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Lezione 3

Chi non va a scuola è portatore di tradizione popolare, come la cucina popolare.

In religione i popoli che vengono ammessi in chiesa, levano la differenza tra le due persone.

Nel concetto di popolare troviamo delle ambiguità di fondo, che permettono di attivare il nostro sguardo.

Ieri lezione 2 una caratteristica dell’effervescenza degli studi sul popolare, nell’800 si discuteva sui testi non
tanto sulla cultura materiale, il dibattito riguarda le tradizioni orali cantate e non cantate detto cunti cioè la
narrativa e i canti temi di discussione della poesia popolare, perché i folcloristici trascrivevano la poesia non
i testi musicali. C’è un dibattito dei filologi del tempo intorno a questo problema.

Partiamo sempre dalle cose tra un canto della lavandaia del vomero trascritto da Croce che sulle sue pagine
diventa una poesia. Che differenza c’è con le poesie di leopardi?

- Ha un autore
- La forma scritta, in genere nell’altro caso queste tradizioni erano orali cantate e non

caratteristiche nel popolare richiama fatti sociali, la paternità presunta ‘’chi le ha fatte’’? è una forma di
trasmissione.

Se cito i versi di Leopardi subito so chi l’ha scritto; se dico una poesia popolare chi la recita, il portatore
vivente se muore non esiste più quello scritto. Nella trasmissione orale è un tipo di sapere di testo che vive
oralmente e non si caratterizza per l’originalità. La domanda vera è CHI L’HA FATTO? non si sa. Poiché è
diffuso in una certa area, chi li esegue, li racconta o li canta è considerato un testimone o un esecutore
ANONIMO. A questa dimensione dell’anonimato diamo il significato di documento (idea dei folcloristi) di un
sentire comune, quindi acquistano un valore documentario che nella discussione romantica si lega a quello
di popolo nazione. Va contro quella d’autore, diventa documento privilegiato (Anima dei popoli, sentire
comune). A proposito del sentire comune, tra gli studi delle tradizioni popolari, della linguistica, della
antropologia c’è una certa confluenza. Si parla del contribuito di FERDINAND de Saussure studioso di
Ginevra.

Lezione 2 riassunto

SPIEGAZIONE STORICA.

Se troviamo delle attestazioni in più posti possiamo risolvere questo problema attraverso un’ipotesi storica
per cui questi documenti si sono trasmessi con lo spostamento delle popolazioni. Queste portavano con
loro canti racconti ecc.

Sei Studiosi finnici che fecero dei racconti come cenerentola, la favola di cappuccetto rosso; questi studiosi li
tradussero ma si accorsero che ad esempio in cappuccetto rosso finisce con il fatto di andare nella pancia
del lupo, questo motivo di finire nella pancia del lupo ha una familiarità con molte altre fiabe allora non
lavoravano più per tipi ma per motivi, ciò in microracconti minimi che cercavano di classificare, comparare.
Un’ipotesi che cercava di spiegare perché i motivi folclorici legati soprattutto alla narrativa si trovassero in
varie parti del mondo, la spiegazione o l’ipotesi è la lingua indoeuropea. Alcuni studiosi si accorsero,
studiando il sanscrito (lingua sacra indiana), il latino, il greco, che c’erano delle assonanze ;gli studiosi gli
studiosi hanno ipotizzato:

LINGUISTICA DIACRONICA O STORICA

l’esistenza di una protolingua su base congetturale e anche su rilevamenti archeologici, si riferiscono a delle
popolazioni indo europee che colonizzano anche la Grecia.
Uno dei più grandi studiosi di questi problemi Saussure, che fece scritti sul sistema vocalico ecc, tornato
dopo Parigi a Ginevra, tenne dei corsi nel 1906 ‘’corsi di linguistica generale’’. Inizia così il momento della
linguistica sincronica, fornisce degli strumenti che egli dirà essere predisposti anche all’esame dei linguaggi
non verbali; ma tutti gli esempi che lui fa si riferiscono alla lingua verbale. Egli diceva che la comunicazione
avviene sempre attraverso l’unione di due cose una di carattere fisico SIGNIFICANTE (telecomando il
significante è il suono, le onde sonore che partono dal mio apparato e arrivano sulle membrane
dell’orecchio dell’altro) e l’altro elemento è SIGNIFICATO (telecomando è il concetto) ; a noi arriva un
significato concettuale.

C’era il problema di che relazione esiste tra significato e significante:

- Necessaria  significa che la relazione è obbligata, c’è qualcosa di intrinseco. La relazione è e non
potrebbe essere altrimenti.
- Arbitraria  convenzionale, cioè ci accordiamo socialmente che al suono di telecomando
corrisponde a quell’oggetto.

Uno stesso significato in lingue diverse equivale a un differente significante, è la prova provata! Noi
sappiamo che non tutto è altrettanto convenzionale e arbitrale. Queste nozioni possono essere estese a
ogni forma di comunicazione, in cinetica: se agito le mani il significante è un gesto, il significato è ciò che sta
nella testa di chi vede.

La nozione della distinzione tra LANGUE E PAROLE: esiste l’italiano? o esistono persone che parlano
l’italiano?

La parole  è un atto individuale

La langue, lingua  è un insieme di regole

L’italiano esiste, c’è la persona che parla e qualcuno che ha estratto una grammatica. La langue sta nelle due
persone che parlano e si capiscono, questo evidenzia che ci sono delle regole nella loro testa di carattere
collettivo. In effetti è lo studioso che introduce le differenze che sono strumenti concettuali in una struttura
comunicativa che li fonde. Nella langue però possiamo trovare le regolarità e nella parole la riproposizione
di queste regolarità ma con una caratterizzazione personale (come il timbro della voce). Quindi gli atti di
parolé sono sempre individuali, ma il portatore usa un sistema di regole COLLETTIVE e lo si può oggettivare
in una grammatica.

L’accademia della crusca dice ciò che è corretto e ciò che non lo è.

Secondo alcuni le tradizioni popolari cantate e non, sono più vicine alla langue cioè ad un sentire collettivo
per una questione che ha a che fare con i problemi come autore, senza autore, chi lo ha composto ecc.

Se scrivo una raccolta di poesia, per me 10 volte meglio di quelle di petrarca e la pubblico, finisce nelle
biblioteche, anche se nessuno l’ha letta quel testo RIMANE e può diventare un classico della letteratura.
Dopo 100 anni ad esempio non ha bisogno di essere accolto perché è stato messo su un supporto che dura
molto di più della persona. Nel caso delle tradizioni orale questo nona è, per potersi trasmettere il testo
deve essere ACCOLTO (parole di Aronsson linguista russo), i suoi pensieri risolvono il problema dell’autore,
dei canti o cunti popolari. Non escludono che qualcuno li abbia inventati, è difficile immaginare
un’intenzione collettiva. Questi studiosi dicono che i testi di tradizione orale si avvicinano alla langue che
sono censurati, evitati, tutti i motivi di novità o i motivi che avrebbero mole probabilità di non essere
accettate. Queste tradizioni sono molto vicine al sentimento comune che se non fossero accolte non
vivrebbero. Questo influenza l’esecutore e l’ideatore di un testo narrativo o in poesia a proporre a inventare
cose che hanno buona possibilità di essere accolte, che dunque sarebbero più conservative e proprio per
questo testimonianza di un sentire comune. Nella realtà le tradizioni si influenzano moltissimo, magari
autori che influenzano anche la trasmissione orale, nelle società che conoscono entrambe le trasmissioni;
cosa che non può avvenire nelle società che non conoscono scrittura, definita società Primaria e orale.

Se spostiamo la dimensione della langue su un piano non verbale, mettiamo che io sono straniero e chiedo
come avviene il matrimonio nel tuo paese? In italia avviene in chiesa, o al comune. La sposa arriva in abito
bianco, lo sposo l’aspetta, la marcia nuziale. Per ricostruire questo racconto perché ho interiorizzato eventi
‘’atti di parole’’ perché il rito del matrimonio si invera in riti matrimoniali in cui nessuno è uguale all’altro.
Però per raccontarli si estraggono delle regolarità che nel piano linguistico si chiamano ‘’la langue’’. Per
Saussure sostiene che questi esempi si possono usare per i fatti comunicativi in genere e cioè per la cultura
in genere. In genere come esempio si possono elencare lo svolgimento di festività come il Natale, nel
raccontare come si svolgono utilizziamo una sorta di ‘’regola’’ che in un certo senso è impersonale,
collettiva, regolare e dunque ad esempio esiste un rito matrimoniale che tuttavia si invera sul piano
particolare, individuale, unico e irripetibile come gli enunciati.

Questi eventi unici e irripetibili legati all’individuo trasportano elementi regolari nel caso linguistico e nel
caso di qualsiasi comunicazione, legati alla realtà, che noi possiamo considerare la dimensione collettiva
interiorizzata, DIMENSIONE DELLA LANGUE. De Saussure utilizza per quanto riguarda la lingua vera e propria
e negli studi si estende anche ai linguaggi non verbali, perché siamo difronte a dei significati e significanti.

Paradigma e sintagma; impariamo ad usare degli strumenti per poterci interrogare su vari campi. Le
grammatiche sono elenchi di paradigmi (Saussure) ad esempio i pronomi personali sono io tu egli.. sono
paradigmi qualcosa che è classificabile dentro una tassonomia che individua delle cose comuni. Quando
parliamo eprò da quel paradigma ne prendiamo uno. Dopodiché dal paradigma verbale ne prendiamo un
altro. Dal paradigma di fare e dal paradigma del pronome faccio un sintagma ‘’io faccio’’
Sintagma  è una struttura linguistica costituita o da una sola parola o da una combinazione di (due o più) elementi
che formano un'unità costruita intorno a un nucleo (denominato testa del sintagma) e dotata di comportamento
sintattico unitario.

Il paradigma  insieme di concetti applicabili a più declinazioni. Elementi che noi possiamo sistemare in
una categoria che ha delle affinità interne.

Nel rito matrimoniale : il vestito .. la sposa sceglie l’abito, si trova in un atelier con 1000 vestiti; sceglie da un
paradigma e lo combina con altri. Anche il menù è un paradigma antipasti primi ecc. l’esecutore li mette in
un asse sintagmatico mangia prima l’antipasto, poi il secondo ecc.

in qualsiasi contesto possiamo utilizzare sintagma, paradigma, parole, langue.

ESPERIMENTO:

tutto quello detto potrebbe essere riassunto in delle parole 

ciò che si intende per tradizioni popolari riceve una formalizzazione di cui ancora noi seguiamo l’impatto
riguardante la materia popolare.

a. Non viene più considerata in modo dispregiativo come errore o come nel caso della religione
‘’consuetudine non laudades’’ cioè come distanza da quello che dovrebbe essere la cultura, ma
viene completamente rivalutata, acquista valore. Accade questo nell’800. In questa epoca e poi
all’inizio del 900 il favore della cultura popolare attira l’attenzione degli eruditi fino a diventare
disciplina universitaria, i contributi vengono dalla filologia per quanto riguarda le attestazione di
carattere storico e vengono dalla linguistica generale. Poi verranno anche da una applicazione
storiografica. Per tutto l’800 inoltrato i temi del dibattito riguarderanno le tradizioni orali cantate e
non cantate dette CUNTI E CANTI, i canti verranno documentati per lo più nel loro aspetto verbale e
diventeranno tema di discussione della poesia popolare.
b. Gli strumenti di Saussure, con il contributo dalla linguistica generale, vengono utilizzati per lo studio
della cultura popolare. Questi studi non risolvono la definizione dell’oggetto di popolare.
c. POPOLARE  non si capisce bene come definirlo. Significa più cose:
- Si oppone a qualcosa che popolare non è, ora in termini sociali ora in termini geografici, gran parte
di queste raccolte sono fatte in campagna nelle società contadine.

GIUSEPPE PITRE’ a Palermo, egli fa una biblioteca delle tradizioni popolari, fa una rivista archivio delle
tradizioni popolari. Nel presentare una raccolta da lui fatta dei canti popolari siciliani, fa una premessa di
carattere teorico che ci può interessare: dice che i canti popolari sono i testi della storia dei dominanti in
opposizione ai testi dei dominati. Per quanto riguarda i dominati, egli non usa i cunti ma i canti o come loro
la chiamarono poesia popolare perché: i cunti non erano caratterizzabili per aree mentre la poesia o i canti
assumono dignità di testo perché rapportano memoria del tempo in cui furono inventate. Lo dice in base al
fatto che tecnicamente la dimensione metrica della poesia ha una certa conservazione. Si ricorre alla poesia
cantata perché si ricorda meglio, il fatto di essere rigorosamente e non liberamente costretta dentro a
questioni di metrica , si conserva. Il racconto non si può imparare a memoria e quando si trasmette si
modifica; la dimensione metrica e sillabica si ricorda rendendo i testi di tradizione orale più simili ai
documenti scritti. Pitrè vuole dire che anche per la sicilia dei dominati abbiamo il nostro archivio.
Documenti dell’oralità da comparare con quelli scritti dagli ereduti. Diventa importante la poesia popolare.
Gli altri contribuiti vengono dall’antropologia culturale, tra cui anche il termine ‘’cultura popolare’’ è un
contributo dell’antropologia culturale sin dalla sua fondazione. Ad esempio dire ‘’tu non hai cultura’’
significa nella nostra testa : un significato che non ha studiato in contraddizione con il dire ‘’la cultura
popolare è fatta di tradizione orale’’ dunque di persone incolte, non sanno scrivere. Questo deriva da
definizioni antropologiche di cultura: si definisce come l’insieme di morale, pratiche, conoscenza che si
caratterizzano per il fatto di essere state apprese e che sono condivise da una comunità.

Quindi non è cultura quello che non è naturale, altre cose invece le abbiamo imparate perché viviamo in
una determinata società. Tipo non sappiamo mungere. Si comprende che nessun popolo è senza cultura,
perché hanno una loro conoscenza. Quindi il mondo di quelli che erano detti cafoni, analfabeti ecc, con
quello che hanno imparato a fare acquistano dignità scientifica e gli si da il nome di cultura. A questo stesso
autore Taylor si deve un’altra nozione quella di SOPRAVVIVENZA.

In questo caso esempio: faccio uno starnuto, si risponde salute. Ma perché? Oppure si brinda ‘’salute’’, ma
perché? Perché queste usanze siano diffuse in varie parti del mondo, porta gli studiosi a fare delle ipotesi
che nei fatti naturali, un significante rimane e acquista via via significati diversi.

Ad esempio: salute con il bicchiere di vino, Taylor indica le libagioni, in cui si versava all’antenato morto il
vino in forma di augurio. Quando abbiamo smesso di fare le libagioni l’uso non è scomparso ma ha
ASSUNTO UN ALTRO SIGNIFICATO, perché lui connette la salute dei circoli inglese a quella che secondo lui
era la prima forma religiosa dell’umanità animismo, che si basava sulla costatazione della morte e del sogno.

Dove hanno inventato l’idea dell’oltre tomba? È venuta dalla scoperta che improvvisamente qualcuno è
morto. Oppure il sogno, elemento che postula la duplicità dell’esistenza e che l’anima non coincide con il
corpo e allora si dice ‘’salute’’ perché così l’anima non si leva dal corpo.

Col concetto di sopravvivenza Tylor intendeva qualunque cosa (un’idea,


una credenza, un rito) la cui origine andasse ricercata in uno stato
culturale precedente. Rilevare una sopravvivenza voleva dire poter
risalire all’epoca in cui una determinata pratica (oggi ancora presente)
aveva un significato.
Quindi è come se il significante è rimasto ma il significato no.
Un esempio di sopravvivenza è ad esempio chi difende il presidente della repubblica sono giovani con
un’ascia, sono lì perché all’epoca si combatteva con l’ascia. Ora hanno una valenza tradizionale.

La sopravvivenza ha a che fare con qualche cosa che aveva una determinata funzione nel passato, che
adesso non ha più ma che viene usata in un altro modo. Il significante è rimasto ma è cambiato il significato.
Taylor ci dice allora che sopravvive, avendo un'altra funzione ma che ha origine da una cosa che si faceva.
Quindi queste sopravvivenze nel contemporaneo diventano documenti per la comparazione storica.

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