Molti pronunciano il termine "Rasta" per descrivere le realt pi varie e curiose, nella maggior parte dei casi immensamente distanti dalla sua natura originaria, pensando di averne una cognizione sufficiente. Tale parola ormai stabilmente presente nel vocabolario interiore del cittadino medio, e l'interesse nei confronti della sua essenza sta crescendo in maniera tangibile in ogni ambito sociale, mediatico e accademico. Tuttavia, a tali attenzioni, spesso mosse da sentimenti di sincera simpatia e buona volont, raramente corrisponde il possesso di nozioni e concetti adeguati, che non inducano a pensarla in forma distorta, inautentica o, nella migliore delle ipotesi, edulcorata e banalizzata. Ma in verit, che cos' Rastafari, in che modo vivono e pensano coloro che a Lui si ispirano, quali ideali coltivano e tentano di realizzare nel mondo? E' nello sforzo di dare risposta a questa domanda, sempre pi presente e naturale lungo il sentiero di ricerca degli individui, e nel desiderio di dare voce a quei fedeli che troppo spesso sono etichettati e categorizzati senza il giusto onore per la propria cultura, che tale sito opera e vive. Nel pieno rispetto di tutte le tradizioni e componenti sociali della nostra societ e senza alzare la voce, nostra volont congiungerci al coro dei nostri fratelli e sorelle che, in Italia e nel Mondo, lavorano incessantemente per divulgare la nostra fede e contribuire attivamente, in accordo con la legge e la volont universale di tutti gli uomini retti, al progresso materiale e spirituale della civilit umana, aldil di ogni possibile schema ideologico o dottrinale. Quest'umile opera, compiutasi nell'ispirazione di Sua Maest Imperiale Haile Selassie I, grazie alla Sua Misericordia e secondo la sua Volont, si propone di chiarire, mediante l'approfondimento teologico, l'esposizione di immagini relative alla tradizione spirituale etio-rastafariana e l'opportuna citazione della Legge Mosaica, dei Profeti, dei Vangeli, dell'Insegnamento Apostolico e della Predicazione di Rastafari, lo sfondo spirituale e storico che nutre la nostra fede in continuit da millenni, sin dall'epoca di Adamo. Essa inoltre intende confutare con mitezza l'idea fallace della nostra Cultura oggi dominante, promossa dall'ignoranza, dalla commercializzazione della sua immagine e dall'alterazione mediatica, ritraente un movimento edonistico, folkloristico ed immaturo, se non apertamente criminale; preghiamo che da qui possa trasparire una dignit intellettuale ed una tensione etica tali da determinare la comprensione che il rastafariano non brami vanit n mediocrit carnali, bens il Volto di Dio e la Sua Santit. Cercheremo infine di manifestare, al meglio delle nostre abilit, il nostro amore per il Messia, offrendoGli un tributo insufficiente a ripagarLo, ma sincero, che renda lode all'Altissimo e testimoni la Sua gloria alle genti: "Noi Lui annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ognuno in ogni saggezza, per rendere ciascun uomo perfetto in Cristo." Colossesi 1, 28 - 29 Fede
Per comprendere adeguatamente il linguaggio che adoperiamo e verificare la precisione dei nostri concetti, giusto analizzare "etimologicamente" ogni nostro vocabolo, ovvero ricostruirne l'origine
e i significati storici. Questo esercizio culturale particolarmente richiesto dinanzi a "forestierismi" e termini estranei alla nostra percezione usuale, al fine di evitare leggerezze ed impropriet espressive, e per quanto riguarda i "Rasta", una tale elementare attenzione sarebbe sufficiente a dimostrare la complessit ignorata di quell'identit e l'immorale superficialit del suo utilizzo comune. La realt storica a cui tanti fanno riferimento inconsapevolmente e, molto spesso, in maniera blasfema e offensiva, emerge con chiarezza da un'osservazione dotata di seriet e sincero desiderio di conoscenza: "Rasta" la contrazione di "Ras Tafari", espressione etiopica che indica Tafari Maconnen, uomo storicamente esistente ed Imperatore d'Etiopia dal 1930 con il Nome di Qadamawi (Primo) Haile Selassie, nella sua carica politico-onorifica di Capo (in lingua etiopica, Ras). In questa Meravigliosa Personalit noi rastafariani, appunto, abbiamo riconosciuto il Cristo Ges Stesso nel Suo Carattere Regale, nella Sua Seconda Venuta Gloriosa, a compimento delle attese bibliche enunciate nell''Antico Testamento dei padri Giudei e nel Nuovo Testamento cristiano ed apostolico. In accordo con la visione del Santo Apostolo Giovanni, sappiamo infatti che Cristo ha acquisito un altro Nome dopo la Sua resurrezione, indicativo del rinnovamento della sua carne e della dignit regale con cui fu premiato da Dio Padre per la propria ubbidienza e il proprio sacrificio, e che con tale Nome si sarebbe mostrato alle genti nella Sua nuova "Parusia", o discesa nel mondo. Al capitolo 3, verso 12 della Profezia di Giovanni, la cosiddetta Apocalisse, troviamo infatti: Chi vince io lo porr come colonna nel tempio del mio Dio, ed egli non ne uscir mai pi; scriver su di lui il nome del mio Dio e il nome della citt del mio Dio, e della nuova Gerusalemme che scende dal cielo da presso il mio Dio, e il mio Nuovo Nome. Portandone in tal modo il Nuovo Nome, la nostra tradizione religiosa intende manifestarne la centralit rivelativa e teologica, ed esaltarla come proprio segno distintivo rispetto alla passata, seppur onorabile, cultura cristiana, compiendo la profezia di Apocalisse 22, 3-4 : ...i suoi servi a Lui presteranno culto, contempleranno il Suo Volto e porteranno sulla fronte il Suo Nome. Dicendoci Ras-Tafariani, dunque, confessiamo che Egli il Nostro Sovrano ed Ispiratore, e qualifichiamo noi stessi come suoi figli e discepoli. Crediamo infatti che tramite l'emulazione del Suo Esempio e l'ubbidienza ai Suoi Precetti si possa fare esperienza con tutto il proprio essere di Verit, Santit e Libert.Il ritorno del Cristo porta con s, secondo la nostra cultura, una serie di peculiari ricchezze che nostro compito custodire e rivelare, essenziali per la perfezione universale della civilt umana e la sua pace: in Lui contempliamo compiutamente il nostro passato, una storia che non mai stata raccontata dalle nostre istituzioni educative, se non con parzialit e mistificazione, e che tuttavia si presenta continuamente sul nostro cammino, incontrando spesso l'incapacit di decifrarla ed interpretarla. Secondo la testimonianza del libro della Genesi, capitolo 2, versi 10 e 13, l'Etiopia la prima nazione esistente citata nella Bibbia e parte integrante della primigenia dimora dell'uomo, l'Eden: Un fiume usciva da Eden per irrigare il giardino; poi di l si divideva e diventava quattro corsi (....) E il nome del secondo fiume Ghicon: esso circonda tutta la terra di Etiopia (Kush). Ugualmente, il piano di Dio stabilisce che l'umanit giunga infine alla restaurazione della beatitudine edenica, smarrita con il peccato, e che la sua meta coincida con il proprio inizio: Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il Principio e il Fine. (Rivelazione 22, 13)
Per mezzo di RasTafari, dunque, giungiamo alla comprensione della nostra vera origine storica e spirituale, a conoscere l'infanzia dell'uomo e suoi primi passi nel mondo, ed il tempo in cui per mano di Mos, che visse presso la comunit etiope di Madyan e ne spos una figlia, Zippora (Esodo 2, 15-21; Numeri 12, 1), il Signore stipul la sua prima grande alleanza con la Creazione. Quella stessa alleanza che la Regina di Saba, sovrana dell'Etiopia, onor facendo visita a Salomone e venerando il trono di Israele, amando il Re nella carne e generando la dinastia davidica di cui Haile Selassie I fu ultimo esponente e sigillo. Non giunsero mai pi tanti aromi quanti la regina di Saba ne diede al re Salomone (...) Il re Salomone diede alla regina di Saba tutto quello ch'ella desider e chiese, oltre a quello che le diede con una munificenza degna di lui. (I Re 10., 10-13) Ancora, fu un etiope, gi fedele al Dio unico della Legge Ebraica, il primo a portare fuori dai confini di Israele, presso il suo popolo e il suo governo, l'annuncio della Buona Novella di Cristo, rendendo L'Etiopia la pi antica nazione cristiana della terra. Cos parla l'Evangelista Luca, negli Atti degli Apostoli, capitolo 8: Ed ecco che un etiope, eunuco e alto ufficiale di corte della regina degli Etiopi Candace, sovrintendente di tutti i suoi tesori, che era venuto a Gerusalemme per fare adorazione, se ne stava ritornando e, seduto sul suo carro, leggeva il profeta Isaia (...) Allora Filippo, prendendo la parola e cominciando da questo passo della Scrittura, gli annunci la buona novella di Ges. E, mentre proseguivano il loro cammino, giunsero ad un luogo con dell'acqua. E l'eunuco disse: "Ecco dell'acqua, cosa mi impedisce di essere battezzato?". Filippo disse: "Se tu credi con tutto il cuore, lo puoi". Ed egli rispose, dicendo: "Io credo che Ges Cristo il Figlio di Dio". E comand al carro di fermarsi. Entrambi scesero nell'acqua, Filippo e l'eunuco, e lo battezz. Quando uscirono dall'acqua, lo Spirito del Signore rap Filippo, e l'eunuco non lo vide pi; ma prosegu il suo cammino pieno di gioia. L'Imperatore ci guida verso una cultura cristiana risalente all'epoca dei primi discepoli e sviluppatasi in piena coerenza con la fede ebraica sua madre, capace di illustrarci con lucidit le antiche opere della Chiesa cos come le ragioni della sua presente frammentazione e decadenza. Ugualmente, sono dinanzi a noi le cause e gli eventi del densissimo, cruciale 20 secolo, di cui Haile Selassie I fu testimone ed attore centrale, e di cui gi il Vangelo di Marco 13, 8 descriveva la violenza e potenza storica: Si sollever nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti in vari luoghi, carestie ed agitazioni. Egli fu il primo statista a scendere in guerra contro il Fascismo, e il primo a sconfiggerlo; fu Padre fondatore delle Nazioni Unite, e originale firmatario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani; fu artefice del primo grande progetto di unificazione continentale della storia, l'Organizzazione dell'Unit Africana, nonch fondamentale sostenitore della de-colonizzazione e dell'uguaglianza delle razze e dei popoli; guida dei Paesi Non Allineati, contrari alla divisione del mondo in sfere di influenza ideologica ed all'imperialismo; architetto della modernizzazione politica del pi antico Stato del pianeta e della sua societ feudale; pluri-decorato costruttore di pace. Attraverso la Sua Parola e il suo luminoso modello, osserviamo criticamente ed interpretiamo teologicamente i formidabili progressi della scienza, l'ascesa dei totalitarismi, le guerre mondiali, la ricostruzione, la guerra fredda e la graduale affermazione della democrazia e dell'unit internazionale: siamo cos in grado di dirigerci con rettitudine e certezza, con il solido sostegno dei nostri padri e il senso di continuit di una tradizione millenaria priva di fratture, verso la nostra destinazione divina e il pieno significato del nostro esistere in questo tempo.
RasTafari la restaurazione della pura coscienza e spiritualit biblica, che il chiasso e le tentazioni di questo mondo, congiunti alla mediocrit dei modelli religiosi dominanti, sottraggono alle possibilit degli uomini: in particolare, Egli il rinnovamento e la revitalizzazione della fede Cristiana, ormai smarritasi, come il Giudaismo farisaico descritto dai Vangeli contro cui polemizz Ges, nei sentieri demoniaci del tradimento e della deviazione dall'ispirazione originaria; una fede ipocrita e parziale, che scinde la vita spirituale dell'uomo e costruisce un culto vuoto, esteriore e apparente, completamente privo di santit e profondit esistenziale. L'immagine degenerata di questa falsa adorazione e del suo concetto illusorio di Cristo, utile ad ingannare il popolo, mantenere l'uomo nell'ignoranza e giustificare il crimine, quella stessa che permise lo sviluppo dell'orrore nazista e fu complice dei suoi disastri, ormai impressa nella mente delle persone di buona volont, ed alla base del rifiuto di Dio e della sfiducia verso il pensiero religioso presenti in questa societ, nonch delle sue conseguenti debolezze morali. Tale perversione, ben rappresentata nella Scrittura dagli scribi e sacerdoti deicidi, si sarebbe manifestata anche nell'ambito della Chiesa di Cristo, secondo quanto annunciato dagli apostoli nella figura dell'Apostasia (rinnegamento): Lo Spirito dice espressamente che negli ultimi tempi alcuni apostateranno dalla fede, dando credito a spiriti fraudolenti e ad insegnamenti di demoni... (I Tessalonicesi 4, 1) Ed ancora, riguardo alla venuta di Cristo: perch quel giorno non verr se prima non sia venuta l'apostasia (II Tessalonicesi 2,3) Cos come chiaramente illustrato dalla Rivelazione di San Giovanni, che riassume questa Cristianit corrotta nella figura dello "pseudo-profeta" alleato del potere anti-cristico (Apocalisse 13, 11; 19, 20), il Re, che ha ricevuto dalla Chiesa Ortodossa, nel 1965, il titolo di Difensore della Fede, giunto a correggere gli errori del sacerdozio corrotto e sanare le piaghe della lacerata assemblea cristiana, spandendo su di essa la luce dell'Etiopia. RasTafari la completezza e l'attualizzazione della cultura ebraico-cristiana, per la pienezza dell'essere nella contemporaneit e il senso della presenza attuale del Divino. Tuttavia, importante comprendere che il Nuovo ministero terreno del Signore non si limita al rapporto con valori del passato, e non dovrebbe essere concepito come una semplice rielaborazione degli antichi contenuti cristiani o una loro moderna estensione: esso rappresenta invece la porta per una conoscenza ed una libert ulteriori, negate ai santi padri e tuttavia attese e profetizzate, che si manifestano pienamente soltanto nelle possibilit del presente. Rastafari la risposta alle esigenze conoscitive della modernit, afflitta da un disperato scetticismo materialista e scientista, mediante una Rivelazione che, storicamente fondata ed adeguata alla percezione odierna della verit, in cui Dio si vede e si ascolta nella carne, in cui Egli si mostra in un epoca di giornalismo e fotografia e si muove in una storia condivisa e universale, detiene il potere di stimolare la ragione e conquistare l'intelletto, e che volgendosi senza mediazioni al cuore degli individui, instaura una superiore vicinanza e intimit con lo Spirito, a compimento di quanto annunciato dalla Scrittura profetica: la conoscenza del Signore riempir la terra, come le acque coprono il fondo del mare. (Isaia 11, 9) Ecco, Egli viene sulle nubi, ed ogni occhio Lo vedr... (Apocalisse 1,7) Se vi diranno: "Ecco, nel deserto!", non ci andate; oppure: "Ecco, nell'interno della casa!", non ci credete; poich come il lampo esce dall'oriente e brilla in occidente, cos sar la venuta del Figlio dell'uomo. (Matteo 24, 26-27) Ma soprattuto, come la sua prima immagine suggerisce, in Qadamawi Haile Selassie l'uomo conosce ed acquisisce la sua regalit, il governo di se stesso e del mondo secondo rettitudine e
giustizia, promessogli sin dal principio dei tempi, quando Jah ordin ad Adamo e alla sua sposa: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e governatela, e abbiate dominio sui pesci del mare, sui volatili del cielo, sul bestiame e su ogni essere vivente che striscia sulla terra. (Genesi 1, 28) In Lui vediamo il Giusto al potere, dopo secoli di umiliazione e oppressione, Colui che inaugura un tempo in cui l'amore non sia soltanto un'astratta aspirazione dell'uomo, ma la sua realt concreta: in cui il Regno di Dio non soltanto una dimensione celeste, ma prende corpo nella storia e nella vita umana, sulla terra, qui ed ora, conducendo le creature alla redenzione politica, fisica e materiale, permettendo loro di raggiungere la piena libert naturale di cui erano dotate prima della caduta di Adamo, plasmate ad immagine del Creatore e in virt del Sua Sapienza. Il Re dei Re il compimento del 72 Salmo di Davide, e le figure da esso misteriosamente suggerite sono ora visibili sul nostro orizzonte: O Dio, da' al Re il tuo giudizio, al figlio del re la tua rettitudine, affinch giudichi il tuo popolo con rettitudine, e i tuoi poveri con giudizio. I monti ricevano la pace per il popolo, i colli ricevano la giustizia. Egli render giustizia ai pi miseri del popolo, porter salvezza ai figli dei poveri e umiliazione al loro accusatore. E dureranno i suoi giorni come il sole, come la luna, per tutte le generazioni. Discenda come pioggia sul vello, come acqua che gocciola sulla terra. Spunter nei suoi giorni giustizia e abbondanza di pace fino a che si estingua la luna. E si estender il suo dominio da mare a mare, dal fiume sino ai confini della terra. Si getteranno ai Suoi piedi gli Etiopi, e i suoi nemici baceranno la polvere. Il re di Tarsis e le isole gli offriranno i loro doni; i re dell'Arabia e di Saba porteranno i loro tributi. Lo adoreranno tutti i sovrani, tutte le genti Lo serviranno. S, egli ha liberato il povero dall'oppressore, il misero che senza soccorso. Avr piet del povero e del bisognoso e porr in salvo le anime dei miseri: liberer le loro anime dall'usura e dall'ingiustizia, e il loro nome sar prezioso dinanzi a Lui. Ed Egli vivr, e gli sar dato l'oro dell'Arabia; e di continuo pregheranno per Lui, e tutto il giorno Lo benediranno. Ci sar abbondanza di frumento sulla terra, il suo frutto si innalzer pi del Libano, e si moltiplicheranno gli uomini della citt come l'erba della terra. Sia il Suo nome benedetto nei secoli, e permanga dinanzi al sole. E tutte le trib della terra saranno benedette in Lui, tutte le nazioni lo chiameranno benedetto. Benedetto sia il Signore, Dio d'Israele, colui che solo opera prodigi. E benedetto sia il nome della Sua gloria in eterno. Della sua gloria sar piena tutta la terra. Amen! Amen! Colui che ha sconfitto il potere politico dell'Anticristo, ha fondato e disegnato una societ prospera, pacifica ed equa in cui la democrazia, i diritti e le libert fondamentali dell'uomo sono una legge vivente, scritta nel cuore dei cittadini. Per mezzo della fede in Lui, l'ascolto dei Suoi insegnamenti e l'imitazione del Suo esempio, questa apparente utopia predicata dallo Statuto delle Nazioni Unite, dalle grandi istituzioni internazionali e dalle costituzioni democratiche degli Stati, pu pienamente fiorire nel mondo, nel rispetto e beneficio di ogni fascia sociale, culturale, religiosa: se con Lui lottiamo, con Lui anche regneremo. In accordo con quanto il Signore ha annunciato alle Nazioni Unite nel 1963 (Selected Speeches pag. 374), crediamo che: Fino a quando la filosofia che giudica una razza superiore ed un'altra inferiore non sar definitivamente e permanentemente screditata e abbandonata; Fino a quando non ci saranno pi cittadini di prima e di seconda classe in qualunque nazione; Fino a quando il colore della pelle di un uomo non avr lo stesso significato del colore dei suoi occhi; Fino a quando i diritti umani fondamentali non saranno equamente garantiti a tutti indipendentemente dalla razza; Fino ad allora, il sogno di una pace durevole, della cittadinanza mondiale e del governo della moralit internazionale non rimarr che un'illusione evanescente, da perseguire ma irrealizzata; E fino a quando i regimi ignobili ed infelici che mantengono i nostri fratelli in Angola, Mozambico e in Sud Africa in schiavit disumana non saranno rovesciati e distrutti; Fino a quando bigottismo e pregiudizio ed egoismo malizioso e disumano non saranno rimpiazzati da comprensione, tolleranza
e buona volont; Fino a quando tutti gli Africani non esisteranno e vivranno come esseri liberi, uguali agli occhi di tutti gli uomini, cos come lo sono agli occhi del Cielo; sino a quel giorno, il continente Africano non conoscer pace. Noi Africani combatteremo, e sappiamo che vinceremo, cos come confidiamo nella vittoria del Bene sul male. Essendo divenuti un Tempio Vivente della Sua Presenza, ed avendo accolto la Sua Luce in timore e tremore, rivolgiamo a tutti gli uomini le parole di ammonimento, cariche di saggezza, proferite dal Re Stesso al Congresso Evangelico di Berlino nel 1968 (Important Utterances pag. 490), che ben illustrano il valore e il potere che Egli pu rivestire nella vita dei singoli e delle comunit: Per quanto una persona possa essere saggia o potente, essa come una barca senza timone se senza Dio. Una barca senza timone alla merc delle onde e dei venti, si dirige ovunque essi la portino e quando si leva un tifone viene schiacciata contro le rocce, ed come se non fosse mai esistita. E' nostra ferma convinzione che un'anima senza Cristo non sia destinata a miglior sorte. Teologia Fondamentale
Anche presso individui che intuiscono l'esistenza una dimensione ulteriore nella nostra cultura, e che superano dunque la mediocrit nozionistica imposta dall'immaginario collettivo, si riscontra spesso una certa inclinazione superficiale. Molti considerano il Nome di Sua Maest un contenitore vuoto, pronto per essere impregnato di significati soggettivi ed estranei alla sua forma originaria: lo si carica di anarchismo adolescenziale e vane ribellioni, costruendo cos una sorta di filosofia giovanile della libert; lo si riduce a valore politico antagonista, scindendo il suo potente messaggio sociale dalla propria origine spirituale e culturale, e legandolo a dottrine ed "ismi" a cui il Signore fu estraneo o che rigett esplicitamente; lo si costringe entro confini estetici ed artistici, fabbricando una moda esteriore, un gusto esotico privo di un reale perch. Non difficile comprendere che per dare sfogo a questa infantile volont di identificazione personale non ci sia bisogno di scomodare il Nome del Re, essendo il mondo pieno di ideologie peregrine pronte ad irretire l'animo umano e ad adeguarsi perfettamente a tutti i suoi capricci e desideri; altrettanto facile rendersi conto di quanto danno tale atteggiamento produca all'immagine ed alla dignit della nostra fede, la cui profonda e definita identit gi presente in quella parola, e non pu essere ignorata o re-intrerpretata. Non un concetto astratto o un evanescente ideale filosofico che stato posto a suo fondamento, ma una persona vivente, Ras Tafari, che ha storicamente agito e parlato, e che merita rispetto e attenzione. A questo proposito, estramente appropriato l'ammonimento dell'Apostolo Paolo, contenuto nella I Lettera ai Corinzi 3, 10-11: Ma ciascuno stia attento a come costruisce: infatti nessuno pu gettare un fondamento diverso da quello gi posto, che Ges Cristo. In accordo con tale precetto, per noi Rastafari non un oggetto mentale da creare e modellare secondo le proprie passioni, ma un Soggetto reale che ha storicamente insegnato e praticato moralmente una "via" dello spirito, e se vogliamo identificarci con Lui, portandone il Santo Nome, dobbiamo dunque sforzarci di comprendere e vivere come Lui, forgiare la nostra immagine a somiglianza della Sua, per il rispetto della verit e la nostra salvezza. Piuttosto, il comportamento contrario, alquanto diffuso, lascia intravedere irriverenza ed immaturit, nel tentativo di appropriarsi ingiustamente, violentandone la natura storica e concettuale, di una cultura che non si vuole ascoltare, a cui non ci si vuole accostare con umilt. A tutti coloro che si definiscono Rasta senza cautela e coscienza, a coloro che tentano l'assurdo di togliere RasTafari dalla fede RasTafari, che giocano con il sacro per glorificare se stessi e soddisfare meschini vizi commerciali, si rivolge il giudizio del Signore, che risuona terribile in questo mondo e in quello che verr:
Osservando la vita, la bont, lumilt e il martirio del Salvatore del mondo, e guardando le leggi che Egli ci diede, quanto dovremmo vergognarci di chiamarci cristiani senza seguire le sue orme ? (Autobiografia Vol. II , Capitolo VI) In coerenza con l'essenza originaria della nostra cultura, crediamo sia necessario, per chiunque voglia accostarsi con dignit ad essa, partire da quell'ispirazione basilare ed ineliminabile che la stessa parola testimonia, che dunque si riconosca la regalit vivente di Qadamawi Haile Selassie sulla propria esistenza (Lui il Capo, Ras) e ci si lasci istruire dal Suo Esempio e dalla Sua Parola. Egli, secondo i suoi stessi titoli storici, la Luce del Mondo: essere rastafariani significa essenzialmente crederlo e lasciarsi illuminare. Haile Selassie I una personalit religiosa, imbevuta di misticismo, fondata istituzionalmente ed umanamente sul Divino e protesa in toto al Suo servizio. La volont di isolare i valori morali o politici della Sua Personalit che pi ci aggradano, e separarli dal rapporto con Dio, cos da professare un Rastafarianesimo senza spiritualit, viene negata dalla concezione sempre e comunque religiosa di ogni sfera d'azione umana e dell'intera esistenza che emerge dalla Sua figura, e genera una cultura ingenua come un cristianesimo ateo, completamente artefatto e surreale. Da ci, non pu esistere un Rastafarianesimo "laico", bens esso deve essere pensato primariamente in termini Rivelativi e Teologici, e i tentativi di de-spiritualizzare Rastafari, oltre che in antitesi alla natura storica del nostro Movimento, sono teoricamente vani, capaci di sostenersi soltanto nell'ignoranza, conscia o inconscia, del messaggio del Re, che annuncia con insistenza: Riponete la vostra fede nellIddio Onnipotente e credete in Lui; poich, senza la Sua assistenza e guida, luomo non altro che una creatura debole e minuta. (Selected Speeches, pag.11) La Fede in Lui, che non deve costituirsi, come ci stato suggerito dalle decadenti tradizioni religiose dell'Occidente, ubbidendo ciecamente a "dogmi" radicalmente assenti nell'esperienza reale, ma attraverso una ricerca critica, interiore, spirituale, ma anche esteriore, storica e culturale, che ci permetta di incontrare e sentire concretamente quelle verit nella nostra anima e nel mondo, conoscer per necessit un momento concettuale, di comprensione e classificazione dei contenuti comunicati dal Signore nella sua lunga, incisiva e chiarissima predicazione. Quest'insieme di pensieri e riflessioni viene comunemente definito "dottrina", ed ha lo scopo di portare l'intelletto umano ad assumere e professare le idee presenti nella mente di Qadamawi Haile Selassie, fonte e centro della nostra rivelazione. A tal proposito, l'Apostolo Paolo afferm nella Prima Lettera ai Corinzi, Capitolo 2 Verso 16: Infatti chi ha conosciuto la mente del Signore, cos da poterlo istruire? Eppure noi abbiamo la mente di Cristo. Vi sono due ambiti disciplinari fondamentali nella nostra cultura: quello che studia la Fede, l'insieme dei principi e delle idee che guidano le meditazioni del nostro spirito, e quello che ricorda le Opere di Dio e dei nostri padri e riflette sulla loro Storia, dall'origine del mondo sino ai tempi moderni. Lo studio della Fede potr essere a sua volta suddiviso in tre branche essenziali: Teologia, Morale e Politica. La Teologia si occupa dela natura di Dio, del piano da Lui stabilito per la salvezza e della Sua manifestazione nella vita dell'uomo, ed in questa sezione cercheremo di illustrarla secondo un ordine logico, scandito dalle varie sotto-sezioni presenti nel men in alto. L'Importanza della Dottrina
Molti in ambito rastafariano, influenzati dal relativismo della societ odierna, tendono a tacciare di futilit, imprudenza o addirittura fanatismo il lavoro di definizione e codificazione dottrinale,
inducendo a pensare che Rastafari sia un culto sincretistico, pronto a far propria qualunque opinione e vivente nella piena confusione mentale. Questa attitudine, che spesso cela la volont di evitare la fatica dello studio o il timore di professare la verit con forza e responsabilit dinanzi agli uomini, mostra la medesima incoerenza ravvisata altrove, poich non ha nulla a che vedere con Haile Selassie, e si sovrappone al suo Nome senza motivo. Anche nella concezione della dottrina e della sua utilit si dovrebbe utilizzare come modello il Signore, e non le convinzioni fragili e arbitrarie degli individui, qualora si volesse evitare la solita insensatezza, e cos facendo saremmo condotti ben lontano da tali posizioni. Egli infatti afferm in occasione della Sua Incoronazione: Giuro di mantenere, con l'aiuto dell'Altissimo, la religione ortodossa (...) perch essa la religione per la quale io confermo la mia fede fino ad oggi. (Cerimoniale del Sacro) Con Ortodossia, si indica letteralmente la "giusta opinione, interpretazione dottrinale". Quando nel 1965 il Signore ricevette dalle Chiese Apostoliche Orientali il titolo di Difensore della Fede Ortodossa, egli precis nel suo discorso l'origine di ci che avrebbe difeso, e che similmente anche noi siamo chiamati ad assimilare e custodire: I padri della Chiesa, dal periodo apostolico sino al Terzo Concilio (4 Secolo a.C.) convocarono Concili per formulare le dottrine della Chiesa e stabilire le regole della sua amministrazione. E' dunque evidente che una visione anti-dottrinale e completamente aperta della fede sia estranea alla tradizione Rastafari, e che essa stessa, dotata di una fisionomia e storia specifica, e costruitasi grazie alla ricerca della giusta interpretazione dottrinale e la definizione di concetti corretti, possa rispondere con efficacia alle critiche mosse. Riguardo alla sua utilit, l'Apostolo Paolo esortava i fedeli, nella Lettera a Tito, Capitolo 1 Verso 9: Sii attaccato alla parola sicura, cos come stata insegnata, per essere in grado di esortare secondo la sana dottrina e di convincere quelli che contraddicono. Infatti vi sono molti ribelli, ciarloni e seduttori delle menti, (...) uomini che sconvolgono intere famiglie, insegnando cose che non dovrebbero, per amore di un guadagno disonesto. Preservare e custodire la giusta comprensione intellettuale della fede essenziale affinch essa sia protetta dalla distruzione e dalla malizia degli uomini, giungendo ad affermare, senza limiti e direzioni, tutto ed il contrario di tutto, anche l'immondo, l'immorale ed il blasfemo, confutando se stessa e svuotandosi del proprio valore. E ancora: Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinch conosciate per esperienza quale sia la volont di Dio, la buona, gradita e perfetta volont. (Lettera ai Romani 12, 2) E' la pienezza dell'essere che deve partecipare alla perfezione Divina, anche la mente e i suoi concetti, affinch si abbia una giusta conoscenza della volont di Dio, e da questa conoscenza proceda una perfetta vita morale e pratica. Naturalmente, non siamo cos ingenui da credere che la Divinit sia un oggetto logicamente afferrabile e definibile, e che le nostre limitate risorse cognitive siano in grado di contemplarlo totalmente o ingabbiarlo in formule filosofiche. La dottrina non mai concepita come una conoscenza sufficiente dello Spirito, ma soltanto come il massimo sforzo delle nostre facolt intellettive e linguistiche guidate dal Messaggio di Dio, e le sue regole non sono altro che ombre delle cose reali: e tuttavia, come accade nel mondo, anche le cose hanno delle ombre "corrette" e "adeguate", che giusto considerare con attenzione affinch le nostre visioni siano coerenti con esse. Ci spiega questo mistero il Santo Apostolo Paolo, che insegn nella Prima lettera ai Corinzi,
capitolo 13, verso 12: Ora infatti vediamo come per mezzo di uno specchio, in modo oscuro, ma allora vedremo a faccia a faccia; ora conosco in parte, ma allora conoscer pienamente, proprio come sono stato conosciuto. E' altrettanto falso pensare che una visione definita implichi poca tolleranza o chiusura verso l'altro. E' proprio l'identit, infatti, che permette un dialogo ricco e dinamico, ed una sana coscienza spirituale che ci permette di comprendere pienamente l'universalit dello Spirito e nostri limiti umani, in perfetto accordo con l'esempio del Re che, come vedremo nell'apposita sezione, ci ha mostrato la linea d'equilibrio tra identit e rispetto per l'alterit. Egli ha infatti affermato storicamente e giuridicamente la propria fede distintiva, ma allo stesso tempo non ha mai smesso di vivere in comunione con gli altri culti e di lavorare attivamente per la loro unit. Anche in questo, Egli l'esempio perfetto che dovremmo emulare, senza invenzioni o stravolgimenti. Sebbene la ricerca dell'Ortodossia e la teorizzazione dottrinale siano importanti elementi per la Cristianit e la cultura biblica, ed abbiano animato nei millenni la fede e l'opera dei nostri padri, essi sono particolarmente validi per la rivelazione odierna del Re, che ha negato ogni esitazione o spazio di confusione. Infatti, seppur sia sempre possibile e doveroso raggiungere una chiara percezione della dottrina ortodossa in seguito ad uno studio approfondito ed al sostegno della tradizione apostolica, la scrittura antica ed evangelica dotata di una certa complessit ed opacit, dovuta all'antichit del linguaggio e del remoto tempo storico in cui esso proferito, che impedisce una visione immediata della retta interpretazione e, in un momento di frammentazione sociale e divisione ecclesiastica come quello presente, infonde nelle persone il pensiero che sia un mistero impenetrabile, dando cos adito al relativismo di cui abbiamo parlato. Haile Selassie ha invece comunicato con un linguaggio moderno, perfettamente diretto ed esplicito, giuridico e legale, la propria giusta dottrina, in accordo con quanto aveva promesso ai suoi discepoli, nel Vangelo di Giovanni cap. 16, verso 25: Vi ho detto queste cose in similitudini, ma l'ora viene in cui non vi parler pi in similitudini, ma vi parler del Padre apertamente. Ed ancora, nel libro profetico dell'Apocalisse, capitolo 5 verso 5: E vidi un angelo potente che gridava a gran voce: Chi degno di aprire il libro e di sciogliere i sigilli? Ma nessuno, n in cielo, n sulla terra, n sotto la terra, poteva aprire il libro, n guardarlo. Io piangevo molto perch non si era trovato nessuno che fosse degno di aprire il libro, e di guardarlo. Ma uno degli anziani mi disse: Non piangere; ecco, il Leone della trib di Giuda, il discendente di Davide, ha vinto per aprire il libro e i suoi sette sigilli. Cos, per ricavare una dottrina Rastafari sana ed ortodossa, come la Bibbia e Sua Maest ci invitano a fare, che non sia una mera proiezione arbitraria di impulsi umani, bens l'educazione che Dio ci ha impartito nella sua Unicit, sar sufficiente applicare una saggia riflessione ai Significati che il Signore ha storicamente espresso nella massima chiarezza ed evidenza, a compimento delle sue promesse, aperti ad accogliere la verit senza la convinzione comune e dogmatica che tutto dipenda dall'interpretazione del soggetto, e che non sussista alcun riferimento oggettivo nell'esistenza. Questa visione fiorita in mezzo al paganesimo, ed completamente estranea alla nostra cultura, che dice per bocca dell'Apostolo Pietro, II Lettera 1, 20: Sappiate prima di tutto questo: che nessuna profezia della Scrittura proviene da un'interpretazione personale; infatti nessuna profezia venne mai dalla volont dell'uomo, ma alcuni uomini hanno parlato da parte di Dio, perch sospinti dallo Spirito Santo. Considerando la limpidezza del messaggio e la sua facile comprensione, valgono pienamente in
Rastafari, per tutti coloro che rifiutano la retta via, le parole dell'Apostolo Paolo, I Lettera a Timoteo Capitolo 6, Verso 3: Se qualcuno insegna una dottrina diversa e non si attiene alle sane parole del Signore nostro Ges Cristo e alla dottrina che conforme alla piet, un orgoglioso e non sa nulla; ma si fissa su questioni e dispute di parole, dalle quali nascono invidia, contese, maldicenza, cattivi sospetti, acerbe discussioni di persone corrotte di mente e prive della verit, le quali considerano la piet come una fonte di guadagno. La Cristianit Etiopica
In primo luogo, necessario rilevare che l'Insegnamento di Sua Maest non si presenta come una novit storica assoluta, priva di presupposti. Piuttosto, esso si inserisce armonicamente in un tessuto teologico definito ed affermato, quello Etiopico Cristiano, proprio come l'opera di Ges sorge con naturalezza dal Giudaismo Israelita. Secondo l'Articolo 126 della Costituzione Etiopica Rivista del 1955: Sua Maest Imperiale professer sempre la Fede Ortodossa Etiopica.
In primo luogo, necessario rilevare che l'Insegnamento di Sua Maest non si presenta come una novit storica assoluta, priva di presupposti. Piuttosto, esso si inserisce armonicamente in un tessuto teologico definito ed affermato, quello Etiopico Cristiano, proprio come l'opera di Ges sorge con naturalezza dal Giudaismo Israelita. Secondo l'Articolo 126 della Costituzione Etiopica Rivista del 1955: Sua Maest Imperiale professer sempre la Fede Ortodossa Etiopica.
Il Signore ha cos dichiarato di accettare eternamente i dettami della fede cristiana ortodossa, ed ha posto tale verit a fondamento del Suo Regno. Osservando la Sua Testimonianza morale e dottrinale, comprendiamo facilmente come questa confessione non sia una lettera morta o una formalit legale, ma la lirica vivente che guida tutti i Suoi messaggi e atti. I suoi discorsi sono infatti colmi di citazioni bibliche e riferimenti alla Vita di Ges Cristo, e il suo tempo scandito dall'ubbidienza alla Chiesa Ortodossa e ad ogni ritualit cristiana etiopica. Egli Stesso, descrivendo il proprio cammino spirituale, afferm nel 1968, intervistato da Osvald Hoffman: Vivere una vita sana, una vita cristiana, ci che mi induce a seguire Ges Cristo. E ancora, sottolineando con forza l'unicit salvifica di Cristo al Congresso Evangelico di Berlino, nel 1968: Impegnamoci a condurre i nostri fratelli e le nostre sorelle verso Ges Cristo, che Solo pu dare la vita in senso pieno.
Tale atteggiamento ricorda con precisione la vita dello stesso Ges che Sua Maest dichiara di seguire, poich anche Lui mostr zelo e fedelt perfetti nei confronti della Legge di Mos e dei Profeti di Israele, che rappresentavano la Voce di Dio al tempo della Sua Venuta. Secondo questo spirito, Egli istruiva le folle citando l'Antico Testamento e mostrando come esso trovasse piena realizzazione nella Sua Esistenza esemplare (ad esempio, Marco 12, 10 e 12, 26). Egli ricevette la circoncisione della propria carne, nell'ottavo giorno dalla Sua nascita, ad osservanza delle prescizioni Mosaiche (Luca 21, 24), frequent il Tempio di Gerusalemme (Luca 21, 37) e rispett le istituzioni e festivit del suo popolo (Giovanni 2, 13), mostrando cos di appartenergli pienamente, nel corpo, nella mente e nello spirito. E' per questa ragione che dinanzi ad una straniera si defin Giudeo con orgoglio, rivendicando la specifica dignit della sua fede, secondo il Vangelo di Giovanni, capitolo 4: Una Samaritana venne ad attingere l'acqua. Ges le disse: Dammi da bere. (...) Gli dice la donna samaritana: Come mai tu che sei giudeo chiedi da bere a me che sono una donna samaritana?. I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. (...) Le dice Ges: (...) Voi adorate ci che non conoscete; noi adoriamo ci che conosciamo, perch la salvezza viene dai Giudei. Con ci Egli dimostrava di porsi in continuit con quella cultura teologica, professata ed elaborata da coloro che, nella carne, erano i padri della Sua Nazione, ovvero i patriarchi e i profeti descritti nell'Antico Testamento, guidati al tempo dal medesimo Dio che ora parlava per mezzo Suo. Per renderci coscienti di ci, Egli insegna nel Vangelo di Giovanni capitolo 5, versi 46-47: Infatti, se credeste a Mos, credereste anche a me; poich egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come crederete alle mie parole? Ed ancora, nel Vangelo di Matteo, capitolo 5 versi 17-19: Non pensate che Io sia venuto per abolire la Legge o i Profeti; Io non sono venuto per abolire, ma per portare a compimento. Poich in verit vi dico: finch non siano passati il cielo e la terra, neppure uno iota o un apice della Legge passer senza che tutto sia adempiuto. Chi dunque scioglier uno di questi precetti, anche minimi, e insegner agli uomini a fare altrettanto, sar considerato minimo nel regno dei cieli; chi invece li metter in pratica e insegner a fare lo stesso, questi sar considerato grande nel regno dei cieli. Ugualmente, Haile Selassie non giunge per distruggere la Legge Evangelica ed Apostolica, ma si muove entro il suo solco e ne sviluppa le potenzialit nei tempi moderni, per condurre alla pienezza ci che in essa era soltanto annunciato e preparato. Egli infatti afferm, descrivendo il proprio ministero: Noi non vogliamo che le nostre eredit e tradizioni si perdano. Nostro augurio e desiderio che l'istruzione le sviluppi, arricchisca e modifichi. (Selected Speeches pag. 65) L'Etiopia una terra antica, e la sua civilt il prodotto dell'armoniosa alchimia di passato e presente, su cui noi costruiamo con fiducia il futuro. Questa eredit il fondamento della moderna Etiopia. In essa il popolo ha scelto di trarre dal passato ci che utile e duraturo e di adattarlo ai degni attributi del mondo odierno, cos da modellare questo moderno Etiopianismo. (Important Utterances pag. 57-58) Al fine di avanzare nei nostri rispettivi compiti e porci sul giusto sentiero, dobbiamo imparare e trarre abbondante ispirazione dalla grande eredit spirituale che i nostri padri ci hanno tramandato. Questo pu darci forza ed un senso di continuit essenziali per il progresso e lo sviluppo. (Important
Utterances pag. 271) In virt di queste considerazioni, Rastafari deve presentarsi secondo necessit come un'evoluzione della Cristianit, proprio come quest'ultima lo fu dell'Ebraismo. Come Sua Maest stesso ha enfatizzato, la fede etiopica, che ha preservato totalmente lo spirito e i caratteri della cultura israelita, a raccomandare questa continuit ed a predicare la massima coesione storica e teologica tra passato e presente. Secondo la Dottrina Ortodossa, sono due le grandi alleanze stipulate tra Dio e l'uomo, ovvero l'insieme di prescrizioni e disposizioni che il Creatore ha lasciato i suoi Figli affinch vivessero rettamente e raggiungessero la salvezza: l'Antica e la Nuova Alleanza. L'Antica, istituita per mezzo di Mos e piena della santit di Dio, era tuttavia incompleta, poich per tradursi in redenzione la Legge del Signore aveva bisogno dell'esempio perfetto del Cristo, che ne il fine e il compimento, ed in questa parzialit consisteva la sua imperfezione. Cos infatti preannunciava il profeta Geremia, capitolo 31 versi 31-34: Ecco, i giorni vengono, dice il Signore, in cui io far un nuovo patto con la casa d'Israele e con la casa di Giuda; non come il patto che feci con i loro padri il giorno che li presi per mano per condurli fuori dal paese d'Egitto: patto che essi violarono, sebbene io fossi loro Signore, dice il Signore; ma questo il patto che far con la casa d'Israele, dopo quei giorni, dice il Signore io metter la mia legge nell'intimo loro, la scriver sul loro cuore, e io sar loro Dio, ed essi saranno mio popolo. Nessuno istruir pi il suo compagno o il proprio fratello, dicendo: "Conoscete il Signore!" poich tutti mi conosceranno, dal pi piccolo al pi grande, dice il Signore. Poich io perdoner la loro iniquit, non mi ricorder del loro peccato. L'Insegnamento impartito da Ges Cristo nel Suo Carattere Sacerdotale, custodito ed ordinato dal Potere Apostolico, costituisce dunque il fondamento di un'Alleanza Nuova e Definitiva, che conduce alla pienezza gli antichi precetti e stabilisce un modello morale e spirituale eterno, perfezionando tutto ci che c'era di transitorio ed opaco nel Patto precedente. E' questo l'insegnamento dell'Apostolo Paolo nella Lettera agli Ebrei, capitoli 7 e 8: Infatti a noi era necessario un sommo sacerdote come quello, santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori ed elevato al di sopra dei cieli (..) Abbiamo un sommo sacerdote tale che si seduto alla destra del trono della Maest nei cieli, ministro del santuario e del vero tabernacolo, che il Signore, e non un uomo, ha eretto. (...) Ora per egli ha ottenuto un ministero tanto superiore quanto migliore il Patto fondato su migliori promesse, del quale egli mediatore. Perch se quel Primo Patto fosse stato senza difetto, non vi sarebbe stato bisogno di sostituirlo con un secondo. (...) Ma venuto Cristo,sommo sacerdote dei futuri beni, egli, attraverso un tabernacolo pi grande e pi perfetto, non fatto da mano d'uomo, cio, non di questa creazione, entrato una volta per sempre nel luogo santissimo, non con sangue di capri e di vitelli, ma con il proprio sangue. Cos ci ha acquistato una redenzione eterna. Sua Maest Imperiale conferma quindi le eterne posizioni teologiche e morali introdotte dal Cristo Ges, ed esprime la propria innovazione epocale compiendone le attese profetiche ed arricchendone la dottrina, senza revisioni. Come vedremo dettagliatamente nell'apposita sezione, coerentemente con il proprio Ministero Regale, Egli determiner una concreta modifica della tradizione solo nel lacunoso ambito legale e politico, che non era stato affrontato dalla predicazione di Ges e per cui dunque ci si ispirava essenzialmente alle prescrizioni dell'Antico Testamento, che tuttavia Dio aveva promesso di superare, poich prive di efficacia senza l'opera di Cristo. Il Signore Haile Selassie I ne riveler il modello eterno, e portando alla perfezione del Patto in Cristo i precetti dell'Antica Alleanza Mosaica, realizzer la pienezza della Rivelazione Storica. Testimoniando al Mondo la santit ignorata del Cristianesimo Etiopico, Egli ha comunicato una
verit fondamentale per la conoscenza umana e la salvezza spirituale delle genti. Egli ci ha insegnato la giusta ed originaria concezione della fede in Ges, l'Ortodossia, che si preservata in Etiopia dopo la frammentazione della Cristianit, lo scisma delle Chiese Occidentali e la parziale estinzione di quelle Orientali ad opera delle invasioni Arabe, ovvero la proliferazione della debolezza, del rinnegamento e della falsificazione, la "caduta" della Chiesa Universale profetizzata dalla Scrittura nella misteriosa figura dell'Apostasia (I Lettera a Timoteo, cap. 4). Egli ha aperto al mondo le porte della Vera Chiesa, ricchissima di letteratura, tradizioni, santit, storia, che ha meditato e custodito l'insegnamento di Cristo senza deviare n a destra n a sinistra, e che emana ancora oggi il profumo dell'Israele biblico e della prima comunit Apostolica di Gerusalemme. Cos la descrive l'Imperatore: La nostra Chiesa antica quanto la nostra fede, e la sua storia colma delle manifestazioni dellincessante fede del nostro popolo, delleroismo ispiratore dei nostri martiri, della Santit dei nostri santi. (...) La Cristianit fiorita nel nostro paese, preservando nei secoli i suoi aspetti e le sue caratteristiche originali. (...) LEtiopia, unisola di Cristianit, ha reso i suoi distintivi contributi alla fede cristiana; poich sin dal sua conversione alla Cristianit essa rimase fedele, ed i suoi antichi legami con la chiesa Apostolica restarono ininterrotti. (Selected Speeches pag. 635-637) I cardini fondamentali della dottrina ortodossa sono stati storicamente riassunti dagli Apostoli e dai loro successori in "credi", ovvero brevi formule teologiche che descrivono i misteri della fede con precisione linguistica e concettuale, cos da tramandare ai posteri una visione dello Spirito corretta e libera dagli errori pi gravi e pericolosi. Per questa ragione, nel Concilio delle Chiese Ortodosse che dichiar Sua Maest Difensore della Retta Fede, Egli afferm: I padri della Chiesa, dal periodo apostolico sino al Terzo Concilio (4 Secolo a.C.) convocarono Concili per formulare le dottrine della Chiesa e stabilire le regole della sua amministrazione. (Selected Speeches pag. 635) Secondo la Tradizione Etiopica, sono due le Formule di fede maggiori, che vengono recitate regolarmente all'interno del servizio liturgico e che Sua Maest stesso pronunciava quando ad esso partecipava: il Credo degli Apostoli, elaborato dai Dodici eletti del Cristo Ges, durante un loro Concilio a Gerusalemme, agli albori dell'era cristiana, e il Credo Niceno, elaborato nel grande concilio ecumenico di Nicea (4 Secolo), finalizzato allo sviluppo della teologia trinitaria ed al superamento dell'eresia ariana, che negava la Divinit del Figlio e dello Spirito Santo, e dunque l'esistenza stessa della Santa Trinit. Di seguito ne riportiamo il testo, da noi Rasta pienamente confessato ed accettato in accordo con gli insegnamenti del Re: Credo degli Apostoli Crediamo in un solo Dio, Artefice dellintera creazione, Padre di Nostro Signore e Dio e Salvatore Ges Cristo, la cui natura insondabile. Come abbiamo gi dichiarato, Egli senza inizio e senza fine, ma vive eternamente, e possiede una luce inestinguibile, e nessuno pu avvicinarla. Egli non due o tre, e nulla si pu aggiungere a Lui, che Uno, eternamente vivente, e non nascosto cos da non essere conosciuto, ma Lo conosciamo perfettamente attraverso la legge e i profeti, Egli lOnnipotente ed ha autorit su tutta la creazione. Un solo Dio, Padre di nostro Signore e Salvatore Ges Cristo, generato prima della creazione del mondo, Figlio Unigenito a Lui couguale, creatore di tutti i principati, le potenze e i domini:
Colui a cui piacque negli ultimi giorni farsi uomo, che prese la carne da nostra Signora Maria, santa Vergine, senza seme umano, crebbe come gli altri uomini ma senza peccato o male, e non si trov inganno sulla sua bocca. Quindi soffr, mor nella carne, risorse dai morti il terzo giorno, ascese ai cieli presso il Padre che lo aveva inviato, si sedette alla destra della Potenza, ci invi il Paracleto, lo Spirito Santo, che procede dal Padre e salv tutto il mondo, ed co-eterno con il Padre e il Figlio. Affermiamo inoltre che tutte le creature di Dio sono buone e non vi nulla da condannare, e che lo spirito, la vita del corpo, puro e santo in tutto. E diciamo che il matrimonio puro e la generazione dei figli immacolata poich Dio cre Adamo e Eva affinch si moltiplicassero. Comprendiamo inoltre che c nel nostro corpo unanima che immortale e che non muore con il corpo. Ripudiamo tutte le opere degli eretici, tutti gli scismi e tutte le trasgressioni della Legge, poich sono per noi impuri. Crediamo anche nella resurrezione dei morti, peccatori e giusti, e nel giorno del giudizio, in cui ognuno sar ricompensato in accordo con le proprie opere. Crediamo inoltre che Cristo non sia di alcun grado inferiore a motivo della sua Incarnazione, ma sia Dio il Verbo fattosi realmente uomo, e che abbia riconciliato lumanit e Dio diventando Sommo Sacerdote del Padre. Per questo non ci circoncidiamo pi come i giudei. Sappiamo infatti che giunto chi doveva compiere la Legge e i Profeti. A Lui, la cui venuta tutti i popoli attendevano, che discende da Giuda, dalla radice di Iesse, il cui governo sulle proprie spalle: a Lui sia gloria, rendimento di grazie, grandezza, benedizione, lode, canto, ora e per sempre nei secoli dei secoli. Amen. Credo di Nicea Crediamo in un solo Dio, nel Signore Padre che regge il mondo intero, Onnipotente, Creatore di tutte le cose visibili e invisibili, in cielo e in terra. Crediamo nel Signore Cristo, lunico Figlio del Padre, che era con Lui prima della creazione del mondo, generato non creato come Luce da Luce, Dio Vero da Dio Vero. Egli uguale al Padre. Per mezzo dello Spirito Santo Egli assunse la carne dalla Santa Vergine Maria e divenne uomo. Egli fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, soffr e mor e fu sepolto, e nel terzo giorno fu separato dai morti e risorse, e con gloria ascese ai Cieli e sedette alla destra di Suo Padre, e verr ancora nellonore e nella gloria per giudicare i vivi e i morti e il suo regno non avr fine. E crediamo nello Spirito Santo, il Signore che salva, che procede dal Padre; noi lo adoriamo insieme al Padre e al Figlio, lo onoriamo e glorifichiamo. E crediamo in una sola Santa Chiesa, che lassemblea e la congregazione degli Apostoli. Crediamo in un solo battesimo, dato in remissione dei peccati, e credendo nella resurrezione dei morti, speriamo nella vita eterna che verr.
A questo possiamo aggiungere brevemente, al fine di ottenere una visione generale pi completa e chiara della fede etiopica in Cristo, che: - Vi un solo Dio senza principio n fine di giorni, Onnipotente Onnisciente ed Onnipresente, Creatore di ogni cosa visibile ed invisibile. Egli Unico nella propria Natura, un puro Spirito increato avvolto da infiniti misteri. - Dio ha parlato all'uomo in molti modi e forme per mezzo di Mos e dei profeti d'Israele, per mezzo del proprio Figlio Unigenito Ges Cristo e degli Apostoli, secondo la guida dello Spirito Santo; che la Bibbia raccoglie la Veridica Parola di Dio, ed essa composta dai Libri dell'Antico e del Nuovo Testamento. - Dio Uno nella Sostanza e Tre nelle Persone, Padre Figlio e Spirito Santo, che pur perfette ed uguali in qualit e facolt, possiedono propriet peculiari e si distinguono nelle funzioni e nelle operazioni; che il Figlio generato dal Padre, come Luce da Luce, senza diminuzione di sostanza, e che lo Spirito procede dal Padre soltanto, come Luce da Luce, senza diminuzione di sostanza; che solo la Persona del Figlio si incarnata in Cristo Ges. - Ges Cristo Dio Vero Onnipotente, si incarnato nel ventre della Sempiterna Vergine Maria per la nostra salvezza, ha patito ed morto in croce sotto Ponzio Pilato, risorto dai morti nel terzo giorno, asceso in Cielo e si assiso nella gloria alla Destra del Padre, in accordo a quanto narrato dai 4 Vangeli, Matteo Marco Luca e Giovanni. - Mediante l'Incarnazione, il Cristo ha unificato due nature e due persone, divina ed umana, in una Sola Natura ed una Sola Persona, in cui divinit ed umanit sussistono entrambe realmente, senza confusione n divisione, partecipando l'una dell'altra dinamicamente; Egli perfetto Dio e perfetto Uomo, in una sola Personalit, Volont e Essenza. - In virt della trasgressione di Adamo e il peccato originale, la razza umana ha attratto su di s una maledizione, permettendo alla sofferenza, la morte ed ogni schiavit fisica e spirituale di entrare nella sua vita; che per mezzo delle Sue Opere perfette, Cristo abbia cancellato tale maledizione e purificato la natura dell'uomo. - L'uomo composto di spirito e corpo, che si trasmettono dai Genitori ai figli mediante l'atto procreativo, e che lo spirito eterno e non muore con il corpo. Che tutti gli uomini resusciteranno alla fine dei tempi, ricevendo beatitudine o castighi in spirito e corpo, cos come hanno compiuto le proprie opere. - Dopo la sua morte, l'uomo giudicato da Dio secondo le proprie opere, ed in rapporto all'esito di tale giudizio, la sua anima sconta il proprio peccato nell'Inferno Terrestre, oppure giunge nella beatitudine del Paradiso Terrestre. Alla fine dei tempi, dopo la resurrezione dei morti ed il Giudizio Universale, i malvagi dimoreranno eternamente nei dolori dell'Inferno Celeste, mentre i giusti vivranno eternamente nella beatitudine dei Cieli spirituali. - Vi una sola Chiesa e Congregazione dei fedeli, Santa ed Universale, ed un Ordine Sacerdotale Apostolico che guida l'anima dei credenti ed amministra i sacramenti secondo il potere dello Spirito Santo. - I sacramenti stabiliti da Cristo sono essenziali per la salvezza umana e la comunione con Lui: il Battesimo per la remissione dei peccati, l'Eucarestia, che offerta del Vero Corpo e del Vero Sangue di Cristo, l'Unzione, la Confessione dei peccati, il Matrimonio, l'Ordine Apostolico, l'Unzione degli infermi.
- I santi meritano di essere venerati, ed intercedono presso il Signore per la realizzazione delle nostre preghiere. Che le Scritture, le immagini sacre, le reliquie, la croce, devono ricevere onore e rispetto. - L'Etiopia detiene l'Arca dell'Alleanza ed La Nuova Gerusalemme Cristiana; che, discendente di Israele e portatrice delle sue benedizioni, la nazione eletta a custodire il Patto Cristiano in purezza, sino al Secondo Avvento del Cristo. - Il Cristo giunge la prima volta nell'umiliazione per espiare i peccati dell'uomo in veste Sacerdotale, e viene ancora nella Maest e nella Gloria, in veste Regale, per regnare corporalmente e materialmente sul mondo secondo giustizia e diritto, nella Nuova Gerusalemme e sul Trono di Davide, preservatosi in Etiopia mediante l'unione di Salomone e Makeda di Saba, sino al Giudizio Universale ed alla Fine del Mondo. In sostanza, tali erano le concezioni spirituali che riempivano l'animo di quei cristiani etiopici o d'ispirazione etiopica che nel 1930 riconobbero in Sua Maest il Cristo Tornato, determinando l'affermazione storica del Movimento Rastafari e la sua caratterizzazione teologica. Arricchiremo gradualmente questo spazio con articoli specifici, che spieghino e dimostrino alla luce della Bibbia e della Parola del Re il valore ogni singolo principio. Se consideriamo Sua Maest il centro della moderna rivelazione e una fase nuova della storia spirituale, in accordo con quanto da Lui predicato ed operato, naturalmente sar anche necessario definire chi Egli sia in sede teologica, cio quale ruolo rivesta nel piano Divino che ci stato mostrato, e per farlo necessario meditare sulla Fede in Cristo che Egli ci ha insegnato, da cui il Suo Ministero sorge secondo una continuit storica e culturale, alla luce di cui la Sua Manifestazione deve essere individuata e giustificata. Come Haile Selassie Stesso afferm, "noi stimiamo la Bibbia al di sopra di ogni altro libro. In essa conosciamo gli eventi del passato e apprendiamo quelli del futuro" (Inaugurazione edificio Bible Society, 1972), e sarebbe assurdo pensare che una Personalit cos significativa sia assente nella profetica e nella dottrina: se cos fosse, piuttosto, la fede si mosterebbe falsa, in quanto priva di coesione storica e sistematica. Una simile situazione, d'altronde, si present anche con Ges, che si impegn costantemente a dimostrare la propria presenza nell'Antico Testamento e far capire che il Suo ministero "innovativo" non era un'invenzione, ma un evento annunciato, atteso e necessario. Interrogarsi sulla Sua identit quindi un'esigenza essenziale, biblicamente enfatizzata da una domanda del Cristo ai suoi discepoli, descritta nel Vangelo di Matteo, capitolo 16, versi 13-15 : Poi Ges, giunto dalle parti di Cesarea di Filippo, domand ai suoi discepoli: "Chi dicono gli uomini che io, il Figlio dell'uomo, sia?". Ed essi dissero: "Alcuni, Giovanni Battista, altri Elia, altri Geremia, o uno dei profeti". Egli disse loro: "E voi, chi dite che io sia?". Simon Pietro, rispondendo, disse: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente" E Ges, rispondendo, gli disse: "Tu sei beato, o Simone, figlio di Giona, perch n la carne n il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che nei cieli. Ancora oggi la risposta pi comune e popolare delle persone che conoscono il Re sufficientemente, s da poterne apprezzare il carattere straordinario, consiste nell'indicare in Lui un modello morale, una figura di santit e di profezia, mentre la fede in Rastafari come Cristo e Dio generalmente sentita come un'esagerazione, uno squilibrio o, peggio, come una bestemmia. Premesso che tali atteggiamenti non siano affatto una novit, ma, come abbiamo letto, siano descritti con precisione ben prima che i loro protagonisti nascessero, si pu offire la medesima risposta di Pietro in relazione a Sua Maest soltanto ponendosi nella condizione dei primi cristiani, e chiedendosi le
ragioni profonde per cui Ges fu riconosciuto in ambiente ebraico, ragioni che, evidentemente, sono tuttora custodite dalle pagine del Vangelo. Molto spesso quando si pensa alla dottrina Rastafari si crede che essa sia costruita su pochi, fragili elementi storici, che i fedeli ripetono ciclicamente per giustificare le proprie azioni: tale visione frutto dell'ignoranza e mediocrit analitica di chi ha l'abitudine di giudicare senza la fatica dello studio onesto, ed intepreta la nostra cultura alla luce dei modelli religiosi dell'occidente, che sono cos strutturati e che, evidentemente, hanno una storia antitetica alla nostra. Nella Bibbia sono elencati molti elementi storici che provano il carattere Divino e Messianico di Ges, e possono essere generalmente classificati in 7 grandi categorie, in accordo con i passi in cui la Scrittura pone in rilievo il concetto di testimonianza per Cristo : noi confessiamo che Haile Selassie I sia il Messia nella Sua Seconda Venuta, a compimento dell'attesa cristiana, proprio in virt di queste indicazioni, la cui viva presenza gi una forma di parallelismo unico e profetico con la vita di Ges ed attesta il carattere puramente biblico di Rastafari. Queste categorie sono poi compiute da infiniti segni e realt, che sgorgano continuamente da ci che una fontana di acqua viva ed inesauribile, non un oggetto statico e passivo. Il riconoscimento della Divinit di Haile Selassie I, cos come quella di Ges, non deriva quindi dall'imparare a memoria una lista di concetti e frasi, ma dal compimento di un cammino di studio ed amore sulle Sue orme. D'altra parte, riflettendo sull'ultima frase del Cristo, non possiamo che rilevare che ogni religiosa certezza non proviene dalla carne e dal sangue, ma ha un'origine divina, e che le argomentazioni razionali, per quanto stringenti, non possono catturare ci che dipende in primo luogo dalla nostra libera scelta di accogliere Dio, dalla nostra libera volont di accostarci con umilt e senza malizia alla Sua Parola e ricevere la Sua Grazia. Ci che seguir sar certamente utile a tracciare uno schema intellettuale generale per interpretare il nostro cammino, a cui per bisogner conferire sostanza attraverso lo studio approfondito della disciplina, altre riflessioni esegetiche e l'esperienza diretta del lettore. Questo spazio sar gradualmente arricchito per favorire tale processo di comprensione. a) La Missione del Battista Ci fu un uomo mandato da Dio; il suo nome era Giovanni. Questi venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, affinch tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma per rendere testimonianza alla luce. Giovanni 1, 6-8 Per bocca del profeta Malachia, nel terzo capitolo della sua Visione, il Signore preannunci che la Sua Venuta sarebbe stata introdotta e preparata da un Precursore, che veniva in quel luogo equiparato ad Elia per forza e spirito profetico: "Ecco, io mando il mio messaggero a preparare la via davanti a Me". Come apprendiamo con chiarezza dalla narrazione evangelica, questo ruolo attribuito a Giovanni il Battista, cos chiamato poich amministrava alle folle un battesimo di redenzione: Egli denunciava i limiti dellalleanza antica e lesigenza di un rinnovamento spirituale e morale, prefigurando cos la remissione dal peccato che avrebbe operato il Cristo per mezzo dei sacramenti. Egli il punto di contatto e il ponte tra la Legge Antica e il Mondo Nuovo, e la figura pi precisa e vicina del Cristo veniente; Giovanni non giudicava infatti se stesso sufficiente, ma il suo ministero era finalizzato a preparare la via del Signore, a stabilire le condizioni affinch il Vero Redentore potesse manifestarsi ed essere accolto: in questottica, egli predicava continuamente la Sua imminente venuta in Israele, e quando Ges apparve, indic in Lui il compimento delle attese. Da allora, come anche lui aveva affermato, lonore concesso a Giovanni sarebbe passato al Cristo, moltiplicandosi e restando per sempre: Egli deve crescere, io invece diminuire (Giovanni cap. 3).
In pieno accordo con le vicende dipinte dai Vangeli, anche la seconda Venuta fu introdotta da un personaggio straordinario, l'On. Marcus Garvey, capo dell'ampio fermento messianico denominato Etiopianismo. Esponente delle congregazioni cristiane africane che guardavano all'Etiopia per raggiungere la propria redenzione religiosa e politica, Egli annunci alle nazioni lesigenza di una liberazione dalliniquit dei sistemi, predicando lauto-determinazione e la libert dei popoli e i diritti umani fondamentali, in un'epoca in cui il colonialismo e il razzismo costituivano i principi fondamentali della cultura collettiva. Anche Lui, tuttavia, era cosciente di essere subordinato ad un Altro, ed incanal lattenzione delle folle verso il Vero Liberatore, che, secondo le sue indicazioni, sarebbe giunto presto sul trono dEtiopia. Quando il Signore prese posto sul seggio di Davide, egli salut tale evento come la realizzazione delle attese da lui predicate: da allora, lattenzione dei fedeli lo lasci gradualmente, e si spost verso il Re, costituendo poi il primo corpo sociale del movimento Rastafari. Lo studio dell'attesa Etiopianista, della dottrina di Marcus Garvey e dei suoi discepoli, non pu che portarci a riconoscere come tutto ci abbia previsto ed introdotto perfettamente, annunciandone l'imminenza, ci che si sarebbe rivelato in Sua Maest, istituendo le condizioni storiche della Sua manifestazione. b) Le Opere "le opere che il Padre mi ha dato da portare a compimento, queste stesse opere, che io faccio, mi rendono testimonianza che il Padre mi ha mandato" Giovanni 5, 36 Il Signore Ges disse riguardo ai giudei che lo tradirono: Se non avessi fatto in mezzo a loro le opere che nessun altro ha fatto, non avrebbero colpa; ora invece le hanno viste, e hanno odiato me e il Padre mio. (Giovanni 15:24) Egli dichiarava cos di aver testimoniato il proprio carattere cristologico con una missione, un ministero che non aveva uguali nella storia dIsraele e dunque del Mondo. La potenza dei segni, dei miracoli, della rettitudine mostrata da Cristo nella sua esistenza esemplare, nonch il mutamento epocale di cui fu artefice, lo portano aldil di ogni altra illustre personalit della storia ebraica e ne esaltano l'unicit, confermando cos anche la sua personalit speciale, messianica. Alla stessa maniera, i contributi offerti da Sua Maest al benessere del popolo dEtiopia e dell'intera umanit non possono, dopo un attento studio, essere affiancati da nessun altro, ed hanno il medesimo ruolo e potere dei miracoli compiuti in principio da Ges. Naturalmente, la forma di questi segni differente, in accordo con la diversit delle due missioni cristiche, e i prodigi del Ministero Regale del Signore hanno una valenza eminentemente politica e sociale. I progressi osservati in Etiopia a partire dal Suo governo furono cos tanti e radicali da far scrivere allillustre docente di Oxford Edward Ullendorf che si fece di pi in 30 anni che in tutta la storia passata (The Ethiopians, Oxford University Press, 1966): il Re apport modifiche "rivoluzionarie" al sistema politico tradizionale, stabilito dalla Divina Legge Mosaica, assumendosi un'autorit unica nella storia della Nazione e realizzandola con perfetta capacit. Leccellenza manifestata dal Signore in tutti i campi della vita politica e personale fanno di Lui un modello insuperabile e definitivo di Statista, una singolarit personale che non pu essere teologicamente ignorata. c) I Titoli Sacri "E anche il Padre che mi ha mandato mi ha reso testimonianza" Giovanni 5, 37
Quando il Signore fu battezzato da Giovanni nel Giordano, ricevendo cos la sua unzione messianica e sacerdotale, il Padre squarci il Cielo e afferm dinanzi a tutti i presenti: Questi il mio Figlio diletto nel quale ho posto la mia compiacenza (Matteo 3, 17). La medesima apparizione si sarebbe ripetuta in occasione della Sua Trasfigurazione (Luca 9, 35) arricchendo il contenuto della prima frase: Questi mio Figlio, l'Eletto, ascoltatelo!. In tal modo, Dio faceva s che scendessero sul Capo di Cristo delle qualificazioni che ne confermavano lautorit messianica, lelezione e la natura divina, come Figlio incarnato e Redentore. Ugualmente, il Signore Haile Selassie I ricevette, in occasione della Sua Incoronazione e durante il Suo Ministero, diversi titoli dalla Chiesa Apostolica dEtiopia, attraverso cui Dio glorificava ancora il proprio Figlio e ne mostrava al mondo l'autorit. Primo, Potenza della Trinit, Re dei re, Eletto di Dio, Leone di Giuda, Luce del Mondo e Difensore della Fede, sono tutti titoli specificamente cristologici e legati alla manifestazione regale del Messia, che Egli soltanto detiene contemporaneamente e nell'universale riconoscimento ufficiale. Come giustamente rilev l'illustre testata giornalistica "Le Monde", in un suo inserto speciale dedicato al Sovrano (Panorama du Monde, 1955), "Egli porta i titoli pi prestigiosi della storia" su un seggio dell'ONU. d) Le Profezie Bibliche "Voi scrutate le Scritture, perch per mezzo di esse pensate di avere la vita eterna: sono proprio esse che mi rendono testimonianza" Giovanni 5, 39 Affinch luomo potesse riconoscere le apparizioni del Signore e credere nel suo potere di dominare i tempi e la storia, la Bibbia descrive minuziosamente, secoli prima della Sua Venuta, le opere e le caratteristiche di Cristo. Per questa ragione, Egli faceva spesso chiari riferimenti alle profezie antiche, dimostrando come fosse stato gi annunciato in tutti i suoi tratti, esplicitamente o in figura simbolica: Si dovevano adempiere tutte le cose scritte a mio riguardo nella legge di Mos, nei Profeti e nei Salmi (Luca 24, 44). La Vita di Sua Maest, ugualmente, raccontata con precisione da Libri millennari, in ogni sua minima espressione e dimensione. Come Egli stesso afferm nella Prefazione della Sua Autobiografia, Vol. I, con evidente allusione alla narrazione della propria vita, "non vi nulla che non sia scritto nelle Sacre Scritture". In particolare, le sue vicende sono in perfetto parallelo con la vita di Ges e la narrazione dei Vangeli, che rivivono nell'attualit come un'immagine riflessa, speculare. e) La Sua Predicazione e Dottrina "Sono Io che rendo testimonianza a Me Stesso". Giovanni 8, 18 Lidea che la dottrina Rastafari sia una costruzione teorica totalmente estranea alla volont del Signore, che si sarebbe anche stupito, a loro detta, dellesistenza del nostro movimento, da considerarsi frutto dellinformazione propagandistica che, sfruttando limpreparazione generale del popolo, ignora totalmente, consciamente e non, ci che il Re ha insegnato e rivelato, fondamento vero delle nostre credenze e convinzioni. Proprio come fece Ges, molte volte il Signore testimonia e predica personalmente la Sua Cristicit attraverso la parola e le opere pratiche, inducendoci a riflettere sulla Sua Natura, facendo riferimenti alla Scrittura, compiendo consapevolmente profezie messianiche e ponendosi volontariamente nel Mistico e nel Trascendente.
In questa categoria rientra anche la sua straordinaria conoscenza e sapienza, che gli fece guadagnare il conferimento di decine di Lauree ad Honorem da parte dei maggiori Atenei del mondo, appartenenti a tutti e cinque i continenti del globo, e che, manifestatasi senza alcuna specifica istruzione scolastica, testimonia il suo vivere oltre i limiti della storia e della specie umana. Per Lui, vale ci che fu detto nel Vangelo di Matteo, capitolo 7 verso 29: Ora, quando Ges ebbe finito questi discorsi, le folle si stupivano della sua dottrina, perch Egli le ammaestrava come uno che ha autorit, e non come gli scribi. f) Lo Spirito Santo che guida e ispira le menti "Quando verr il Paraclito che vi mander dal Padre, lo Spirito di verit che procede dal Padre, egli mi dar testimonianza" Giovanni 15, 26 La presenza di Cristo rappresenta una potenza viva, che avvolge misticamente le anime che ne vengono a contatto, indipendentemente dalla loro formazione culturale e storica, rendendole partecipi, consapevolmente o inconsapevolmente, del piano Divino. Quando Simeone vide per la prima volta il Bambino Santo presso il Tempio di Gerusalemme, pur senza conoscerlo ne riconobbe l'identit e, riempito dello Spirito Santo, cant le Sue lodi (Luca 2, 25s); quando Ges entr a Gerusalemme, i bambini nel tempio, presi dallo Spirito, cominciarono a inneggiare alla Sua Gloria, e il Signore rispose ai farisei, che gli chiedevano di farli smettere: Vi dico che se taceranno costoro, si metteranno a gridare le pietre (Luca 19, 40). I suoi stessi nemici, anche con l'intento di danneggiarLo e denigrarLo, non facevano che confessare involontariamente che Egli era Giusto e Veritiero: questo il caso del cospiratore deicida Caifa (Giovanni 11, 49s), o di coloro che Lo interrogarono maliziosamente, a cui rivolse il Suo emblematico giudizio: "Tu lo dici" (Matteo 27, 11). Similmente, tante testimonianze di uomini che hanno fatto esperienza del Re sono cariche di profezia e verit bibliche: giornalisti, politici, intellettuali, provenienti da ogni ambiente ed estrazione sociale, assolutamente privi di condizionamenti culturali e storici di matrice rastafariana e a volte addirittura guidati da finalit diffamatorie. Spesso inconsapevoli della portata teologica della proprie affermazioni, espresse come sentimenti inspiegabili e incomprensibili, essi sono attori di un disegno cosmico che conferma in ogni sua minima parte la Fede e la Gloria di Sua Maest. g) I Suoi Figli e Fedeli "E anche voi mi renderete testimonianza, perch siete con me fin dall'inizio." Giovanni 15, 26 Secondo il Vangelo di Luca, capitolo 6 verso 44, "Il pregio di un albero lo si riconosce dai suoi frutti: non si raccolgono infatti fichi dalle spine e non si vendemmia uva da un rovo". I fedeli figli del Re sono anche la pi limpida testimonianza della vera potenza e rettitudine del proprio Padre. Laddove i rasta sono conosciuti senza preconcetti e superficialit, essi ispirano fiducia e rispetto, mostrando un carattere esemplare, eccellenza professionale e vitalit culturale: basta pensare alla qualit universalmente riconosciuta dell'arte Rastafari, allo straordinario carisma di molte importanti figure spirituali, ed alla pacifica serenit che la loro persona ispira, indipendentemente dalle possibili distorsioni caricaturali e propagandistiche.
Cos come in Jamaica il Movimento Rastafari ha contribuito significativamente alla costituzione di una coscienza nazionale ed al raggiungimento dell'indipendenza politica, allo stesso modo esso riveste a livello internazionale un'importante funzione educativa sociale e civile, indissolubilmente legata al valore della libert ed al senso della giustizia, che sta concretamente plasmando e guidando i costumi della societ come una forza edificante e positiva. La sua incidenza nella storia sempre pi evidente e tangibile, e tutti gli uomini sono naturalmente invitati a riflettere sui suoi frutti. In sintesi, una dottrina Rastafari che rifiuti la Cristicit di Sua Maest un controsenso, poich incapace di giustificarne teologicamente la Manifestazione storica, le modalit espressive e comunicative, e rifiuta di riconoscere l'insieme dei Segni della Venuta di Ges, contravvenendo ai Suoi stessi comandamenti. Negare la Cristicit di Haile Selassie I equivale a negarGli la propria fede e costruirsi una visione completamente astratta e soggettiva del Suo Messaggio. Da ci, possibile trarre delle posizioni fondamentali implicite, che derivano dal sistema teologico ortodosso ereditato dall'Etiopia, e che abbiamo il dovere di custodire per professare una fede coerente. a) L'esser Cristo di Sua Maest equivale al Suo esser Dio Figlio Incarnato, ed implica il Suo possesso della Stessa Umanit (Spirito, Anima, Corpo) e della Stessa Divinit di Ges. Come abbiamo gi evidenziato, la teologia ortodossa indica nella sola persona del Figlio l'attuarsi dell'incarnazione, ovvero l'assunzione dell'Umanit, poich la Sua funzione specifica all'interno della Trinit quella della mediazione storica tra la Divinit e le creature. Ed Lui, personalmente, che giunger ancora nella maest, secondo la Scrittura, come premio del suo Sacrificio sulla Croce e della Sua ubbidienza esemplare: per questo che il Cristo Regale viene esplicitamente definito "Verbo di Dio" in riferimento alla Divinit del Figlio (Apocalisse 19, 13; Giovanni 1), e "Agnello Immolato" in riferimento alla Carne assunta, morta e risorta nella gloria (Apocalisse 5). Attribuire a Sua Maest un'identit personale differente da quella del Figlio, come il Padre o lo Spirito Santo, dunque profondamente scorretto. E' ugualmente sbagliato parlare di "reincarnazione" o "seconda incarnazione" di Dio, come molti presunti manuali teorici fanno abitualmente per descrivere la teologia Rastafari. Come abbiamo gi enfatizzato, la Sua una carne risorta, perfezionata e rinnovata, ma la medesima carne che fu concepita nel Ventre inviolato della Vergine Maria, la medesima carne che fu immolata per la salvezza dell'uomo, e che vinse la morte una volta per sempre, essendo Uno con la Divinit. Non crediamo perci che abbia assunto un'altra carne (re-incarnazione), ma che l'umanit incorrotta che si seduta alla Destra di Dio sia scesa di nuovo nel mondo, si sia fatta misteriosamente presente nel Ventre di Waizaro Yashimabet e cos in mezzo a noi. b) Egli non pu morire, poich la morte non ha pi potere su di Lui, n corporalmente n spiritualmente, dopo il Suo Martirio sul Calvario. Nella Sua Prima Venuta il Cristo morto sulla Croce, e nel terzo giorno resuscitato, in accordo con le Scritture. Questa Resurrezione la Sua vittoria eterna sulla morte, il Suo risorgere nella perfezione e pienezza corporale, dopo aver distrutto le maledizioni che gravavano sulla razza umana. Egli, in linea con il destino generale dell'uomo, muore una sola volta e risorge vittorioso una sola volta per tutta l'eternit. Come testimonia con estrema chiarezza il Santo Apostolo Paolo nella Lettera agli Ebrei, capitolo 9, versi 26-28: Ma ora, una sola volta, alla fine delle et, Cristo stato manifestato per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come stabilito che gli uomini muoiano una sola volta, e dopo ci viene il giudizio, cos anche Cristo, dopo essere stato offerto una sola volta per prendere su di s i peccati di molti, apparir una seconda volta senza peccato a coloro che lo aspettano per la
salvezza. E ancora, nella Lettera ai Romani, capitolo 6, versi 8-10: Ora se siamo morti con Cristo, noi crediamo pure che vivremo con lui, sapendo che Cristo, essendo risuscitato dai morti, non muore pi; la morte non ha pi alcun potere su di Lui. Poich il suo morire fu un morire al peccato, una volta per sempre; ma il suo vivere un vivere a Dio. E' dunque ovvio che la morte non contemplata nel Suo Ministero regale e glorioso, e che il Re sia per noi, adesso, realmente e pienamente vivo, nella carne e nello spirito. Tale posizione non un dogma astratto e surreale, ma si accorda senza forzature con storia recente dell'Etiopia e del Suo Sovrano. La Sua "scomparsa" dopo l'arresto, in seguito ad un colpo di stato militare di ispirazione sovietica, ancora un mistero storiografico insoluto, a cui si forniscono tesi contradditorie e spesso bizzarre. Noi crediamo che il Re si sia occultato e nascosto agli occhi degli uomini, in accordo con le profezie bibliche, cos come molte altre imporanti figure della storia sacra, ma che sia allo stesso tempo vivente e operante in mezzo a noi. c) Egli opera la redenzione politica e fisica, cio che propriamente chiamata "liberazione", introducendo l'umanit in una fase di democrazia, diritti civili e giustizia sociale. La funzione assolta dal Cristo Ges nella Sua prima venuta l'espiazione del peccato morale e spirituale dell'uomo, una missione coerente con la Sua Veste di Sommo Sacerdote, e ampiamente descritta, in tutti i suoi aspetti teologici, nelle lettere degli Apostoli, in particolare di Paolo. La funzione specifica della Regalit di Cristo e del Suo Secondo Ministero risiede invece nella rimozione della rimanente oppressione fisica, terrena e politica, a cui il concetto di Maest legato. Gli schemi teologici applicati per l'interpretazione della prima liberazione sono dunque validi per la seconda, qualora adattato il loro linguaggio alla condizione presente. d) Il Suo Regno non ha fine, ma sussiste mediante noi, Suoi Sudditi e Sua Nazione, viventi nei limiti della Sua Legge e sottomessi alla Sua Autorit. Annunciamo dunque la Sua Presenza, reale e politica, sul Trono d'Etiopia e del Mondo. Come scritto nel Vangelo di Luca, capitolo 1 verso 32: Egli sar grande e sar chiamato Figlio dell'Altissimo; e il Signore Dio gli dar il trono di Davide, suo padre; e regner sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avr mai fine. Considerare terminato il Suo governo terreno non solo sarebbe contrario alle indicazioni della Scrittura, ma incompatibile con la Sua vita eterna, a cui legata anche l'autorit imperiale. Inoltre, il Regno di Giustizia che ci stato promesso e affidato possibile soltanto qualora Egli stesso, in qualit di Perfetto Dio e Uomo, governi realmente sulla Terra e corregga le nostre imperfezioni. Crediamo dunque che Egli sia ancora Imperatore d'Etiopia e del Mondo, e che questo Regno si estenda su tutti, in particolar modo su coloro che ne riconoscono il Potere. Questo Governo non ha tuttavia un senso anarchico o eversivo, come alcuni maliziosi osservatori vorrebbero far credere, ma al contrario, pienamente coerente con l'ordinamento democratico dello Stato e con la legge mondiale promulgata dalle Nazioni Unite. Il Suo Governo la societ dei diritti che stata formalmente dichiarata dall'uomo dopo la Seconda Guerra Mondiale, grazie alla Sua Vittoria ed al Suo personale impegno politico, e che non pienamente applicata poich alcune forze vi si ribellano, ripropenendo in forme celate ed attenuate lo spirito tirannico che stato screditato e condannato. Per tali ragioni, esprimiamo fedelt e sostegno alla Repubblica Italiana e alla sua Costituzione Anti-fascista, all'Unione Europea e alle Nazioni Unite, impegnandoci a perfezionare
queste istituzioni con il lavoro e il dialogo, nell'esempio e nella guida del Re dei Re, affinch ci che adesso soltanto relegato ai documenti ed alla retorica, sia un giorno pienamente attuato e visibile su questa terra, e l'autorit del Sovrano sia pienamente e definitivamente rispettata. Bibbia e Testi Ispirati Con il termine etiopico "Metzhaf Qeddus" (letteralmente "Libro Santo"), che corrisponde a ci che nella tradizione occidentale si indica con la parola "Bibbia" (dal greco Biblia, ovvero "libri"), si definisce l'insieme dei Testi concepiti e compilati per diretta ispirazione divina, la Parola Perfetta che Dio ha suggerito ed affidato ai suoi profeti affinch essi la comunicassero all'umanit per la sua redenzione ed edificazione. Assieme alla tradizione orale, ovvero ai divini insegnamenti ed esperienze che si tramandano vocalmente di generazione in generazione e che sono custoditi dalla Chiesa dei fedeli, essa costituisce la verit rivelata dal Creatore e i principi che regolano il Sacro Patto tra Lui e i Suoi figli, che nostro dovere osservare per la salvezza e la pace del Creato. Per comprendere il valore della Scrittura nella cultura Rastafari, non vi modo migliore che ascoltare la Parola del Re dei Re Qadamawi Haile Selassie, che per noi ha la medesima dignit e profondit del testo evangelico, in quanto proferita dal medesimo Dio e Cristo. Dinanzi ai membri dell'Istituto Biblico di Addis Abeba, costruito per Suo Ordine, Egli dichiar nel 1967: In Etiopia abbiamo una delle versioni pi antiche della Bibbia, ma per quanto antica possa essere, in qualsiasi lingua possa essere tradotta, la Parola resta una ed unica. Essa trascende tutte le frontiere degli imperi e tutte le concezioni della razza. Essa eterna. Ricorderete certamente, leggendo gli Atti degli Apostoli, di come Filippo abbia battezzato il funzionario etiope; il primo Etiope ad aver seguito Cristo ed a partire da quel giorno la parola di Dio ha continuato a crescere nel cuore degli Etiopi. Da bambino, ho appreso con tutte le mie forze ad amare la Bibbia ed il mio amore per essa cresciuto con il tempo. Attraverso tutti i miei problemi ho trovato in essa un infinito conforto. Vengano a Me tutti coloro che sono vessati ed oppressi, Io dar loro riposo. Chi pu resistere ad un tal invito, ricco di compassione? A motivo di questa personale esperienza con la Bibbia, ho compreso che tutti i miei compatrioti dovessero condividere questa benedizione e che leggendola avrebbero trovato la verit essi stessi. E per questo che ho commissionato una nuova traduzione dalla nostra lingua antica nella lingua che i giovani come gli anziani sono in grado di comprendere e parlare. Oggi luomo vede tutte le sue speranze ed aspirazioni crollare davanti ai propri occhi, perplesso e non sa dove si dirige. Deve comprendere che la Bibbia il suo rifugio ed un fondamento per tutta lumanit. In essa, egli trover la soluzione alle proprie difficolt presenti ed una guida per le proprie azioni future; senza accettare in piena coscienza la Bibbia ed il suo grande messaggio, nessuno pu sperare di salvarsi. Quanto a Me, Io Mi Glorifico nella Bibbia. Da questo denso discorso, possiamo trarre diverse importanti riflessioni sulla natura della Scrittura Santa, che giusto affrontare in questa sede per una migliore comprensione dei nostri fondamenti spirituali. 1) In Etiopia abbiamo una delle versioni pi antiche della Bibbia... L'Etiopia custodisce un'antichissima versione della Bibbia, frutto della arcaicit e continuit storica che contraddistingue la Nazione, unica al mondo, testimone privilegiata di tutte le fasi della vita
religiosa del genere umano e della sua civilt: Si ricorda nella storia che l'Etiopia, un'isola di Cristianit, abbia prima ricevuto l'Antico Testamento, e in seguito il Nuovo Testamento prima della maggiorparte dei paesi del mondo. Quando, nei tempi dell'Antica Alleanza, essa ricevette la Legge, e quando, nei tempi della Nuova, essa ricevette il Vangelo, ci si assicur che le Scritture fossero tradotte nell'antico linguaggio del Ge'ez. (Qadamawi Haile Selassie, Selected Speeches pag. 616-618) Questa versione della Scrittura non soltanto il prodotto diretto della storia della fede, ma anche l'espressione delle verit eterne con un linguaggio semitico, israelita, nato armonicamente dall'ebraico, che ci permette di cogliere il senso, la profondit e il suono originale del testo. La Bibbia etiopica quindi per noi un punto di riferimento essenziale per la comprensione di ci che le popolazioni straniere hanno mescolato a culture deboli e tradotto con linguaggi e strumenti logici pagani, corrompendo il significato iniziale parallelamente allo stesso smarrimento della dottrina ortodossa e delle sue ricchezze. Infatti, seppur il Signore ci abbia rassicurato in questo stesso discorso riguardo all'universalit delle traduzioni bibliche, che preservano la sostanza del Messaggio Divino, pi forte di ogni loro imperfezione, tuttavia troviamo spesso in Occidente interpretazioni scorrette di significati e strutture sintattiche, oppure manipolazioni capziose di particolari, comunque importanti per una meditazione pi precisa sulla fede. La traduzione infatti un'interpretazione linguistica influenzata dalle nostre visioni teologiche, e l'allontanamento dalla fede originaria delle varie Chiese ha determinato inevitabilmente la perdita della comprensione originaria del testo. La Bibbia tradizionale ge'ez e la sua traduzione in amarico, stampate entrambe per ordine di Sua Maest Imperiale durante il Suo Regno, rappresentano perci una parte essenziale della rivelazione Rastafari, che permette all'uomo di superare la confusione culturale presente nelle varie cristianit in competizione, e di giungere alla perfetta visione del Libro Santo, preservato e interpretato in purezza. Seppur uno studio pi avanzato e filologicamente rigoroso richieda la consultazione della Bibbia etiopica, comunque possibile reperire un testo fondamentalmente corretto anche presso ambienti spirituali non-rastafariani, essendo il medesimo tramandato dagli originali ebraici e greci e universalmente adottato dalle Chiese Apostoliche. 2) La Parola resta una ed unica....Essa eterna. La Scrittura la manifestazione storica di una Parola che, come abbiamo letto, si pone aldil di ogni determinazione e vive nell'eternit, possedendo dunque un carattere Divino. Secondo la teologia ortodossa, adeguatamente illustrata dall'Apostolo Giovanni nel Primo Capitolo del Suo Vangelo, Il Verbo di Dio infatti l'Ipostasi Divina ed eterna del Figlio, che si fa presente nel tempo e nella carne in Cristo, ed possibile affermare che la Bibbia, come verit proferita e "incarnatasi" nella Scrittura, sia un'immagine, un'icona di questo mistero, e ci ci incoraggia ad offrirLe alto onore e venerazione. I due piani fondamentali del significato biblico, corrispondenti alla stessa natura di Cristo (Divinit e Umanit), cos come dell'essere (Cielo e Terra) e dell'unit individuale (Spirito e Corpo), sono rappresentati dal Simbolico e dal Letterale. Cos come il corpo il primo ad essere percepito, al senso letterale si giunge per constatazione, essendo questo il significato immediato delle espressioni bibliche, e cos come il corpo cela l'immagine dello spirito, allo stessa maniera la lettera cela il simbolo che si penetra per mezzo dell'interpretazione, essendo questo il loro significato "mediato": ugualmente, la finalit della Parola pu essere indirizzata alla sfera spirituale e teologica o a quella storica e materiale. Questi diversi piani conoscitivi sono assolutamente complementari e costituiscono un'unit indivisibile, essenziale per una comprensione integrale della fede: per questa ragione, certe tendenze occidentali volte ad annientare il senso letterale a favore di un allegorismo
dominante sono considerate dalla nostra tradizione gravi deviazioni dottrinali. La Scrittura custodisce sempre un messaggio perennemente compiuto, che sgorga dalla Bocca immacolata del Dio che non conosce ombra di mutamento, e non risulta mai obsoleta, indipendentemente dai cambiamenti del mondo e delle sue condizioni. Essa infatti capace di rinnovarsi ed attualizzarsi continuamente a contatto con nuovi tempi e nuove situazioni, e di rivelare nuove profondit alle nostre ri-letture nel tempo, mostrando un potenziale espressivo inesauribile. Scaturendo dalla conoscenza assoluta del Dio senza tempo, essa inoltre capace di dominare completamente i tempi della storia, di esprimere con esattezza storica, a dispetto di ci che alcuni razionalisti predicano, imputandogli una natura "mitologica", la sostanza ed i dettagli degli eventi dell'antichit pi remota, ma allo stesso tempo di conservare una perenne carica profetica, che fa si che immagini e contenuti riferiti al passato abbiano anche una proiezione futura: "Noi stimiamo la Bibbia al di sopra di ogni altro libro. In essa conosciamo gli eventi del passato e apprendiamo quelli del futuro" (Qadamawi Haile Selassie, Inaugurazione edificio Bible Society, 1972) 3) Da bambino, ho appreso con tutte le mie forze ad amare la Bibbia ed il Mio amore per essa cresciuto con il tempo.... Il processo di crescita dell'umanit, similmente a quello dell'individuo, costituito da tappe diverse, a cui corrispondono differenti possibilit espressive ed esigenze: esiste un'infanzia, un' et adulta, ed un'anzianit non soltanto nell'esistenza del singolo, ma anche in quella collettiva delle civilt e dei popoli. Come un Padre amorevole fa con il proprio figlio, la Parola Divina accompagna la nostra crescita personale e il progresso storico dell'umanit, ponendosi in modo corrispondente al nostro linguaggio, alle nostre potenzialit di comprensione e alla gradualit del nostro perfezionamento morale, e rispondendo pienamente ad ogni necessit. La lettura ed interpretazione della Bibbia, per giungere ad una piena saggezza, non dovrebbe mai prescindere dalla Sua evoluzione comunicativa nella storia, sebbene l'esistenza di diversi stadi non possa essere utilizzata a pretesto per negare l'assoluto valore di verit del Messaggio e la santit dei suoi modelli. Entro il profilo individuale, importante comprendere come la Bibbia debba essere presente nella nostra vita sin da bambini e proposta ai nostri figli come strumento educativo centrale, leggerla nel rispetto della nostra maturit, senza avventurarsi nella comprensione delle parti pi complesse e con intelligenza "didattica", e non credere mai che vi siano parti totalmente esaurite nella loro rivelazione, poich la nostra crescita permette l'emersione di messaggi sempre nuovi. 4)la Bibbia ...un fondamento per tutta lumanit. Senza accettare in piena coscienza la Bibbia ed il suo grande messaggio, nessuno pu sperare di salvarsi. Il valore della Scrittura, pur essendo il prodotto di una specifica cultura ed etnia, non pu essere confinato ad un luogo ed un ambiente storico, essendo la parola di Colui che ogni luogo riempie, e che l'origine di ogni razza e tradizione. Essa una parola valida per tutti i popoli e le condizioni locali, e pronunciata per unificare tutti i regni della terra nella Salvezza Universale. Il suo potere di edificazione supera anche i limiti delle tradizioni religiose, facendone un testo fruibile da tutti e assolutamente imprescindibile per un'adeguata conoscenza di Dio e di s stessi. Se si pensa che il pi grande culto extrabiblico della storia, l'Islamismo, fa continui riferimenti nel Corano alla narrazione biblica e si pone in continuit culturale con essa, si comprende anche come lo studio della Bibbia sia essenziale per la comprensione del pensiero e della pratica religiosi nella loro umana generalit. 5) Attraverso tutti i miei problemi ho trovato in essa un infinito conforto...In essa, egli trover la
soluzione alle proprie difficolt presenti ed una guida per le proprie azioni future. Tutte le Antiche Scritture furono compilate per la nostra istruzione, affinch attraverso l'incoraggiamento che ci offrono, possiamo preservare la nostra speranza con forza. (Qadamawi Haile Selassie, Selected Speeches pag. 616-618) E' scritto nella Legge: "Non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio". La lettura dei testi ispirati deve essere perci considerata come un banchetto spirituale, come assunzione di un alimento essenziale per la propria sussistenza ed assimilazione della verit divina, che diventa cos una parte di noi e della nostra energia vitale. La lettura delle Sacre Scritture un dialogo con Dio, che giunge misticamente nei momenti stabiliti dalla Sua prescienza, ci permette di sciogliere con certezza e solidit i nodi della nostra esistenza e di contemplare una direzione, un orizzonte per il nostro cammino che, altrimenti privo di riferimenti, ci condannerebbe alla solitudine, alla paralisi esistenziale ed alla perplessit fallimentare. E' essenziale comprendere come la lettura del Libro Santo non sia un mero esercizio intellettuale e non miri all'astratta erudizione, ma santifichi concretamente la nostra spiritualit e struttura, e influenzi in maniera determinante il nostro destino e successo morale. 6)Vengano a Me tutti coloro che sono vessati ed oppressi, Io dar loro riposo. Chi pu resistere ad un tal invito, ricco di compassione? Nel momento in cui ci accostiamo alla Parola di Dio, noi ci avviciniamo a Dio stesso, e per rendere una tale esperienza degna e fruttuosa, dobbiamo farlo con uno spirito moralmente adeguato all'autorit divina, non adottando lo stesso approccio che ci lega ai libri comuni. La Bibbia invita all'ascolto e all'umilt, e richiede la coscienza della propria umana debolezza, il desiderio sincero della Salvezza e la sottomissione a Dio per penetrarne i misteri e viverla autenticamente: si apre questo Libro per ricevere un dono, una rivelazione, per apprendere e non per criticare, misurare o calcolare. Quest'ultimo metodo, promosso dai materialisti, non pu che giungere a conclusioni che tradiscono le finalit originali della Scrittura, poich senza rispettarne la sacralit e superiorit diventiamo anche completamente indegni della sua verit. 7) E per questo che ho commissionato una nuova traduzione dalla nostra lingua antica nella lingua che i giovani come gli anziani sono in grado di comprendere e parlare... Poich desideriamo che la luce che giunge dalla Scritture possa brillare per tutti, questa Bibbia stata rivista e stampata per Nostro comando e volont nel 31 anno del Nostro Regno. (Qadamawi Haile Selassie Selected Speeches pag. 616-618) Considerando le ricchezze della Scrittura qui evidenziate, la sua lettura, a dispetto di quanto stato insegnato da certe tradizioni cristiane iper-clericali, non un dominio esclusivo dei sacerdoti o delle "alte cariche" della Chiesa, ma un dovere generale di tutti i fedeli, che devono conoscere le volont e le leggi di Dio per preservare fede e rettitudine. Di fianco ad un rapporto con Dio mediato dal sacerdozio e dalla liturgia, deve sussistere anche una relazione personale, diretta e intima, che porti alla costituzione di una chiara e consapevole individualit e cultura spirituale, e che deve essere alimentata dalla lettura costante della Santa Parola. Gran parte delle debolezze di questa societ deriva proprio da un dominio esclusivamente clericale della conoscenza teologica e scritturale, e non un caso che il pi importante movimento critico e scismatico della Chiesa Latina, quello Protestante, sia nato proprio con l'impegno di divulgare e diffondere una Letteratura Sacra che, ad esclusivo appannaggio della casta sacerdotale latina, era da essa liberamente manipolata per giustificare crimini ed eccessi. La volont di Sua Maest di introdurre le moderne tecniche di stampa per la diffusione capillare del Libro Santo, e la loro
traduzione nel linguaggio popolare, un simile impegno all'insegna della coscienza e della trasparenza, ed da noi ribadito con forza. E' tuttavia importante che questa legittima libert individuale e intellettuale sia bilanciata dalla volont di evitare soggettivismi interpretativi che prescindono dall'insegnamento della tradizione, affidata da Cristo ai suoi Apostoli, e conducano a conclusioni assurde e immorali. Per una lettura corretta del Testo direttamente ispirato secondo linee ortodosse, necessario studiare i libri del Canone Ecclesiastico Etiopico e ascoltare l'insegnamento dei Santi Padri e Dottori della Chiesa Etiopica. La loro autorit considerata secondaria e derivata rispetto a quella biblica, poich approfondiscono e spiegano il Libro Santo: nella loro opera vi un maggiore lavoro umano e l'ispirazione "indiretta", ma sono una cosa sola con la Bibbia, che in essi si rivela e spiega correttamente. 8) Io mi glorifico nella Bibbia. Come abbiamo gi evidenziato, la Bibbia un'immagine del mistero cristico, e per questo anche una delle testimonianze pi importanti della Sua manifestazione. Secondo la tradizione ortodossa, ogni verso e pagina della Scrittura, anche le parti apparentemente pi distanti e astratte, parlano di Lui e profetizzano in vista della Sua Venuta, che il culmine e la pienezza del Piano Divino. Riproponendo lo schema dei due livelli biblici di significato, questa profezia pu essere di due tipi: letterale, nel momento in cui il testo descrive direttamente un aspetto cristologico, oppure allegorica, nel momento in cui lo esprime "corporalmente" attraverso le immagini e le opere dei personaggi e degli elementi narrativi. Il Canone Biblico Considerando la composizione estremamente complessa e variegata della Bibbia, che per definizione una raccolta di testi che attraversano tutte le epoche e che sono stati compilati in diverse aree geografiche da autori differenti, molto importante una riflessione sulla sua precisa composizione, quello che viene generalmente definito Canone, ovvero ci che regola la sua struttura e stabilisce quali testi includere e quali escludere. Secondo la tradizione etiopica, la Bibbia composta da 81 Libri, provenienti da ambienti storicamente autentici, ortodossi e custodi di dottrine ortodosse. E' possibile contare gli 81 libri biblici in maniera differente, secondo il diverso grado di autorit dei testi, e per questo si parla di un canone stretto, che raccoglie soltanto libri di ispirazione diretta, e di un canone largo, che include anche libri secondari ma fondamentali, come il cosiddetto canone ecclesiatico, contenente regole di amministrazione della Chiesa e di interpretazione teologica. Il Canone stretto, l'unico propriamente biblico, presente nella versione della Bibbia stampata per ordine di Sua Maest e con la Sua approvazione, ed cos composto: Antica Alleanza - 54 Testi: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio, Giosu, Giudici, Ruth, I e II Samuele, I e II Re, I e II Cronache, Giubilei, Enoch, Ezra, Neemia, Apocalisse di Ezra, I Esdra, Tobia, Giuditta, Ester, I II e III Maccabei, Giobbe, Salmi (+ Salmo 151), Proverbi I parte (Messale), Proverbi II parte (Tagsas), Sapienza, Siracide, Cantico dei Cantici, Ecclesiastico, Isaia, Geremia, Baruch, Lamentazioni, Ezechiele, Daniele (+ Susanna), Osea, Amos, Michea, Gioele, Obadia, Giona, Naum, Habacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia. Nuova Alleanza - 27 Testi: Vangelo di Matteo, Marco, Luca, Giovanni, Atti degli Apostoli, Lettera ai Romani, I e II Corinzi, Galati, Efesini, Filippesi, Colossesi, I e II Tessalonicesi, I e II Timoteo, Tito, Filemone, Ebrei, I e II
Pietro, I II e III Giovanni, Giacomo, Giuda, Apocalisse. Sebbene ogni singolo testo biblico possieda una sua struttura, storia e finalit comunicativa specifica, fattori che meritano di essere considerati per cogliere pienamente il suo senso, importante tuttavia non destrutturare l'unit del Libro Santo e non isolare innaturalmente il suo contenuto analizzandolo senza alcuna attenzione verso l'insieme. Quando il Signore fu interrogato dal dott. Osvald Hoffman, nel 1968, riguardo ai passaggi della Scrittura pi significativi per Lui, Egli afferm: Nutro il pi profondo rispetto per la Bibbia nella Sua interezza. Riconosciamo il nome legittimo che la Bibbia porta (Libro Santo). Si pu osservare che in tutti i periodi dell'Antico Testamento, al tempo dei Patriarchi, dei Re e dei Profeti furono compiute grandi opere miracolose. Ugualmente, il tempo in cui il Nostro Signore in persona diede ordine di recarsi in tutto il mondo e predicare altres di alto valore. Pertanto, Matteo, Marco, Luca e Giovanni - i quattro Vangeli in cui i detti di Nostro Signore sono riportati - sono pilastri per tutti gli uomini sulla terra. Di conseguenza, la Bibbia non dovrebbe essere tagliata in porzioni. La Bibbia, secondo il Signore, composta dall'Antico Testamento (Alleanza) Ebraico e dal Nuovo Testamento Cristico, costituendo un'unit indissolubile. Queste due parti sono perfettamente unificate come Principio e Compimento, e sono dotate del medesimo valore, in quanto non vi l'una senza l'altra. Qualunque concezione teologica che voglia considerarsi realmente biblica deve tener conto della Scrittura nella Sua interezza, e i tentativi occidentali di creare artificialmente delle predilezioni, parlando di un "Dio dell'Antico" distinto dal "Dio del Nuovo", sono per noi riproposizioni di vecchie eresie ampiamente confutate dai padri. Cos come il nostro Re, noi confidiamo completamente nella pari veridicit delle due parti, rispettiamo con la medesima attenzione i precetti della Legge e del Vangelo, e offriamo pari venerazione ai santi dell'epoca antica e nuova. A differenza del canone cattolico comunemente circolante, nel Canone promulgato dal Re dei Re sono presenti i libri di 1 Esdra, Apocalisse di Ezra, Giubilei, Enoch Etiopico (da non confondere con I Segreti di Enoch), il Salmo 151 e i tre Maccabei Etiopici, totalmente diversi dai due libri omonimi presenti nella Bibbia romana, che al contrario non compaiono nel canone ortodosso. Questi testi, spesso definiti dai religiosi occidentali "apocrifi" e privi di ispirazione divina, sono tuttavia un essenziale prodotto della civilt ebraica, abbondantemente citati nella letteratura neotestamentaria e significativamente presenti nella formazione teologica della prima Cristianit. Alla Letteratura Ebraico-Cristiana deve poi essere aggiunta la predicazione di Sua Maest, raccolta in testi di autenticit storicamente provata, su cui spiccano per ovvie ragioni quelli curati e pubblicati ufficialmente dal Governo Imperiale. Essi rappresentano la "Seconda Parte" del Nuovo Testamento in Cristo, si occupano principalmente di moralit politica e di sistemi sociali, in accordo con la nuova missione regale del Signore, e sono spiegati e approfonditi dai testi curati dai Suoi ministri. In questa sezione ci occuperemo della descrizione specifica del contenuto e della storia di questi testi, anche di quelli secondari e derivati, distinguendoli secondo la loro appartenenza alle varie fasi storiche della Rivelazione: Antica (Ebraismo), Nuova (Cristianit) e Nuovissima Alleanza (Rastafari). Rastafari una cultura fondata sul senso di pienezza, pienezza dell'amore per Dio, delle facolt umane al Suo servizio e dell'esperienza mistica. Essa manifesta un concetto di integrit inseparabile, come la stessa parola testimonia, da quello di integralit, ovvero di totale partecipazione dell'individuo al piano Divino, senza parzialit o distrazione, nello spirito cos come nel corpo, nell'invisibile cos come nel visibile, come in Cielo cos in Terra (Preghiera del "Padre Nostro",
Vangelo di Matteo 6, 10). In accordo con tale verit, la nostra fede non concepisce un'ortodossia, ovvero una corretta interpretazione dottrinale, che sia slegata da un'ortoprassia, una giusta pratica coerente con i principi di giustizia e amore rivelati e realizzati dal Signore, poich senza di essa ogni idea, per quanto profonda e nobile, sarebbe miseramente ridotta a fumo intellettuale, vano e contraddittorio. Il Dio Biblico ha infatti comandato ai suoi figli "Siate santi come Io sono Santo" (Levitico 11, 45), e per mezzo della Sua Incarnazione in Cristo ci ha mostrato la necessit eterna che "il Verbo si faccia carne" (Vangelo di Giovanni, 1, 14), e che i nostri valori non restino nascosti nell'astrazione della mente, ma diventino opere concrete e plasmino la realt. In quest'ottica, la categoria dei "credenti non-praticanti", molto in voga nella societ occidentale, completamente priva di senso, tanto pi quando viene applicata alla cultura cristiana, che in origine la rifiuta e condanna come una grave eresia, per bocca dell'Apostolo Giacomo, Capitolo 2 Verso 20: Ma vuoi renderti conto, o insensato, che la fede senza le opere morta? Se come l'Apostolo Giovanni ci insegna Dio Amore (I Lettera 4, 8), quello stesso da Lui nutrito nel principio dei tempi con la propria opera creativa e, lungo il cammino della storia, nella Sua paterna presenza al fianco dell'uomo e delle sue sofferenze, anche noi, figli di questo Bene, siamo chiamati a mostrare il medesimo spirito di servizio, cura e rispetto per l'Altro, ad esprimere un'energia di preservazione e glorificazione della Vita che da Lui sorta. Noi Lo amiamo perch Egli ci ha amati per Primo. Se uno dice: "Io amo Dio", e odia il proprio fratello, bugiardo; chi non ama infatti il proprio fratello che vede, come pu amare Dio che non vede? (I Lettera di Giovanni 4, 19-20) Facendo ci, diamo compimento alla nostra natura originaria, diventando un riflesso di quell'esempio perfetto che Dio ha stabilito con la Sua condotta, e in particolare, per noi uomini, nel momento della Sua Incarnazione, quando si sottoposto alla legge umana senza generare alcuna iniquit o inganno. Egli disse, a questo proposito: Io infatti vi ho dato l'esempio, affinch come ho fatto io facciate anche voi. (Giovanni 13, 15) E ancora: Sin dal momento in cui nacque dalla Vergine Maryam, Iyesus Krstos (Ges Cristo) condusse unesistenza esemplare, una vita che gli uomini di ogni luogo devono emulare... A motivo del carattere esemplare della vita di Iyesus Krstos, necessario che tutti gli uomini si adoperino al meglio delle proprie facolt umane per approssimarsi il pi possibile al buon esempio che Egli ha impartito. (Qadamawi Haile Selassie, Intervista Hoffman, 1968) La dimensione materiale, a riprova dell'indissolubile unit di questi due elementi, influisce anche potentemente sulla profondit della vita spirituale: essa implica una superiore visione del Divino, il sentimento della sua presenza reale nella vita quotidiana e cos un costante alimento per la meditazione e la solidit dell'anima. Non vi pu essere, infatti, autentica comprensione dei misteri senza la loro personale esperienza, non si pu avere alcuna conoscenza profonda senza essere e incarnare soggettivamente quelle verit. Per tale ragione, la nostra identit religiosa non regolata da "dogmi", intesi come concetti spirituali completamente astratti, similmente ai culti dell'occidente, ma invece fondata sulla Livity, ovvero sulla materializzazione della fede e la sua concreta esperienza, su una Verit che anche Vita e Via dell'esistere (cf. Vangelo di Giovanni, 14,6). Per quanto si debba compiere ogni sforzo per approssimarsi al Modello Assoluto che il Signore ha stabilito, bene comprendere che la rettitudine non pu essere fondata su principi strettamente umani e indipendenti dalla relazione con Dio, come un certo pensiero laicista potrebbe suggerire.
Parlando del Divino nella sua pi universale dimensione, la fede a indicare il sentiero di realizzazione di ogni opera buona, e senza una visione limpida, comunicata da Colui che vede tutto, non vi pu essere alcuna impresa vittoriosa, se non illusoria. La vita dell'uomo, per giunta, non dipende esclusivamente dalle sue scelte, che devono necessariamente conciliarsi, per il successo, con i Piani e le Volont del Signore. E' essenziale, infine, anche la fede nella bont finale della creazione e nella divina libert di ogni individuo, elementi senza i quali non possibile giungere a nulla, poich si ottiene il Bene soltanto credendo nella sua possibilit di esistenza e necessit cosmica. La Giustizia deriva dalla Fede (Lettera ai Romani 9, 30). La Fede nell'Onnipotenza di Dio, la ricerca del Suo aiuto e della Sua approvazione, il presupposto essenziale di qualunque buona azione, della sua riuscita, perfezione e sincerit. Allo stesso tempo, l'Amore il compimento della Fede, e senza di questo essa come un'albero senza frutti, sterile e privo di senso. La Fede e l'Amore non sono separabili l'uno dall'altro. (Haile Selassie, Intervista Hoffman, 1968) Soltanto l'equilibrata unit di questi due elementi, nel rispetto dei loro specifici ruoli ma anche della loro interdipendenza e compenetrazione, pu produrre giustificazione e salvezza dinanzi allo sguardo di Dio, e ci permetter di sopravvivere il giorno in cui: I morti saranno giudicati dalle cose scritte nei Libri, secondo le loro opere. (Rivelazione 20, 12) In accordo con la Fede Cristiana d'Etiopia, Iyasus ha stabilito nella Sua Prima Venuta Sacerdotale il modello morale definitivo, legato all'Alleanza Nuova ed Eterna che Egli stipul con il Suo Sangue, immagine di perfetta santit che il Signore Haile Selassie I si limita ad attualizzare ed arricchire esegeticamente, senza modifiche. Partendo dalle regole fondamentali enunciate dal Santo Patto e custodite della Tradizione, approfondendo ogni precetto secondo la dottrina etiopica confermata e insegnata da Sua Maest, potremo delineare la Morale Rastafari fondamentale, che i Rasta si impegnano ad onorare nei pensieri, nelle parole e nelle opere sull'esempio del Loro Re, al meglio delle proprie abilit. La Fede Rastafari in breve
Vi invitiamo a copiare e incollare liberamente sul web questo articolo, che descrive in maniera sintetica ed enciclopedica la nostra fede. Il Rastafarianesimo una fede religiosa che trae la propria denominazione da "Ras Tafari", nobile etiope eletto Imperatore della propria nazione nel 1930 con il nome di Haile Selassie I e con i titoli, specificamente cristologici, di Re dei Re, Eletto di Dio, Luce del Mondo, Leone Conquistatore della trib di Giuda. In seguito alla Sua Incoronazione, alcuni cristiani riconobbero in Lui il Cristo Ges nella Sua Seconda Venuta in Maest, Gloria e Potenza, come profeticamente annunciato dalle Sacre Scritture. Sebbene questo sentimento religioso sia sorto spontaneamente anche presso gli Etiopi e l sia tuttora presente, esso si sviluppato primariamente, entro il profilo storico e culturale, grazie a personalit straniere e presso popolazioni non-etiopiche, ed in seguito all'Incoronazione di Haile Selassie I, avvenuta nel 1930. Fondamentale per la sua affermazione fu il movimento Etiopianista, una corrente di ispirazione cristiana sorta presso comunit africane in patria e nelle Americhe, che rivendicava il recupero della dignit culturale e nazionale degli africani, vittime della deportazione e schiavit Occidentale, mediante il riferimento spirituale e politico all'Etiopia. Nei primi del '900, gli
etiopianisti, guidati da Marcus Garvey, il cui ministero spesso assimilato dai rastafariani a quello di Giovanni Battista precursore di Cristo, cominciarono a proiettare una viva attesa politicomessianica sull'Etiopia, sulla scia di un fermento sociale gi presente in quella nazione, e nel 1930, dopo aver assistito alla Sua Incoronazione, alcuni discepoli di Garvey, capeggiati dal carismatico Leonard Howell, videro in Haile Selassie I il Messia atteso, che non era per, nella loro interpretazione, un generico liberatore politico, ma Ges stesso nella Sua Regalit. Questa ispirazione diede vita ad un nuovo ed autonomo movimento religioso detto in seguito RasTafarianesimo, per indicare la totale identificazione dei fedeli con Haile Selassie I (rimarcata dalla loro abitudine di definirsi "RasTa"), la cui rivelazione divent il punto di riferimento essenziale. Dopo l'intensa predicazione dei primi seguaci in Africa e in America, ed una prima rapida espansione, nella met del 900, nelle Indie occidentali, negli Stati Uniti e in Inghilterra, il Rastafarianesimo si di seguito radicato ovunque sul globo, soprattutto grazie al potere mediatico della sua vivace cultura musicale, legata in particolare al reggae, che ne veicola il messaggio teologico. Fondata sull'esempio e la predicazione di Haile Selassie I, che fu storicamente ed attivamente cristiano, la teologia rastafariana si presenta come un'evoluzione del Cristianesimo, cos come questo lo fu dell'Ebraismo. I Rastafariani accettano dunque gli insegnamenti teologici e morali di Ges, custoditi dall'antichissima Tradizione Etiopica Ortodossa, e credono che Haile Selassie I li attualizzi e compia profeticamente in quanto Cristo Tornato, secondo le esigenze dell'uomo moderno. Perci, essi credono nella Divinit di Cristo, nella Trinit, nella resurrezione dei corpi, nell'immortalit dell'anima, nella verginit di Maria ed in tutti gli altri dogmi della cristianit Ortodossa; in accordo con essa, credono anche nel millenarismo, ovvero nell'idea che il Cristo debba instaurare un regno terreno prima della fine del mondo e del giudizio universale, secondo i dettami dell'apostolo Giovanni (Rivelazione 20): Haile Selassie I giunge dunque a realizzare questa profezia, e regna sui suoi eletti, i Rastafariani, sino al termine della storia. Il loro Testo Sacro costituito dal canone biblico etiopico, stabilito da Haile Selassie I, composto dell'Antico e del Nuovo Testamento, e dai testi ufficiali che contengono la testimonianza storica del Re. In accordo con la tradizione Etiopica, raccolta nel "Kebra Nagast", i Rastafariani credono che l'Etiopia sia il Nuovo Israele, la Nazione eletta alla custodia della Cristianit nei tempi della frammentazione e della falsificazione, sino all'avvento secondo di Cristo, compiutosi in Haile Selassie I. In questo libro riportato l'incontro tra Re Salomone e la Regina di Saba, descritto anche dalla Bibbia (1 Re 10; 2 Cronache 9); ella, curiosa di conoscere la straordinaria saggezza del Re, si reca a Gerusalemme, e dalla relazione amorosa sorta tra i due nasce Menelik, capostipite della dinastia regale etiopica. L'Etiopia riceve la missione di preservare la purezza della Cristianit dopo il rifiuto di Israele, e di custodire il carisma del Trono Davidico sino all'avvento regale del Cristo, a cui destinato sin dall'inizio del mondo. A riprova della sua elezione, l'Etiopia riceve l'Arca dell'Alleanza, simbolo della presenza del Signore, contenente le Tavole della Legge date da Dio a Mos, oggi conservata in un santuario ad Axum. Haile Selassie I fu l'ultimo regnante ad occupare il seggio di Davide, prima della dissoluzione della monarchia (ad opera di una giunta militare chiamata Derg), e questo incoraggia i Rastafariani a riconoscere in Lui il compimento delle promesse divine. Essi osservano la morale cristiana, ubbidendo ai 10 comandamenti del Sinai ed alle regole d'amore dettate da Cristo: "Ama il Signore Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e tutta la tua forza" e "Ama il prossimo tuo come te stesso" (Luca 12, 28-31). Istruiti dalla tradizione etiopica e dalla decisiva predicazione di Haile Selassie I, i rastafariani nutrono un particolare rispetto per le altre culture religiose, e parlano di "parentela spirituale" dei mistici di tutte le culture storiche, utilizzando un'espressione del Re stesso. Pur difendendo il primato della propria identit, i rastafariani sostengono che si pervenga alla salvezza mediante la Fede nel Divino e l'osservanza della morale naturale e il rispetto politico dei diritti umani, aldil delle posizioni
teologiche e metafisiche: da questo procede il loro vivo interesse per gli altri culti, considerati, sempre in riferimento ad una frase di Haile Selassie I, "vie del Dio vivente", che non possibile giudicare. Sono quindi dottrinalmente contrari al fanatismo e al settarismo religioso. Inoltre, essi professano i precetti politici che il Re ha trasmesso loro, completando, a loro avviso, la rivelazione storica. Credono dunque in una moralit internazionale retta dal principio della sicurezza collettiva, dell'autodeterminazione dei popoli, dell'uguaglianza dei diritti, della noninterferenza, e nel riconoscimento di un ordine sovra-nazionale che ripudi la guerra, per la ricomposizione pacifica delle dispute e per la risoluzione dei problemi comuni, istituzionalmente governato dall'ONU, di cui Haile Selassie I fu Padre Fondatore. Credono nella necessit di costruire sistemi politici liberali e democratici, fondati sull'osservanza della Dichiarazione dei Diritti Umani e difensori della libert civile, economica, spirituale e culturale, rifiutando dunque ogni ideologia e statolatria totalitaristica, di qualsivoglia orientamento politico, che assorba l'anima umana, possesso esclusivo di Dio; credono inoltre nella necessit di uno Stato socialmente impegnato, che non si limiti a garantire negativamente la libert, ma che guidi e educhi l'uomo, pur laicamente, al rispetto del prossimo e di Dio. Inoltre, i rastafariani sostengono che sia necessario affrontare con particolare attenzione il problema del continente africano, il pi povero ed afflitto del pianeta in virt di secoli di sfruttamento ed aggressioni, eticamente meritevole di una riparazione storica. Forti dell'esempio di Haile Selassie I, considerato comunemente il Padre dell'Africa Unita e principale fondatore dell'Organizzazione dell'Unit Africana, chiedono che l'Africa realizzi l'unione continentale, liberandosi dalla dipendenza dai poteri stranieri, recuperando la propria identit, e sviluppandosi secondo modelli politici e culturali propri, che tali poteri hanno cercato e cercano di strapparle. Gli africani deportati, in particolare, per raggiungere la pienezza di s e fronteggiare il proprio disagio storico, devono ricordare le proprie origini e onorarle, e lavorare attivamente per questa causa: in tale ottica che il concetto di rimpatrio, condiviso e sostenuto dall'Imperatore, che mise a disposizione dei deportati un ampio territorio etiopico (Shashamane), acquisisce un significato vitale. I Rastafariani credono che Haile Selassie I sia Cristo per varie ragioni. Credono Egli esprima una santit assoluta, e che abbia compiuto opere miracolose, principalmente di natura politica, in Etiopia e nel Mondo; credono che Egli, come Ges, compia le profezie della Scrittura Sacra, sia in termini espliciti che allegorici, ponendo particolare attenzione sull'Apocalisse di Giovanni, finalizzata alla descrizione della Venuta Seconda di Cristo; Essi credono nella veridicit dei Suoi titoli e nella Sua predicazione, che tendono a proiettarlo nella trascendenza e nel mistico: molti tuttavia negano che il Re abbia mai avanzato tali pretese, sostenendo invece che le abbia rifiutate espressamente. I rastafariani pensano che tali posizioni ignorino il contenuto della Rivelazione, e che l'atteggiamento "restio" di Haile Selassie I compia perfettamente le linee della Cristologia biblica. I rastafariani rifiutano l'idea del decesso fisico o spirituale di Haile Selassie I, credendo nel Suo occultamento volontario agli occhi degli uomini. Secondo la teologia cristiana, infatti, Ges Cristo muore una sola volta e risorge definitivamente, espiando il peccato umano (Lettera agli Ebrei 9, 2628); la Sua seconda venuta rappresenta il tempo del Regno glorioso, non della passione e del sacrificio. I misteri che ancora oggi avvolgono la scomparsa di Haile Selassie I (la mancanza di foto, video, la negazione dei funerali, la scelta di non mostrare il suo corpo, la provata falsit delle cause fisiche addotte per giustificare il decesso) sono per loro la dimostrazione della veridicit della propria fede. Credono dunque che Haile Selassie I sia ancora corporalmente vivo e presente sul trono d'Etiopia, e che essi costituiscano il Suo Regno. L'idea che il Rastafarianesimo sia riservato agli africani e che escluda la partecipazione dei "bianchi" assolutamente falsa e priva di fondamenti teologici. Haile Selassie I, secondo lo spirito del Vangelo, ha insegnato l'assoluta uguaglianza delle razze ed ha predicato il proprio messaggio a tutte la nazioni. Sono presenti tra gli occidentali forti comunit rastafariane e personalit importanti
per la storia del movimento, che vivono in piena comunione religiosa con i propri confratelli di stirpe africana. Forme di possibile diffidenza e razzismo devono essere associate a comprensibili tensioni storiche, e non alla cultura spirituale. I rastafariani sono comunemente conosciuti per i cosiddetti dreadlocks, delle lunghe e dure trecce che caratterizzano la chioma di alcuni fedeli: queste costituiscono la realizzazione materiale di un voto biblico, il Nazireato, descritto nella Legge Mosaica (Numeri 6) e custodito nella Cristianit dalla sola tradizione etiopica. Questa pratica ascetica comporta la consacrazione del proprio capo e dunque l'astensione dalla tonsura e dalla pettinatura, generando naturalmente le celebri trecce (cfr. Giudici 16, 13-19); implica inoltre l'astensione da alcolici, uva e suoi derivati, e una dieta vegetariana. A dispetto dell'opinione comune, si tratta di una pratica facoltativa, e molti rastafariani non sono Nazirei. Uno degli aspetti pi commercializzati e sfruttati dagli organi mediatici l'utilizzo della marijuana, che viene immediatamente associato ai rasta come un elemento fondamentale della loro cultura. Certamente, in accordo con le scoperte del pensiero scientifico moderno, i rastafariani considerano la canapa un'immensa risorsa medicinale e materiale, vitale per il progresso e il benessere delle nazioni, rivelatasi in questi tempi per l'instaurazione di un regno terreno di prosperit e gioia: tuttavia, a dispetto di ci che viene comunemente insegnato, la sua assunzione "psichica" non viene considerata un sacramento spirituale o un atto essenziale per la salvezza morale, quanto una sacra attivit meditativa, e non ricreativa o edonistica, che alcuni individui praticano al suo interno secondo la propria libera scelta, cos come in altre tradizioni religiose, come l'Islamismo, l'Induismo, ed il Cristianesimo Africano, e vi sono comunit rastafariane completamente estranee a tale utilizzo. In ogni caso, i rastafariani predicano la disciplina morale ed il controllo di s, e sono avversi ad ogni forma di ubriachezza: in accordo con i precetti di Haile Selassie I, predicano il rispetto del proprio corpo attraverso una corretta e sana alimentazione, l'esercizio fisico e l'astensione dalle droghe, ovvero ci che loro chiamano "pratica dell'I-tal", un modo "vitale" di intendere il proprio rapporto con la Creazione. All'interno dell movimento Rastafari si annoverano diversi "ordini", tra i quali ricordiamo i Bobo Shanti e i Nyabinghi, e diverse organizzazioni, come l'Ethiopian World Federation, fondata da Haile Selassie I Stesso, e le "Twelve Tribes of Israel". Tuttavia, la relativa facilit della teorizzazione teologica, in presenza di una rivelazione chiara e diretta, sta permettendo un graduale appianamento delle differenze - sostanzialmente causate dalla scarsa conoscenza dei testi e delle risorse culturali l'universale accettazione delle istanze dottrinali fondamentali e la costituzione di un'unica fede Ortodossa.