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PONTIFICIA FACOLT TEOLOGICA DELLITALIA MERIDIONALE

ISTITUTO TEOLOGICO COSENTINO


REDEMPTORIS CUSTUS
COSENZA-RENDE

ELABORATO PER IL CORSO DI ERMENEUTICA

TEORIA DEI QUATTRO DISCORSI IN

OLAVO DE CARVALHO

Docente Studente
Prof. Antonio Martino Caio Graco Purita
Introduzione
Compio per mezzo di questo, lincarico dato dal professore Antonio
Martino nello studio dellermeneutica. Segno primariamente che
questo elaborato sia, oltre che una idea originale, un lavoro
divulgativo sullopera del filosofo brasiliano Olavo de Carvalho:
Aristoteles em Nova Perspectiva Introduo Teoria dos Quatro
Discursos. Tento di appresentare, sebbene di maniera superficiale e
imperfetta (naturale di colui che scrive questo redatto), una breve
particola del pensiero gnoseologico di questo grandioso filosofo, non
solo in quanto speculazione di interpretazione di Aristotele, ma anche
in quanto sua propria opinione sulla Teoria in questione. Io, come suo
fedele allievo (ma non degno), la esteriorizzo.

Partendo del presupposto che lermeneutica sia ci che rende


possibile il discorso, pi che la sua mera interpretazione, e che ogni
discorso parte della esperienza della realt, provo di speculare sulla
causa formale del discorso.

Per Aristotele, la conoscenza (quindi il discorso tenuto in memoria) si


costituisce di una serie di filtraggi, selezioni e strutturazioni
progressive, che cominciano nei sensi (esperienza) e culminano nella
strutturazione razionale della conoscenza.

Nel discorrere del testo approfondir, sempre secondo il gi detto


filosofo, le quattro progressioni diverse di cui la esperienza, di modo
ermeneutico, arriva ad essere discorso pensabile.
Che cosa sia lErmeneutica.

Primariamente, cerchiamo di mettere a posto in che senso parliamo di


ermeneutica.

In generale, si intende ermeneutica, o interpretazione, il risalire da un


segno al suo significato.1 Il termine greco, 2, dal quale viene
ermeneutica, comunica un campo linguistico che va da
dichiarazione o spiegazione, alla facolt di esprimere linterno
pensiero.

Ebbene, in Platone si parla di nel contesto di distinguere


oggetti che non sollevano problema per lintelletto e di oggetti che si,
poich questi colpiscono il senso con impressioni fra loro opposte;
come lo sguardo delle dita della mano: al fissare su un dito in
particolare, non ti poni problemi sulla natura di questo, indipendente
se sia bianco o nero, grosso o sottile, giacch la vista non ha
presentato un dito e lopposto di questo dito. Invece allammirale un
pollice, un indice e un medio si vedono sempre dita, ma con accidenti
opposti tra di loro. Queste impressioni opposte sono a punto,
lermeneutica, ossia, non ragionare risolvendo le contradizioni del
problema, ma semplicemente contemplarlo.3

1 Cfr. Abbagnano, N, Dizionario di Filosofia (terza ed.) Editrice UTET SpA.,


corso Raffaello, 28 - 10125 Torino, 1998, pp. 603 605.

2 Cfr. Rocci, L, Vocabolario greco italiano (trentunesima ed.) Societ Editrice


Dante Alighieri, Italia, 1983, p 766.

3 PLATONE, Republica, 523b


Invece Aristotele identifica come essendo lespressione: la
lingua interprete del pensieri in quanto li esprime allesterno.4 Da
questo pure Kernyi5 dice, che oltre prestazioni linguistiche per
spiegare il proprio discorso, la parola in questione va
antecedentemente, come rendere possibile il messaggio. Nel senso
originario della parola, hermenia lefficacia dellespressione
linguistica, che oggi a ragione considerata come lalfa e lomega
dellermeneutica6

Partendo di questa premessa, metto io la seguente affermazione: Se il


pensiero effettivamente un discorso, essendo che si pensa parole e
non cose concrete in se, esiste unermeneutica anteriore al proprio
pensiero, che la trasformazione della esperienza in idea.

Teoria dei Quattro Discorsi7

Ci che fa il ponte tra la conoscenza sensoriale e discorso


limmaginazione8. Ebbene, il discorso umano una potenza unica, che
si aggiorna di quattro maniere diverse: la poetica, la retorica, la
dialettica e lanalitica (logica).9

4 ARISTOTELE, Lanima, 420b 19

5 Cfr. Kernyi, K, Origine e senso dellermeneutica, trad. it. di O.M. Nobile, in


Archivio di filosofia, n. 1-2, pp. 129-37 (il testo originale Hermeneia und
Hermeneutik apparso in ID., Griechische Grundbegriffe, Zrich 1964, pp.
42-52), 1963, pp. 133 134.

6 Ibidem

7 Cfr. de Carvalho, O., Aristoteles em Nova Perspectiva: Introduo Teoria


dos Quatro Discursos (seconda ed.) edio Kindle, Brasil, 2013, cap 1.

8 Ivi cap. 3.

9 Ivi cap. 1.
Non una coincidenza che questi sono nomi di 4 scienze diverse,
giacch Aristotele scrisse una Poetica, una Retorica, i Topici (la
dialettica) due trattati di Logica. Orbene, le quattro scienze del
discorso sono in se, livelli di credibilit di esso.

Il discorso poetico versa sul possibile (), come


immaginazione che catta ci che lei stessa presume. Nel osservare gli
enti reali, il discorso la riproduce e in linguaggio, sia ci che si catta,
sia ci che sarebbe possibile cattare. La finzione sempre una
possibilit nella realt.10

Il discorso retorico invece ha per oggetto il verosimile (),


che oltre la presunzione immaginativa, ha per meta la produzione di
una firme credenza, che suppone la annuenza della volont. Se la
poetica aveva come resultato limpressione, il discorso retorico
produce una decisione.11

Il discorso dialettico gi non propone credenza, ma sottomette


queste alla prova. Per mezzo di vie trasversale del pensiero, cercando
la verit fra gli errori e gli errori tra le verit. Misura, infine, la
probabilit maggiore o minore, non secondo sua mera concordanza
con le credenze comuni, mas secondo le esigenze della razionalit e
dallinformazione accurata.12

Il discorso logico, partendo sempre delle primizie ammesse come


indiscutibilmente certe, arriva per lo incatenamento sillogistico, alla
dimostrazione certa della veracit delle conclusioni13

10 Cfr. Ivi cap. 1 a.

11 Cfr. Ivi b.

12 Cfr. Ivi c.

13 Cfr. Ivi.d.
Queste scienze non anno senso separate, poich la poetica studia o
mezzi per i quali il discorso poetico apre limmaginazione al regno del
possibile; la retorica, i mezzi per i quali il discorso retorico induce la
volont dellascoltatore a ammettere una credenza; la dialettica,
quelli per i quali il discorso dialettico appura la razionabilit delle
credenze ammesse, e, finalmente, la logica o la analitica studia i
mezzi di dimostrazione apodittica, certezza scientifica.14. Da questo
si vede la relazione tra queste scienza, giacch impossibile
concepire il verosimile al di fuori del possibile, e ne anche questo al di
fuori del razionabile, e cos via. Dunque non sono concetti isolati tra di
loro, purch ci che definisce e differenzia ogni uno la il fatto di che
sono possibili attitudini umane ante il discorso. Il discorso prende sua
forma poetica o dialettica, non in se stesso per sua mera struttura
interna, ma per loggettivo a quale tende in suo congiunto.

Aristotele addirittura segnala differenti disposizioni psicologiche


corrispondenti allascoltatore ad ogni uno dei quattro discorsi:

I. Alludente del discorso poetico, compete alleggerire sua esigenza di


verosimiglianza, ammettendo che non verosimile che tutto sempre
succeda di maniera verosimile15
II. Invece, alludente del discorso retorico, compete essere giudice,
ossia, se nel regno della poetica, bisognava che limmaginazione
prendesse il la guida, qui questo deve esercitare la sua volont, per,
sempre decidendo, creare una situazione nel mondo dei fatti.16
III. Gi nel discorso dialettico, ludente fa parte del proprio discorso, non
prendendo partito di opinione, ma sottomettendo la stessa al
confronto con la realt, dovendo perfino cambiare quella se cosi
14 Ibidem.

15 ARISTOTELE, Poetica, 1451 a-b.

16 Cfr. ARISTOTELE, Retorica, 1358a 1360.


chiede la regnante probabilit dellessere vero. Intanto non si deve
avventurare in argomenti con chi disconosca i principii della scienza:
sarebbe esporsi a la obiezione meramente retorica, prostituendo la
filosofia17.
IV. Finalmente, nel discorso logico, c il monologo del maestro, e
alludente compete appena ammettere la verit, che partendo di
premesse confessate come assolutamente vere, procedono in una
dimostrazione lineare sillogistica, la soluzione indiscutibile.

Tipologia Universale dei Discorsi18

Lasciando il lavoro esegetico dellopera di Aristotele, fata anche per


Olavo de Carvalho nel detto libro, penso che pi rilevante a questo
testo la argomentazione che giustifica il perch di questa teoria.
Dunque, espongo adesso la teoria olavistica di come e perch tutti i
discorsi, senza eccezione, sono per necessit di uno dei quattro tipi
gi esposti: la poetica, la logica, la dialettica e la retorica.

Primariamente necessario chiarire il concetto stesso di discorso.


Ebbene, tutti i discorsi sono un movimento di una proposizione
allaltra, da una premessa a una conclusione e tutti i discorsi hanno
come causa finale provocare una modifica nelluditore (preso come
soggetto logico, poich luditore pu anche essere il proprio a dare
inizio al discorso). Laccettazione della modifica per il recettore se
denomina credibilit. La credibilit iniziale la disposizione previa di
accompagnare un discorso, accettando per lo meno provvisoriamente
le sue premesse, e lei stessa in se una premessa. La credibilit
finale consiste nella accettazione delle conclusioni e delle possibili
conseguenze che di questa possono decorrere. Quindi, essendo la

17 Cfr. ARISTOTELE, Topici, IX 12, 173 a 29 ss.

18 Titolo del Quarto capitolo del libro


premessa ci che si crede - o laccreditato -, le conclusioni sono ci
che si potr, per lo meno logicamente, credere, quindi il credibile.
Ergo, discorso il transito dellaccreditato al credibile.

Allora, seguendo il processo logico fato da Olavo de Carvalho, si deve


fare la domanda che d possibilit a questo studio: possibile una
tipologia dei discorsi, dedotta aprioristicamente del concetto stesso di
discorso?

Sembra di non, poich i discorsi esistenti e possibili sono di una


infinit di variabile in quanto forma, motivo, assunto e stilo. In
contrario, il concetto stesso di discorso gi include in se una idea di in
massimo e un minimo: laccreditato infatti il massimamente
creditabile, e il creditabile fine del discorso stesso ci che dovr
essere accreditato. Pertanto la scala del massimamente accreditato
(la premessa, credibilit gi realizzata) e il minimamente creditabile
(possibilit teorica di divenire a essere accreditato) necessaria per
lesistenza del discorso. La scala della credibilit sia delle premesse
sia delle conclusioni condizione necessaria di possibilit
dellesistenza del discorso19. Questa scala deve basarsi nella
credibilit della premessa, poich questa necessaria alla
conclusione, e che la propria conclusione por diventare premessa.
Quindi segue che esiste una scala delle premesse e a partire di
questa sorge la tipologia teorica dei discorsi.

Allora, tutte le premesse si stendono in una scala che va del


massimamente credibile al minimamente credibile. Il grado massimo
quello che attribuisce alla premessa una veracit assoluta, e il
minimo, ossia una credibilit minima, una possibilit. Pertanto

19 Cfr. de Carvalho, O., Aristoteles em Nova Perspectiva: Introduo Teoria dos


Quatro Discursos (seconda ed.) edio Kindle, Brasil, 2013, cap 4, II.
comincia come una polarizzazione delle premesse in massimamente
credibili e minimamente credibili.

Pero, oltre la qualit necessaria del discorso, secondo il proprio


concetto, entra in questione un atto di contingenza secondo lautore
del discorso.

Questo secondo fattore percepito dal seguente: un discorso non pu


essere largo bastante per attingere principi e conseguenza che
abbracciano tuta la realt; non esiste possibilit che la premessa si
volga indietro alle sue cause anteriori fino ad un principio
sommamente primo (anche se si ammette un principio primo
universale come premessa, non detto che il discorso non possa
continuare ancora indietro, ancora che sia inutile o ridondante
questo determinerebbe la sua futilit, ma non sua impossibilit) n
che cammina fino alla conseguenza ultima, poich come sopradetto
tutte le conclusione possono essere premesse di un posteriore
discorso (altro che impossibile per incapacit cronologica e
ontologica che un uomo compia tale faccenda). Quindi, il discorso
sempre un segmento, e per definire questo segmento, dipende della
volont dellagente del discorso, che pu essere il desiderio di una
certezza massima, o contentarsi con una certezza minima, oppure il
desiderio di estendere la credibilit del saputo al sapibile. In ogni
individuale discorso, la decisione umana interseca lasse della scala
della credibilit, creando unaltra polarit: la certezza massima n
sempre possibile, e la certezza minima n sempre basta per i fini
desiderati. Questa seconda scala, tinge in due punti intermediari della
scala necessaria del discorso: quello che tende a una certezza
massima ma non pu ottenerla e quello che, senza necessitare di una
certezza massima e n tendere a questa, pu ottenere alcunch di
pi di una certezza minima. Dunque, tra il discorso che si fondamenta
nel massimamente veritiero e il minimamente veritiero, sorgono
questi due intermediari, che sono in verit, non punti fissi nella scala,
ma tensioni, dinamismi, che tendono ad andare da un punto minimo
ad un punto massimo e viceversa.

Ecco i quattro livelli di credibilit sufficiente di un discorso: il certo


che parte da una certezza certa e desidera unaltra certezza certa; il
probabile che parte da una credibilit sufficiente (anche che siano
incerte ma che sono accette sotto determinate circostanze) e vuole
unaltra ugualmente sufficiente; il verosimile che parte da una
certezza minima o sufficiente e, non potendo arrivare al sommamente
veritiero e n al probabile, ma che non si contenta col meramente
possibile, desidera per lo meno il verosimile; infine il possibile che
partendo da una certezza minima non desidera arrivare al verosimile,
ma semplicemente aprire la perspettiva di una cosa che prima era
vista come impossibile, passa a essere per lo meno possibile. Questi
sono nientaltro che la Logica, la Dialettica, la Retorica e la Poetica,
rispettivamente.

Considerazioni Finali

Il libro di Olavo di Carvalho anche contempla atri considerazioni sulla


Teoria dei Quattro Discorsi tale come levidenza della teoria nel
proprio pensiero di Aristotele, la presenza di questa nella storia della
filosofia occidentale, la spiegazione pi dettagliata di ogni discorso e
perfino le sue conseguenze psicologiche in ogni individuo -,
considerazioni che infelicemente non potr qua sviluppare, poich la
rilevanza si concentra nella presentazione e giustificazione della
cosiddetta teoria.
Finisco salutando, anche che insufficientemente e indegnamente,
Colei a quale dedico tutte le mie azione: Ave Maria Sanctissima.

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