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POVERI, MARGINALI, RECLUSIONE

SOCIALE NELL’EUROPA DEL ‘600 E ‘700


La società dell’Ancien Regime è tutt’altro che statica, ma dinamica e produrrà grandi
trasformazioni e cambiamenti.
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In quella società il numero dei poveri è molto elevato: infatti, 3 della popolazione o
la metà vive in una situazione di povertà. Questi, pur lavorando, sono in profonda
condizione di indigenza, malessere, bisogno di cibo. Infatti, le persone non riuscivano
a raggiungere livelli di sopravvivenza con il lavoro. Tale società può essere definita
preindustriale, a differenza della nostra, definita postindustriale, ha una massa di
povertà significativa. Tale condizione era determinata da un mondo premiante e
punente, un mondo fortunato e sfortunato, un mondo basato sulla Legge divina. Gli
uomini di quel tempo, infatti, erano privi di speranza e accettavano tutto
passivamente e, pertanto, non erano presenti grande rivolte. Nel ‘600 e nel ‘700, la
povertà era considerata una maledizione. Per poveri, si intendono i mendicanti, i
lavoratori poveri, i senzatetto, i contadini straccioni, i mangiatori di patate. All’epoca,
i governi, rispetto a questa povertà, facevano poco; i poveri, infatti, riuscivano a
sopravvivere grazie alla beneficienza fatta dalle istituzioni ecclesiastiche. La Chiesa,
distribuiva viveri, un tetto sotto cui dormire, in condizioni climatiche estreme. Questa
beneficienza è la carità, precetto del mondo cristiano, ma anche di quello islamico.
Tuttavia, si occupavano di carità anche istituzioni cittadine, costrette dal momento
che la crescita demografica del ‘700 comportò un aumento della condizione di
povertà all’interno della città, causato dal numero elevato di persone rispetto alle
risorse a disposizione. Nasce, da qui, un ulteriore problema: la presenza di
mendicanti, furti, violenze, risse, molestie e ubriachi. La soluzione a tutto ciò fu la
giustizia, la lotta alla povertà, che comportò meno povertà e delinquenza, ma più
giustizia sociale e reddito. I nobili, i comandanti e la Chiesa non si interessarono di
tale questione; una conseguenza, infatti, a cui vanno incontro è la repressione, e una
delle grandi risposte sarà la condanna, l’esilio o la pena di morte. Progressivamente,
nascono le prime carceri col fine di correggere gli errori dei criminali. Nascono, in
seguito, dei centri di reclusione per poter rinchiudere i poveri. L’idea, infatti, era di
togliere dalle strade i poveri e rinchiuderli in strutture con camerate, letti in comune.
In queste case venivano recluse persone obbligatoriamente, che in cambio avevano
del cibo e un posto letto. Molti morivano perché non volevano andarci o altri
preferivano trovarsi un lavoro e riuscire a sopravvivere da soli. Gli inglesi
trasformarono queste case in work-house, dove i poveri dovevano lavorare per avere
in cambio un posto letto e del cibo. Qui, lavoravano in pessime condizioni, erano

Nome: Giorgio Cognome: Zucaro Classe: I B Scuola: Liceo Classico “A. Oriani” Pagina 1
sfruttati e non ricevevano un salario. Tale idea è prettamente moderna; nasceranno le
istituzioni totali, dal momento che si passi un lungo periodo della propria vita in tali
istituzioni. Le work - house non ebbero, tuttavia un gran successo: dal punto di vista
produttivo non furono efficaci; l’organizzazione di queste fu farraginosa; molti
scappavano e il numero dei poveri era superiore rispetto alle case disponibili. La
grande reclusione, però, è una risposta politica sui corpi (società odierna = immigrati
in attesa del permesso di soggiorno, rinchiusi in centri di reclusione; viene privata
loro la libertà per la protezione e l’ordine delle città). Tuttavia, questa società non
riesce ad eliminare le marginalità. Infatti, una società è tanto democratica quanto più
inclusiva.

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