua per entrambe le dimensioni, alcuni approfondimenti di ricerca. Per
quanto riguarda la prima, lo studio potr concentrarsi sullinfluenza della
deregolamentazione delle telecomunicazioni sui contenuti dei media, la
commercializzazione dei media attraverso il merchandising e lutilizzo del
bambino come consumatore con il fine di promuovere unautoregolamentazione
dellindustria dei media.
265
266
G. JACQUINOT, Les jeunes et les mdias, LHarmattan, Paris, 2002, pp. 20- 22
130
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
La finalit tecnica, nelle sue due varianti: pragmatica- produzione di artefatti che
consentano di controllare lambiente fisico o di rispondere a dei bisogni- e
politica- sviluppo di servizi da mettere a disposizione degli individui o dei
gruppi.268
Di seguito viene mostrata una tabella riassuntiva (Tabella 4), in cui vengono elencati
gli ambititi della ricerca educativa e i metodi ad essi relativi.
TABELLA 4- TABELLA RIASSUNTIVA DELLA RICERCA SUI MEDIA
268
131
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
269
270
Id., p. 33
132
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Media centred
Education centred
Punto di vista
Esterno
Interno
Orientamento funzionale
Conoscitivo
Pragmatico
Jean- Marie Van der Maren 271 , al cui contributo si fatto precedentemente
riferimento, suggerisce di adottare come criterio per descrivere i diversi ambiti di ricerca
in educazione quattro ambiti di ricerca:
Politico, che designa una ricerca che intende proporre cambiamenti negli
individui e nelle istituzioni.
Una volta definito il quadro complessivo della ricerca educativa bisogna vedere come,
rispetto ad essa, si collochi la ricerca nella Media Education. Alcune considerazioni
preliminari sono doverose per individuare le linee guida su cui si dovr impostare il lavoro
di descrizione di questambito cos importante della scienza delleducazione.
Preciso preliminarmente che per quanto riguarda questultima parte del mio elaborato,
far principalmente riferimento al lavoro compiuto da Pier Cesare Rivoltella, uno dei
massimi esponenti e promotori della Media Education in Italia. Far riferimento ai suoi
lavori perch pi attinenti al tipo di riflessione che vorr compiere.
Tornando allambito della ricerca, Rivoltella sottolinea come, rispetto ai piani di ricerca
sopra descritti, la Media Education si inserisce pienamente sono in alcuni di essi; altri
invece non sono stati ancora frequentati da questo ambito di ricerca. Si nota infatti:
-
271
133
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Grande rilievo ha la ricerca politica, sia nella forma di ricerca-azione che in quella
di produzione di concetti
Di seguito ci proceder con la descrizione delle aree di ricerca pi frequentate dalla Media
Education, ovvero ricerca teorica, ricerca pragmatica e ricerca politica.
Prescrivere, fissare principi e criteri etici ai quali lazione deve ispirarsi. Ad essa
corrispondono le Teorie Prescrittive, che si occupa di indicare obiettivi didattici,
contenuti e metodologie di lavoro degli insegnanti, con il fine di ottenere una
configurazione curricolare della Media Education tale da garantirle un
riconoscimento istituzionale.
Progettare, definire una strategia in base alla quale orientare lagire. Ad essa si
rifanno le Teorie Strategiche, che hanno come soggetto di studio il Media
Educator, in particolare la sua identit, il suo ruolo e le sue funzioni.
272
134
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
La relazione tra queste cinque azioni sistemica (Figura 7), ovvero esse non possono
ritenersi esaustive del fare ricerca se prese singolarmente, ma solo se considerate in modo
trasversale.273
FIGURA 7- LE AREE DELLA RICERCA TEORICA NELLA MEDIA EDUCATION
4.2.1.
Le metateorie
Possiamo individuare i principali obiettivi delle metateorie della Media Education
273
135
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
274
B. PAVLIC, UNESCO and Media Education, in Educational Media International, 1987, p. 32, Cit. in
Ibid.
276
C. BAZALGETTE, E. BEVRT, J.SAVINO, Lducation aux mdias dans le monde, Paris 1992. p. 167
136
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Possiamo, quindi, sintetizzare il tutto affermando che i Media sono considerati una risorsa
integrale delleducazione e che la Media Education [] rappresenta un tipo di lavoro
educativo di cui sempre pi chiaro risulta essere il bisogno sociale allinterno di un
modello di societ che come la nostra a ragione si pu definire una learning society per
via del ruolo decisivo che in essa giocano i media e le nuove tecnologie dellinformazione
277
278
137
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
279
280
138
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Uno dei campi (assieme alla Tecnologia delleducazione, allEcologia dei media,
allErgonomia cognitiva) che concorrono a costituire la Pedagogia dei Media
(come visto precedentemente nel capitolo terzo).
Uno spazio di lavoro che le permette un continuo rimando alle discipline che gi
si occupano del rapporto tra media ed educazione, come la psicologia sociale o la
sociologia della comunicazione.
Masterman, nel suo famoso contributo sulla Media Education, afferma che se anche si
volesse considerarla come una disciplina a se stante, non si dovrebbe prescindere dallo
sviluppo di tale disciplina su pi fronti possibili.282
281
282
139
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Linsegnamento dei media come area specializzata destinato a sortire ben pochi effetti
se non riesce a permeare ed influenzare i vari modi in cui il materiale mediale viene
impiegato nelle altre discipline283
Di certo i vantaggi dello studiare i media come disciplina autonoma sono notevoli.
Virtualmente tutte le attivit curriculari trarrebbero vantaggi se, per, si disponesse di un
dipartimento specializzato di studi sui media, dotato di unidentit, fondi, spazi ed
apparecchiature e di una presenza permanente nella scuola. Questo assicurerebbe una
certa continuit didattica e un dibattito continuo e proficuo anche con gli insegnanti delle
altre materie. 284 Per, realisticamente, nella situazione attuale, soprattutto per quanto
riguarda la scuola italiana, in continua crisi di fondi e, in alcuni casi, ancora impostata sul
modello tradizionale di insegnamento, pensare di poter creare uno spazio riservato solo
alla Media Education e dei fondi per la sua espansione, sarebbe a dir poco utopistico.
Inoltre si possono rintracciare ulteriori limiti dei limiti in questa posizione: il rischio di
una definizione troppo rigida, che la porterebbe a non confrontarsi con altre esperienze e
scienze e limpossibilit oggettiva di racchiudere nei confini di ununica disciplina
metodologie ed esperienze diverse e complesse.
Basandosi su tali limiti, si inserisce la seconda posizione, quella che non prevede
una definizione disciplinare della Media Education, vedendola, invece, come
appartenente agli ambiti di ricerca di altre discipline, dalla pedagogia alla psicologia e
sociologia. 285 In particolar modo necessario incoraggiare gli insegnanti di tutte le
materie ad adottare un approccio attraverso il quale i messaggi mediali vengano
collegati agli interessi politici, economici e sociali di coloro che li producono.286
Sebbene la tesi sulla quale poggia questo lavoro si basi proprio sullimportanza di
educare ai media le nuove generazioni, anche facendo riferimento alla situazione italiana,
non penso che sia realisticamente realizzabile una disciplina a parte per insegnare ci. Da
una parte perch la situazione di precariato degli insegnanti non pone le basi sociali per
poter pensare ad una situazione del genere, dallaltro perch bene che si punti sulla
formazione degli insegnanti che attualmente occupano le cattedre delle nostre scuole e
dei nostri licei. Bisognerebbe partire da unintroduzione graduale del concetto di Media
283
Ibid.
284
Ibid.
285
286
140
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Education (che dovrebbe gi esser stato presentato ed assimilato dagli insegnanti) nei
programmi didattici, prevedendo, magari, maggiore partecipazione a progetti e proposte
in tal senso.
C bisogno, quindi, che si crei allinterno della societ una coscienza mediale,
che ponga le giuste basi per poter poi permettere una riforma scolastica in cui sia prevista
la Media Education come disciplina a se stante. Se oggi il Ministro dellIstruzione
prevedesse una riforma scolastica che abbia ad oggetto lintroduzione della Media
Education come disciplina, non solo non verrebbe accettata dal corpo docenti, ma anche
da tutta la societ, ancora dormiente per quanto riguarda questo aspetto.
Teorie Strategiche
4.2.2.
Scuola, come insegnante di una specifica disciplina oppure come esperto in grado
di formare secondo le esigente di progettazione educativa delle diverse scuole (la
sua identit varia, in base alla considerazione, o meno, della Media Education
come disciplina).
287
Id., p. 74
141
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Sebbene sul piano teorico tutto questo sarebbe auspicabile, se passassimo alla realt dei
fatti, anche in base a quanto affermato pocanzi, ci renderemmo conto che tale figura
avrebbe molte difficolt nellaffermarsi. Inoltre, sarebbe pi auspicabile, piuttosto che
creare una nuova figura in toto, che si lavorasse affinch gli educatori gi formati,
acquisiscano delle competenze tali da fare dei media e delle tecnologie dimensioni
costitutive del loro intervento. Questa esigenza proviene sia dalla considerazione delle
difficolt di ritagliare al Media Educator uno spazio professionale autonomo, sia dalla
consapevolezza che il lavoro con i media divenuto, ormai, uno degli ambiti di azione e
intervento degli educatori.288
Prima di parlare del media educator, ovvero di un nuovo professionista
delleducazione, occorre sostenere con forza che qualsiasi educatore deve avere
la volont e la capacit di assumere il fenomeno mediatico come importantissimo
per realizzare con gli educandi unautentica comunicazione. Ci significa e
comporta una piena consapevolezza che il rapporto con i media rappresenta
comunque un evento educativo significativo, intervenendo (nel bene e nel male)
nel processo formativo di ogni persona ovviamente complessificandolo. E
significa sostenere che di conseguenza lapporto delle scienze delleducazione al
riguardo deve essere visto innanzitutto allinterno del processo formativo degli
educatori in quanto tali, al punto che i loro rappresentanti dovrebbero
rendersene conto e misurarsi con lesperienza mediatica che connota comunque
la vita dei bambini e dei ragazzi.289
Il termine educazione deriva dal latino educre (condurre fuori) e fa riferimento allo
sviluppo di facolt ed attitudini negli esseri umani, allaffinamento della sensibilit, alla
correzione del comportamento, alla trasmissione e acquisizione di elementi culturali,
288
289
P. BERTOLINI, Lapporto delle scienze delleducazione alla formazione del media educator, relazione al
convegno Nuove professionalit per i nuovi mercati della formazione: il Media Educator, Napoli, 12-13
ottobre 2001
142
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
estetici, morali. 290 Per poter riuscire a far s che ognuno degli educandi riesca a
condurre fuori da se stesso tutto ci che lo caratterizza come persona unica, e quindi
progetti, aspirazioni e il suo modo di essere, leducatore non pu non far riferimento ai
mezzi di comunicazione, perch essi formano il suo essere, spesso lo condizionano.
imprescindibile, quindi. [] leggere le scienze della comunicazione come elemento
indispensabile nella riflessione delleducatore, perch il mondo della comunicazione
costituisce per la formazione sia una straordinaria provocazione a ripensare i propri
compiti e strategie sia unimportante risorsa per migliorare lefficacia dei suoi
interventi.291
Liberare i soggetti da tutti i vincoli che impediscono loro di essere pienamente se stessi,
comporta anche riuscire a lavorare su questo aspetto importante. I media, il computer,
non possono sostituire o costituire la relazione educativa, ma si situano nella relazione
educativa, attivando le risorse dei singoli nellottica di una sinergia di gruppo
comunitaria, in cui il formatore rimane comunque polo e zona di intersezione delle
comunicazioni292
Ma i soggetti coinvolti nelleducazione ai media non sono solo gli educatori, ma
anche gli insegnanti, che lavorano costantemente a contatto con bambini e adolescenti,
occupandosi della loro formazione e guidandoli attraverso i percorsi didattici. Per questo
una formazione in ambito mediale, che abbia come obiettivo non solo listruzione e la
formazione, ma anche leducazione, deve essere vissuta anche dagli insegnanti. Questo
per un semplice motivo: spesso nelle scuole manca la figura delleducatore. Gli
insegnanti, quindi, hanno il compito di supplire anche a tale mancanza, non snaturando
il loro ruolo formativo, ma arricchendolo con le competenze di un esperto in ambito
educativo e comunicativo.
[] se non la figura del docente, del formatore, a farsi carico di funzionare da
catalizzatore del cambio di paradigma didattico, la didattica (multi)disciplinare pu
risultare una delle pi tradizionali: cos posso continuare a fare lezione frontale
mostrando e commentando una videocassetta, posso perpetuare una impostazione di tipo
290
291
292
Id., p. 197
143
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
4.2.3.
Negli ultimi due decenni le esperienza di Media Education si sono diffuse, prima
in Nord America e in America Latina, poi, in maniera sempre pi convincente di Europa.
Una delle esigenze pi impellenti, derivate da questa diffusione, stata quella di ottenere
una mappatura abbastanza attendibile in ordine alle forme e ai modelli che queste
esperienze hanno assunto e incarnato nei diversi paesi.
Questo loggetto di analisi delle teorie descrittive, ovvero delineare quali sono
gli orientamenti di ricerca condivisi da tutti i paesi che hanno posto in essere percorsi di
Media Education nei loro curricula e individuarne i presupposti pedagogici.
293
Id., p. 196
294
295
Id., p. 89
144
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
di
far
adottare
nei
percorsi
disciplinari,
una
nuova
prospettiva
Accesso, che si riferisce allampia gamma di abilit che vanno dalla basilare
capacit di leggere e scrivere, allarricchimento del vocabolario personale, dalla
capacit di trovare, riorganizzare e memorizzare le informazioni, alla sintesi di
testi (scritti e audiovisivi). Tale abilit data, quindi, sia dalla capacit di navigare
in Internet usando efficacemente i mezzi a disposizione, sia dalla competenze di
tipo transmediale, come quelle di letto- scrittura o la capacit di saper ricavare
informazioni da un video.
Analisi, ovvero la capacit di capire che le persone sono sempre coinvolte nella
costruzione dei messaggi mediali e che tali messaggi sono quasi sempre costruiti
per un certo scopo, sia esso quello di informare, intrattenere o persuadere.301
Questo obiettivo , per certi aspetti, quello centrare delleducazione ai media
secondo lapproccio della media literacy, strettamente legato ai cinque concetti
fondamentali della media literacy elencati dalla Conferenza nazionale presso
296
297
298
299
P. AUDERHEIDE, Media Literacy, the Aspen Institute Wye Center, Queenstown Maryland, December 7-
9, 1992, p. 79
300
301
R. KUBEY, Think. Interpret. Create. How Media Education Promotes Critical Thinking, Democracy, Health
145
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
lAspen Institute nel 1992, ovvero: 1) i messaggi mediali sono costruiti [nel
senso che sono rappresentazioni intenzionali] e costruiscono le realt; 2) i
messaggi mediali hanno implicazioni commerciali; 3) i messaggi mediali hanno
implicazioni ideologiche e politiche; 4) forma e contenuto sono correlati con
ciascun medium, ognuno dei quali ha una specifica estetica e suoi codici e
convenzioni; 5) il significato dei messaggi mediali negoziato dai riceventi.302
Lanalisi, allora, viene concepita come una comprensione interpretativa dei
messaggi dei media che richiede la conoscenza di concetti e categorie appropriate
(tratti dalla semiotica) e luso dei nessi logici (prima\dopo, causa\effetto), la
capacit di determinare il genere del prodotto, di identificarne il significato, il
punto di vista e gli interessi politici e economici ad esso sottesi.
-
Valutazione, atta a promuovere nei ragazzi giudizi sulla rilevanza ed il valore che
un messaggio ha per ciascun lettore, anche in termini di significato. Prevede
lidentificazione dei valori etici, estetici e culturali sottostanti un certo messaggio
ed il confronto tra questi e lorizzonte axiologico del soggetto.
302
303
146
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
4.2.4.
Teorie Interpretative
304
147
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
I Cultural Studies forniscono strumenti teorici utili a colmare proprio questa duplice
mancanza, consentendo alla Media Education di recuperare lo spazio dei contesti e la
centralit nel lavoro educativo e didattico sui media. Il contesto di un messaggio, di una
produzione mediale, nella prospettiva della Media Education legato soprattutto al suo
spazio e al suo tempo.
Lo spazio va colto almeno in due sensi: lo spazio dei media, cio la collocazione
nel palinsesto, in relazione al sistema complessivo di cui fanno parte; e lo spazio sociale,
ovvero il posto che i media vanno ad occupare nella giornata dello spettatore, il rapporto
che intrattengono con le sue altre pratiche di consumo quotidiane e limportanza che
rivestono allinterno delle routines discorsive di cui protagonista. Liscrizione dei media
in questo duplice tipo di tipo di spazio produce effetti sulle aspettative dello spettatore e
influisce sulla sua comprensione dellimmagine. Lavorare educativamente sui contesti
significa, quindi, elaborare strategie adeguate a far cogliere questi nessi per raggiungere
una piena consapevolezza.
Lo stesso tipo di intervento va fatto sul tempo. Anche in questo caso
individueremo due tipi di tempi: il tempo dei media, che ha a che fare sia con la durata
che non lemissione del messaggio; e un tempo sociale, che il tempo dellindividuo e
dei gruppi entro cui il tempo dei media interviene producendo modificazioni e subendo
un processo di appropriazione. Educativamente trovano spazio e in questo campo tutte le
considerazioni sulla funzione dei media in ordine alla modificazione del tempo
individuale e famigliare, sulla loro funzione rituale.
4.3. Ricerca pragmatica
Per quanto riguarda il piano teorico della comunicazione, lideale della Media
Education parte dalla concezione pragmatistica della comunicazione. Lapproccio
pragmatista sposta il focus dellanalisi dal semplice passaggio emittenza- ricezione, al
processo interpretativo che accompagna entrambi i momenti, ponendo al centro
dellinteresse non pi il cosa viene comunicato e da chi, ma piuttosto il modo in cui i
soggetti e i gruppi sociali attribuiscono significato ai prodotti della comunicazione. Si
tratta di un ideale di comunicazione complesso, iniziato negli anni 50 con la teoria degli
Usi e gratificazioni e seguito dai Cultural Studies sviluppatisi a partire degli anni 70.
Questi studi hanno definitivamente liquidato il modello semplice e lineare del pacco
postale (Colombo), teorizzando una comunicazione che non si conclude quando il
148
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
305
306
Cfr., M. G. ONORATI, Media, societ, educazione. La Media Education come risposta educativa alle
istanze della complessit, in ONORATI M. G., T. GRANGE SERGI, a cura di, La sfida della comunicazione
alleducazion, Franco Angeli, Milano, 2006, pp. 62- 63
149
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Per quanto riguarda il primo aspetto, la rilevanza circa il fare media in classe
sottolineata da alcuni aspetti quali: la produzione di effetti sulle pratiche educative, la
costruzione per gli allievi di un tipo di attivit assolutamente originale e la possibilit di
elaborare nuove modalit di espressione, anche al di fuori del contesto scolastico.
Dal punto di vista pedagogico il valore che la Media Education riconosce alle attivit
di produzione mediale in contesto educativo si pu ricondurre a tre principali istanze: la
funzione conoscitiva del fare, la cooperazione come opportunit di apprendimento, la
funzione educativa del linguaggio. La prima istanza rinvia allesperienza di Celestine
Freinet che nella sua idea di scuola dava maggiore rilevanza all attivazione degli
allievi, che si realizza attraverso le visite in contesto, i resoconti liberi degli allievi su
quanto hanno potuto osservare e la creazione di prodotti mediali. Didatticamente questo
tipo di scelta permette di saldare tra loro il momento dellacquisizione di competenze e
quello della loro operazionalizzazione con grande vantaggio per lefficacia
dellapprendimento (seconda delle tre istanze a cui si fatto riferimento pocanzi). Questo
nuovo modo di intendere la didattica, non fa riferimento semplicemente alla dimensione
laboratoriale, ma anche alla didattica trasmissiva basata, per, sulla riorganizzazione
cooperativa dellapprendimento. [] non si apprende solo da una fonte esperta
(insegnante o software specialistico). Anzi, [] momenti importanti di apprendimento
avvengono anche quando i non esperti interagiscono tra loro, spostando cos il focus
dalla modalit con cui i docenti insegnano al modo in cui gli studenti elaborano e
costruiscono le conoscenze tra loro. Lapprendimento collaborativo supera
definitivamente la metafora della trasmissione del sapere, puntando decisivamente a
una costruzione attiva della conoscenza da parte di tutti i partecipanti allevento
educativo.307 La terza istanza, che fa riferimento alla centralit dei linguaggi, riconosce
alle attivit di produzione mediale una posizione di rilevanza in virt delle sue valenze
conoscitive e metodologiche. Produrre media in contesto educativo facilita la riflessione
dei ragazzi sulle strutture di fondo del dispositivo linguistico poich consente di verificare
le varie fasi della lavorazione (dalla scrittura, alla ripresa, al montaggio), gli snodi interni
307
150
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
308
inventori, in M. MORCELLINI, P.C. RIVOLTELLA (a cura di), La sapienza di comunicare. Dieci anni di
media education in Italia ed Europa, Erickson, Gardolo 2007, pp. 140-141.
151
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
309
152
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
153
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Questa triplice azione di convocazione ispira quelli che Van der Maren definisce due
ambiti fondamentali: la ricerca- azione, il cui obiettivo di presentare lazione come
soluzione del problema, e lo sviluppo di concetti, ovvero il tentativo di suscitare bisogni
attraverso lintroduzione di nuove strategie.310
Si pu pensare alla ricerca prodotta nel campo della Media Education negli ultimi
trentanni come un programma di accreditamento e certificazione del concetto stesso di
Media Education. Di questa ricerca sono parte integrante tre concetti: cittadinanza,
pensiero critico e lidea del media educator come figura di educatore, nuova figura la cui
presenza stata resa indispensabile dallassunzione operativa dei concetti precedenti.311
[] i teorici esperti di Media Education, soprattutto in area anglosassone, sostengono
[] che educare alla comunicazione significa costruire la cittadinanza e difendere la
democrazia.312
Il tema della cittadinanza in relazione ai media da considerarsi in relazione
allidea di una nuova forma di educazione civica. Essa ha due funzioni fondamentali:
costruire comportamenti adeguati in una societ democratica, trasmettere i valori e i
principi che la fondano e costruire una capacit critica. Queste funzioni vengono assunte
dalla Media Education per permettere: la partecipazione alla costruzione della cultura, la
necessit di apprendere e porre in atto comportamenti adeguati, lautonomia e il senso
critico. Essi sono tutti aspetti che appartengono agli obiettivi tradizionali di chi lavora con
i media negli spazi educativi.
310
311
312
154
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Sebbene il tema della cittadinanza sia caratterizzato da instabilit costitutiva, che non
permette di definirlo nello specifico, possiamo comunque individuare alcune dimensioni\
declinazioni che permettono, altres, di individuare relativi ambiti di ricerca:
Diritti civili, ovvero la libert della persona, sia in quanto individuo (di pensiero
o espressione), sia nella relazione con gli altri (di riunione e di comunicazione).
Nel caso della Media Education, il tema dei diritti civili si lega con la questione
del controllo politico e ideologico dei media, con il diritto di accesso agli
strumenti di comunicazione (digital divide), con i temi relativi alla privacy e alla
tutela dei soggetti deboli, soprattutto dei minori.
313
314
Teaching Thinking Skills: Theory and Practise, W. H. Freman & Company, New York, 1987, p. 10
155
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
315
316
317
Id., p. 159
156
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
318
C. BAZALGETTE, E. BEVRT, J.SAVINO, Lducation aux mdias dans le monde. Nouvelles orentations,
BFI CLEMI UNESCO, Paris, 1992, p. 167, cit. in P.C. RIVOLTELLA, op. cit., 2005. p. 49
319
157
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Lespressione entra nel dibattito scientifico a partire dagli anni 70, in Francia, e
si sviluppa in Italia negli anni 90 a seguito dellaffermazione delle tecnologie della
comunicazione, sempre pi addentrate nel tessuto sociale e, in particolar modo, nella vita
quotidiana delle giovani generazioni. Una delle prime definizioni di Media Education in
Italia sottolinea il connubio tra le Scienze della Comunicazione e le Scienze della
Formazione, essendo intesa come quel particolare ambito delle scienze delleducazione
e del lavoro educativo che consiste nel produrre riflessione e strategie operative in ordine
ai media intesi come risorsa integrale per lintervento formativo320.
Per i cittadini le sollecitazioni vengono dagli organismi nazionali ed internazionali.
LOnu e lUnesco sono intervenute pi volte su questo argomento: Piuttosto che
condannare o esaltare lindubbio potere dei media, noi dobbiamo accettare il loro
significativo impatto e la loro penetrazione nel mondo intero, come un fatto indiscutibile
ed anche apprezzare la loro importanza come un elemento di cultura del nostro tempo. I
sistemi politici ed educativi dovranno essere consapevoli del loro compito di promuovere
nei cittadini una comprensione critica del fenomeno della comunicazione.321
Sul piano nazionale, invece, troviamo diverse associazioni che si occupano della
diffusione della Media Education322:
320
321
322
Cfr U. MOSCA, ICitizen Media Literacy, rId.sta online dellUniversit di Torino. Fonte: www.media-
italia.eu
158
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
nel campo della Media Literacy e raccomanda azioni di protezione dei minori a
contatto con i media.
Osservatorio sui Diritti dei Minori, creato nel 2001 da un team di sociologi,
psicologi, psichiatri dellinfanzia, ufficiali delle forze dellordine, esperti
nelleducazione dei giovani ed avvocati esperti nel campo dei diritti dei minori,
che promuove campagne e iniziative che aiutino i minori ad orientarsi nella
societ dellimmagine e a difendersi dallo sfruttamento dellimmagine dei ragazzi
e dai contenuti che possono costituire un pericolo;
Centro Zaffiria di Bellaria-Igea Marina, che lavora direttamente nelle scuole con
laboratori teorici e pratici e si distinto in particolare con alcuni progetti dedicati
alla popolazione immigrata.
159
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Nel campo della Media Industry (grande industrie di produzione mediale), attivit di
Media Education sono state sviluppate principalmente dalla RAI. Innanzitutto dobbiamo
fare una breve considerazione. La RAI, Radio Televisione Italiana, stata la prima
promotrice in Italia della Media Education, con il programma televisivo Non mai
troppo tardi, in cui Alberto Manzi insegnava a leggere e scrivere a coloro che non lo
sapevano fare. Grazie a questo programma, infatti, sono state molte le persone che hanno
avuto la possibilit di colmare le proprie lacune linguistiche. Tornando ad oggi, sono
diversi i programmi con finalit educative promosse dalla televisione nazionale. In
particolare si fa riferimento alle attivit di RaiTre e di RaiEducational, con programmi
come Blob, Screen Saver, Tv Talk e Melevisione. Anche SAT2000, oggi TV2000, il
canale della Conferenza Episcopale Italiana, si dedica alla produzione di contenuti di
Media Education.
Ancora nellambito della Media Industry viene segnalata unaltra iniziativa rivolta
al web: SicuramenteWeb, ideata da Microsoft Italia, focalizzata sui temi della
navigazione protetta dei minori sul Web e della sicurezza informatica, in collaborazione
con lUNICEF. Sotto il nome SicuramenteWeb sono identificate tutte le attivit e i
programmi che Microsoft realizza per sensibilizzare, sostenere e promuovere in
particolare nei confronti di ragazzi, genitori e insegnanti iniziative che abbiano un
impatto concreto in termini di sicurezza per i minori e per contribuire a innalzare i livelli
di consapevolezza e capacit reattiva nel Paese rispetto agli attacchi informatici.
Nel campo degli eventi culturali, infine, offrono un contributo decisivo alcune
manifestazioni dedicate alla rappresentazione dei giovani e alla loro diretta creativit: il
Giffoni Film Festival di Salerno, fondato nel 1971, che ha il compito di avvicinare il
pubblico giovane al mondo del cinema e dellaudiovisivo attraverso la partecipazione
allattivit critica come giurati; il Festival Internazionale CIAK Junior, ideato nel 1986 e
organizzato dal Gruppo Alcuni, che realizza tutta una serie di attivit volte alla
produzione e alla diffusione di contenuti audiovisivi da parte degli studenti stessi e infine
il Sottodiciotto Film Festival, nato nel 2000 e organizzato dallAIACE di Torino e dalla
160
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Divisione Servizi Educativi della Citt di Torino, che presenta diverse sezioni di
Concorso dedicate ai vari ordini di scuola e un Concorso di prodotti realizzati in ambito
Extrascuola.
Nellabito dellExtrascuola da mettere in rilievo, un progetto innovativo e
stimolante promosso dalla Polizia di Stato dal titolo Una vita da social 323, progetto che
ha ad oggetto la sicurezza nell'uso della Rete rivolto agli utilizzatori dei social network e
in particolare agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, ai loro
insegnanti e ai loro familiari.
La finalit di questo progetto quella di far comprendere limportanza della legalit e
sviluppare una coscienza collettiva dei rischi e pericoli connessi ad un cattivo utilizzo
della Rete. La campagna di educazione alla legalit su Internet ha, per questo motivo, un
carattere itinerante su tutto il territorio nazionale che viene visitato gli specialisti della
Polizia all'interno di un autocarro.
Questi gli obiettivi che la Polizia si propone di raggiungere:
Sino ad ora la partecipazione stata molto ampia e il successo riscosso andato oltre le
aspettative.
4.5.1. Un progetto di Media Education a Bari: Reputazione
in rete
Il Comune di Bari, con lUfficio Regionale per la Puglia e lUniversit degli Studi
di Bari, hanno promosso un progetto di educazione ai media, dal titolo Parli Facebook?
Prendiamoci per mouse! Identit, Socialit e Reputazione in Rete, che ha visto coinvolte
18 scuole di Bari. Il progetto- pilota ( infatti il primo anno in cui si realizzato) stato
finalizzato a promuovere luso consapevole dei nuovi media tra gli adolescenti e gli adulti
323
https://www.commissariatodips.it/vita-da-social.html
161
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Ha avuto inizio il 13 Dicembre 2013 e si concluso il 9 Aprile 2014 con un incontro tra
i rappresentati delle diverse scuole, presso la biblioteca della scuola E. Fermi di Bari.
Dopo i primi incontri su una piattaforma Moodle riservata ai docenti coinvolti nel
progetto, coordinati dal prof. Baldassarre dellUniversit di Bari e dalla professoressa
Anna Montefalcone, Consigliera incaricata del Sindaco di Bari per i Diritti di
Cittadinanza Digitale, sono iniziati i lavori con gli studenti nelle singole scuole.
Il progetto, ha avuto come luogo dincontro virtuale, un gruppo chiuso su
Facebook, Prendiamoci per Mouse, in cui in questi mesi si sono confrontati molto
attivamente studenti, docenti e, recentemente, anche alcuni genitori, sulluso consapevole
dei social network. Questo spazio virtuale si arricchito di testimonianze e molti
documenti, video, riflessioni riferite sia ad eventi drammatici che a buone pratiche,
sperimentando cos anche un esempio di gruppo ideale da creare su Facebook. I risultati
e le produzioni dei ragazzi sono state diversi e vanno dai testi scritti ai video, dalle
immagini a scene di animazione, ecc.
Il 20 marzo 2014, in continuit con gli obiettivi promossi dal progetto, le scuole hanno
incontrato la Polizia di Stato, impegnata nel suo tour informativo "Una vita da social.
Tra i vari prodotti multimediali realizzati dalle diverse scuole, uno mi sembra
particolarmente identificativo e sintetico dellesperienza: la Costituzione del Web 2.0,
realizzata dai ragazzi del liceo E. Fermi324.
In questo testo, composto da 13 articoli, si parla di cittadinanza digitale non come
alternativa a quella tradizionale, ma come vera e propria condizione di cittadino. Come
tale essa comporta diritti e doveri, tra cui troviamo il diritto di formarsi e informarsi e il
dovere di formare coloro che ci circondano. Questo primo punto, posto non a caso come
introduzione della Costituzione, mi sembra quello pi importante e, al tempo stesso,
quello meno ovvio soprattutto per ragazzi adolescenti. In unepoca in cui il dare il buon
esempio richiama alla mente modelli di vita forse troppo lontani dai ragazzi della
generazione 2.0, il dovere di formare richiama allesigenza di essere testimoni di una
vita positiva. Il rispetto di questo dovere comporta, da una parte, la rielaborazione
personale di quanto sentito ed imparato, affinch si trasformi in stile di vita, dallaltra
lesigenza di non tenere per s queste conoscenze, di uscire dal proprio guscio, dal proprio
mondo e andare verso laltro per insegnargli il modo giusto per stare nel mondo (digitale).
Altri temi toccati dalla Costituzione del Web 2.0 li possiamo cos sintetizzare:
324
http://www.liceofermi.gov.it/index.php/studenti-25451/308-reputazione-in-rete
162
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Il rispetto della propria e dellaltrui persona (art. 4 e 8), ovvero lattenzione nel
non ledere i sentimenti altrui, rispettandone la privacy e, soprattutto, rispettandone
la personalit. Rispettare gli altri vuol dire, inoltre, anche presentarsi per come si
, senza maschere, senza modificare la propria immagine o i propri dati personali,
nella piena sincerit e lealt.
Il rispetto e la tutela del diritto dautore (art. 5 e 12), attraverso riferimento diretto
allautore, nel momento in cui si fa una citazione.
Lattenzione nel confrontare e ricercare diverse fonti relative ad una notizia (art.
11-12), per evitare di diffondere o comunque di credere vere notizie che in realt
sono fake. Inoltre bene sempre controllare se le informazioni che si vogliono
condividere sono di carattere personale o se contengono dati sensibili di altre
persone.
Limportanza di conciliare vita reale con la vita digitale (7-9-13), per cogliere in
entrambi i luoghi le opportunit che possono offrire, in ambito relazionale,
personale, lavorativo, formativo, ecc.
Lattenzione nei confronti dei materiali che si ricevono e che possono nascondere
virus, ma soprattutto nei confronti delle persone che entrano in relazione con i
ragazzi, che a volte possono essere malintenzionati (art. 10).
163
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Conclusioni
Giunta alla fine di questo mio lavoro e dopo aver fatto riferimento agli illustri
studiosi della materia che, con le loro teorie, mi hanno permesso di strutturare la mia tesi,
vorrei ora esprimere quelle che sono le mie riflessioni ed aspettative circa il tema che ho
approfondito.
Il mio approccio a questo lavoro stato duplice: da una parte di scoperta, in quanto ho
avuto modo di approfondire il tema delleducazione ai media; dallaltro lato per, potrei
definirlo anche di sintesi, rispetto a tutto ci che ho imparato in questi anni di formazione,
soprattutto in ambito pedagogico.
Questa tesi non ha la presunzione di essere unattenta riflessione n sul fenomeno
mediatico, n tantomeno per quanto riguarda la Media Education. La mia ottica, pi che
di una ricercatrice, potrei definirla di unappassionata alla materia che, seppur con un
metodo di ricerca non professionale, ha cercato di portare avanti la sua idea: limportanza
di educare ai media per permettere una crescita sana e umanizzante a tutti coloro che
vivono in questepoca.
Mi permetto di delineare in questa sede, alcuni ambiti di sviluppo, su cui, secondo
me, si dovr investire il prima possibile, senza ulteriori indugi.
Innanzitutto, in ambito scolastico, in cui si sente il grande bisogno di una Riforma
che consenta una riorganizzazione interna (per quanto riguarda metodi di insegnamento
e i programmi ministeriali) che consenta anche di dare il giusto spazio ad un approccio
basato sulleducazione ai media, dei media e attraverso i media.
Quest azione non pu prescindere da una riscoperta del ruolo educativo e formativo della
scuola, da concretizzarsi anche attraverso uninversione di rotta circa le modalit di
valutazione degli apprendimenti, che condizionano pesantemente i modi e i contenuti
dellapprendimento, piegando il processo di insegnamento sulle prestazioni e sulle attivit
richieste dalla valutazione (teach to test).
Le modalit valutative tradizionali, infatti, si limitano ad accertare i processi cognitivi pi
semplici ed elementari, congruenti con le caratteristiche delle prove strutturate, mentre
non sono in grado di apprezzare abilit pi complesse quali i processi di analisi e sintesi,
la riflessione critica, soluzioni creative ed originali a problemi aperti ecc., determinando,
cos, uno schiacciamento del processo formativo su un sapere di tipo riproduttivo.
164
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Inoltre il sapere scolastico ha anche il grosso limite di rimanere incapsulato nel contesto
scolastico e, quindi, di essere inadeguato a fornire conoscenze utili a situazioni di vita
reale. Tale incapsulamento si ripercuote anche sulla valutazione, la quale tende a basarsi
su compiti astratti e decontestualizzati, incapaci di agganciarsi a contesti reali,
significativi e comprensibili.
A causa del regolare impiego delle prove individuali; viene inoltre attribuito scarso rilievo
a prove di gruppo e ai correlati processi di comunicazione sociale, di confronto culturale
e di collaborazione, importanti nei contesti professionali e nelle situazioni reali.
Ci evidenzia come la funzione prevalente della valutazione scolastica rimanga quella di
classificare gli studenti in rapporto alla qualit delle loro prestazioni e a giudicarli
attraverso il successo scolastico.
Oggi la scuola non pu permettersi di restare ancorata a questo modello e soprattutto ad
una concezione di efficacia dello studente riscontrabile solo nella sua capacit di
riprodurre quando letto o ascoltato.
Si dovrebbe puntare, piuttosto, sullancorare a compiti autentici e significativi il sapere e
sullopportunit di fornire feed-back immediati per studenti ed insegnanti.
Bisogna, quindi, mettere al centro del ripensamento dellIstituzione scolastica il costrutto
di competenza e la relativa esigenza di passare da una valutazione delle sole conoscenze
e abilit ad una valutazione delle competenze, ovvero della capacit del soggetto di
impiegare produttivamente il proprio apprendimento per soddisfare i propri bisogni e
rispondere alle esigenze sociali, mettendo quindi in gioco non solo il suo sapere, ma anche
il suo saper fare e saper essere.325
necessario allora che si prenda atto, una volta per tutte, di questa situazione, per poter
dare inizio ad una nuova scuola al passo con i tempi, in grado di dare davvero una forma
mentis ai ragazzi, valida anche al di fuori di essa.
Dopo queste considerazioni, vorrei concentrarmi su unaltra questione. Sino ad
ora si considerato il lavoro di educazione ai media, prettamente dal punto di vista
scolastico. Da una parte questo pi che naturale, dato che la scuola listituzione
preposta ad istruire e formare le generazioni, dallaltra, per, se vogliamo che loperato
della Media Education sia realmente pregnante, non ci si pu limitare a vivere tale
esperienza solo allinterno della scuola.
Questo per tre semplici considerazioni:
325
Cfr M. CASTOLDI, Valutare a scuola, Carocci, Roma, 2012, pp. 170- 174
165
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
I genitori spesso manifestano delle difficolt nel seguire questi ragazzi. Anche
loro necessitano di essere coinvolti in questi percorsi di Media Education. Il gap
digitale che spesso li allontana dai loro figli, rende difficile per loro vivere
pienamente il ruolo di educatori e formatori.
Per questi motivi si rende necessario che leducazione ai media si estenda anche al di
fuori dellambito scolastico, per poter rendere pi efficace la sua opera.
Innanzitutto nella famiglia, dove i genitori spesso sono impreparati a guidare i
propri figli in questo mondo virtuale. Capita non di rado di sentir parlare di episodi
spiacevoli in televisione relativi alluso sbagliato e non consapevole dei media e questo
porta i genitori a demonizzare il mezzo. Questo atteggiamento, per quanto plausibile, si
rivela contro produttivo, sia perch cos facendo, chiudono le porte alla comunicazione
con i loro figli, sia perch non hanno la possibilit di scoprire le reali opportunit del
mezzo.
Accanto a questa situazione, per, si assiste ad un altro fenomeno, anchesso rischioso,
ovvero lingresso dei genitori nel mondo mediatico, con il relativo pericolo che anchessi
si lascino abbindolare dal luccichio accecante dei mezzi di comunicazione digitale,
sottovalutandone o non considerandone i rischi.
Per questo c bisogno di un aiuto anche rivolto ai pi adulti, perch in quanto educatori
e\o diretti fruitori di questi mezzi, siano in grado di riconoscere e di svelare ai loro figli
vantaggi e svantaggi delluso dei media. Naturalmente per farlo hanno bisogno di essere
aiutati, condotti. Ed qui che subentra il lavoro di istituzioni quali la scuola o associazioni
culturali che possano fornire risposte al bisogno di aiuto dei genitori, attraverso incontri,
laboratori o dibattiti di approfondimento.
166
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Oltre alla scuola e alle associazioni, possono venire incontro a queste esigenze di
comprensione della realt mediale, anche altre istituzioni, che hanno ad oggetto del loro
operato proprio la cura verso una crescita ottimale dellessere umano.
In particolare faccio riferimento alla Chiesa e in modo specifico alle Parrocchie e agli
Oratori, in quanto luoghi attenti alla crescita dei ragazzi e alla serena gestione familiare,
di cui ho unesperienza positiva e incoraggiante.
Gli Oratori possiamo definirli spazi dove i giovani crescono liberamente e dove
possibile costruire relazioni educative pi profonde, non vincolate ad esigenze di
programmi e curricula da seguire. In questi luoghi, in cui leducazione dellanima e
dellIo pi profondo sono il fine di ogni azione, non si pu non dare spazio ai media.
In primo luogo da un punto di vista formativo, perch per le catechesi vale la stessa
riflessione fatta per i metodi scolastici: se impostati ancora su quelli tradizionali rischiano
di sortire solo lallontanamento dei ragazzi. Inoltre i Media hanno una grande importanza
per la Chiesa, anche dal punto di vista apostolico: ad essa viene affidato il compito di
abitare i luoghi virtuali, per offrire una testimonianza diretta di un buon uso degli stessi.
A tal riguardo, mi piace portare un esempio positivo relativo al tema dellabitare
i mezzi di comunicazione, rappresentato da un evento che ha avuto luogo questanno
proprio a Bari. Infatti, nei giorni dall 1 al 4 Maggio nella Parrocchia Maria SS.
Addolorata, oratorio Don Guanella, si svolto il Meeting del Movimento Giovanile
Guanelliano, dal titolo Tggati per credere. Samaritani per le strade del mondo
digitale, che aveva come oggetto il rapporto tra fede e media e in particolare, come si
evince dal titolo, la questione importante di come poter essere testimoni credenti e
credibili anche nella rete. Circa centocinquanta ragazzi, provenienti da diverse citt del
Centro- Sud, hanno avuto modo di riflettere su questo tema, grazie anche alla
testimonianza di don Luigi Maria Epicoco, cappellano dellUniversit dellAquila. In
questi giorni si avuto modo non solo di riflettere sul ruolo che un buon cristiano
dovrebbe avere allinterno del mondo mediatico, ma anche su come i media possono
influenzare i propri comportamenti ed atteggiamenti e sullindividuazione di modalit di
utilizzo meno dipendenti e pi consapevoli.
Limportanza di tale incontro sta proprio nel fatto che prima di questo, pochi sono stati i
ragazzi che hanno avuto modo anche solo di soffermarsi e di rendersi conto degli effetti
dei media sulla loro vita. Gi laver permesso ci un elemento da non sottovalutare e fa
comprendere limmensa risorsa che si cela dietro a questimportante istituzione.
167
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Il compito degli oratori, e in generale della Chiesa, proprio quello di educare i ragazzi,
attraverso modalit ludiche e insieme formative, ad un utilizzo positivo di questi mezzi.
Molte persone, ancora oggi, considerano i mezzi di comunicazione come nemici di un
vissuto cristiano profondo e credibile.
A tal proposito mi sembra doveroso richiamare le parole di Papa Francesco (il pi grande
Media Educator dei nostri tempi), in vista della XLVIII Giornata mondiale delle
Comunicazioni Sociali, il quale, ci permette di interrogarci sulle modalit migliori per
abitare i luoghi del mondo digitale:
Come allora la comunicazione pu essere a servizio di unautentica cultura
dellincontro? E per noi discepoli del Signore, che cosa significa incontrare una
persona secondo il Vangelo? [] Trovo una risposta nella parabola del buon
samaritano, che anche una parabola del comunicatore. Chi comunica, infatti,
si fa prossimo. E il buon samaritano non solo si fa prossimo, ma si fa carico di
quelluomo che vede mezzo morto sul ciglio della strada. Ges inverte la
prospettiva: non si tratta di riconoscere laltro come un mio simile, ma della mia
capacit di farmi simile allaltro. Comunicare significa quindi prendere
consapevolezza di essere umani, figli di Dio. Mi piace definire questo potere
della comunicazione come prossimit.
Quando la comunicazione ha il prevalente scopo di indurre al consumo o alla
manipolazione delle persone, ci troviamo di fronte a unaggressione violenta
come quella subita dalluomo percosso dai briganti e abbandonato lungo la
strada, come leggiamo nella parabola. [] Oggi, noi corriamo il rischio che
alcuni media ci condizionino al punto da farci ignorare il nostro prossimo reale.
Non basta passare lungo le strade digitali, cio semplicemente essere
connessi: occorre che la connessione sia accompagnata dallincontro vero. Non
possiamo vivere da soli, rinchiusi in noi stessi. Abbiamo bisogno di amare ed
essere amati. Abbiamo bisogno di tenerezza. Non sono le strategie comunicative
a garantire la bellezza, la bont e la verit della comunicazione. Anche il mondo
dei media non pu essere alieno dalla cura per lumanit, ed chiamato ad
esprimere tenerezza. La rete digitale pu essere un luogo ricco di umanit, non
una rete di fili ma di persone umane. [] Proprio per questo la testimonianza
cristiana, grazie alla rete, pu raggiungere le periferie esistenziali.
168
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Lo ripeto spesso: tra una Chiesa accidentata che esce per strada, e una Chiesa
ammalata di autoreferenzialit, non ho dubbi nel preferire la prima. E le strade
sono quelle del mondo dove la gente vive, dove raggiungibile effettivamente e
affettivamente. Tra queste strade ci sono anche quelle digitali, affollate di
umanit, spesso ferita: uomini e donne che cercano una salvezza o una speranza.
Anche grazie alla rete il messaggio cristiano pu viaggiare fino ai confini della
terra (At 1,8). Aprire le porte delle chiese significa anche aprirle nellambiente
digitale, sia perch la gente entri, in qualunque condizione di vita essa si trovi,
sia perch il Vangelo possa varcare le soglie del tempio e uscire incontro a
tutti.326
La Chiesa, quindi, con la scuola, hanno il doveroso compito di stimolare nei ragazzi a
loro affidati, e anche i loro genitori, la riflessione circa limpiego di tali mezzi e
soprattutto di favorirne un utilizzo educativo e realmente formativo.
Non un caso se tra i soggetti a cui ho fatto riferimento, verso cui importante una
rivoluzione digitale consapevole, ci siano le tre istituzioni formali tradizionali su cui si
sempre basata la nostra societ. Questo perch io credo fortemente non solo che esse siano
e saranno le colonne portanti della nostra societ, ma anche che solo il lavoro sinergico
ed integrato di queste tre realt potr davvero contribuire ad un cambiamento significativo
della realt. So che forse, allo stato attuale delle cose, tale situazione a dir poco utopica.
Ma ho fede nelluomo e nella sua capacit di trovare le strategie migliori per determinare
un suo cambiamento e nella pedagogia come scienza in grado di supportare ed orientare
questi propositi di bene.
326
PAPA FRANCESCO, Messaggio per la XLVIII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 2014. Fonte:
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/messages/communications/documents/papa-francesco_20140124_messaggiocomunicazioni-sociali.html
169
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
170
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Bibliografia
ACONE G., La Paideia introvabile. Lo sguardo pedagogico sulla post- modernit, La
Scuola, Brescia 2004
ANDERS G., Luomo antiquato, Bollati Boringhieri, Torino 2007
ARENDT H., La banalit del male, Milano 1964
AUDERHEIDE P., Media Literacy. A Report of the National Leadership Conference on
Media Literacy, the Aspen Institute Wye Center, Queenstown Maryland, Dic. 7-9 1992
AUDIWEB, Ricerca di Base sulla diffusione dell'online in Italia, Dic. 2013
BARON J. B., STERNBERG R. J., Teaching Thinking Skills: Theory and Practise, W.
H. Freman & Company, New York 1987
BAUDRILLARD J., Lo scambio simbolico e la morte, Feltrinelli, Milano 1980
BELLINO F. (a cura di), Fare cose con la filosofia. Pratiche filosofiche nella consulenza
individuale e nella formazione, Apogeo, Milano 2005
BELLINO F., Per unetica della comunicazione, Bruno Mondadori, Milano 2010
BENTIVEGNA, S., Disuguaglianze digitali: le nuove forme di esclusione nella societ
dell'informazione, Roma- Bari, Laterza 2006
BERTOLINI P., Lapporto delle scienze delleducazione alla formazione del media
educator, relazione al convegno Nuove professionalit per i nuovi mercati della
formazione: il Media Educator, Napoli, 12-13 ottobre 2001
BOCCHI G., CERUTI M., Educazione e globalizzazione, Cortina, Milano 2004
BOCCI V., Comunicare la fede ai ragazzi 2.0. Un proposta di catechesi comunic-attiva,
Elledici, Torino 2012
BORGES J.L., LAleph, Mondadori, Milano 1997
BUBER M., Il problema dell'uomo, ELLEDICI, Torino 1983
BRUSCAGLIONI M., La societ liberata. Nuovi fenomeni, opportunit, categorie di
pensiero, Franco Angeli, Milano 1994
BUBER M., Il principio dialogico ed altri saggi, San Paolo, Milano 1993
CALVANI A., Educazione, comunicazione e nuovi media, UTET, Torino 2008
CALIGIURI M., Comunicazione pubblica, formazione e democrazia. Percorsi per
l'educazione del cittadino nella societ dell'informazione, Rubbettino, Soveria Mannelli
2005
171
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Sitografia
www.audiweb.it
www.censis.it
www.commissariatodips.it
www.cremit.it
www.istat.it
www.lacomunicazione.it
www.liceofermi.gov.it
www.media-italia.eu
www.mediaeducationmed.it
www.media.mit.edu
www.savethechildren.it
www.treccani.it
www.vatican.va
174
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
RINGRAZIAMENTI
La realizzazione di questo lavoro frutto non solo dei tre anni di Magistrale, ma
di tutte le esperienze e conoscenze che ho accumulato in questi anni. Il mio primo
ringraziamento, quindi, va ad ogni professore che mi ho incontrato in questo percorso.
Ringrazio anche le persone che mi hanno guidato e formato durante i miei due tirocini e
durante lanno di Servizio Civile, che nel bene o nel male, hanno contribuito a farmi
compiere un passo in avanti nella mia formazione umana e professionale.
Giunta alla fine di questo lavoro, non posso non guardarmi indietro e vedere che, ad ogni
passo del cammino, sono stata accompagnata, guidata ed incoraggiata dai miei angeli
terreni e non. A loro va il mio pi profondo ringraziamento.
Grazie innanzitutto alla mia famiglia, fonte inesauribile di amore, fiducia e
coraggio.
Grazie a mio padre, che mi ha trasmesso il senso del dovere e del sacrificio, per amore
della famiglia.
Grazie a mia madre, che mi ha insegnato limportanza di una vita completamente spesa
per amore, in ogni situazione e relazione.
Grazie a mio fratello, il vero Dottore della famiglia e mio punto di riferimento, che mi ha
trasmesso la passione per lo studio.
Grazie a Mary, sempre dolce e premurosa, ormai diventata per me come una sorella.
Grazie ai miei nonni, tutti e quattro, che continuano a vegliare sul mio cammino, di cui
sento forte la presenza accanto a me, soprattutto nei momenti di difficolt.
Grazie ai miei zii, alle mie cugine e a tutti i parenti, di vario grado, che mi hanno
trasmesso sempre il loro amore e la loro fiducia.
Grazie ai miei pazzi amici, che riempiono ogni mio giorno di sorrisi, di attenzioni
e risate. Grazie a chi c sempre stato e a chi mi conosce da poco. Grazie anche a chi
lontano, ma sempre presente in ogni evento importante, a chi, seppur vicino, c solo a
volte, ma su cui so di poter sempre contare.
Grazie perch arricchite la mia vita e siete le mie ancore di salvezza. Grazie per tutti i
momenti di gioia che mi fate vivere e per il sostegno e conforto che non mi fate mai
mancare.
175
Fosso Irma, Educazione e comunicazione. Per una pedagogia della comunicazione dei nuovi media
Grazie soprattutto perch siete uno splendido esempio di coraggio e amore, per come
portate avanti le difficolt della vita, per come siete riusciti ad alzarvi dopo le tante
cadute. Il vostro esempio e il vostro amore per me vale molto di pi di tutte le parole che
si possono dire.
Grazie alla mia seconda famiglia, la mia Parrocchia, e al Movimento Giovanile
Guanelliano. In particolare ringrazio la mia comunit, in ogni singola persona, sempre
pronta ad aiutarmi, a offrirmi un sorriso e una parola di fiducia.
Un grazie particolare va a Gabriella, sempre pronta a incoraggiare qualsiasi persona
che bussa alla sua porta, soprattutto per laiuto che mi ha dato per la realizzazione dei
pensierini della laurea.
Grazie ai ragazzi che ho avuto la fortuna di conoscere in questi anni, dai pi grandi ai
pi piccoli, che mi riempiono ogni giorno di allegria e affetto.
Grazie ai preti che ho conosciuto attraverso il Movimento, ognuno di loro mi ha
insegnato qualcosa, mi ha dato qualcosa che non potr mai cancellare n dimenticare.
In particolare voglio ringraziare don Santino, il mio parroco, colui che diventato per
me come un secondo padre, che mi ha aiutato a crescere spiritualmente e non solo.
In ogni singolo ringraziamento precedentemente fatto, c sempre la traccia, la
presenza di colui che traccia il mio cammino, che mi guida e mi incoraggia.
Grazie a Te che mi sei sempre accanto, che non permetti che mi abbandoni a futili e
inconcludenti pensieri e mi dai sempre la forza di migliorarmi e continuare a camminare.
176