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FONTI E RIFERIMENTI DI FF NELL’ESEGESI DEL FILEBO

ARISTOTELE

 Aristotele in diversi luoghi dell’Etica Nicomachea fa riferimento a un confronto intorno al tema del
piacere e del bene ed evoca una serie di opinioni che riconduce a Platone o altri accademici:
Speusippo, Senocrate etc.

 Il termine intellettuale più complesso è phronein, connesso a phronesis, sostantivo cruciale


nell’ambito gnoseologico del greco classico. A partire da Aristotele, sembrano essere riferiti a
un’attitudine che ha una valenza pratica. In Platone richiama un intelletto che ragiona, riflette.

 L’indagine sull’essere: eco famosa nell’ultimo capitolo del libro Z della Metafisica di Aristotele, è
un’indagine sulla sostanza. Affermazione retorica di un problema che deve essere esaminato e
indagato, una questione eterna, filosoficamente molto rilevante.

 Il concetto di causalità efficiente è condiviso tra Platone e Aristotele.

 [28 c] “Eppure è facile, perché tutti i sapienti, in realtà esaltando se stessi, concordano nel dire che
[...] stesso genere” Questa battuta di Socrate che da avvio all’indagine, presenta diversi punti di
interesse: chiaro riferimento all’intelletto cosmico anassagoreo, nous che produce e ordina la corretta
mescolanza dei semi (spermata di cui parla Anassagora o omeomerie per Aristotele) che nella loro
corretta disposizione danno vita al cosmo e a tutte le cose in esso contenute.

 Il divino concepito nella sua condizione di estraneità è ben presto dopo Platone assunto in pieno da
Aristotele, il primo motore immobile del Libro Λ della Metafisica è precisamente questo: consiste
precisamente nell’attività intellettuale, il nous che pensa se stesso, un pensiero di pensiero.

 Aristotele pure si dilunga sulla differenza tra memoria e reminiscenza, nei Parva Naturalia.

 Aristotele chiama in causa anche lui una tesi edonista: ogni bene necessariamente si risolve nel
piacere, sicchè il piacere coincide estensivamente con il bene e attribuisce estensivamente questa tesi
a Eudosso di Cnido. Eudosso è un accademico, astronomo e fisico che trascorre all’Accademia circa
5 anni, fra il 355 e il 350 a.C. Aristotele propone anche obiezioni nei confronti di questa tesi e
fornisce una conclusione piuttosto lapidaria che è la seguente: le argomentazioni di Eudosso sono
molto deboli, dal punto di vista argomentativo non è che valga molto, ma se questa tesi aveva molto
credito era più per la nobiltà e l’equilibrio della persona che la sosteneva che non per i suoi
argomenti.

 Secondo testimonianze indirette che iniziano con Aristotele, per es. libro Alpha Metafisica, gli enti
matematico-geometrici non sarebbero enti ideali a tutti gli effetti, non sarebbero nemmeno
assimilabili alle realtà empiriche, ma svolgerebbero una funzione intermedia.
PITAGORISMO

 Pitagora nei dialoghi platonici è citato, ma la cosa curiosa è che se consideriamo quello che ci dice
Aristotele, Platone conosceva solo alcuni pitagorici di 2° generazione.

 Filebo e Timeo sono dialoghi “pitagorici”: risalto dato all’esigenza di una matematizzazione o
numerizzazione della realtà a ogni livello e alla comprensione dei rapporti fra i diversi termini
ontologici, sulla base di cui la realtà si lascia rappresentare, in termini quantitativi. Il Filebo può
essere detto dialogo pitagorico o matematizzante, perché presta maggiore attenzione all’esigenza di
determinare la dimensionme relazionale tra le cose che sono, indipendentemente da quali cose siano
quelle di cui stiamo parlando.

ANTIEDONISMO

 Che cosa implica la “gratitudine” da parte di Socrate agli antiedonisti, nonché “nemici di Filebo”?
Implica una accettazione della dottrina di Speusippo per cui il piacere non esiste affatto perché non
ha sostanza di alcun genere ed è solo generazione? Se così fosse ci troveremmo un po’ in difficoltà
perché ne deriverebbe che i kompsoi (uomini raffinati) di cui si parla, non possono essere associati ai
duskereis di cui si parla pagine precedenti, perché nel caso dei duskereis (per quanto caratterizzati da
una natura non ignobile) Socrate è esplicito nel sostenere di non condividere la loro posizione. Se
quindi la posizione degli uomini raffinati è accettata e Socrate prova gratitudine nei loro confronti,
allora è evidente che questi kompsoi non possono avere a che fare con i duskereis. Appare chiaro,
però, che Socrate si serve di tesi antiedonistiche per il rifiuto del piacere non tanto tout court ma per
l’analisi del perché non è desiderabile la via del piacere.

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