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DEC
927
LA LIRICA ITALIANA
DELLE ORIGINI
V,li^4k
CABLO VILLANI
LA LIRICA ITALIANA
DELLE ORIGINI
OIACOMO
M LENTINI
RINALDO D'AQUINO
FASCICOLO
I.
PISTOIA
FRATELLI BRACALI
1899.
PROPRIET. LETTERARIA
PREFAZIONE
siciliana
si
largamente
biografiche di quei
rimatori,
un
quasi
inutile
sia
intorno
al
ritornare
sull'argomento.
Ma
me
ini-
parve mancare; ed
ziamo
la presente
presenta ai
a tutti
pubblicazione.
soli filologi,
ma
siciliano,
Il
lavoro non
si
un saggio
di ricosti-
Aquino
un
una canzone
di
le varianti
il
criterio che
danno notizie
si
letteraria
le
D'ogni poeta
seguito.
s'
biografclie e
accennando
quale soluzione
di Pier delle
s'
esamina
attivit
sembra pi giusta,
ci
1'
e spesso ve-
mente
ci
compongono
i
biamo cercato
dere
i
le
hanno
Ab-
discusso.
e di ripren-
Cod.
Vai
norma
il
con (C)
il
avvertiamo che
s'intende
elementi che
gli
il
il
Laur. Red. 9,
testi
un
il
testo
ricostituito su
integralmente quando
su pi codici.
ricostituito
obbedisco a
un sentimento
mandando un
di gratitudine
profonda,
nutrimento;
stimola a
proseguire
con alacrit
benevola attenzione mi
cui
la
mutamenti, a cui
vi-
nell'
opera che
interrompere per
ci
con-
peregrinare
condurre a
lirica del
dell'insegnamento
fine.
'99
m'avea
il
rima-
continuo
vietato
di
NOTA BIBLIOGRAFICA
capo
di cui
il
A. Bartoli
"
le
seguenti opere
Sansoni.
Gaspary
"
hunderts
Id.
"
La scuola
autore
dell'
trad.
A.
e prefaz. di
d'
da
S. Pried-
Ancona
Li-
"
Storia della
lett.
ital.
Voi.
I,
trad. di
N. Zingarelli, To-
N. Caix
l'
Id.
La formazione
"
italiano
"
35-60, 288-309).
Firenze,
Le Monnier,
1880.
E.
Monaci
Da Bologna
"
tica siciliana
mod. di
letter.
crit.
"
La
Catania,
ital.
Firenze,
Giannotta 1894.
A.Zeuatti
Arrigo Testa
"
primordi della
lir.
Sansoni, 1896.
F. Torraca
"
Saggi vari
("
Nuova Antologia
1894-96).
S.
3",
voi. Lllf,
10
"
"
pp. 249-319.
la lezione del
1875-1888).
Huillard-Brholles
"
G.
De
Blasiis
"
d.
V.
Napoli,
Ancora, 1860.
G. Rondoni
"
La
rocca di
S.
Miniato e la morte di P.
d.
V.
GIACOMO DA LENTINI
Fra
Dante'
Federico
nota Giacomo
II,
Latinorum
da Lentini,
continente.
(1224)
scuola
il
stu-
Na-
in pregio
il
di
Bologna. Francesco
ebbero assai
seguito
meridionali
al
come semplice
da
menzionati
che,
dioso,
poli
excellentes
gli
si
Chiaro Davanzati
scrive
parla di Gia-
pezzo,
accusando
di
taro
).
Una
secondo
erano
De Vulg.
E.
randi)
Monaci
eloq.
"
I,
'.
il
Gaspary,
Questi ed altri
Per primo
prof.
Al-
Mo
il
12.
Da Bologna
a Palermo
"
14
bino Zenatti
come notaio
'
e scriba di Federico
la
da Giacomo
rogati
Corrado
1'
di
Gaeta
altro, dato
stanza.
Il
Torraca
crede che
il
sia stato
' -
Giacomo Notaro,
le lettere
a' patti
rimatore
il
quale, nell'agosto
t][uel
che
il
mente
fino al
il
la
data
Il
redasse
imperatore
per l'accordo
Cesareo
crede di
disiosa
1'
al-
1246 almeno.
como da Lentini
dall'
stabiliti
namoranza
battaglia navale,
della canzone
1233, a Castrogiovanni,
del
Il
Torraca
la vita del
domanda pure
si
Notaro
se Gia-
sia
abbia conosciuto mai la lingua provenzale. L' egregio critico sostiene che,
l'
del-
mancanza
cenniamo
minando
di
documenti tutto
"
argomento,
riduce
si
Arrigo Testa
diciamo
cosi,
sia sviluppato
primordi della
filosofico
nel
lirica italiajia
Lenti-
Firenze,
Sansoni, 1896.
'
notta, 1894. Il
pretrazione (loc.
*
Catania, Gian-,
inter-
15
nese e tanto meno crede che questi
sore del Guinizelli. Bisogna porre
termini,
e,
secondo
mio
il
debole
l'
il
Torraca
il
che vede
Bartoli
del
un precur-
sia stato
la
dice rettamente
il
Mo-
vi ritrova
ho udito ragionare
io stesso
illustre
l'
risce
prima del
esisteva
italiana
Bartoli
nell'arte,
ma non negheremo
d'
Scoperta
con
La canzone
vanto,
nuove
termini, la questione mi
Arrigo Testa
di
dipartire
ci
la
il
Torraca
la
promessa del
forse
il
ammirando
tore.
paese nativo
gliardo,
simulato.
come
di
sia, la
canzone fu composta
Giacomo
lo
ebbe riveduto,
E concludiamo
dove qualche
sire di
-
canzone
sembra
la
al
il
Membrando l'amoroso
al Notaro.
Contrasteremo
Notaro un rivoluzionario
il
a Giacomo da Lentini
patria
la
asse-
Guinizelli.
chiamare
diritto di
il
si
affetto
non potente,
ma nemmeno
fiacco
non ga-
e aulicamente
10
II.
Notaro us
Il
la
tici
in
vare confrontando
descort
Le
rime
una parte
componimenti poe-
de* suoi
la poesia
provenzale
come
Guglielmo Augier
di
>
'
con
Ses alegratge'
il
prima
La namoranza disiosa'
m'
pu osser-
si
Bernart de Ventadorn
Quan
poesia
della
mover
vei la laudeta
Ben
identico
l'
le rime, nella
come
si
Rambaldo
di
su la quarta
dell'accento
maggiore variet
nell'
uso
dell'
Monaci
Lapi
stello,
"
endecasillabo
di
e su la
la strut-
ci
d una
in
alcune
rime equivoche
imitate
che
da frate Guittone e
Citt di Ca-
F. I p. 47.
Monaci
'
Monaci, Crest.
"
Roma, Forzani,
pag. 50.
253.
''
Mahn
"
Werke
75-76.
p. 64.
der troubadours
III, 183.
I,
pp.- 183
17
da Gallo Pisano e da
Esempio
gilglio
altri
di
quando
sonetto
il
Diversa
Lo
la strut-
secondo
ultimi,
il
Paris,
divisent
se
invece
negl'italiani
In questi
e de' francesi.
stanze
le
tous-
scrive
il
- si
Sirima
minati
da Dante
conda corrispondente
renze essenziali fra
la poetica
manca
il
memoria
-
Queste sono
del giulla'e,
si
elemento necessario
Provenza
poi,
per aiutare
allacciavano le stanze
sviluppa
le
differenze
nella
Giacomo da
racco-
si
stanza staccata,
al solito,
artis"*
come
Quindi,
che
mansio
Questi sono
la
una con
1'
le diffe-
comiato
prima
della
alla sirima .
di
scuola siciliana
l'altra
diversamente deno-
tempo
poteva essere
la
pur
con-
sua
rico-
Monaci, Cresi,
ragiona Guittone;
con
le stesse
cit.
al n.
U.
Al n.3
rime equivoche.
Fqrme metriche
"
Monaci, Crest.
Biadene
" Il
canzone italiana
cit.
Firenze, par.
italiane
Fase.
pag. 180.
I,
1.
2.
la
rima nella
18
non possiamo
mme
stence
il
'.
III.
La prima manifestazione
Gaspary
dal
(allenthalben
')
il
comparaisons
posies
come osserveremo,
mento
patrio,
ma
testimonianza di
documento che
Il
Gaspary non
do-
sentici
trae
contenuto della
il
vi ritrova
che
l'
ar-
si
il
gamento con
la poesia siciliana
ci
ha portato a dividerle
in
di
Giacomo da
un'impronta originale.
Romania
Il
V, 259
Cfr.
Op.
cit.
"
"
Scuola poet.
Il
sic.
giudizio del
Gaspary
si
addice
V, 268.
p. p. 4, 6.
p. 23.
19
perfettamente alle canzoD del primo gruppo, dove
'
imi-
ma non
mando
mia, a voi
Meravigliosamente
Dolcie
r amoroso dipartire
cominciamento
(Cod. A, 69).
che
il
che
del Renier,
elevasse
si
l'
un
ma ammettiamo
all'
opinione
po' nella
dolcie cominciamento
"
fino al
amore, contrariamente
Non giungiamo
Madonna
Membrando
cosi
stella riluciente
quando
li
ra'
apari avanti
m" inciendon
Non
ma
zelli;
r ombra
d'amore
mante
ancora
la
ancora
nuova;
che diradano
la
ma
concezione
certo
l'a-
come
si
portare ad esempio
venza. <
Guido Guini-
Non
scuola
dalla
vivificata
di
bagliori antelucani,
un
come
sono
la corina
il
Mi abbia dunque
ella riguardo,
pensando ad
al-
mi
'
"
Ruynouard
Firenze, Sansoni,
Lexiciue
Roman
t.
I,
II,
332.
174.
20
gionare delle dotte scuole
vicina la sana realit
avevano troppo
poeti siciliani
vita e
della
della
mare
sul
e su la
Federico
la corte di
II
nomi
Altri
rito di vita.
o per
forse nessuno
lui,
di
principi
protettori di lette-
ha tramandato
arte di
quanto
lui
1'
governo
amore
del sapere
d'
la storia
ma
pochi sentirono
zione
poi
per pompa,
di
cosi sfavillante
solatia
cosi
tino,
campagna
un personaggio
meraviglia se
ma
par-
la prote-
Sotto
l'
al pari
e,
a' dotti,
provenzale.
influsso
Notaro, foggiate su lo
Anche
fra
trovano
stile aulico, si
"
Come
"
"
Donna
,.
eo languisco
Per uno frutto piace tutto un orto ,(Canz. " Amando lungiam
Lo
gilglio
quando
,,.)
,,).
ragione
ferma
il
dell' esistenza
F. Torraca
Ant. An.
XXX,
di un' arte
indigena
F. II)
la
ricon-
("
Nuova
21
esistente alla scuola che tolse a modello
ma non
non vole
provenzali.
Il
Notaro, se
di
Provenzali
canzone
'
Amore
riconoscervi un ten-
alla tradizione
ispirato
fosse
si
la
popolare
gente,
maniere
di
tamente
da core^
la spia
la
Amor
a l'altra
in traccia
Se leggiamo atten
un deso eh 3 ven
troveremo
Ma
il
il
stil
3793.
La namoranza
disiosa
madonna,
marze;
se flfosse
poi eh'
i'
pur chiamata
aventurosa!
io
perdo amare,
amor comanda
Op.
"
Monaci, Crest.
cit.
IT,
Riv. di
172-173.
filol.
romanza
cit.
II,
237.
I.
che
dolce
Notaro Giacomo.
1.
novo.
22
2.
Grande arditanza
vuol che donna
e coragiosa
in
sia quistata
Ma
troppo
credanza
villana
ma
perch'io coninzi
Il
sistema ritmico
rims
suo
mia spregianza.
coblas unissonans.
La
Pro-
cobla o
le stesse
come
versi
Le
nel
di
(Cfr.
il
ac-
Documentum
coblas unissonans
l'amoros pessamens
due
di
noris di Sordello.
III,
non
di
nella sua
coppiamento
nouard
nome
sempre
vergongnare
ho-
conservano
Tan m'
abellis
149).
Il
contenuto
di
amoroso
alla
Bernart de Ventadorn.
li-
Tanto
mi abbia dunque
ella
1.
l'
amore
>
f.
1,
332).
1'
uomo doveva
doptanz
3.
me non
tanfo
coninzata
disiata
esser primo
se voleva
23
r abella senza dubitanza
tute fiate in voi mirare
veder mi pare
una maraviliosa
4.
Tanto
siete raaravilgliosa
quand'
e'
similglianza.
i'
bene afigurata,
v'
non
se
Ma
mal parllare
amor non vuol
3.
d'
eh' io
la pi
dell'
Questa era
erotismo proven-
zale. Si
venzali
intero.
ma
imitazione, dove
venzali e di tutti
Si tratta
motivo fondamentale
il
loro imitatori
sempre del
Pro-
quello dei
siciliani
e guittoniani.
e dell'amore
corteseggiare
ca-
valleresco.
4,
Amore ammonisce
rire la ragione.
poeta
perdonare
Il
solamente per
il
A me
confidare .
Il
Monaci ha
come semplice
adonare
letto
ipotesi
il
nel significato
5.
non
si
che
un passo
d' oltre
vocabolo
e via d'
il
mare
pi dotata
in Saragosa,
24
e di batalglia, ov' oin
lanza
si
mare
di
Al primo verso
sembra meglio
codice reca
il
acume ha ragionato
cosi
fase.
p.
1,
la parola
e a
me
inoiosa ,
non
noiosa
di
che
1'
51) r
di
questa
Il
Monaci accent
(Cfr, cit, N.
strofe
(Cfr. Crest.
supponendo
asser che
tanto
non pensare
il
Cesareo
anno 1205
(Cfr.
Poes.
sic.
l'
impero
il
Federico
di
Notaro,
II,
poe-
che
le
il
Caffaro, che
1'
assedio di
la battaglia venisse
prolun-
che
ne guastano
fatti,
Notaro?
il
Oltremare
la terra
senso,
conto che
ma un
da Siracusa e pi
il
d'
tenendosi
santa; n vediamo
una
battaglia.
passo cosi
la terra
santa
si
parli
della
25
avrebbe mai potuto parlare
complimento amoroso.
ma
sempre da preferire
di
cosi
un
delle ipotesi
fatto; altrimenti
ci
del testo.
3.
non
se
di voi,
dottosa
donna presgiata.
e'
eh'
i'
Ma
Il
comportare
s'
io
perdo
di
lei
esser grata
la sup-
non
amor
cortese.
3793.
Notare Giacomo.
1.
Dolce coninciamento
Canto per
la
che sia
mio parimente
al
d'Agri infino
pi fina
in
Mesina,
Ci la pi avenente,
stella riluciente
quando
li
ra'
apare avanti,
m' inciendon
la corina,
26
2.
meo
Dolcie
sir, s'
enciendi,
tu stesso mi riprendi,
se mi vai favellare.
Ca tu m' i namorata,
rimembriti a
quando
a
3.
li
Ed
t'
la fiata
ebi abrazata
dolzi basciari.
io
basciando stava
gran diletamento
in
Presente mi contava,
e
non mi
si
cielava,
e disse:
non
ti
a tutto
4.
io
t'
ameragio
lalleragio
mio vivente.
non
ti
falliragio
per lo lusingatore
che parila di fallagio.
Ed
io s
t'
ameragio
che di
1.
Il
simiglianza
1233,
egli
si
mal usagio,
stat' gielore .
si
in Basilicata,
verso la foce
(Cfr.
27
loc.
cit.
p.
si
domanda
se le parole d'Agri
infno a
Regno.
390-91). Poi
A me
oltre; perch
Notare
il
complimento poetico
sia
necessario
d'
andare tanto
si
alla sua
donna; e
di pi faccio osser-
donna non
le bel-
detto
N' vi mai
"
Da Milan
(Cfr,
la poesia
pi eh' ra xiovci
vaga
fin-nha a Paris.
popolare italiana
A.
di
d'
Ancona,
Val
Da
Siena fino a
siete. ,
Li-
Elsa
Roma
sempre ammirata
d'
ma mi
il
originale riportando
'
il
lei sia
e
fis,
al
la
di questi versi
di G. di
non
Borneil
bonaventuva,
eh'
mossa
coraensamen
d'un non
mossa
seguente emistichio
,.
1'
originale
poesie originalissime
nazione popolare
muovono da una
e in aperto contrasto
con
la
canzone
sentimento
luminoso
della
donna che
cosi
altri).
Il
altamente,
28
hanno cantato
zonieri di Rinaldo
2.
come
d'
taneit
d'
Aquino
un amore vero
E possiamo
Giacomino Pugliese.
e di
vede chiaramente
si
non ricalcato su
dire
3.
Continua a cantare
denza
4.
St.
(Cfr.
le dolci
it.
>
II,
174.)
al marito,
dei
lett.
le
sue poesie.
parere
del.
realistica,
orme
portano in s qualche
esercizio retorico
spon-
senz'ombra d'esagerazione,
col Bartoli,
le
la
ricordi personali
assai antico
*,
si
trovadori, per
novo
finisce
3793.
Notare Giacomo.
1.
n oh'
Che
lo servire
e'
non
e quello
on' omo
nomoj
im presgio
di laudare
dono
29
2.
non guardi a
non vuol
eh'
1'
antra giente
merz n pietanza
3.
Ongni gioia
eh' pi rara
tenuta pi preziosa
Ca
sia cara,
pi graziosa
feste orientale,
ed
e
lo
meno
4.
di vertute;
le merzede
mio core non v' aciede,
perz ne
perch
l'
uso
Inviluto sono
1'
'invilute
li
scolosraini
di quello
temppo ricordato
ch'erano
gai e
fini,
Ile
merz siano
strette,
5.
mio disio,
mi vedete
ch'io medesimo non mi veo.
savere, bella, lo
e'
assai melglio
per
s'
a voi paresse
altro ch'essere
resembri a scingna
eh' io
non dovesse,
30
per
lo
unque
cos volete
amistate?
1-5.
difficile,
dottrinali
artifizi
canzone un
di
filol.
metodo d'arte.
suo
il
Il
Bartoli
Il
romanza
II,
ma
dichiarare
il
il
Notaro vuol
crede questa
(Cfr,
Riv.
poeta, stanco
perch
la
maniera provenzaleggiante
maniera popolare
pi antica. L'artifizio
aulica.
somigliata ad
dal Notaro
>.
ras-
Dove mai
il
non
la
brare a scigna
nelle
merz
musa
popolare.
plicate da riuscire
Il
difficili
com-
Ed
curioso a osservarsi
mista di sentimento e
in
un grido
di dolore.
di
che questa
stucchevole
artifizio,
poesia,
cosi
finisca quasi
31
Dal Cod. Vat.
B7d3.
Notare Giacomo.
Lo
gilglio
da poi
quand'
la
perch
d'
in tante alteze lo
cos
mi
oi lasso
s'
fere
unque no amasse
questo saccia
in
prima che
fui in tal
madonna
Troviamo
sa mia parte.
da
punto
se
voi, bella lo
partte.
cosi nel
sebbene
origine popolare,
poesia popolare
ed
elementi
gli
Il
sonetto non di
ha
soli sonetti si
rela-
con-
d'un contemporaneo
di
Abbiamo
gi notato,
equivoche
che
si
manifesta
esaminando
l'artificio delle
in questo sonetto,
mossa
rime
che ha
XIV; quando
la poesia
e di questi
giuochi danno
3^
esempio dei poeti del
XIV;
sec.
percli
rimatori antichi
forma
sconosciuto
Lentini
trovadori.
ai
Prima
si
questa
di
Giacomo da
di
ed pro-
scolastica;
il
sivo dell'
si
trova im-
ma
rifles-
certo
Fase.
canzone
le stesse
n.
Crest.
<
II
al n.
del
Mo-
64 una
di
rime equivoche,
al n.
68 e
al n.
90 una tenzone).
9.
Notaro Giacomo.
B.
Lo
e
del quale
me non
posso divisare,
Entro aviso
Deo
divisare.
giamai
che r
L'artificio delle
rime
non merita
il
nome
di
poesia.
una bizzarria
in
un vero
rima che
33
Dal Cod. Vat.
3793.
Notare Giacomo.
Sicome
sole che
il
manda
che pasa
cos
gli ochi e
Lo dardo
de
1'
e fa eh'
tutte
quelle
sonetto
1'
spera,
core diparte.
s'
aprende
dentro e fuor
de r arte de
nel
li
nom
pare.
giungie,
1'
l'
elemento ragionativo,
pomposo panneggiamento
asprezze e
Angelica figura
comprobata,
senno e
nata
d'
ma
somma
com
la
speme, che
come
lo
nome
di
non ha
Notare Giacomo.
pur avvol-
dottrinale,
di
1'
di foco c'arde
gendosi
altra parte
1'
omo non
e lo
lu questo
donne spera,
va da
lo
sua spera
lo parte,
mandavi
le
la
no
de lo bene,
fiorisele in
grana.
avete la potenza
Sicom avene a
la cita
Romana.
34
Una
una
pu dare forse
indizio,
come avverte
il
Bartoli, di
tolse a modello
gine 172-173).
Provenzali
(Cfr.
diversi tipi di
prodotti, ci rappresentano
St.
sonetto,
diversi
momenti
^IF"
d.
Lei
it.
che abbiamo
pari-
e le diverso
RINALDO D'AQUINO
I.
La sua
ma
corte imperiale;
la
attivit poetica
Terra
di
non pu
riferirsi
scrive
il
Monaci
si
e cosi
si
terminare se
la crociata
1228, ovvero
1'
si
Lavoro.
il
nome
lignaggio.
a cui
11
s'
II,
del
messere
La canzone
allude,
si
pu de-
Apostolo Zeno
cit.
ma non
et vicarius exer-
Crest.
di
d' alto
L'appellativo
certamente Federico
peratore, essendo
svolse nella
r imperatore
Babilonia
e scarse
d'Aquino
hanno poche
si
pag. 82-
di
lo
credeva
il
Saladinum de
Rinaldo d'Aquino
38
di Bari.
Rinaldo d'Aquino,
fu con l'imperatore
falconiere
all'assedio
con
il
scrivo
'-
Notaro,
Torraoa
il
Ebbe scambio
Faenza.
di
componimenti (come
di poetici
nieri)
il
con Tiberto
II.
Il
Nu. Ant.
(Cfr.
di
di
Benevento,
di
maiorem ecclesiam
intus
un montellese
cio
il
Citando
tella.
che
il
E permesso
dubitare
Domini regis
versi
come a uno
scrive sempre
este
crede che
non
se
il
di
il
Mon-
Torraca
ipsius
vostro sirventese
d'Angi
juravit Do-
canzone non
la data di essa
contatti,
che
il
si
d'
Aquino e
possa arguire
Jeanroy (Cfr.
Sennonch
crede
Les
di sco-
trovadori, a proposito di
latine; e
uni dagli
altri.
d'Aquino
vao
l'
li
Se
riproducevano indipendentemente
si
confrontano
si osserva da
una parte
l'
le
canzoni
e
influsso
Per
di
gli
Rinaldo
fino
amore
provenzale, dal-
>
XXX
F. II, p. 233,
39
primo sbocciare, a muoversi fra
trovadorici.
Cod. A.
Messer Rinaldo
d'
Aquino.
le
e volgliono colare,
Vassene
lo piti giente
ed
me
io, oi
come dogio
Vassene
no
ed
fare ?
in altra
lo
mare,
lassa dolente,
centrata
mi manda
a dire,
riraangno ingannata
io
tanti sono
sospire,
li
ned
cielo
'n
non mi pare
Santus
in terra
eh' io sia.
Santus Deo
tu salva
me
poi che da
lo dipartisti.
temuta
e dottata,
il
dolze mi'
ti
sia
La
amore
raccomandata.
me
facie disviare,
la crocio
mi
fa dolente
px'egare.
Perch m'
ci
me
eh' io
i cos distrutta ?
lassa tapina,
ardo
e 'incieodo tuta.
ne
gli
risenti
40
me guera
che m'
facie,
mia spene.
tolta la
temuta
e dottata,
Lo mio
Vi
Quando
amore
dolze
racomandata.
sia
la croce pilgliao
cierto
non
mi
lo
ed
i'
llui
penssai,
m' amao,
tanto amai
messa
in presgionia
ed in cielata tenuta
Le navi sono
a le colle,
Padre Criatore
a santo portto
le
conducie,
Per
ti
prego, dolcietta,
mandilo in Soria,
notte ne dia
in terra d'oltre
mare
Cod.
Rinaldo d'Aquino.
Amorosa donna
istella
fina,
sembrano
le
vostre belleze,
41
sovrana
fiore di Mesiria,
d'
adorneze.
riso.
membrando
che
d'
tuta stagione
amore
fui servente.
vi
non
se
anche guiderdone,
eh' io
m'infiamao,
e quello bascio
degiate provedere
che vita p
Lo mio
ched
l'
omo
non
se lo core
avere
co lui?
meco
core non co
io
tuto lo
v'
dato,
mi
di sospiri
membrando da
ed io
per
li
nom
sguardi amorosi
micidiali
li
tali,
d'
tuto esto
mondo
di
me
notrico,
ne consuma,
meve,
42
con foco che non pare,
queir
e'
amore,
quande
Se
Ilo chiaccio:
lo foco d'
non
Ilo sollazo
sollaccio.
non avesse
se
la
no
eh' io
la
porla coratare
le
ne di nuli'
omo
che sia
mia volgila no
dirla,
non
u montellese,
este
'1
ci
vostro serventese
Cod. A. 0. D.
Per
fino
Rinaldo
d'
Aquino.
amore vao
allegramente
k' io
omo
k'
paremi che
omo
falerni
malamente
k' ricieputo
ben da segnore
amor m'
sormontato
lo core in
mante guise
Agio gioia pi
c'
amor m'
di nuli'
s
om
arichuto
43
poi ke le piacie h' eo la degia amare,
per senca
mia
a la
fallire
s'
intenza
n credenza
e'
altro
Para non
ke
averai,
mondo
lo
al
meo
paragio.
sei valente
cresciuto
lo presio tuo,
sape avanzare
lo
si
e'
ke l'amoroso usagio
non voi ke
pi
d'
uno
sia
a ritenere
ke altrui ingannare
mia parvenza
in
gran fallenza,
e'
stato
Sengnoria voi
k'
eo serva lealmente,
Ed
ke eo non servuto
ben
k'
eo serugio
quando sar
d'
amore
cos inalzato
com
de' fare ki si
bene inconenza
n credenza
e'
s
k' pi
d'
44
Cod. A.
30.
Perfina
da sengnore
amor ma
sialta
paremi che
ssa aparilgliare e
falli
malamente,
maeo nolo
caricleputo. bene
comaltamente
core
omo
cieleragio.
inmante
amor ma sormontato,
lo
di nullo ciertamente.
dunqua sanza
fai
paragio.
Para non
tuo silosape avanzare, presgio damore non vale, neento- poi donna
aritenuto, a servidore ealtro depilgliare chelamorosousagio. non vuole
servuto amor
faro
ma
damore co
si
bene incco nenza maocre denza, che nona venisse mai p uno volere,
si damore non sono aiutato, in pida questo chio nonserviragio.
Cod. 0.
48.
fino
amore vao
allegramente
comaltamente amore
ma
paremi ke
meritato.
Ke ma dato
amor ma sormontato
Gio agio pi
ke
le piace
lo core in
di nullon
homo
malamente, homo ka
non so
dire:
certamente
camor ma
si
45
ke nullaltro cor agio pora aver gioia ver core innamorato
stare,
pero senca
e
mia
fallire ala
altramador potesse avenire per suo servire ingrato delo suo fino
suo pre-
lo
poi donna
duno
conpiere
come de
eia venisse
da qui
si ben cominca
neo credenca cum, que
mio valore s damore s ono aiutato io pi
fare ki
mai per
lo
non serviragio.
stato ke eo
Cod. D. 233.
fino
amore
vossi allegramente,
homo
io
eh a ricevuto bene
non celeraggio:
dato a servire a
bellecce pi ch
molte guise,
eh
da singnore
non so dire
che
malamente
falli
a meritato
canoscenca
Amor ma
homo
n aggio veduto
E parmi
la fiore di tutta
i
Ch
il
ma
ma
ed a
e di valonca,
sormontato
chore in
richuto da che
li
e la pi gente,
alto
dono o ricevuto,
Poi che de
chamor
assi arle
donne
d altr amadore pi
e null'altro
amare
dunque senca fallire nuli altra gioia intenca, ne o credenca ch altro amadore potesse unque avenire
per suo servire a grato de lo suo fino amore, al mi coraggio.
Para non averla, sisce valente, che lo mondo a cresciuto il
1
pregio tuo,
s lo
sape avancare
l'amoroso usaggio
u arritenere:
un
pregio d
servidore,
amor non
e altro
vai niente,
voi pilgliare.
Che
pi d'uno,
a mia par-
46
venca.
due partite
mal
buon
raerto
altamente eh
1
non o
servito,
vorria
amor
chi
ra
ma
fe
ben renduto
Ed eo mi laudo che
per
cosi valcato,
ben comincia.
si
meo
volere, s io d
Cod. C.
flore
mostrano verdura
prate e la rivera,
le
auselli
li
fanno isbaldor(
dentro da la frondura
ke
primavera
presente
v' 'n
frescamente
cos frondita
ciascuno invita
d'
Confortami
d'
amare
r aulimento dei
'1
cauto de
quando
lo
sento
dolci
li
li
li
fiori,
auselli
amori
dolci e belli
e divisati
lor trovati
a provasione
a gran tencone
stan per
li
giorno appare
versi novelli,
che fan
pi
a cominciato a meritare.
sono aiutato,
cherarai
fa sengnoraggio.
arbuscelli.
per
Ne
amor
47
Quando
aloda intendo
1'
e'
rusignolo vernare
d'
ssegno
k'
ke d'ardor no
rifina:
vedendo
ombrina
quell'
ben cognosco
acortamente
h'
sar gaudente
1'
amor ke
Kina
e
k'
eo sono amata
ma
e
inkina.
ra'
tempo m'inamora
'1
ormai
d'
aver
d'
e sacio
per
e
luerc^.
ke tortura
me
sostene
gran pene
ke
e
si
disdice
Per prego
1'
amore
e mi
ke m' intenda
come
la follia lo
svolila
vento
me
contento;
avere intera
gioia e cera
del
mio amore
senca roraore
non de conpimento.
fy f ^'"yf*"'^f?g"'^'!*
y <> -^''ry^'
Il
Monaci
poco dopo
tr
(Crest.
cit. F. I
i>*f^
Capua
1220 en-
grado
di
giudice della
tempestose vicende
lo
ff
'
f .r"
il
come notaio
stato gi elevato al
fini
"f*
'
di
Messer Piero
magna curia
considerando
filologo,
le
che
vasse
sonetti su la
cure
di stato e
1'
studi pi cari,
Ci segui fra
con
il
1210 e
immaginarsi anche
lui
1220, e l
il
di
ma
trovare
a Bologna.
agli
'
. Il
Bor-
nemmeno Federico IL
II
Zenatti
naca
'
di fra
Cfr.
"
Da Bologna
a Palermo
pag. 11.
lo
chiama
52
e soggiunge
scribere
Accettiamo
le
venute
i
invidie e le amarezze
le
onor
lieti
poi saranno
Non
quindi ipotesi
dell'alta
carica
di
Dopo un anno
dantesco.
Vigna
si
desio
la dolce ciera
il
in Pisa e chi in
mettono a confronto
si
Pier della
di dolorose vicissitudini
le
San Miniato.
canzoni
sue
piacente
si
Amor
in
avverte subito
nell'una l'eco della poesia trovadori ca e nell'altra la spontaneit del sentimento popolare. Messer Piero apprezz assai
la lirica
Amerigo
viamo anche
di
s'irais
trovano tracce
si
notevole per la
trovadore ragiona
d'
canzone
la
Selh
dell'amore.
definizione
Il
la tra-
dizione provenzale.
be quel mal
el
el
el
Cfr.
el
Inf.
XIII.
Ctr.
Cavedoni
"
1'
enney
que
1'
d'
amor,
afan,
Arrigo Testa
"
el sojoi-n
el ris
primordi della
que plor*.
lirica italiana
ai
5.
p. 2-3.
trovatori pro-
colo XIII,
nel se-
53
Seguita di questo tono, non uscendo mai dal concetto
del gaio servire delle corti. Nei lirici italiani la definizione
trovadorica
dell'
amore
La canzone
scolastico.
si
di
pensando longiamente
sio
il
fino
lo
amore discenda
ven da core
mento
per
deva
la scuola siciliana,
provenzali,
ma
un
piaci
Nella prima
la
Al cor gentile
si ri-
abundanza de grand
desio che
Amor
inten-
lo
dai legami
sciolta
novo
La
definizione
in
nome proprio
corte di Federico
avea chiesto se
l'
di
un
prodezza
della nobilt
ed egli dice
nome
in
si
vi
scolastico.
N sembri
di
poca
Nord
e della
Spagna
la
il
filosofico,
i
nel
paesi neo-
comprende l'elemento
d'Alcamo
non possiamo
Compagnetto da Pisa:
ritrovare che
organizz la
con Irnerio
classe notarile
non
chi
non ricordi
Ne' regesti
54
XII
nomi
sec.
latini e
Tavola Rotonda
ciclo della *
Continua e notevole
la
Tristano ed Isalda
non amar
bem mi
forte,
pare morte
non vedervi
fiore.
(Canzone
Messer
lo re
Vigna
finisce la
con r accenno
nale, dov',
mort
et de la
affascinate
ai
come
le
non ne potea
sua canzone
la dolcie ciera
piagante
con
deve avere
la
l'
alliance de l'amour
sua
medievali; quel
fantasie
tragica
dramma
l'ispirazione
di
>
di costui
Andrea Cappellano
trattato in
forma scolastica
XV^
Il
Arturo
dice
il
Tavola
Liber de a-
del sec.
avven-
dei poeti
more
fatalit
d'
neolatini.
Rotonda
>
di
Maria
di
Champagne
che ha
trattato; quindi
Cfr.
"
1238
il
al
libro
1245 ha
scritto Albertano
d'Andrea correva
ital
in
il
suo
Italia nella
XIII.
sec.
Le tracce
una
Non
non meno
in franco-italiano e
ci
di altre
due
in
Toscana^
sono
trascurabili
due
Cod. A. B.
Pietro de le vigne
Amore,
in cui disio
di voi, bella,
e
ed speranza,
Com omo
eh' in
quando vede
giamai
cos faccio,
lo
speranza no
la
e stagione
madonna,
lo'
inganna;
in voi venire.
mi
amai lungiamente
Ca
ss' io
adunque,
bella, se
bene mi volete,
'
Cfr. E. Troiel
libri tres
in
Andreae Capellani
Parniae 1892-
vostra spera.
regii
Francorum de amore
56
In vostra spero vivo, donna mia,
e lo
1'
E guardo tempo
manda
meo
lo
e'
compianti
esti
in bailia lo
meo
core,
e dille
E mandimi
com'
riposa
si
su'
amore,
io conforti
amore
1'
eh'
i'
lei
porto
donimi penitenza
A. 61
suo valore.
al
La
lo core
m' allegra
e la
si
volentieri la vejo
la
bocca
fra le
mie braza
amorosi sembianti
li
mente
eh' io basciai
ancor
menne
la tenne,
aspetto e disio.
1'
de
lo petto le toccao,
'
1'
codd. C. e
essere
biamo per
di
quella di
travede l'originale,
sua integrit.
non
tre lezioni,
D. che rappresentano Y.
ma non
si
Da
ma
due: quella
tali lezioni
s'
in-
57
Alotta
k'
eo mi partivi
e dissi
Deo
v'
acomando,
la bella
tant'
'
la dolze
Io non fujo
e'
donna mia
(?)
non mi
non credo ke
La
veio. la
e la
infra le
(vv.
mallegra
A.
lascia partire.
lontano
"
donne aparire,
ralegrami la mente.
1-8)
gli
amorosi
sembianti, lo core
volentieri la
si
disio.
C.
La
Lo
core mal-
legra elamente
elgli
la
le
amorosi sembianti
lo
chore mal-
disio.
II
A.
Laulente boca
e le
(vv. 9-16)
menne
e lo petto le ciercai.
fra le
mie
bona usanza
lasciare
amore
epartire.
C.
lo toccao.
Ale mie
D.
Laulente boccha
mie braccia
agire
non
lamore
la tenne,
le
de lo pecto
le
tocchao. ale
lasciar
e partire.
Ili
A.
menne
(vv.
17-24)
58
C.
D.
mi partio
Allotta cheo
edissi
adeo nacchoraando.
apena mi respondea.
la dolcie
la
Tanterano
e lagriraando.
bella
li
so-
la-
sciava partire.
IV
A,
Io non fulvi
si
25-32)
(vv.
che tristano. isaotta tanto amasse, quando vegio venire lavenente. e le donne aparire. lo core
mi trae
di
martire e ralegrami
lamente.
C.
Io no vo
amor
Ne non
notriasse.
credo
le
rallegrami
lamente.
D.
Io non vo
lontano chel
si
votriasse.
Ne non
mi
trae di martiri
e allegrami la mente.
Attribuzione
A'.
C. 35
D. 241
2.
Giacomino Pulgliese
61:
V. 6
v.
10
e lo
le
CD
V. 7
petto
12 mi dimandai
V. 13.
V. 17.
v. 18.
V. 19.
Se veni
CD
viceversa
mie
sono
le ciercai
v. 11 fra le
V.
4 mi pare
a le
mie
de lo pecto
le
toccao
madomandao CD
se venite
CD
Alotta keo mi
Quando mi venni a partire A
Madonna A
E dissi CD
inver mevi di me CD
ver mene A
=
=
CD
CD
partivi
CD
59
V. 20.
V.
24 lascia
V. 25 lo
V.
sospirava
non
27 e non
fuivi
V.
29 lavenente
v.
30 e
le
=
=
sospirando
lo
ne non
CD
CD
lasciava
non vo
CD
CD
A =; laulente CD
A = infra le donne CD
donne
^p^
llnWersity of Toront
Library
u
o
IO
to
H
T3
CO
S
1-4!
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THE
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