Il latino volgare l'insieme delle varianti della lingua latina parlate dalle diverse
popolazioni dell'Impero romano. La sua principale differenza rispetto al latino letterario
la maggiore influenza dei substrati linguistici locali e la mancanza di una codificazione legata alla scrittura. Il latino volgare include tutte le forme tipiche della lingua parlata che, quindi, proprio per tale natura erano pi facilmente influenzabili da cambiamenti linguistici e da influssi derivati da altre lingue. La lingua latina sviluppatasi, cresciuta e diffusasi con Roma e la sua statalit nell'Impero, era divenuta col tempo la lingua di una minoranza elitaria, del ceto amministrativo mercantile e dei letterati, ben lontana dalla lingua parlata quotidianamente da tutte le genti a tutti i livelli sociali. na distinzione tra latino letterario e latino volgare non applicabile ai primi tre secoli di storia romana, quando le necessit della vita avevano forgiato una lingua non del tutto formalizzata dal punto di vista grammaticale. !i pu" infatti dire che i documenti latini pi antichi riflettono molto da vicino o corrispondono del tutto alla lingua parlata all'epoca in cui furono redatti. Le prime opere letterarie in latino compaiono nella seconda met del III secolo a.#. e riflettono un'importante evoluzione, effettiva sia sul piano lessicale sia sul piano grammaticale, che corrisponde all'espandersi dell'influenza di Roma. A partire dal III secolo, a causa della caduta del prestigio culturale di Roma e poi dell'autorit politica del suo potere centrale, della diminuzione dei rapporti commerciali con le province, dell'avvento del Cristianesimo, e poi delle invasioni barbariche (che portarono: in Italia prima i Goti nel V secolo, poi i ongobardi nel VI ed in!ine i Visigoti in "pagna# i $ranchi in $rancia%, le varie parlate volgari cominciarono ad evolversi, !ino a diventare vere e proprie lingue (le lingue neo&latine%' 'evoluzione di ognuna di (ueste !u autonoma, ma (uasi tutte ebbero alcune caratteristiche comuni: il passaggio del tipo di accento da (uantitativo (ossia con accentazione data dalla lunghezza di pronuncia delle sillabe% ad intensivo (l'accentazione ) garantita dalla maggiore o minore intensit di pronuncia delle sillabe, cos* com') attualmente nell'italiano% la caduta di sillabe atone intermedie di alcune parole (cos*, da parabolare avremo parlare in italiano, con caduta della terza sillaba, parler in !rancese, e cos* via% la costruzione della !orma passiva dei verbi, che ac(uisisce l'ausiliare essere (+io mangio+, all'attivo, diventa +io sono mangiato+ al passivo% la costruzione del !uturo semplice, !ormato dall'in!inito del verbo , il presente di avere (+amare , habeo+, dove +habeo+ si contrae in +ao+, per cui +amarao+, (uindi +amar-+, (uindi +amer-+ in italiano, o +.'aimerai+ in !rancese%