Sei sulla pagina 1di 4

FILOSOFIA

L’ULTIMO PLATONE

Il Parmenide: la sfida della concezione eleatica dell’essere

Nel Parmenide è un dialogo in cui il filosofo si interroga sulla revisione della teoria delle idee ed entra in
contrasto con il pensiero Parmemideo.

La molteplicità:

 il primo problema che viene presentato ,la problematica del terzo uomo( ci sono tanti uomini che
dicono di assomigliarsi perché hanno in comune l’idea di unità).
 il secondo problema è l’insinuazione del non essere nell’essere:il diverso secondo Platone è un
genere dell’essere poiché appunto l’essere appare in modi differenti, per Parmenide invece il
diverso implica il non essere.

IDEA = ESSERE

Ma il problema fondamentale che emerge nel Parmenide è il confronto-scontro con la logica parmenidea.

Secondo il principio dell’eleatismo <l’essere è> e <il non essere non è> ,Platone si rende conto da tali
affermazioni che ,se prese alla lettera, decreterebbero la morte della teoria delle idee.

L’inesistenza assoluta di ogni forma di non essere,pregiudicherebbe la molteplicità delle idee e la possibilità
di un loro rapporto reciproco ,poiché ogni idea, non essendo l’altra, implicherebbe, dal punto di vista
parmenideo, l’illogica ammissione del non essere.( Parmenide aveva concluso difatti dicendo che l’essere è
unico).

Platone ribadisce nel dialogo di non voler rinunciare alla propria teoria delle forme ideali, in quanto senza le
idee, ossia senza un punto fermo mediante il quale ordinare la molteplicità delle cose,non si potrebbe
neppure pensare e filosofare; perciò bisognerà rinunciare al principio eleatico.

Il Sofista:la nuova concezione dell’essere

Nel dialogo,il Sofista, riprende le questioni già presentate nel Parmenide e quest’ultima difficoltà viene
risolta con la teoria dei <generi sommi> dell’essere, che Platone concepisce come gli attributi fondamentali
delle idee.

5 ASPETTI UNIVERSALI

1. L’ESSERE = ogni cosa è identica a se stessa


2. L’ESSERE IDENTICO = l’idea è identica a se stessa
3. L’ESSERE DIVERSO = come un’idea è uguale a se stessa è anche diversa dalle altre
4. L’ESSERE QUIETO
5. L’ESSERE IN MOVIMENTO metafisico/immutabile

l’idea è in quiete quando è quella in se, è in movimento quando


si associa in diverse idee
E con una nuova concezione del non essere, che ora viene inteso non in senso assoluto , ma nel senso di
essere diverso.

Platone così giunge all’assassino filosofico di Parmenide, il quale avrebbe commesso lo sbaglio di
confondere il non essere (relativo) con il nulla (non essere assoluto).

La nuova dottrina di Platone consente di risolvere anche il problema dell’errore , che non consiste nel dire
il nulla o l’indicibile, ma semplicemente nel dire le cose in modo diverso da come stanno realmente.

Sempre nel Sofista,Platone cerca di ridefinire il concetto di essere nei termini della possibilità e della
relazione, riconoscendo che esiste tutto ciò che può entrare in relazione: alla luce di questa definizione, la
dialettica , ovvero la scienza suprema delle idee, si configura come la scienza delle relazioni effettivamente
esistenti tra le idee,ovvero come la conoscenza dell’effettiva trama di un essere intrinsecamente in
movimento.

LA DIALETTICA

La dialettica è la suprema scienza delle idee, la quale consiste nel determinare quali idee si connettono tra
loro e quali no,precisando anche i vari modi in cui un’idea si può unire all’altra.

La dialettica è la conoscenza di ciò che è stabile, eterno e indiscutibile.

La dialettica Socratica appare a Platone fragile e inconcludente fondamentalmente per 2 motivi:

1. DIALETTICA APERTA: per Socrate non si finisce mai di discutere e il temporaneo accordo tra i
dialoganti concerne l’ambito dell’opinione e dell’opinabile.
2. DIALETTICA NEGATIVA: solo negazioni

Platone vuole pervenire ad una dialettica che sia <scienza della verità>,costruzione di un sapere vero e
solido.(dialettica-scienza)= che fonda ogni dialogo e consenso sulla verità.

Il metodo dialettico

La dialettica può essere divisa in due forme:

 Ascensivo( sinagogico, sintetico)= quella che sale, che va da una cosa particolare ad una più generale
 Analitico (diaretico)= quella che scende, che va dal generale al particolare.(ex. dall’idea della bellezza a
quella delle tecniche particolari della bellezza).

Se tutte le idee comunicassero tra loro ogni discorso sarebbe vero e non avrebbe senso la fatica della
dialettica volta a fissare quali idee siano vere e quali falsi.

Se nessuna idea comunicasse con le altre ci sarebbe un unico discorso ,ovvero quello tautologico (l’uomo è
uomo).

‘alcune idee sono combinabili tra loro e altre non lo sono ‘= su quest’ultima tesi si fonda i momento
diairetico del metodo dialettico.
La tecnica diairetica consisterà nel definire un’idea mediante successive identificazioni e diversificazioni,
attraverso un processo di tipo dicotomico che avanza dividendo per due un’idea, fino a giungere a un’idea
non ulteriormente divisibile.

Il Timeo:la visione cosmologica

Il Timeo è un dialogo nel quale viene approfondito il problema cosmologico dell’origine e della formazione
dell’universo.

Il mito del demiurgo

Platone introduce per far chiarezza del rapporto tra le idee e le cose, introduce un terzo termine a fare da
mediatore : il demiurgo.

Il demiurgo è una figura-limite tra il mito e la filosofia, il demiurgo viene presentato come una sorta di
divino artefice, dotato di intelligenza e di volontà, che si trova a operare in una posizione intermedia tra
l’essere perfetto delle idee e quello imperfetto delle cose.

All’inizio il mondo era solo un caos(vuoto da riempire) informe, una materia spaziale priva di vita che
Platone chiama chora (luogo,spazio) o ananke (necessità)= ciò vi era prima dell’ordine dell’universo.

Platone dirà che colui che ha determinato l’ordine dell’universo visibile sia stato il Demiurgo.

Il Demiurgo può essere definito il plasmatore dell’universo,di una materia preesistente coeterna alle idee.

In questo modo il divino artefice fornì alle cose un’anima del mondo che vivificasse e ordinasse la materia,
dando forma all’informe e trasformando l’universo in un immenso organismo vivente in cui si riflettesse
l’armonia delle idee.

Il Demiurgo generò anche il tempo, che Platone definisce <immagine mobile dell’eterno/ dell’eternità> ,
intendendo dire che il tempo con il suo succedersi ordinato dei giorni, notti, mesi e anni , riproduce nella
forma del mutamento l’ordine immutabile dell’eternità.

Il tempo è misurato dal movimento degli astri, attraverso i quali si incarna la volontà del Demiurgo, che s
serve di essi per formare e governare la scala gerarchica degli enti.

Nel Timeo tutto ciò che esiste di positivo e di armonico è dovuto al Demiurgo, all’intelligenza e alle idee,
mentre tutto ciò che esiste di negativo e di disarmonico è dovuto alla materia e alla necessità.

La visione matematica delle cose

La novità più rilevante del Timeo consiste nell’avvicinamento al pitagorismo.

La struttura del cosmo risulta infatti di tipo matematico: le cose sono ridotte ai quattro elementi
empedoclei (terra,acqua, aria e fuoco), che a loro volta vengono ridotti a poche figure geometriche
essenziali, le quali sono ridotte ulteriormente ai numeri.

Secondo Platone esistono 5 solidi regolari(perché hanno superfici regolari/piane)/(Platonici).

1. TETRAEDO( piramide con 4 facce)


2. CUBO (con 6 facce)
3. OTTAEDRO (con 8 facce)
4. DODECAEDRO (con 12 facce)
5. ICOSAEDRO ( con 20 facce)

Questi solidi sono alla base/ strutture fondamentali alle basi delle regole matematiche, come se nella realtà
ci fosse la presenza di questi solidi.

Tali solidi sono definiti da egli modelli dell’ordine/ dell’armonia dell’universo, all’inizio però ricordiamo
l’universo come un caos(vuoto da rempire).

Di conseguenza, il platonismo del Timeo giunge a interpretare i numeri come schemi strutturali delle cose e
a fare della matematica la ‘sintassi del mondo ‘ ,cioè il codice di interpretazione di tutto ciò che esiste.

Platone, si avvicina alle ricerche dei precedenti filosofi della natura.

Ad esempio , Democrito, che cercherà di spiegare la realtà in termini naturalistici e meccanicistici.

Ma Platone pur non negando le cause meccaniche le subordina totalmente alle cause finali, elaborando
così un proprio modello di spiegazione della natura basato sulle nozoni di ‘scopo’ e ‘bene’ : un modello ben
lontano dallo sforzo atomistico di ‘disantropomorfizzare’ la scienza fisica.

Potrebbero piacerti anche