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Public History - Lezione I - 15/03/2023

Che cos’è la Public History? Che cos’è la storia? Il nostro passato, narrazione, relazione (cronaca,
cronologia), che ha degli intrecci di relazioni complesse. Il linguaggio e la comunicazione sono
aspetti fondamentali per l'insegnamento. Dall'800 e anche nel primo 900 la storia era l'ossatura
morale dello Stato. Le radici delle nazioni sono narrazioni che tenevano in piedi l'ossatura fisica
dello Stato.
I contemporaneisti hanno strumenti infallibili ovvero delle fonti moderne e contemporanee come
le immagini, audio e altro ancora. Il public Historian è un professionista ricercato principalmente
nelle pubbliche amministrazioni del centro-nord. Nei luoghi espositivi come biblioteche, archivi... Il
public Historian rappresenta una figura fondamentale e soprattutto molto presente. Il public
history fornisce una tipologia di storia che inizia dal basso, dove il pubblico è parte della
narrazione.
Questa tradizione nasce negli anni 70' in America, in una comunità multietnica molto recente, una
storia dove è presente un insieme di comunità migranti, talmente identitaria che radicano
fortemente la loro zona di provenienza. Non si deve perdere la qualità generale nella public history
senza dimenticare il nostro approccio alla storia, non si devono raccogliere memorie anche se
sono fondamentali.
Public History - II Lezione – 15/03/2023
Un sinonimo di storia può essere narrazione, non necessariamente cronologia anche se il
linguaggio è sempre cronologico, anche quando si mette in ordine una frase si fornisce un prima e
un dopo, si prende atto che c'è una relazione tra spazio e tempo ed è un presupposto per qualsiasi
discorso di tipologia storica. La storia può essere un racconto ed è il passato. Il passato che va
raccontato, la narrazione o il racconto e la relazione. Spielberg racconta un passato che non voleva
scomparisse. La storia però non è solo una successione di eventi.Si parla di relazione perché la
storia è irradiata con altri fattori . Si deve acquisire un metodo che è quello della domanda.
La cronologia è come una catena perché si anellano i fatti, i fatti storici non si osservano
cronologicamente e non si può porre questo limite. Si deve acquistare il metodo della domanda
poiché la risposta non è mai definitiva. La storia è una scienza dove non si dimentica il racconto e il
fondamento disciplinare. In passato il privato non esisteva, lo ritroviamo negli spartani ma non
nelle case o nella rappresentazione visiva dei quadri, emerge la classe sociale dei finanzieri,
mercanti... Si considera la Storia come disciplina, il ruolo del public Historian è quello di trovare
altre possibilità.
Differenze tra una mostra di collezione privata e mostra curata da storici dell'arte:
La collezione privata viene da un desiderio personale, mostrarla non vuol dire mostrare la storia
dell'oggetto collezionato ma la storia del gusto di chi lo colleziona. Ad esempio, Ferrante Imparato
raccoglieva tutto, una sorta di wundercamera. Lo studioso può studiare non tanto gli oggetti ma il
personaggio che in quel contesto si inserisce come una persona che ha potuto raccogliere e ha poi
donato al pubblico per la visione. Un esempio è la mostra sul giocattolo agli archivi di Napoli, il
percorso è stato strutturato attraverso la dimensione di un’epoca in cui erano collocati gli oggetti
come i giocattoli.
Il digitale è un modo importante di rinnovare l'insegnamento della storia, in quanto utilizzando
delle tecnologie specifiche si riesce a partire ad esempio "da un gioco”, come in un archivio con
foto cartonate in cui non si conosce l'identità del soggetto, si potrebbe fare una sorta di gioco
social "riconosci l'antenato" per fare partire una ricerca partecipata.

Perché i luoghi pubblici sono ex convento?


Perché con l'Unità d'Italia una delle prime leggi del Regno è stato quello di abolire i conventi e
incamerare i beni di queste istituzioni. Alcune aprono delle scuole pubbliche per dimostrare che il
loro lavoro non fosse finito, e quindi per non finire incamerate. Quello che c'era dentro veniva
conservato a musei o archivi, ma anche per decorare altri edifici pubblici.
Al suor Orsola però non è avvenuto questo, è rimasto tutto nella sede. Questo perché gli
amministratori delle monache hanno fatto causa allo Stato, affermando che tutto quello che
apparteneva a loro doveva restare dove fosse. Vincendo la causa con il testamento della Benincasa
vinto nel 1961 dimostrando che fosse una struttura laica da sempre.

22/03/2023
Contemporaneo è un aggettivo di relazione, non vuol dire una cosa in sé ma dobbiamo aggiungerla
ad un CHI o ad un CHE COSA.
La Storia Contemporanea ha un riferimento alla nostra contemporaneità (dal congresso di Vienna
ai nostri giorni); è una periodizzazione che ci da oggi dei problemi perché l’800 è un tempo della
nostra storia. La periodizzazione è un gesto intellettuale, ha un senso principalmente scolastico
per capire il periodo da studiare. Ma come facciamo a dividere una cosa (la storia) che non può
essere divisa? Che senso ha? Ha 2 sensi fondamentali:
- Periodizzare vuol dire INTERPRETARE: dare un senso di omogeneità ad un tempo; gli
elementi dell’età moderna che ci danno un senso di omogeneità è la lettura degli spazi (ad
es. la scoperta dell’America).
- Avere uno strumento per comunicare: Oltre a dare un senso di lunga durata, l’apertura
degli spazi, la scienza, ecc. noi vogliamo comunicare che comincia qualcosa e quindi usiamo
qualcosa che funziona per la COMUNICAZIONE.
La modernità non è Colombo che ha trovato l’America ma è il fatto che lui abbia programmato
qualcosa che andava oltre, partendo dalla rivoluzione scientifica (ad es. se parto da destra arrivo a
sinistra, è scientificamente provato); prepara un progetto per “vedere se è vero” che esisteva
l’America.
 L’inizio dell’età moderna è l’inizio di una cultura dell’autonomia dell’uomo rispetto alle sue
possibilità che però non significa disconoscere la dimensione religiosa e la dipendenza dal
mondo classico cristiano ma significa separarla. L’uomo acquisisce autonomia, nei suoi
gesti e nelle sue azioni, nel mondo che abita (ciò a partire dal 400 fino ad arrivare
all’illuminismo). Questo è il moderno.

1) Età Moderna: un tempo che ha una sua dimensione omogenea. Parliamo di una serie di
indicatori.
Età Contemporanea: va sempre messa accanto a qualcosa, ad un chi o ad un che cosa.
Sono chiaramente due tempi diversi. L’800 è il periodo del passaggio tra questi due tempi ed è
difficile collocarlo perché non sappiamo se è moderno o contemporaneo.
1) Stabilire quando INIZIA l’età moderna dipende da quale significato vogliamo dare all’esordio di
questo periodo, perché se scelgo il 1492 allora scelgo il significato spaziale, se scelgo il 1517 (le
tesi di Lutero) allora gli do un significato religioso, di cesura religiosa (da questo momento in
poi la storia dell’uomo diventa più complessa). Quindi per l’esordio possiamo scegliere ma non
ha importanza tanto la data (anche perché c’è solo una ventina di anni di differenza) ma ciò
che mi serve e ciò che conta è il dato simbolico. Il problema nasce però con la parola FINE.
Come altra data importante per l’età moderna dobbiamo ricordare il 1494  Guerre d’Italia.
L’Italia in questo periodo era divisa in tanti piccoli stati tra cui prevalevano 5 più influenti:
- Regno di Napoli (Aragonesi – controllo del Mediterraneo)
- Stato della Chiesa (culla della cristianità universale)
- Venezia (potenza navale, controllo dell’Adriatico)
- Genova (altra potenza navale ma anche controllo finanziario, mantengono le corone)
- Firenze (centro del Rinascimento)
Le Guerre d’Italia nascono perché il Re di Francia Carlo VIII vuole rivendicare la sua legittimità al
trono del Regno di Napoli. Questo perché egli era erede degli Angiò e riteneva gli aragonesi, allora
stabiliti sul trono napoletano, come usurpatori.
La LEGITTIMITA’ per la rivendicazione al trono è un concetto che ci accompagna per tutta l’età
moderna. Nell’età moderna c’è quindi una continuità di questi fili che troviamo dall’inizio fino alla
fine. Moderno è quindi un’epoca di regole condivise.

2) Possiamo dire che il 900 è un tempo nuovo? Si. L’800 è più complicato perché è difficile capire
se è un elemento passato (quindi appartenente al moderno) o appartenente alla nostra
contemporaneità. Per ora lo mettiamo come elemento di mezzo tra modernità e
contemporanea. Il 1861 è una data importante perché l’Unità d’Italia è comunque un grande
elemento di svolta, di “modernità contemporanea”. Scegliere l’elemento di svolta per definire
l’INIZIO dell’età contemporanea
Anche il congresso di Vienna però in questo caso serve a legittimare i troni.

29/03/23
Gli archivi sono un presidio di democrazia e oggi stanno diventando digitali. Però c’è un problema,
se noi andiamo verso la smaterializzazione, non sappiamo se, come e quando potremo conservare
tutto il materiale. E tenere questi archivi aggiornati costerà tempo e energie.
Papa Paolo Carafa era un papa inquisitore, governo della chiesa legato al controllo. Quando lui è
morto, prima di nominare un nuovo papa, gli storici romani che erano a Roma sono andati
all’archivio di questo papa e lo hanno incendiato perché era un modo per liberarsi
dall’inquisizione. Questo perché una volta che l’inquisizione ti puntava, non ne uscivi mai,
soprattutto perché l’Inquisizione conservava tutte le carte quindi anche se lenivi la pena, eri
sempre controllato dall’inquisizione e dunque il gesto dei romani era un gesto per liberarsi da
essa.
Nelle carte c’era la legittimità del consenso che dava all’élite il diritto di sfruttamento delle terre o
il controllo fiscale.
I depositi archivistici di un’istituzione sono importanti perché sono garanzia di proprietà di un
qualcosa.
LINGUAGGIO è una scienza. Può essere visivo ma anche comunicativo. Noi ad uno scienziato non
mettiamo in discussione il suo linguaggio scientifico perché utilizza parole tecniche, ma se
parlassimo con un umanista, siccome sentiamo un racconto con un linguaggio non specifico ma
quotidiano, non ci poniamo nell’ambiente di linguaggio scientifico. E invece anche questo è un
linguaggio scientifico.
Moderno = nuovo, migliore. L’umanista si sente nuovo e migliore rispetto a quello di prima e per
questo si definisce moderno. Questo aggettivo se lo sono attribuiti da soli.
È una tripartizione (medioevo – moderno – ………)
I contemporanei, dopo la Rivoluzione francese, utilizzano il termine ancien regime per indicare i
moderni, perché anche loro si sentono nuovi rispetto a quelli di prima.
1815  Congresso di Vienna - fine dell’ancien regime, comincia la restaurazione. Data che fa
iniziare il contemporaneo. La data dell’unità d’Italia non va bene perché è una cosa puramente
nostra e non europea.

Libro: Il sangue dei vinti = narra che il 25 aprile, dopo la WWII, scatta una guerra civile. Questo
giornalista che l’ha scritto ha raccolto memorie familiari di persone emiliane che hanno sopportato
le peripezie del fascismo. La narrazione, però, non è esattamente corrispondente alla realtà.
(poniamo attenzione al tema del linguaggio).
Il linguaggio ai fini della critica va curato, altrimenti risulterebbe solo un racconto emotivo
personale
Nella ricerca storica non è importante fare una scoperta perché ritornare su percorsi già fatti da
altri può risultare innovativo poiché si cambia punto di vista.
12/04/2023
Periodizzare dunque, come abbiamo detto, significa "dividere" ma solo virtualmente.
Tra 400 e 500 si ha una nuova visione dell'essere umano, e proprio per questo
convenzionalmente facciamo iniziare l'età moderna con il Rinascimento. Un'età che ritroviamo
fino all'800 attraverso diversi elementi di continuità:
 PENSIERO SCIENTIFICO  Colombo si è dato un obiettivo e lo ha raggiunto attraverso il
pensiero o metodo scientifico (cerco una strada e vado a vedere se è vero), così come ha fatto
Galileo per le sue scoperte. Lo stesso vale anche per la rivoluzione industriale dove la svolta sta
nel produrre energia (non usare l'energia della natura ma proprio nel produrne una nuova per
creare altri oggetti attraverso essa e cambiare il modo in cui vive l'uomo e la società). Dunque,
possiamo considerare il pensiero scientifico come un elemento che ha permesso la
rivalutazione dell'uomo.
 LE MIGRAZIONI  Scoprire nuovi spazi per acquisire e condividere nuove conoscenze. Di
conseguenza abbiamo anche la crescita della cartografia. Nell'800 ci sono molte migrazioni.
 STORIA ISTITUZIONALE  Gli uomini stanno dentro comunità regolate chiamati stati. Cosa
cambia negli Stati moderni rispetto a quelli precedenti? Cos'è nuovo e migliore nello stato
moderno? La stabilità. Perché? Partiamo dall'inizio: la sovranità fino al 700 è appannaggio di
Dio, cioè viene da Dio (parliamo sempre di Europa, mondo occidentale) e ciò che cambia è il
modo di gestire questa sovranità. Nel medioevo i più forti erano sovrani di territori sempre più
vasti e l’ampliamento degli spazi di sovranità derivava dalla forza militare, guidati dalla fede.
Era un qualcosa di strettamente legato alla cristianità. Quest'ultima è il concetto chiave per il
medioevo che considera la storia come un cammino verso la salvezza.
Lo stato medievale è proprio legato a questo concetto universale di cristianità. Il re o
l'imperatore medievale espande i suoi territori per espandere la cristianità. Lo stato medievale
è instabile perché i re non potendo gestire da soli l'espansione territoriale, avevano creato il
FEUDALESIMO. Esso consiste nell'affidare pezzi di territorio a persone di cui si fidava (concetto
di fedeltà e fiducia). I feudatari ottengono quindi l'ereditarietà dei feudi ma quando c'è la
successione al trono, il nuovo sovrano deve pacificare tutti quei feudatari che non rispettano la
sua superiorità e proprio in questo consiste l'instabilità. (Il feudatario pensa, a quel punto, che
il potere di gestione del territorio gli è stato affidato da Dio e quindi non trova il senso di
sottostare al re).
Lo stato moderno, invece, sana queste instabilità perché il re esercita il potere senza demandare
più nulla a nessuno. Lo stato moderno è quello in cui la sovranità resta tutta esclusivamente
nelle mani del re. Ma come governa questi spazi enormi? Crea una struttura centralizzata di
gestione del potere che si divide in:
- Burocrazia e amministrazione (politica interna)
- Diplomazia (politica estera)
- Difesa (esercito; non più mercenari ma soldati che combattono per il re e non per la patria
perché è il re che fa la patria).
Questi sono i 3 punti che creano stabilità nello stato moderno. E la conseguenza di tutto questo è
la creazione della nascita della CAPITALE DEL REGNO.
Quando parliamo di capitale ci aiuta molto pensare alla Spagna. Essa nasce nel 1519 perché prima,
negli anni ‘70 del ‘400 la penisola iberica è divisa in 4 regni: Regno di Castilla, di Aragona, del
Portogallo e di Granada (questo fu l’ultimo principato musulmano d'Europa; solo nel 1492 il re
d'Aragona vince la guerra contro i musulmani e rende anche Granada un regno cristiano).
Un po' di storia della Spagna e di come si intreccia con il regno di Napoli e la Sicilia:
Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia fanno un matrimonio di pura convenzione politica.
Questi matrimoni creano un sistema: la politica estera.
La politica estera europea è un sistema dove ciascuno degli elementi diventano parte di una rete
(se uno si muove, si muovono tutti); la progettazione della politica estera europea ottocentesca è
ancora finalizzata al mantenimento dell'equilibrio (continuità). La Spagna è proprio un esempio di
questo sistema.
Isabella di Castiglia non doveva ereditare il trono perché era il fratello a doverlo ereditare. Una
regina poteva solo avere il titolo di regina ma non poteva detenere il potere che Dio dava sempre
al genere maschile. Ma in Spagna questa idea non c'era quindi la fanno avvicinare alla famiglia
d'Aragona e crea una sua progettazione politica che le garantiva eredità e sovranità: sposa l'erede
del re d'Aragona (Ferdy) e crea un grande regno iberico da dover lasciare ai propri figli (l'idea della
famiglia sua era invece di unire la Castiglia al Portogallo per darli alla sorella minore). Stiamo
parlando di un vero e proprio approccio di assolutismo moderno.
Per fare la Spagna dovranno quindi aspettare il figlio, perché essendo figlio di re e regina con
poteri, egli potrà riunire sotto il suo personale potere il territorio (egli sostanzialmente è stato
voluto da Dio). Però il Papa di quel tempo non legittima il loro matrimonio perché loro sono in
realtà cugini e poi perché egli è più legato al Portogallo; dunque, senza ufficializzazione del Papa il
matrimonio non esiste e i figli sostanzialmente sono ritenuti illegittimi. Però il matrimonio si
legittima grazie all'aiuto della Francia e questo ci ricorda l'idea del sistema degli stati europei, cioè
di come i muovono insieme.
Ferdinando d’Aragona successivamente dà al figlio anche la corona di Sicilia. E proprio qui
entriamo nella storia del regno di Napoli. Il progetto di Ferdy e Isa era che il figlio, Giovanni, diventi
erede di una cosa che ancora non c'era al tempo del matrimonio: la corona ella Spagna unita.
L'altra figlia, Giovanna detta “la pazza”, pensano di farlo sposare con Filippo “il bello” d'Asburgo,
figlio dell'imperatore del sacro romano impero (Massimiliano I d'Asburgo). Succede, però, che
Giovanni, allora erede di Spagna, muore e dunque la nuova erede diventa in pratica la sorella
Giovanna ma Ferdy e Isa progettano di farlo ereditare al primogenito di Giovanna e Filippo: Carlo
di Gand (che nel frattempo era stato cresciuto nelle Fiandre).
Succede che poi muore poi anche Filippo il Bello Carlo di Gand, nel 1519, ritorna in Spagna e fa un
accordo con i banchieri di Gand per farsi dare i soldi per pagare i sette grandi elettori per farsi
votare come imperatore del Sacro Romano Impero con il nome di Carlo V d'Asburgo.
Carlo V diventa allora: imperatore del Sacro Romano Impero, delle sue zone tedesche e
dell’Austria, della nuova Spagna, di Sicilia e del Regno di Napoli (spodestando gli angioini) e infine
ha anche dei territori nelle Americhe (perché la Spagna aveva il controllo di alcuni territori
dell'America). L’imperatore del cosiddetto “Impero su cui non tramonta mai il sole”.

Per quanto riguarda il Regno di Napoli, facciamo un passo a ritroso:


Il 1266 è la data che sancisce Napoli come capitale del regno a seguito dei Vespri Siciliani, nella
quale gli Angioini sono obbligati a spostarsi a Napoli e la capitale, quindi, passa da Palermo a
Napoli.
Gli angioini governeranno Napoli a lungo e sarà anche un periodo molto florido da ogni punto di
vista. Infatti, fino al 1566 - data dell' peste - Napoli è la più grande città del Mediterraneo.
Qui entra in scena Alfonso d'Aragona (l'allora re di Sicilia e Aragona), detto “il magnanimo”, che
scende in Italia con un esercito per prendersi Napoli nel 1421 e riesce ad entrare.
Dobbiamo ricordare che questo re è anche un intellettuale che si sta affezionando alla cultura
dell'umanesimo tanto che la prima cosa che fa è mettere in scena la sua vittoria a modello dei
classici, ovvero attraverso un arco di trionfo - quello che sta all’entrata del Maschio Angioino - ed è
molto simbolico perché su un castello grigio prettamente medievale ci mette un qualcosa di
bianco.
Alfonso divide in due la corona del regno: al figlio Ferrante “il bastardo”, illegittimo, lascia la
corona di Napoli e a Giovanni, il figlio legittimo, il trono di Sicilia e Aragona. Questa separazione ci
interessa perché nel 1494 un re potente, Carlo VIII di Francia, rivendica il trono di Napoli per
rimettere di nuovo gli Angioini al comando. Non ci riesce perché tutti gli altri territori italiani gli si
alleano contro perché avevano paura di lui essendo troppo potente.
Successivamente la corona di Napoli si poggia sulla testa di Ferdinando d'Aragona e ha inizio il
Viceregno Spagnolo a Napoli.

I tre concetti principali di cui abbiamo parlato sono dunque:


 POLITICA INTERNA
 POLITICA ESTERA
 ASSOLUTISMO (il re scelto da Dio è ponte del diritto. Il re non è che non rispetta la legge
ma dato che egli emana la legge, sostanzialmente viene prima delle leggi stesse; quindi è
superiore e può non obbedirle).

19/04/23
Napoli nel ‘500 era la "Città degli Spagnoli”.
Siamo negli anni del concilio di Trento, il quale apre una nuova visione del comportamento
all'interno della società: nel ‘400 le donne nobili che finivano in convento avevano la possibilità di
finire in contesti più accoglienti. Le loro celle non erano più rigide e severe ma c'erano i salotti
decorati. Il concilio di Trento, invece, riporterà la clausura al modello rigido. La clausura
ovviamente è un luogo chiuso ma ci sono comunque elementi di apertura: la chiesa. Nessuno deve
guardare la clausura ma le monache comunque guardavano fuori, avevano una certa apertura
verso l'esterno.

Ritornando agli intrecci delle famiglie nobiliari:


Alfonso d'Aragona il magnanimo diventa re di Napoli  É un re potentissimo, soprattutto dal
punto di vista militare, poiché con la forza dei suoi eserciti controlla gli scambi nel Mediterraneo,
veicolando questa potenza in Europa. É proprio con la sua forza militare che conquista la corona di
Napoli. Alfonso è un re ancora medievale. Sarà proprio al suo arrivo che Napoli raggiunge la
concezione di stato moderno. È per l’appunto Alfonso colui che comincia la trasformazione del
regno di Napoli in stato moderno. Egli porta a Napoli una grande corte umanistica (l’apertura che
ha Napoli è infatti di tipo culturale).
Egli stacca i possedimenti del regno, li divide e lascia a:
Ferrante (il figlio bastardo)  Napoli
Filippo II (il figlio legittimo)  Aragona e Sicilia
Ferrante segue molto il padre: La sua corte è una corte umanistica classica ma di tipo locale,
ovvero gli umanisti che la frequentano sono prettamente napoletani.
Abbiamo detto che lo stato moderno dà stabilità ma Napoli ancora non ce l’aveva quindi Ferrante
si trova a scontrarsi con i baroni riottosi. Ma egli riuscirà a riportare all'obbedienza il baronaggio.

La successione di Ferrante sarà una successione debole. Ci saranno i francesi che ritorneranno nel
Regno di Napoli per rivendicare il trono (ritenevano gli Aragona usurpatori) ma la Francia non
riuscirà mai a riprenderselo perché gli altri stati europei (Firenze, Genova – la quale detiene le
banche che finanziano le corone, Venezia - controlla il mare - e Roma - dove c'è il Papa) si alleano
contro. La corona, dopo questi casini, ritorna sulla testa di Ferdinando "il cattolico" marito di Isa.
Entrambi avranno poi un figlio che diventerà erede delle corone (e qui ci riagganciamo alla storia
della volta scorsa).
Il figlio di Giovanna e Filippo d’Asburgo (Carlo d’Asburgo) viene mandato nelle Fiandre dalla zia
Maria di Borgogna (figlia del re di Borgogna).
[[Il re di Francia fa la guerra contro la Borgogna - regione della Francia stessa - e occupa il
territorio. Egli stabilisce la sovranità feudale, ovvero tutti gli eredi, in questo caso della Borgogna,
devono giurare fedeltà al re di Francia, così si assicurava la fedeltà]].
Carlo di Gand, Carlo I, diventa re di Spagna (la Spagna ora unita) con Aragona, Castiglia, Napoli,
Sicilia e Sardegna ma anche imperatore del Sacro Romano Impero Germanico e Fiandre (ma allo
stesso tempo è vassallo del re di Francia - perché c'è sempre quella cosa che gli eredi nei territori
francesi devono essere fedeli al re di Francia. Inizierà, così, la dinastia d'Asburgo che durerà fino al
1780.
Carlo I di Gand a Napoli è chiamato Carlo V (perché paga i 7 elettori per farsi eleggere).
Noi chiamiamo quel regno di Napoli maldestramente "viceregno". Questo solo perché Carlo V non
potrà vivere più a Napoli a causa dei territori troppo vasti da controllare e userà dei viceré. Ma
questo non è un problema perché la sovranità dell'ancien regime è una sovranità che viene da Dio.
I nobili napoletani lo accettano perché si sentono parte di un grande impero.

Il sistema della potenza della corona di Spagna si basa su alcune grandi famiglie della nobiltà
castigliana che detengono grandi possedimenti di terre. Erano proprio queste famiglie che
venivano a fare i viceré. D'altronde, Napoli era uno dei più grandi territori europei. Però questi
grandi nobili arrivavano in città in un tessuto urbano dove c’era una nobiltà napoletana che si
sentiva a livello di questi nobili spagnoli. Nessuno era superiore. C’è un cambiamento di status
sociale per la nobiltà: mentre nel medioevo la potenza della grande nobiltà era data dalla potenza
dei feudi che erano considerati come stati dove il centro era il luogo che dimostrava la potenza
della famiglia, con gli spagnoli questa cosa non è più così. Non è più utile stare nel loro feudo ma
partecipano attivamente alla vita mondana della città, devono mettere rilevanza al loro status
sociale. Di conseguenza, nel ‘500 si assiste alla ristrutturazione dei palazzi nobiliari o acquistati
nuovi palazzi per mettere in scena la rilevanza politica sociale e economica di queste famiglie.
Quindi nel corso del ‘500 abbiamo 3 movimenti a Napoli:
1. Concilio di Trento: ristrutturazione dei conventi e apertura dei conventi verso le chiese.
Rimodella il centro storico per le regole costruttive del concilio.
2. Le famiglie nobili rifanno i loro palazzi.
3.
La città degli spagnoli, dunque, non ha la presenza del Re ma i viceré si insediano in possedimenti
più esterni alla città per far capire la potenza del regno spagnolo. Palazzo san Giacomo sarà uno di
questi (san Giacomo è il protettore degli spagnoli). Infatti, chi arrivava dal mare vedeva prima di
tutto il Maschio Angioino (diventato spagnolo con l’arco trionfale) e poi il Palazzo e anche
l'Ospedale, finanziato dagli spagnoli. Fino ad allora l'assistenza (oggi diremmo il welfare) non è un
diritto ma un segno del potere che da privilegio ai suoi sudditi, tutto finanziato dai nobili - nobili
che non sono istituzioni statali, sono privati. Il più grande istituto di assistenza della città di Napoli
medievale è nel cuore della città: l'Annunziata. Era un ospedale (deriva da ospizio - accoglienza).
03/05/2023
Libro di Galasso  Un grande storico per una chiave interpretativa per il Regno di Napoli. Egli ha
rinnovato la storiografia. Ha lanciato questa idea convergente dal lato dell’Europa e dall’altro della
storia del Regno di Napoli. Ha insistito che la storia del regno di Napoli è la storia di un grande
regno europeo. Non è solo una storia semplicemente regionale o locale, ma a livello europeo.
Sistema degli stati europei: si consolida agli albori dell’età moderna come luogo di scambio
diplomatico e politico tra le grandi potenze europee, ovvero quelle che hanno cercato per tutto
l’ancien regime di dare all’Europa una dimensione interconnessa. Napoli è Europa.

Il secolo breve è il 900. Vuol dire che la concezione del 900 che legge l’800 come un momento
complesso non perché c’è una continuità. 800 è il secolo lungo. Diritto del cittadino che diventa
diritto della persona. Rinnovamento dello stato costituzionale – rinnovamento della società. Il
welfare diventa un diritto dei cittadini.
Guardare alla storia dell’Italia significa guardare alla trasformazione della società (europea).
La fine del moderno è collegata alla IGM perché si combatte in modo diverso: in trincea. Ma è
anche una guerra che scoppia per motivi che sono al di là delle guerre (non sono più motivi
dinastici, religiosi).

Con la fine dell’800 l’imperialismo va sulle sfere di influenza. Imperialismo che comincia a puntare
sui grandi giacimenti africani. L’africa che fino a quel momento è solo una riserva di schiavi (che
vengono portati via e trasportati in Europa e nelle Americhe). Questa dimensione di schiavitù si
consolida proprio nella marginalizzazione della popolazione. Sono parte del margine della società,
non integrata alla parte della vita sociale contemporanea.

Capitoli che danno una dimensione periodizzante della storia di Napoli. Egli propone un pezzetto
di storia con una chiave interpretativa.

Tempo nel quale questa nostalgia del regno era molto sentita. Si consolida con il meridionalismo
successivo. Ma in quel tempo c’erano delle fortissime correnti a sostegno della riunificazione.

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