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NELLO SPECCHIO DEL MITO.

RIFLESSI DI UNA TRADIZIONE


Atti del Convegno di Studi
(Universit degli Studi Roma Tre
Roma 17-19 febbraio 2010)

a cura di
Giuseppe Izzi, Luca Marcozzi e Concetta Ranieri

Franco Cesati Editore

Il volume pubblicato con il contributo del Dipartimento di Italianistica e della Presidenza della Facolt di Lettere e Filosofia dellUniversit degli Studi Roma Tre.

E` vietata la traduzione, la memorizzazione elettronica, la riproduzione totale o parziale con


qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico.
ISBN 978-88-7667-????-?
2011, Propriet letteraria riservata
Franco Cesati Editore
Via Guasti, 2 - 50134 Firenze
http://www.francocesatieditore.com - email: info@francocesatieditore.com
In copertina: ?????.

INDICE

Presentazione

Emanuela Andreoni Fontecedro, Lambiguo segno dei campi arati


e il mito dellet delloro

13

Giovanni Cerri, Ulisse omerico e Ulisse meta-omerico in Dante

31

Concetta Bianca, Da Coluccio a Pasquino: il mito di Ercole

49

Gennaro Savarese, Il mito delle Parche tra Platone, Ficino ed Egidio


da Viterbo

65

Concetta Ranieri, Aspetti del mito di Ganimede nella cultura del


Cinquecento

79

Luca Marcozzi, Mitografia e mitopoiesi in Bembo

99

Marco Ariani, Luomo inciso: il mito dellandrogino nei Dialoghi


damore di Leone Ebreo

133

Mino Gabriele, Il mito negli Emblemi di Alciato

159

Giuseppe Crimi, Note sul mito dei giganti nella Firenze cinquecentesca

177

Stefano Jossa, Nemiche delluomo. Il mito delle Amazzoni nel poema cavalleresco

219

Laura Fortini, Lisola delle femine omicide: Ariosto tra mito, riscritture e fondazione della modernit

249

Indice

Chiara Cassiani, Il mito di Dafne nellOrlando furioso

273

Roberto Gigliucci, Altri Orfei nel melodramma del Seicento

295

Saverio Franchi, Il mito del labirinto nel folklore e nella musica medievale e moderna

315

Liliana Barroero, Temi mitologici come poesia visiva nellopera di


Pompeo Batoni

343

Giuseppe Izzi, Cantami o Diva: Muse e poesia in Vincenzo Monti

365

William Spaggiari, Mitologie napoleoniche

377

Simona Costa, Epifanie novecentesche del mito: tra dAnnunzio e


Marinetti

391

Ugo Fracassa, That is not my story: Irma vs Clizia

403

Pietro Gibellini, Dal mito alla Bibbia: unesperienza di lavoro

417

Indice dei nomi

429

Indice dei nomi mitologici

000

Stefano Jossa

NEMICHE DELLUOMO.
IL MITO DELLE AMAZZONI
NEL POEMA CAVALLERESCO

Perfino lo Stato non conosce leggi non scritte che siano pi potenti
del fondamento mitico.
(F. Nietzsche, La nascita della tragedia)
Il mito sempre anche narrazione che attualizza in continuazione
levento originario, cos da dare immediatamente senso compiuto e
unificante ad azioni e intenzioni del presente che sono altrimenti
confuse, frammentarie, contraddittorie. Il presente ha bisogno di attingere senso dal passato attraverso la memoria e la narrazione.
(G.E. Rusconi, Se cessiamo di essere una nazione)

1. Letteratura e antropologia
Le premesse teoriche che dovrei fare per inquadrare questo intervento rischiano di essere lunghissime e noiosamente bibliografiche. Mi limito, perci,
a selezionare solo tre termini-chiave: tema, genere, nel senso di genere letterario, e di nuovo genere, ma stavolta nel senso di genere sessuale. Con ci vorrei invitare a una riflessione sul fatto che un intervento del genere non sarebbe stato possibile in Italia solo circa trentanni fa, forse anche venti, perch i primi due termini-chiave che ho proposto, tema e genere, erano stati di
fatto inibiti dalla lunga durata del magistero crociano: n una ricerca per
temi, n una storia per generi erano ammissibili nellorizzonte dellestetica
crociana. Da un lato i temi non sono che contenitori o contenuti, comunque
estranei alla genesi e al valore dellopera 1:
1

Si cita da B. Croce, La letteratura comparata, La Critica, I, 1903, 1, pp. 77-80, a p. 78.

219

Stefano Jossa

Gli che queste ricerche sono di mera erudizione, e non si prestano mai ad una
trattazione organica. Esse non ci conducono mai, da sole, a comprendere unopera
letteraria, non ci fanno penetrare mai nel vivo della creazione artistica. Il loro subietto non la genesi estetica dellopera letteraria; ma o la storia esterna dellopera gi
formata (vicende, traduzioni, imitazioni, etc.), o un frammento del vario materiale
che ha contribuito a formarla (tradizione letteraria). I libri che si tengono strettamente in questordine di ricerche, prendono, di necessit, la forma del catalogo o della bibliografia, talvolta celata alla meglio dallabilit o dal brio dello scrittore. Manca e
non pu non mancare lo studio del momento creativo, che quello che davvero interessa la storia letteraria ed artistica.

Dallaltro lato i generi ingabbiano e isolano ci che per sua natura mobile, complesso e interattivo 2:
ci fu chi volle applicare alla poesia levoluzione delle specie di Darwin, e, logicista comera, ide, e per quanto pot esegu, una storia letteraria in cui i generi prolificavano
e si moltiplicavano, senza bisogno dellaltro sesso, e lottavano tra di loro e si sopraffacevano, e ce nerano di quelli che sparivano, e altri che vincevano nella lotta per lesistenza.

Il mio obiettivo non certo dimostrare che Croce aveva torto. Mi propongo, piuttosto, secondo la lezione di Aby Warburg ed Erwin Panofsky, di
individuare lesistenza e il significato della tradizione attraverso un tema: ci
che importa, in questa prospettiva, non sono le relazioni intertestuali fra questo e quel testimone, ma la lunga durata allinterno dello stesso contenitore
(ossia il genere letterario), che consente al motivo di costituirsi in tradizione,
segnando un percorso di continuit e diffrazione 3.
La terza parola-chiave, genere come differenza sessuale, tuttavia ancora
pi problematica, perch rimanda a quei gender studies che la cultura italiaPer una discussione si potr partire da G. Pozzi, Temi, topoi, stereotipi, in Letteratura italiana, dir.
da A. Asor Rosa, vol. III. Le forme del testo, I. Teoria e poesia, Torino, Einaudi, 1984, pp. 391-436;
M. Lefvre, Per un profilo storico della critica tematica, in Temi e letture, a cura di C. Spila, Roma,
Bulzoni, 2006, pp. 11-29; e S. Zatti, Sulla critica tematica: appunti, riflessioni, esempi, Allegoria,
XVIII, 2006, 52-53, pp. 5-22.
2
Si cita da B. Croce, La poesia (1936), Bari, Laterza, 1953, pp. 185-6. Per una discussione si potr partire da P. De Meijer, La questione dei generi, in Letteratura italiana, dir. da A.
Asor Rosa, vol. IV. L interpretazione, Torino, Einaudi, 1985, pp. 245-82; L. Pennings, I generi
letterari nella critica italiana del primo Novecento, Firenze, Franco Cesati, 1999, pp. 33-80; ed
E. Paolozzi, Lestetica di Benedetto Croce, Napoli, Guida, 2002, pp. 65-8.
3
Due soli riferimenti preliminari, qui: A. Warburg, La rinascita del paganesimo antico.
Contributi alla storia della cultura (1932), a cura di G. Bing, trad. it. di E. Cantimori, Firenze,
La Nuova Italia, 1966 (ristampa 1996; nuova edizione La rinascita del paganesimo antico e altri
scritti, 1889-1914, a cura di M. Ghelardi, Torino, Aragno, 2004); e E. Panofsky, Studi di iconologia. I temi umanistici nellarte del Rinascimento (1939), intr. di G. Previtali, trad. it. di R. Pedio, Torino, Einaudi, 1975 (ristampa 2009).

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Nemiche delluomo. Il mito delle Amazzoni nel poema cavalleresco

na, soprattutto sul versante della critica letteraria, ha per lo pi visto con diffidenza, se non con terrore, come rivoluzionari, secondo il paradigma che
il bello c gi stato, il mondo finito e a noi non tocca che preservare la memoria del perduto. Inesorabilmente e disperatamente postumi, senza futuro,
ma avvinghiati alle briciole di quel potere che la bellezza ci ha dato in consegna 4.
Per fortuna non tutti la pensano cos e c ancora spazio per aprire la letteratura verso gli orizzonti che le sono propri, cio la filosofia e lantropologia. Solo individuando, dentro i testi, le coordinate entro cui i testi stessi siscrivono, si potr offrire un servizio ai testi stessi, in modo da evitare tanto la
vacua retorica del bello quanto la pura descrizione del dato materiale.
Anche qui lassunto problematicamente in discussione con Croce, perch la separazione che si creata, nel peggiore dei casi, tra critici paroliberisti
che non leggono i testi e filologi che i testi li leggono, ma non li discutono, discende tutta dalla famosa recensione crociana a Letteratura europea e Medio
evo latino di Ernest Robert Curtius, intitolata Dei filologi che hanno idee,
dove filologi e idee sono naturalmente incompatibili 5.
Devo assumermi, insomma, la responsabilit e il rischio di parlare di un
tema, allinterno di un genere, nellorizzonte di una riflessione antropologica
sulle idee. Il tutto, naturalmente, a partire dai testi, che sono lunico vero oggetto dello studioso di letteratura.
La lunga durata del tema, e il fatto che esso compaia ripetutamente nella
storia del genere senza che vi siano espliciti richiami intertestuali, rivela che
esso pu essere letto come una di quelle metafore primordiali con cui stante la lezione di Blumenberg luomo interroga il mondo fin dalla notte dei
tempi 6. Il tema assume quindi un valore conoscitivo di tipo antropologico
perch attraverso il discorso sul rapporto fra i sessi finisce col coinvolgere la
domanda sul rapporto tra natura e civilt.
Larchetipo determina, insomma, tanto genealogie quanto significati,
dando da un lato il senso di una continuit storica, sul piano sintagmatico
delle successioni di cui fatta lidentit di un genere, ma offrendo anche, dallaltro lato, un orizzonte ideale di senso che viene a collocarsi su un piano pa4
Per una discussione si potr partire dai recenti interventi di V. Pravadelli, Women and
Gender Studies, Italian Style, European Journal of Womens Studies, XVII, 2010, 1, pp. 61-7;
C. Saraceno, Women and Gender Studies in Italy: Lack of Institutionalization or a Different
Kind of Institutionalization?, European Journal of Womens Studies, XVII, 2010, 3, pp.
269-74; V. Pravadelli, Open Forum: Legitimacy/Change/Power: Is a New Course in Italian
Gender Studies Possible?: A Response to Chiara Saraceno, ivi, pp. 275-9.
5
Cfr. B. Croce, Dei filologi che hanno idee, Quaderni della Critica, VI, 1950, 16,
pp. 118-21.
6
Cfr. H. Blumenberg, Paradigmi per una metaforologia (1960), trad. it. di M.V. Serra
Hansberg, Bologna, Il Mulino, 1969 (ristampa Milano, Cortina, 2009).

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Stefano Jossa

radigmatico. Caratterizzato da una continuit morfologica (distanza nel tempo e nello spazio, fondazione di usi e costumi, dinamiche delle relazioni e degli eventi), il racconto dei miti consente di procedere insieme col telescopio e
col microscopio, indagando un dettaglio in un processo di lunga durata: il
contenitore del processo formale (il genere e la sua modalit narrativa), ma
la serie che si viene a costituire testimone di trasformazioni e scarti sulla linea del tempo storico 7.
2. Natura e storia
Le fonti classiche del mito sono notissime, ma forse vale la pena di richiamare brevemente alcuni dei riferimenti fondamentali nellambito della cultura umanistica 8. Le Amazzoni compaiono per la prima volta nellIliade, dove
sono alleate dei Troiani e nemiche dei Greci. Esse rappresentano dunque fin
dallinizio unalterit rispetto alla civilt greca, un nemico da combattere e da
sconfiggere, un altrove relegato in quel mondo orientale, barbaro e ostile, che
la guerra di Troia ha sconfitto e allontanato. Le Amazzoni sono infatti espressione di un mondo alla rovescia, un mondo primitivo e naturale in cui la donna comanda sulluomo, dominandolo e usandolo: il mito greco le raffigura
perci come luniverso del disordine, che i grandi eroi della cultura e della ci7
Cfr., al riguardo, le riflessioni proposte da N. Frye, Anatomia della critica (1957), trad.
it. di P. Rosa-Clot e S. Stratta, Torino, Einaudi, 1969 (ristampa 2000); e C. Ginzburg, Miti emblemi spie. Morfologia e storia, Torino, Einaudi, 1986 (ristampa 2000). Per percorsi tematici interni al genere cavalleresco si potr partire da M.C. Cabani, Gli amici amanti. Coppie eroiche e
sortite notturne nellepica italiana, Napoli, Liguori, 1994; S. Zatti, Nuove terre, nuova scienza,
nuova poesia: la profezia epica delle scoperte, in Id., Lombra del Tasso. Epica e romanzo nel Cinquecento, Milano, Bruno Mondadori, 1996, pp. 146-207; nonch il mio Ordine e causalit: ideologizzazione del poema e difficolt del racconto tra Ariosto e Tasso, Filologia e critica, XXV,
2000, 1, pp. 3-39.
8
Per una rassegna cfr. P. Grimal, Enciclopedia dei miti, Milano, Garzanti, 1990, pp.
39-40. Sulle origini e il significato del mito cfr. W. Tyrrell, Amazons. A Study of Athenian
Mythmaking, Baltimore, Johns Hopkins University Press, 1984; e J. Blok, The Early Amazons.
Modern and Ancient Perspectives on a Persistent Myth, Leiden, Brill, 1994. Unintroduzione generale, con esplorazione delle fonti e ricostruzione della fortuna, si trova in S. Andres, Le
Amazzoni nellimmaginario occidentale. Il mito e la storia attraverso la letteratura, Pisa, Ets,
2001 (con un paragrafo su Le Amazzoni nella tradizione poetica italiana del due-trecento, pp.
141-7, e uno su Elementi amazzonici nella letteratura cavalleresca rinascimentale, pp. 150-3).
Utili ma eccessivamente colloquiali e divulgativi i contributi di A.W. Kleinbaum, The War
against the Amazons, New York, McGraw-Hill, 1983, e J.A. Salmonson, The Encyclopedia of
Amazons: Women Warriors from Antiquity to the Modern Era, New York-London, Doubleday,
1992. In Italia, per la storia e le trasformazioni dei miti classici nella cultura occidentale si potr
partire dalle due belle collane Mythologica Einaudi, diretta da M. Bettini, e Grandi Classici.
Variazioni sul mito, delleditore Marsilio.

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Nemiche delluomo. Il mito delle Amazzoni nel poema cavalleresco

vilt, Ercole e Teseo, riconducono allordine, ristabilendo il giusto rapporto


fra uomini e donne 9.
Il racconto di Diodoro e di Plutarco esemplare al riguardo 10. Per Diodoro le Amazzoni rappresentano uno stato di natura fondato sulla violenza e
la sopraffazione: leroe del mito, Ercole, le riporta allordine, superando la
natura nel nome della civilt e del progresso.
Allo stesso modo Plutarco affida allimpresa mitica di Teseo contro le
Amazzoni il compito di rappresentare la vittoria della civilt contro la barbarie: facendo innamorare di s Ippolita, Teseo sancisce il passaggio dal mondo
primitivo, in cui la donna comanda sulluomo, al mondo moderno, fondato sul
matrimonio e sulla famiglia, sulla consapevolezza dei ruoli e sul patto sociale.
Ci troviamo, quindi, di fronte a una chiarissima opposizione tra storia e
natura, identificate rispettivamente col maschile (polo positivo) e col femminile (polo negativo). Vedremo che lo stesso schema antropologico presiede
alla lettura rinascimentale del mito, ma con una significativa inversione ideologica nei rapporti tra natura e storia.
3. Le donne, nelle cose cha far si pongono non son da niente meno de gli
uomini
Prima di tutto, ora, cercher di dimostrare che la scelta del tema non nasce da una collezione di ricorrenze, pi o meno casuale, ma da un problema
critico, di storia della cultura e di riflessione sulla letteratura.
9
Liconografia del mito, con riferimento al parallelo con le guerre contro i Persiani, discussa da J. Boardman, Heracles, Theseus and Amazons, in The Eye of Greece. Studies in the Art
of Athens, edited by D. Kurtz and B. Sparkes, Cambridge, Cambridge University Press, 1982,
pp. 1-28.
10
Cfr. Diodoro Siculo, Biblioteca Storica, libri II-IV, e Plutarco, Vita di Teseo, 26-28.
Luno (tradotto in latino da Poggio Bracciolini, Bologna, [Balthasar Azoguidus], 1472, e volgarizzato gi dalledizione di Firenze, Giunta, 1526), e laltro (tradotto in latino da F. Filelfo, G.
Tortelli, L. Birago, D. Acciaiuoli, Guarino Veronese, A. Pasini Tudertinus, F. Barbaro, L. Bruni, e L. Giustiniani, Roma, Vdalricus Gallus, 1470ca, e volgarizzato fin dal Quattrocento da
B.A. Giaconello di Rieti, Aquila, Rotwil, 1482), ebbero una straordinaria diffusione, sia manoscritta che a stampa, fra Quattro e Cinquecento: cfr. almeno, su Diodoro, E.V. Maltese, In
margine alla tradizione manoscritta di Diodoro Siculo: gli excerpta di Giorgio Gemistio Pletone,
Studi Italiani di Filologia Classica, LXXVII, 1984, pp. 217-34, e M.L. Arduini, Dallet greca
classica agli inizi di Roma imperiale. Da Senofonte a Diodoro Siculo, Milano, Jaca Book, 2000,
pp. 280-91; su Plutarco, V.R Giustiniani, Sulle traduzioni latine delle Vite di Plutarco nel
Quattrocento, Rinascimento, I, 1961, pp. 3-62; G. Resta, Le epitomi di Plutarco nel Quattrocento, Padova, Antenore, 1962; e Leredit culturale di Plutarco dallAntichit al Rinascimento.
Atti del VII Convegno plutarcheo (Milano-Gargnano, 28-30 maggio 1997), a cura di I. Gallo,
Napoli, DAuria, 1998. Altre fonti importanti per gli umanisti sono Erodoto, Strabone e Pompeo Trogo (nellepitome di Giustino).

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Stefano Jossa

Comincio perci dalla fine, nella convinzione che i punti darrivo illuminano spesso i punti di partenza. Che la presenza di donne guerriere, cio della tradizione amazzonica, nel poema cavalleresco, o romanzo, come allora si
diceva, fosse un problema per i lettori e i critici coevi attestato da una pagina di Giovan Battista Pigna nel suo trattato sui Romanzi del 1554 11: porre
coraggiose le donne indifferentemente da gli uomini dice Pigna fuori
dal relativo convenevole e del naturale, in quanto che elle di complessione di
corpo fredda si trovano e danimo pauroso.
Le donne guerriere, insomma, contraddicono il decoro che si conviene
allo scrittore romanzesco, sia sul piano naturale, perch le donne per natura
non sono guerriere, sia sul piano relazionale, perch rispetto alluomo le donne sono meno forti. Mancher il decoro anche sul piano della conformit alla
tradizione, aggiunge Pigna,
essendo commune sentenza delli scrittori che alle mogliere sappartenga il governo
delle cose di casa e delle cose di fuori a i mariti, e che larmarsi e con soldati tramettersi ad esse leverebbe la pudicizia, che la loro principal virt, e che, quando non la
levasse, sospetto ne darebbe, che quasi il medesimo. (pp. 38-39)

Pigna vuole per dimostrare che gli scrittori dei romanzi non hanno sbagliato a introdurre donne guerriere nei loro poemi, percioch non tutte le
donne fan gagliarde n a tutte dan carico di cavalleria, ma a quelle sole che o
per fama o per auttorit di libri esser armigere ritrovano. Pigna difende insomma, secondo costume umanistico, la verit per tradizione. Largomento
misogino precedente si capovolge allora in una dichiarazione quasi protofemminista:
Da prima elle nelle battaglie traposte non erano, ma poi che nelle guerre di Spagna, che ottocento anni durarono, gli Arabi dAfrica le consorti e le meretrici loro
trassero e lor diero il potere alla libera guerreggiare, molte, molto onoratamente riuscendo, mostraro che le donne, nelle cose cha far si pongono non son da niente
meno de gli uomini. (p. 39)

Segue lesempio della regina nel gioco degli scacchi: E questa forma di
milizia nelli scacchi si vede: nel giuoco de quali la donna tutto il tavoliero
trascorre e tutto lessercito governa, cosa che ordinata fu da gli Arabi, che tal
licenza le concessero, facendo ella prima un sol passo (ibid.).
La conclusione una legittimazione delle donne guerriere, percioch
ogni femina non forte ma le famose guerriere solamente (ibid.): limitato il
fenomeno, che la tradizione convalida, la contraddizione sparisce.
11

Si cita da G.B. Pigna, I romanzi, edizione critica a cura di S. Ritrovato, Bologna, Commissione per i testi di lingua, 1997, pp. 38-9.

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Nemiche delluomo. Il mito delle Amazzoni nel poema cavalleresco

Le donne guerriere non rappresentano quindi solo unalterit da controllare o eliminare, ma anche una potenzialit interna al mondo femminile. La
pagina di Pigna tuttavia un testimone eloquente da un lato del disagio maschile di fronte alle donne guerriere, dallaltro della rilevanza del tema nel dibattito contemporaneo. Se la donna guerriera un motivo amazzonico diffuso in tutta la tradizione cavalleresca, il mito delle Amazzoni il racconto fondante di tale motivo, in cui sintrecciano sguardo antropologico sulla natura
femminile e progetto politico di costruzione dellordine sociale 12. Allinterno
del motivo della donna guerriera selezioner dunque il tema delle
Amazzoni 13.
4. Una rivolta contro natura: le Amazzoni di Boccaccio (Teseida, libro I)
La prima apparizione del mito delle Amazzoni nel poema cavalleresco
italiano avviene allatto di fondazione del genere stesso, col Teseida di Boccaccio (1339-41ca), il cui primo libro dedicato a la cagion che Teseo fece
fervente / dellAmazone a vengiare il difetto, come recita il sonetto con largomento preposto al primo libro stesso 14.
12

Unutilissima guida alla presenza del mito nella tradizione cavalleresca costituita dal
monumentale lavoro di G. Bettin, Per un repertorio dei temi e delle convenzioni del poema
epico-cavalleresco: 1520-1580, Venezia, Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, 2006, p.
1628, ad indicem. Su posizione e ruolo della donna nella civilt cinquecentesca la bibliografia
ormai sterminata: cfr. almeno, dopo J. Burckhardt, La civilt del Rinascimento in Italia (1860),
trad. it. di D. Valbusa, intr. di L. Gatto, Roma, Newton Compton, 2000, pp. 292-96, gli studi
fondanti di R. Kelso, Doctrine for the Lady of the Renaissance, Urbana, Urbana Illinois Press,
1956; e P. Benson, The Invention of the Renaissance Woman: The Challenge of Female Independence in the Literature and Thought of Italy and England, Pennsylvania, Pennsylvania State University Press, 1992.
13
Un precedente, senza distinzione tra motivo guerresco e tema amazzonico, si trova nel
bel saggio, orientato soprattutto sulle figure femminili nei poemi cavallereschi, di P. Di Sacco,
Femmine guerriere. Amazzoni, cavalli e cavalieri da Camilla a Clorinda, Intersezioni, XVI,
1996, 2, pp. 275-89. Se il motivo il significato primario, cio il rapporto tra uomini e donne, mentre il tema il significato storico, cio il rapporto tra donna guerriera e contesto
culturale, il mito conterr entrambi: trattare il mito come tema consentir allora dindagare
tanto luniverso archetipico di riferimento quanto le trasformazioni storiche della rappresentazione narrativa. Cfr. C. Segre, Tema/motivo, in Enciclopedia Einaudi, vol. XIV, Torino, Einaudi, 1981, pp. 3-23.
14
Si cita da G. Boccaccio, Teseida, edizione critica per cura di S. Battaglia, Firenze, Sansoni, 1938, pp. 11-48 (corrispondenti al primo libro). Del solo primo libro comparve unedizione intitolata Incomincia il libro dellAmazonide overo de la guerra di Theseo duca dActhene con
le donne Amazone, Parigi, Crapelet, 1840 (cfr. S. Battaglia, Introduzione, ivi, pp. XI-CLVIII,
alle pp. XLII-V). Lepisodio discende soprattutto da Stazio, Tebaide, XII: cfr. C. Crescini,
Contributo agli studi sul Boccaccio, con documenti inediti, Torino, Loescher, 1887, pp. 224-9; P.
Savj-Lopez, Sulle fonti della Teseide, Giornale Storico della Letteratura Italiana, XXXVI,
1900, pp. 57-78, e D. Anderson, Before the Knights Tale. Imitation of Classical Epic in Boccac-

225

Stefano Jossa

Per raccontare con pietosa / rima una istoria antica, / tanto negli anni
riposta e nascosa / che latino ator non par ne dica, la storia dellamore di
due tebani, Arcita e Palemne, per unamazzone, Emilia, Boccaccio comincia
il suo racconto proprio dal mito delle Amazzoni (I 6):
Al tempo che Egeo re dAttene era,
fur donne in Scizia crude e dispietate,
alle qua forse parea cosa fiera
esser da maschi lor signoreggiate;
per che, adunate, con sentenzia altiera
diliberar non esser soggiogate,
ma di voler per lor la signoria;
e trovr modo a fornir lor follia.

Eliminati i maschi, le Amazzoni libere si fero (I 7, 7), ma subito sentirono il bisogno di una maestra e duce / che correggesse ciascun lor difetto
(I 8, 2-3). Venne eletta Ippolita gentil, mastra di guerra (I 8, 8), che fin dallinizio appare come la volontaria negazione della femminilit: bench femina fosse / e di bellezze piena oltre misura, racconta Boccaccio, rimosse / da
s ciascuna feminil paura, al punto che divenne, cosa innaturale per una
donna, un grande comandante (I 9, 2-3 e 4-5).
La legge di Ippolita prescrisse lallontanamento o leliminazione degli uomini, mentre le donne sarebbero state benevolmente accolte nella terra delle
Amazzoni. Tale legge si configura come crudeltate e peccato (I 13, 6 e
8), al punto che Teseo, re di Atene, ricevute molte lamentele e infiammato da
Marte, decide di vendicare / la crudelt e lopere noiose / delle donne amazne (I 16, 3-5). Alle dispietate Amazzoni si contrappone quindi Teseo
magnanimo, novello Enea, al punto che, come ha scritto James McGregor
nellunica analisi per ora disponibile dellepisodio, the confrontation between Theseus and the Amazons emerges as an essentially Vergilian conflict
of almost emblematic quality, pitting cruelty and barbarism against Theseuss
civilized virtues of compassion and responsibility 15.
La ribellione contro gli uomini dunque una rivolta contro unautorit
biologicamente giustificata: uccidere gli uomini significa eliminare il princicios Teseida, Philadelphia, University of Pennsylvania Press, 1988. Nelle Chiose al Teseida si
legge tuttavia che la materia, cio li costumi de le predette donne amazone, alquanto pellegrina alle pi genti, e perci pi piacevole (G. Boccaccio, Opere minori in volgare, a cura di
M. Marti, vol. II. Filostrato. Teseida. Chiose al Teseida, Milano, Rizzoli, 1970, p. 663). Per una
lettura dellepisodio cfr. J.H. McGregor, The Shades of Aeneas. The Imitation of Vergil and the
History of Paganism in Boccaccios Filostrato, Filocolo, and Teseida, Athens (Georgia), The
University of Georgia Press, 1991, pp. 48-9.
15
Ivi, p. 48.

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Nemiche delluomo. Il mito delle Amazzoni nel poema cavalleresco

pio che ha garantito la vita associata e lordine politico. La ribellione pertanto un crimine contro la societ, quindi persino contro i ribelli stessi che il
crimine hanno commesso: crimine tanto pi grave quanto pi nega la natura,
intesa sia come primato del maschio sia come tensione della donna alleros.
La punizione non solo necessaria, ma dovr restaurare lordine perduto.
Venuta a conoscenza della spedizione ateniese, Ippolita convoca le
Amazzoni e le esorta a difendersi: nemiche dellamore per voler virile animo
mostrare (I 24, 5), le Amazzoni hanno ora loccasione di provare il loro valore guerriero.
Con le Amazzoni di Boccaccio ci troviamo quindi di fronte a una doppia
inversione: inversione dellanimo femminile, che sceglie le armi anzich lamore; e inversione dei rapporti sessuali, perch le donne fanno ora ci che
per natura e per tradizione appartiene alluomo, cio la guerra.
Il motivo per cui Teseo si prepara ad attaccarle, infatti, secondo largomentazione di Ippolita, non perch le Amazzoni uccidono gli uomini, ma
perch esse hanno trasgredito il ruolo naturale delle donne, perch nostro
piacer non si contenta / di quel che laltre, ci suggiacere / a gli uomini, faccendo il lor volere (I 26, 6-8). Le Amazzoni hanno una colpa politica che
una colpa morale: il loro un peccato contro la natura delle donne, che sono
per natura, e non possono non essere, subordinate alluomo. Il potere sessuale delle donne pericoloso per la comunit, come hanno ribadito alcune tra
le pi accreditate letture psicanalitiche dei miti originari 16.
Diversamente da quello che ci si potrebbe aspettare secondo i modelli pi
frequenti di interpretazione delle versioni classiche del mito, cio il regno delle
Amazzoni come stato di natura, caos e disordine, e la loro sconfitta come
trionfo della civilt, politica e ordine, nel Teseida le Amazzoni rappresentano
la rottura dellequilibrio naturale, ad esse preesistente ed eternamente valido,
per cui le donne si dedicano allamore e gli uomini alla guerra, le donne ubbidiscono e gli uomini comandano. Non si tratta di una visione progressiva della
storia, insomma, ma piuttosto di proporre un ritorno alla natura.
Il conflitto, squisitamente politico, tra libert e servit, si specchia nel
conflitto, essenzialmente morale, tra peccato contro natura (luccisione dei
mariti) e ubbidienza alla legge di natura (la sottomissione alluomo). Alla lettera di Ippolita, che lo accusa di aver portato guerra senza ragione, disleale
uom barattiere (I 104, 3), Teseo replica che chi l nostro popol uccide e discaccia / dalle sue terre, a noi fa villania (I 110, 1-2). Persino la scelta, da
parte di Teseo, di scavare un tunnel sotto le mura non sar vilt, ma strategia
guerriera: le Amazzoni meritano rispetto, ma il loro errore va punito.
Ippolita lo riconosce esplicitamente nel successivo discorso alle compa16

Cfr., ad esempio, O. Rank, Il trauma della nascita (1929), intr. di S. Molinari Negrini,
trad. it. di E. Ponsi, Rimini, Guaraldi, 1972 (ristampa Milano, Fabbri, 2007).

227

Stefano Jossa

gne, ammettendo che non a torto gli dei sono adirati con loro (I 116,
3-117, 2):
Se di ciascuna qui fosse il marito,
fratel, figliuolo o padre che fu morto
da tutte noi, non saria stato ardito
Teseo mai dappresarsi al nostro porto;
ma perch non ci son, ci ha assaltate,
come vedete, e ancora assediate.
Venere, giustamente a noi crucciata,
col suo amico Marte il favoreggia.

La colpa delle Amazzoni non la scelta guerriera, ma la separazione dal


maschio: leliminazione degli uomini si ritorce ora contro di loro, in una nemesi divina che porta persino Venere, che dovrebbe stare dalla parte delle
donne, ad affiancarsi a Marte in battaglia. La rinuncia ad amore allora il
vero grande tradimento delle Amazzoni, che hanno negato non solo la loro
femminilit, ma addirittura la loro stessa possibilit di felicit. Non sar vergognoso, di conseguenza, arrendersi al re di Atene (I 121, 5-8):
e gi non ci sar e desinore
se vinte siam da uom cos sovrano
perci chognuom per femine ci tiene,
come noi siamo, e lui duca dAttene.

La distinzione, oggettiva e ontologica, tra i sessi, ribadita dallinciso che


rivela la presunzione e ammette la colpa, viene finalmente riconosciuta. Perci alla fine Teseo prende Ippolita in sposa e tutto torna in ordine (I 132):
Le donne avean cambiati sembianti,
ponendo in terra larme rugginose,
e tornate eran quali eran davanti,
belle, leggiadre, fresche e graziose;
e ora in lieti motti e dolci canti
mutate avean le voci rigogliose,
e passi avean piccioli tornati,
che pria nellarmi grandi erano stati.

Le donne sono tornate quali erano e quali devono essere: nelle origini naturali letica. Non c conflitto tra Eros e Legge. Solo alla fine, allora, Boccaccio si concede unallusione maliziosa: e le donne sapeano or che si fare, /
s ristorando del tempo perduto / mentre nel regno non era uomo issuto (I
138, 6-8). La natura trionfa sulla cultura, e lamore sulla guerra. Si realizza
cos la rapida trasformazione della mitica societ guerriera composta di sole

228

Nemiche delluomo. Il mito delle Amazzoni nel poema cavalleresco

donne (alla quale il filogino Boccaccio accorda ben poche possibilit di sussistere) in una schiera femminile che sente di nuovo il richiamo di amore 17.
Se vero che il Teseida, come ha scritto Giuseppe Velli, costituisce uno
sforzo consapevole di uscire dai quadri della spiritualit contemporanea per
aderire ad una diversa condizione di pensiero 18, che insieme filosofica e
politica, lapertura col mito delle Amazzoni definisce, in limine, le condizioni
di esistenza di una nuova antropologia, nel segno dei classici: il rispetto dei
ruoli sessuali sar a fondamento di un ordine naturale che impone il parallelo
rispetto dei ruoli e dei doveri sociali.
5. Ammaestrate al giuoco: le Amazzoni di Pulci (Morgante, XXII
158-70)
Nel Morgante di Luigi Pulci (1478) le Amazzoni compaiono nel XXII
canto, nella citt di Saliscaglia, regno dellArpalista, dove Rinaldo approda a
causa di una tempesta. Al servizio dellArpalista ci sono donne che son tutte
use ire in battaglia, che sono lesatto contrario di quello che una donna dovrebbe essere (XXII 158, 5-8) 19:
come quelle Amazzne veston maglia;
son per natura coperte di vello,
pilose, setolute, strane e brutte,
ma molto fiere per combatter tutte.

Fin dallinizio le caratteristiche reali delle Amazzoni (pilose, setolute,


strane e brutte) sembrano capovolgere le qualit ideali delle donne enunciate da Boccaccio (belle, leggiadre, fresche e graziose). Rinaldo non si lascia
intimorire dalla loro fama, approda e saccheggia la terra. LArpalista invia le
donne contro di lui, sotto la guida di Arcalida. La prima risposta di Rinaldo,
bench perfettamente ascrivibile, sul piano tecnico, al codice cavalleresco,
contiene subito la dimensione equivoca della sfida (XXII 165, 1-5):
Arcalida si fe innanzi alla porta,
e disse: Dove vai tu, cavaliere,
che par cos sicuro sanza scorta?
17

194.

F. Bruni, Boccaccio. Linvenzione della letteratura mezzana, Bologna, Il Mulino, 1990, p.

18
G. Velli, Lapoteosi di Arcita: ideologia e coscienza storica nel Teseida (1972), in Id.,
Petrarca e Boccaccio. Tradizione Memoria Scrittura, Padova, Antenore, 1979, pp. 122-55, a p.
150.
19
Si cita da L. Pulci, Morgante e opere minori, a cura di A. Greco, 2 voll., Torino, Utet,
1997, vol. II, pp. 818-22.

229

Stefano Jossa

Disse Rinaldo: Io tel far sapere.


Aspetta chio tinfilzo: tu se morta.

E` chiaro che il cavaliere qui non un guerriero che sfida un altro guerriero, ma il maschio che affronta la donna. I primi scontri chiariscono ulteriormente la situazione (XXII 165, 6-166, 4):
Alardo intanto spronava il destriere
e nfilza presto unaltra damigella
e posela a giacer gi della sella.
Guicciardo unaltra di queste rintoppa
ed una lancia arrestata gli accocca,
e tutta la for sotto la poppa,
e come Alardo, a giacer la rimbocca.

Il duello cavalleresco, grazie al valore metaforico di infilzare, giacere, lancia arrestata o tutta la for, diventa tuttaltro duello. Approfittando del fatto
che lo scontro avviene tra uomini e donne, Pulci gioca con un classico artificio retorico: la reificazione della metafora, cio ci che di solito metaforico
rimanda ora a un dato di realt.
La parodia, tanto del mito classico quanto del linguaggio cavalleresco,
giunge al culmine nellottava successiva, quando Arcalida ha per un momento la meglio su Guicciardo (XXII 167, 1-4):
Arcalida sappicca con Guicciardo,
e finalmente sotto se lo caccia:
volle veder come egli era gagliardo,
quantunque poco mal costei gli faccia.

La parodia, come ha dimostrato Judith Butler in Gender Trouble, un libro fondamentale per indagare le relazioni di genere sul piano letterario,
uno dei modi principali per confermare i rapporti di genere sul piano politico 20: nulla di rivoluzionario, insomma, nel carnevalesco pulciano, piuttosto
un modo per ribadire statuti e posizioni.
Pulci sta sminuendo il potere delle Amazzoni per ribadire il potere maschile? Certo che, a differenza di Boccaccio, Pulci non pone il problema
dellorizzonte politico del mito. Il commento di Rinaldo alla fine della battaglia esemplare (XXII 168, 7-169, 3):
20
Cfr. J. Butler, Gender Trouble. Feminism and the subversion of identity, New York
London, Routledge, 1990 (trad. it. Scambi di genere. Identit, sesso e desiderio, presentazione di
G. Giorello, Milano, Sansoni, 2004).

230

Nemiche delluomo. Il mito delle Amazzoni nel poema cavalleresco

Rinaldo stato a diletto a vedere


quelle fanciulle rovescio cadere,
e Ricciardetto e Guicciardo dileggia:
Io non pensai che voi fornissi mai
di spacciar quattro femine! e motteggia.

Il mito delle Amazzoni riportato al suo orizzonte naturale, che quello


della superiorit fisica del maschio, ma anche quello della difficolt della conquista, come afferma Alardo nella replica a Rinaldo (XXII 169, 4-170, 8):
Alardo disse: Provato non hai:
non si conosce ogni volta lacceggia
al becco lungo, non so se tu il sai;
tu non sai ben come elle saiutavano:
co colpi in aria, per Dio, ci levavano!
Elle son tutte ammaestrate al giuoco,
e bisogn molta acqua si versasse
prima che fussi spento questo fuoco.
Basta che ntto ciascun si ritrasse.
Tu porteresti, s tu provassi un poco,
le lance alle bandiere poi pi basse:
una di lor ti parrebbe bastante,
non chaversi a provar con tutte quante.

Rinaldo potrebbe farcela al massimo con una, non di pi. Ridotto a metafora del corteggiamento, il mito viene certamente neutralizzato sul piano
ideologico. Il commentatore moderno osserva, forse un po timidamente, che
tutto il passo risulta scopertamente osceno (p. 822), ma di certo lorizzonte
politico di Boccaccio ora riportato a una chiave parodica che serve a confermare i valori costituiti senza il bisogno di costruirne la spiegazione o rivendicarne il senso. Dal momento che la dominante dellopera pulciana costituita dallossimoro della trasgressione conservatrice, come ha scritto Paolo
Orvieto, il trattamento del mito delle Amazzoni testimonia da un lato di una
tensione allenciclopedismo di tipo medievale, nellorbita di una fiorentinit
che gioca soprattutto con la propria tradizione, dallaltro lato di una carica
giocosa di esplosione di creativit verbale che sradica il principio di autorit e
propone un cambio di prospettiva: divaricazione, ch anche in prima analisi epocale, tra modelli di referenza spesso sclerotizzatisi in topoi, e sempre
attivi dietro le quinte e duplicazione variata personale 21.
Che linterpretazione maliziosa del mito fosse perfettamente legittima
21

P. Orvieto, Luigi Pulci, in Storia della letteratura italiana, dir. da E. Malato, vol. III. Il
Quattrocento, Roma, Salerno Editrice, 1996, pp. 405-55, a p. 453.

231

Stefano Jossa

nellambito della cultura rinascimentale lo confermer, oltre cinquantanni


dopo, la Ficheide di Annibal Caro (1539), dove si legge che quelle bestie
delle Amazzoni furon tutte per capitar male una volta, che sbandiron le Fave,
se non savvedevano presto di metter a sacco quelle de vicini 22. Parodia dissacrante e antiumanistica, ma anche conferma che il valore fondante del mito
risiede nella sua dimensione antropologica di interrogazione dei rapporti tra
uomini e donne.
6. La liberazione dallamore: le Amazzoni di Stagi (Amazonida)
Il 18 gennaio 1503 usciva a Venezia lOpera di Andrea Stagi Anconitano
Intitolata Amazonida La Qual Tracta Le gran Bataglie e Triumphi che fece
Queste Donne Amazone. Si tratta di un poema in ottave, in sette libri, che celebra le imprese di Pentesilea, regina delle Amazzoni. Fin dal proemio, tuttavia, chiara la distanza dalla linea parodica Boccaccio-Pulci, perch lorizzonte del poema esplicitamente polizianesco (I 1) 23:
Le virt excelse chiare et gloriose
Et lopere stupende et singulare
De le donne amazon forte e animose
Fanno la mente audace a celebrare
Le croniche sublime alte et famose
De le lor mortal guerre al mondo rare
E i facti egregii e le triomphal pompe
Che tempo o morte may non interrompe.

Non so se si pu fin da ora tracciare un confine netto di genere tra lorizzonte cavalleresco di Boccaccio e Pulci, che implica e include la parodia nel
suo discorso, e lorizzonte epico di Poliziano e Stagi, che mira esclusivamente
alla celebrazione delle imprese belliche in una prospettiva umanistica, ma
chiaro fin dallinizio che Stagi intende rivaleggiare con gli antichi per ottenere lincoronazione poetica, come viene esplicitato subito dopo (I 4, 5-I 5):
[...] chio intendo con effecto
22
Cfr. A. Caro, Gli straccioni, La ficheide, La statua della foia ovvero di Santa Nafissa, La nasea, Milano, Daelli, 1863. Il testo disponibile online alla pagina http://www.classicitaliani.it/Caro/
prosa/Caro_commento_Ficheide_Daelli.htm.
23
Si cita da Opera de Andrea Stagi Anconitano Intitolata Amazonida La Qual Tracta Le
Gran Bataglie e Triumphi che Fece Queste Donne Amazone, Venezia, [s.i.t.], 1503. Se ne pu
vedere anche ledizione moderna: A. Stagi, LAmazonida, a cura di E. Spadolini, Ancona, Santoni, 1908. Nelle citazioni ho rispettato al massimo il testo originale, limitandomi ai seguenti interventi: normalizzazione degli accenti, delle maiuscole/minuscole e della punteggiatura, e scioglimento delle abbreviazioni e della sigla tironiana (&et).

232

Nemiche delluomo. Il mito delle Amazzoni nel poema cavalleresco

Cantar lode gioconde et gloriose


Del sexo feminil le crudel guerre
Lor defendendo e pigliando altre terre
Et perch ve sia note la cagione
De li antiqui poeti et loro scusa
Perch hanno scripto di donne amazone
S poca particella et s confusa
Chi feriti damore a lui loppone
Et chi di celebrar donne recusa
Et Saphos charia pinta ogni partita
Se scusa che l suo Phaon lha inpedita.

Gli antichi, dunque, con argomento che risuoner pi alto nel poema
ariostesco, non hanno celebrato la gloria delle Amazzoni o perch erano preda damore o perch si sono rifiutati di riconoscere il valore delle donne: persino Saffo, lunica che avrebbe potuto farlo, ha dovuto rinunciare a causa dellamore per Faone.
E` chiara dunque, a differenza che in Boccaccio e Pulci, lopposizione fra
armi e amori: Stagi non racconter una storia damore, ma una storia di guerra. Le Amazzoni nascono infatti dalla vendetta delle donne vedove contro chi
ha ucciso in guerra i loro mariti; nessuna superbia femminile, quindi, come in
Boccaccio e Pulci, ma un sacrosanto desiderio di giustizia (I 13):
Presero larme in man le donne belle
Per vendicarse contro a i convencini
Come fulgor repente in su le selle
Ussiron tucte fuori a li confini
Forno a i man con quelle gente felle
Mostrando lopre de i cor pelegrini
Et con gloria inmortale hebber victoria
Questa lorigin de la vera hystoria.

Stagi sottolinea orgogliosamente la novit della sua interpretazione, in


polemica coi racconti precedenti del mito: questa lorigin de la vera historia. Per evitare disuguaglianze, le donne decidono di uccidere gli uomini rimasti in citt per che non conviene / Che una in letitia viva et laltra in
pene (I 14, 7-8); rifiutano quindi ogni legame con luomo per chel matrimonio servit / Et non altro che obligatione (I 16, 1-2). Per aumentare il
numero e garantire la continuit biologica, potranno avere figli, ma solo da
uomini stranieri, e dovranno uccidere tutti i maschi, mentre le femmine saranno allevate non gi con otio e a lana filare (I 19, 4). Di qui la scelta di
bruciare la mammella destra, con la conseguente spiegazione eziologica del
nome: Et for dicte Amazon per le mamele / Che non havean le leggiadre
donzelle (I 19, 7-8).

233

Stefano Jossa

Rispetto a Boccaccio e Pulci, Stagi si muove in un ambito decisamente pi


tradizionale (nel senso di rispettoso della tradizione), perch ricostruisce nel
dettaglio, seguendo le fonti (tra cui menziona esplicitamente Domizio Marso,
VII 55, 5, e Giustino, VII 121, 8), la genesi e la regola della societ amazzonica
(uccisione dei mariti, accoppiamento a fine procreativo e senza legame, eliminazione dei maschi e taglio del seno): nella sua ricostruzione non c giudizio morale n valutazione politica. A lui interessa la fedelt al mito, in maniera piuttosto simpatetica: perfino lomicidio dei mariti sembra pi un atto democratico
a fini di uguaglianza che una violenza dissennata e folle. Ci che conta, insomma, lobiettivo delle Amazzoni De ritrovarse in qualche orribil guerra / Per
fare el nome loro eterno in terra (I 20, 7-8). Mentre Boccaccio valorizzava lelemento politico della ribellione, la follia di una liberazione che portava solo
disordine, Stagi si premura prima di tutto di valorizzare lethos guerriero contro
ogni tentazione erotica, in modo da costruire le premesse della gloria e delleccellenza di Pentesilea nel segno della rinuncia al sesso.
La successiva nascita di Pentesilea infatti annunciata da un sogno della
zia di lei, Orythia, che aveva dato gloria alle Amazzoni perch aveva serbato
la sua verginit. Nel sogno Orythia vede da un lato con alegreza Marte e
Diana insieme uniti, dallaltro con gran tristeza Cupido e Venere scherniti,
onde lun per dispecto larco speza, / Laltro de Cypri abbandonava i liti /
Per ritrovare il suo scabro vulcano / Et ritrovollo senza fuoco in mano (I
34). Mentre nel Teseida Venere combatteva al fianco di Marte per esprimere
il proprio dissenso rispetto alla scelta delle Amazzoni, nellAmazonida Venere sconfitta e isolata nel segno del primato della guerra sullamore.
Lobiettivo di Stagi insomma allontanare ogni tentazione erotica per costruire un esempio di valore guerriero femminile, al punto che larrivo di Ercole e Teseo non produce alcun innamoramento, come voleva la tradizione,
ma solo il rapimento di due Amazzoni, Menalippa e Ippolita, che Pentesilea
dovr vendicare. Il terzo libro si apre infatti con un invito a Marte e Diana a
guardarsi damore: Marte et tu Diana vigilanti / li ochi verso Cupido hora
tenete (III 1, 1-2). Nel corso del libro Penaxagora, figlio del re degli Sciti,
cui le Amazzoni hanno dovuto chiedere aiuto per difendere la loro terra in
caso di attacco nemico durante la spedizione punitiva contro i greci, sinnamora di Pentesilea e ardisce di chiederla in sposa. Pentesilea non esita per a
spiegargli (III 60, 5-8)
[...] che intendon le donne virtuose
De Diana sequir lopre divine
Che quella donna che a lhomo subgecta
Non cercha honor ma a poltronia se assecta.

Il rifiuto del matrimonio, che lerrore delle Amazzoni di Boccaccio,


ora visto come segno di divinit, nel nome della ricerca donore tipica della

234

Nemiche delluomo. Il mito delle Amazzoni nel poema cavalleresco

cultura cavalleresca: travestimento classico e valori cavallereschi convergono


a fondare, umanisticamente, non gi modelli di unantropologia politica,
come nel Teseida, ma valori e ideali di tipo universale. Luso del mito risulta
in tal modo pi decorativo, cio un travestimento allegorico, che mitologico,
cio un racconto fondante.
Il poema di Stagi conferma tuttavia che il mito va inscritto allinterno del
motivo del conflitto fra Amore e Armi, Venere e Marte, come gi in Boccaccio. Lorizzonte erotico andr superato nel nome della guerra, sul piano tematico, e nel nome delleroico, sul piano del genere letterario. Se la risposta
diversa da quella di Boccaccio e Pulci, comune lorizzonte di senso: si tratti
di un errore storico o di un prodigio della natura, il mito delle Amazzoni rappresenta comunque un modo per interrogare il rapporto tra uomini e donne
in chiave antropologica, cio sul piano della relazione di genere, e in chiave
politica, cio sul piano delle relazioni di potere. Da un punto di vista femminile, tuttavia, il poema di Stagi non rappresenta un passo in avanti: dea o serva che sia, la donna appare sempre come qualcosa al di l dellumano perch
non possa essere umana.
Le Amazzoni di Stagi sarebbero dunque, pi di quelle di Boccaccio e
Pulci, espressione dello sguardo fallico, come ha spiegato Luce Irigaray 24,
perch la loro positivit discende esclusivamente da stereotipi di una tradizione, quella cavalleresca, che di segno maschile: lo sguardo delluomo
proietta sulla donna i suoi valori e i suoi ideali, creando un modello complementare e omogeneo che nega ogni potenziale differenza e autonomia.
7. La legge orrenda: le Amazzoni di Ariosto (Orlando furioso, XIXXX)
Il poema di Stagi lantecedente pi prossimo dellepisodio delle Amazzoni nei canti XIX e XX dellOrlando furioso di Ludovico Ariosto
(1516-32) 25. La presenza delle Amazzoni nel poema ariostesco certamente
24

Cfr. L. Irigaray, Speculum. Laltra donna (1974), trad. it. di L. Muraro, Milano, Feltrinelli, 1975.
25
Si cita da L. Ariosto, Orlando furioso, a cura di E. Bigi, 2 voll., Milano, Rusconi, 1982,
vol. I, pp. 824-78 (corrispondenti a XIX 57-XX 97). Sullepisodio delle Amazzoni nellOrlando
furioso vanno visti preliminarmente almeno J. Chimne Bateman, Amazonian Knots: Gender,
Genre, and Ariostos Women Warriors, Modern Language Notes, CXXII, 2007, 1, pp. 1-23;
e G. Ferroni, Ariosto, Roma, Salerno Editrice, 2008, pp. 310-2. Mi permetto di rimandare anche alla mia lettura del XX canto del poema, tenuta a Padova il 24 febbraio 2009 nellambito
della Lectura Ariosti, a cura di G. Baldassarri, G. Bucchi, M.C. Cabani, M. Praloran e F. Tomasi, di prossima pubblicazione presso le Edizioni del Galluzzo di Firenze. Per le fonti si dovr
vedere prima di tutto la ricostruzione di P. Rajna, Le fonti dellOrlando Furioso, Firenze, Sansoni, 1876 (seconda edizione corretta e accresciuta, ivi, 1900, di cui si potr vedere la ristampa,

235

Stefano Jossa

funzionale alla costruzione dellidentit guerriera di Marfisa, che alcuni canti


dopo sar protagonista, nella terza edizione del poema, della punizione del
misogino tiranno Marganorre (canto XXXVII).
A Marfisa tocca, infatti, la prova della sfida sullisola delle femine omicide:
una sfida doppia, in battaglia contro dieci cavalieri e a letto contro dieci donzelle. Fin dallinizio lambiguit dellepisodio evidente, perch Marfisa potr certamente, in quanto donna guerriera, affrontare e superare la prima prova, ma
non potr mai, in quanto donna, trionfare nella seconda (XIX 69, 5-8):
ed a Marfisa non mancava il core,
ben che mal atta alla seconda danza;
ma dove non laitasse la natura,
con la spada supplir stava sicura.

Lallusione alla spada, che insieme lo strumento dellidentit guerriera,


quindi maschile, di Marfisa, ma anche il segno simbolico della sua mancanza
in termini di virilit, mette in gioco il problema dellidentit di genere nel
poema: la donna pu certamente uguagliare o superare luomo sul piano della forza, quindi in termini sociali e politici, ma la distinzione biologica dei
ruoli resta ferma e necessaria. Marfisa rappresenter perci il superamento
dellerrore delle Amazzoni, che politicamente hanno espresso unesigenza
giusta, ma lhanno tradotta infine in un gesto contro natura. La politica, insomma, come larte, deve seguire e potenziare la natura, ma non opporvisi:
una natura di secondo grado, natura naturata, secondo la lezione delle poetiche umanistiche.
Capostipiti delle femine omicide sono infatti proprio le mitiche Amazzoni, di cui Ariosto, per bocca di Guidone, racconta la storia allinizio del XX
canto (ottave 10-59): tradite dai loro uomini, le Amazzoni sono protagoniste
di un giustissimo gesto di rivendicazione politica. Allorigine di tutto c infatti labbandono delle donne greche da parte degli eroi che hanno combattuto nella guerra di Troia: trovandosi sole, tutte savean gioveni amanti eletti, / per non si raffreddar sole nei letti (XX 10, 7-8). I reduci della guerra le
perdonano, che san bene / che tanto non potean viver digiune (XX 11,
3-4), ma ai figli delladulterio viene imposto lesilio. Arrivati come mercenari
nella citt di Dictea sullisola di Creta, i figli adulteri delle donne greche, guidati da Falanto, fanno innamorare tutte le cretesi (XX 16):
Eran gioveni tutti e belli affatto
(che l fior di Grecia avea Falanto eletto):
s challe belle donne, al primo tratto
a cura e con presentazione di F. Mazzoni, Firenze, Sansoni, 1975, pp. 293-311); ma cfr. anche
la ricchissima nota di E. Bigi alled. cit. dellOrlando furioso, vol. I, p. 824.

236

Nemiche delluomo. Il mito delle Amazzoni nel poema cavalleresco

che vapparir, trassero i cor del petto.


Poi che non men che belli, ancora in fatto
si dimostrar buoni e gagliardi al letto,
si fero ad esse in pochi d s grati,
che sopra ognaltro ben nerano amati.

Finita la guerra, i giovani partono e portano con s le loro donne, con cui
trascorrono dieci giorni di piaceri amorosi, ma... (XX 20, 3-8):
Ma come spesso avvien, che labondanza
seco in cor giovenil fastidio mena,
tutti daccordo fur di restar sanza
femine, e liberarsi di tal pena;
che non soma da portar s grave,
come aver donna, quando a noia shave.

Le donne abbandonate fondano, su iniziativa di Orontea, la pi bella,


che era stata amante proprio di Falanto, la civilt delle Amazzoni (XX 27):
Qui parve a lei fermarsi, e far vendetta
del viril sesso che le avea s offese:
vuol chogni nave, che da venti astretta
a pigliar venga porto in suo paese,
a sacco, a sangue, a fuoco al fin si metta;
n de la vita a un sol si sia cortese.
Cos fu detto e cos fu concluso,
e fu fatta la legge e messa in uso.

Ariosto pone fin dallinizio, quindi, il problema della legge, che sar il filo
conduttore di tutto lepisodio: se la legge delle Amazzoni orrenda, 33, 2,
iniqua, 34, 4, pi forte di ogni slancio amoroso, 44, 1, fino a risultare un
vero e proprio costume impio, 60, 1, il valore che le si contrappone la
fede, la fedelt e il rispetto di Marfisa nei confronti dei suoi compagni (78-9).
Alla legge ingiusta delle Amazzoni dovrebbe quindi subentrare la legge giusta di Marfisa, come avverr nel canto di Marganorre; il problema, per,
che Marfisa non riuscir a promuovere la propria legge, perch la salvezza avverr solo grazie alla magia esercitata da un uomo, Astolfo. Questi possiede
infatti ci che Marfisa non ha, il corno, con chiara valenza metaforica: Io vo
veder, poi che non giova spada, / sio so col corno assicurar la strada (87,
7-8). La rima spada : strada del distico di chiusura dellottava capovolge significativamente la rima con cui Marfisa aveva proclamato la propria fiducia nella soluzione del conflitto: n trovar so la pi sicura strada / di quella ove mi
sia guida la spada (70, 7-8). Libera ormai dal compito di affrontare la notte
con dieci ragazze, a seguito della decisione sua e dei compagni di ribellarsi e
fuggire, Marfisa fallir proprio l dove si sentiva pi sicura, cio nellonore

237

Stefano Jossa

guerriero: non solo le manca la spada simbolica, insomma, ma anche la sua


spada reale non riesce a confermare ci che prometteva. Tocca alluomo,
Astolfo, col ricorso alla magia del corno, risolvere la situazione, facendo prevalere ancora una volta il disordine romanzesco sullordine epico e il mondo
maschile su quello alla rovescia delle Amazzoni.
Marfisa quindi non riesce a risolvere il problema dellinversione dei ruoli
sessuali, per il semplice fatto che sul piano politico il problema pu essere risolto nel nome delluguaglianza e della parit, ma su quello biologico nessuna
inversione pu sussistere. Il corpo, infine, il limite della politica.
Il ritorno allordine non per armonioso, come in Boccaccio: il maschile
vincitore non sar un principio di ordine, ma causa di nuova dispersione narrativa e nuovo disordine ideologico, dal momento che al suono del corno
ognun fugga (89, 8), non solo la vil plebe, ma anche i pi valorosi guerrieri, al punto che Astolfo non riesce pi a ritrovare i suoi compagni, gi partiti verso nuove avventure e nuove storie. A differenza che nel Teseida, nel
Morgante e nellAmazonida, il conflitto non si risolve pacificamente: se la
donna che si fa uomo, lAmazzone o Marfisa, non ancora pronta a gestire
una societ a parti invertite, luomo che risolve la situazione non rimette a posto niente, ma deve confrontarsi col disordine che ormai si prodotto. Poema pi di crisi che di fondazione, il Furioso mette in scena non pi la ricostruzione dellordine dopo la sconfitta del disordine, ma la consapevolezza
che nella storia il disordine si prodotto e lordine non si pu ristabilire con
un ritorno alla natura. Solo con uno sguardo in avanti, come avverr nel terzo
Furioso, grazie allintroduzione dellepisodio di Marganorre, il poema della
crisi sar anche un poema della risposta alla crisi 26.
8. Meretricia vita vs vita coniugale: le Amazzoni di Giraldi Cinzio (Ercole, XIV-XV)
Il motivo delle Amazzoni ritorna nel XIV canto dellErcole di Giovan
Battista Giraldi Cinzio (1557), il poema cui lautore affidava non solo lomaggio encomiastico al suo Signore, Ercole II duca di Ferrara, ma soprattutto la
fondazione di un preciso modello culturale e sociale 27. La presentazione delle Amazzoni interamente guerriera (XIV 3; p. 165) 28:
26

Cfr. A.R. Ascoli, Fede e riscrittura: il Furioso del 32, Rinascimento, XLIII, 2003,
pp. 93-130.
27
Cfr. G. Lebatteux, Idologie monarchique et propagande dynastique dans loeuvre de
Giambattista Giraldi Cinthio, in Les crivains et le pouvoir en Italie lpoque de la Renaissance,
d. par A. Rochon, Paris, Universit de la Sorbonne Nouvelle, 1974, pp. 243-312.
28
Cfr. G.B. Giraldi Cinzio, DellHercole canti ventisei, Modena, Gadaldini, 1557, pp.
165-205 (corrispondenti allintero canto XIV e alle ottave 1-80 del canto XV). Nelle citazioni

238

Nemiche delluomo. Il mito delle Amazzoni nel poema cavalleresco

Gi ne la Cappadocia al Termodonte
Furo crudeli, et dispietate donne,
A le battaglie cos avezze, et pronte,
cherano di valore alte colonne,
Queste, dinvitto cor, daltiera fronte,
Non torcean fuso in feminili gonne,
Ma, armate a piastra, et a minuta maglia,
Moveano a lor vicini aspra battaglia.

Il modulo narrativo ritorna allinizio del racconto mitico nella tradizione


italiana, a quel Teseida cui Giraldi guarda come unoccasione di rigenerazione umanistica dopo la crisi storica del mondo cavalleresco 29: le crudeli, et
dispietate donne del secondo verso rimandano la memoria alle donne [...]
crude e dispietate, con cui si apre il racconto boccacciano, donne che, come
le Amazzoni di Giraldi, fur, furono, in un tempo remoto e in una regione
lontana. Se si pensa che la rima donne : colonne : gonne rinvia a sua volta alla
sequenza donna : gonna : colonna di Orlando furioso, XXXVII 11 (significativamente ripetuta, con inversione nellordine, colonna : donna : gonna, alla
fine del canto, XXXVII 120), lorizzonte dellappartenenza di genere chiaramente definito dal Giraldi proprio sulla soglia del suo racconto 30.
Fin dallinizio Giraldi definisce quindi lorizzonte, cos poetico come
ideologico, entro il quale si muover il suo racconto: lopposizione tra uomini
e donne, che unopposizione sociale, fatta di segni (i vestiti: la gonna) e di
mestieri (il lavoro: il fuso). Da un lato il fuso, dallaltro la guerra, da un lato le
gonne, dallaltro larmatura: lorizzonte di genere un orizzonte dai confini
nettissimi, senza possibilit di confusione. Armi ed amori non vanno confusi,
ma ricondotti a una distinzione senza sfumature, come avevano fatto Boccaccio, Pulci e Stagi, ma non Ariosto. Le Amazzoni, per, rappresentano la sovversione di ogni ordine naturale, al punto che hanno ucciso i loro mariti
(XIV 5-6; p. 166):
Queste, non so da qual furor sospinte
Deliberaro pi che tigri fiere,
ho rispettato al massimo il testo originale, limitandomi ai seguenti interventi: normalizzazione
degli accenti, delle maiuscole/minuscole e della punteggiatura, e scioglimento delle abbreviazioni e della sigla tironiana (&et).
29
Non andr trascurata, infatti, la rilevanza ferrarese del Teseida nellevoluzione del genere, visto che il poema boccacciano ebbe la sua editio princeps nel 1475 proprio a Ferrara presso
Agostino Carnerio, col commento di Pier Andrea de Bassi.
30
La memoria incipitaria funziona da un lato come autorizzazione, dallaltro come differenziazione, essendo linizio del racconto il luogo dove trovano loro sede naturale tutti i segnali che
da un lato connotano lopera in quanto nuova, dallaltro la situano allinterno della serie letteraria (G.B. Conte, Memoria dei poeti e sistema letterario [1974], Torino, Einaudi, 1985, p. 53; ma
si vedano tutte le pp. 47-64 sul rapporto tra memoria incipitaria e genere letterario).

239

Stefano Jossa

Dar morte a lor consorti, et fur s vinte


Da questo scelerato, empio volere,
Che tutte, a un tratto, a liniqua opra accinte,
In oblio posto desser loro mogliere,
Con cruda mano uccisero i mariti,
Cheran stati con lor gran tempo uniti.
Misere donne, qual furor vi mosse
A cos fiera, e horribil crudeltate?
Come non vi tremaro i polsi, et losse,
Pria che le man vi haveste insanguinate?
Non credo, che s horrendo caso fosse
Udito al mondo, ne let passate,
Felice il nostro secol, che non have
Essempio cos fier, caso s grave.

Ci che viene meno, nellesperienza delle Amazzoni, lordine della natura: a determinare i loro comportamenti il furore, la pazzia, che le ha portate a fare violenza alla natura (superando in ferocia le tigri), alla religione
(macchiandosi di uno scelerato, empio volere) e alle istituzioni (violando il
vincolo matrimoniale). Al male delle Amazzoni viene subito contrapposto il
bene del presente, che non have / Essempio cos fier, caso s grave: sullantico vince il moderno, e sul mito la storia.
Quel che peggio, le Amazzoni fanno della loro violenza una legge
(XIV 7, 2; p. 166), riducendosi sempre di pi allo stadio ferino (da lupe,
XIV 7, 4). Ercole accoglie perci con gioia limpresa impostagli da Euristeo:
che troppo gli pesa, / Vedere il viril sesso a quel servire, / Il qual nato era sol
per ubidire (XIV 13, 6-8; p. 166). Lorizzonte ideologico del Giraldi chiarissimo: non si devono capovolgere i rapporti di genere, sociali e sessuali. La
guerra di Ercole contro le Amazzoni sar dunque la pi bella di tutte le alte
imprese (XIV 40, 4; p. 169).
La guerra si sviluppa attraverso tutte le sue fasi topiche (scambio di ambasciate, rassegna delle Amazzoni, schieramento degli eserciti, duelli), ma
tende verso un esito del tutto paradossale: linnamoramento tra i contendenti. Grazie allintervento di Venere e Amore, Ippolita sinnamora di Teseo; da
questo momento non sar pi una donna guerriera, ma solo una donna innamorata (XIV 112; p. 176):
Se lecito le fusse stato a dire
Quel che via pi bramava ella di fare,
Et tolto non gli havesse di scoprire
Vergogna quel, chella volea narrare,
Risposto a Theseo havria, che, per ferire,

240

Nemiche delluomo. Il mito delle Amazzoni nel poema cavalleresco

Di spada, non bramava di tornare,


Ma per esser a lui cos congiunta,
Che n vita non ne fusse unqua disgiunta.

Il matrimonio lesito naturale del rapporto tra luomo e la donna. Nel


proemio al canto successivo Giraldi ribadisce che la donna deve essere danimo benigno (XV 1-2; p. 197):
Natura fe, per lor propria natura,
Le Donne tutte danimo benigno,
Et salcuna si mostra acerba, et dura,
Come di Diaspro nata, o di Macigno,
Contra il suo proprio, ella si acerba, e indura,
Onde, sammollir cerca il cor ferrigno
Di tale Amor, fa quel, chegli far deve,
Che Donna tal troppo ad ognuno greve.
Per deveno ben tutti i mortali
Lodar dAmor le sante fiamme accese,
Et la virt de i suoi pungenti strali,
Se ne son Donne t ferite, e accese,
Che se questo non fusse, e scorni, et mali
A gli huomini averriano, onte, ed offese,
Da queste, che si trovan cos crude,
Et di piet, contra natura, nude.

Amore riporta la donna alla natura. Ippolita tormentata dal dubbio e dal
rimorso, ma si rende pure conto che le Amazzoni hanno sovvertito lordine naturale creando un ordine artificiale che solo mostruoso (XV 9-10, p. 198):
Dunque, tra tante Donne, io quella fia,
Che rompa quella legge, che tantanni
Ne ha fatto haver impero, et signoria,
Per entrar hor ne gli amorosi affanni?
Potr patir, che la lascivia mia
S il buon discorso, et la ragion mi appanni,
Che, per un vano, et ben folle desio,
Desser quella, chio son, ponga in oblio?
Poi dicea, ritornando al pensier primo,
Qual follia prive nha dogni ben nostro?
Tra le donne noi siam (se il vero i stimo)
Come esser suol, tra gli animali, il mostro,
Che, se dal pi alto clima insino a limo,
Natura ci h ci, che dobbiam far, mostro,
Et voluto h, ch gli huomini siam giunte,
Contra natura star da lor disgiunte.

241

Stefano Jossa

Contra natura diventa una specie di ritornello che scandisce la riflessione sulla condizione amazzonica: una condizione, Giraldi non ha dubbi al
riguardo, di mostruosit. Lopposizione tra legge e natura illumina la convinzione, di matrice umanistica, che la legge debba essere un prolungamento
della natura anzich la sua negazione: se dal punto di vista delle Amazzoni
lamore distrugge il buon discorso, et la ragion, dal punto di vista della Natura la follia negare lamore (con le sue conseguenze coniugali). La successiva similitudine con la vite radica ancor pi profondamente nella natura il
principio del vincolo coniugale (XV 11, p. 198):
Come st senza honor la lenta vite,
Se non sappoggia a falce, o ad olmo, o ad orno,
Ma son le foglie, et lombre sue gradite,
Saviticchiando vassi a loro intorno,
Cos noi, se non siam giunte, et unite
Con chi viva con noi la notte, e il giorno,
Restiamo senza honore, et facciam cosa
Poco grata a chi nama, e a noi dannosa.

Un sogno spinge quindi Ippolita a contrapporre lamore coniugale voluto


dalla natura allamore libertino scelto dalle Amazzoni, come ella si affanna a
spiegare alla regina Menalippe per convincerla a ritirarsi: non solo fuor
dogni ragione (XV 16, 2; p. 198) opporsi a un nemico pi forte, ma soprattutto ragionevole, anzich essere del mondo meretrici, per non vedere il
lor seme consunto, piuttosto haver lanimo, e il corpo ad huom congiunto,
/ Che le facesse di figliuoli madri, / Cha lor fusser legittimi, et a padri (XV
17, 2-4 e 6-8; p. 198).
La legittimit il valore cui Giraldi punta: una legittimit fondata su base
naturale, in grado di garantire lordine sociale. Sottoposto il parere di Ippolita allassemblea delle Amazzoni, si leva Febe, che nemica era di quiete (XV
21, 5; p. 199), che contrappone la libertate antica al vincolo matrimoniale,
che altro non , che servit muliebre, / Giogo, che noi prendiam come in insonio / Pi grave assai, che infirmit funebre (XV 23, 2 e 24, 2-4; p. 199).
Da un lato la libert, dallaltro il matrimonio; da un lato lonore individuale, dallaltro il vincolo sociale. Il discorso di Febe uno splendido esempio di oratoria politica rivolta al male, pronta a celebrare la soggettivit e il
relativismo (XV 24, 5- 26):
Hebbi la libert per patrimonio,
Per non voglio far, come fan lEbre,
Che, prive di giudicio, vanno spesso,
Credendo ire al lor bene, al male espresso.
Che vergogna non quel, che lusanza,

242

Nemiche delluomo. Il mito delle Amazzoni nel poema cavalleresco

Lecito face tra lo stuol mortale,


Prezzata n varij lochi la leanza,
In molti luochi lingannar prevale,
Appo i Laceni, chi in furar si avanza,
In molto pregio, e n molta stima sale,
Et quel, che degno di grave supplicio,
Goder giovani, in Grecia non vicio.
Per, per mantener la libertade,
Et servar quel, chanchor non ci interdetto,
Seguiamo quel, che infino a questa etade,
Tutte seguite habbiam, senza disdetto,
Et quel, chabbiamo in nostra facultade,
Non cerchiamo ad alcuno hor far suggetto,
Per stare a colui mai sempre obligate,
A cui nostra pazzia ci avr legate.

Lindipendenza delle Amazzoni dunque considerata alla stessa stregua


della legittimazione del furto e della pederastia. Il riferimento intertestuale
alla pazzia di Orlando (E qual di pazzia segno pi espresso / che per altri
voler perder se stesso?, Orlando furioso, XXIV 1, 7-8) illumina il capovolgimento di valori operato da Febe, che confonde pazzia e ragione. Illumina altres, per, la distanza di Giraldi da Ariosto, perch il sistema aperto e plurale
dellOrlando furioso viene ora ridotto a una dialettica di opposizioni irriducibili: libert, usanza e ribellione vs legge.
Le Amazzoni vanno alla battaglia e Ippolita fa innamorare Teseo: la scena
dellinnamoramento, che dura ben sei ottave (XV 42-7; p. 201), tutta intessuta di reminiscenze stilnovistiche e petrarchesche, dai capei doro alle purpuree rose et bianchi gigli, dalle cose [...] del paradiso alla freccia damore
fino allimmagine scolpita nel cuore, limmenso ardore, il foco damore,
la fiamma interna e la perdita di s, a conferma del nesso strettissimo, ormai
ben noto agli studiosi, tra petrarchismo lirico e istituzioni sociali.
Mentre infuria la battaglia, Ippolita e Teseo si fermano, fingendosi stanchi: i loro occhi sembrano chiedersi reciprocamente perch non muti homai
legge, costumi, / Et se la destra tua dianzi moffese, / Perch pace hor da
chi tama non cerchi, / Perch il suo amore hor col tuo amor non merchi?
(XV 58, 5-8; p. 203).
Linvito a mutar legge o costume un invito a tornare alla natura, regolata dalla legge damore: a tornare, cio, alla legge giusta di contro alla legge
sbagliata. La legge della Natura contro la legge delle Amazzoni: Teseo e Ippolita si promettono infatti fedelt e amore. Quindi Ippolita ordina alle sue
sottoposte di deporre le armi e prendere marito.
Di fronte alla vista di Ippolita e Teseo insieme le Amazzoni sbandano e

243

Stefano Jossa

perdono. Ippolita, accusata di tradimento da Menalippe, spiega che si tratta


solo di seguire la legge di natura (XV 75; p. 204):
Hippolita tent ogni via, ogni modo,
Per persuadere a la Reina irata,
Che fatto non havea inganno, n frodo,
N a lei, n a chi lhavea a torto incolpata,
Ma che, per legge, et per marital nodo,
La meretricia vita havea lasciata,
Et che a lei venuta era, per mostrare,
Che quel medesmo tutte haveano a fare.

Da un lato la meretricia vita, dallaltro la legge e il matrimonio. Lideologizzazione operata da Giraldi sulla materia mitica di gran lunga pi radicale, pure linguisticamente, rispetto ai suoi predecessori: la libert definitivamente diventata libertinaggio, mentre lonest sidentifica con il patto sociale. Ricondotte allordine le Amazzoni, Ercole potr riprendere le sue fatiche: lo spazio dellordine epico, teleologicamente orientato, prevale su quello
del disordine romanzesco, che sta in quel filo accennato e abbandonato di
unaltra storia amazzonica futura, poich le Amazzoni trasgrediranno il patto
stabilito con Ercole; costrette da Ercole a giurare di non esser pi ostili alluomo, esse giuraro, / Ma il giuramento poi non osservaro (XV 79, 7-8).
Da un lato, dunque, il mondo delle Amazzoni, che porta allerrore romanzesco, dallaltro le imprese delleroe, che conducono allesemplarit epica 31.
Mito politico, dunque, come per Boccaccio e per Ariosto, allinsegna della legge: la riscrittura del mito rifonda i paradigmi dellordine sociale. Se per
Boccaccio e Ariosto si trattava di tornare al principio di natura, idillicamente
edenico nel Teseida e problematicamente biologico nel Furioso, per Giraldi la
natura va riportata a legge, codificata e neutralizzata, senza il rischio della trasformazione e del cambiamento, sottratta al tempo e alla storia. Eppure la
continuit, contenutistica e tematica, con Boccaccio, decisamente pi forte
che in Ariosto, allinsegna della follia delle Amazzoni, del rifiuto e ripristino della legge matrimoniale e dellinnamoramento tra Ippolita e Teseo, rivela
la volont di Giraldi di porsi di nuovo in una prospettiva di fondazione, superando il passato recente e riallacciandosi alle origini remote, per indirizzare
la societ verso una restaurazione dellordine perduto 32. Lorizzonte decisamente politico, in sinergia col progetto estense, ai fini di quella legittimazio31
Sulla dialettica tra epos e romanzo nella cultura di met Cinquecento cfr. Zatti, Lombra del Tasso, cit., oltre al mio La fondazione di un genere. Il poema eroico tra Ariosto e Tasso,
Roma, Carocci, 2002.
32
Sulla funzione del mito nellErcole mi permetto di rinviare al mio Gli eroi e i mostri.
Mito e storia nellErcole di G.B. Giraldi Cinzio, in Giovan Battista Giraldi Cinzio gentiluomo
ferrarese, a cura di P. Cherchi, M. Rinaldi e M. Tempera, Firenze, Olschki, 2008, pp. 145-56.

244

Nemiche delluomo. Il mito delle Amazzoni nel poema cavalleresco

ne del potere, che rinvia necessariamente a una storia esemplare, a un principio, a un mito fondatore 33.
9. Uomini inetti: le Amazzoni di Tassoni (La Secchia rapita, I)
Il discorso si dovrebbe a questo punto staccare dal letterario e aprire al
sociale. In verit, a mio giudizio, ci si potrebbe anche fermare qui, perch,
come hanno spiegato gli studi di Maria Corti e Cesare Segre, il costituirsi del
motivo in tradizione di per s sintomo di unesigenza di continuit e differenza intorno a cui viene a identificarsi il genere letterario nella sua dimensione storica 34. Attraverso il tema delle Amazzoni il poema cavalleresco italiano
denuncia la sua ansia di fondazione sociale, tanto nella Firenze trequattrocentesca, percorsa dalle tensioni della nuova realt mercantile e dai
bisogni di un nuovo ordine politico, nel transito dal Comune alla Signoria,
quanto nella Ferrara cinquecentesca, dove la crisi delle municipalit italiane e
i suoi tentativi di rifondazione si esprimevano con una consapevolezza pi
forte, dovuta ai legami coi nuovi grandi Stati nazionali moderni.
Vorrei per ancora una volta sottolineare la rilevanza dellargomento, stavolta non solo sul piano letterario ma anche su quello sociale, appunto: la
confusione tra i sessi era infatti un problema culturale sentitissimo tra XIV e
XVI secolo, al punto che il giurista Alberico da Rosciate in un manoscritto,
incluso nel 1584 nella raccolta Tractatus Universi Iuris, esorta ne induatur
mulier veste virili, nec vir veste muliebri 35.
Nella lettera di Consalvo Fernando dOviedo (Gonzalo Fernndez de
Oviedo y Valds) al cardinal Pietro Bembo del 20 gennaio 1543 si legge, del
resto, che gli Spagnoli chiamarono Amazzoni le donne che guidavano lesercito in battaglia sul fiume Maragnone (ora Rio delle Amazzoni), ancorch
non fussero, percioch Vostra Signoria reverendissima meglio sa questo
nome, secondo che vuole Giustino, si dava loro perch erano senza una poppa, la quale quelle che furono dette Amazone si brucciavano 36. Eppure,
33

Sul valore politico del mito cfr. C. Ginzburg, Mito, in I Greci. Storia Cultura Arte Societ, a cura di S. Settis, vol. I. Noi e i Greci, Torino, Einaudi, 1996, pp. 197-237 (lespressione riportata a p. 236, subito dopo la frase di Nietzsche che ho riportato in esergo).
34
Cfr. M. Corti, Generi letterari e codificazioni, in Ead., Principi della comunicazione letteraria, Milano, Bompiani, 1976, pp. 149-81, e C. Segre, Generi, in Enciclopedia Einaudi, Torino, Einaudi, 1979, vol. VI, pp. 564-85. Alle spalle c la lezione di P. Zumthor, Topique et tradition, Potique, II, 1971, pp. 354-65.
35
Cfr. M.T. Guerra Medici, Laria di citt. Donne e diritti nel comune medievale, Napoli,
Edizioni Scientifiche Italiane, 1996, p. 44.
36
C. Fernando dOviedo, La navigazione del grandissimo fiume Maragnon, in G.B. Ramusio, Navigazioni e viaggi, a cura di M. Milanesi, Torino, Einaudi, 1988, 6 voll., vol. VI, pp.
863-70, a p. 867. Sullossessione amazzonica dei viaggiatori occidentali cfr. F. Lestringant, De

245

Stefano Jossa

Nel restante sono poco differenti, percioch queste ancora vivono senza uomini e
signoreggiano molte province e genti, e in certo tempo dellanno fanno venire uomini
alle lor terre, co quali si congiungono, e poich sono gravide gli cacciano via: e se
partoriscono maschio lammazzano o lo mandano al padre, e se femine lallevano
per accrescimento della lor republica.

Non solo, quindi, la realt contemporanea viene letta attraverso il mito


classico, secondo costume umanistico, ma la presenza delle Amazzoni come
potenziale politicamente sovversivo si rivela quasi unossessione nel transito
dal Medioevo alla Modernit, al momento della fondazione dei modelli della
civilt associata dopo let dei barbari.
Ancora pi interessante, infine, il fatto che, oltre mezzo secolo pi
avanti, lespurgatore Girolamo Giovannini da Capugnano, nelle sue Annotazioni alla Circe del Gelli del 1609, dopo aver proclamato che la donna deve
conservare quel che luomo acquista, ribadendo quindi il rapporto convenzionale tra i sessi, non esita tuttavia a osservare: Crederei che le cose delle
Amazone fossero favolose, se Trogo, Erodotto, Strabone, et Plutarco non ne
scrivessero ampiamente 37.
Esiste quindi una verit della tradizione che neppure il censore umanista
mette in discussione, anche perch gli serve a separare la storia, barbara, delle
donne guerriere dalla storia, cristiana, delle mogli oneste. Lo avevamo visto fin
dallinizio nelle pagine di Pigna: lesistenza della tradizione, che consente al genere di costituirsi in quanto tale, illumina il significato del mito alla luce della
sua lunga durata. Il tutto culmina nellultima Amazzone della tradizione cavalleresca, la Renoppia della Secchia rapita di Tassoni, cui un uomo ben poco virile, il cui nome parla da s, il Potta, si rivolge in tal modo (I 18-19) 38:
lubiquit des amazones au sicle des grandes dcouvertes, in La mythologie, clef de lecture du
monde classique. Hommage Raymond Chevalier, d. par P.-M. Martin et Ch.-M. Ternes, en
deux tomes, Tours, Centre de Recherches A. Piganiol, 1986, pp. 297-319.
37
Cfr. G.B. Gelli, La Circe [...] Aggiuntevi le Annotationi, et Argomenti da Maestro Girolamo Gioannini da Capugnano Frate Predicatore, Venezia, Bonfadino, 1609, c. 57r. Giovannini
sta commentando la battuta della cerva nel dialogo V della Circe: Guardate un po il regno
dellAmazone, quanto tempo egli stato governato dalle donne, e considerate se elle hanno saputo ampliarlo senza lingegno e senza la forza vostra, dove chiaro che lorizzonte del mito,
nel Cinquecento, ancora una volta politico. Si ricordi che proprio intorno al mito delle Amazzoni, grazie alla riflessione di Strabone, si era intensificato il nodo del rapporto tra storia e poesia, verit dei fatti e finzione letteraria: Una cosa particolare accaduta col racconto delle
Amazzoni, perch gli altri racconti fanno una distinzione tra mito e storia, dal momento che le
cose antiche e false e mostruose sono chiamate miti, mentre la storia richiede il vero, si tratti di
antico o di recente, e non contiene, se non raramente, il mostruoso. Ma sulle Amazzoni le stesse
storie sono raccontate sia ora sia nei tempi antichi, pur essendo mostruose e incredibili (Strabone, Geografia, XI 5, 3, traduzione dellautore). Qui il mito si fa storia, entrando in una pericolosa zona di confine che ne avvalora lo statuto antropologico.
38
Si cita da A. Tassoni, La secchia rapita e scritti poetici, a cura di P. Puliatti, Modena, Panini, 1989, p. 167.

246

Nemiche delluomo. Il mito delle Amazzoni nel poema cavalleresco

Con maestoso modo e di s degno


il Potta la raffrena e la rappella:
Dove andate, canaglia berettina,
senza ordinanza e senza disciplina?
Credete forse che col vaspetti,
trebbiano in fresco e torta sul tagliere?
Adattatevi in fila, uomini inetti,
nati a mangiar laltrui fatiche e bere.

Da pericolose rivali delluomo a uomini inetti: la parabola delle Amazzoni si compiuta. Non c neppure pi bisogno di regolarizzarle, perch
non sono pi pericolose, ma solo ridicole, uomini alla rovescia, un po meno
che uomini.
10. Dalleros alla politica
Vanna De Angelis, in una bella lettura psicoanalitica del mito delle
Amazzoni, ha sostenuto che le Amazzoni rappresentano lo stadio originario
dei rapporti tra uomo e donna, quando la superiore libido femminile affidava
alluomo solo il ruolo del soddisfacimento immediato, perch dopo toccava a
un altro e a un altro ancora. Il mito avrebbe raccontato allora la fondazione
del controllo sociale, perch il matrimonio avrebbe garantito luomo contro
linfinita libert sessuale femminile. Il paradigma antropologico di questa lettura chiaro: la donna amazzone natura, mentre la cultura la societ ordinata dal maschio 39.
Nella tradizione rinascimentale si assiste al rovesciamento di questo paradigma: le Amazzoni non sono lo stadio primigenio della natura umana, ma
un suo tradimento. La natura sidentifica con lamore e il matrimonio, non
con la libert personale e sessuale. Se nel mito greco lordine una conquista
della storia e della civilt, nella cultura rinascimentale lordine naturale, gi
dato e preesistente, mentre la storia conflitto. La societ ordinata natura,
mentre la donna amazzone cultura.
Mito politico, quindi, come si ripetutamente sottolineato, ma anche e
soprattutto mito di restaurazione, umanisticamente inteso: nella storia delle
Amazzoni si adombra, infatti, unesigenza di rifondazione politica e civile che
si esprime nella forma di un azzeramento della storia, di un bisogno di ripartire dalle origini, di un ritorno al mito come interprete originario della condizione primigenia delluomo sulla terra. Lo spazio quello del mito umanistico della purezza degli antichi, al di l della storia, nellutopia di un recupero
39

Cfr. V. De Angelis, Amazzoni. Mito e storia delle donne guerriere, Alessandria, Piemme, 2000.

247

Stefano Jossa

della perfezione originaria che la storia ha corrotto e perduto. Con leccezione di Ariosto, la cui prospettiva abitare la crisi anzich procedere a una fondazione, tutti gli autori rinascimentali che si confrontano col mito delle
Amazzoni qui studiati si propongono di passare dalleros alla politica, dalla
storia alla natura, dal disordine del presente a un ordine futuro che coincida
con un ritorno allantico.
La relazione tra i sessi serve insomma a esplorare e definire lorizzonte
ideologico della propria cultura. Che a farlo sia la letteratura, che per sua
natura insieme mythos e logos, racconto e parola, ovvio per un umanista
educato alla scuola dei classici: l, nella parola letteraria, cio mitica, sincontrano i fatti e i simboli, la storia e il senso, fenomeno e noumeno. Se ci limitiamo alla creazione dellautore, come voleva Croce, tutto questo, cio la letterariet della letteratura, ci sfuggir, facendo prevalere la descrizione dei dati di
fatto sullinterpretazione e la critica. Se ci sia un bene o un male ai fini della
formazione di pensiero e discussione, non neppure il caso di chiederselo.

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