Sei sulla pagina 1di 6

INTRODUZIONE FILOSOFIA MODERNA

(Prima c’è la parte di filosofia medievale e Tommaso d’Aquino, con le due prove...)
Tutta la filosofia moderna si basa su due tematiche principali:
 Autenticità del sapere: riguarda l’autenticità, e cioè esiste davvero una verità oggettiva, universale e
necessaria?
 Esistenza del divino: chi è garante dell’oggettività? Chi mi dà la certezza che qualcosa è oggettivo?
L’anima, il pensiero o Dio?

RIVOLUZIONE SCIENTIFICA ED ETA’ MODERNA


Chi ne parla? La rivoluzione scientifica è una categoria storica. Una categoria storica è una convenzione
che gli storiografi usano per indicare un determinato periodo, idea, evento, per collocare qualcosa nel tempo.
Es: illuminismo. Le categorie storiche servono per farci capire che stiamo collocando qualcosa in un preciso
arco temporale e in una precisa tematica.
Rivoluzione scientifica: categoria storica che individua l’arco di tempo tra il 1543, anno di pubblicazione
(postuma) del “De revolutionibus orbium coelestium”, di Copernico (anno anche della morte di Copernico)
e il 1647, anno di pubblicazione dei principi della matematica di Newton (con la teoria della gravitazione
universale) (vedi titolo corretto nelle slide). La fisica non esiste ancora, i filosofi della natura sono ancora
fisiologi, naturalisti, come quelli della filosofia antica, per cui la gravitazione universale è matematica, non
fisica.
Il nome alla rivoluzione scientifica è dato dall’autore Thomas Kuhn (che ne indica inizio e fine) che nel
1962 pubblica il saggio “Le strutture delle rivoluzioni scientifiche” (al plurale perché ce ne è più di una, e la
scienza offrirà sempre nuovi paradigmi (termine platonico, cioè modelli) per interpretare la natura. Da un
sistema tolemaico funzionato per secoli si passa al sistema copernicano, nuovo modello.)
Copernico apre a un nuovo modo di interpretare il mondo, con il Sole al centro dell’universo. Newton
risponde alla domanda: perché una mela cade dall’alto?

La rivoluzione scientifica come categoria storica sorge all’interno di un’altra categoria storica, l’Età
moderna (e non in quella medievale).
Il periodo che corrisponde all’età moderna va dal 1492 (scoperta America: l’incontro tra europei e civiltà
precolombiane mette in crisi un sistema di pensiero secolare, fa crollare la certezza che l‘Europa è al centro
del mondo e che esiste solo questo mondo. Già si era capito che la Terra fosse tonda, già con Eratostene nel 3
secolo a. C., ma trovare un nuovo continente ne è la conferma empirica. In più i conquistadores si
confrontano con civiltà precolombiane che non hanno avuto una liberazione; pensare che questa gente non sa
nulla di Cristo e dell’antico testamento è strano, perché dio parla a tutti, perché quindi loro non lo
conoscono? Per i gesuiti, come Ignazio di Loyola, questi individui sono così puri da non aver bisogno della
liberazione, non hanno il peccato originale, per altri sono quasi “animali”, non uomini che hanno avuto la
liberazione, sono inferiori, e possono quindi essere usati come animali da soma) fino alla rivoluzione
francese. Non tutti però sono d’accordo, il termine dell’Età moderna è ancora dibattuto: alcuni vedono nella
rivoluzione francese l’inizio dell’Età contemporanea con la società di massa, alcuni portano l’età moderna
fino alla Prima Guerra Mondiale, altri fino alla restaurazione (800). L’opinione più condivisa comunque è il
1789, scoppio della rivoluzione francese: si apre un nuovo capitolo, dove la popolazione diventa una
piramide sociale e politica.

Elenco di elementi che hanno contribuito a fornire agli uomini, soprattutto occidentali, un nuovo cambio di
prospettiva. Ogni epoca è figlia dell’epoca passata, quindi questi elementi hanno permesso alla rivoluzione
scientifica di realizzarsi.
 La stampa a caratteri mobili di Guttenberg è un’invenzione decisiva per l’informazione.
Guttenberg era un tipografo e orafo, capisce che la xilografia ha un limite enorme: se la tavola in
legno su cui si incide si rovina si perde il contenuto, e in più creare libri è un lavoro immenso. La
tavola di legno rimane, ma vi vengono inseriti dei carrellini per spostare le lettere nella pagina:
importante perché i libri costano di meno e possono essere acquistati anche dal terzo stato, dalla
borghesia, che in epoca moderna inizia a diventare la classe dominante. Così il borghese studia,
acquisisce competenze, cosa che la nobiltà gradualmente smette di fare (nel 18° secolo si sostituisce
la borghesia alla nobiltà)
 1517: nasce la Chiesa Protestante. La gerarchia episcopale viene messa in discussione, scardinata,
per i protestanti non c’è nessuna gerarchia ecclesiastica, ma conta la lettura diretta della Bibbia. Le
chiese riformate iniziano a tradurre la bibbia in lingua volgare (la prima traduzione è in inglese, poi
tedesco) e la lettura diretta non prevede la mediazione di un membro della Chiesa, che faccia da
intermediario tra il fedele e la verità rilevata. Questo mette in crisi la Chiesa Cattolica e la questione
diventa politica: dalla riforma alla Guerra dei 30 anni si parla infatti di guerre di religione. La lettura
diretta porta a vivere il messaggio evangelico in prima persona. La Chiesa non è più l’autorità, ma ci
sono altre chiese. Il Cristianesimo Evangelico mette in crisi il sistema del Cattolicesimo. La
Controriforma è un tentativo di fermare l’emorragia di cattolici che passavano ad altre confessioni, la
Chiesa Cattolica è costretta a rivedere i suoi valori
 Riscoperta dei classici: nel 1438-39 c’è il Concilio ecumenico dell’Unione a Trento e Trieste, per
riappacificare Chiesa Cattolica e Ortodossa di Bisanzio. Personaggi illustri come Pico della
Mirandola e Valla ne prendono parte. Molti testi greci, tra cui Platone e i suoi dialoghi che oggi
leggiamo (portati da Gemisto Pletone), così arrivano da noi e iniziano a essere letti. L’umanesimo
riscopre i testi antichi sul testo originale
 Visione antropocentrica: vede l’individuo e soprattutto i suoi bisogni al centro di tutto, non tanto
dal punto di vista cosmologico, ma l’uomo è il fine dell’intero cosmo, che è un dono per l’uomo,
anche i bisogni materiali e spirituali sono al centro di tutto. Bisogna fare in modo che l’uomo abbia
i mezzi per accrescere il bagaglio epistemologico. Ad essere messi al centro sono proprio i bisogni
spirituali (cultura) e materiali, non più l’ordine cosmologico che vede l’uomo in sé al centro. Pico
della Mirandola, famoso per una memoria mostruosa, scrive nel 1486 “De hominis dignitate”,
“sulla dignità dell’uomo”: scrive che tutte le creature nascono con una natura prestabilita: non
troverete mai un leone che pascola, ma lo troverete che mangia la gazzella, perchè questa è la sua
natura. Questa natura diventa dignità, la dignità del leone sta nel predare, quella della gazzella nel
fuggire. L’essere umano è libero di scegliere la propria natura, di diventare bestia o santo (inteso
come uomo sapiente, saggio). Libertà: L’uomo è libero di scegliere il proprio destino, quindi deve
essere libero da dogmi e paletti che lo limitano, e può scoprire la natura, deve sforzarsi di rompere i
limiti e vedere cosa c’è di là. Tutte le cose hanno una loro forma, un fine, ma la forma umana è
particolare perché è libera, l’uomo deve sperimentare, non deve limitarsi a sottostare e contemplare
divino, non deve stare nel proprio habitus, ma può andare oltre. L’habitus dell’uomo è incerto,
libero, e in questa libertà sta la sua dignità.
 L’Età moderna è l’età della rivoluzione scientifica in funzione della borghesia: nasce con i primi
mercanti, le prime società di scambio nel duecento (i primi commerciavano i prodotti coltivati in
loco) e pian piano si sviluppa. La mentalità borghese si diffonde in tutta Europa. Noi pensiamo che
lo sviluppo scientifico sia spontaneo nell’essere umano, ma non scopriamo le cose solo perché
qualcuno ha un’intuizione ogni tanto, ma perché c’è dietro un profitto, concetto estremamente
borghese: la borghesia quindi incide sulle dinamiche sociali, sulla scienza, e sulla politica (banche e
banchieri avranno un peso enorme sulle guerre, pensiamo alle campagne napoleoniche e contro
napoleone finanziate dalla famiglia Rothschild: una banca finanzia una guerra e le campagne contro
questa per un profitto, questo dà da pensare). La rivoluzione scientifica risponde ai bisogni pratici
della borghesia (vedi cartine, la prima non è funzionale, la seconda sì, per la borghesia).
 Spazio e tempo: in età moderna diventano fondamentali a fini commerciali, tempo per arrivare
puntuali per esempio (nascono gli orologi che battono il secondo) e spazio per dirigersi in posti per il
commercio (vedi esempio cartine). Smettono di essere considerati variabili approssimative, tenute in
conto fino a un certo punto, ma iniziano ad essere calcolati per il profitto, per calcolare costi e
guadagni di una transazione commerciale: il tutto per la classe borghese che nell’Età moderna
prenderà le redini della società, soprattutto dall’800, ma si inizia a sviluppare al termine del
medioevo, nel 1200. Nel 600 nasce la nobiltà di toga, i laureati, funzionari dello stato (la toga era
l’indumento tipico del laureando e del laureato, di diverso colore a seconda del collegio e della
facoltà, per riconoscere gli studenti soprattutto in caso di reati).
La borghesia è quella classe a cui la rivoluzione scientifica fa riferimento (la scienza si sviluppa
sempre a servizio di qualcuno/qualcosa).
RIVOLUZIONE COPERNICANA
Il 1543 è l’anno di pubblicazione del “Sulle rivoluzioni delle sfere celesti”, “De revolutionibus orbium
coelestium”.
La rivoluzione copernicana è sinonimo di quella scientifica, Thomas Kuhn chiama questa anche “rivoluzione
copernicana”, per sottolineare l’importanza di Copernico. Per 2000 anni la visione del cosmo quale era stata?
Nel 350 a.C. Aristotele scrive il “De coelo” (pronuncia greca “De peri koranus” ???), e fino al 1543 il
sistema rimane quello geocentrico, con la terra al centro (con qualche modifica da parte di Tolomeo, che
apporta un paio di modifiche nel 150 d.C.). Il sistema tolemaico dura fino al 1543, veniva insegnato nelle
scuole e lo usavano i naviganti, e funzionava: non c’era bisogno di crearne uno nuovo. Quando si scopre il
nuovo continente americano non funziona più il sistema aristotelico-tolemaico, serve un nuovo paradigma.
Prima l’altro sistema funzionava (e spiegava le cose con una certa ragionevolezza) perché prevedeva un
ordine cosmologico che vedeva l‘uomo al centro, e questo mondo, visto come dono di Dio all’uomo, piaceva
alla Chiesa Cattolica, andava in comunanza con il pensiero della Chiesa; inoltre era un sistema che
funzionava perché una volta individuata la stella polare i marinai riuscivano a navigare. Nel sistema
geocentrico i pianeti fatti di etere non potevano che muoversi compiendo un cerchio perfetto intorno alla
Terra (pianeti, stelle e Luna), proprio perché fatti di etere (=bruciore): l’etere è luminescente, ogni pianeta,
ogni stella brilla da sé, e l’etere si muove di moto circolare. Quello che ci troviamo di fronte è un immensa
cipolla composta di 55 sfere chiuse e concentriche (anche Dante ha questo riferimento), prima di arrivare alle
stelle fisse. Era previsto un dualismo cosmologico, secondo cui l’universo è diviso in due:
 Mondo sublunare (il nostro, fatto di elementi corruttibili, che si corrompono. In questo mondo il
moto degli elementi, a seconda della composizione di un oggetto, è verticale: se un ente contiene più
elementi affini ad acqua e terra andrà verso il basso, se contiene più fuoco e aria andrà verso l’alto;
così si spiegava la gravità. Naturalmente un foglio cade dall’alto verso il basso, cioè se non imprimo
nessuna forza, se non c’è nessun moto forzoso, questo per natura cade: moto naturale)
 Mondo sovralunare (nel cielo, nell’etere, dove il moto è circolare uniforme)
La particolarità del sistema aristotelico è che l’universo si presenta come finito (le sfere sono chiuse) e
chiuso, per una questione culturale: l’uomo greco ritiene il limitato definito, completo, e ritiene l’illimitato
(infinito) indefinito, incompleto, quindi poiché il cielo, il divino, è la forza attrattiva per la quale la materia
tende a prendere sempre più forma, è la somma perfezione (forma pura), è ovvio che deve essere perfetto,
quindi limitato. Non può essere incompleto, perché è fatto d’etere, incorruttibile ma sensibile, perché
vediamo i pianeti (al contrario di ciò che c’è nel mondo sublunare, sensibile e corruttibile). Il limite è il cielo
delle stelle fisse, e alla fine si trova il primo motore immobile, che ha tutti gli attributi meno che quello
personale, è pensiero di pensieri, forma pura… Le alternative di Aristarco o altri erano considerate eretiche e
respinte, perché andavano contro i dogmi della Chiesa.
Il sistema aristotelico visto così funzionava e era accettato dalla chiesa (motivi per cui dura) ma aveva
bisogno di alcune modifiche: le traiettorie non erano circolari perfette.
Nel 150 d.C. Tolomeo scrive l’“Almagesto” (= “trattato di matematica”, o “Il grandissimo”), in cui
inserisce alcune modifiche per quelle anomalie presenti in natura che il sistema aristotelico non considera.
Tolomeo introduce epicicli e deferenti: stelle e pianeti compiono a loro volta un moto circolare perfetto che
ha il suo fulcro nel deferente, cioè ha fulcro nell’orbita circolare perfetta attorno alla Terra. I pianeti quindi
compiono una sorta di spirale attorno alla Terra, i calcoli per determinare la posizione di un pianeta si
moltiplicano esponenzialmente. Tutto questo per rispondere a quelle anomalie che l’esperienza evidenziava.
Questo sistema però evidenziava complicanze, era così sofisticato da sembrare innaturale e poco plausibile:
nel corso dei secoli le anomalie aumentano, le spirali diventano da regolari a irregolari, e i calcoli diventano
troppo complessi. La complicanza diventa così iperbolica che qualcuno si chiede perché il cielo non risponda
a nessuna logica (la natura applica sempre il minimo sforzo per risolvere un problema, come può la volontà
divina creare qualcosa di così poco armonioso?).
La risposta viene data da Nicolò Copernico, che nasce a Torun, in Prussia (in attuale Polonia), a Nord della
Germania ma in area tedesca, del Sacro Romano Impero. Figlio di ricchi mercanti, Copernico è un borghese
che studia e compra libri: è uno studente particolarmente brillante, studia in Italia e si laurea a Ferrara in
diritto canonico (è un togato). A Roma amministra le faccende di natura giuridica e economica della Chiesa,
fa il burocrate, l’impiegato, non l’astronomo. Parallelamente a questo lavoro Copernico ha modo di andare a
scoprire visioni alternative a quella aristotelico-tolemaica nelle biblioteche, e qui entra in contatto con
Aristarco di Samo, pitagorico, quindi entra in contatto con un paradigma eliocentrico dell’universo.
Copernico si limita a guardare il cielo senza strumenti, quello che vede è lo stesso dei suoi antecedenti, non
ci sono tecnologie: la rivoluzione scientifica nasce non dall’esperienza ma nelle biblioteche, dalla riscoperta
degli antichi, di testi scritti in greco antico, si scopre che qualcuno parallelamente ad Aristotele aveva
sviluppato un altro sistema cosmologico. Tutto parte da un’ipotesi: mettiamo il Sole al centro dell’universo e
proviamo a ridisegnare il tutto, e vediamo quale ipotesi funziona meglio. Il Sole al centro diventa un
postulato per fare funzionare il sistema astronomico meglio e sistemare quelle anomalie che prima non si era
riusciti a risolvere. Copernico non matematizza le orbite, l’idea di scrivere la natura secondo caratteri
numerici è successiva.
Novità:
 Il Sole è al centro dell’universo
 La Terra compie un’orbita, una rivoluzione intorno al Sole, e una rotazione in trono al proprio asse:
la Terra è vorticosa, come un sasso che gira e ruota su se stesso contemporaneamente
 La Luna ruota intorno alla Terra
 Pianeti e stelle ruotano intorno al Sole
 L’universo è omogeneo, non c’è un dualismo cosmologico, ma è tutto uguale
Alcuni elementi però sono in continuità:
 L’universo è ancora unico e sferico (esiste un solo cosmo)
 È chiuso, non è infinito
 Le orbite dei pianeti sono ancora circolari perfette
Diventa così tutto molto più semplice.
LA STRATEGIA DI OSIANDER
Copernico promuove la sua teoria come ipotesi, cioè “per gioco mettiamo il Sole al centro dell’universo”, ma
comunque dice che le cose vanno secondo la Bibbia: questa è la sua strategia retorica per evitare il Santo
Uffizio, per non andare contro la Chiesa. L’idea è di far pubblicare il De revolutionibus non nell’Italia
cattolica ma nella Germania protestante, e in più chiede a Osiander, cattolico e teologo di indubbia
religiosità, di scrivere il testo sotto forma di ipotesi, però Osiander non lo firma. Dire cose molto
controcorrente è un rischio, per cui Copernico chiede, inoltre, che il De revolutionibus venga pubblicato
dopo la sua morte: nel 1543 anno di morte e di pubblicazione coincidono.
Episodio biblico che per la Chiesa conferma che è il Sole a giare intorno alla Terra: Giosuè, alla guida del
popolo di Cana (israeliti), contro gli Amorrei, chiede al sole di fermarsi (“Fermati, o Sole!”) per poter
permettere al suo esercito di continuare a combattere nel pomeriggio e impedire al nemico di chiedere aiuti
durante la notte. Questo episodio dice che il Sole quindi gira, e che Aristotele ha ragione perché conferma la
verità biblica: c’è continuità tra Aristotele e la chiesa.
La rivoluzione passa dai libri, ma è senza prove: l’unica prova è che il sistema copernicano funziona meglio,
ma questo non significa che sia oggettivo. Tutto, quindi, rimane nell’alveo dell’ipotesi. E subito dalla
pubblicazione (sono più i domenicani che avanzano l’idea), le tre obiezioni mosse contro il sistema
copernicano sono:
 Se la terra ruota attorno al proprio asse perché noi non cadiamo (se qualcosa è su un altro oggetto
che si muove, questo perde il suo equilibrio)?
 Se la terra ruota, perché non sento il vento sulla pelle?
 Se dalla cima di una torre faccio cadere un sasso, esso cade parallelo alla torre e perpendicolare al
punto di caduta, ma se la terra ruota il sasso non dovrebbe superare o andare indietro rispetto al
punto di caduta?
Obiezioni a cui Copernico non può rispondere, bisogna aspettare i primi anni del 600 con Galileo per
arrivare a una spiegazione logica e fisica del perché queste cose avvengono anche se noi ruotiamo attorno al
Sole e al nostro asse. Galileo verrà riabilitato dalla chiesa solo nel 1992, dopo che fu fatto abiurare.

TYCHO E KEPLERO
Sono i primi cosmologi che nel 500, leggendo Copernico, Sviluppano nuovi sistemi cosmologici alternativi a
partire dall’astronomia di Copernico. Keplero sviluppa una cosmologia che vede il Sole al centro del sistema.
Brahe è ancora in linea con la tradizione.
Modifiche:
 Thyco: Sole e Luna ruotano attorno alla Terra, immobile al centro dell’universo. Tutti gli altri corpi
celesti ruotano attorno al Sole. Thyco è il primo che prova a matematizzare l’orbita dei pianeti, usa
numeri e non lettere per descrivere le orbite dei corpi celesti
 Keplero (discepolo di Brahe, che per secoli è stato accusato di aver ucciso il maestro per gelosia,
quando un’autopsia del secolo scorso ha dimostrato che Brahe è morto perché a un banchetto gli è
esplosa la vescica) è il primo a ipotizzare e matematizzare le orbite ellittiche dei pianeti, le orbite
sono ellissi. Per Keplero i pianeti non sono fatti d’etere, quello che si trova sulla Terra si trova anche
sugli altri pianeti (il sistema solare è omogeneo), quindi non c’è esigenza di far muovere i pianeti in
moto circolare perché non sono fatti d’etere

GIORDANO BRUNO
(Quando il fare diventa scientifico? Un fare scientifico è un fare che adotta metodo, per fare scienza non
basta l’intuizione, ma occorre che le nostre proposizioni siano suffragate da una metodologia e da prove
empiriche.
Per esempio, solo alla fine del secolo scorso abbiamo avuto la prova che persino la luce viene piegata in
presenza di una massa mostruosa come un buco nero, per provare la teoria di Einstein ci son voluti decenni,
mancavano le prove ma poi sono arrivate: Einstein è un matematico e scienziato perché usa metodo.)

STATUA NELLE SLIDE


La statua viene eretta in bronzo nel 1889, voluta da Vittorio Emanuele I e Umberto I, e da tutta la massoneria
internazionale. In realtà ne fu eretta una prima, ma il Vaticano riuscì a farla togliere. E’ eretta in Campo de’
Fiori a Roma, forse perché in quel punto viene bruciato vivo Bruno. La statua simboleggia la potenza del
libero pensiero contro l’oscurantismo della Chiesa Cattolica. Lo sguardo è diretto a Castel Sant’Angelo:
sfida l’autorità chierica. E’ voluta dalla massoneria perché nell’800 a comandare non è più la Chiesa, ma è
l’economia, il capitale: Bruno diventa martire del libero pensiero e viene messa la statua in sfida
all’oscurantismo clericale. Dopo il 1929 (Patti Lateranensi) viene chiesto a Mussolini di buttarla giù, nessun
papa la vuole, ma la statua desiste, anche se ancora oggi non è benvista né accettata dalla chiesa.

INTRODUZIONE A GIORDANO BRUNO


Giordano Bruno non può davvero essere considerato esponente della rivoluzione scientifica, perché avanza
le sue speculazioni ma queste non hanno origine scientifica, ma metafisica, non fa nulla di scientifico. La
società di allora lo vedeva come personaggio contrapposto alla Chiesa, ma oggi la pensiamo diversamente:
Bruno era un uomo libero, tanto libero da pensarla esattamente come la pensiamo noi oggi, credeva
fermamente che esistono altri sistemi solari, altri pianeti e sicuramente altre creature oltre a noi.
Uno scienziato come Copernico fa ipotesi che diventano postulati, che fanno funzionare un sistema
cosmologico in maniera migliore rispetto al precedente sistema aristotelico-tolemaico. Quella di bruno è
invece una speculazione (anche se le sue speculazioni sono molto avanzate per il periodo in cui vive, e si
dovrà poi aspettare Newton): Copernico si basa non tanto sull’osservazione delle stelle (il telescopio è
portato in Italia da Galileo nel 600), ma su ipotesi.
Copernico: ipotesi = Bruno: speculazione.

Giordano Bruno è nolano, di Nola, un villaggio fuori Napoli.


Nasce a Nola nel 1548, sotto il dominio spagnolo. Non ha origini né borghesi né nobili, quindi l’unica
maniera per accedere all’iter di formazione era diventare monaco, frate o prete, Si trasferisce nell’abbazia
domenicana di Nola e inizia a studiare: impara il latino, entra in contatto con pensieri molto diversi da quelli
aristotelici (era umanista), ma la permanenza è abbastanza difficile, perché lui non fa mistero delle sue idee,
confessa ai fratelli e ai superiori quello che pensa, e cioè l’infinità dell’universo. Per queste blasfemie a 18
anni viene cacciato dall’abbazia. Bruno sa che se rimane a Napoli, sotto il controllo della Chiesa (periodo
della Controriforma con il Concilio di Trento, 1545-1563, per tamponare l’emorragia di cattolici: il Concilio
è molto attento al realizzarsi delle eresie in Italia), finirebbe nelle mani dell’Inquisizione.
Decide di trasferirsi all’estero, dove il controllo della Chiesa è meno presente, in Germania protestante,
Francia e Inghilterra anglicana. Diventa “maestro dell’arte della memoria” e “mago alchimista”, Bruno è
al confine tra il filosofo e il ciarlatano.
L’arte della memoria era un insieme di tecniche atte a sviluppare la memoria, si imparavano poesie, pezzi
della Bibbia, segni grafici che riportavano alla memoria ricordi... una serie di tecniche per aiutare nobili e
borghesi, che hanno bisogno di ricordare le questioni che riguardano gli affari di famiglia o i discorsi da fare
in consiglio cittadino.
Mago: l’approccio magico ritiene che negli enti risieda una qualche virtù nascosta, che attraverso miscele e
rituali possa venire esplicitata. La virtù nascosta è tutt’altra cosa dal nesso causale, non confondiamo un
segreto che non ha nessun rapporto di attinenza con un rapporto di causa: questo segreto non è scienza.
L’alchimia, la magia, vuole il “perché”, il fine (nel 500 nasce un bestiario meraviglioso che lega gli elementi
a altro, ad esempio: nella salamandra c’è il fuoco), la scienza spiega il come, il nesso causale risponde al
“come” le cose si realizzano.
Bruno viene invitato alla corte di Francesco Giovanni Mocenigo, nobile e ricco mercante veneziano.
Mocenigo apparteneva a una delle famiglie più potenti di Venezia, che vantava i natali di diversi doge
(presidenti del Gran Consiglio veneziano). Mocenigo aveva bisogno dell’arte della memoria. Bruno accetta
nel 1591 di recarsi nella Serenissima e insegnare a Mocenigo. Bruno torna di buon grado nella penisola
italica perché a Venezia il controllo dell’autorità ecclesiastica è minore: in questo periodo però Venezia è in
decadenza, ma è ancora una repubblica importantissima. Bruno è convinto di non avere ritorsioni.
Il Tribunale dell’Inquisizione a Venezia si chiama Tribunale del Santo Uffizio, perché l’ingerenza della
Chiesa a Venezia è ridotta, le autorità clericali ci sono ma sono ridotte nel compromesso tra Chiesa e Roma.
Bruno urla quello che pensava, ma l’autorità clericale prende nota (mandava in giro frati, domenicani o
gesuiti, in borghese, e questi prendevano nota di quello che succedeva in una tal taverna: se qualcuno non
mangiava maiale, magari era ebreo; se qualcuno bestemmiava prendevano nota). L’accusa di Bruno era
eresia e blasfemia, Bruno bestemmiava, diceva cose tremende. Prima che il Santo Uffizio comunichi le sorti
di Bruno a Mocenigo, Mocenigo lo denuncia alle autorità: tradisce il maestro ma non può fare altrimenti,
perché avere un eretico e blasfemo a corte era un danno di immagine. Bruno passa dal Santo Uffizio di
Venezia alla Santa Inquisizione di Roma e qui gli viene chiesto di abiurare in 7 anni.
L’abiura è un atto ufficiale da scrivere in tribunale, pubblico, con testimoni, dove l’imputato legge o scrive di
proprio pugno di non credere più in quello che ha professato e di accettare la verità della Chiesa. Bruno è
assolutamente convinto di quello che dice, viene anche torturato (gli vengono legati i polsi dietro la schiena e
viene appeso al soffitto: il risultato è un principio di soffocamento e dolore lancinante: tutti cedono, ma
Bruno non cede). Il 17 febbraio 1600 viene bruciato vivo, mentre continua a inveire contro la Chiesa
Cattolica.
Nel 1600 c’è anche un Galileo che a Padova non dice cose troppo diverse, che però era molto credente.

Nell’800, quando il mondo vuole cambiare, Bruno è davvero visto come il martire per il cambiamento,
anche se tutto quello che dice è senza prove né metodo.

TESTI
 “De l’Infinito universo et mundi”: cosmologia e ontologia di Bruno, scritto in latino scolastico nel
1584
 “De gli eroici furori”: Bruno parla di morale

INTUIZIONE DI BRUNO
Da dove nasce l’intuizione di Bruno che questo non è l’unico sistema solare e che è probabile ci siano altre
forme di vita? Bruno lo dice a partire dalla lettura di Copernico, dove si trova una Terra non più al centro
dell’universo. Dall’eliocentrismo copernicano, Bruno pensa che il Sole non sia diverso dalle altre stelle, e
che quindi queste non girino intorno ad esso. Pensa che queste siano infiniti soli, attorno ai quali girano
infiniti pianeti. Emergono anche i frammenti di Democrito, che ci parla di infiniti atomi, che danno origine a
infiniti mondi: tutto converge a dire che questo non è il centro di nulla, che l’universo non sia chiuso e finito,
ma aperto e infinito (oggi si dice che sia in continua espansione, che i Big Bang siano ciclici… ma oggi
queste cose le sappiamo grazie a tracce di radiazioni, con prove).

Potrebbero piacerti anche