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ANTROPOLOGIA CULTURALE
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DIRETTO E RAVVICINATO.
Si delinea, allora, una nuova figura di antropologo, che
è al tempo stesso teorico e ricercatore sul campo.
Alcuni esempi sono Boas (che pratica largamente
l'indagine diretta presso vari gruppi di nativi
americani), Rivers (che mette a punto un “metodo
genealogico” come base per la raccolta di dati
attraverso interviste agli informatori locali),
Malinowski (che tra il 1914 e il 1918 elabora un
metodo basato sul decentramento e il coinvolgimento
personale, che egli chiama “osservazione
partecipante”: per studiare adeguatamente una
cultura bisogna viverla, cioè immergersi in essa e
condividere per un periodo abbastanza lungo la vita
quotidiana, le attività e i modi di pensare dei nativi).
Dunque, non basta essere solo viaggiatori o solo
scienziati, poiché nel buon etnografo l'esperienza
soggettiva e l'elaborazione teorica devono combinarsi
a vicenda: solo questa azione incrociata di esperienza
e teoria consente di giungere all'obiettivo finale
dell'etnografia (la cultura è un'entità organica, in cui
ogni parte dipende dalle altre, e il compito
dell'antropologo è quello di comprendere le relazioni
tra le varie parti).
Le storie di ospitalità fanno l'antropologia spontanea:
implica situazioni divertenti, meraviglia, riflessioni e
osservazioni sulla relatività dei costumi.
Due storie di ospitalità ricevuta in due diversi contesti
africani:
1-un gruppo di amici che parte per la Tunisia e una
sera si perdono alla periferia di Tunisi. Si fermano a
chiedere indicazioni ad un anziano signore: questo,
data la difficoltà di spiegarsi con la lingua, vista l'ora
tarda e considerato che la comitiva era molto distante
dalla destinazione, li invita ad essere ospiti a casa
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sua.
2-un gruppo di ciclisti che si reca in Senegal. Arrivano
presso una residenza, che loro identificano come una
locanda, entrano nel cortile, si sciacquano alla fontana
e si siedono aspettando che qualcuno porti loro del
cibo. Il cibo effettivamente viene portato, anche se
quella non era una locanda ma un compound
multifamiliare.
L'Italia è un paese molto diviso per quanto riguarda le
modalità e le concezioni di ospitalità: l'ospitalità
mediterranea consiste nel far entrare lo straniero
nella propria casa anche se non era in programma, e
non c'è il bisogno che l'ospite si presenti con un
piccolo regalo in segno di ringraziamento. L'unica cosa
che si richiede all'ospite è di mangiare ciò che viene
portato in tavola. Al Nord, invece, è gradito che
l'ospite avvisi prima di arrivare e che porti con se un
piccolo presente da dare alla famiglia che lo ospita.
ERODOTO: gli venne dato l'appellativo di
“filobarbaro”. Erodoto aveva reso esplicito ciò che era
sotto gli occhi di tutti ma non andava detto, cioè che
alcuni importanti elementi della cultura greca erano
stati presi in prestito da altre culture. La
valorizzazione della cultura degli altri è stata un
elemento caratterizzante della nascita
dell'antropologia come disciplina. Vive nel 400 a.C.
Viene considerato il padre della storia: per il lui il
significato di storia è “vedere” e quindi il suo studio si
basava sull'etnografia delle parti limitrofe alla Grecia.
Sofisti: filosofi che descrivevano ci ò che li circondava
basandosi sui costumi dei popoli e relazionandoli a
quelli greci. Erodoto inizia un percorso di riflessione
sul rapporto tra noi e gli altri, e in questo percorso di
studio viene accusato di essere filobarbaro, cioè
antipatriottico poiché diceva che alcuni aspetti della
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2:
1-ci si trova di fronte ad un'antropologia interessata a
conoscere l'altro rispettando le particolarità
2-ci si trova di fronte ad una divaricazione con la
sociologia. Secondo l'antropologia di Boas per sapere
il passato e osservare il presente, bisogna conoscere
la storia. Il sociologo potrebbe ripetere sempre le
stesse cose, mentre l'antropologo considera ed
esamina ogni fatto in modo diverso.
Boas intraprende queste ricerche seguendo le regole
dello spirito e non quelle della scienza.
Il progetto di Boas è quello di farsi un'idea culturale
dei popoli che hanno abitato il continente. Il problema
era che bisognava convincere i diretti interessati
(indiani d'America) che sono destinati a scomparire ed
essere pezzi da museo: questi ovviamente opposero
resistenza a questa teoria e questo permise la loro
sopravvivenza.
Nel 1897 Boas scrive una lettera ai Kwakiutl dove
cerca di convincerli che la loro cultura sarà custodita
dall'antropologo anche quando loro saranno
fisicamente estinti, e verranno ricordati e conservati
nei musei e nelle monografie antropologiche.
L'antropologo funzionalista è uno scienziato che
studia i ruoli, le posizioni sociali e le strutture sociali.
Il funzionalismo si propone di capire il funzionamento
del corpo umano.
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lavoro interpretativo.
CLIFFORD: scrive “The Predicament of culture”, che
tradotto significa “le categorie della cultura”, cioè
pensare alle diversità culturali in modo categoriale. Il
traduttore del libro, però, fa una scelta creativa e
traduce il titolo con “i frutti puri impazziscono”.
Le culture sono ibride e si mescolano in continuazione
anche attraverso i testi culturali prodotti dalle culture.
Clifford introduce il tema della diaspora, che
appartiene ai popoli che si trovano in luoghi diversi da
quelli nativi ma nonostante ciò continuano a
mantenere forte il legame con la madrepatria.
DIASPORA EBRAICA: dopo la fuga dall'Egitto le
comunità si disperdono e arrivano ad occupare tutte le
coste del mediterraneo. Questi vengono chiamati
ebrei in diaspora, e cominciano a nascere tensioni con
gli autoctoni dei luoghi che occupano perchè i popoli
in diaspora entrano tra i popoli nazione ma si
distaccano da questi perchè vogliono mantenere la
loro identità e i loro valori e quindi è inevitabile la
nascita di conflitti. Masslo: nel 1989 viene ucciso e da
qui inizia la questione “immigrazione” in Italia. Masslo
è uno dei militanti che fuggono dal Sud Africa, e arriva
a Roma senza soldi e con documenti che non sono
idonei all'accettazione per asilo politico. Quindi viene
considerato un clandestino a tutti gli effetti: viene
mandato a raccogliere i pomodori in Campania (dove
l'attività veniva gestita dalla Camorra che chiedeva il
pizzo portando il guadagno sempre a zero) in
condizione di schiavitù. Masslo si ribella a questa
situazione, ma viene ucciso dal clan dei Casalesi.
Questo avvenimento è significativo perchè poi dal
1990 con la legge Martelli vengono accolti in Italia i
rifugiati politici.
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