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[Di fatto l’età contemporanea è quell’epoca residuale che coinvolge, per certi versi,
tempi attuali e che si colloca alla fine dell’epoca moderna, perché chiaramente era
impossibile pensare che noi nella nostra attualità continuassimo a vivere e a
condividere alcuni elementi di quella che era l’epoca moderna iniziata nel 1492 con
la scoperta delle Americhe.]
Per certi versi l’epoca contemporanea descrive e discute quelli che sono i problemi,
le radici e le premesse del presente.
Ma se noi vediamo l’epoca contemporanea come l’epoca del tempo presente allora
quando inizia?
Di fatto quello di cui bisogna a essere consapevoli è che nessuna epoca storica è
composta da elementi che possiamo considerare omogenei (es. se rimaniamo all’età
antica, fra l’età dei faraoni e quella augustea della Roma classica ci sono molte
differenze, anche se si parla di epoca antica; es. alto medioevo prima dell’anno 1000
oppure se si parla di 1200 o 1300 d.C. le condizioni di vita erano diverse).
Per esempio, alla fine del ‘700 si cominciò a utilizzare il concetto di secolo come
portatore di emblema cdi una connotazione epocale (es. si diceva che certe persone
vivevano nella civiltà del ‘700; inoltre si comincio a dire che l’800 era il secolo
borghese, oppure il secolo delle nazioni, oppure del progresso).
Nessuna legge della storia impone che il primo anno di ogni secolo coincida con
alcuni elementi critici dell’evoluzione umana e dei cambiamenti rispetto all’anno
precedente.
In latino, ad esempio, il termine secolo ricava di più un’epoca piuttosto che un
intervallo di cento anni.
Quando gli storici parlano di partizioni riguardo i secoli, si riferiscono in realtà a
secoli che hanno una durata variabile, infatti: per epoca contemporanea che va a
ricoprire l’800 e il ‘900 gli storici in realtà parlano di “lungo ‘800”, cioè l’800
secondo gli storici non si conclude con il 1900, perché di fatto era difficile per gli
storici vedere un passaggio drastico tra 1899 e 1900.
Gli storici, infatti, considerano che il “lungo ‘800” nasca con la rivoluzione francese
nel 1789 e finisca nel 1914 con l’inizio della Prima guerra Mondiale.
Di conseguenza quello che viene dopo, cioè il ‘900, inizia con lo scoppio della prima
guerra mondiale, e per questo alcuni storici, nella definizione soprattutto di Eric
Hobsbawm, parlano di “secolo breve”.
Di fatto la storia contemporanea si va a dividere in un “lungo 800” e in un “secolo
breve”.
Questo ci dice che le partizioni secolari che non sono adattate e non hanno un
significato preciso hanno pochissimo senso, anche se in alcuni casi, queste partizioni
arbitrarie, come quelle dei secoli e dei millenni, hanno una rilevanza storica.
Perché si dice che le partizioni millenarie hanno una rilevanza storica?
Nel passaggio all’anno 1000 si erano creati una serie di movimenti millenaristici
che temevano la fine del mondo; allo stesso modo quando è iniziato l’anno 2000 si
era creato il cosiddetto millenium-bug e si temeva che tutti i sistemi tecnologici
sarebbero andati i default e avrebbero creato un caos informatico.
Quindi dobbiamo considerare che dal punto di vista degli storici i secoli come
periodo di 100, raramente possono avere un significato pregnante; tuttavia, dobbiamo
considerare che i passaggi di secoli e millenni sono eventi che hanno un significato
tra le persone che vivono in quel contesto specifico.
Quali sono quindi le novità che hanno caratterizzato l’epoca contemporanea, quali
eventi segnano l’inizio?
Noi dobbiamo considerare che nel momento in cui vengono scelti degli eventi
periodizzanti ci sono due tipologie di eventi periodizzanti: da un lato degli eventi
che sono facilmente percepibili nella loro individualità perché segnano in modo
immediato il vissuto delle persone (es. guerra o rivoluzione→ grandi cambiamenti
che sono percepiti come tali anche dalle stesse persone che vivevano in quel
contesto); altri eventi però non sono identificabili nel tempo ed è difficili trovare
un prima e un dopo ma possono determinare grandi cambiamenti (es. scoperte
scientifiche e tecnologiche→ trasporto ferroviario ha cambiato il mondo, ma il giorno
dopo che fu usata la prima locomotiva non cambiò nulla).
È più facile quindi andare a costruire delle periodizzazioni basandosi sulla prima
tipologia di eventi perché cominciano con una frattura e di fatto vengono usati in
modo più facile per spiegare i grandi cambiamenti.
Le rivoluzioni industriali, di cui la prima viene collocata tra il 1760 e il 1830, quando
ci furono le prime scoperte come quelle tecnologiche legate al settore tessile o la
macchina a vapore, allora nessuno ebbe la percezione che una nuova epoca fosse
iniziata, ma le trasformazioni furono identificate come tale solamente in un momento
successivo quando avevano raggiunto un determinato livello di diffusione e sviluppo.
Nessuno nega che questo ha stravolto le modalità di produzione, introducendo il
sistema capitalistico ed industriale, e allo stesso modo sono andate a cambiare la
composizione sociale e la modalità di vita delle persone (es. sistema di fabbrica,
urbanizzazione, nascita classi sociale). In questo caso però non è possibile
individuare una data specifica.
Se noi andiamo a scegliere questa doppia periodizzazione che tenga assieme elementi
politici con economici e sociali possiamo dice che il momento di passaggio tra il
mondo moderno e quello contemporaneo è una lunga fase di transizione che va
grossomodo dalla fine del XVIII secolo fino ad oggi.
Quali sono gli eventi che vanno a determinare l’inizio dell’epoca contemporanea?
Sul piano politico la rivoluzione francese con il cambiamento di governo che
rispecchia quella che è l’attuale politica, mentre dal punto di vista sociale ed
economico la rivoluzione industriale tramite il rinnovamento del sistema di fabbrica
e l’utilizzo del nuovo sistema economico capitalistico.
Tutti questi elementi hanno comunque un punto di vista eurocentrico.
Definizione inizio epoca contemporanea elaborata nel 2022 dalla società degli storici
contemporaneisti italiani e che è stata accettata dall’università della ricerca:
Gruppo disciplinare Storia Contemporanea comprende l’attività scientifica e
didattico–formativa in tutti i campi che riguardano la storia del periodo che va dalle
grandi trasformazioni e rivoluzioni politiche, economiche, sociali e culturali, in
senso lato, del tardo XVIII secolo al tempo presente.
La rivoluzione francese viene identificata come l’evento che da avvio alla storia
contemporanea in Francia, come Italia e Germania, perché il dominio francese
andò ad introdurre una serie di novità dal punto di vista politico e soprattutto andò a
favorire la diffusione del nazionalismo che andarono ad incidere anche la storia
nazionale di questi due paesi.
[Per esempio, nella cultura storica inglese o americana la categoria della storia
moderna viene utilizzata per definire il periodo che va fino alla guerra fredda (1947).
Questo vuol dire che nel mondo anglosassone non si parla di “contemporary
history” per parlare del periodo tra ‘800 e ‘900 ma si parla di “modern history” e la
differenza sta che nel periodo dal XV secolo al XVIII secolo parlano di “early
modern history”; quindi continuano ad attribuire la categoria di moderno a quella
che è la nostra storia contemporanea e quella che è la nostra storia moderna la
chiamano “early modern history”.]
Anche nella tradizione stereografica tedesca le nozioni storiche si basano su alcune
gradazioni dell’aggettivo “neu” (=nuovo) che viene combinato con “zeit” (=tempo),
cioè l’epoca moderna in Germania si chiama “neu zeit” e l’epoca contemporanea si
chiama “noiest zeit” (=periodo più nuovo), quindi quando si parla di storia
contemporanea un altro concetto, oltre all’arbitrarietà, da considerare è il rapporto
con gli elementi della modernità.
Tutti questi processi sono il prodotto di fenomeni più antichi (processi culturali,
politici, economici, sociali e geopolitici) che durante l’epoca contemporanea hanno
seguito un’accelerazione tale da generare dei fenomeni nuovi e diversi dal passato,
sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.
Un’altra delle caratteristiche dell’epoca contemporanea è l’accelerazione del tempo e
riduzione dello spazio.
Attualmente queste caratteristiche sono ancora parte della nostra società e del nostro
presente?
All’indomani della caduta della caduta del muro e quindi la fine della guerra fredda e
dell’Unione Sovietica, si era andata a diffondere l’idea della fine della storia che era
caratterizzata cioè della vittoria del modello di vita occidentale e dalla vittoria
dell’economia di mercato, con il contemporaneo abbandono dei grandi conflitti
teologici che avevano caratterizzato il ’900.
La storia possiamo dire che, tragicamente, si è presa dalle vinci su questa
interpretazione perché gli anni che sono seguiti alla fine della guerra fredda sono stati
caratterizzati da una crescente instabilità nazionale e sono culminati in una crisi
economica.
Queste tendenze di fatto sono state complicate dal forzamento del processo di
globalizzazione che ha investito tutti gli aspetti della vita umana e lo sviluppo, ad
esempio, dell’automazione o dell’intelligenza artificiale, che per certi aspetti è una
vera e propria rivoluzione che si è diffusa in tutto il mondo e ha fatto mettere
addirittura in discussione il lavoro umano, per certi versi è strettamente collegata a
quelle che sono le trasformazioni dal punto di vista tecnologico, economico e sociale
che sono partite con la rivoluzione industriale.
Allo stesso modo se noi pensiamo a quello che è il rilievo dell’interconnessione della
mondializzazione anche attraverso la diffusione della rete internet quale possiamo
acquisire le informazioni in ogni parte del pianeta in pochi secondi e questo è
possibile e ha potenziato l’esistenza di una società di massa strettamente connessa.
(es. guerra in Ucraina, attentati terroristici del 7 ottobre).
[molti conflitti vanno a mettere in discussione i confini territoriali nelle varie
nazioni].
Quali sono gli elementi che vanno a caratterizzare questi conflitti recentissimi?
Sono ancora legati alle idee della nazione dello stato nazione: si tratta di conflitti che
continuano a mettere in discussione in confini territoriali e l’esistenza di stati-nazione
(Ucraina di cui Putin ha dubitato, ma anche l’esistenza di una nazione palestinese e
l’esistenza di una nazione israeliana), si tratta quindi degli stessi temi legati
all’esistenza degli stati nazione che hanno cominciato a caratterizzare l’epoca
contemporanea.
Quelli che sono gli elementi che hanno caratterizzato l’epoca contemporanea sono
elementi che continuano a caratterizzare il nostro mondo, e andare a capirne le origini
e le modalità è uno dei compiti dello storico.
Uno degli eventi periodizzanti dell’età contemporanea fino dalla sua origine ebbe una
portata globale, allo stesso modo, la stessa idea di nazione si andò a diffondere
dall’Europea già nell’820 c’è la formazione dei primi stati-nazione dell’America
meridionale e dopo la colonizzazione la forma dello stato nazione è andato
caratterizzare anche gli ex territori imperiali con la creazione di più di 200 stati
nazione che oggi sono riconosciuti.
[Da meta del 700 fino al 1914 possiamo affermare dal punto di vista del controllo si
era affermata la potenza e il controllo da parte degli stati europei].
[Di fatto gli orizzonti dell’Europa cambiarono drasticamente nel corso dell’età
contemporanea, vedendo allo stesso l’affermazione su scala globale dell’Europa ma
anche il declino completo].
Dopo la caduta del muro di Berlino (1989) si è creata una pluralità di centri di
potere e quindi la situazione è molto più complicata.
Una delle conseguenze del processo di globalizzazione è che gli spazi sono
complicati ulteriormente e quindi non c’è più un unico centro di potere, sono
molteplici e quindi è molto più difficile reggere la situazione.