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an international journal
of early renaissance studies
i i · 1 / 2 · 2007
E S TRATTO
pi s a · ro m a
fabrizio serr a · editore
mmviii
CO O RD INAM E N TO
S CI E N T I F IC O E D E D ITORIALE
S E NIO R ED ITO R S
Miche l Blay · Jean-Louis Ch arlet
Ma rce l lo C icc uto (Segretario · Secretary)
Fr a n ce sco Furlan (Segretario · Secretary)
Ma rtin McLaughlin · G ianni Vent uri
Amico Aspertini, Schizzo da un vaso antico di proprietà di Andrea Bregno, Wolfegg (Württemberg),
Castello, Codice di S. n° c. 18v.
poggio, bruni, e le storie fiorentine 11
PREMESSA
L a recente pubblicazione di testi originali poggiani, in Italia e all’estero, nonché un rinnovato interesse
critico possono costituire importanti occasioni di rilettura di buona parte dell’opera dell’umanista,
che sotto il fuoco o anche all’incrocio effettivo di differenti modi interpretativi mostra di rappresentare
uno dei luoghi eccellenti dell’intera storia culturale quattrocentesca. Più ambienti, registri e generi
risultano oggi – e sono risultati negli studî di anni non troppo lontani – coinvolti nell’esperienza più
che articolata e varia di quella personalità di valdarnese che seppe aprire prospettive amplissime e
sfondi persino inusuali alla ricerca intellettuale della sua epoca, non senza il fondamento di una sempre
organica attenzione a fatti tanto invariabilmente quanto profondamente segnati da una naturalissima
attitudine al filtraggio culturale, che finisce per rappresentare un Nachlass tra i più cospicui e duraturi
della nostra tradizione letteraria.
Alla definizione di un vivere storicamente consapevole, all’inquietudine anche polemica e contrastiva
di uno spirito incline a raziocinante moralità, all’arguzia di una quasi incontenibile inventio rappresen-
tativa fanno riferimento i saggi raccolti in questo dossier : da uno studio sulla scrittura storiografica
umanistica più vicina all’esperimento poggiano (Gary Ianziti, Poggio, Bruni e le Storie fiorentine), alla
riflessione estetica e storico-filosofica dell’umanista (Michèle Guéret-Laferté, La scène et les coulisses
du « théâtre de la Fortune » dans le De varietate fortunæ de Poggio Bracciolini ; David Marsh, De curialium
incommodis : Alberti and Poggio), comprendendo altresì il versante dello specifico impegno equilibrato fra
politica e cultura (Paolo d’Alessandro, La polemica col Perotti nelle lettere di Poggio Bracciolini), il raggio
delle competenze artistiche (Marcello Ciccuto, Poggio “conoscitore” fra codici antichi illustrati), o le in-
numerevoli sfumature dell’intreccio tra fonti, acquisti conoscitivi e problemi di struttura che emergono
da un’analisi ravvicinata del “pianeta-Facezie” (Armando Bisanti, Spigolando lungo il testo delle Facezie
di Poggio ; Stefano Pittaluga, Un manoscritto delle Facezie di Poggio Bracciolini [Torino, Accademia delle
Scienze, MM V 28 = mss. 0179]). Diciamo pure, auspicabilmente almeno quanto intenzionalmente, tutti
questi saranno pegno di ulteriori avventure di studio, nella misura in cui l’insegnamento umanistico
braccioliniano seppe configurare come moderno – valido insomma ancora per noi – il radicamento
civile dell’essere pensante entro la vicenda delle sue conquiste di conoscenza.
12 gary ianziti
poggio, bruni, e le storie fiorentine 13
1 Cfr. Poggii Historia florentina, ed. cit., p. 79 : « Illud vero 4 Cfr. Emilio Santini, Leonardo Bruni Aretino e i suoi
animadversum memoratu dignum : seu justum, seu inju- Historiarum florentini populi libri Xii, « Annali della Scuola
stum cum Gregorio bellum susceptum fuerit, Octoviros, qui Normale Superiore di Pisa - Classe di Filosofia e Filologia »,
bello gerendo præfuerunt, parvum infra tempus post illius xxii, 1910, pp. 3-173 : 89 s.
mortem defunctos esse omnes, genusque eorum majori ex 5 Cfr. A. M. Cabrini, Le Historiæ del Bruni..., cit., pp.
parte deletum ». 305 ss.
2 Per la Cronaca minerbettiana come fonte principale del 6 Poggio Bracciolini, Oratio funebris in obitu Leonardi
Buoninsegni si vedano A. Molho, Domenico di Leonardo Arretini, in Leonardi Bruni Arretini Epistolarum libri, ed. cit.,
Buoninsegni’s Istoria fiorentina, cit., p. 262 ; A. M. Cabrini, vol. i, cit., pp. cxv-cxxvi : cxxiii.
Le Historiæ del Bruni..., cit., p. 305. 7 Pubblicato col titolo Rerum suo tempore gestarum Com-
3 Cfr. N. Rubinstein, Poggio Bracciolini cancelliere e storico mentarius, a cura di Carmine Di Pierro, in Rerum Italicarum
di Firenze, cit., pp. 226 ss. Scriptores, ed. cit., Xix 3, 1926, pp. 423-458.
poggio, bruni, e le storie fiorentine 23
sussidio della Cronaca minerbettiana – una pagina lo zio per raggiungere il potere. Probabilmente
della storia fiorentina solo abbozzata dal Bruni, permane in questo ritratto bruniano qualcosa dei
quella in fondo abbastanza fondamentale che ab- calcoli politici dell’epoca, nei quali Gian Galeazzo
braccia le guerre contro Gian Galeazzo Visconti fungeva da interlocutore privilegiato dei fiorentini
dal 1389 al 1402. nei confronti di Bernabò, considerato assai più
Nel terzo libro, più che altrove, sono evidenziati pericoloso. 6
i lineamenti del metodo compositivo adottato da Nelle Storie del Bruni Gian Galeazzo Visconti
Poggio. Egli abbraccia senza remore la struttura fa di conseguenza il proprio ingresso sulla scena
della narrazione bruniana, che poi riscrive e rie- quasi in sordina. Poggio invece presta a questi
labora, inserendovi molti dettagli attinti da altre avvenimenti toni quasi shakespiriani. Ma non si
fonti. Un esempio di ciò, lo troviamo fin dall’inizio tratta di mera velleità letteraria, o della volontà
del terzo libro, là dove Poggio si ferma a rac- di rivaleggiare ad ogni costo col predecessore. Le
contare in forma particolareggiata dell’imboscata Storie fiorentine di Poggio a noi paiono animate da
tesa a Bernabò Visconti dal nipote Gian Galeazzo un vero e proprio spirito di revisionismo storio-
nel 1385. 1 Egli non si limita qui alle informazioni grafico. Poggio vuole inanzittutto reagire contro
contenute nelle cronache fiorentine, e si spinge certo campanilismo insito nelle fonti fiorentine.
invece ad arricchire il quadro con nuovi elementi Forte della sua lunga esperienza in curia, egli non
desunti da fonti ostili a Gian Galeazzo. Così, per accetta di chiudersi entro i consueti limiti muni-
esempio, la simulazione da parte di quest’ultimo cipali o regionali. In questo senso egli è discepolo
di sentimenti religiosi – finzione tutta calcolata del Biondo, e come il Biondo anch’egli aspira ad
per far tacere ogni sospetto di tradimento – pro- una visione della storia non più municipale ma
viene, se abbiamo visto bene, dai Gatari. 2 Il ritrat- “italiana”. 7 Perciò egli propone – e giustamente
to di Gian Galeazzo dipinto da Poggio è perciò fin – Gian Galeazzo Visconti come il protagonista di
dal principio a tinte fosche. Tutta la prima parte questo terzo libro. Quando parla di Firenze, poi,
del libro è dominata dalla figura del Visconti, che Poggio non risparmia affermazioni critiche. Così,
giganteggia a tal punto che Poggio si sente auto- dopo aver descritto il negoziato che conduce alla
rizzato a procedere in maniera quasi biografica. 3 pace di Genova (1392), egli segnala l’irrequietezza
L’apertura di Poggio si contrappone nettamen- del popolo fiorentino :
te alla pagina bruniana corrispondente. Sull’epi- Pax foris parta seditiones domesticas Florentiæ eo,
sodio in questione il Bruni offre solo poche, scar- qui secutus est, anno excitavit : ut fit in populis, qui
ne notizie. Riconosce tra l’altro il pericolo che nullum statum rerum æquo animo ferre sciunt, tam
Bernabò e la sua figliolanza rappresentavano per belli, quam pacis impatientes. 8
Gian Galeazzo. 4 Le insidie a loro tese sono per Non siamo qui nell’ambito di una questione di
l’appunto tali, ma forse giustificate dalla rivalità incompetenza politica : è tutto il sistema e lo stes-
tra contendenti. Del resto, il Bernabò del Bruni so carattere fiorentino che Poggio mette sotto
muore sì prigioniero, ma di morte naturale, e accusa. Più tardi poi egli polemizza apertamente
non avvelenato col figlio come avviene nella re- contro le imposte straordinarie. Ricorrere a tale
lazione di Poggio. 5 Per il Bruni quanto succede soluzione, come spesso accade a Firenze,
tra Bernabò e Gian Galeazzo nel 1385 si riduce ad iniquum est, pessimumque exigendæ pecuniæ genus,
un problema politico : come deve reagire Firenze et abominandum, atque ab his excitatum, quibus po-
di fronte al fatto che ormai tutto il potere a Mi- tior est res privata, quam publica, quique opes sibi ven-
lano è concentrato nelle mani di uno solo ? Gian dicant per aliorum calamitatem, ipsi omni ejusmodi
Galeazzo non è, almeno in questa fase, l’incarna- tributi onere expertes. 9
zione del male, ma solo un qualcuno che scavalca Dove si nota l’amarezza di Poggio nel constatare
che proprio coloro che istituiscono tali imposte
1 Cfr. Poggii Historia florentina, ed. cit., pp. 82-85.
2 Cfr. Galeazzo, Bartolomeo, Andrea Gatari, Cronaca straordinarie se ne mettono poi al riparo tramite
carrarese, a cura di Antonio Medin, in Rerum Italicarum esenzioni.
Scriptores, ed. cit., Xvii 1, 1931, pp. 1-908 : 232 ss. Ma si veda Riscrivere le Storie del Bruni serve cioè, a Pog-
anche la Cronaca minerbettiana, ed. cit., pp. 281 s., ripresa in gio, a ristabilire un certo equilibrio. La sua narra-
forma succinta da D. di L. Buoninsegni, Historia fiorentina,
ed. cit., p. 672.
3 Cfr. Poggii Historia florentina, ed. cit., p. 82 : « […] de quo 6 Cfr. L. Bruni, Historiarum florentini populi libri..., ed. cit.,
priusquam scribere aggrediar, paulum ab instituto digre- p. 239, rr. 37 s. ; Daniel M. Bueno De Mesquita, Gianga-
diendum videtur, quo vita moresque Johannis usque ad belli leazzo Visconti, Cambridge, Cambridge University Press,
primordia recenseantur . 1941, p. 85.
4 Cfr. L. Bruni, Historiarum florentini populi libri..., ed. cit., 7 Su tale aspetto insiste anche R. Fubini, Umanesimo e
p. 239, rr. 26 s. : « Bernabos enim et natura acer et cupiditate secolarizzazione, cit., pp. 227 s.
nimius et abundans filiis merito formidandus […] ». 8 Poggii Historia florentina, ed. cit., p. 122.
5 Cfr. ivi, p. 239, r. 36 : « Bernabos ipse captus haud multo 9 Ivi, p. 141. Sottolinea l’importanza di questo passo anche
post obiit diem ». Cfr. Poggii Historia florentina, ed. cit., p. 84. R. Fubini, Storiografia dell’umanesimo, cit., p. 179.
24 gary ianziti
zione esce in tal modo dai binari della storiografia la sconfitta ad Alessandria fosse seguita da una
ufficiale. Certo non in maniera completa, poiché rivincita fiorentina. 6
Poggio si dimostra a volte pronto a seguire il In tutto ciò Poggio segue abbastanza fedelmen-
Bruni anche là dove sa che il suo predecessore te il Bruni. Arricchisce, è vero, il quadro generale
falsifica i dati ad maiorem Florentinorum gloriam. con molti particolari provenienti per la maggior
Esempio importante ne è la battaglia di Alessan- parte dalla Cronaca minerbettiana ma sviluppa il
dria, del 25 luglio 1391, nella quale le forze francesi contrasto, già implicito nel Bruni, tra il comporta-
dell’Armagnac, chiamate in Italia per sostenere mento dell’Armagnac e di Hawkwood. Attribuisce
la causa fiorentina, vennero sconfitte e il loro ca- poi la sconfitta del primo alla « ducis temeritas »,
pitano ucciso. La vittoria fu merito soprattutto espressione che ricalca la « troppa baldanza » della
del capitano visconteo Jacopo Dal Verme, il qua- Cronaca minerbettiana. 7 Dal canto suo, Hawkwood
le nei mesi precedenti era riuscito ad impedire invece capisce che la situazione in cui si trova
che le forze fiorentine comandate da Hawkwood richiede cautela e furbizia : « At ille magis astu
si ricongiungessero con l’esercito francese. Non quam viribus utendum ratus […] », scrive infatti
solo il Dal Verme aveva respinto l’avanzata di Poggio. 8 Sicché le sue gesta in quel momento
Hawkwood verso Milano, ma lo aveva addirittura critico sono da ammirare più per l’astuzia che
cacciato fuori dalla Lombardia prima di tornare per la prodezza, e il suo esempio dimostra che
ad Alessandria per sconfiggere l’Armagnac. Tutto nella guerra non vincono i più valorosi, ma i più
ciò viene raccontato in alcune famose epistole del furbi : « docuit plus ingenium in bellis, quam vi-
Vergerio, nonché nella Cronaca minerbettiana. 1 Il res posse ». 9 La guerra subisce pertanto una netta
Bruni a quel punto si sente in dovere di mesco- devalorizzazione in quanto non più dominata da
lare le carte : egli pone la battaglia di Alessandria valori tradizionali quali l’audacia o il coraggio,
prima della cacciata di Hawkwood e attribuisce ma solo da manovre e calcoli di basso ordine.
la sconfitta al gran caldo. 2 Nel suo racconto, solo Nel ritratto di Poggio, insomma, Hawkwood di-
dopo tale battaglia il Dal Verme si lancia con- venta l’eroe di questo nuovo tipo di guerra : egli
tro Hawkwood ; e qui egli inventa di sana pianta stravince soprattutto grazie alla sua padronanza
un’importante vittoria fiorentina : i due eserciti delle finzioni guerresche. Anche in Poggio com-
si scontrano, con un risultato catastrofico per il pare quindi una grande vittoria di Hawkwood ;
nemico : ma più che per ristabilire un equilibrio tra le forze
Cæsi ex his permulti ; capti etiam supra mille ducentos, in campo, come nel Bruni, Poggio presenta tale
et in his præcipui quidam ductores. 3 vittoria come un trionfo dell’astuzia. Egli aumen-
I biografi moderni di Hawkwood non hanno avu- ta poi sensibilmente il numero degli uccisi e dei
to difficoltà nell’accettare queste invenzioni del prigionieri : questi ultimi sono 1.600 in Poggio,
Bruni. 4 Più lucidi gli storici : in realtà, ci furono 1.200 per il Bruni, e molti meno ancora secondo
alcune scaramucce, niente di più. 5 È chiaro che il la Cronaca minerbettiana. 10
Bruni, oltre a rovesciare l’ordine cronologico degli Nel raccontare le ultime fasi della guerra, Pog-
avvenimenti, esagera di molto l’entità di qualche gio si dimostra tuttavia più indipendente. Anzi,
scontro minore in cui Hawkwood ebbe la meglio. come in altre occasioni già viste, la narrazione
L’intenzione era quella di creare l’impressione che poggiana sembra voler non tanto completare
quanto correggere quella precedente del Bruni.
Un primo segnale di questa tendenza arriva con
1 Cfr. Epistolario di Pier Paolo Vergerio, a cura di la descrizione delle iniziative di pace lanciate nel-
Leonardo Smith, Roma, Istituto Storico Italiano per il Medio
Evo, 1934, pp. 66-80 (lettere del 19 luglio e del 3 agosto l’agosto 1391. Secondo il Bruni tali iniziative venne-
1391) ; Cronaca minerbettiana, ed. cit., pp. 125-135 ; e D. di L. ro prese per primo da Pietro Gambacorta, signore
Buoninsegni, Historia fiorentina, ed. cit., pp. 708-710. Si veda- di Pisa, molto legato agli interessi fiorentini. 11 Su
no anche D. M. Bueno De Mesquita, Giangaleazzo Visconti, questo punto Poggio invece segue da vicino la Cro-
cit., pp. 131 s. ; e Gene Brucker, The civic world of early
Renaissance Florence, Princeton (nj), Princeton University
naca minerbettiana : l’iniziativa di pace non parte da
Press, 1977, p. 136. 6 Cfr. L. Bruni, Historiarum florentini populi libri..., ed.
2 Cfr. L. Bruni, Historiarum florentini populi libri..., ed. cit., p. 255, rr. 38 s. : « Hac plaga hostibus infl icta cum eorum
cit., p. 254, rr. 45-47. iactantia perculsa esset, movere postridie signa Augus con-
3 Ivi, p. 255, rr. 36 s. stituit ».
4 Cfr. Giovanni Temple-Leader, Giuseppe Marcotti, 7 Cfr. Poggii Historia florentina, ed. cit., p. 109 : « Ita nobilis
Giovanni Acuto, Firenze, Barbèra, 1889, p. 199. Ma si veda exercitus unico prælio, ducis temeritate periit »; e Cronaca
ora il giudizio più equilibrato di William Caferro, John minerbettiana, ed. cit., p. 133.
Hawkwood, Baltimore (md), The Johns Hopkins University 8 Ivi, p. 106. 9 Ivi, p. 111.
Press, 2006, pp. 305 s. 10 Cfr. ivi, p. 110 ; e Cronaca minerbettiana, ed. cit., p. 125 :
5 D. M. Bueno De Mesquita, Giangaleazzo Visconti, cit., « […] furono in quella battaglia più di cento uomeni di quegli
p. 131, parla di « two or three days of skirmishing ». Egli segue del Conte presi […] ».
verosimilmente l’Epistolario di P. P. Vergerio, ed. cit., p. 75. 11 Cfr. L. Bruni, Historiarum florentini populi libri..., ed.
Si veda anche la Cronaca minerbettiana, ed. cit., p. 125. cit., p. 258, rr. 29-35.
poggio, bruni, e le storie fiorentine 25
Pisa ma di Genova, città alleata di Gian Galeazzo Francesco Gonzaga. Una prima azione vede vitto-
Visconti. 1 Ancora una volta quindi, il Bruni si riosi i fiorentini, sotto la guida del capitano Carlo
allinea su posizioni propagandistiche : Firenze spe- Malatesta. È però una vittoria inutile, secondo il
rava di ottenere una conferenza di pace da tenersi Bruni, poiché non viene sfruttata in maniera ade-
a Pisa, in territorio amico, sotto il patrocinio del guata. 6 Poggio concorda su questo punto, e tutta-
Gambacorta ; 2 e la conclamata precedenza pisana via spiega il perché della mancata azione offensiva,
nel promuovere la pace doveva servire a giusti- la quale avrebbe forse portato il colpo di grazia
ficare questa pretesa. La realtà però è un’altra : al nemico. Dopo la vittoria a Mantova si sarebbe
l’iniziativa decisiva partì da Genova, e a Genova potuto procedere a debellare Brescia, « si equitum
poi – come ovviamente deve riconoscere anche il præfecti victoriam sequi voluissent ». Ma c’era tra
Bruni – si tennero perciò i negoziati. i comandanti alleati chi in segreto favoreggiava la
Una seconda divergenza, assai più importante, causa di Gian Galeazzo :
riguarda l’invasione viscontea della Toscana dopo Sed quidam Galeatii rebus faventes, aliam ex alia cau-
la ritirata di Hawkwood. Il Bruni cerca di mini- sa moram subjicientes occasionem rei bene gerendæ
mizzare la gravità della situazione. Poggio, invece, omiserunt […]. 7
riconosce pienamente l’entità dell’incursione ne- È un particolare che il Bruni o non conosceva o,
mica. L’esercito visconteo mira ad interrompere più probabilmente, preferiva tacere. E l’omissione
le comunicazioni tra Firenze e Pisa. L’obbiettivo l’aveva costretto ad inventare un diverso motivo
è quello di fermare i traffici, provocando così una per spiegare il mancato sfruttamento del momen-
crisi economica. Quando questa strategia viene taneo vantaggio militare : l’« ignavia victoris ». 8 An-
contrastata con una certa efficacia da Hawkwood, che in questo caso Poggio si dimostra pronto a
i viscontei ricorrono ad un’altra soluzione : quella portare alla luce i retroscena della storia, anche
di bloccare Porto Pisano. Ne consegue l’ingresso in circostanze in cui essi siano suscettibili di dan-
in guerra della flotta genovese, con annesse azioni neggiare l’immagine fiorentina.
marittime, tutte descritte da Poggio con dovizia Un altro esempio di questo tipo di procedimen-
di particolari desunti dalla Cronaca minerbettiana. 3 to riguarda l’ultima grande battaglia della guerra,
Dal canto suo il Bruni, per quanto riguarda questa quella che si combatté a Casalecchio, presso Bolo-
guerra marittima, osserva invece una sorta di “si- gna, nel giugno 1402. Il Bruni racconta brevissima-
lenzio stampa” : la cosa non torna a vantaggio del- mente quella sconfitta fiorentino-bolognese nella
l’immagine di Firenze e quindi va taciuta. Ancora penultima pagina della sua Storia. 9 In compenso
una volta, poi, egli si dimostra spregiudicato nel Poggio, ormai agli inizi del quarto libro, offre un
manipolare l’ordine cronologico degli avvenimen- quadro assai più dettagliato. Notevole soprattutto
ti : quel poco che lascia trapelare della guerra in è l’inclusione dello scambio di vedute tra il capita-
Toscana, lo presenta prima di menzionare l’inizia- no fiorentino Bernardone da Serres e il signore di
tiva di pace lanciata dal Gambacorta ; 4 nel far ciò, Bologna Giovanni Bentivoglio, prima della batta-
il suo intento è chiaramente quello di suggerire glia. Bernardone esprime una netta preferenza per
una superiorità delle armi fiorentine, seguita poi un comportamento prudente, vista la superiorità
dall’offerta di pace avanzata dall’alleato pisano. 5 numerica del nemico (satius videri ad præsens tueri
È notevolissimo il vedere come Poggio rifi uti in civitatem). 10 Di parere contrario Giovanni Benti-
blocco questa falsificazione, e ristabilisca la verità voglio, il quale « majoris, quam suæ paterentur
storica in base alla fonte. vires animi », denuncia la vigliaccheria del capi-
Anche in altre circostanze Poggio pare intento tano, costringendolo così a scendere in campo,
a correggere il Bruni, sempre col sussidio della con risultato castastrofico. 11 L’episodio potrebbe
Cronaca minerbettiana. È noto come la pace di Ge- far pensare ad una qualque finzione letteraria di
nova non abbia posto fine alla guerra, che infatti Poggio, tanto più che non trova giustificazione
si riaccese nel 1396. Uno dei focolai principali degli nella Cronaca minerbettiana. 12 E invece una fonte
scontri armati è allora Mantova, dove nel 1397 i attendibile c’è : i Ricordi di Giovanni Morelli. 13 Se
Fiorentini mandano truppe in aiuto dell’alleato
6 Cfr. ivi, p. 274, rr. 2 s. : « Qui enim apud Mantuam nuper
vicerant, nequaquam victoriam prosecuti sunt ; quasi enim
1 Cfr. Poggii Historia florentina, ed. cit., p. 114 ; e Cronaca totum confecissent, vires suas dissolverunt ».
minerbettiana, ed. cit., p. 136. 7 Cfr. Poggii Historia florentina, ed. cit., p. 132 ; la fonte,
2 Cfr. D.M. Bueno De Mesquita, Giangaleazzo Visconti, come al solito, è la Cronaca minerbettiana, ed. cit., p. 221.
cit., p. 135. 8 L. Bruni, Historiarum florentini populi libri..., ed. cit.,
3 Cfr. Poggii Historia florentina, ed. cit., pp. 114-119 ; e Cro- p. 274, r. 10.
naca minerbettiana, ed. cit., pp. 136-147. 9 Cfr. ivi, p. 287, rr. 26-34.
4 Cfr. L. Bruni, Historiarum florentini populi libri..., ed. 10 Cfr. Poggii Historia florentina, ed. cit., p. 149.
cit., pp. 256, rr. 49-258, 28. 11 Cfr. ibidem.
5 Cfr. ivi, p. 258, rr. 31 s. : « Belli autem clades hinc inde 12 Cfr. Cronaca minerbettiana, ed. cit., pp. 277 ss.
infl ictæ, pacem æquabilem recipere posse videbantur ». 13 Cfr. Giovanni di Pagolo Morelli, Ricordi, in Mercanti
26 gary ianziti
il Bruni abbia potuto conoscere questa fonte non te sottratti ? 5 Anche qui, nel presentare la Chiesa
sappiamo, 1 ma il passo morelliano dimostra che quale antagonista principale del Visconti, Poggio
Poggio vi attinse. È infatti merito suo l’aver allar- ci fa vedere quanto egli si distingua dal Bruni. Ma
gato considerevolmente le fonti su cui basare la importante è anche l’elogio di Gian Galeazzo, a
storia fiorentina del periodo. Non v’è poi dubbio cui Poggio riconosce pienamente le qualità che
sul fatto ch’egli riesca a sfruttare quel ricco ma- ebbe :
teriale per approfondire il quadro, a volte scarno Princeps fuit perliberalis, magnique animi, ad Regis
e a volte volutamente reticente, tracciato dal suo mores se componens […]. 6
predecessore.
È vero, del resto, che il duca non teneva parola,
Il contrasto tra i due storici trova espressione
ma à la guerre comme à la guerre :
esemplare nella maniera in cui viene rappresenta-
ta la morte inaspettata di Gian Galeazzo, avvenuta Id in eo culpatur, quod fidem, et promissa ex utilitate
traditur servasse, quod vitium commune cum multis
solo due mesi dopo la vittoria di Casalecchio.
egregiis bello ducibus fuit […]. 7
Sobria e pacata, la relazione del Bruni. Come al
solito egli presenta il punto di vista fiorentino : la Sopra ogn’altra sua qualità, Poggio ne loda il
clamorosa notizia filtra solo lentamente e, in ogni mecenatismo :
caso, Gian Galeazzo rimane lucido fino alla fine : ea laudanda præ ceteris est virtus, quod omnium doctri-
malato, si rende pienamente conto del pericolo narum, artiumque viros eximios, ad se, tamquam egre-
che incombe sui figli, e quindi cerca di combi- giorum hominum receptaculum vocavit, summoque
nare con i fiorentini una pace frettolosa – pace, in honore habuit. 8
secondo il Bruni, che sarebbe stata conclusa, nel Nel passo, si intravede in controluce il rammari-
caso Gian Galeazzo fosse sopravvissuto « parum co dello stesso Poggio, venuto in tarda età nella
amplius ». 2 Ne sopraggiunge invece la morte, che repubblica di Firenze, per trovarvi solo delusioni
una volta divulgata provoca il rovesciamento to- e false speranze. 9
tale della situazione bellica. Le Storie fiorentine, come altre opere di Poggio,
Assai diverso il trattamento di Poggio. Prima testimoniano in definitiva di uno spirito indipen-
di tutto perché egli non guarda gli avvenimenti dente, capace di rinnovare le forme e i generi
da un punto di vista fiorentino, ma con spirito letterari più consueti. Esse vanno lette insieme alle
piuttosto “italiano”. Gian Galeazzo aspira ad es- Storie del Bruni perché ci offrono la possibilità di
sere re d’Italia ed è convinto di essere sul punto una versione alternativa a quella ufficiale brunia-
di pervenirci quando viene colpito dalla febbre. 3 na. Di qui, forse, l’importanza accordata loro negli
Tale descrizione non si impernia sulle preoccupa- ambienti di opposizione al regime mediceo. 10 Di
zioni fiorentine, come nel Bruni, ma ruota invece qui, anche, la collocazione dell’opera a fianco di
intorno alle aspirazioni viscontee. Del tentativo quella del Bruni nelle prime edizioni in volgare 11
di raggiungere in extremis la pace, Poggio non fa – a testimonianza dello spazio che fin dall’inizio
parola. Il suo è un Gian Galeazzo tutto teso verso le Storie di Poggio avevano saputo conquistarsi,
la conquista di un regno. Sbaglia, secondo Poggio, benché all’ombra di quelle, da sempre considerate
nel dividere il ducato tra i figli. 4 Non vede forse maggiori, del Bruni.
che il papato è pronto a riprendere possesso dei
territori che il duca di Milano gli ha ingiustamen-
5 Cfr. ibidem : « Nunquid enim vir, ad cetera egregius, li-
scrittori, a cura di Vittore Branca, Milano, Rusconi, 1986, beralis, ac prudens, ita rerum ignarus erat […] ut quæ per
pp. 103-339 : 260 s. vim, dolumve de alieniis ceperat, permansura diutius penes
filios existimaret ? Ut reliquos omittam, an Pontifices om-
1 Cfr. A. M. Cabrini, Le Historiæ del Bruni..., cit., pp. nes Romanos ita ignavos, insulsosque putabat fore, ut quæ
304 s. summo jure ad Ecclesiam pertinerent, diutine a tyrannis
2 Cfr. L. Bruni, Historiarum florentini populi libri..., ed. possideri paterentur ? ». 6 Ivi, p. 154.
cit., p. 288, rr. 44-48. Si veda D. M. Bueno De Mesquita, 7 Ibidem ; Cfr. R. Fubini, Storiografia dell’umanesimo, cit.,
Giangaleazzo Visconti, cit., pp. 297 s. p. 179.
3 Cfr. Poggii Historia florentina, ed. cit., p. 152 : « Tam favens, 8 Poggii Historia florentina, ed. cit., p. 154.
propitiaque Galeatii fortuna […] animum gloriæ cupidum 9 A parte i già citati studi di Fubini, si veda su questo pun-
incenderat, ut Italiæ Regnum sibi persuaserit […]. Sed di- to anche Francesco Bausi, « Paternæ artis hæres » : Ritratto di
vino numine, inanes ejus cogitationes redditæ sunt ; mors Jacopo Bracciolini, « Interpres », Viii, 1988, pp. 103-198 : 134-136
enim sua consilia dissolvit […] » – dove forte si sente l’eco di e 154 s. 10 Cfr. ivi, pp. 174 ss.
un passo parallelo del De varietate fortunæ (1448). Cfr. Poggio 11 Cfr. Edler de Roover, Per la storia della stampa in Italia,
Bracciolini, De varietate fortunæ, Edizione critica con in- « La Bibliofilia », lv, 1953, pp. 107-117 ; e ora Paolo Trovato,
troduzione e commento a cura di Outi Merisalo, Helsinki, Il libro toscano nell’età di Lorenzo, in La Toscana al tempo di
Suomalainen Tiedeakatemia, 1993, p. 120. Lorenzo il Magnifico, s.c., Pisa, Pacini, 1996, vol. ii, pp. 525-569 :
4 Cfr. Poggii Historia florentina, ed. cit., p. 153 : « […] quæ 557 s. Sul significato politico, e non meramente commercia-
Imperii divisio magna ex parte a sapientibus viris […] cul- le, della prima edizione veneta (1476), insiste con efficacia F.
patur ». Bausi, « Paternæ artis hæres », cit., pp. 175 ss.