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II) Differenze
Gli storici del passato avevano strumenti pi limitati, erano assai meno emancipati dalla retorica, in quanto dovevano rispettare
determinati canoni. Ci comporta: mancanza di note, carenza di riferimenti alle fonti usate, cura dellomogeneit stilistica,
presenza di discorsi diretti. Non facile distinguere opere storiche e opere biografiche, memorialistiche, encomiastiche, Solo
in minima parte le opere storiche erano basate su documenti scritti, perch in una cultura ancora largamente orale. Mancava
ancora la visione diretta degli avvenimenti e tali opere sono ancora largamente basate sulla raccolta di testimonianze. Ci
rendeva inevitabile la preminenza della storia contemporanea o quasi.
TUCIDIDE mette in chiaro che la sua storia risulter forse poco gradevole in una pubblica lettura per il trattamento rigoroso,
che non composto per un consumo effimero. Affermazione della parola scritta del libro contro la parola orale.
I primi storici rimangono sospesi tra la consapevolezza del proprio isolamento nella cultura contemporanea e il desiderio di
trovare un pubblico cui rivolgersi. Il pubblico delezione della storiografia greca il pubblico panellenico. Lo storico vuole
offrire la propria opera di rinnovamento del patrimonio memoriale dei Greci.
Ai suoi inizi, lo storico un intellettuale diviso: conosce la propria impotenza intellettuale e insieme tende verso unudienza,
vuole essere ascoltato da quella che stata dei rapsodi. La storia aspira ad uno statuto letterario che non ha ancora.
Attacco dei proemi: sono la parte delle opere pi esposta al destinatario, ci che salda limpulso del lettore a entrare nel
racconto con quello dellautore ad aprirsi ad un pubblico. La terza persona fa negli attacchi una breve comparsa, prima di
essere sostituita dal pronome io, come firma dellopera col proprio nome e sostituisce la garanzia soprannaturale della Musa
con quella, umana e personale, della propria ricerca.
Larchetipo, il proemio di ECATEO, richiama nellincipit una delle forme epistolari pi diffuse in Grecia nel V secolo (x dice
a y cos/queste cose). Non probabile che ECATEO riecheggiasse la formula introduttiva dei documenti persiani Quando
ECATEO scrisse il suo proemio, il modulo introduttivo doveva suonare, a lui e al suo pubblico, perfettamente greco: un
riferimento persiano sarebbe stato inintelligibile per il pubblico.
In ERODOTO, ANTIOCO di SIRACUSA e TUCIDIDE la natura epistolare pi offuscata, per rimane la struttura
fondamentale: il fatto che la parola venga data la testo medesimo. Con questi autori le storie si iniziano come quelle lettere
irregolari che non rinunciano a mettere la terza persona.
La natura epistolare dei scritti storiografici ha una sua precisa funzionalit in rapporto al clima di cultura in cui la storiografia
si sviluppa. Lo storico scrive da lontano, in assenza provvisoria di destinatario: vuole essere innanzitutto un mezzo di
collegamento tra il suo autore e il pubblico. appunto una lontananza che la forma epistolare dei proemi storiografici esprime:
gli intellettuali inviano alle citt quelle grandi lettere aperte rese possibili solo da unesperienza di distacco dal politico.
Lepos era la poesia letta, ascoltata; la storiografia greca ne prosegue la missione consapevole dei limiti socio culturali che la
condizionano. Il tono con cui dobbiamo immaginare pronunciato il nome dellautore quello trionfalistico, ma c anche la
pacatezza, la cautela, in quanto entra come novit nella cultura contemporanea.
La presentazione incipitaria dello storico la spia di una posizione di inferiorit rispetto ai protagonisti legittimati della cultura,
come i rapsodi.
educare un pubblico ampio. Alla storia ormai si riconosce ora il potere specifico di trasmettere insegnamenti paradigmatici in
una forma che, con le sue qualit narrative, attira molti lettori e/o uditori.
Constateremo allora che lesilio non pi unesperienza di distacco, ma al contrario un modo di integrarsi nei centri
contemporanei della cultura, se non della storia e della politica.
A Roma, la storia aveva avuto una sorte molto meno avventurosa: nel III secolo ai pontefici si erano affiancati come storici i
magistrati della repubblica, ma comunque la storia rest un prodotto delle istituzioni. La sua utilit generale doveva essere un
luogo comune gi alle origini.
Tipica di Roma fu la relativamente sistematica coincidenza della figura dello storico con quella delloratore/politico.
Difficile era una compatibilit materiale fra limpegno politico diretto e la narrazione degli eventi: da qui la subordinazione
alla politica attiva della scelta storiografica, confinata nei momenti di ozio pi o meno forzati.
CATONE parla dellotium come di qualcosa di cui occorre rendere conto non che del negotium.
La storiografia sembra recuperare lautentica dimensione del politico. Il tipo romano dellanziano senatore in ritiro definisce
una condizione assoluta, libera dellattrito degli eventi.
CAPITOLO 3 Le origini
Storia nel mondo antico = un racconto di fatti umani nel passato. La forma letteraria che domina let arcaica dei Greci
lEPOS: una narrazione in versi di fatti appartenenti allet degli eroi, qualcosa di percepito come appartenente ad un passato
storico. Nel periodo creativo dellepos, la bravura del cantore consisteva nel conferire apparenza di realt a ci che egli
narrava. Alcuni criteri metodologici di cui si approprier la storiografia sono gi acquisite in et arcaica. La storiografia si
differenza dallepica in quanto questultima ispirata dagli dei.
Gli storici invece nel V secolo appongono in cima alle loro opere un sigillo col proprio nome: portano s stessi e la ricerca che
hanno condotto, quale garanzia del loro racconto. La storia nasce come narrazione soggettivamente responsabile.
ECATEO
=> considerato il primo storico greco
=> esordisce con il proprio nome, accompagnato dalla provenienza geografica: si presenta come un individuo che si rivolge ad
un pubblico panellenico, distante, secondo uno stile enunciativo che richiama da un lato le iscrizioni dei sovrani orientali.
Ma difficile dire quanto un riferimento a formule orientale sarebbe stato percepibile per un greco del V secolo. Luso da
parte di Ecateo di una formula consimile ha perci ha un senso innanzi tutto entro lorizzonte ellenico: con essa lo storico
segnala la propria distanza dal pubblico e dalla cultura media della sua epoca, e nel contempo lintenzione di superarla.
+ GENEALOGIE = novit costituita dalla critica al sapere storico tradizionale, innanzitutto al mondo dellepos, con cui
Ecateo e altri genealogisti dellepoca condividono linteresse preminente per let eroica.
=> il poema esiodeo (TEOGONIA 700= rimane il modello per tutta la letteratura genealogica. Le sue
modalit espositive si ritrovano nelle opere di Ecateo, Acusilao e Ferecide.
=> in genere i genealogisti non parlano di fatti pi recenti della guerra di Troia, scrivevano per ripetere
ci che era stato gi detto da altri.
=> particolare il razionalismo ecateo, tramite analisi e conoscenze geografiche o per vie linguistiche. Nel proemio egli prende
le distanze dai racconti dei Greci in quanto molteplici e ridicoli. La tradizione era attaccabile perch contradditoria. Ecateo
compiva non solo un ridimensionamento dellimpresa mitica secondo criteri di verosimiglianza, ma valorizzava come pi
autentica una versione locale del mito. probabile che un ruolo nella formazione del suo spirito critico verso le tradizioni
greche labbia avuto il confronto con i sacerdoti egiziani di Tebe, che gli provoc un vero e proprio shock culturale.
+ PERIEGESI = insieme alla carta geografica (PERODOS GHS) testimonia gli interessi geografici di Ecateo
= struttura ampia di questo periplo di tutto il mondo conosciuto, con notazioni etnografiche.
ELLANICO
= nato nel 406, risulta vastissima la sua produzione, arrivata a noi solo in frammenti, che comprendeva, accanto
+ etnografie
+ genealogie = PHORONIS, TROIK = stirpi peloponnesiache
+ storia locale = ATTHS = prima storia locale di Atene
+ lavori cronografici = SACERDOTESSE di ERA ed ARGO = una cronaca universale che si valeva di un solido ancoraggio
documentario per datare anno per anno eventi di portata non locale
=> lo stesso TUCIDIDE ha reso omaggio al metodo di ELLANICO nella GUERRA del PELOPONNESO
CARONE di LAMPSACO
+ etnografie, PERIPLO delle REGIONI FUORI dalle COLONNE dERCOLE, FONDAZIONI di CITT, ANNALI di
LAMPSACO, STORIA di CRETA, STORIA GRECA (HELLENIK), PRTANI dei LACEDEMONI
=> se davvero Carone precedette ERODOTO, avremmo una cronaca locale precedente
=> c chi propone la sua maturit nel 480 o nel 460
Secondo DIONIGI di ALICARNASSO le prime storie in Grecia sarebbero state locali, una narrazione pi generale ed estesa si
sarebbe avuta con ERODOTO, TUCIDIDE, Da unanalisi recente della testimonianza emerge il suo carattere ipotetico e
ricostruttivo: Dionigi ci riporta lelenco di una dozzina di storici antichi che dovrebbero dare un volto concreto alla primitiva
fase locale della storiografia greca. Ma si ha limpressione che DIONIGI abbia montato dei pezzi di natura diversa e il suo
lavoro da considerarsi discutibile.
Secondo Jacoby la storia locale sarebbe nata successivamente allelaborazione dellopera di ERODOTO, in quanto plausibile
che questultimo non disponesse di cronache locali.
CAPITOLO 4 Erodoto
I) La vita
Tre citt segnarono la biografia di ERODOTO:
- Alicarnasso = qui nasce e trascorre la giovinezza. Citt dorica, con elementi ionici, situato nel territorio dei Cari e a
lungo soggetta ai Persiani. Era in prima fila nel recepire i fermenti intellettuali della cultura greca, ma
anche influenze orientali;
- Turi = colonia panellenica, Erodoto partecip alla sua fondazione nel 444 e ne divenne cittadino;
- Atene = viene associata ad Erodoto sulla base di una serie di notizie attendibili.
Le date di nascita e morte non sono noti con certezza, ma si stima il 484 come anno di nascita. Erodoto cita eventi dei primi
anni della guerra del Peloponneso, arrivando fino al 424. Si ritiene che fosse di famiglia aristocratica. Allopposizione a
Ligolami, tiranno di Alicarnasso, la famiglia di ERODOTO dovette lesilio. Fondamentali nella sua biografia sono i
numerosissimi viaggi in tutto il mondo greco, in Oriente, in Egitto, in Scizia, Gli studiosi accettano la veridicit di tali
viaggi, effettuati probabilmente, prima della maturit.
II) Le STORIE
Le STORIE sono di straordinarie dimensioni (per lepoca). Furono scritte in dialetto ionico, con frequenti atticismi, in uno
stile limpido, molto vario, che nellapparente semplicit della forma arcaizzante risulta adattissimo a mettere in risalto le
eccezionali doti di narratore di ERODOTO.
I filologi alessandrini, in et ellenistica, divisero le STORIE in 9 libri, ciascuno con il nome di una delle Muse. Scarti
continui, ricco di excursus,. Lautore non diede titolo alla sua opera.
- LIBRO (I) = proemio, storia di Creso (primo conquistatore delle citt greche), i re della dinastia lidia, logs su Ciro
il Grande, formazione del regno medo-persiano;
- LIBRO (II) = regno di Cambise, conquista dellEgitto (525), storia ed etnografia egiziane;
- LIBRO (III) = vera narrazione della conquista dellEgitto e altre vicende relative a Cambise, vicende dellImpero
Persiano, morte di Cambise e ascesa di Dario, discorso monarchia/oligarchia/democrazia;
- LIBRO (IV) = lgoi sulle due regioni oggetto dellespansione di Dario: Scizia e Libia. Si conclude la parte relativa
alle vicende dei barbari;
- LIBRO (V) = Rivolta Ionica, atteggiamento critico nei confronti dei ribelli, primi lgoi relativi a Sparta e ad Atene;
- LIBRO (VI) = inizia la parte relativa alle spedizioni persiane in Grecia, spedizione di Dati e Artaferne, battaglia di
Maratona, vicende di Milziade dopo Maratona;
- LIBRI (VII/VIII/IX) = il grande scontro tra Greci e Persiani, dai preparativi del re Serse fino alla presa di Sesto
Alcuni elementi dellopera ci riportano allambiente culturale dellet arcaica, dove loralit era dominante:
- composizione anulare = racconto degli eventi con andamento circolare;
- lassociazione periferica = i nessi tra i vari argomenti sono simili a quelli propri della conversazione, dando
limpressione di una certa casualit nella successione dei vari temi;
- lo stile paratattico = povero di subordinate.
Elementi peculiari che danno fascino al testo: tono ingenuo, andamento novellistico, frammenti di saggezza popolari.
evidente che Erodoto utilizz fonti orali.
Bisogna sottolineare i profondi legami di ERODOTO con larcaismo: lo si pu quasi considerare un aedo in prosa, colui che
per la prima volta tradusse nel medium della scrittura un vasto patrimonio di tradizioni, storie,
ERODOTO ha ben presenti la struttura complessiva del testo e la sua organizzazione interna che pi la si analizza e pi si
rivela raffinata e sapiente. Accanto a inesattezze e promesse non mantenute di trattazioni specifiche, comprensibili in un lavoro
di tale portata, sono numerosissimi i rimandi interni, i collegamenti, testimonianza di unarchitettura complessa e pienamente
rispettata.
Vi una dibattito fra chi ritiene che ERODOTO sia stato ben conscio fin dallinizio della struttura dellopera e chi ritiene che
abbia maturato tale consapevolezza solo col tempo.
=> ANALITICI = (o separatisti) ritengono che ERODOTO abbia maturato la consapevolezza del suo ruolo di storico
attraverso un lungo processo. Inizialmente troviamo letnografo, il geografo che indaga su popoli
non greci, redigendo monografie. Solo in un secondo tempo, tali ricerche su singoli temi verranno a
saldarsi in un progetto unitario;
=> UNITARI = concordano invece sulla sostanziale unit dellopera e sul fatto che lautore ha sempre concepito il
suo lavoro fin dallinizio. Le diverse ipotesi di questa corrente riguardano lindividuazione del motivo
unificatore. Questa posizione sembra preferibile: a favore di ci sta limpossibilit di distinguere, in
quel periodo, il geografo o letnografo, dallo storico, e la sostanziale unit dellopera;
=> sembra valida lipotesi che separa un primo ERODOTO, viaggiatore e aedo in prosa, da un secondo ERODOTO,
determinato a mettere per iscritto quanto appreso nel corso della sua vita. La frattura non andrebbe individuata tra
due diverse ispirazioni alla redazione di opere scritte, ma semmai tra lERODOTO che accumula conoscenze e le
trasmette in parte oralmente e il redattore delle STORIE;
=> il motivo unificatore rimane la storia dellImpero Persiano e la sua progressiva espansione nel corso della seconda
met del IV secolo. Da questottica il mondo greco non che lultimo con il quale i Persiani entrano in contatto
con intenti di conquista.
<<Questa lesposizione delle ricerche di Erodoto di Alicarnasso perch le imprese degli uomini con
il tempo non siano dimenticate, n le gesta grandi e meravigliose cos dei Greci come dei Barbari
rimangano senza gloria, e inoltre per mostrare per qual motivo vennero a guerra fra loro>>
Gi dal proemio possibile capire le motivazioni che hanno spinto ERODOTO nel portare a termine la sua opera: accenna ad
uno scopo tanto vasto e vago da essere irrealizzabile: impedire che certe vicende cadano nelloblio, comprendere per quali
motivi Greci e Barbari si sono affrontati. stato notato come il primo degli scopi sia talmente ambizioso da superare lambito
che noi riserviamo alla ricerca storica. Molto pi rispondente alle finalit storiche in effetti il secondo obiettivo che si
riallaccia allesperienza delle Guerre Persiane. ERODOTO il primo che abbia affrontato una ricerca cos ampia, che abbia
cercato delle connessioni profonde tra avvenimenti. Riesce a superare uno dei limiti dei suoi predecessori: laccedere
solamente al proprio punto di vista, quello di una comunit ristretta.
Egli considera sullo stesso piano i Greci e i Barbari, con le loro peculiarit , in un relativismo privo di goni pretesa di
superiorit del suo mondo sugli altri. Un atteggiamento del genere non poteva che suscitare sospetto nella societ greca: ci
port a sempre pi esplicite accuse di essere philobrbaros, amico dei barbari.
Nelloccuparsi di temi tanto vasti e complessi, ERODOTO guidato da un atteggiamento equilibrato e disincantato verso le
vicende umane, profondamente religioso e ricco di una fortissima tensione etica. Alla base della visione erodotea del mondo
c la coscienza della fragilit dei destini umani, in balia della volont degli dei: la divinit imperscrutabile, non in ogni
caso possibile opporsi ad essa. Molte delle storie narrate nellopera sono ispirate al concetto di misura e alla necessit, per
luomo, di non superare i limiti per non incorrere nella vendetta degli dei.
ERODOTO si eleva senza sforzo ad una dimensione filosofica universale: le sue riflessioni sono tuttaltro che banali e ancor
meno superficiali. Impossibile definire la posizione erodotea in campo politico (forse cera unadesione alla democrazia
ateniese, ma bisogna ricordare le numerose critiche che egli muove verso tale sistema nel corso dellopera).
//
Problema => ricerche => fonti => fonti attendibili => attendibilit, osservazione diretta, rispetto delle fonti, raccolte e
presentate anche se non degne di fede, ma per studio e confronto
ERODOTO => (curioso -> ricerca) / (senso del temo -> oblio, eventi vicini) / (comparare civilt diverse) /
(ricerca delle cause) / (confronto vivo con la gente)
//
CAPITOLO 5 Tucidide
Con TUCIDIDE lesperienza storiografica greca conosce unaccelerazione verso la creazione di un suo ambito specifico,
regolato da scelte e norme pi chiaramente definite, rappresenta un modo nuovo di intendere la scrittura storica: monografica,
selettiva, incentrata sulle vicende politico-militari.
Si deve riconoscere un debito importante di TUCIDIDE verso lopera di ERODOTO: ma lerudizione che trapela dalla
narrazione erodotea, la vastit dellorizzonte dei suoi interessi sono in TUCIDIDE abbandonati a favore di unattenzione
minuziosa al dettaglio, alla precisione della ricostruzione, dellaccuratezza e alla profondit dellindagine,
Storia come magistra vitae, severa maestra di lezioni politico-militari,..
TUCIDIDE era il nomothtes, il legislatore, il codificatore delle regole fondamentali della storia.
I) La vita
Le notizie sulla sua vita derivano per lo pi da un tradizione tarda e scarsamente verificabile. I principali riferimenti che
possediamo sono un testo di critica stilistica di DIONIGI di ALICARNASSO (I secolo d.C.) e la biografia dedicata allo storico
da MARCELLINO (~V secolo d.C.), che presenta contraddizioni.
Il punto di partenza per le tradizioni antiche rappresentato dai riferimenti autobiografici nellopera di TUCIDIDE. Sappiamo
che era di stanza a Taso nel 424 come strategs e che fall nel salvare la colonia di Anfipoli, perdita che fu un duro colpo per
Atene e di cui TUCIDIDE ci fornisce i dettagli. TUCIDIDE, cittadino ateniese, del demo di Alimunte, doveva avere quindi nel
425/4 almeno 30 anni. Lipotesi che sia nato nel 460 circa.
Le tradizioni biografiche pi tarde hanno elaborato una ricostruzione della famiglia che ha suscitato diverse perplessit, ma che
indicherebbero legami diretti con due tra le famiglie della pi alta aristocrazia ateniese (avversari di Pericle) e forse con una
dinastia regnante tracia. In Tracia aveva dei possedimenti e diritti di sfruttamento di miniere doro.
Lo storico ci informa di aver assistito alla peste scoppiata ad Atene nel 430/429 e di esserne stato contagiato, esperienza che ci
fornir una memorabile testimonianza dellepidemia. Inoltre afferma di essere stato costretto ad un esilio ventennale,
consumato nel Peloponneso, che si sarebbe protratto fino allanno finale della Guerra del Peloponneso (404). A guerra finita
TUCIDIDE sarebbe rientrato in patria, dove sarebbe stato assassinato.
La tradizione antica non mette in dubbio il dato dellesilio, cosa che invece fa Canfora, che ha voluto riferirlo a SENOFONTE,
editore del testo tucidideo, cui andrebbero ascritte la paternit del secondo proemio e le indicazioni biografiche. Alla base di
tale teoria vi sono considerazioni relative alla composizione dellopera, alla storia del testo, a indizi sulla presenza dello storico
ad Atene in anni che sarebbero coperti dallesilio. Una possibile indicazione sulla data di morte si ricava da uniscrizione del
398/7 trovata a Taso. Sono presenti altri aneddoti biografici, ma sono poco credibili.
Il tema dellesilio ha assunto un valore simbolico nel presentare le premesse ideali per la realizzazione dellattivit di storico.
Inoltre conobbe e utilizz lelaborazione metodologica della medicina ippocratica e il relativo lessico, adottando lanalisi
sintomatologica come categoria di comprensione storica.
TUCIDIDE era politicamente un aristocratico conservatore, ma culturalmente permeabile alle pi avanzate elaborazioni
intellettuali di Atene. Nella sua opera cogliamo lincidenza di suggestioni culturali a lui coeve: nozioni di razionalismo, di
ricerca delle cause, di individuazione di un apparato di strumenti concettuali nella definizione e descrizione.
Lelezione a strategs nel 425/4 indica una presenza attiva nella vita politica della democrazia ateniese. Ci fornisce un
elemento nuovo nella caratterizzazione dello storico (laver preso parte direttamente alle vicende che poi racconter) ma spiega
la focalizzazione sui fatti politici e militari.
TUCIDIDE si muoveva nella democrazia ateniese con un atteggiamento critico verso le forme pi radicali dellesperienza
democratica. Da storico seppe riconoscere i meriti di Pericle, ma anche approvare il programma oligarchico dei promotori del
colpo di stato del 411. La sua visione non lasciava margine allintervento divino: non certo per una forma di ateismo, quanto
per lindividuazione del campo di indagine possibile per lo storico, ossia la natura umana e le forze che ne muovono lagire
nella loro dimensione politica, sociale, economica, psicologica,.. Assente ogni concessione a letture etico-morali.
La sua storia tutta attraversata da spinte terrene: non c lezione che non appartenga alla sfera umana.
Si posta una questione tucididea: se il testo a noi pervenuto una stesura protrattasi nel tempo, con sezioni pi recenti,
rivisitate e corrette, e altre ferme a uno stato originario, come distinguere i vari stadi?
Il padre di questo dibattito, Ullrich, immagina due fasi compositive: la prima dopo la Pace di Nicia e una seconda, dopo la vera
conclusione della guerra. Alla base di questa ipotesi vi la presenza di passi in cui lautore conosce lesito della guerra e altri
in cui pare ignorarlo. Ci sta in forte rapporto con il fatto che si tratta di un lavoro incompiuto, con molte stesure provvisorie.
I passi pi legati a una prima stesura si addensano nei primi quattro libri. La descrizione della peste e alcune digressioni paiono
rifarsi a una descrizione distesa dei primi anni di guerra come se essa dovesse considerarsi chiusa con la pace del 421, bench
alcune sezioni contengano riferimenti alla vera conclusione del conflitto.
Vi inoltre lipotesi che TUCIDIDE abbia reso pubbliche singole sezioni del suo lavoro attraverso letture. Che poi TUCIDIDE
non amasse questa modalit di fruizione non impedisce che abbia dovuto sottoporvisi.
Aleatorio pare ogni tentativo di utilizzare le eventuali diverse fasi compositive per ricercare presunti percorsi evolutivi nella
prospettiva storica dellautore, indicando numerosi ripensamenti, cambi di indirizzo o di lettura dei fatti, in una messa a fuoco
lenta e progressiva della prospettiva.
Si coglie nel discorso storico di TUCIDIDE una complessiva unit e coerenza nellintento, nella prospettiva generale, nella
struttura, nelle tematiche,
Ma TUCIDIDE non presenta qui una nozione ciclica dei fatti storici. Lutilit nel futuro legata alla prevedibilit del
comportamento umano. La natura umana lepicentro dellanalisi. Le cause dei fatti e cos il loro esito sono sempre
riconducibili ad atteggiamenti esclusivamente umani.
Coerente a tale impostazione ladozione da parte di TUCIDIDE di uno stile assai lontano dai modi dei suoi predecessori:
ipotattico, denso, pieno di rimandi interni, tendente ad implicitare pi che a esplicitare il pensiero
<<Lateniese Tucidide descrisse la guerra tra Ateniesi e Peloponnesi, come combatterono fra loro
cominciando subito al suo sorgere e immaginandosi che sarebbe stata grande e la pi importante di tutte
quelle avvenute fino allora. Lo immaginava deducendolo dal fatto che le due parti si scontrarono quando
entrambe erano al culmine di tutti i loro mezzi militari e vedendo che il resto della Grecia si univa
alluno o allaltro dei due contendenti, gli uni subito, e gli altri ne avevano lintenzione. [2] Cero, questo
stato il pi grande sommovimento che sia mai avvenuto fra i Greci e per una parte dei barbari e, per
cos dire, anche per la maggior parte degli uomini. [3] Giacch gli avvenimenti precedenti alla guerra e
quelli ancora pi antichi erano impossibili a investigarsi perfettamente per via del gran tempo trascorso
e, a giudicar dalle prove che esaminando molto indietro nel passato mi capita di riconoscere come
attendibili, non li considero importanti n dal punto di vista militare n per il resto.>>
TUCIDIDE rivendica nel proemio la sua intuizione storica e delinea la prospettiva generale della sua opera. Loggetto della
narrazione la guerra: a differenza di ERODOTO definisce i confini del suo oggetto di analisi e a tali confini si mantiene
rigorosamente fedele: le digressioni sono volti a chiarire o dimostrare punti chiave.
La guerra contemporanea dellautore: ci comporta la priorit assegnata alla conoscenza autoptica come garanzia di
affidabilit. TUCIDIDE sa che rivendicare la garanzia dellautopsia di per se non sufficiente: necessario elaborare una
strategia di controllo e verifica, tanto sulle proprie capacit di vedere correttamente gli eventi, quanto sulle possibili distorsioni
dei testimoni. Lo stesso autore ci avverte di aver vagliato attentamente le varie testimonianze, dando fondo allesercizio di
critica delle fonti, con rigore e precisione. Lo strumento privilegiato per la raccolta delle informazioni locchio dello storico,
affiancato dalle narrazioni di altre testimonianze oculari.
Si ipotizzato che TUCIDIDE potesse raccogliere le versioni di personaggi protagonisti delle vicende.
La procedura selettiva dellautore preclusa al lettore: lautore ci consegna solo lesito delle sue scelte
TUCIDIDE privilegia comunque le fonti orali: una parziale eccezione potrebbe essere rappresentata dalluso di una fonte
scritta per la storia delle vicende pi antiche della Sicilia. Certamente conosceva lopera di ERODOTO e quella di
ELLANICO. Non mancano citazioni di documenti scritti.
Il proemio il punto in cui TUCIDIDE dichiara di essersi reso conto da subito dellimportanza dellavvenimento: ide dunque
il progetto di una scrittura storiografica mentre la storia era ancora in corso. Questa guerra proprio la pi grande di tutte,
secondo lapplicazione di un criterio assiologico che giudica i fatti storici in relazioni a criteri di grandezza e che insegue i
parametri per stabilire come misurarli.
TUCIDIDE fornisce i suoi parametri di giudizio: anzitutto la dynamis il grado di potere raggiunto dai contendenti, che si
affrontano quando sono allapice del loro sviluppo, poi la knesis, lo sconvolgimento, la svolta dinamica.
Il motivo che impregna i capitoli della archaiologa, una vertiginosa rassegna della storia pi antica del mondo greco,
appunto dimostrare che in nessunaltra epoca si erano realizzate le condizioni per uno scontro simile.
Anche i fenomeni naturali assumono una dimensione prima sconosciuta.
La narrazione vera e propria inizia a [I 23.4] con la rottura dei trattati di pace trentennali del 445 e muove dalla disamina delle
cause: ci sono ragioni immediate che portarono al conflitto, ossia la contesa tra Corinto e Corcira per Epidamno
Ma lautore afferma che c anche una ragione pi profonda [I 23.6]:
<<Ritengo in effetti che la causa (prphasis) pi vera, ma anche la meno evidente nelle dichiarazioni, sia questa:
gli Ateniesi divenivano pi potenti e destavano apprensione nei Lacedemoni, al punto di costringerli alla guerra>>
Lindividuazione il frutto della capacit dello storico di leggere la realt e gli avvenimenti cercando di trovare la loro ragione
ultima. Lindividuazione mette in luce un elemento chiave della prospettiva tucididea: la centralit del potere e dei rapporti di
forza allinterno della categoria dello sviluppo di entit politiche a determinare uno scontro che si presenta come inevitabile.
TUCIDIDE si limita al suo oggetto, e perci, per alcuni, non riesce a spiegare le origini remote del conflitto tra Sparta ed Atene.
Un tema guida della prospettiva tucididea la nozione di sviluppo, rintracciata nellaccumularsi di risorse economiche,
potenziale bellico, influenza. Tutta la digressione dellarchaiologa incentrata su questo tema. Una rilettura monografica
delle vicende trascorse, ancora una volta privilegiando lo scavo in profondit di una nozione piuttosto che un ampio affresco
che catturi una pluralit di caratteri.
Allinterno del racconto degli anni della pentecontaeta, TUCIDIDE ripercorre le tappe che portano Atene ad assumere
dapprima legemonia e infine a stabilire il proprio dominio talassocratico.
Chi pu imporre il proprio volere a interlocutori pi deboli lo far, perch questa la logica che regola le vicende politiche.
Lesempio pi notevole il dialogo tr Ateniesi e Melii: i Melii sono dorici e chiedono di potersi mantenere neutrali, ma gli
Ateniesi glielo negano e pretendono che si sottomettano allalleanza. Il tentativo di motivare le loro ragioni su un piano di
equit non pu sortire alcun effetto a fronte della logica imposta dalla necessit delle parti (annke): per gli Ateniesi
impossibile accettare un rapporto di parit con i Melii. Canfora ha sottolineato il parallelo tra questo dialogo e uno analogo
presente nel Libro dei Re (re assiro vs ambasciatori di Ezechiele): stessi argomenti legati alla ragione del pi forte.
Gli ambasciatori ateniesi rivendicano la considerazione dellutile e conseguente sicurezza. I Melii rifiutano e vengono
conquistati e distrutti.
La scelta dellagone dialogico in luogo della contrapposizione di lunghi discorsi serve anzitutto a TUCIDIDE per permettere ai
suoi interlocutori di abbandonare ogni velleit persuasiva nellargomentare. Dopo la morte di Pericle gli interessi dei singoli
finiscono col prevalere sulla considerazione del vantaggio comune.
Pericle riscuote la sua pi chiara e vistosa ammirazione come guida capace di governare il popolo pi di quanto ne sia
governato, di usare la ragione nel suo dialogo. Vengono lodati il suo equilibrio, la sua misura, la lungimirante politica, lo vede
come incarnazione delle virt del capo democratico.
Alcibiade rappresenta un ulteriore estremo passo in avanti nel riconoscimento del protagonismo come elemento rilevante della
vita politica, dato che egli insegue unaffermazione anzitutto.
C un continuo dialogo nella narrazione tucididea tra la forza degli eventi, la rigorosa concatenazione dei fatti e le opzioni
fornite dalle scelte e dai caratteri dei protagonisti principali, cui si aggiunge la notazione dei sentimenti di massa.
Una prima linea guida dellorganizzazione e dellesposizione del materiale e dichiarata dallo stesso autore nellesplicitazione
dei criteri che informano il diverso approccio seguito per lesposizione dei fatti, dove centrale lidea di akrbeia, e per
lintroduzione dei discorsi, ricostruiti sulla base dei criteri di plausibilit e di significato complessivo.
Lalternanza di fatti e discorsi non una novit, ma TUCIDIDE sente lesigenza di chiarirne la forma e i limiti, segnalandone
la rilevanza nel suo impianto narrativo. Sarebbe limitativo intendere linserimento dei discorsi come puro artificio letterario,
dato che arricchiscono il quadro della scena politica, mostrando motivazioni, interessi, obiettivi,
Si molto discusso sulla storicit dei discorsi inseriti da TUCIDIDE nellopera. Per noi impossibile trovare garanzie del fatto
che essi furono effettivamente pronunciati come lo storico ce li restituisce. Ma lautore ci mette sullavviso: non sempre il
dibattito riconsegnato in maniera simmetrica. Spesso alle argomentazioni distese di una parte si affianca la sintesi della
reazione. Lidea di accuratezza storica ma si sposa con la costruzione dei discorsi.
Il flusso continuo della narrazione dei fatti conosce in alcuni punti un rallentamento, per dedicarsi ad una esposizione pi
attenta dei fatti che apparentemente non giocano un ruolo molto rilevante nella scansione degli avvenimenti. In particolare,
questo si manifesta in presenza di fenomeni che pi volte tornano nella narrazione.
Alla peste di Atene del 430 TUCIDIDE dedica una lunga descrizione, mentre altri casi di peste ricevono solo qualche
menzione. Nel caso di Atene riversa tutte le sue capacit letterarie e stilistiche ma anche le sue conoscenze metodiche, oltre ad
unacuta sensibilit verso la psicologia collettiva. Allo stesso modo trattando la stsis scoppiata a Corcira, lautore dedica
una lunga e profonda analisi, per poi trascurare altri conflitti civili.
Da un singolo evento TUCIDIDE trae spunto per analizzare in profondit i tratti di un fenomeno fornendo unanalisi che
assume valenza universale. Dallo sforzo di aderenza al singolo episodio approfondito emerge la potenza della riflessione.
Lultimo fattore che interrompe la linearit della narrazione rappresentata dalle digressioni, a cui TUCIDIDE ricorre in
misura limitata, ma si tratta di passi di enorme rilevanza: sviluppo della Grecia antica, i capitoli sulla pentecontaeta (con cui
ci si riconnette allopera erodotea), Pausania, Temistocle, Alcibiade,.
Alla fine dellarchaiologa TUCIDIDE sente di dover precisare come abbia compiuto il suo percorso inverso, alla ricerca di
un passato tanto distante. Lautore si affida alle proprie capacit di individuare le tracce, i tekmria che forniscono
indicazioni al suo tema. Non tralascia nulla: dati archeologici, passi dei poeti omerici e della tradizione epica. Un esercizio
complesso, incerto nei risultati, affidati alla capacit critica dellautore di individuare e trattare gli indizi in maniera
appropriata. Ma il passato non oggetto della ricerca tucididea. Probabilmente nella archaiologa siceliota si appoggia a pi
fonti scritte e ci lo solleva dallo sforzo indagativo. La ricerca della verit, che TUCIDIDE rivendica come suo obiettivo in
maniera quasi ossessiva, non va intesa nel senso di verit assoluta. Il metodo di indagine indiziaria ha una duplice
implicazione: una ricostruzione complessiva che fornisce un quadro pi chiaro, ma anche una verit frammentaria e parziale.
TUCIDIDE ha ridefinito il campo dazione dello storico, introdotto lidea di selezione, verifica, controllo delle fonti, ha
inventato la storia monografica, sapendo poi arricchirla con la profondit della sua analisi, ma anche con la salvaguardia della
complessit dei gatti. La sua opera il frutto di una inesausta opera di ricerca. Manca certo la capacit di valutare gli elementi
di lunga durata nella storia. La storia di TUCIDIDE tutta nel dinamico e distruttivo succedersi delle tappe nella lotta per il
potere.
//
- TUCIDIDE indica esplicitamente indicazioni metodologiche e cronologiche;
- decide di battere una via nuova e non percorsa da altri, dividendo la sua storia per stagioni estive/invernali;
- dichiara di aver esercitato larte dellosservatore critico sugli eventi vissuti;
- necessit di un atteggiamento di distacco => esilio;
- rispetto ad ERODOTO opera in dimensioni storico-temporali pi ristrette;
II) SENOFONTE
II/1) La vita
Nasce ad Atene introno al 430, in una famiglia appartenente al ceto dei cavalieri e nella cavalleria inizier la sua carriera
militare. Riceve uneducazione raffinata, entrando in relazione con Socrate. Schierato dalla parte degli oligarchici, si trova
costretto ad allontanarsi da Atene nel 403.
Nel 401 gi gravita nella sfera dinfluenza di Sparta: partecipa alla spedizione dei Diecimila che doveva aiutare Ciro il Giovane
contro Artaserse II. Nel 396 ancora in Asia Minore a fianco del re spartano Agesilao. Ci gli frutta lesilio da Atene. Segue
un periodo di venti anni a Scillunte, presso Olimpia. La sconfitta spartana a Leuttra (371) lo obbliga a trasferirsi a Corinto,
dove probabilmente mor. Nellultima parte della sua vita si verific il riavvicinamento con Atene.
SENOFONTE scrisse molto e su molti temi:
+ arte militare e cavalleria: LEQUITAZIONE, IL COMANDANTE di CAVALLERIA,
+ tematiche economiche: ECONOMICO. ENTRATE,
+ opere biografiche: AGESILAO, IERONE, CIROPEDIA,
+ memorie socratiche: MEMORABILI, APOLOGIA di SOCRATE, SIMPOSIO,
+ opere storiche: ELLENICHE, ANBASI,
II/2) Le ELLENICHE
Nelle ELLENICHE, Senofonte racconta, in sette libri, la storia della Grecia dal 411 al 362.
- LIBRI (I II 3.9) = ultimi anni della Guerra del Peloponneso (narrazione annalistica);
- LIBRO (II) = Trenta Tiranni e il ritorno della democrazia ad Atene;
- LIBRO (III) = eventi del 401 al 395, campagne spartane in Asia;
- LIBRO (IV) = Guerra di Corinto;
- LIBRO (V) = Pace del Re (386)
- LIBRI (VI VII) = declino di Sparta, ascesa di Tebe, battaglie di Leuttra e Mantinea
Lopera inizia nel momento in cui si interrompe la narrazione delle STORIE di TUCIDIDE. La dipendenza dal modello
tucidideo chiara soprattutto nella parte iniziale: manca un vero e proprio proemio. Poi si pongono come elementi di
continuit il tono impersonale e lorganizzazione annalistica: inoltre deducibile un atteggiamento filo-ateniese.
Dopo la fine della guerra lorganizzazione cronologica meno precisa, il tono si fa pi personale, quasi memorialistico,
prospettiva filo-laconica.
Queste difformit hanno alimentato il dibattito sulla questione senofontea, in cui ha prevalso latteggiamento analitico.
Luciano Canfora ha ipotizzato che Senofonte abbia usato per i primi due libri materiale inedito di TUCIDIDE. Lasse della
narrazione dal terzo libro in poi fornito principalmente dalla storia militare di Sparta: le lacune principali appaiono dettate da
una selezione non disinteressata del materiale. La sconfitta spartana a Cnido (394) ricordata in breve, non si pronuncia sui
success dellateniese Timoteo e manca qualsiasi riferimento alla costituzione della Seconda Lega Marittima di Atene. In
questottica pu risultare istruttivo il confronto con altre versioni di altri storici.
Nella visione della storia di SENOFONTE, quando le vicende umane arrivano a un crocevia, decisivo, l bisogna scorgere la
manifestazione e loperato di forze sovraumane. Le trame pi profonde della storia tornano ad essere determinate dal volere
degli dei, dalla loro benevolenza o dalla loro ira.
SENOFONTE si mette sulle trace di TUCIDIDE, ma sul livello pi profondo del ragionamento storico, dellindividuazione
delle cause degli avvenimenti, non vuole seguirlo. Si ha un ritorno ad una visione della storia come determinata da una
dialettica fra mondo umano e mondo divino.
Le ELLENICHE vanno viste come una precisa ed efficace descrizione di battaglie e tattiche.
II/3) LANBASI
Possiamo considerare lANBASI di CIRO come capostipite di un genere letterario a met strada tra storia e autobiografia:
il memoriale di guerra. SENOFONTE in sette libri narra le vicende fra il 401 e il 399 dei mercenari greci arruolati da Ciro il
Giovane. Anbasi indica il percorso verso linterno dellAsia, ma questa fase occupa solo la parte iniziale del primo libro.
- LIBRO (I) = arruolamento dell'armata da parte di Ciro, marcia verso Babilonia e battaglia di Cunassa;
- LIBRI (II-IV) = lunga ritirata verso il Mar Nero;
- LIBRI (V VII) = la figura di SENOFONTE assume ancora pi rilievo, rapporti con le colonie greche del Mar
Nero, la storia termina con il ricongiungimento con lesercito di Tibrono
Il racconto aperto a sollecitazioni e allinflusso di generi letterari diversi, conferendogli caratteristiche storiografiche
peculiari. Lo storico in alcuni frangenti si fa anche etnografo incuriosito dallincontro con popolazioni barbare.
Narrazione dal tono molto partecipe. Si ritrova il gusto del ritratto gi presente nelle ELLENICHE. Nel tono diaristico va
individuato anche un intento apologetico rispetto ad altre narrazioni di quegli eventi, oppure un desiderio di riscattarsi davanti
agli Ateniesi che lo avevano bandito. SENOFONTE fece circolare lopera con lo pseudonimo di Temistogene di Siracusa,
parlando di s in terza persona. Pare probabile che la stesura definitiva dovette avvenire non pochi anni dopo la spedizione.
In et ellenistica troviamo:
CRATERO il MACEDONE = forse nellambito della scuola aristotelica, raccolse e comment almeno 9 libri decreti ateniesi
del V secolo.
ISTRO = visse verso la met del III secolo. Scrisse la RACCOLTA di ATTHDES in 14 libri, limitandosi a raccogliere e
sistematizzare in un quadro unitario le tradizioni precedenti.
ANASSIMENE di LAMPSACO + STORIA di ALESSANDRO = di carattere retorico e con un certo gusto aneddotico.
ONESICRITO di ASTIPALEA
= scrisse subito dopo la morte di Alessandro.
=> nato verso il 380/375. Fu allievo del cinico Diogene e prese parte alla spedizione
=> affianc lammiraglio Nearco durante lesplorazione dellIndo e dellEufrate
+ SULLEDUCAZIONE di ALESSANDRO = si estendeva lungo tutta la vita del re, forte impronta filosofica e cinica,
Alessandro visto come un re filosofo e civilizzatore
NEARCO di CRETA
+ PERIPLO dellINDIA = versione ampliata del rapporto di viaggio presentato ad Alessandro
=> dalla discesa dellIndo, fino al ritorno a Susa.
=> ricco di informazioni scientifiche e naturalistiche
=> Alessandro viene descritto come un capo sensibile e generoso
TOLOMEO
= nato nel 367, amico intimo di Alessandro. La sua attivit di storico inizia nella vecchiaia. Mor nel 283.
+ ANABASI di ALESSANDRO = focus sugli eventi militari e politici, con parentesi etnografiche, topografiche
=> ricorre spesso alle EFEMERIDI una documentazione elaborata a corte
=> la spedizione non ha alcun carattere panellenico
=> Alessandro descritto come un soldato infaticabile e un geniale stratega, ne tace gli
aspetti meno lusinghieri
CLITARCO di ALESSANDRIA
= non prese parte alla spedizione
+ STORIA di ALESSANDRO = 12 libri, stile retorico e tragico, gi diffusa intorno al 300, ci sono pervenuti solo 36, inizio
della tradizione romanzata e favolosa di Alessandro
=> percorre tutto il regno di Alessandro
=> conflu nelle opere di DIODORO e PLUTARCO
CARETE di MITILENE + STORIA di ALESSANDRO = apparsa poco dopo la morte del re, carattere aneddotico
MARSIA di PELLA + STORIA della MACEDONIA = 10 libri, arriva fino alla fondazione di Alessandria (331)
EFIPPO di OLINTO + SULLA FINE di ALESSANDRO e di EFESIONE = unico a presentare Alessandro in luce negativa
ARISTOBULO
= fece parte del quartier generale di Alessandro
+ *opera dal titolo sconosciuto* = inizi a lavorarci a 84 anni
=> copre tutto il regno di Alessandro
=> si serv di lavori precedenti a cui non risparmia diverse critiche
=> frequente riferimento a conoscenze dirette e ad osservazioni autoptiche
=> lotta agli elementi fantasiosi, romanzati, retorici o negativi
+ EFEMRIDI = diario quotidiano tenuto dagli ufficiali di campo del re EUMENE di CARDIA e DIODDOTO di ERITRE
durante la spedizione. Lautenticit stata recentemente riaffermata. Ne sopravvivono solo tre frammenti,
con tratti spiccatamente biografici, che ha indotto a pensare ad una natura diaristica dellopera. Alcuni
elementi presenti in ARRIANO inducono a ritenere che si trattasse di un testo di carattere misto.
DURIDE di SAMO
= nacque intorno al 340 ad Eraclea di Sicilia, riesce a tornare in patria nel 322
=> uomo di grande cultura e di vasti interessi
=> iniziatore della storiografia drammatica o tragica. Una parte della critica ha sottolineato come volesse tentare di dare alla
storia un carattere pi filosofico e quindi un valore pi universale
+ opere letterarie = SULLA TRAGEDIA, SU EURIPIDE e SOFOCLE, QUESTIONI OMERICHE, SULLA
PITTURA, SULLE LEGGI
+ opere storiografiche = ANNALI di SAMO, STORIA di AGATOCLE (4 libri), STORIA della MACEDONIA
(MAKEDONIK)
+ MAKEDONIK = dalla morte del re Aminta fino al 281, morte di Lisimaco e di Seleuco
=> prospettiva greca, giudizio non benevolo su Alessandro e sui Diadochi
=> attenzione allelemento biografico e dettagli eruditi
=> nel proemio critica EFORO e TEOPOMPO
=> i due termini chiave, mmesis (imitazione) ed hedon (piacere), indicherebbero un modo di rappresentare la realt che
non rinunci a suscitare nel lettore una profonda partecipazione emotiva a favore della cura stilistica. Pi recentemente
stata riproposta lipotesi di un possibile collegamento con le emozioni suscitate dalle performances orali e con il piacere
legato al racconto
FILARCO di ATENE
= vive nel corso del III secolo
+ STORIE = 28 libri, dalla morte di Pirro (272) fino a quella del re spartano Cleomene (220). Continuatore di IERONIMO e
DURIDE, con questultimo condivideva la concezione della storia e le scelte formali.
=> rappresentante della storiografia drammatica e sensazionalistica, nutre una predilezione per questi elementi, per la
costruzione di scene, che scuotono e commuovono il lettore
=> ci sono pervenuti solo 60 frammenti. Fu utilizzato da PLUTARCO, ATENEO,.
DIILLO di ATENE
= continua la tendenza tragica
+ STORIE = 26 libri pubblicati nella prima met del III secolo, coprendo le vicende di Grecia e Sicilia dal saccheggio di
Delfi (357/6) fino alla morte di Cassandro (297)
=> integrazione e seguito dellopera di EFORO. Viene utilizzato da DIODORO
ANTIOCO di SIRACUSA
= citato da STRABONE e DIONIGI, contemporaneo di TUCIDIDE
+ STORIA della SICILIA in 9 libri che giunge fino al congresso di Gela (424)
+ PER ITALAS (SULLITALIA)
=> ricerca di attendibilit e chiarezza nella narrazione degli eventi
FILISTO di SIRACUSA
= nato intorno al 430, sostenitore di Dionisio, esiliato nel 386, sfrutta lesilio per scrivere
=> figura pi rappresentativa della storiografia occidentale del IV secolo
= personaggio di spicco nella vita politica, incarichi militari
=> menzionato da DIODORO e PLUTARCO, criticato per la sua posizione filo-tirannica
+ STORIA della SICILIA (SIKELIK) = i primi 9 libri arrivano fino al 406, i successivi 4 trattano di Dionisio I e gli
ultimi 2 di Dionisio II
TIMEO di TAUROMENIO
= nacque verso il 350, viene esiliato da Agatocle e si trasfer ad Atene. Rientra sotto Ierone II.
=> narra vicende fino al 264. Si occupa con gran cura di cronologie, con lavori di confronto
+ CHRONIK = lista dei vincitori olimpici
+ STORIA della SICILIA = in 38 libri di cui ci sono pervenuti 164 frammenti, giunge fino alla morte di Agatocle (289).
=> Genealogie, fondazioni, migrazioni, connessioni tra miti, excursus dedicati alla Grecia, al
mondo italico e a Cartagine
=> utilizzata da alessandrini e poeti romani
+ PYRRHIK = campagne di Pirro in Italia e in Sicilia, fino allo scoppio della I Guerra Punica
=> interesse per Roma (primo fra gli autori greci)
=> lindagine storica era per TIMEO una tensione alla ricerca della verit
=> personaggio di cultura ampissima, con interessi geografici, etnografici
=> critiche ad OMERO, TUCIDIDE, ARISTOTELE, CALLISTENE, TEOPOMPO, partendo da questioni metodologiche,
condizionandone la sua obiettivit, insieme ad un atteggiamento anti-tirannico, un gusto per gli eventi straordinari.
=> severo giudizio di POLIBIO, per lui era un erudito bibliofilo che elaborava sulla base delle documentazione letteraria
=> oggi si pone in luce loriginalit e la profondit del suo pensiero storico, che comprese la minaccia costituita da Cartagine e
segnal lemergere di Roma
ECATEO di ABDERA
+ AIGYPTIAK (STORIA dellEGITTO) = secondo lavoro greco del genere, fonte principale di DIODORO
=> sezioni di cosmologia e teologia, geografia, usi, costumi
=> visione decisamente positiva e idealizzata dellEgitto, indicato come punto di
origine di tutte le culture
=> istituzioni egizie viste come modello ideale della monarchia moderata
=> forte impronta filosofica-pedagogica
MANETONE di SEBENNITO
= vive sotto il regno dei primi due Tolomeo
+ AIGYPTIAK = opera in greco che interess cronografi det cristiana, ma che sub numerose manipolazioni
=> distinzione della storia egiziana in Alto, Medio e Nuovo Regno
=> lautore sostiene di aver utilizzato documentazione locale in geroglifico
=> finalit e origini diverse dallopera di ECATEO
BEROSSO di BABILONIA
= contemporaneo di Alessandro
+ BABYLONIAK O CHALDAIK (STORIA BABILONESE) = tre libri, basata su documentazione locale
MEGASTENE
= vissuto tra il 350 e il 290, oper al servizio di Seleuco I e fu ambasciatore in India
+ INDIK = originariamente in 3/4 libri, conservati tramite rielaborazioni di DIODORO, ARRIANO, STRABONE
=> si occupa di geografia, flora e fauna, usi e costumi, istituzioni
=> utilizza sia osservazioni dirette sia informazioni indirette
=> fama di inattendibilit a causa dellattenzione verso fatti incredibili non interamente giustificata
AGATARCHIDE di CNIDO
= oper nella prima met del II secolo ad Alessandria dEgitto, viene usato da DIODORO SICULO
+ STORIA dellASIA in 10 libri, STORIA dellEUROPA in 49 libri
+ interessi etnografici: SUL MAR ROSSO in 5 libri
FILINNO di AGRIGENTO = narra la I Guerra Punica, ma viene criticato da POLIBIO per il fatto di essere antiromano
CINCIO ALIMENTO
= visse allepoca della II Guerra Punica, fu pretore in Sicilia nel 210. Sostiene di essere stato prigioniero dei Cartaginesi e di
aver avuto colloqui con Annibale. Seguiva il modello indicato da FABIO PITTORE
II/1) La vita
La vita e lopera di POLIBIO sono strettamente legati alle vicende e ai mutamenti in corso in Greci fra III e II secolo.
POLIBIO nacque a Megalopoli intorno al 205, quando la citt faceva parte della Lega Achea e la sua figura di spicco era
Filopemene, abile diplomatico e amico del padre di POLIBIO. Crebbe allinterno delle lites politiche, fu ipparco, capo della
cavalleria durante la III Guerra Macedonica (169/8). Ci gli cost la deportazione in Italia. Latteggiamento tiepido verso
Roma stato spiegato come conseguenza della linea politica seguita da POLIBIO. A Roma fu accolto nel circolo degli
Scipioni e divenne amico dellEmiliano. Ci gli consent di osservare allinterno pensiero e costumi del mondo romano. Comp
viaggi in Spagna, Gallia, Nord Africa (III Guerra Punica). Dopo la distruzione di Corinto torn in patria, dove collabor con la
commissione senatoriale che doveva ristabilire ordine e pace. Mor a 82 anni
II/2) Le opere
+ opera giovanile, interamente perduta, uno scritto encomiastico in tre libri su Filopemene
+ TAKTIK, SULLABITABILIT della ZONA EQUATORIALE, SULLA GUERRA di NUMANZIA
= perduti ma ricordati da POLIBIO o dalla tradizione
+ STORIE = degli originali 40 libri (una delle trattazioni pi vaste della storiografia greca) ci sono pervenuti per intero solo i
primi 5. Per il resto abbiamo frammenti di difficile collocazione
=> il Proemio contiene indicazioni programmatiche: lautore intende raccontare come Roma sia riuscita a
sottomettere lintera ecumene
=> il racconto copre il periodo fra la CXL Olimpiade (220-216) fino alla vittoria a Pidna contro Perseo (168)
=> POLIBIO premette alla narrazione una prokatskeu, unintroduzione storica che copre i primi due libri e gli
anni 264-220, riallacciandosi allopera di TIMEO
=> linizio vero e proprio il proemio del III libro, dove lautore ci informa sulla struttura della narrazione e
segnala un estensione del progetto fino al 146, ossia fino alla distruzione di Cartagine e di Corinto
- LIBRI (III-V) = eventi in Italia e in Grecia fino alla battaglia di Canne
- LIBRO (VI) = dedicato alla teoria delle costituzioni, dove spiega la natura della costituzione romana e i motivi
dei successi e della grandezza di Roma, affermando che esistono 6 tipi di costituzioni e traccia uno
schema di evoluzione ciclica chiusa, detta anaciclosi (monarchia > tirannide > regime aristocratico
> oligarchia > democrazia > oclocrazia, anarchia). La superiorit della costituzione romana sta nel
fatto di essere mista
- LIBRO (VII) = POLIBIO torna alla narrazione, dal 215, con un ritmo annalistico, da cui si discosta di rado
- LIBRI (VII-XXIX) = narrazione fino alla vittoria su Perseo
- LIBRO (IX) = nel prologo si ha lindicazione di diversi tipi di storiografia (genealogie, fondazioni)
- LIBRO (XII) = lunga polemica contro TIMEO e CALLISTENE
- LIBRI (XXX-XL) = prosegue la narrazione fino al 145
opinione diffusa che POLIBIO avesse accesso ad archivi romani e della Lega Achea, ma si preferisce lipotesi che si servisse
soprattutto di informazioni proprie, di esuli di ambasciatori greci e politici romani. Per loriente greco attinse certamente ad
ARATO e a FILARCO, ma difficile distinguere i contributi per la riconosciuta parzialit polibiana.
Un posto di rilievo le hanno le conoscenze geografiche e topografiche e del loro valore storico, di cui si era reso conto durante
i numerosi viaggi. Di tale consapevolezza sono riflesso i numerosi excursus presenti nellopera di diverse zone. Ma gli
interessi dello storico tradiscono anche in questo campo unorigine e una finalit pratiche.
Nei confronti della religione non assume un atteggiamento univoco, ma c una mescolanza di rispetto verso i culti tradizionali
e visioni pi utilitaristiche, con forti aperture razionalistiche. Quanto alla visione del destino nella storia, convivono la visione
di una fortuna-potenza divina e quella di una fortuna-caso.
Coerente la scelta dello stile: poco spazio rimasto per la cura della forma e per gli aspetti legati allintrattenimento e al
piacere della lettura. POLIBIO ne consapevole e la difende. La lingua la koin, il greco parlato in tutto il Mediterraneo in
Et Ellenistica.
Il giudizio che emerge verso POLIBIO non sempre lusinghiero, con i suoi molti limiti e le sue modeste capacit di
elaborazione teorica, insieme ad accuse di inaffidabilit e parzialit. i meriti sono laver riconosciuto limportanza della svolta
storica che stava vivendo e si sforz di fornire delle chiavi di lettura di questo cambiamento.
Gli esiti della sua ricerca possono non essere completamente soddisfacenti per i moderni, ma rimane notevole limpegno
profuso e la quantit di informazioni raccolte.
Dopo POLIBIO si assiste a due ordini di fenomeni: sul piano dellesperienza politica, con linstaurarsi dellegemonia romana
sul Mediterraneo, e sul piano culturale, con la tradizione storiografica greca che aveva raggiunto proporzioni monumentali. La
storiografia greca era divenuta uno strumento di comprensione del mondo duttile e capace di rispondere a nuove sfide.
Lopposizione culturale greca, aveva fra i suoi temi prediletti lesaltazione dellimpero di Alessandro Magno, con la
conseguente svalutazione dellegemonia romana, ma venne superato e gli storici greci dettero in genere voce alladesione delle
lites provinciali allordinamento imperiale, risultando pi disposti ad accettare le novit istituzionali.
Pi evidente si fa il rapporto fra storiografia greca e politica. A LUCIANO di SAMOSATA (120-180 d.C.) si deve una delle
pochissime opere di riflessione sulla storiografia greca e sul mestiere di storico, che qui viene presentato come libero da
condizionamenti dellappartenenza ad una patria.
II) POSIDONIO
Lopera di POSIDONIO ci pervenuta solo in frammenti, che dimostrano un ampio raggio di interessi (filosofia, scienza).
Nasce intorno al 135 a.C.. Nell87 a.C. ambasciatore di Rodi a Roma. Nel 63 console (repressione della rivolta di Catilina).
Nel 60 in contatto con Cicerone. Morte intorno al 50 a.C..
Studi ad Atene con il filosofo stoico Panezio. Effettua viaggi in Gallia, in Spagna, in Africa. Coniug attivit politica e
insegnamento filosofico e divenne una vera e propria istituzione culturale. Nel mondo intellettuale di POSIDONIO gli interessi
geografici e astronomici (SULLOCEANO), storio-etnografici, trovano ununit profonda. Per il pensiero stoico il mondo
un grande essere vivente permeato da un principio attivo e razionale e da un principio passivo, con profondi rapporti tra le
varie parti. Scrisse numerosi testi etico-teologici.
+ STORIA DOPO POLIBIO = inizia nel 145 e con i suoi 52 libri raggiungeva almeno la I Guerra Mitridatica (~80). Il
progetto originario mirava al 96
=> alle gesta di Pompeo sembra abbia dedicato una monografia autonoma
=> emerge un modello storiografico molto ampio, di ascendenza erodotea. Lautore mette al
centro dellazione storica il carattere, lthos, non solo degli individui ma anche dei popoli
=> costante attenzione ai rapporti gerarchici fra governati e governanti. Scarsa simpatia verso
gli episodi rivoluzionari. Limpero romano rappresentava sul piano politico unistanza
dordine, e nella Pax Romana un teorico dellorganizzazione strutturale non poteva non
riconoscersi. Non pone in discussione limperialismo romano
=> i fattori di crisi colti dallautore erano certo per lui sintomi della decadenza morale di un
impero allapice della sua potenza, ma non irreversibili
Siciliano di Agirio, visit lEgitto sotto il regno di Tolomeo XII (met I secolo a.C.)
+ BIBLIOTECA STORICA = 40 libri che costituiscono una enciclopedia della vicenda delluomo, dalle origini fino alla
vigilia della Guerra Gallica. Dellopera sono superstiti i primi cinque libri (origini, miti), la
seconda decade (anni 480-301) e vari estratti di epoca bizantina
=> esempio canonico di storia universale con palesi premesse filosofiche di radice stoica:
cardinale lidea dellunit del genere umano, al di l delle divisioni spazio-temporali
=> afferma di aver compiuto numerosi viaggi in Asia ed Europa
=> valore relativo della visione diretta
=> il titolo dichiara il carattere eminentemente libresco dellimpresa diodorea. La si potrebbe
sintetizzare come una compilazione di fonti in cui la personalit dello storico sarebbe ininfluente
=> per le fonti si continua a parlare di Eforo quale modello principale nellambito della storia greca
Nacque verso il 60 ad Alicarnasso e si trasfer a Roma intorno al 30, dove trov un terreno ideale per lo sviluppo dei suoi
molteplici interessi culturali, un ambiente ideale per la definizione della personalit di DIONIGI come retore. Un influenza
notevole la ebbe la frequentazione del circolo culturale di Quinto Elio Tuberone. Non si conosce la data di morte.
Divenne capofila dellatticismo, la corrente che intendeva porre un argine a quello stile oratorio turgido e pomposo. Suo scopo
dichiarato era di ripristinare i modelli oratorii dellet classica, riaffermandone la validit per il presente.
Agli interessi teorici sono legati alcuni scritti: SUGLI ANTICHI ORATORI, DEMOSTENE, DINARCO, LA
COMPOSIZIONE STILISTICA, SU TUCIDIDE
+ CHRONOI => opera di cronologia, perduta
+ STORIA di ROMA ARCAICA = 20 libri, periodo fra i primi popolamenti dellItalia e linizio della I Guerra Punica
=> ci sono pervenuti solo i primi 10 libri e frammenti dei rimanenti
Scopo dichiarato di DIONIGI dare una versione veritiera della storia pi antica della citt egemone. Secondo lui i Romani
erano in origine Greci, emigrati dallArcadia prima della Guerra di Troia. Poi si sarebbero Arcadi e Argivi. Doverosa la
ricerca del significato ideologico dietro questa teoria: vuole mettere laccento sullaffinit fra i due popoli e auspica una
partecipazione diretta delle classi dirigenti greche al governo dellimpero. DIONIGI un intellettuale che cerca di capire il suo
tempo.
Ambisce a coinvolgere un pubblico ampio, nel proemio dichiara che non vuole essere pura storia, non vuole trascurare il
lettore comune. Una storia che ambisce a fornire un quadro storico ricco e completo, e invita alla lettura un pubblico ampio.
Nel secondo premio (XI libro) il lettore previsto dallo storico sembra meno generico: si rivolge al politico-filosofo. Una
correzione di rotta che mostra il percorso mentale che lo storico si aspetta dal lettore: strada facendo deve crescere in lui una
coscienza morale e politica.
V) FLAVIO GIUSEPPE
Nacque allinizio del regno di Caligola (37-38 d.C.), proveniva da una prestigiosa casta sacerdotale di Gerusalemme. Giunse a
Roma nel 64 ed ebbe accesso agli ambienti pi elevati. Rientrato a Gerusalemme, prese posizione nella grande rivolta anti-
romana (66-70). Venne fatto prigioniero e predisse al comandante romano lascesa al trono imperiale e venne liberato. Ottenne
privilegi e la cittadinanza romana, prendendo il nome Flavio. Mor intorno al 100 d.C..
+ GUERRA GIUDAICA = 7 libri, prima scritta in aramaico e poi in greco, pubblicata sotto Vespasiano
=> primi due libri introduttivi sulla storia dei conflitti in Giudea, il resto narra tutta la rivolta (73)
=> scrive per illustrare il mondo ebraico alle classi colte ed ellenizzate dellimpero
+ ANTICHIT GIUDAICHE => 20 libri pubblicati nel 93/4, scritti in greco
=> parte dalla creazione del mondo e arriva fino al 66 d.C., collegandosi con lopera precedente
=> il finale contiene alcuni cenni biografici
+ AUTOBIOGRAFIA => presuppone la morte di Agrippa II (100 d.C.), forse pubblicata insieme alle ANTICHIT
=> scritta per motivi apologetici: verso il 93 GIUSTO di TIBERIADE fece uscire un racconto della
Guerra Giudaica alternativo e che metteva in cattiva luce GIUSEPPE
+ CONTRO APIONE => scritto in due libri che reagisce alle polemiche suscitate dalle ANTICHIT, soprattutto alle
critiche di APIONE, grammatico e storico di Alessandria era autore di opere antisemite
VI) ARRIANO
LUCIO FLAVIO ARRIANO nacque a NICOMEDIA tra il 85 e il 92 d.C. ed ebbe la formazione tipica dei ceti elevati. Ricopr
importanti cariche pubbliche: pretore, governatore della Betica, console suffetto e governatore della Cappadocia. Dopo la
morte di Adriano si ritir ad Atene, di cui ebbe la cittadinanza. Mor dopo il 170 d.C..
Politico, filosofo ed intellettuale, fu una persona estremamente versatile, non solo storico.
+ PERIPLO del PONTO EUSINO, TATTICHE (tecniche militari greche e romane), SCHIERAMENTO CONTRO gli
ALANI (strategia da adottare per la difesa della Cappadocia)
+ ANABASI di ALESSANDRO = opera maggiore, in 7 libri, riprende lo stile di SENOFONTE e tratta la spedizione in
Oriente basandosi su fonti autorevoli. Se ne occupa non per il suo significato di fine
dellepoca classica, quanto per il suo carattere di impresa senza eguali
=> un rapporto ambiguo quello tra i Romani e Alessandro Magno: creatore dellunico
organismo politico comparabile allimpero, ma era stata anche una creazione effimera,
dissoltasi senza lasciare durevoli istituzioni. Per generali e imperatori era un modello da
emulare, senza generare un vero complesso di inferiorit
=> la tesi tradizionale assegna la composizione al periodo pi maturo, intorno al 130
+ INDIK = complemento dellANABASI, di imitazione erodotea, scritta in ionico, note etnografiche, narrazione del
viaggio di Nearco dallIndo
+ BITHYNIK (storia della Bitinia in 8 libri fino al 74 a.C.), FATTI DOPO ALESSANDRO (storia sui Diadochi
incompiuta), PARTHIK (17 libri sulle guerre partiche e sui Parti in generale) = ne possediamo frammenti
+ opere giovanili su Timoleonte e Dione di Siracusa
VII) APPIANO
Nato allincirca sotto Traiano (~90 d.C.) ad Alessandria dEgitto. Si trasferisce a Roma, ottiene la cittadinanza ed esercit il
mestiere davvocato. Fu procuratore sotto Antonino Pio (~150 d.C.). Mor probabilmente a Roma verso il 160 d.C..
Risorsa fondamentale per gli studi di storia romana.
La personalit di APPIANO sempre rimasta in secondo piano: stato considerato un dilettante, uno storico modesto e
superficiale e il suo valore stato sempre individuato nella funzione di tramite con le fonti.
Nato a Nicea in Bitinia verso il 164 d.C., CLAUDIO CASSIO DIONE COCCEIANO apparteneva a unimportante famiglia
provinciale. Ebbe uneducazione di impronta e inizi la carriera politica a Roma: fu anche pretore. Il periodo successivo per
noi sconosciuto. Successivamente segu Caracalla in Oriente nel 214, fu governatore in Africa, Dalmazia e Pannonia sotto
Severo Alessandro e console due volte. Come storico esord nel 193 d.C..
+ operetta sui presagi che avevano annunciato la salita al trono di Settimio Severo
+ STORIA ROMANA = 80 libri, frutto di 22 anni di lavoro. Tratta dallarrivo di Enea fino allepoca dellautore (229 d.C.)
=> per intero ci sono pervenuti i libri XXXVI-LX (68 a.C.-46 d.C.). Conoscenza indiretta delle altre
parti grazie a fonti medievali
=> importanza di un racconto continuo e dettagliato dellultima fase della repubblica e del primo
impero, nonostante la perdita della parte finale
=> stile che insegue i grandi modelli della prosa attica (TUCIDIDE), struttura annalistica, con
eccezioni drammatiche. Linguisticamente tende al purismo
=> fonti: LIVIO, TACITO, SALLUSTIO, CESARE, ARRIANO
IX) ERODIANO
Della stesa matrice culturale e ideologica di Dione ERODIANO, nato nel 180 d.C. in Siria. Ebbe incarichi amministrativi.
Storico superficiale: gli sfuggono fenomeni come lo sviluppo del Cristianesimo e lEditto di Caracalla. In Erodiano la cura
della forma prevale sulla precisione. La narrazione non si solleva molto al di sopra di una gradevole scorrevolezza
+ STORIE dellIMPERO DOPO MARCO = 8 libri, dalla morte di Marco Aurelio fino a Gordiano III (180-238)
=> articolata libro per libro secondo gli imperatori
=> le parti di maggior valore solo gli ultimi due libri, in particolare la sezione del
VII dedicata a Massimino il Trace
La biografia come genere letterario il racconto della vita di un uomo dalla nascita alla morte, in cui si afferma la tendenza a
valutare le realizzazioni di una persona e il suo carattere di una persona. Mentre allo storico interesserebbero le azioni, il
biografo si preoccupa piuttosto del carattere di una persona. Una testimonianza esplicita della consapevolezza da parte degli
autori antichi di ci che distingue la biografia dalla storiografia va vista nelle STORIE di POLIBIO, quando tratta di
Filopemene: ma le sue imprese vengono trattate in modo sommario e non cronologicamente.
Quanto alla differenza rispetto allencomio, a parte il criterio di una pi o meno spiccata tendenza agiografica, possibile
constatare che una biografica, tendenzialmente segue il personaggio dalla nascita alla morte, mentre un encomio pu lasciare
nel silenzio intere fasi della sua vita.
La documentazione a nostra disposizione impedisce di ricostruire in modo soddisfacente una storia della biografia: non
abbiamo che lEVAGORA di ISOCRATE, lAGESILAO di SENOFONTE (pi encomio) e la CIROPEDIA per il IV
secolo. Per avere la prima raccolta di biografie dobbiamo aspettare lopera in latino di CORNELIO NEPOTE (I secolo a.C.).
Lunico periodo di storia della biografia, di cui conosciamo bene le opere originali, limpero romano: VITE PARALLELE
di PLUTARCO e le VITE dei DODICI CESARI di SVETONIO.
Si possono trovare spunti per una storia della biografia gi nella letteratura greca arcaica: opere o sezioni il cui scopo quello
di raccontare qualcosa di un individuo isolato. Fu la figura di OMERO ad ispirare quella che considerata la prima opera a noi
nota imparentata con la biografia, e cio uno scritto di TEAGENE di REGGIO <<sulla poesia di OMERO, sulla sua famiglia e
sullepoca>>. Un forte accento sulla personalit dovevano avere anche le opere di SCILACE di CARIANDA su Eraclide,
tiranno di Milasa e di XANTO su Empedocle.
IONE di CHIO + EPIDEMAI o HYPOMNMATA = delinea con vena autobiografica i ritratti degli uomini di cultura e dei
personaggi politici incontrati. Ricco di elementi aneddotici
STESIMBROTO di TASO = scrisse sulle figure di politici ateniesi rivolgendosi al pubblico degli Ioni dAsia e degli altri
alleati o sudditi di Atene. Tenore polemico e intriso di aggressiva partigianeria
Un posto privilegiato va agli spunti biografici delle storie di ERODOTO o al ritratto di Pericle in TUCIDIDE. In contesti di
questo tipo le descrizioni tendono a non avere mai valore autonomo, ma sono funzionali allapprofondimento. Questi autori
arrivano per lo pi dallambiente microasiatico, dove le tradizioni lasciavano maggior spazio alle singole personalit.
Significativa la comparsa dellencomio in prosa, attestata da due opere destinate ad esercitare grande influsso:
+ EVAGORA di ISOCRATE = descrive il re come modello di uomo e monarca, ma lautore pi interessato a
presentare un catalogo di virt di una figura ideale piuttosto che una narrazione della vita
+ AGESILAO di SENOFONTE = sempre encomiastico, ma con una maggiore presenza dellelemento biografico
Un ruolo di grande importanza va attribuito alla letteratura socratica. I discepoli di Socrate videro lattivit filosofica del
maestro in stretta connessione con la sua personalit e la sua vita. Alcuni studiosi hanno visto nella vita di Socrate una tappa
decisiva nello sviluppo del genere biografico.
La biografia greca trov la sua forma tipica nella scuola di Aristotele. A lui e Teofrasto si fa risalire una sistematicizzazione
delle virt e dei vizi e un atteggiamento realistico che considerava le esigenze etiche nellambito di ci che possibile
alluomo prestando attenzione ai comportamenti che coinvolgono latteggiamento sociale. Let ellenistica non ha trasmesso
alcuna biografia completa.
La biografia fior anche fra gli alessandrini, in particolare CALLIMACO, che segn il passaggio dalla biografia peripatetica a
quella alessandrina. Commenti ed epitomi richiedevano introduzioni biografiche: particolari di nascita e morte, modo di vita
ovvio segnalare limportanza che ricopr la vita e la figura di Alessandro Magno che da subito ebbe i suoi biografi. E la
frammentazione delle dinastie ellenistiche favor lo sviluppo del genere.
Il tipo storico erudito dedicato a letterati e uomini di pensiero ha lesempio pi insigne nelle VITE dei FILOSOFI di
DIOGENE LAERZIO, che rielabor con grande ampiezza la tradizione e un la biografia con la dossografia. Nella sfera della
retorica, vennero scritte serie di biografie al modo di quelle filosofiche: VITE dei SOFISTI di FILOSTRATO, che concede
spazio anche a personalit del suo presente. Notevole fortuna ebbe anche la biografia politica: una biografia di Augusto di
NICOLAO di DAMASCO e le VITE PARALLELE di PLUTARCO.
PLUTARCO nacque a Cheronea in Beozia intorno al 45 d.C. Studi retorica ad Atene e fece parte dellaccademia platonica.
Intraprese una carriera politica che lo port anche a viaggiare molto e ad intrattenere con Roma unintensa attivit diplomatica,
dove fu familiare dellentourage di Traiano. Il cosiddetto CATALOGO di LAMPRIA attribuisce a PLUTARCO non meno
di 227 opere: di queste solo 80 sono arrivate fino a noi. Perduta la maggior parte delle vite di personaggi legati alla Beozia e
di uno Scipione
+ VITE PARALLELE = coppie: Teseo e Romolo, Pericle e Fabio Massimo, Demostene e Cicerone, Dione e Bruto, Sertorio
ed Eumene, Alessandro e Cesare, Pirro e Mario. Particolare la coppia Arato-Artaserse che non
affianca un greco a un romano.
=> alla biografia di un personaggio greco si accosta quello di un romano che presenti tratti in comune
=> alla base cera lintento conciliatore di sottolineare e diffondere limmagine di un impero greco-
romano, che vedeva i Greci alla guida della vita culturale ed artistica. Alla fine lautore offre un
confronto fra i due
=> in quattro casi manca il confronto finale (Alessandro-Cesare) e in tre lordine dei personaggi viene
invertito (Sertorio-Eumene)
=> PLUTARCO non si propone di riscrivere la storia, ma di utilizzarla ai suoi fini, in senso morale e
pedagogico, perseguendo un intento educativo, caratteristico del concetto plutarcheo di biografia
=> la presenza di elementi negativi dei personaggi fa s che lopera acquisti in concretezza e sostanza
=> grande quantit di materiale storico nelle biografie
=> altro aspetto programmatico la consapevole subordinazione del livello delle azioni a quello della
rappresentazione del personaggio e del suo thos
=> sarebbe errato sostenere che nellopera tutto ruoti intorno al thos
=> ben evidente la presenza divina, sottolineata da prodigi, per cui lautore dimostra grande interesse
=> grande successo dal Rinascimento fino alla met del XIX secolo
PLUTARCO stato oggetto di complesse analisi storiografiche. Fatto segno in passato di frequenti accuse, ad esempio quella
di non conoscere di prima mano le fonti utilizzate e di rifarsi a raccolte di aneddoti o a manuali. Oggi si potuto dimostrare
come PLUTARCO abbia attinto direttamente dalle fonti citate, pur rimanendo indipendente da esse.
Ogni analisi delle VITE PARALLELE sarebbe incompiuta se non tenesse conto del PLUTARCO prosatore darte: c una
vocazione artistica in questo autore, che in parte funzionalizzata alla ricostruzione dellthos e della storia, in parte per
autonoma. Bisogna registrare una notevole gamma di stili narrativi: aneddoti e racconto di piccoli fatti fedeli al gusto della
narrazione minuta, si dimostra evocatore attento e da un certo splendore epico alle sue opere.
Leredit pi ricca nelle VITE PARALLELE va individuata nella storiografia tragica.
La forza pi efficace di armonizzazione nello stile, che il pthos talvolta innalza, ma senza impennate ardite. Lo stile di
PLUTARCO non molto elaborato, prosa di un narratore artista, non di un retore.
Possediamo unampia massa di materiale epigrafico, che rivela aspetti della realt antica su cui gli storici non hanno fermato la
loro attenzione, ne integrano le notizie
La pratica epigrafica costituisce un tratto distintivo della cultura greca: lenorme quantit di testi conservati con unenorme
variet e ricchezza di informazioni fanno delle iscrizioni un patrimonio essenziale per la conoscenza del mondo ellenistico.
laccesso pi diretto alla vita, alla struttura sociale, al pensiero e ai valori del mondo antico. Contengono decreti, leggi, trattati,
il linguaggio ufficiale, la terminologia, le liste dei magistrati (utili per confronti atti a determinare strutture cronologiche utili
per la ricostruzione storica).
Uno dei pi noti e importanti codici pervenutoci, quello della citt cretese di Gortina, ci giunto per via epigrafica. Sono
fondamentalmente le iscrizioni che ci parlano di accordi fra citt in base ai quali un individuo poteva ricevere giustizia anche al
di fuori della propria citt. Non sono pochi i casi di trattati nati solo grazie al ritrovamento archeologico.
Le iscrizioni possono correggere o precisare le notizie che permettono di avere una prospettiva pi concreta.
Una larga parte di quello che sappiamo sulla storia delle relazioni fra i re ellenistici le citt si fonda su dati epigrafici.
Vi sono casi in cui il testo epigrafico assume una dimensione narrativa, una breve prosa storica (decreto in onore di Callia di
Sfetto), mentre in altri casi si coglie direttamente lintenzione narrativa, come accade in uniscrizione di Magnesia al Meandro
(fine III secolo d.C.) dove si narra anche la fondazione della citt.
Caso particolare il MARMOR PARIUM, una lunga stele di marmo a noi giunta mutila, che riportava un notevole elenco di
avvenimenti della storia greca, di tipo politico-militare e pure culturale, a partire dallet mitica dio al 264/3.
Bisogna avere consapevolezza dei limiti del contributo dellepigrafia. La prima difficolt cui essa deve far fronte lingente
numero di iscrizioni, con una continua evoluzione che destina ogni raccolta a diventare incompleta. Inoltre le iscrizioni
richiedono anni di studio per poter essere pubblicate.
Dal punto di vista dei contenuti e della distribuzione geografica si nota che solo un numero limitati di attivit della vita
pubblica e privata erano destinate a lasciare traccia in documenti scritti e alla fine si sono conservati in modo casuale.
Se si considera poi la natura cos diretta del documento epigrafico e il carattere spesso cos limitato e definito del messaggio
che trasmette, appare chiaro che il suo utilizzo come fonte storica possibile solo se si riesce ad individuare il contesto che lo
ha generato.
Per avere una base solida per uno studio necessario che vi sia un numero sufficiente di testi relativi ad una determinata area
geografica o affini per tema o tipologia e che essi si possano collocare in un contesto intelligibile. E spesso necessario anche
che le fonti epigrafiche possano essere collegare a testimonianze letterarie e ad evidenze archeologiche, papirologiche.
Il compito dellepigrafista in primo luogo quello di restituire alla comunit scientifica dei testi il pi possibile chiari nella
loro interezza e di corredarli di un commento che metta in luce ogni aspetto e li inserisca nel contesto a cui appartengono:
perci ha bisogno di una solida attrezzatura filologica, di una profonda conoscenza delle fonti e del contributo di altre
discipline storiche.
Lintensificarsi delle relazioni allinterno del Mediterraneo, tra il VII secolo e il VI secolo cre la necessit di produrre testi in
cui confluissero tutte le informazioni geografiche che fino ad allora erano state patrimonio orale.
La prima carta geografica, PNAX, fu realizzata da ANASSIMANDRO di MILETO, intorno alla met del Vi secolo. Egli
raffigur la terra come un cilindro.
Sempre da Mileto proviene il primo scrittore di cose geografiche, ECATEO, il quale oltre a perfezionare la carta di
ANASSIMANDRO, la arricch di una PERIEGESI, perduta, nella quale descriveva i popoli e i paesi noti al suo tempo.
Il Gran Re di Persia fu spesso committente di esplorazioni, come la spedizione di SCILACE di CARIANDA, vissuto tra VI e
V sec, che discese il fiume Indo, alla ricerca della foce, redigendone un resoconto citato in parti da ERODOTO e
ARISTOTELE. Scrisse probabilmente anche un PERIPLO e una PERIEGESI: da notare che SCILACE si dedic a due
generi geografici ben precisi. Il PERIPLO propriamente la descrizione morfologica della costa, con indicazione di porti,
distanze e caratteristiche. La PERIEGESI consiste nella descrizione di tutte le zone della terra, costiere ed interne
compendiata in un lgos dallandamento narrativo. Il primo pi pratico, il secondo non tarda ad assumere un aspetto pi
letterario, con la descrizione di particolari curiosi.
ECATEO di MILETO pare abbia realizzato la propria PERIEGESI aiutandosi con il periplo di Scilace e di Greci e Fenici.
ARISTAGORA di MILERO si rec a Sparta portando con s una carta della terra su tavola di bronzo.
Ad Atene in pieno V secolo si assiste al sorgere di un vivace dialogo sulla realizzazione di carte geografiche, con una polemica
tra la scuola ionica ed ERODOTO sul modo di suddividere la Terra.
Il IV secolo caratterizzato da un notevole approfondimento delle conoscenze sul rapporto ambiente-uomo, con un approccio
sicuramente pi scientifico. Alessandro Magno fece largo uso della conoscenza geografica e fu un sostenitore di spedizioni e
studi sui vari popoli con cui entr in contatto.
Nello stesso periodo vi fu la spedizione di un certo PITEA di MARSIGLIA, che, partito dalla sua citt, super le Colonne
dErcole per rintracciare i produttori di stagno e ambra: lasci una relazione, SULLOCEANO. La figura di questo
esploratore fu avvolta sin dallantichit nello scetticismo, ma la sua opera fu comunque di grande importanza, che per una
prima conoscenza che offr delle Isole Britanniche, fino ad allora ignote.
Nel periodo ellenistico il centro degli studi Alessandra dEgitto, dove emerge la figura di ERATOSTENE, considerato il vero
innovatore della scienza geografica di questo periodo: fu studioso dai molteplici interessi, in particolare matematici e
astronomici. In ambito geografico approfond gli studi sulla forma della Terra. La sua opera non venne apprezzata da
STRABONE, che non condivide molte sue conclusioni.
Let alessandrina vide un notevole fiorire di studi geografici per risentono molto dellerudizione tipica del periodo. Si
producono opere finalizzate allo studio fine a se stesso. Alcuni autori operano nel campo pi propriamente letterario,
mostrando profonde conoscenze geografiche, come APOLLONIO RODIO, autore delle ARGONAUTICHE.
Da ricordare anche SULLE CITT DELLA GRECIA di ERACLIDE CRITICO, di cui possediamo alcuni frammenti relativi
alla descrizione dellAttiva, della Beozia e dellEubea. Da citare anche gli interessi geografici di POLIBIO.
Nel II secolo possiamo al pi ricorda CATONE il CENSORE, che nelle sue ORIGINES, il primo testo storico in latino,
dedic una parte allapprofondimento etnografico dalle varie popolazioni dellItalia.
Nella prima met del I secolo si colloca lopera di POSIDONIO di APAMEA, il filosofo stoico. Nei suoi viaggi si era dedicato
alla raccolta di tutte le informazioni sui climi, sulla fauna, sugli uomini dei luoghi visitati, nel tentativo di costruire un insieme
coerente in cui ai grandi fenomeni cosmici venissero collegate le manifestazioni della vita umana: trovava particolarmente
interessanti gli aspetti sociali, una diversa influenza dellambiente sulluomo ne determinava sia le scelte di vita quotidiana sia
i comportamenti sociali.
Quando STRABONE giunse a Roma nel 64 la geografia conosceva un buon momento negli ambienti intellettuali.
CICERONE rivela di aver pensato di scrivere dei GEOGRAPHIK.
CESARE mostra uno spiccato interesse etnografico e geografico.
Con Augusto la ricerca geografica ricevette unulteriore spinta: si compongono numerose opere di geografia e si fa carico della
realizzazione di una carta dellintero ecumene.
In tale contesto STRABONE scrive la GEOGRAPHIK in 17 libri in cui confluiscono informazioni su paesi, popoli, citt
I primi due libri sono occupati da unarticolata introduzione metodologica. Il percorso quello tipico dei peripli: dalla Spagna
si fa il giro del Mediterraneo in senso orario. STRABONE delinea i compiti e i fini del vero geografo, che deve essere filosofo
e avere come destinatario il politico. Si rif alle teorie eratosteniche, OMERO, non vuole limitare la sua opera agli aspetti
fisici della terra, ma vuole delineare i caratteri essenziali di una geografia umana.
La geografia e la storia devono essere unite nel fornire a chi le utilizza tutti gli elementi pratici e ideologici necessari ad una
buona conduzione della vita pubblica. Nel considerare la storia elemento fondamentale nella preparazione del politico
STRABONE si pone nella scia di POLIBIO, distaccandosene per nel collocare la geografia ad un gradino superiore nel
campo delle attivit pratiche.
Nonostante tutti gli aspetti positivi dellopera di STRABONE e il merito nel dare una collocazione precisa alla geografia, egli
venne ignorato dai contemporanei, per essere riabilitato solo in et bizantina.
IV) PAUSANIA
Non abbiamo alcuna notizia certa su PAUSANIA. Forse era originario dellAsia Minore, fu attivo durante i regni di Adriano e
di Marco Aurelio. Lultimo riferimento sicuro nella sua opera del 174 d.C.
Scrisse la GUIDA (o PERIEGESI) della GRECIA in 10 libri, interamente pervenutici. Lopera un viaggio in gran parte
delle regioni della Grecia Continentale, con descrizioni di luoghi, monumenti, digressioni storiche e mitologiche
Nellet degli Antonini la Grecia Classica si riappropria del suo ruolo di guida culturale dellimpero romano. La visione di
PAUSANIA sembra essere quella di un esponente di quella grecit periferica, che vuole riproporre le immagini della grande
Grecia di una volta: unoperazione nostalgica. La PERIEGESI ebbe poco successo allepoca e gli studi moderni la vedono
come una guida turistica inattendibile, ma iniziata una rivalutazione basata sullaffidabilit delle descrizioni e come fonte per
le ricerche archeologiche.
PAUSANIA rivela di seguire il metodo della selezione delle notizie da offrire basandosi su un criterio di originalit e di
integrazione delle fonti pi celebri. Il suo modello ERODOTO. Per la parte storico-antiquaria si serve sia di fonti orali sia di
fonti scritte. Non cita sempre direttamente le fonti utilizzate: utilizz certamente TUCIDIDE, SENOFONTE, IERONIMO e
DURIDE. Se PAUSANIA non pu certo essere annoverato tra i grandi storici della grecit, la sua opera rivela una notevole
disponibilit ad affrontare con intelligenza tematiche storiche.