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DEFINIZIONE DI STORIA: Secondo Bloch è la scienza che studia gli uomini nel temo, sia come individui sia
come società quando sono aggregamenti sociali vasti vengono definiti CIVILTA’. Principio fondamentale della
storia è la DIMENSIONE TEMPORALE
La storia è la raccolta di ciò che gli storici hanno scritto (storiografia, dizionari, opere, articoli..) ciò che è
variato nel tempo è la specializzazione o il livello di semplificazione divulgativa degli argomenti trattati o del
tipo di lettore. La storia è una continua ricerca, un lavoro di revisionismo basato su nuove ipotesi questo
perché la storia non è interpretabile ed ordinabile in modo definitivo.
Bloch sostiene che lo storiografo deve mostrare i passaggi del proprio percorso di ricerca, con le domande
poste, le ipotesi fatta e le fonti utilizzate. Il tutto rimanendo il più possibili onesti ed obbiettivi.
La storia ha senso etico in quanto ha un rigore nel metodo attraverso l’attenzione alle FONTI, ai dati storici
ed onestà nelle affermazioni.
INSEGNANTE E STORICO sono mediatori attivi tra il passato ed il presente
STORIOGRAFIA EVOLUZIONE NEL TEMPO:
NASCITA:
• 5°secolo A.C in Grecia con ERODOTO di Alicarnasso, racconta le guerre Persiane, non c’è
collocazione temporale ma spiega le cause e gli effetti (aderenza realta’ fattuale)
• 5°secolo A.C TUCIDIDE 1° storico di Atene, racconta le guerre del Peloponneso, preciso
metodo di raccolta delle fonti (orali), coerenza logica e comprensione per i fenomeni umani.
Oggetto: fatti e personaggi antichi.
• 2°-3° secolo A.C in Grecia POLIBIO, racconta la storia della Grecia ma non solo anche quella
di Roma, concezione storia= MAGISTRA VITAE (la storia insegna)
• 3°secolo A.C ETA’ ELLENISTICA biblioteche in Egitto e Pergamo, nasce la Filologia stabilisce
l’originalità. ARISTARCO di Samo, cura le opere di Omero, teoria Eliocentrica, storia con
metodo scientifico e valutazione delle fonti che finisce con arrivo dell’Impero romano
• 1° secolo A.C SCUOLA ROMANA non è una storiografia rigorosa, cercano l’artificio retorico.
• CRISTIANESIMO E ALTO MEDIOEVO, storia dell’uomo, delle battaglie tra il bene e il male.
Introduzione alla linearità della storia. TEOLOGIA= visione cristiana della storia (le finalità
erano la predicazione dei poeti) la storia serve per la formazione del soldato e impero.
• 4° secolo D.C i dottori della chiesa cercano correlazione tra eventi storici e quelli sacri.
EUSEBEO, SAN GIROLAMO (suddivisione in decadi per eventi sacri) SANT’AGOSTINO
(suddivisione in 6 ere storiche, ultima crollo imp. romano,7 quella di dio)
• CADUTA IMPERO ROMANI E MEDIO EVO 5° secolo la storiografia entra in una crisi dal 5° al
10° secolo, il passato si mischia con la mitologia e il sacro. (divinità scendono in terra come
santi)
• EPOCA CAVALLERESCA 11° secolo, si riafferma la dimensione storica ma condita di fantastico.
Regnano credulità e anacronismo nella cronaca medievale.
• UMANESIMO E I CLASSICI 15°-16° secolo, nasce la STORIOGRAFIA MODERNA riscoperta
autori greci e latini come TUCIDIDE E TITLIVIO, sviluppo della filologia, recupero del senso
critico e della riflessione.
• AFFERMAZIONE STATI NAZIONALI 16°secolo, rottura tra protestanti e cristiani e le scoperte
geografiche aiutano a rafforzare l’idea che la storia serve per comprendere meglio la realtà.
Nasce la STAMPA che aumenta la diffusione dei testi e diminuisce il costo dei libri. Storia Italia:
GUCCIARDINI 1500, racconta le guerre italiane in prospettiva internazionale Europea.
• ASSOLUTISMO 16°-17° secolo, la storiografia si lega agli interessi dello stato e dei regnanti.
Guerre religiose e grandi potenze. STORIOGRAFIA MILITARE.
MABILLION 1681 pubblica i 6 libri sulla diplomatica, la rende disciplina. Da un metodo
scientifico alla storia (autenticità delle fonti)
• ILLUMINISMO 18° secolo, conferisce alla storia un nuovo slancio e vigore liberandola dalla
strumentalizzazione politica.
VOLTAIRE (1694-1778) filone storiografico di tipo problematico, va oltre la narrazione dei
fatti, arriva ai momenti delle scelte e azioni umane. Storia= spirito dei tempi e costumi
dell’epoca. (anticipa Les Annales)
MONTESQUIEU (1689-1755) scrisse sulla caduta dell’Impero Romano.
HUME storia della Scozia, Inghilterra e America.
GIANNONE storia culturale del regno di Napoli.
• 19° secolo, Rivoluzione Francese, Borghesia, Romanticismo, periodo di grandi ideologie, la
storiografia si pratica molto in Francia (per capire la rivoluzione)
Dopo il 1848 la storiografia studia il principio di NAZIONALITA’ (grandi storie nazionali, basate
sul piano culturale, politico, scientifico e filosofico che fondano l’identità nazionale e
comprendere la realtà umana.
• STORIOGRAFICA SCIENTIFICA 1700/1800, Ranke storiografo tedesco, Corretto uso delle fonti
PRIMARIE e SECONDARIE, uso delle note, il senso dei fatti si ritrova nei fatti stessi.
Lo storico deve spiegare come accadono i fatti (storia racconto di avvenimenti dei soli ceti
alti)
1. Rigore del metodologico
2. Capacità di reperire fonti affidabili
3. Uso corretto dei documenti
4. Capacità di immersione nell’epoca studiata
5. Rimanere obiettivi
• POSITIVISMO 1800, spinge gli storici a fare ricerche sui complessi meccanismi sociali che
formano la società e le religioni. La storia si avvicina alla scienza, la storia Collettiva diviene
più importante della storia classica.
MATERIALISMO STORICO di MARX e ENGLES analizzano gli aspetti economici-materiali
(CAPITALISMO) STORIA ECONOMICA= legata agli aspetti dell’unificazione doganale e la rapida
industrializzazione.
Altre materie studiano la storia dell’uomo: sociologia, antropologia, psicologia ecc.
STORIA DELLA CULTURA: BURCHARDT scrive della civiltà nel rinascimento italiano.
WEBER: Economista, parla della tesi del legame tra capitalismo e calvinismo.
• NUOVA STORIA fine 1800, nasce sotto l’influsso di forte ideologie, la storia diviene critica
(controllo fonti) e scientifica, con l’affermazione dell’uomo da parte di altre discipline come
l’antropologia, la sociologia, la psicanalisi ecc, che spinsero la storia a rinnovarsi. Il paradigma
usato era quello di RANKE narrazioni di grandi eventi nella sfera dei rapporti internazionali,
rigore e obiettività sono garantite dalla professionalità dello storico. Veniva usata la
documentazione proveniente dalle classi più agiate non era una visione eterogenea del
popolo.
LACOMBE: la storia si deve occupare delle strutture portanti della società attraverso lo studio
dei movimenti umani.
DURKEIM: critica la STORIOGRAFIA POLITICA sulle pagine di LES ANNALES poiché il focus è
troppo sugli avvenimenti e poco sulle strutture sociali.
VIDAL DEL LA BLANCHE: geografo che portò la sua materie verso la scienza dell’uomo (geo
umana) avvicinandosi così alla storia.
• LES ANNALES fu una rivista ideata nel 1929 da Bloch e Febvre, elemento principale della
rivista è il coinvolgimento nella storia di altre discipline, come: antropologia, sociologia,
psicanalisi, economia. Altro elemento basilare fu lo spostamento del focus della storia dagli
eventi allo studio delle strutture sociali. La rivista serviva a supportare la battaglia di
contestazione dei vecchi idoli storiografici. Un contributo importante venne fornito alla rivista
dallo storico Braudel, il quale teorizzo sulla dimensione temporale, suddividendola in 3 fasi:
LUNGA DURATA concernete l’ambito geografico e geologico della terra, dimensione molto
lenta; MEDIA DURATA concernete gli ambiti sociali, economia, commercio, politica ecc;
BREVE DURATA che coinvolge l’ambito del singolo individuo. La nuova storia a campi
d’indagine diversi che vanno dallo studio delle mentalità, delle abitudini della vita quotidiana,
ai sentimenti, ai valori che sono le rappresentazioni collettive della cultura di un certo
periodo. SI parla della storia delle tradizioni della società.
Negli anni ’70 la rivista raggiunge il suo apice grazie a Braudel e Melis, infine l’ultima
trasformazione la raggiunge nel 1994 in cui si aumentava l’interdisciplinarietà e il focus sui
problemi del presente.
La storiografia del ‘900 ha raggiunto risultati notevoli, ponendosi nuove domande e temi,
spostando la propria attenzione ai ceti più bassi capendone i bisogni ed i comportamenti. Il
mutamento più importante della storia è stato il passaggio dei testi da NARRATIVI ad
ANALITICI.
CONTESTAZIONE AL CONCETTO DI NUOVA STORIA
- Contro la lunga durata di Braudel, alcuni autori tornano allo studio di fatti e avvenimenti
- Contro la ricerca di grandi leggi demografiche/economiche per spiegare i movimenti di fondo
della società
- Contro la storia impostata sui problemi, trattati troppo scientifici ritorno alla narrazione
- MICROSTORIA cioè il restringimento dl focus sui singoli avvenimenti.
DOMANDE E IPOTESI
Le DOMANDE nascono per motivi culturali, personali ed ideologici, che lo storico si pone sull’argomento di
studio scelto. Le domande sul passato nascono dalle urgenze del presente, a volte anche dall’attualità.
Le IPOTESI di lavoro servono a guidare lo storico dando un ordine alla procedura, lo storico deve ascoltare le
fonti, saperle interrogare (conoscere bene il contesto dell’argomento scelto) senza pregiudizi.
TESTO STORICO
Gli storici lo creano attraverso un lavoro di ricostruzione ed interpretazione della storia. Alcuni filosofi hanno
criticato la storia per essere troppo scientifica nell’interpretazione dei fatti quindi per lo storico è importante
la dimensione retorica del testo.
Ci sono 3 livelli NARRATIVI che aiutano a comprendere L’INTENZIONALITA’ del testo:
1. LIVELLO INFORMATIVO il testo è tenuto insieme da nessi di coerenza, coesione e correttezza
sintattica. Viene esposto il dato oggettivo, trasmissione di conoscenze e fatti del passato.
2. LIVELLO PERSUASIVO RETORICO il testo è indirizzato ad un tipo di lettore (specialisti di storia, studenti),
diversi tipi di PROCESSO RETORICO: selezionare le info essenziali, gerarchia delle info, scelta della
materia da trattare, scelta del lessico da usare.
Artificio retorico=PERIODIZZAZIONE scegliere quale continuità mostrare e quale interpretazione
dare.
3. LIVELLO TEORICO IDEOLOGICO il testo trasmette l’ideologia dello storico che è figlio della sua epoca
che si esprime attraverso: il linguaggio dell’autore, le rappresentazioni mentali e la dimensione
retorica.
GENERI STORIOGRAFICI
• STORIA GENERALE: è rappresentata da una serie di mutamenti che hanno interessato
l’umanità dalla preistoria al presente ed è contenuta nei Manuali scolastici ed universitari.
• STORIA GLOBALE: nasce come critica fatta alla storia, che vuole spostare il focus dalla storia
Nazionale a quella Globale.
MC GAUGHERY: ricostruzione teleologica e divisione in 5 tappe della storia umana:
- NASCITA HOMO SAPIENS
- CIVILTA DELLA COLTIVAZIONE E DEI METALLI
- DIFFUSIONE RELIGIONI MONOTEISTE R FILOSOFIA
- RIVOLUZIONE MERCANTILE-INDUSTRIALE MODERNA
- MONDALIZZIAZIONE CONTEMPORANEA
Questa divisione è organizzata su passaggi che portano allo stadio finale.
PROBLEMATICITA’ STORIA GLOBALE: Mancanza di una logica complessiva tra le storie delle varie
civiltà, trovare una periodizzazione sensata per tutte le civiltà, ambizione di cogliere lo sviluppo
dell’umanità senza scegliere un punto di vista. Criticata anche dalla didattica del 2021 causata dalla
perdita della identità culturale dei bambini europei ma aperti all’idea di toccare la conoscenza delle
culture dei compagni di classe.
• STORIA NAZIONALE: è ancora molto forte rispetto alla globale anche perché molti stati hanno
raggiunto la propria sovranità da poco tempo. Non c’è nazione senza storia. Una delle finalità
della storia è proprio quella di individuare dei valori identitari che testimoniano i passaggi che
hanno portato al presente. STORIA ITALIANA CONTEMPORANEA battaglia politica avviene
non con lo scontro ma con la logica del consenso.
• STORIA SETTORIALE: la storia che si dedica ai singoli aspetti del passato cambia in base all’
oggetto di indagine (storia tecnologica, storia economica)
• STORIA DELLA DONNA E GENDER HISTORY: nasce nel ’60 in America con il movimento
femminista, che si consolida negli anni’80, studio del corpo, della sensualità, della
prostituzione ecc con il tempo si supera il concetto donna e si arriva a quello di genere con
KELLY che nei suoi saggi spiega come il rinascimento contribuì a fissare l’idea di supremazia
dell’uomo sulla donna.
• STORIA LOCALE: difficile definirla poiché po' essere svolta su scala nazionale, regionale o
locale dipende dall’oggetto di studio e dalla profondità dello studio stesso.
Ita=Storia Municipale o Regionale
UTILITA DELLA STORIA LOCALE: nella didattica partire dalla storia locale aiuta la formazione
psicologica degli allievi, sul piano metodologico consente di operare scelte tematiche mirate, sul
piano de contenuto favorisce le relazioni territorio-uomo, sul piano formativo contribuisce alla
formazione civica, sul rispetto dell’ambiente e formazione dell’identità.
STORIA DELLA SCUOLA ITALIANA
«Fatta l’Italia bisogna fare gli italiani» Al processo unitario avevano partecipato in pochi. Occorreva formare
i cittadini del nuovo Stato, inserirli in una cornice comune, trasmetter loro e costruire il senso di
appartenenza nazionale.
Analfabetismo in Italia, Prima dell’unità, Non è vero che gli stati unitari non si sono mai interessati di scuola
perché consideravano la superstizione e l’ignoranza puntelli dell’assolutismo.
Il contesto: Legge promulgata nel quadro dei pieni poteri concessi al governo del Regno di Sardegna il 25
aprile 1859. Servivano ad affrontare la guerra dichiarata dall’Austria (seconda guerra d’indipendenza). La
possibilità di promulgare leggi per decreto, senza bisogno dell’approvazione parlamentare.
L’istruzione elementare:
- 2 gradi di due anni ciascuno (4 totali)
- Gratuita
- I costi ricadevano sui comuni
- L’istituzione dei corsi elementari dipendeva dalle possibilità dei comuni
- Primi 2 anni obbligatori
PROBLEMI LEGGE CASATI: la gestione della scuola lasciata ai comuni molti dei quali erano poveri per cui non
era possibile aprire (la gestione va allo stato solo nel 1911)
LA STORIA NELLA SCUOLA DELL’ITALIA LIBERALE (Alcune caratteristiche generali) PRINCIPI EDUCATIVI CHE
DAVA LA STORIA
Il compito è quello di favorire lo sviluppo del mondo ed educare gli italiani.
- Una funzione politico educativa
- Un compito ideologico
- Educare in una prospettiva nazionale-unitaria
- La monarchia come pilastro della Nazione
- Il dovere e l’amore per il Re e per la Patria
PROGRAMMI DELLA SCUOLA PER LA STORIA IN ETA’ LIBERALE: aveva una funzione politico-sociale
(creazione di valori unitari) educazione al senso della patria
2 fase POSITIVISMO: storia impostazione politico, diplomatica, nozionistica, date sovrani e battaglie.
Aristide Gabelli (1830-1891): Pedagogista di scuola positivista
▪ La scuola come luogo di educazione;
▪ Non serviva solo ad imparare a leggere, scrivere e far di conto;
▪ Importanza di una didattica fondata sul metodo;
▪ Abituare gli alunni all’osservazione della realtà;
▪ Educare all’ordine costituito;
▪ Favorevole all’istruzione religiosa per due ragioni: non avvantaggiare gli istituti religiosi; consapevole
del bisogno di fede;
▪ Fu l’autore delle Istruzioni generali per i programmi del 1888
1°/2°anno di elementari, non si fa storia e geo, Il maestro potrà solo raccontare qualche fatto staccato della
storia degli Ebrei, dei Greci e dei Romani, che eccitando la fantasia dei bambini.
Nel 3°anno, finisce l'obbligo e dopo del quale i più lasciano la scuola, il maestro racconterà alcuni fatti
riguardanti la unificazione d'Italia.
Finalità storia: inspirare con l’esempio ai fanciulli il sentimento del dovere, la devozione al bene pubblico e
l'amore di patria.
4°/5° il maestro narra gli avvenimenti principali in ordine cronologico. I programmi indicano in modo
sommario su quali gli converrà fermarsi
RIFORMA GENTILE (1922-1924)
Gentile era un idealista la sua riforma aveva della basi solide e buone ma venne strumentalizzata da
Mussolini per la Fascistizzazione delle coscienze. Giuseppe Lombardo Radice (1879-1938): Uno dei più stretti
collaboratori di Gentile. Si occupò personalmente della scuola elementare.
I manuali:
▪ Strumento di propaganda ideologico che ci permette di isolare un quadro delle caratteristiche e della missione
affidata all’insegnamento della storia
▪ Il fascismo fece un uso politico consapevole della storia rispetto a quanto fatto nell’età liberale;
▪ Attraverso la storia si poteva esaltare il «glorioso passato» e connetterlo al presente per costruire l’idea di un
primato italiano da ristabilite sotto la guida di Mussolini
▪ Culto del Duce e della Nazione
▪ Adozione del libro unico di Stato (1929)
1934: Il ministro Francesco Ercole introduce i nuovi programmi per le elementari, Mussolini gli chiede di ESALTARE I
CONTENUTI con inserimento delle opere create dal fascismo (bonifiche) rimarranno in vigore fino al 1945
PROGRAMMI della STORIA, NORME E PRESCRIZIONI DIDATTICHE PER LE SCUOLE ELEMENTARI (1934)
3° anno racconti ordinati della storia italiana dal 1848-1930 risorgimento e idea patriottica
4° studio greci e romani, inizio civiltà, monumenti di Roma.
5° grandi scoperte scientifiche italiane, Figure importanti della dominazione straniera in ita, Risorgimento, della
Grande Guerra e della Rivoluzione Fascista. Letture riflettenti le figure e gli episodi più gloriosi, di azione collettiva e
individuale. Le grandi opere pubbliche compiute in Regime fascista.
FINALITA’ STORIA:
▪ Un chiaro strumento di formazione ideologica
▪ L’identità nazionale e l’educazione nazionale non sono più il fine, ma semplici componenti dello scopo
▪ Fare l’italiano fascista
Perché i ritocchi:
- La riforma Gentile, o meglio i contenuti dei programmi, non fu considerata abbastanza fascista;
- Non era strumento utile a fascistizzare gli italiani
- Era antecedente all’instaurazione della dittatura
1945 DEFASCISTIZZAZIONE della scuola Tentativo dello stato di liberarsi da ciò che ha fatto il fascismo, un
processo lungo e contradditorio perché i testi adattati son gli stessi del fascismo, in accordo con gli alleati
(America) si decide ti togliere dai libri la parti più fasciste, nel 1947 viene elaborato un primo libro unico di
storia ma solo fino al 1918 manca la parte della repubblica, rottura tra passato e presente voluta dal
fascismo, così fino agli anni ’60 in cui finalmente i libri di testo vennero cambiati.
1955 LA STORIA ha scarso valore cognitivo e più morale.
1962 NASCITA SCUOLA MEDIA INFERIORE
1960-68 BOOM ECONOMICO scolarizzazione di massa
1963 SI STUDIA STORIA CONTEMPORANEA si supera la crisi del 1918.
1970 PERIODO DI SPERIMENTAZIONI SCOLASTICHE, autonomia dei docenti, liberalizzazione universitaria.
● AUTONOMIA DELLA SCUOLA è un mezzo per dare una carta d’identità ad ogni scuola.
l’autonomia è funzionale: DIDATTICA, ORGANIZZATIVA E PROGETTUALE (la scuola diviene figura
giuridica)
● La riforma avvia un meccanismo di maggiore controllo della nuova complessità creata, le scuole sono
delegate al proprio miglioramento
CURRICOLO deve essere:
● ESSENZIALE e chiaro
● VERTICALE tutti i gradi di scuola
● RICORSIVO si deve riproporre
POF: piano dell’offerta formativa, deve esplicitare l’organizzazione di tutta la scuola
● Il decentramento è stato più costoso, ed i continui cambi di governo hanno un pò bloccato il processo
di autonomia (in 15 anni 4 riforme, non si fa in tempo a recepirne una che viene abrogata)
2004 RIFORMA MORATTI
si introducono le indicazioni nazionali: la storia riacquisisce l’autonoma, con l’obiettivo prevalente di
costruire le identità. Il programma della scuola primaria arrivava all’Impero Romano, il bambino deve
acquisire gli Obiettivi Specifici di Apprendimento (osa) suddivide gli obiettivi specifici di apprendimento in
CONOSCENZE e ABILITA’.
O.S.A IN STORIA:
1. Capacità di orientarsi nello spazio
2. Identità nazionale
3. Problematicità e comprensione dei fenomeni complessi
CURRICOLO: è il percorso formativo delle varie discipline, deve essere ESSENZIALE e chiaro, VERTICALE che
si ricolleghi sui vari gradi scolastici e RICORSIVO che si ripropone. Fa parte di esso la PROGETTAZIONE che è
una delle operazioni che servono alla costruzione della PROGRAMMAZIONE DIDATTICA (anni’70)
PROGRAMMARE: vuol dire individuare i traguardi generali di apprendimento, si divide in 5 fasi circolari:
1. ANALISI DELLA SITUAZIONE verifica dei prerequisiti e dei fattori che incidono sull’apprendimento
2. SCELTA OBIETTIVI attraverso varie tassonomie (ex: Prog. Brocca distinguono finalità ed obiettivi –
Prog. Moratti suddivide gli obiettivi specifici di apprendimento in CONOSCENZE e ABILITA’, o.s.a
vanno differenziati individualmente
3. SCELTA DEI CONTENUTI collegati agli obiettivi
4. SCELTA DELL’ORGANIZZAZIONE E DEI METODI
5. VALUTAZIONE dei risultati conseguiti e degli obiettivi raggiunti
PROGRAMMAZIONE DI STORIA: conoscenze verso la contemporaneità, non ci sono legami logici con le
indicazioni nazionali ed i programmi di storia. (PRINCIPALI FENOMENI SOCIALI, PRINCIPALI EVENTI,
PRINCIPALI SVILUPPI, PRINCIPALI TAPPE)
LIMITI: pochi strumenti di lavoro (libri), moduli troppo strutturati (poca autonomia), per trattare la storia
sono troppo complicati, richiedono troppe conoscenze multidisciplinari al docente.
VALIDITA’: rottura dell’ordine temporale, apprendimento ad aspirale (spezza la ricettività), aumento abilità
e conoscenze, svela il meccanismo di costruzione del sapere.
LABORATORIO è una metodologia coinvolgente per lo studente. Le scuole primarie e secondarie dovrebbero
avere un archivio di materiali storiografici dove effettuare le ricerche (libri,pc,internet) che consentono di
acquisire capacità importanti da riutilizzare in altre discipline.
Lo studente deve avere rigore metodologico perché la ricerca richiede passaggi specifici.
L’insegnante è fondamentale, è la guida che stimola l’interesse all’argomento, deve utilizzare le fonti
primarie e secondarie e mostrare allo studente come trovare le informazioni necessarie. Deve organizzare
le attività, i materiali e rispondere alle possibili domande.
ARCHIVIO SIMULATO /PSEUDIO ARCHIVIO: è una ricerca simulata che fa lo studente su documenti che fanno
parte di un gruppo più ampio. Dove dovrà individuare i più adatti per rispondere ai quesiti iniziali
(comprendere difficolta dello storico)
COOPERATIVE LEARNING si basa sulla collaborazione tra studenti, vengono divisi in piccoli gruppi di
apprendimento, ha la caratteristica di creare INTERDIPENDENZA POSITIVA grazie all’interazione vis a vis,
aumenta le abilità interpersonali. Questo grazie al lavoro svolto in piccoli gruppi eterogenei e le continue
revisioni sul lavoro che si svolge e nella valutazione sia in maniera individuale sia in gruppo. Ogni membro
del gruppo deve svolgere un ruolo, la riuscita del gruppo dipende dall’interazione di ogni suo membro. Il
cooperative learning consentono di svolgere compiti complessi, verbalizzare concetti e le procedure. Le
discussioni e lo scambio di informazioni diventano parti integrante del lavoro.
L’insegnante deve organizzare il lavoro stabilendo i gruppi, la divisione dei lavori, l’assegnazione dei ruoli
(relatore, verbalizzatore ecc) predisporre i materiali, gli spazi, indicare i tempi di svolgimento ed essere
consulente per ogni gruppo.
L’analisi delle fonti ed il lavoro a casa dovrebbe essere svolta in collettività dal gruppo e dovrebbero poter
utilizzare i materiali messi a disposizione dall’insegnante.
La VALUTAZIONE SOMMATIVA FINALE deve tenere conto del lavoro di gruppo ma anche di quello individuale
così da responsabilizzare lo studente nella dimensione della socialità.
VALUTAZIONE
è un processo che si divide in 3 tempi:
1. VALUTAZIONE INZIALE: attraverso unità didattiche o moduli di apprendimento per inserire lo
studente all’argomento (tipo di conoscenze)
2. VALUTAZIONE FORMATIVA (ITINERE): fondamentale il feedback degli alunni così che il docente
possa valutare la propria didattica.
3. VALUTAZIONE SOMMATIVA (FINALE): è il bilancio finale delle conoscenze acquisite, deve avere un
giudizio o un punteggio. L’insegnante deve valutare il SAPER FARE e le competenze metodologiche
dello studente e le competenze metacognitive.
Importante anche l’autovalutazione
- MANUALI: nel 2000 i manuali sono ancora di tipo tradizionale, raccontano la storia attraverso le gesta
dei personaggi importanti con una visione moraleggiante del passato (modelli italo centrici).
Oggi sono più aperti e flessibili, guidano alla conoscenza storica attraverso esercizi e letture
storiografiche, consentono operazioni di tipo testuale (parole chiave, terminologia specifica) e
metalinguistiche (esercizi ricavati dai dati e info nei testi)
- SUSSIDIARI: si usano nella primaria, solitamente hanno un personaggio o più che li guida nella lettura,
hanno un filo conduttore. Le figure si alternano ai testi.
- LIM: nel 2012 quasi 80% delle scuole ne possedeva una. È uno schermo elettronico di grandi
dimensioni, serve alla digitalizzazione, conservazione e riproduzione di contenuti didattici
multimediali
• SANTITA’ LAICA-TRONO VUOTO: Anticlericale a causa delle varie sconfitte subite dalla chiesa per
conquistare Roma (1886 catechismo garibaldino), fuga del papa 1849 si afferma un vuoto di sacralità
che G. ricopre non sovrano politico ma come eroe mobile. Diviene capo di una nuova religione politica
laicizzata, è un Ideologo. Si atteggia a uomo della provvidenza (1860 Palermo-mantello), si considera
l’incarnazione dello spirito della libertà, con la missione i liberare l’Italia dallo stato straniero e dal
papa. Secondo Guerzoni Si credeva e lo credevano un taumaturgo con potere spirituale, ovvero in
grado di guarire determinate malattie e fare miracoli.
• CORPO SACRO E PROFANO: Garibaldi ha due corpi, sacro e profano, l’unione di entrambi produce
reliquie. Il corpo profano si doppia e diviene corpo borghese (riservato e ideologizzato diviene un
modello antropologico da seguire, emblema del borghese perché ha totale controllo sul proprio
corpo) popolare (piange, mostra le emozioni sempre con filtro razionale ma lascia intravedere ciò che
ha dentro)
• CORPO DI CARTA E CORPO PROLETARIO E PRODIGIOSO: Garibaldi di carta lo troviamo nel racconto
dei mille come guida morale e nei romanzi storici e nelle memorie dove riporta la sua ideologia. I
corpo proletariato arriva nella sua vecchiaia, affrontando il lungo declino fino alla morte con un
decennio di immobilità, non nasconde al popolo le sue sofferenze, i volontari attribuiscono la colpa
di ciò alla monarchia. Corpo prodigioso è il suo in battaglia, lui non ha paura di morire è coraggioso e
crea sbandamento nel nemico.
• CAPRERA: Garibaldi si ritira li dopo l’unificazione, L’isola gli ricordava Sant’Elena che era la prova di
martiro che aveva superato. Caprera muta nel 1965 da luogo di martirio a natura resa feconda da
Garibaldi stesso. Era luogo di pellegrinaggio per poterlo conoscere e dove tatti seguaci facevano
volontariato (accudivano lui e isola) solo per stargli vicino. Alla morte diviene il suo luogo di sepoltura
Roccia rossa di granito (imbalsamato). Residenza di Caprera considerata un santuario del grande
uomo. Dopo la sua morte venne abbondonata dai volontari e i giardini e la casa divengono trasandati.
1907 viene affidata a francesca e alla figlia. Ricciotti sposta il sepolcro di Malio per fare posto accanto
al padre a Menotti(primogenito)
• RELIQUIE E CIMELI: Crea un corredo si simboli profani (canzoni, reliquie) il ricordo la reliquia per
eccellenza. Le reliquie non hanno un valore possono essere donate o trafugate si definisce reliquia
un oggetto che acquista una sacralità mentre il cimelio è un oggetto antico a cui gli antiquari hanno
dato un valore monetario. Alcuni figli(ricciotti) di G. alla sua morte utilizzano gli oggetti/reliquie del
padre per farsi strada nella politica.
• PIRA E TESTAMENTI: tra il 1870 e 1881 scrisse 8 testamenti, si ispirava all’idea dei sepolcri di Foscolo,
voleva che anche la sua morte fosse coerente con le proprie idee, voleva essere arso su una pira sotto
un pino, legname preso da Fontanaccia che era il luogo preferito di G. dove faceva le sue coltivazioni.
Riteneva che il fuoco bloccasse la putrefazione e non distruggesse tutto
• Crea nei suoi seguaci timore e riverenza
• Sposato prima con Anita da cui ha avuto 3 figli (Menotti, Teresita, Ricciotti) 2° matrimonio con
Francesca 1880 2 figli (Manlio, Clelia) alla morte di G. si creano conflitti tra gli eredi, chi la voleva
meta commerciale e politica, chi la voleva come spazio privato.
• RELIQUIA DI PIETRA/STATUOMANIA: l’800 è il secolo in cui il sepolcro è considerato un altare
(Foscolo), le statue indicano la presenza degli eroi, sono considerati reliquiari profani, grazie a loro
l’uomo/eroe vive in mezzo ai credenti. Il monumento è uno strumento usato per colmare la nostalgia
del grand uomo. I monumenti sono realistici e ritraggono l’uomo nel suo stato di forza, in momenti
belli della vita così facendo lo mantengo in vita.
VEDERE PER CREDERE - RACCONTO MUSEALE D’ITALIA
Il libro cerca di spiegare come i musei storici, il loro allestimento, linguaggio vari dal risorgimento al 1960.
Il focus del libro è cercare di fare capire perché è importante la modalità in cui si racconta la storia, come si
costruisce una nazione con l’aiuto dell’esposizione museale. Esistono più modi per mettere in mostra reperti
o cimeli: APPROCCIO DI NATURA SENTIMENTALE e APPROCCIO DI NATURA SICENTIFICA CATALOGRAFICA.
MUSEI RISORGIMENTO
Nel 1884 a Torino viene inaugurato il primo padiglione dedicato al risorgimento dove sono esposti reperti,
cimeli ed altro materiale provenienti da diverse città d’Italia, specialmente da quelle del nord Italia essendo
state teatro degli scontri bellici della liberazione dagli stranieri invasori. Molti dei cimeli erano di proprietà
private e difficilmente i proprietari decidevano di distaccarsene per cui restavano confinati spesso nei musei
locali. I primi musei nascono attorno al 1880 tardivamente rispetto al risorgimento e servivano ad instillare
nella popolazione quei valori unitari tipici del risorgimento e che avevano portato all’unificazione d’Italia ed
a incrementare il valore patriottico. La chiesa è contro alle giornate laiche per gli eroi a discapito di quelle
per i santi, e contro i musei in quanto portano ad un atteggiamento laico. Anche la letteratura veniva
strumentalizzata per consolidare i valori nazionali (libro cuore), così come la scuola.
LA CRITICA
In passato la valutazione delle fonti avveniva attraverso l’uso del buon senso dello storico, non vi era una metodologia
bene specifica. Bloch ci dice che questo atteggiamento era sbagliato, ritiene che il primo progresso nella storiografia
avviene quando il dubbio diviene esaminatore. Un processo iniziato nel 1680 con il monaco cristiano Mabillon, il quale
era determinato a trovare un modo di determinare oggettivamente la veridicità delle fonti. Quindi il termine “critica”
acquisisce un nuovo aspetto ed è sinonimo di scoperta del nuovo metodo di analisi storica. Le fonti false sono
ingannevoli sull’autore la data oppure nel contenuto. Quelle sul contenuto possono risultare ostiche in quanto è
possibile trovare contenuti falsi in una fonte vera; quindi, è importante per lo storico chiedersi quali siano i motivi che
hanno spinto l’autore a falsificare la fonte, a volte capita che i motivi siano legati ad interessi personali, politici,
economici. Un esempio di inganno del contenuto è il rimaneggiamento sornione, il quale non incide su fenomeno
stesso ma su quelli che lo procedono e lo succedono. Un altro metodo di analisi delle fonti che fornisce un riscontro
sugli errori nei dettagli è l’analisi statistica. Infine, per analizzare le fonti in modo corretto non basta solo la
comparazione con altre fonti sullo stesso argomento ma è necessario usare anche la teoria delle probabilità.
L’ANALISI STORICA
Secondo Ranke lo storico ha il compito di descrivere i fenomeni così come sono, cioè deve essere imparziale per poter
comprendere al meglio gli avvenimenti, lo studioso deve infatti osservare e spiegare le sue teorie, senza ergersi a
giudice emettendo una sentenza. Anche Bloch dice che esistono due modi per essere imparziali, quello dello studioso
e quello del giudice, la differenza sta nella sentenza finale ma entrambi sono costretti alla conoscenza. Lo studioso è
accompagnatore della conoscenza storica. Montaigne dice infatti, che nel momento in cui si danno giudizi si distorce
la narrazione. Quindi li storico deve analizzare, scegliere, scomporre il reale per poterlo osservare bene e solo in fine
riassemblarlo. La Storia non possiede una terminologia specifica, i termini cambiano sulla base dell’epoca in cui vive e
questo può portare a difficoltà. Lo storico è costretto a periodizzazione per datare i fenomeni umani, per fissare i
momenti di inizio e fine che ovviamente sono flessibile, la periodizzazione è frutto di un’interpretazione che lo storico
fa per delineare un contesto storico in maniera più sintetica. Keller nel 18 secolo divise la storia in 3 periodizzazioni:
storia antica, storia del medio evo (lunga attesa, secoli bui), storia nuova (avvento dell’era moderna. Il termine
Rinascimento verrà fissato come periodizzazione da Michelet.