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RIASSUNTO MIO ''LA CITTA' VIRTUOSA''

è difficile sottovalutare l'influenza di al farabi nel pensiero islamico. Egli fu uno dei primi pensatori
arabi ma il suo pensiero risulta già nettamente superiore e più elaborato di quello di al kindi. Fu uno
dei primi a cercare una conciliazione tra filosofia e religione. Viene definito come arabo ma in realtà
era turco e sotto il punto di vista filosofico fu molto impregnato di pensiero greco e quindi può
essere definito un pensatore greco-arabo. Le sue riflessioni sono molto ricche di sfumature ma
soprattutto evidente è importante è il suo punto di vista critico sempre presente. Importante chiave
di lettura delle sue opere è l'analisi compositiva di esse; egli non attua mai delle dimostrazioni cosa
che ha portato lo studioso NETTON a inserirlo nella schiera di filosofi-teologi che hanno tradito il
messaggio coranico. Questo , secondo netton , sarebbe avvenuto con una eccessiva trascendenza
dell'essenza di dio teorizzata da al farabi il che avrebbe svuotato di significato il messaggio
coranico. La posizione di netton è molto discutibile in quanto, anche se nel corano sono presenti
nozioni antropomorfiche sull'essenza di dio, in esso troviamo anche un messaggio di trascendenza
divina che conferma quindi l'impossibilità di poter dire di al farabi che abbia tradito le sacre
scritture. La vita di al farabi non è ricca di eventi. Nasce a farab e si strasferisce a bagdad per gli
studi. Sicuramente fece un viaggio in egitto e sappiamo che visse da musico e giardiniere per morire
poi a damasco. Viene considerarto di costumi morigerati e ascetici al punto da essere visto come un
mistico ma in realtà nelle sue opere di mistico non vi è molto mentre molto presente è il tratto
razionalistico. Scrisse moltissime opere al punto che è difficile enumerarle tutte ma sicuramente
importanti sono quelle sulla sintesi tra aristotelismo e platonismo. Sicuramente fu un grande
studioso organizzatore e sistematore del sapere e infatti rivide molte volte le sue opere e le sue
teorie. Tratto fondamentale del suo pensiero è il pensiero politico che è completemente in linea con
la religione musulmana che infatti considerava religione, legge e stato come unite in un rapporto di
interconnessione. La città virtuosa, sotto questo punto di vista , è l'opera più importante e che mette
in luce il pensiero più completo e maturo dell'autore. Essa fu scritta attorno al 942 e sembra essere
parallela ad un altro testo di filosofia politica ovvero ''il libro della scienza politica''. Entrambi
mettono in luce in modo molto esplici il pensiero politico dell'autore. Inizialmente il testo doveva
essere diviso in 19 sezioni ma, nelle opere di traduzione e interpretazione, lo studioso NADER ne
ha individuate 37 per facilitarne la comprensione. In ogni caso si può sempre interpretare il testo
secondo le 19 sezioni originarie. Esse parlano: di dio, della sua esistenza e dei suoi attributi che
sono di fondamentale importanza nella religione musulmana in quanto per la religione ortodossa
essi sono reali e divisibili dall'essenza divina mentre per i mutaziliti, e per al farabi stesso che fu
mutazilita, questi sono parte dell'essenza divina e inseparabili da essa- degli angeli, della loro
gerarchia , di come devono essere descritti e del loro ruolo di generatori delle sfere celesti- delle
sfere celesti e della loro gerarchia fino al mondo creato e sotto questo punto di vista al farabi ha
avuto una grande influenza anche nella visione cristiana- delle creature , dei corpi materiali ma
soprattutto dell'uomo con una netta divisione tra maschile e femminile- dell'uomo se ne analizzano
le facoltà in ordine gerarchico e soprattutto l'intelletto diviso in agente(atto), passivo(potenza) e
materiale (acquisito)- di unaltra facoltà importante dell'uomo e in particolare del profeta ovvero
l'immaginazione che è quella facoltà che gli permette di parlare ai fedeli e che unita all'intelleto lo
rende il re-governatore della vittà perfetta- della necessità dell'uomo di vivere in società e cooperare
e quindi delle città- distingue la città virtuosa da 4 tipi degenerati di città ovvero: perversa (sanno il
bene ma agiscono male),deviante (idea sbagliata di felicità e giustizia) , trasformata(giusti principi
ma deviati) e ignorante (accanimento ai beni materiali)- della felicità dell'uomo e dela giustizia per
finire poi con iprincipi corruttori e devianti e di come avviene la deviazione. Nei suoi scritti egli non
cita mai il corano ma fa dei riferimenti che confermano le sue tesi filosofiche. A prescindere dalle
ovvie allusioni comunque la città virutosa non può essere sovrapposta alla repubblica di platone e
ciò in primis perche la città virtuosa non è un'utopia, non è un modello di città alternativo a quello
esistente e infatti, per un musulmano il modello perfetto di città e quello che si basa sulla parola di
dio e del corano e obbedisce ad essa ovvero quella dei primi 4 califfi dopo maometto. La città
virtuosa è apparentemente un testo di filosofia politica ma in realtà essa nasconde in se importanti
elementi religiosi e coranici ma soprattutto mutaziliti. Tra i primi abbiamo la presenza , nel pensiero
di al farabi, di un perfetto ordine voluto da dio che deve essere imitato nel mondo creato dall'uomo
ma anche l'idea di un perfetto legame triunivoco tra intelletto,cosmo e società. Questo legame è
riportato nel testo ''libro della scienza politica'' ma anche nel testo '' il libro della religione '' dove
appunto si evince questo legame e dove si dice che dio ha creato il cosmo secondo un ordine
perfetto di giustizia ed equlibrio. Tra i principi mutaziliti contenuti nel testo abbiamo quella
dell'alterita e trascendenza di dio rispetto alle creature. Questi si trovano già nei primi capitoli. Altro
importante concetto è poi quello di dio come prima causa , creatore i tutte le cose. Questo concetto,
insieme a quello della trascendenza divina sulla creature, gli ha permesso di non inquinare l'essenza
divina con la generazione e corruzione poi dei corpi. L'uomo quindi non è dio e solo dio è perfetto
tuttavia l'uomo può creare un contatto con egli e lo fa volgendo l'intelletto verso il mondo eterno e
creando un collegamento con esso. Chi realizza questo collegamento nel migliore dei modi è il
profeta filosofo grazie al suo perfetto equilibrio tra intelletto e facoltà immaginativa. La facoltà
immaginativa è molto importante per il profeta filosofo perche è quella che gli permette di parlare al
popolo che non riesce a cogliere perfettamente le supreme verità filosofiche. I profeti sono quindi i
trasmettitori delle verità divine. Sotto questo punto di vita, al farabi è in linea con averroè quando
vengono distinte diverse tipologie di uomini ovvero il volgo , i teologi e i filosofi , e si trova in linea
con averrè anche quando afferma che teologia e filosofia accedono alla stessa verità e hanno lo
stesso contenuto ma operano con diverse metodologie. Se ne distanzia però quando afferma che in
realtà le posizioni filosofiche non sono sempre quelle più giuste mentre quelle religiose sono
sempre sbagliate. Per lui, il più alto grado di sapienza è quella che unisce teologia e filosofia e ciò
avviene nel profeta. Il profeta è molto più di un filosofo, egli è anche re e imam; egli cioè ha in se a
perfetta realizzazione delle facoltà razionali ma è anche a capo della città e colui che meglio utilizza
la facoltà immaginativa per interpretare allegoricamente le scritture e renderle comprensibili al
popolo. Il sovrano della città virtuosa non è un uomo qualsiasi ma p parificato a dio e il popolo
cerca di imitarlo come egli imita dio. Dall'opera però, pur distanziandosi da averroè, si evince in
alfarabi la convinzione di una leggera superiorità della filosofia sulla religione e ciò perche il
profeta ha la massima realizzazione in se della scienza politica che è l'unica che permette di
raggiungere la felicità . Il profeta ha infatti il compito di creare una città in cui sono presenti tutti i
comfort per vivere bene e i presupposti per il raggiungimento della felicità e ciò si ha solo per
mezzo della scienza politica e la reciproca collaborazione tra gli uomini. L'opera sembra molto
distante dalla religione coranica e anche lo studioso WALZER ha cercato di laicizzarla
sovrapponendo il profeta al filosofo -re di platone ma in realtà, l'opera se spogliata del suo
rivestimento intellettuale risulta molto vicino alle posizioni coraniche e sciite soprattutto perche
riporta alla concezione di uomo perfetto. Nonostante al farabi opera in un contesto storico e
culturale ben preciso, difficile delineare le coordinate chiave del suo pensiero. Nell'interpretazione
dei suoi testi però si devono evitare due errori: 1 cercare platone e aristote che sicuramente furono
dei maestri per al farabi ma le loro posizioni sono molto diverse 2. cerca delle posizioni nascoste
nella scrittura di questo autore ovvero dei significati sottesi che sono stati cercati da molti autori ma
smentiti da molti altri.
CAPITOLI 1-9 : ESISTENZA DI DIO, DIO, ATTRIBUTI DI DIO, REAZIONE E
GERARCHIA
nei primi capitoli al farabi mette subito in luce il principio di trascendenza divina dalle altre creature
e parla di dio nella sua esistenza. Egli afferma che dio è l'essere primo, prima causa di tutte le altre
esistenze. Esso è privo di imperfezioni e la sua esistenza è la più eccellente e antica. Esso cioè è
perfetto ed eterno ma soprattutto è scevro da ogni materia e non ha materialità nella sua esistenza.
Dio non ha associati → egli è unico perche avere associati significherebbe avere delle essenze che
sono anteriori alla sua esistenza e causa di essa ma la sua esistenza è perfetta per cui non vi è niente
di anteriore a lui e non ha associati.
Dio non ha contrari → egli è unico e si distanza da tutto ciò che è diverso da lui. Diverso però non
significa contrario in quanto contrario è tutto ciò che si oppone alla natura di qualche altra cosa e
potrebbe annichilirlo. Questo non è possibile con dio in quanto è assolutamente unico e perfetto.
Dio è indivisibile → egli non può essere diviso in quanto in questo modo si direbbe che le sue parti
ne formano la causa ma egli non ha causa , è l'essere primo e la causa prima ed eterno.
Dio si distingue da tutti gli altri esseri → lo fa sia perche gli altri esseri non sono unici ed eterni sia
perche non sono perfetti ma soprattutto perche dio non ha materia e la sua esistenza è scevra da ogni
materialità. Dire che non ha materia significa che dio è intelligenza in atto. Egli non ha bisogno di
nient'altro per essere intelligente e che lo intellige a differenza dell'uomo. In lui intelligenza,
intellegibile e intelligente sono un'unica cosa, una unica sostanza. Proprio perche è intelligenza in
atto egli è sapiente ma soprattutto saggio in quanto conosce tutto e nel migliore dei modi ma
soprattutto è vero e perfetto. L'uomo che non è perfetto ha difficoltà a percepire la grandezza di dio
ma questo non è imputabile a dio in quanto è un difetto dell'uomo. Solo quando questo diventerà
intelligenza in atto e si sarà staccato dalla materia allora potrà avere un concetto perfetto di dio nella
sua mente. Da dio provengono tutte le altre esistenze. Egli è la causa di tutto il creato. Egli genera le
altre esistenze per emanazione e in questa emanzione niente cambia in lui e non ha bisogno ne di
sostanze ne di mezzi esterni. Tutte le altre esistenze provengono dalla sua semplice esitenza. Il
diverso da lui provene e nasce per mezzo della sua esistenza. Gli esseri generati dall'esistenza di dio
formano la molteplicità che dio organizza con un ordine gerarchico ma esse sono tutte interconnesse
tra loro per cui, in ultima analisi esse, pur molteplicità , si riuniscono poi in un insieme
interconnesso che richiama l'unità di dio.
CAPITOLI 10-13 e 14-20:LA GENERAZIONE DEL MOLTEPLICE NELLE 10 SFERE O
INTELLIGENZE E NEI 10 CORPI CELESTI
da primo essere viene emanato il secondo. Questo intellige se stesso e il primo e per questo emena
anche il terzo. Questo è un processo che continua fino all'undicesimo essere o 10 sfera \intelligenza.
Queste dieci sfere ricevono dal primo la perfezione e la capacità di intelligere se stesse e il primo
ma soprattutto l'essere scevre da ogni materialità esse infatti sono esseri intellegibili e spirituali.
L'ultima sfera o intellegenza è quella della luna. Sotto di essa troviamo il mondo sublunare dove vi
sono i 4 elementi e 9 corpi celesti. L'ordine di questi corpi celesti va dal più infimo, vicino al
mondano, fino al più perfetto. Essi si caratterizzano per essere dei corpi e quindi per non essere più
scevri di materilità ma soprattutto per non avere più la perfezione delle 10 intelligenze. Ogni corpo
è tale per l'unione di forma e materia la l'elemento primo è la materia e infatti ogni corpo è generato
prima nella materia che esiste a pro della forma. Ma ogni materia è alla continua ricerca di una
forma che gli permette di sostanziarsi e darsi corporeità. Nel mondo sopramondano abbiamo quindi
10 sfere o intelligenze e 9 corpi celesti. Essi sono tutti intelletto in atto tuttavia le 10 intelligenze si
differenziano dai 9 corpi celesti per il loro movimento e infatti, mentre le 10 sfere hanno moto
circolare, i 9 corpi celesti hanno moto differenziato uno dall'altro e in direzioni diverse . Ogni corpo
si muove all'interno di una sfera, un ambiete circolare ma in modo diverso tuttavia tutte hanno in
comune il ruotare attorno alla terra nel periodo di una notte e di un giorno. In virtù di questo
movimento comune si deve postulare l'esistenza di una materia prima comune ai corpi celesti ma
avendo questi anche movimenti diversi si deve postulare la presenza di diversi corpi e diverse
sostanze. Sotto i corpi celesti e sotto il mondo sublunare vi sono i corpi mondani . La generazione
dei corpi mondani parte dagli elementi e continua con i corpi per poi avere i corpi dello stesso tipo
o genere che stanno sotto o sopra la terra. All'interno degli elementi e dei corpi si generano delle
forze che creano mescolanze e combinazioni. Da queste nascono i minearli, i vegetali e dall'ultima
mescolanza nasce l'uomo. Ognuno di questi corpi è composto da una forma e una materia per cui
essi si conservano per un certo periodo ma poi si corrompono e periscono di fronte ad un contrario
che ne prenderà la forma. Esiste quindi una materia comune ai contrari che si alternano all'infinito
con la corruzione di uno dei due. Ad alcuni corpi è stata comunque data la possibilità di produrre i
loro simili secondo la loro specie mentre altri non godono di questa possibilità.
CAPITOLO 20-25: LA GENERAZIONE DELL'UOMO , DELLE SUE FACOLTA' E DEI SUOI
ORGANI
quando l'uomo viene generato, insieme ad egli vengono generate le sue facoltà che in ordine sono:
1.facoltà nutritiva che gli permette di nutrirsi
2.facolta sensoriale che gli permette di percepire le qualità tangibili
3.facoltà immaginativa
4.facoltà razionale o intellettiva di cui fanno parte il pensiero, la riflessione o la deduzione etc
5.facoltà appetitiva e altre.
Le facoltà nutritive e sensoriale si dividono in dominanti e serventi con sede in diversi posti: la
facoltà nutritiva dominante ha sede in tutti gli organi ma ausiliari serventi negli organi particolari
mentre la facoltà sensoriale dominante ha sede nelle sensazioni di tutti e 5 i sensi (senso comune)
ma ausiliari serventi che recepiscono sensazioni particolari nei vari organi e sensi particolari. La
facoltà immaginativa non si divide in dominante e servente ma domina su tutte le sensazioni. Nel
sonno è come se essa smettesse di ricevere sensazioni e si volgesse verso le immagini recepite
durante la veglia. Su di esse attua tre funzioni: composizione, divisione ma soprattutto imitazione.
La facoltà immaginativa infatti ha il compito di imitare un oggetto per come è nella realtà ed è da
ciò che nascono i sogni. Si potrebbero definire le facoltà come una la materia dell'altra e infatti la
facolt nutritiva dominante è la materia della facoltà sensoriale dominante che è forma della nutritiva
mentre la facoltà immaginativa è fomra di quella sensoriale e nutritiva che sono materia di quella
immaginativa. La conoscenza da parte dell'uomo avviene o grazie alla facoltà sensoriale o grazie a
quella immaginativa o a quella razionale. Nel primo caso si ha un atto psichico mentre negli altri
due casi si ha un atto fisico e corporeo. Insieme alle facoltà, nell'uomo vengono creati gli organi che
in ordine sono: cuore, cervello, fegato, milza, organi genitali. Il cuore è l'organo che domina su tutti
gli altri ed è la sede del calore fisiologico. Il cervello è il secondo organo ma dominato dal cuore e
lo bilancia nel calore e infatti è creato freddo e umido; esso assiste il cuore negli atti più nobili e ha
il compito di indirizzare ai nervi i movimenti volontari. Poi vengono gli altri organi tra i quali quelli
genitali. Gli organi genitali sono lo strumenti della facoltà generativa che è di due tipi: una che da la
forma = maschile e una che da la materia =femminile. Gli organi genitali sono quindi diversi tra
maschio e femmina e adempiono a due compiti diversi. Essi sono lo strumenti della facoltà
generativa e nell'uomo corrispondono allo sperma e ai testicoli mentre nelle donne troviamo le
ovaie. Tra maschio e femmina vi sono quindi organi genitali diversi ma non è cosi in tutte le specie
come ad esempio negli ovipari. Maschio e femmina hanno anche organi in comune che però non
sono perfettamente uguali e infatti nell'uomo, quelli in comune, sono spesso più caldi.
Tutto ciò che ha materia o si trova nella materia non è in atto ma in potenza. Nell'uomo l'intelletto,
che è lo strumento della facolt intellettiva, non è in atto ma in potenza e diventa in atto solo quando
è intelletto da un intelletto in atto. Nell'uomo inoltre abbiamo la tendenza verso qualcosa. Quando
questa tendenza viene da qualcosa di percepito essa si chiama volontà mentre quando viene dalla
speculazione o dalla facoltà razionale si chiama libero arbitrio. Nell'uomo vi è la tendenza alla
felicità. Questa si ha sono perfezionando l'anima umana e ciò avviene solo con la pratica di atti e
azioni buone. Chi conosce la felicità tramite la facoltà razionale e la persegue può solo fare azioni
buone chi invece pur conoscendola non la persegue e quindi non perfeziona la sua anima può solo
mettere in atto azioni cattive.
CAPITOLI 26-37: LE CITTA' VIRTUOSE E NON E IL GOVERNATORE
l'analisi della generazione del corpo e dei suoi organi diviene importante in quanto in al farabi,
l'ordine del corpo è analogo a quello delle città e in particolare delle città virtuose ovvero quelle in
cui si persegue la felicità. La città è una necessità naturale dell'uomo. L'uomo ha naturalmente
bisogno di creare le società umane in quanto è solo in essa che si può attingere alla felicità tramite
la collagorazione con gli altri uomini. Ogni uomo infatti, col suo posto e lavoro, garantisce il
sustentamento e la felicità di tutta la comunità. Alcune città sono perfette altre no. Le città perfetto
si distinguono in grandi: tutte le città del mondo, medie : le città che coprono alcune grandi parti
della terra e piccole: singole città. Ognuna di esse è accomunata dalla volontà di perseguire la
felicità ma soprattutto dall'ordine. Nelle città infatti, come nel corpo tutto è ordnato e gerarchizzato.
Come nel corpo ogni organo ha la sua funzione, il suo posto gerarchico e il suo grado di importanza
ed eccellenza, ma tutti cooperano per il buon funzionamento dell'organismo, lo stesso avviene nella
città dove ogni persona ha il suo posto, la sua funzione e il suo grado di importanza ed eccellenza.
Se nel corpo l'organo principale è il cuore, nella città questo è il rais ovvero il governatore. Sotto di
lui vi sono altri uomini che lui domina e che dominano altri uomini fino a coloro che sono utili ma
non dominano come le membra di un corpo. Il governatore non può essere un uomo qualsiasi , esso
è l'imam o il profeta. Esso è tale perche: 1. ha raggiunto il più alto livello di perfezione 2. ha
raggiunto il più alto livello di felicita e conosce tutte le azioni volontarie per perseguirla 3.il suo
intelletto non è in potenza ma in atto , perfetto. L'imam è il governatore ideale se ha in se le 12
qualit tra le quali la presanza fisica, capacità comunicative, evitare i vizi, essere amante della verità
ma soprattutto essere sapiente e filosofo. Se si hanno tutte le qualit ma non la sapienza, la città
rischia di rimanere senza re. Opposte alle città virtuose vi sono le città non virtuose ovvero quelle
che non perseguono la felicità per perseguire altri beni mondani. Ve ne sono di idverse tipologie
come ad esempio: città ignorante : gli abitanti non conoscono la felicità e non la perseguono,
perverse , devianti e trasformate. Di città ignoranti ve ne sono di diverse tipologie in base al bene
mondano che perseguono e quindi troviamo ad esempio le città depravate che rincorrono il piacere
della vita, le città rovesciate che rincorrono la ricchezza e collaborano per averne di più o quella
della potenza in cui gli abitanti cercano di prevaricarsi o quelle anarchiche dove tutto è finalizzato
ad essere liberi. I re di queste città sono completamente il ocntrario del governatore della città
virtuosa.La differenza tra la vittà virtuosa e non sta soprattutto nel fine delle anime e nelle idee.
Nelle città virtuose quando i corpi si corrompono, al posto di questi ne susseguono altri che prendon
il loro posto gerarchico. Con il perire del corpo l'anima si libera e raggiunge la felicità in base al
grado che gli spetta e lo stesso accade con le anime dei corpi che susseguono. Quando due anime si
uniscono esse ampliano la loro perfezione e quindi le anime degli abitanti della città virtuosa sono
destinati a migliorarsi e perfezionarsi in vista della felicità. Al contrario, le anime delle città
ignoranti o non virtuose sono tutte destinate agli atti malvagi , alla corruzione e degenerazione
senza mai raggiungere la felicità pur potendo come nel caso delle città perverse che pur conoscendo
il bene non lo perseguono. Le città virtuose poi si differenziano da quelle non virtuose per le idee.
Quelle non virtuose in particolare si basano e fondano su religioni corrotte e degeneranti e su idee
quali:
1. il creato come insieme di opposti in lotta
2. la necessità del combattersi per avere il meglio
3. l'inesistenza di affetto sincero tra gli uomini e la presnza di legami solo in alcune circostanze
come giuramento, obbedienza o avi comuni
4. l'idea di lotta e difesa che nelle città ignoranti è vista come un bene sia quando in campo
aperto sia quando per inganno.
Queste sono tutte idee corruttrici che si possono trasmettere da città in città facendo degenerare
ache città che inizialmente erano virtuose. Secondo al farabi, la distinzione tra le due città era già
stata intuita dai pensatori e filosofi antichi e infatti egli riporta due visioni:
1.quella di coloro che pensano che la vera natura dell'uomo non è quella terrena ne quella della
amteria e dei corpi e che la vera natura dell'uomo sia l'anima; questa però si lega al corpo e si
corrompe cadendo nel vizio che quindi non è imputabile ad essa ma al fatto di essere legata al
corpo. Da ciò si desume che il perfezionamento dell'anima avverrà solo dopo la morte e con la
liberazione di questa dal corpo raggiungendo la felicità che quindi non ha bisogno di ricchezze e
materialità → costoro avevano compreso la vera città giusta quale era
2.quella di coloro che invece pensano che la vera natura dell'uomo è quella terrena, del corpo e della
materia per cui il fine dell'uomo è annientare ogni tendenza dell'anima in quanto la felicità si
raggiunge con i beni mondani → città non virtuose.
Questo ultimo pensiero è quello che guidale città non virtuose dove la pietà religiosa viene vista
come una trappola. La pietà religiosa consiste nell'affermazione di una divinità che governa il
mondo e nella pratica della glorificazione di questa divinità tramite preghiere e riti. Questo è quello
che avviene nella città virtuosa mentre, nelle città non virtuose questi atti vengono visti come
trappole e colui che non persegue il bene personale e i beni mondani viene visto come ignorante
mentre colui che persegue le ricchezze terrene viene visto come saggio ma soprattutto lodato. In
realtà tutto poi verrò riequilibrato dopo la morte e infatti chi persegue il bene eterno e la felicità
verrà deliziato con la felicità dopo la morte mentre chi persegue la ricchezza e i beni mondani
subirà solo punizioni e sofferenze nell'aldila.

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