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Lezione 3

Storia dell’integrazione eu

Art 36 del TFUE

Art 167 Del TFUE con il trattato di Maastricht nel 1990

Art 107 del TFUE

Art 6 del tfue

Art 13 del TFUE

Art 3 del TUE quarto trattato che è stato siglato a Maastricht nel 92 e ha dato origine all’unione politica

Nei trattati abbiamo avuto solo il 36 dal 1958. Il 36 riguarda la circolazione delle merci: merci servizi
persone e capitali. Qui è presente anche il traffico illecito, art. 36 del TFUE  vedi pdf eur-lex

L’art. 6 è legato al 34-35 è interessante capire come l’italia e la francia , che avevano una gande parte
del patrimonio culturale art. 34 sono vietate fra stati momenti le restrizioni quantitative
all’importazione nonché qualsiasi misura di effetto equivalente. Sostenere e coordinare l

Art 35 sono state vietate fra gli stati membri le restrizioni quantitative all’esportazione e qualsiasi
misura di effetto equivalente. È equivalente perché se il prodotto x cambia nome, diventa un altro
prodotto. Invece la corte eu ha deciso di creare il muto riconoscimento della normativa tecnica. Quindi
non si possono modificare le norme tecniche relative al commercio.

Misura effetto equivalente: una legge che ha uno stesso effetto di una restrizione.

Questo principio del muto riconoscimento è esteso anche a livello studentesco; quindi la corte di
giustizia ha estrapolato questo muto riconoscimento dei titoli di studio, che senza di esso non c’è
osmosi e non funzionano le leggi di circolazione. È in questo ambito che troviamo i beni culturali; sono
sperimentazioni che troviamo dal 58, sperimentazioni fatte dalla cote di giustizia.

Art. 36 lascia impregiudicati i divieti ecc libera circolazione di merci ed esiste dal 1958 (origine)  le
disposizioni degli art 34-35 non vietano che gli stati da soli, unilateralmente possano applicare delle
restrizioni quantitative giustificate da: 6 motivi la moralità pubblica, pubblica sicurezza, tutela della
salute x es: caso della mucca pazza. Protezione del patrimonio artistico ecc, tutela commerciale.

Il QUINTI CASO della protezione del patrimonio artistico, storico o archeologico nazionale. La
comunità eu si occupa della cultura in questo rigo che rappresenta la sovranità degli stati nello
stabilire restrizioni quantitative a protezione del proprio patrimonio. C’è un divieto per la libertà di
circolazione delle merci nel caso in cui avvengano quei sei motivi fondamentali.

L’ultima frase dell’ art 36. Tuttavia i divieti o le restrizioni poste dagli stati non deve costituire u mezzo
di discriminazione ecc.  qualunque eccezione non può essere applicata in maniera estensiva ma solo
in maniera RESTRITTIVA. E queste eccezioni vanno applicate solo in maniera necessaria a quel fine X.
Altrimenti ogni stato applicherebbe norme restrittive, bloccando allora la libera circolazione delle
merci.

RICORDIAMO I DAZZI, che non sono più pagati all’interno della comunità eu, e questa norma si applica
anche ai beni culturali (considerate delle merci).
Questo art. 36 è richiamato ogni volta che si parla della ? statale

Art 167 del TFUE introdotto a Maastricht nel 1992, quando si crea l ‘unione politica. È introdotto il 167
intitolato cultura titolo XIII  questo art introdotto nel 1992, anno in cui abbiamo l’integrazione dei
mercati, la nascita dell’unione politica, inoltre l’unione eu deve la piena sovranità agli stati.
Nell’articolo si fa riferimento al consiglio d’Europa che riguarda i diritti umani. Nella lettura
dell’articolo è necessario evidenziare dei verbi: CONTRIBUISCE. L’azione dell’unione è intesa ad
INCORAGGIARE: quindi non c’è un atto vincolante, ma tende ad appoggiare l’azione di diversi settori,
attraverso programmi di finanziamento mirati a X, come nel caso di INVITALIA che eroga
finanziamenti europei, oppure i bandi e i por della regione. La comunità EU i soldi li prendi dagli stati
membri. 3. FAVORISCONO la cooperazione: paesi terzi = extra comunitari non nell’unione; e le
organizzazioni competenti in materia di cultura tipo Unesco, diritto commerciarle, consiglio d’Europa
perché è un’organizzazione regionale e che comprende gli stati del consiglio d’eu. Inoltre il consiglio
d’Europa ha emanato la CEDU parametro di riferimento della corte di giustizia del Lussemburgo.

DIFFERENZA TRA CONSIGLIO EU – UNIONE EU

Inoltre nel 1967 l’unione EU mette in questo art il riferimento al consiglio d’europa.

4. l’unione TIENE CONTO degli aspetti culturali ecc.  l’unione emana norme nelle altre politiche in
materia di trasporti, clima, commercio ecc deve tenere conto degli aspetti culturali per valorizzare la
diversità culturali. Tenere conto significa che deve integrare gli aspetti culturali di ogni singolo stato
(INTEGRAZIONE DELLE POLITICHE). PARLIAMO DI POLITICHE CULTURALI COORDINATE DALL’UE.

5. aspetto più tecnico. Cosa fanno le istituzioni UE . il parlamento EU e il consiglio, deliberano secondo
la procedura legislativa ecc.  esclusa la legislazione significa avvicinare le varie legislazioni e in
campo culturale non è previsto perché c’è la piena sovranità degli stati in questo campo culturale. Il
comitato delle regioni emana azioni d’incentivazione.

Questo è l’unico art che sancisce la politica culturale nel trattato.

Art 107 aiuti concessi dagli stati.

Esiste dal 1958 ma la norma relativa ai beni culturali art 107, paragrafo 3 lett. D è introdotto nel 1992
quando è introdotta la politica culturale. Si parla di concorrenza nell’unione e di aiuti alla cultura e
conservazione del patrimonio.

AIUTO = es. l’alitalia riceve aiuti da parte delle stato nella forma di agevolazioni fiscali, normative
tecniche che aiuta l’azienda ad essere più competitiva rispetto alle altre, ad esempio il primo decreto
2020 pro alitalia sulle aeromobili. Lo stato italiano pur avendo dovuto disfarsi dei monopoli ecc, cerca
sottobanco di aiutare le EX aziende di stato.

Lettera D. altera la concorrenza ecc  la cultura qui ci interessa perché le imprese culturali possono
considerarsi compatibili solo quando non alterano le condizioni di scambi e della concorrenza comune.
La concorrenza garantisce il ribasso dei prezzi, il miglioramento della produzione ecc.

Nel 1992 la comunità ue ci ha sanzionati diverse vostre, e inoltre i penalizzati faceva causa allo stato.

Art 6 (introdotto a Lisbona riguarda la competenza) chiarificatore di varie cose, riguarda le


competenze dell’unione. Prima della sua introduzione nel 2009, l’unione eu aveva 2 competenze
esclusiva solo dell’unione: gli consentiva di emanare leggi in maniera esclusiva quindi gli stati non
potevano legiferare nella maniera in cui lo faceva l’unione. Prima del 2009 avevamo la competenza
concorrente unione e stati art 4 con quella degli stati: può emanare leggi l’unione e gli stati. Qual è il
criterio in base al quale agisce uno o l’altro: il PRINCIPIO DI Sussidiarietà in base al fine da
raggiungere quando l’unione è più efficace degli stati allora agisce l’uno piuttosto che l’altro e
viceversa. Erano le uniche due competenze codificate nei trattati fino al 2009. La competenza fino al
2009 del ue è stata concorrente. Nel 2009 art 6 viene codificata la terza competenza, che integra anche
la cultura: COORDINAMENTO- COMPLETAMENTO- SOSTEGNO (l’unione può intervenire ma in
maniera blanda senza creare vincoli) quindi l’unione ha queste competenze in cui la cultura è il
punto C. sono tutte competenze sovrane degli stati membri. Leggiamo l’art 6 così gli stati hanno
sovranità ma l’unione interviene per tutelare, migliorare la salute umana ecc. ma difficilmente
interviene con atti regolativi, decisioni in tema di cultura. Di fatto l’unione nel settore culturale ha
competenza di terzo tipo art 6 che è a sostegno degli stati in tema di cultura ecc. fermo restando ciò
che dice il 167 .

Art 13 assomiglia all’ art 167 nelle integrazioni politiche. L’art 13 nel formulare le politiche dell’unione
ecc.  verbi TIENE CONTO è usato per le integrazioni politiche, sulle materie citate nell’art. L’unione e
gli stati tengono conto delle varie materie: tra quelle elencate c’è anche quella relativa alle tradizioni
culturali. Il consiglio e il parlamento nell’emanare leggi EU e gli stati membri nell’emanare leggi
tengono conto della politica-tradizioni culturali e patrimonio regionale.

È un ulteriore articolo a partire dalle trasformazioni del trattato di Maastricht, rielaborato allora nel
2009 forse a Lisbona? Controlla.

Art. 3 del TUE

Questo articolo si riferisce agli obiettivi dell’unione come si indica nel punto 1. Qui c’è proprio una
dichiarazione esplicita sulla pace. Tra le finalità c’è anche la cultura nel punto 3 ultimo capoverso
leggiamo: essa rispetta la ricchezza della sua diversità culturale ecc.  è tra gli obiettivi dell’unione il
rispetto della diversità culturale tra gli stati, il rispetto linguistico e anche quindi delle minoranze, e
poi patrimonio culturale eu che riguarda tutti gli stati, quindi la somma massima delle parti rilevanti
dei patrimoni statali. L’unione compie ciò attraverso il programma cultura- Europa creativa 
programmi che riguardano le traduzioni, l’editoria, proprio per rispettare la diversità linguistica.

La vigilanza sul patrimonio culturale ue lo attua attraverso una banca dati, sistema INI, si contrasta il
fenomeno del traffico illecito. EUROPEANA banca dati in cui confluiscono tutti i beni europei, oggi è
molto più fruibile.

Articoli questi del TFUE e del TUE che riguardano la cultura.

Chi emana gli atti? Non c’è un organo legislativo ue unico che emana atti-leggi.

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